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[TdG] Cuori d'Acciaio e Sogni di Silicio


Zyl

Messaggio consigliato

cyberbar.jpg

La pioggia cade fredda e pesante sulle strade sporche di Lowdown di New Boston. Come quasi sempre del resto. Anche quando il sole riesce a filtrare attraverso le nubi inquinate e le altissime torri di cemento e cristallo dei grattacieli, il cielo e' comunque perennemente grigio. L'aria si fa leggermente piu' respirabile la notte, quando dall'oceano si leva un vento freddo che spazza via parte dei gas di scarico delle vecchie automobili a benzina e delle antiche minifabbriche che si trovano a livello del suolo e che operano fuori da qualsiasi controllo.

Ma all'interno del Bar 88 l'atmosfera e' , se non proprio calda, almeno asciutta. Nell'aria si respira fumo di sigarette di infima qualita', sudore umano e alchol, con un sottofondo di detergente economico. In mezzo, dietro al bancone, il vecchio Kattle, con il suo braccio bionico, intento come sempre a servire birre alla spina a un paio di clienti. Due dei tavoli sono occupati da gruppetti di persone, operai delle fabbriche o lavoratori di bassa manovalanza. Sul lato piu' lontano , sopra un palco, una ballerina non piu' tanto giovane balla intorno a un palo, mentre le casse del locale pompano uno degli ultimi successi di una band giapponese.

I clienti abituali sanno che le ballerine dell'88 possono facilmente trasformarsi in prostitute a poco prezzo. Una manciata di banconote di new dollars puo' aprire le porte di una delle bare ai piani superiori, dove consumare alcuni minuti di torrido piacere, chiusi in pareti di poliestere reciclato di 2 metri per 3.

Nei quattro megaschermi del locale stanno trasmettendo le immagini di una partita di speedball, lo sport ultraviolento piu' amato dell'ultimo secolo. In un angolo, seminascosto da una nuvola di fumo , c'e' un allibatore, pronto a raccogliere le scommesse sulla partita...qualsiasi tipo di scommessa, non solo soldi. Organi, droga, favori sessuali e vite umane vengono scambiati, giocati e persi in un battito di ciglia. Vite rovinate in pochi secondi. Vite buttate in quella spazzatura di mondo che sono i bassifondi di New Boston.

L'88 e' il tuo bar di riferimento, non il tuo favorito, non il piu' bello e sicuramente non il piu' alla moda, ma il posto dove vieni a rilassarti, a staccare la spina, a bere qualche birra senza doverti preoccupare, non tanto almeno, di guardarti costantemente le spalle. Conosci le ballerine, il vecchio Kattle e qualcuno dei clienti abituali, ma nessuno sa chi sei ne' cosa fai, solo il tuo nome.

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Indugio sulla soglia, sotto la pioggia guardando in alto per un po'. Ho sempre amato la pioggia e la notte, ma non quelle di New Boston... quelle dei brulli paesaggi dove sono cresciuto. Lì la pioggia non era acida e la notte alzando lo sguardo ti si mozzava il fiato per lo schiacciante ed alienante cielo stellato.

Mi riscuoto rendendomi conto di non essere mai stato un melanconico e di non avere alcuna intenzione di cominciare ora.

Avanzo i primi passi nel locale abbassando il cursore della giacca in tessuto impermeabile, rivelando così una camicia bianca mezza stiracchiata. Non mi tolgo il giaccone unicamente perché così facendo rivelerei la calibro .45 che riposa nella fondina ascellare. 
Mi avvicino al bancone e mi siedo su uno degli sgabelli liberi «Yo!» dico alzando una mano a mo' di saluto «Il solito, Kattle» il solito, cioè scotch liscio. Qui posso permettermi l'azzardo di sedermi al bancone dando le spalle praticamente all'intera sala. Altrove mi sarei scelto un tavolino appartato in un angolo della sala. 

A volte mi domando perché vengo a bere qui o in altri posti simili, anche ora sto per farlo ma, accantono l'interrogativo sul nascere non voglio far attendere il mio scotch scadente.

