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[TdG] Cuori d'Acciaio e Sogni di Silicio


Zyl

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Mi accomodo sul lettino facendomi rialzare l'estremità superiore in modo da non stare completamente steso.

«Forse è proprio il caso di chiamarla...» gli dico con lo sguardo di chi è troppo testardo per dire semplicemente di si. Abbozzo un sorriso malconcio nel rendermi conto che le ho rovinato due volte la serata, subito interrotto da un altro colpo di tosse.
Poi passo ad elencargli tutti i sintomi e le ferite che ho o che suppongo di avere. Giusto nel caso io svenga prima che lei torni. Sempre secondo la possibilità di svenire mi sfilo il giubbotto e la fondina. Sarebbe una seccatura se per qualche motivo lei me li tagliasse dopo una mia perdita di coscienza. 
Stringo i denti in silenzio.

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Ok. Dice Abraham Stenditi, sembri messo male. Ti collego al nostro bio scanner digitale, cosi' quando arriva Becca sapra' gia' cosa c'e' che non va. Se vuoi ti inietto un po' di morfina per il dolore. Mentre attende la risposta chiama Becca al cellulare: Rebecca, c'e' qui il tuo amico dell'altra sera. ... si, lui...e', diciamo che deve parlarti urgentemente....si, ok! Niente nomi, iente luoghi. Arriva. Dopo circa mezz'ora entra Rebecca, con un vestitino mozzafiato, minigonna vertiginosa , tacchi a spillo e un top che copre ben poco del suo corpo. I capelli sono pettinati all'ultima moda e il suo profumo riempe subito l'aria della stanza. Jontahan, possibile che un giorno si e l'altro pure devo rimetterti i pezzi a posto? Cosa e' successo stavolta? Si avvicina al bioscanner e legge varie schermate di dati. Mmm...3 costole rotte...un polmone perforato, fortunatamente il buco e' piccolo. La milza spappolata, dovro' asportartela. E hai anche una emorragia interna! Per l'Universo , Jonathan! Cosa caxxo ha i fatto?? Abrahm prepara la sala operatoria.

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Mi lascio stendere del tutto anche se questo mi rende la respirazione più difficile di quanto non sia già e di conseguenza alza il livello di sofferenza. Ma lo sopporto, da bravo ometto. Scuoto il capo quando accenna alla morfina, voglio restare lucido almeno fin quando non arriva 'Becca, poi posso darmi tutti i dannatissimi sedativi che vogliono. Poi resto in silenzio cercando di concentrarmi sulla respirazione.

«Il Giuramento di Ippocrate non vieta forse di presentarsi così davanti ai pazienti?!» commento nel vederla entrare nel laboratorio, sorrido contento di vederla per poi rovinare il tutto con un altro colpo di tosse misto a sangue.

«No! La milza no! Mi ci ero affezionato, in fondo è con me da quando sono nato!» provo a ridacchiare nonostante le mie pessime condizioni ed infatti si rivela un'idea di merda. Riprendo nuovamente a tossire convulsamente mentre il dolore si intensifica «Merda» commento a denti stretti «Ok. Basta scherzare...» dico senza crederci neanche io «Sicura di potermela togliere così? Non dovrebbe servire a qualcosa?» la guardo con fare indagatore. Mi limito a fare spallucce quando mi chiede cosa è successo «Bomba» commento semplicemente come se fosse la cosa più naturale ed ovvia di questo mondo.

Alla fine mi faccio serio e la trattengo per un braccio «Non mettermi KO per troppo tempo. Non posso permettermelo»

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Becca sorride nonostante tutto. Al posto della milza ti mettero' un dispositivo che ti fa venire la diarrea ogni volta che stai per metterti nei guai! Giuro che lo faccio! Poi ti accarezza il volto, le lunghe dita affusolate con le unghie smaltate di rosso fuoco. Poi dolcemente: Adesso tranquillizzati. Ti rimetto a posto e passerai la notte qui. Domattina ne riparliamo.  Si gira verso Abrahm Preparalo per l'operazione e fallo addormentare mentre io mi cambio. Ti da un bacio sulla fronte e scompare in quella che sai essere camera sua. Ci hai passato paecchie notti piacevoli...

Abrahm nel frattempo ti trasporta nel locale adibito alle operazione. Ti collega parecchi cavi al braccio e al petto. Vari schermi si accendano mostrando le tue funzioni biologiche. La grande faccia nera di Abrahm, coperta con un copribocca chirurgico appare sopra di te , come una enorme luna scura. Conta all'indetro da dieci fino a zero, amico... 

