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[fantasy] Menel Gannadol (cielo che suona l'arpa)


unendlich

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Maddy guarda prima la gatta, poi la reggina e seppure annuisce alle parole della regina, non è certo meno intimorita.

Si... certo, ma mai così grossi e affamati.

I serpenti ondeggiano, guidati dall'istinto che urla: NEMICO!!!

Meddy solleva piano la mano e la poggia con una lentezza infinita sulla testa della donna.

Un dito alla volta, inizia a grattare, talmente piano che è difficile accorgersene.

Di solito... mi piacciono i gatti...

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Freja miagola piano e muove la testolina per auto coccolarsi!!

Scusa, non ti mangio mica, ma hai proprio un odore di buono e di pappa buonaaaaa!!! Senza contare che principalmente mi piacciono le donne!

Ridendo mentre fa le fusa

E tu sei molto bella, se ti vede mia moglie, ci proverà spudoratamente con te ghghghgh!!

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Heemm.. okeii...

Meddy sorride imbarazzata, con una mano l'accarezza, con l'altra ritira su il mantello su una spalla, muovendosi piano.

Sempre raggomitolata sullo sgabbellino, con le ditina dei piedi che spuntano e si muovono.

Signora Elenys, siamo sicuri... che non mi mangerà?

Dice, il tono è quasi speranzoso, spera in una risposta affermativa così da dare a qualcuno un buon motivo per tenere la micia lontana da lei.

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La gattina guarda Meddy con gli occhioni tristi.

Ele .... mi avevi assicurato che non era un problema mostrare la vera me stessssa.... avresti dovuto spiegarmi di essere la solita falsa.

Si alza in piedi ed in un istante il suo viso cambia espressione, un sorriso lo adorna, mentre la coda svanisce.

Piacere, il mio nome è Freja, ti farò da guida nel nostro villaggio e ti troverò una casa all'interno dei nostri confini

La voce, i modi, tutto ricorda quello che può essere un elfo normale, solo i capelli restano di tre colori. Il tono è cortese, ma la voce ha perso il calore che aveva prima.

La regina elegantissima si alza in piedi, con uno svolazzo di capelli.

Non ti mangerà Maddy, preferisce cibo poco cotto, si, ma di certo non umani vivi

Si avvicina alla porta.

Per ora vi porgo i miei saluti e che la dea sia con voi.

uscendo dall'ambulatorio

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Humpf, non m'incanti, non mi fido di te.

Meddy sgrana gli occhi quando la reggina saluta tutti, salta giù dallo sgabbello e butta per l'aria la gatta.

No! Signnora Elenys, non se ne vada...

Resta imbambolata davanti ala porta che si chiude sorda, si volta con un sorriso imbarazzato, arricciandosi i serpenti tra le dita.

Heeem... signor B., torniamo... alla sua visita...

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Freja fissa i suoi occhi gialli dalla pupilla verticale in quelli di Maddy.

Ha parlato quella normale, io non ho nessun caxxo di potere, dovrei essere io ad aver paura di te, sveglia ragazzina.

Sospira amareggiata e si siede.

In un secondo un tuffo indietro di otto secoli....

Fissa fuori dalla finestra ignorando del tutto Meddy ed il dottore. Accendendosi una sigaretta.

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una tonante esplosione accompagna l'ingresso dalla finestra di uno strano figuro coperto da grossi vestiti e con un grosso turbante, sotto al quale si può al caso, notare una maschera bianca. le sue mani sono coperte da guanti neri, il suo vestito è nero. E si guarda attorno spaesato togliendosi le schegge di vetro.

"ohibò. questo mi ricorda quella volta che ho provato a dare fuoco ad un barile di polvere esplosiva dentro ad un vulcano spento. Poi è esploso con il vulcano. Ero vicino a Pompei, mi pare." mi guardo attorno, notando più o meno la gente qui dentro "oh salve. che scena affascinante, mi ricorda un'opera teatrale che ho visto tanto tempo fa, ma non mi ricordo il titolo." la voce è a tratti curiosa e a tratti assente, a tratti roca e a tratti vivace, come se fossero più voci mescolate assieme che parlano. Mentre inizio a osservare la prima cosa puntuta nei pressi e a prenderla in mano, passandola da una mano all'altra facendo degli "ohh" di tanto in tanto. Mi sono già dimenticato che ci sono altre persone qui dentro.