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Kattle sorride, mettendo in mostra una fila di denti giallastri e d'acciaio, un innesto di basso costo, probabilmente fatto con qualche dentista senza neanche uno straccio di diploma, giu' nei tunnel.

Jonah. Qual buon vento, e' da un po' che non ti vedo da queste parti. Alle mie ragazze sei mancato. Dice, facendo un cenno della testa verso il palco dove la ballerina si muove languidamente intorno al palo. E anche a me, sei uno dei pochi che non bevono solo birra, maledizione! Usa il braccio artificiale, che fa un leggero ronzio ogni volta che si alza, per versarti un buon mezzo bicchiere  di scotch ambrato. Non il migliore della tua vita, ma sicuramente neanche il peggiore. Sullo shermo un giocatore di Sanfrantokio ha appena atterrato violentemente un avversario che rimane a terra tramortito. Un paio di clienti sollevano i boccali e inneggiano all'azione.

Kattle riprende a parlare: Hai sentito le ultime? Due puttane morte stanotte. Sgozzate. E neanche le hanno violentate prima. Proprio uno schifo. Sembrava che il fatto che non le avessero violentate fosse peggiore di quello di averle assassinate. Forse per Kattle era veramente cosi'. E la polizia che cazxo fa? Niente come sempre. Siamo troppo fottutamente poveri per fare qualcosa. Comunque dicono che sia statp un Diverso. Puah. Non ci crederei neanche se lo vedessi. Quelli se li stanno per i fatti loro giu' nelle dannate fogne.

Gli sproloqui di Kattle non sono una novita' per te. Per lui qualsiasi cosa e' colpa del governo, della polizia e della BioGen, colpevole, secondo lui, di non avergli fatto un buon lavoro con quel braccio. Afferma di essere stato un lavoratore della grande corporazione che ha in mano New Boston. Ma nessuno ci crede veramente...

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Ricambio il sorriso dell'uomo, per poi fare spallucce quando mi dice che manco da un po'. Seguo il suo cenno del capo con lo sguardo quando accenna alle ragazze, poi riporto l'attenzione sull'uomo divertito. Sollevo il bicchiere giocherellandoci un po' facendo ondeggiare il liquore al suo interno.
Di solito mantengo sempre un'espressione allegra e divertita, come una vera e propria maschera, ma oggi a quanto pare non mi riesce troppo bene.

Mi chiede se ho sentito le ultime, non gli rispondo sapendo bene che non si aspetta realmente una risposta e che la domanda serve solamente ad introdurre il resto del discorso. Così taccio e mi porto il bicchiere alle labbra mandando giù un po' di scotch mentre l'uomo parla.

«Un vero peccato...» commento atono, la morte di una bella donna è sempre un peccato ma non mi interessa più di tanto la fine di due prostitute ignote.

«Magari c'è un nuovo folle da queste parti, tanto per cambiare... In ogni caso chi ammazza le puttane non piace a nessuno, se non la polizia qualcuno ci penserà di sicuro...» dico mandando giù un altro sorso di liquore.

Faccio ruotare lo sgabello di novanta gradi poggiando nuovamente il bicchiere sul bancone, così da poter continuare la conversazione mentre lancio un occhio sulla sala per studiare i volti e le facce dei clienti. Senza nessun particolare motivo, semplicemente mi piace osservare le persone.

«Si dice altro da queste parti?»

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Kattle sta per rispondere, quando la porta del locale si apre con forza, facendo entrare uno spruzzo d'acqua e la brezza gelida della notte. Fanno il loro ingresso due uomini molto ben forniti, i muscoli modificati geneticamente che stirano con forza il tessuto del lungo impermeabile grigio scuro che portano addosso. Sotto la giacca camice di un bianco molto denso, probabilmente un materiale antiproiettile. I due si guardano intorno , poi si dirigono a grandi passi verso il palco dove si sta esibendo la ballerina. Kattle ti guarda e muovendo appena le labbra sussurra: Guai... Poi mette la mano buona sotto il bancone , dove probabilmente tiene un qualche tipo di arma. Due dei clienti seduti a uno dei tavolini si alzano e lasciano il locale, riluttanti a involucrarsi in qualsiasi cosa stia per succedere.