Qunado arrivi al numero cinque, l'oscurita' si chiude su di te e piombi in un sonno senza sogni, profondo.... ti risvegli con la bocca impastata e la gola secca. Sei nella saletta dell'infermeria, nel letto dove la sera in cui tutto sto casino era iniziato stava la ballerina del locale. Ti senti debole, ma respiri bene e niente sangue in vista. Un paio di tubi ti salgono dal petto da sotto una stretta fasciatura bianca. Il computer emette uno scampanellio e, pochi secondi dopo, la porta si apre ed entra Becca. Ben svegliato. Indossa il camice di lavoro, bianco e il suo volto e' piuttosto stanco. Come ti senti? Ho esportato una buona meta' della milza. Meta' e' oiu' che sufficente per vivere senza problemi. Ho riparato il polmone con della pelle cellulare  a crescita super rapida e ti ho messo a posto le costole rotte. Cerca di non prenderci colpi nei prossimi giorni. Parole sprecate lo so...

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«Ok, conterò le mie pecorelle elettroniche...» rispondo al nero per poi fare come dire e successivamente cadere nel sonno indotto dai farmaci.

Per fortuna al risveglio non mi sento minimamente disorientato, con alcuni farmaci mi è successo in passato, roba che all'inizio non sai perché diavolo sei tutto fasciato in un letto d'ospedale...

Quando la vedo entrare faccio per parlare ma con la gola completamente secca non mi viene bene e mi limito a tossire. Però senza sangue e senza dolore. Strano mi limito a pensare per poi rendermi conto in ritardo che ho probabilmente una quantità non indifferente di antidolorifici ancora in circolo.

Provo a rialzarmi con lo schienale ma non ci riesco così mi lascio aiutare da lei, sia per quello sia per il bicchiere d'acqua.

«Mi hai già tappato la presa d'aria? Peccato, potevo trovarci qualche uso...» la guardo con fare divertito «Ti prego, non dirmi che è stato Abrahm a vegliarmi durante la notte!» poi mi faccio serio «Mi dispiace averti rovinato la serata...» anche se non per molto «Se continuo così mi sa che ti dovrò cene ed uscite fino alla fine dei miei giorni!» E non sarebbe una così brutta... mi trovo a pensare per poi abbassare lo sguardo sulla fasciatura. Mi ritrovo a pensare che probabilmente arrivare ai quaranta si rivelerà una bella sfida, non che mi sia mai aspettato di morire tranquillamente in un letto. La fasciatura copre anche la grossa cicatrice dell'incidente, causata lunga scheggia di metallo che mi ha quasi ucciso e che ora fa parte dell'arredamento del mio appartamento, come parte dell'orologio da muro. All'epoca mi sembrò veramente una bella idea: perché non segnare l'ora con la cosa che mi ha quasi strappato via tutto il tempo rimastomi sulla terra?

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Becca ti guarda come una madre guarderebbe il suo figlio adolescente un po' troppo ribelle. Puoi gia' andartene se vuoi. Le bende sono rinforzate e ti forniscono un supporto alla tua cassa toracica. Se te ne stai tranquillo, non ti succedera' niente. Tra due giorni torna qui e controlliamo la medicazione. Nel frattempo evita di metterti nei casini. 

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Quelli sono solo per controllare le tue funzioni vitali. Fa vedere... Con mani abili, stacca i cavi che erano attaccati con delle piccole ventose provviste di microchip. Ecco, sei libero di andarti a farti crivellare ancora un po'!

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«Aaah, ed io che credevo di avere tubi infilati chi sa dove! Non pensi che forse sono così scellerato proprio perché tu sei tanto brava a rimettermi in sesto?» commento scendendo dal lettino, resto fermo per qualche secondo per assicurarmi della mia stabilità. Non mi gira la testa, ottimo! 

Guardo la dottoressa lasciandomi sfuggire un sorrisetto diabolico «Vediamo se funziono ancora come si deve!» esclamo per poi provare a sorprendere la donna prendendola in braccio a tradimento, mettendole un braccio sotto la schiena ed uno sotto le gambe.

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Fermo pazzo!! Riesci a sollevarla, ma senti anche qualcosa che rischia di stapparsi nel tuo petto. Ti gira anche un po' la testa per lo sforzo, per cui decidi di metterla giu'. Becca ti tira un pugno! Ho detto niente sforzi! Hai sofferto una emorragia interna brutto bue peloso! Se continui imperterrito a rovinare il lavoro che faccio su di te, arrivera' una volta che ti mandero' dal macellaio in fondo alla strada, per che' ti rappezzi!

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Metto giù Becca cercando di non farle capire di aver forse esagerato troppo in fretta e non mi tocco il petto per assicurarmi che sia tutto al suo posto solamente perché c'è a vedermi. Le sorrido divertito «Nessuno mi ha mai dato del brutto bue peloso!» commento con fare offeso per poi attirarla a me all'improvviso «Devo fare qualcosa di molto stupido, non mi auguri buona fortuna?»

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Perche' non mi sorprende? ... Ti tira due deboli pugni sulla spalla, ma non fa resistenza quando l'attiri verso di te , avvicina le sue labbra alle tue e ti bacia prima dolcemente e poi con passione crescente. Quando la cosa si ta facendo calde, si allontana leggermente da te, con un evidente sforzo di volonta'. Anche quel tipo di sforzo potrebbe farti male... Dice con un sorriso malizioso. Tra un paio di giorni, se sarai risucito a non farti uccidere, ne riparleremo...

