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[Dalamar78 - Il Richiamo di Cthulhu] - L'Orrore tra Noi - Atto I


dalamar78

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Giusto, andiamo! Sono proprio curioso di vedere che hanno da dirci i Macario.. dico, con un pizzico di divertimento nella voce, mentre mi ricompongo prima di uscire di casa al seguito di Michael.

..oh! E, ragazzi, vi devo far vedere la mia nuova macchina! E' una bella bambola, ve lo assicuro! Saremo al manicomio in..dieci minuti al massimo!!!

Estraggo quindi le chiavi dalla tasca, mostrandole ai due bonariamente fiero del mio recente acquisto, avviandomi poi per raggiungere il veicolo con cui raggiungere il manicomio.

@dm

Spoiler:  
conosco la strada per il manicomio?
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La macchina di Roy si rivela essere una Packard 626 nuova di zecca, una della auto più in voga in questo periodo che costa quanto lo stipendio di un anno di uno operaio; evidentemente Roy se la deve passare molto bene.

@ Immagine

Spoiler:  
del25f.jpg

Da perfetto gentiluomo, fa salire a bordo prima Kate e poi Michael, quindi prende posto a sua volta al volate e si mette in viaggio.

Impiegate una mezz'oretta per raggiungere il manicomio di Roxbury, situato nella periferia a nord di Boston.

Il manicomio si rivela essere una vecchia e cadente villa di campagna in perfetto stile vittoriano, circondata da un ampio giardino che qualche ricco benefattore ha donato alla città di Boston e che le locali autorità hanno poi convertito in una casa di igiene mentale.

Dopo aver parcheggiato, venite accolti da uno degli inservienti, che vi conduce all'interno della villa stessa, facendovi poi accomodare in una sala d'attesa, mentre lui va a cercare il direttore.

La vostra attesa è molto breve: dopo meno di dieci minuti, l'uomo ritorna, accompagnato da un altro uomo, più piccolo e più grasso. Quest'ultimo indossa un lindo camice bianco e porta degli spessi occhiali dalla montatura di corno appollaiati sul naso.

Buonasera Signori e Signora. Sono il Dottor Raymond Stance, direttore di questa Casa di Igiene Mentale. Cosa posso fare per voi?

La voce dell'uomo cozza nettamente con il suo aspetto: profonda e autoritaria.

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Entrando nella villa mi guardo intorno, sembrando abbastanza sorpreso nel vedere il giardino e un po' meno nell'osservare le condizioni dell'edificio.

Bhè, direi che i matti mica se la passano troppo male..penso proprio che mia madre sarebbe stata felice di avere una casetta come questa, con tutto questo prato!

Ridacchiando, dissacrante come al solito, vado a calmarmi solo quando veniamo a sapere che il direttore sarà tutto nostro fra poco. Rimanendo seduto, poco pazientemente giocherello con le dita e lancio occhiate incuriosite intorno.

Chi c'era mai stato un una casa per pazzi!??!

Alla vista del direttore poi, vedendo che nessuno degli altri due decide di farsi avanti, irrompo con il mio classico e buzzurro savoir faire.

Buongiorno Dottore..io sono Roy Basiloni, probabilmente avrà sentito il mio nome.. -esordisco, affatto modesto- ..e questi sono il Dottor Michael Kelly e la splendida quanto intelligente Miss Kate Wilson, direttamente dall'altra parte dell'oceano.

Con un cenno del capo vado ad allungare la mano, come per stringerla al direttore in un saluto cordiale ma deciso, prima di continuare.

Siamo qui perchè si da il caso che un nostro amico abbia bisogno del nostro aiuto riguardo una questione, e...bhè, due signori che risiedono qui potrebbero avere delle informazioni che ci aiuterebbero..parlo dei coniugi Macario. E' possibile vederli, e far loro qualche semplice domanda, direttore?

Con un sorriso smagliante, attendo una risposta.

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Il direttore osserva pensoso il volto di Roy, come per cercare di ricordare qualcosa.

Il suo nome e la sua faccia non mi sono nuovi, Signor Basiloni. Se non erro, lei è un pugile professionista.. dice il dottor Stance.

Poi, sentendo la domanda di Roy, scuote leggermente la testa.

E che genere di informazioni potrebbero mai avere due povere persone come i coniugi Macario? Comunque, se volete parlare con loro, non ci sono problemi, ma vi avverto fin da ora che, se riterrò che le vostre domande stanno in qualche modo turbando ulteriormente il loro già debole equilibrio mentale, dovrò chiedervi di interrompere immediatamente la visita. Sono stato chiaro, Signori?