I due energumeni, alti circa due metri, capelli biondi corti tagliati a spazzola, arrivano sotto il palco e dicono con voce decisa: Tu , scendi! Adesso verrai a fare un giro con noi! La ballerina, una donna di circa 30 anni di nome Kat, con la quale hai condiviso qualche bicchiere in passato, inizia a balbettare impaurita: Io ... io...non ..non verro' con voi. Chi siete' Cosa volete da me? I due, quasi nello stesso momento, mettono la mano dentro la giacca: Scendi immediatamente o tra due secondi non avrai piu' le gambe per farlo!

Situazione

Spoiler

Tu sei seduto al banco. Il palco e' a una decina di metri da te. I due ti danno le spalle.

 

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Osservo con attenzione i due che entrano nel locale riconoscendo l'agrodolce profumo di guai molto prima dell'avvertimento di Kattle.
Resto buono fin quando non schiocco la lingua seccato per la minaccia alla donna. Odio a prescindere le minacce e chi si comporta in modo così prepotente. Se poi c'è una donna, che addirittura conosco, invischiata non ne parliamo proprio. Non è proprio possibile che io ignori una situazione del genere per ficcare la testa sotto la sabbia.

Mando giù lo scotch che era rimasto nel bicchiere e scivolo giù dallo sgabello, rimpiangendo il fatto di non aver preso con me la giacca in gel antiurto-antiproiettile. Faccio un paio di passi in avanti, scostandomi da davanti a Kattle e soppesando il bicchiere. 

Poi scaglio il bicchiere di vetro contro il retro del cranio di uno dei due uomini sfruttando la devastante forza dei muscoli artificiali e delle ossa in titanio del braccio bionico. Non mi faccio illusioni immischiarmi vuol dire ammazzarli o farmi due nemici. 

Un ottimo modo per iniziare la serata... penso sarcasticamente mentre il bicchiere vola per aria, prima ancora che questo abbia raggiunto il bersaglio estraggo la pistola dalla fondina ascellare. 
Punto il grosso revolver contro i due uomini o contro l'unico ancora in piedi se ne ho steso uno «La signora ha detto di no» dico con il tono duro di chi non ammette repliche mentre mi sfugge un sorriso di divertimento. Non mi piace ammazzare ma so farlo senza battere ciglio. Se non fossero stati così lontani avrei potuto provare qualcosa di meno letale, ma così...

Se uno dei due estrae un'arma e fa per puntarmela contro miro in mezzo agli occhi e faccio fuoco.

Pistola

Spoiler

Nel primo post ho linkato l'immagine della pistola, che sarebbe quella di Deckard di Blade Runner.

L'arma (per il film) è stata creata se ricordo bene unendo le parti un fucile di qualche tipo e di una .44, nel film l'arma ha due grilletti e sembra avere due canne anche se in pratica solo una spara. Visto che effettivamente l'arma è così e ha due canne di chi una più piccola ed una più grande, mi piacerebbe che entrambe fossero funzionanti. 
L'arma sarebbe un revolver a cinque colpi (primo grilletto) con una canna dove va alloggiata una cartuccia per fucile calibro 12 (secondo grilletto).

 

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Ti alzi dallo sgabello di acciaio sul quale eri seduto e ti avvicini di qualche passo al palco. Non noti o fai finto di non notarlo, l'avvertimento silenzioso di Kattle. Lanci il bicchiere di plasticristallo contro la nuca di quello che ha parlato. Il colpo e' forte e provoca un rumoroso TOK che si sente nonostante la musica a palla. I due si girano , sul volto disegnata un'espressione omicida. Tu che caxxo vuoi, rifiuto umano? Non sono caxxi che ti riguardano! E hai appena firmato la tua condanna a morte! I due sembrano muoversi in sincronia , entrambi estraggono da sotto il lungo impermeabile due pistole a dardi stordenti. Non appena fanno quel gesto tu spari con la tua arma...ma il colpo non e' preciso e vola lontano dal bersaglio, andando a frantumare un cristallo sulla parete dietro il palco!