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<<MA INSOMMA!!!!! QUESTO E' UN'AMBULATORIO DI MEDICINA NON LA SALA COMUNE DI RISTORO!!!!!! FUORI TUTTI DI QUI TRANNE LA MIA PAZIENTE ADESSO!!!!!!>>

La voce irata del dottore esplode in un colpo quando il vetro va in frantumi e una nuova persona entra nella stanza

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"sala comune di ristoro? esiste una cosa simile?" domanda interessato lasciando cadere a terra la siringa di vetro con cui stava giocando, e voltandosi interessato come può esserlo un tizio coperto da un turbante. "e chi è la paziente? la conosco? ci siamo già visti? questo mi ricorda quella volta che sono entrato in una stanza in cui un tizio stava rimettendo in sesto l'osso di un paziente. Quando ho visto un coso bianco sbucare dalla gamba ho pensato di toglierlo perchè sembrava fargli male. non ha più gridato. Il dottore si però. Qualcosa del genere "mi ridia quell'osso" stiamo per operare qualcuno di ossa dottore? serve un assistente? sono bravo ad assistere. C'è stata quella volta in cui ho assistito ad uno spettacolo da una tribuna d'onore, poi è sbucato un tipo che ha balestrato in testa il re che avevo seduto a fianco ed è fuggito. Suppongo che assistere significhi stare vicino a qualcuno che viene balestrato di schiena. Chi balestriamo di schiena? Quell'antropomorfe gatto o questa medusa? il che mi riporta alla mente ancora quello scherzo che ho fatto ad un tale che è entrato in un labirinto. Scherzo non tanto, una simpatica ragazza mi aveva infatti chiesto di consegnarli un gomitolo di lana, ma io avevo un po' freddo e sapevo che potevo farmi una sciarpa. Cosi gli ho portato solo una sciarpa. Non so se poi è uscito da quel labirinto. Comunque riguardo a quel ragazzo una volta mi ricordo forse ha provato ad affrontare una medusa. L'ha decapitata e ha fatto uscire dal suo sangue un cavallo. Stiamo per far uscire un cavallo dalla signora medusa? ha per caso le doglie da balestrata? non mi pare però il dottore è lei e io la sto assistendo. quando la balestrano a lei?" domanda sempre con quei svariati toni di voce che pur rimangono innaturalmente calmi. nel mentre si avvicina ad esaminare la medusa.

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OH!

Meddy cade quasi all'indietro per lo spavento. Un uomo con il turbanti si è appena catapultato dentro l'ambulatorio e... Li ignora tutti.

Dottor B., ma è sempre così affollato questo posto?

Ma il signor B. non l'ascolta, è furioso inizia a sbraitare. Meddy li guarda preoccupata, passando da uno all'altro e poi lanciando un occhiata di striscio all'elfa gatta per controllare cosa faccia, e con quale faccia.

Meduse? Altre meduse?? SANGUE?!!? Cavalli?!?!?

Nel sentire i vagheggiamenti Meddy i porta le mani al collo atterrita, facendo qualche passo indietro. Con la mano tozza un tavolino e fa cadere alcuni strani sturmenti a terra. Un pio di fialette s'infrangono e ne esce un fumo viola.

Noo... niente balestre...

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La gatta si alza e recupera Maddy, accompagnandola a sedere.

Tranquilla. Non preoccuparti del collo, quella sarebbe la ghigliottina, come in Francia, la balesta lancia dei coseni simili a frecce e qui non c'è nulla che vi somiglia, vedi?

Con un gesto della mano comprende l'ambulatorio.

Le meduse, sono di una leggenda greca, molto antica, degli umani, lui è molto colto, ed un pochino fuori di testa...ma non è cattivo e non ti farà nulla. Qui l'unica pericolosa sono io no? L'abominio gatto.

La lascia seduta, Meddy si sente avvolte in un'aura di tranquillità, i serpenti si laasciano toccare tranquilli dalla manina della gatta, che ci giocherella distrattamente.