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Nel sentire il nome della mia famiglia storpiato inarco un sopracciglio, evidentemente interdetto. Serro le labbra, guardando il direttore come sperando che da un momento all'altro sorrida facendo intendere che stava scherzando..

Bah, vabbè lasciamo stare.

Tornando col pensiero a questioni più impellenti annuisco per far intendere che capisco la situazione, voltandomi verso i miei due amici e palesemente aspettando di sentire la loro opinione prima di accettare di buon grado quell'unica regola e procedere con l'incontro con i Macario.

Speriamo non si agitino troppo...! Non la vedo bene questa cosa..

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Non si preoccupi signor direttore, staremo molto attenti alle nostre domande, vedrà non le faremo cambiare idea, vogliamo solo qualche informazione. Dobbiamo un favore ad un amico della signorina Kate ed i coniugi Macario potrebbero aiutarci in tal proposito dico con la voce più calma e tranquilla che riesco ad ottenere. e adesso speriamo che anche i Macario siano d'accordo

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Si, senz'altro direttore! Non faremo domande strane, non si preoccupi!

Mentre il direttore ci mostra la strada per arrivare a parlare ai due coniugi, inizio a chiacchierare con Roy della sua Packard Sai Roy, quando ci hai detto che la tua macchina era una bomba non ci ho dato molto peso, ma effettivamente è molto belle e comoda, inoltre e anche parecchio veloce, davvero una bella macchina, complimenti!

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Assorto per un po' nei miei pensieri, il viso sembra illuminarmisi nel sentire i complimenti di Kate.

Oh, Kate, ti ringrazio dei complimenti! Sorrido, ammiccando all'amica prima di proseguire Quando vuoi farci un giro basta che lo chiedi..non per niente lo sai che sei la migliore che conosco fra i sudditi di Sua Maestà!

Ridacchio, concludendo con l'ennesima battuta sulla Corona inglese prima di riprendere un po' di contegno in vista dell'incontro coi Macario.

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Il direttore Stance vi squadra tutti con i suoi occhiali spessi prima di annuire lentamente con la testa.

Prego, signori, seguitemi.

Si avvia quindi lungo un corridoio, facendovi strada, subito tallonato da due robusti inservienti in camice bianco. Prosegue facendo qualche svolta poi di ferma di fronte ad una porta, si affaccia da una finestrella, osservando l'interno della stanza dalla quale sentite provenire delle parole sommesse ma che non riuscite a comprendere; un attimo dopo, si volta di nuovo verso di voi, scuotendo la testa.

Questa è la stanza di Vittorio Macario, ma il paziente non credo che sarà in grado di rispondere alle vostre domande.

L'uomo fa un cenno ad uno degli inservienti, che mette mano ad un corposo mazzo di chiavi e apre la porta, facendosi poi da parte per farvi entrare.

La stanza nella quale vi affacciate non è molto ampia, con pareti imbottite e nessun arredo come forma precauzionale.

Rannichiato in un angolo, c'è un uomo dall'aspetto veramente stralunato: ha gli occhi sbarrati e la bocca aperta, dalla quale gocciola un pò di bava. Ha addosso una camicia di forza e un paio di pantaloni che presentano numerose macchie di urina. Le labbra dell'uomo sono molto screpolate, come se non le chiudesse da molto tempo e, di tanto in tanto, sentite che mormora frasi senza senso.

... occhi di fuoco... il diavolo... no, no, noo... non li...

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Mantengo il mio fare spensierato e l'andatura spavalda mentre cammino per i corridoi in testa ai miei due amici, direttamente al seguito del direttore. Evidentemente sono curioso, quanto scettico..e non ho mai messo piede in un manicomio prima d'ora.

Poi giunge alle mie orecchie il borbottio proveniente dalla stanza.

Ma che accidenti..?

Il mio atteggiamento cambia palesemente, e mi acciglio mentre l'omino con gli occhiali apre la porta..fino a bloccarmi completamente alla vista del signor Macario. E mi ci vuole qualche secondo per recepire quella vista che -ingenuamente- non mi aspettavo.

Oh, Dio santo..che schifo! Poveraccio..!

Con una smorfia fra l'orrore e la pietà, molto lentamente muovo dei piccoli passi come per avvicinarmi ed ascoltare meglio le parole dell'uomo, accovacciandomi appena e quasi trattenendo il respiro..

Occhi di fuoco..? non lì.??