Poi scoppia il finimondo, i pochi clienti rimasti scappano verso l'uscita, mentre Kattle tira fuori una vecchia carabina a pompa, con la canna mozzata e la punta verso i due enrgumeni. Ma questi sono piu' veloci, Forze speciali...pensi, e sparano rapidamente due colpi nella tua direzione...e entrambi si conficcano nel tuo collo. Punture ipodermiche. Senti la sostanza che si espande nella circolazione sanguigna, mentre progressivamente perdi sensibilita' ai tuoi arti. Le gambe sono le prime a cedere, cadi in ginocchio mentre tutt'intorno a te sta per calare pesantemente il buio...l'ultima cosa che senti e' Kattle che grida e la sua arma che fa fuoco con un forte rumore, poi il pavimento ti viene velocemente addosso e cadi incosciente....

Ti risvegli con la testa pesante, intontito. La prima cosa che vedi e' la faccia preoccupata di Kattle e un paio delle sue ragazze, non quella che stava ballando. Ti aiutano a rimetterti in piedi e ti portano fino a un divano li' vicino. Il locale e' semi distrutto, pezzi di cristallo, bottiglie rotte, grossi buchi un po' dappertutto, gli schermi ultrapiatti infranti. In lontananza il suono di una sirena della polizia in avvicinamento. Jonah sei di nuovo tra noi, ragazzo? Sveglia sveglia! Ti da' un paio di schiaffi per farti riprendere la coscienza definitivamente. Il collo ti brucia dove i due proiettili ti hanno colpito.

Tiri

Spoiler

"Spraro in mezzo agli occhi a quel figlio di puttanax!" 5d10 CD 8: 1, 3, 7, 1, 5

"Vatti a fare una dormita verme!" 3d10 CD 7: 3, 10, 4 

"Questi non sono caxxi tuoi!" 3d10 CD 7: 3, , 10, 7

Incredibile! Tu 5 dadi e tiri due 1 e loro con 3 tutti e due tirano un 10!

Scusa per il ritardo, ma ho avuto un inizio di settimana incasinatissimo!

 

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La mia mano trema leggermente, ma abbastanza da mandare il colpo a vuoto, mi rendo conto che forse bere di colpo quel quarto di bicchiere di scotch prima di alzarmi non è stata un'idea furbissima. Merda è tutto quello che riesco ad esclamare mentalmente mentre i due tizi estraggono e fanno fuoco.

Il sedativo entra in circolo all'istante e dopo essere crollato sulle ginocchia osservo incuriosito e confuso la mano destra perdere la presa sulla pistola lasciandola cadere al suolo. Il rumore dell'arma mi raggiunge molto distante ed ovattato così come ogni altro rumore nella sala. Poi rovino a terra sul fianco sinistro.

Mi risveglio confuso mettendoci qualche secondo per ingranare e rendermi conto di cosa sia successo Ancora vivo?! penso mentre mi premo le tempie e mi lascio trasportare sul divano.

«Basta! Ok? Fermo!» dico con la bocca ancora impastata, poi sposto lo sguardo sulle donne rivolgendo loro un sorriso sghembo. Scruto il locale messo a soqquadro «Cosa mi sono perso?» esclamo mentre ascolto le sirene senza collegare immediatamente cosa queste significhino.

Dopo alcuni secondi i miei neuroni fanno contatto e mi alzo di scatto Sirene! ma il mio sistema nervoso è ancora scombussolato e gli impulsi alle gambe arrivano in modo non troppo perfetto. Traballo per un poco prima di stabilizzarmi lanciando un'occhiata a Kattle «Kat?» domando ricordandomi di scatto della donna, aggiungendo «Devo togliere il disturbo... scusa per il casino!» cerco poi di recuperare la mia pistola.

Tiri

Spoiler

A parte i vari 1 e 10 xD la CD a me era di 8 poiché ho mirato ad una parte specifica del corpo? Poi in base a cosa gestisci le CD?

Non ti preoccupare per il resto :V

 

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Recuperi la tua pistola, che e' caduta li' vicino. Il locale e' proprio distrutto e ti senti un po' in colpa con Kattle, anche se tu sei intervenuto solo per cercare di proteggere una delle sue ragazze. Che non vedi da nessuna parte. Probabilmente alla fine e' dovuta andare a fare quella passeggiata con que due tipi.