Ehi, bibliotecario da strapazzo, aiutami a pulire a terra il disastro che hai fatto

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Una leggenda greca? Davvero? Non lo sapevo, beh di certo non è una leggenda.

Meddy l'ascolta con il viso inespressivo e si lascia aiutare.

... Qui l'unica pericolosa sono io no? L'abominio gatto.

Vero, su questo hai ragione.

La guarda sempre sena battere ciglio e senza espressione, una vera faccia da schiaffi!

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Ignorando l'aver ragione sull'abominio....

Si qualcosa tipo che il dio del mare s'era violentato una ragazza mortale in un tempio di un'altra dea che s'è incazzata ed ha punito la ragazza. Uno mito medievale di gente misogina e bigotta

Si mette a raccogliere le boccette cadute a terra e con un pezzo di stoffa a pulire il pavimento.

Non potrai ignorare a lungo il fatto che io ti faccia sentire tranquilla e non impaurita ragazzina...

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Oh! che brutta storia.

Meddy abbassa lo sguardo rattristata e, se avesse il sangue caldo, avrebbe arrossito le guance.

Nota solo ora che la gatta è intenta a mettere a posto

Oh, mi dispiace tantissimo, aspetta faccio io....

Parte di scatto, fa volare lo sgabbello, questo tozza il tavolo, il tavolo traballa, una fiala si ribbalta e un denso liquido verde scivola lungo il tavolo, in silenzio.

La gatta e accovacciata sotto, ignara del liquido che avanza inesorabilmente verso di lei.

E' colpa mia...

Dice chinandosi a rassettare.

... e comunque non mi fai sentire affatto tranquilla. Te l'ho detto, non mi fido di te.

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"oh questo mi ricorda quella volta che conobbi una strana gatta. Ci conosciamo?" domanda rivolto alla gatta. Poi rimugina un attimo osservando il miscuglio violaceo sul pavimento..."questo mi ricorda qualcosa...se io prendessi questo..." prende una fialetta a caso "e ci aggiungo questo" ne prende un'altra a caso, "cosa succedeva più?" versandole sulla pozzanghera. Da cui inizia ad alzarsi un acre fumo. "ma certo! me lo ricordo. Ho fatto la stessa cosa ad un teatro di londra. Era di legno. mi pare sia bruciato poi...ma chissà perchè...toh una farfalla...questo mi ricorda..." cosi dicendo inizia ad avviarsi casualmente verso l'uscita, lasciando li il principio di incendio da fuoco greco. che, si sa, non si spegne con l'acqua. "quella volta in cui ho insegnato ai greci a fare il fuoco, la versione migliorata però...ehi, ferma li tu. su, due chiacchiere" rivolto alla farfalla, oramai sull'uscio della clinica.

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Smettila di chiamarmi Bambina! Mi da fastidio. Il mio nome è Meddy...

Dice la medusa raccogliento i cocci di vetro dla pavimento, poi un odore pungente la raggiunge.

I serpenti si muovono di scatto e all'unisono, fischiano puntando qualcosa alle spalle della medusa.

Meddy si volta di scatto.

Ah! Al fuoco, dottor B. faccia presto! Dov'è dell'acqua?

Lancia in aria i cocci di vetro raccolti che si spargono di nuovo in giro, corre in cerca di acqua, tozza l'attaccapanni, che oscilla sempre più, una, due, tre volte ed eccolo pronto ad abboccarsi verso la finestra sana...

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La gatta guarda il fuoco, poi la medusa, poi il dottore. SOspira.

Veloce come solo un felino sa fare spinge il bibliotecario fuori dalla porta e la spranga alle sue spalle.

Poi mette la medusa su un lettino.

Dunque dunque fuoco greco .. niente acqua .. soffochiamolo.

Levandosi la maglietta rimane in una sorta di reggiseno. Mentre con la maglia soffoca le fiamme.

Il suo corpo è chiazzato, con un paio di tatuaggi colorati.

Nel mentre si sporge e blocca l'attaccapanni.

Ho 1032 anni, hai il 10% della mia età, per me sei una cucciola indifesa

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