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Le pareti del manicomio mi ricordano in qualche modo i tempi dell'ospedale ed io odio ricordare quel periodo. Comincio a turbarmi ed il volto a farsi più scuro del solito. Quando vedo Vittorio Macario i pensieri del mio passato vengono spazzati via e mi risveglio, Altro che superstizione, quest'uomo potrebbe essere la prova che quanto sto cercando esiste veramente.

mi rivolgo al direttore, Direttore, sapete se il signor Macario dice altre cose del genere, altre frasi sconnesse su fuoco e diavoli?

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Quando entro nella stanza mi spavento per le condizioni del uomo...

Alle parole del Direttore dico Credo che non ci possa aiutare, non credo risponderà alle nostre domande, che volete fare? chiedo ai miei due compagni.

Poi mi rivolgo al direttore

Mi dica, anche la moglie è nelle sue stesse condizioni? Sapete per caso se prima di arrivare qui erano... "normali"?

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Il direttore Stance sposta i suoi piccoli occhietti sul bel volto di Kate prima di rispondere.

La signora Gabriella versa, in genere, in condizioni migliori del marito ed è spesso possibile parlare con lei. Tuttavia, quando il discorso si sposta sul suo passato recente, ha subito delle crisi di panico molto acute; per cui vi prego di andarci molto cauti, quando le parlerete.

Per quanto riguarda le loro condizioni prima che venissero portati qui, al Roxbury, non saprei con esattezza, ma da quel poco che so, nessuno dei due coniugi Macario soffriva di disturbi psichici, anche se questo non significa necessariamente che non fossero già presenti.

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Rimango ancora un po' ad osservare l'uomo, a metà fra l'interessato e il disgustato, con una piccola smorfia sulle labbra.

Ripetendo nella mia mente le parole pronunciate dal signor Macario, vado quindi a voltarmi tornando in posizione ben eretta..dalla mia faccia è abbastanza chiaro che il mio solito buon umore sembra esser stato minato dalla vista delle condizioni del pover'uomo.

Bene, allora...direi che possiamo provare con la signora Macario adesso..staremo attenti, non si preoccupi direttore.

Concludendo la frase con un sorriso amichevole ma non troppo convinto, prima di avviarmi per i corridoi lancio un'occhiata ai miei due amici, storcendo il naso e manifestando una lieve punta di disagio.

MMhh..certo che è brutta la pazzia...speriamo che la vecchia stia un po' meglio..

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Il direttore lancia un ultimo sguardo a Vittorio Macario prima di chiudere la porta della sua cella, scuotendo la testa.

Poi, sempre accompagnati dai due massicci inservienti, il direttore vi fa strada per un altro paio di corridoi, fermandosi di fronte ad un'altra porta ed aprendola.

Vi ritrovate in un ampio salone, in cui sono presenti diversi tavoli con altrettante sedie; alcuni pazienti sono seduti a questi tavoli da soli, altri hanno vicino del personale medico, altri ancora sono rannicchiati in un angolo a mormorare sommessamente.

Non eravate pronti a vedere quanto la malattia mentale fosse diffusa, ma soprattutto in che condizioni riduca una persona.

Il direttore Stance vi conduce ad un tavolo vicino ad una ampia finestra che da sul giardino del Roxbury; seduta da sola a questo tavolo, c'è una donna che sembra avere oltre 50 anni, ma che, in realtà, non ha più di 30 anni.

Gabriella Macario porta su di se gli evidenti segni devastanti della malattia mentale, ma versa sicuramente in condizioni migliori rispetto al suo povero marito.

Buongiorno, Gabriella. Come stai oggi? esordisce il direttore.

Molto bene, grazie risponde la donna

Questi signori vorrebbero farti un paio di domande, Gabriella. Pensi di essere in grado di rispondergli? domanda sempre con fare garbato Stance.

La donna, dopo avervi lanciato una rapida occhiata con i suoi occhi abbondantemente cerchiati di rosso, annuisce.

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Superando la soglia dell'ampia sala, ancora una volta vengo colto alla sprovvista dalla scena...e tuttavia sembro reagire un po' meglio, evitando comunque di posare troppo lo sguardo su quei poveri disgraziati.

Sarò anche un duro io, ma questi mi fanno venire la pelle d'oca..poveracci.

Raggiunta la donna al tavolo, vado subito ad osservarla attentamente. Forse troppo seria la mia espressione, tanto che sembro accorgermene e salutarla con un garbato sorriso quando lei sposta su me e i miei due amici la sua attenzione. Ascoltando poi le parole di Michael, annuisco rimanendo in silenzio, aspettando che sia Kate a parlare per prima.

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