Barcolli fuori dall'88, non avendo nessuna voglia di fare due chiacchiere con la polizia di New Boston. Fuori la pioggia ti accoglie nel suo freddo abbraccio umido. Individui subito la pattuglia che arriva lungo la strada. E' una di quelle vecchie, non volanti. Quelle le riservano solo per i posti piu' importanti, non per i bassifondi. A parte un paio di prostitute in un angolo e un vecchio barbone che barcolla lungo il marciapiede, la strada e' vuota. Almeno li' in basso. Su nel cielo scuro, le aerostrade sono un via vai di luci che si perdono tra i maxischermi pubblicitari e i luminosi grattacieli corporativi.

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Infilo la pistola nella fondina ascellare e mi inoltro sotto la pioggia chiudendo per metà la giacca, lasciando appunto lo spazio per estrarre. Probabilmente con i tempi di reazione che mi ritrovo ora comunque non riuscirei ad estrarla con tempestività ma il lasciare la giacca aperta è più una questione mentale. Anche se vuol dire tornare a casa mezzo fradicio.

Mentre barcollo lungo il marciapiede passo la mano sinistra tra i capelli bagnati per sistemarli un po'. Lancio una breve occhiata alla volante prima di continuare per la mia strada ignorandola. Guardo in alto seccato per il non aver preso l'auto, in quel caso mi sarebbe bastato impostare il pilota automatico e via.

Cammino verso casa seccato per l'aver sottostimato i due tizi e per averci quasi rimesso le penne.

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Ti allontani sotto la pioggia, incrociando la pattuglia che corre verso l'88 ormai dietro di te. Senti la frenata brusca quando arriva di fronte al locale. Speri che Kattle abbia una buona assicurazione. Non puoi evitare di pensare a quella ragazza...Chloe si chiamava...chissa' cosa volevano da lei. Non avevano l'aria di due stupratori. E comunque non sarebbero andati dentro a un locale per trovare una donna. I bassifondi erano pieni di prostitute. No, c'era qualcos'altro dietro, ma non sapevi cosa. Probabilmente qualche storia di droga.

Percorri i due isolati a piedi che ti separano da casa tua. La zona e' leggermente migliore di quella dove sorge l'88. Ci sono addirittura delle mini zone di plastierba con alberi di fintolegno. Una vera rarita' nei bassifondi. Un carretto che vende hotdog e patatine fritte e' fermo in un angolo, con una coppia li' davanti che sta mangiando le sue pietanze che emanano un forte odore di olio bruciato...

Johan

Spoiler

Descrivi tu la tua casa e la zona in genrale.

 

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La zona dove abito è quello che rimane di un vecchio tentativo di rispolverare e rimettere a nuovo il quartiere per farne una nuova area residenziale. Finti giardinetti, condomini con le mura ricoperte di non più lucidi mattoni rossi e scale antincendio sul lato. Quasi come se l'area abitativa fosse rimasta ferma agli anni pre\post-duemila.

La mia abitazione è dislocata sul piano terra e sul primo piano di uno di questi condomini. È situato all'angolo sud-est dell'edificio ed entrambi i lati dell'edificio danno sulla strada. Il piano terra dell'abitazione parte dall'angolo sud-est e si allarga lungo il lato est, mentre quello al primo piano corre lungo il lato sud dell'edificio dove è anche presente l'ingresso principale dello stesso. Si sovrappongo esattamente nell'angolo dove una scalinata interna connette i due piani. L'abitazione due ingressi: quello principale è una porta blindata che da sul corridoio interno del primo piano dell'edificio mentre il secondo è sul lato est al piano terra sotto forma di pesante saracinesca blindata. Lungo il lato est corre anche la rampa di scale antincendio esterna.

Il vano al piano terra è una sorta di misto tra un garage, una palestra improvvisata piena di attrezzi ed uno scantinato. Al piano superiore c'è la vera e propria abitazione, un vasto loft vecchio stile con tanto di colonne in mattoni come l'esterno e travi in fintolegno a vista. Affaccia su due lati diversi della strada e questo lo rende molto illuminato, se non fosse per le pesanti tende nere che coprono le finestre. Al centro dell'ambiente c'è una grossa scaffalatura nera che corre parallela al lato sud, che funziona da cristalliera ed è traboccante di alcolici di ogni tipo e qualità. Ai piedi della scaffalatura c'è una poltrona ed una scrivania che affacciano su una finestra che da sul lato sud dell'edificio. Alcuni separè ed alcune tende interne dividono il loft in vari ambienti ma, in tutta l'abitazione regna sovrano un certo caos. Le uniche zone ordinate sono la cristalliera e la cucina. Solo il bagno è in un vano a parte separato dal resto della casa da una porta. Di fianco all'area della cristalliera c'è un grosso divano grigio chiaro posto davanti ad un tavolino rettangolare in ferro e ad un grosso schermo piatto appeso sempre al muro sud dell'edificio. Sotto lo schermo incastonato nel muro c'è un finto-camino. Un grosso letto oscurato da un separè occupa un'altra zona della casa, mentre un grosso armadio a scomparsa dall'aspetto molto innocente nasconde l'armadio blindato dove Jonathan ripone molte delle sua armi e munizioni. Qualche altra arma è sparsa per la casa. 

 

Entro in casa dall'ingresso principale chiudendomi la porta blindata alle spalle. La prima cosa che faccio è sfilarmi la giacca appendendola distrattamente ad un gancio al muro, poi getto la fondina ascellare sul divano ed entro in bagno. Mi sfilo la camicia appendendola al primo supporto disponibile per poi darmi una rozza e rapida asciugata.

Torno di là infilandomi una t-shirt presa a caso, accendo lo schermo piatto impostandolo sul canale delle news e poi mi verso da bere. Probabilmente non mi farà bene visto che sono appena stato drogato, ma non mi interessa molto. Macallan 30... penso scegliendo la bottiglia e riempendo il bicchiere.

Poi mando giù un lungo sorso.

Spoiler

Ho descritto l'abitazione in modo molto sommario, poi nel caso amplio di più durante il gioco

 

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Cerchi di rilassarti nel tuo appartamento. Bevi il tuo bicchiere di alchol, incurante dei possibili effetti secondari se combinato con la droga che c'era su quei maledetti dardi. Comunque non hai in programma altra azione per quella notte.

Sei mezzo sprofondato sulla poltrona davanti allo schermo piatto della tua televisione, quando questo si oscura per un secondo, prima che un nome compaia al posto delle immagini: BECCA INCOMING PHONE CALL... Il computer che controlla tutti i dispositivi elettronici e digitali della casa ti avverte di una videochiamata della tua amica chirurgo.

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Per non dovermi alzare in seguito porto con me la bottiglia, visto che conto di passare un quantitativo di tempo non indifferente sul divano. Accendo il finto-camino e mi stravacco sul divano, usando le news come metodo per occupare il cervello e far passare il tempo.

Finisco il primo bicchiere e faccio per riempirlo di nuovo quando ricevo la chiamata, senza interrompere il gesto impartisco un comando vocale al computer «Rispondi» finisco di riempire il bicchiere e torno a poggiare la schiena sul divano poggiando le gambe sul tavolino.

Appena rispondo esclamo «Yo! 'Becca!» tirando fuori uno dei miei sorrisi migliori, come se fosse un'ottima serata e come se non avessi un "leggero" aspetto di merda.

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Il volto di Becca compare sullo schermo. Ha indosso un camice, macchiato di rosso. Sangue...fresco...diresti. Il suo volto e' corrucciato. La parola guai comincia a lampeggiare nel tuo cervello.

Jonah! Cosa cavolo hai fatto stavolta? Sono stanca di dover sistemare tutti i tuoi maledetti casini! Dietro le sue parole di rimprovero, percepisci una dose di simpatia mista con...cosa...gelosia? Possibile?

Ho qui una tipa conciata molto male . L'hanno trovata tirata nei sotterranei con le braccia spezzate e il volto tumefatto da non so quanti pugni, probabilmente potenziati. Il suo volto e' ridotto a un puzzle di circa un milione di pezzi! Non appena ha ripreso un minimo di conoscenza ha cominciato a biascicare il tuo nome, sibilandolo tra i denti completamente rotti. Ho pensato che fosse una coincidenza, ma poi, cercando nel suo portafoglio per capire chi diavolo fosse e vedere se potevamo avvertire qualcuno ho trovato questa! Ti mostra una foto, un po' mossa, ma perfettamente riconoscibile, dove ci sei tu, Kat e un'altra ragazza dai capelli rossi, Roselyn, davanti a un tavolo pieno di shots appena bevuti e con i visi e gli sguardi fin troppo allegri. E' un'amica tua? Gelosia, definitivamente gelosia...

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Quando appare sullo schermo rimproverandomi il mio sorriso si accentua leggermente mentre mi porto il bicchiere alle labbra, faccio un breve sorso e poi lo poso sul tavolino «Cosa ho fatto questa volt-» inizio ad esclamare divertito quando le parole della donna mi fanno morire le parole in gola.

«Merda» esclamo in un soffio di fiato mentre serro i pugni, se avessi ancora il bicchiere stretto in mano lo avrei spaccato e mi sarei conficcato i frammenti di cristallo nella muscolatura sintetica della mano. Sul mio volto compare un miscuglio di emozioni quali ira, frustrazione ed un pizzico di senso di colpa; al punto che neanche il mio autocontrollo riesce a mascherare quelle emozioni.

Ritiro le gambe dal tavolino poggiando i piedi per terra mentre mi alzo passandomi una mano tra i capelli. 

«No. Cioè si, è un'amica... più o meno...» la gelosia della donna mi fa sfuggire l'ombra di un fugace sorriso, ma viene subito spazzato via.

«Lavora in un bar che frequento e... la foto è vecchia...» Ma non così vecchia... «... e niente abbiamo bevuto un po'. Mi piace fare amicizia, sai no?» scuoto il capo tra me e me, sono serio ma dal tono della voce sembra che io stia scherzando «Prima, due tizi sono entrati nel locale minacciandola per farsi seguire. Ho provato a fare il bravo ragazzo e quelli mi hanno messo a nanna!» dico tirandomi il collo della maglietta per mostrare meglio la zona dove mi hanno sparato.

«Come sta ora?»

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Becca ti guarda con una strana espressione. Ti hanno iniettato chissa' che cosa e tu bevi whisky? Sono brava Jonah, ma non faccio miracoli. Poi il suo volto si fa serio. Sta male, molto male. E' piena di fratture in tutto il corpo, non solo il viso. Sono riuscita a stabilizzarla , ma ha bisogno di una struttura medica migliore di quello che le posso offrire nel mio laboratorio. E anche cosi'...avra' bisogno di innesti, probabilmente perdera' l'uso delle gambe. Io comunque non posso tenerla qui. Sai come funziona...io rattoppo e cucio, pero' nessuno si ferma . Non c'e' posto e non voglio casini, non me li posso permettere. Quindi...verrai per lei principe azzurro? Ancora quella sfumatura di gelosia.

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«Whisky invecchiato trent'anni per l'esattezza. Poi sai come si dice, no? L'alcol cura ogni male! O ti fa credere che sia così. Ed ora come ora mi vanno bene entrambe le opzioni...» dico passando da un tono faceto ad uno grave.

«Merda...» ripeto ancora una volta quando mi illustra nel dettaglio la sua situazione.

«Nessuno si ferma... questa regola vale anche per me?» aggiungo con tono innocente per poi farmi serio giusto per un poco «In fondo è colpa mia, certo che vengo...» dico con tono serio per poi abbozzare un sorriso nel vederla di nuovo gelosa aggiungendo «In sella al mio bianco destriero!».

Mentre parlo indosso nuovamente la fondina ascellare andando poi a raccattare il mio giubbotto in gel antiurto, che ha praticamente lo stesso aspetto di un giubbotto nero da motociclista, con l'unica differenza che questo ferma le pallottole.

«Ora ti lascio, sarò da te in un attimo...» le dico per poi attendere la sua risposta e staccare la conversazione. Come stacco la conversazione svuoto il mezzo bicchiere rimasto, attraverso la stanza e scendo al piano inferiore, poi salgo in auto e comando alla pesante saracinesca blindata di alzarsi. Metto in moto e schiaccio sull'acceleratore uscendo in strada mentre la saracinesca si chiude dietro di me.

Guido manualmente verso la mia destinazione.

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Sono le 3.45 di mattina quando esci dal garage e ti immetti nella strada semideserta. Incroci solo un paio di vecchi camion a combustione, una ambulanza e un gruppo di motociclisti. Riconosci il simbolo sulle giacche di fintapelle: un teschio con una rosa blu, I Cavalieri della Morte, spacciatori, assassini a pagamento e trafficanti di organi. Brutta feccia. Acceleri e te li lasci alle spalle.

Dopo meno di mezzora arrivi a una delle numerose entrate che portano al sottosuolo: l'antica stazione della metropolitana, ormai in disuso, della 26 con la quinta. parcheggi li' vicino, inserendo tutti gli antifurto che hai installato sul tuo veicolo. Poi scendi le scale fino ad arrivare a una inferriata mezza divelta dalla parete, l'entrata vera e propria. La attraversi e dietro c'e' un vecchio barbone, seduto per terra. Becca ti ha detto che e' un guardiano di una delle bande che controllano quel settore di tunnel. Ti conosce e neanche ti guarda.

I tunnel sono labirintici e , se uno non sa dove andare, e' molto facile che si perda. Le leggende metropolitane su cosa si possa trovare nei piu' remoti e oscuri sono numerosissime. I tunnel hanno una puzza particolare, un misto di merda, piscio, sudore e vomito. Tutta la fragranza del sottosuolo...le gallerie sono perennemente nella semioscurita'. Tu sai dove andare, avanzi per uno dei tunnel per un centinaio di metri, fino ad arrivare a quella che una volta era una stazione di controllo dei treni della metro. Bussi tre volte, poi una e infine due, con il codice che ti ha detto Becca fin dalla prima volta. Passano pochi secondi e ti apre Abrahm, un negro di due metri per 100 chili di muscoli, ex giocatore professionista di Speedball, laureato in medicina genetica e attuale assistente di Becca. Hey Jonah. Un tipo di poche parole Abrahm. Ti fa entrare e chiude la porta dietro di te, inserendo tutti gli allarmi. Poi ti accompagna lungo un vecchio corridoio fino a una sala ben illuminata. Intorno alla sala quattro stanze, una sai che e' la sala operatoria, due sono laboratori/magazzini e l'ultima, la piu' grande e' quella dove vive Becca. Adesso nel suo letto vedi Kat. Anche dopo le cure di Becca appare come un morto vivente. Molto pallida, il viso deformato dove il cranio e' stato fratturato. Un lenzuolo bianco copre il resto del corpo. Una decina di cavi escono dal suo corpo andando a infilarsi in un apparecchio nell'angolo che ronza leggermente. La tua amica e' seduta vicino al letto. QUando ti vede ti si avvicina e ti offre la guancia per un bacio. Ho fatto il possibile, ma come ti ho detto, le mie attrezzature sono limitate...Cosa le e' successo Jonah?

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Attraverso i tunnel a passo svelto, muovendomi con sicurezza nell'oscurità che non rappresenta un problema per il mio occhio destro cibernetico fino a raggiungere l'ingresso del laboratorio. Mi aprono e saluto sbrigativamente Abrahm con un semplice «Yo» quasi un marchio di fabbrica per me.
Poi quando raggiungo la zona illuminata rallento il passo mentre resto in silenzio ad osservare la donna mezza morta. Apro il giubbotto sul davanti e accosto le mie labbra alla sua guancia quando si avvicina.

Poggio le mani sui fianchi formando dei triangoli con le braccia «Te l'ho detto...» dico scuotendo il capo «Mi hanno steso al locale e poi non ne ho saputo più nulla fino a quando non mi hai chiamato tu...»

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