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Quando mi bacia la prima volta ho ancora le labbra arcuate per il sorriso, poi quando riprende con più enfasi la bacio come se stessi annegando e le sue labbra fossero ossigeno per riempire i miei polmoni. Quando fa per allontanarsi la trattengo con la mano destra fra i suoi capelli e la sinistra dietro la sua vita «Sarei disposto a correre il rischio...» dico con sguardo estremamente serio ed il tono di chi non è meno coinvolto di lei.

Le rubo un altro bacio prima di lasciarla andare «Oh, non ci riusciranno...» le rispondo con fare rapace, come se fosse una promessa che sono certo di poter mantenere «Devasterei l'inferno pur di esserci!» termino strizzandole l'occhio prima di mettermi alla ricerca della mia maledettissima fondina e della mia giacca.

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Trovi tutte le tue cose ben accomodate in un armadietto. Mentre si tai vestendo arriva Abrahm tutto agitato: Doc, c'e' stata un esplosione giu' nei tunnel. In una comunita' di mutanti. Sembra un attentato. Comunque ce ne stanno portando 6 messi piuttosto male. Rebecca si sistema il camice e riorna a essere la dottoressa, lasciando per il momento da parte l'amante: Ok Abrahm. Prepara tutte le sale chirurgiche e attiva tutti i biocomputer disponibili. Tu non hai una posizione preciso rispetto ai mutanti, i sopravvissuti e i discendenti dei sopravvissutti, dell'olocausto nucleare che ha colpito parecchie zone della terra nell'ultima guerra. Sono gli ultimi degli emarginati e vivono tra di loro, lontano da tutto e tutti, nei tunnel piu' profondi. Non capisci proprio chi potrebbe avercela con loro. Apprezzi comunque che Becca metta a disposizione le sue capacita' per quella gente sfortunata. Sai che con le sue capacita' potrebbe guadagnare molto di piu'. Ma sai anche c'e' qualcosa nel suo passato, qualcosa che neanche a te ha mai detto, che non gli permetterebbe , neanche se lo volesse, di lavorare ai livelli superiori.

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Mi rivesto con calma per non riaprirmi la ferita, nel frattempo la studio per nulla offeso dall'essere stato messo in secondo piano in vista dell'emergenza. Mi aggiusto la fondina e poi indosso la giacca senza chiuderla. Gli abiti sono un po' tutti sporchi di sangue, la giacca in gel posso metterla a lavare mentre il resto è da gettare. Osservo i dorsi delle mie mani che hanno il rivestimento in pelle sintetica tutto rigato dal vetro che ho infranto. Serrando i pugni si nota la potente muscolatura artificiale guizzare sotto il rivestimento rovinato.

La questione dei sopravvissuti è strana, molti non sprecherebbero neanche una pallottola con loro e sono arrivati addirittura a farli saltare in aria? Non mi piace questa storia. Due bombe così ravvicinate tra loro? Scuoto il capo tra me e me optando per il rimanere fino a quando non si presentano questi al laboratorio. Così per non stare tra i piedi vado a cercare la macchinetta del caffè.

Ripenso a lei. È naturale che il suo passato mi incuriosisca ma, sono sempre stato reticente a farle troppe domande. Neanche io sarei felice di rispondere a molte delle domande che potrebbe farmi, anzi a molte non avrei la minima voglia di rispondere. Sospiro prima di riprendere a cercare la macchinetta.

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Ti metti in un angolino, bevendo il tuo caffe' e cercando di non stare troppo tra  i piedi. Dopo poco tempo , dalla porta sul retro, vengono introdotti su delle barelle improvvisate , quattro mutanti feriti in modo piuttosto gravemente. I quattro sono completamente albini e hanno occhi rossi slavati , che adesso sono spalancati , probabilmente per il dolore. Becca ha provveduto ad abbassare l'intensita' delle luci, in quanto dannose per la vista dei mutanti, abituati a vivere nella perenne oscurita' dei tunnel piu' profondi. Mentre li osservi non puoi fare a meno di pensare alle strane e numerosi voci che esistono su quegli esseri. Poteri mentali, forza eccezionale, telepatia e altre dello stesso tipo. Hai sempre dubitato di queste voci, in quanto se fossero vere, non capisci perche' se ne starebbero rintanati cosi nel fondo della societa' umana. Ma tant'e', le voci esistono da sempre e si moltiplicano sempre piu'. Da occhio esperto di cose del genere, riconosci le ferite profonde di una forte esplosione. E i poveretti non avevano la tua protezione. Scaglie di granata e di metallo sono conficcati in vari parti di quei corpi stranamente bianchi. Becca e Abraham portano i quattro nelle due sale operatorie, mentre i barellieri, uomini normali a quanto puoi vedere, se ne vanno, probabilmente per andare ad assistere altri feriti.

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La loro carnagione, che fa a pugni con la mia, mi da l'impressione che siano dei fantasmi. Ustioni e schegge... noto nello studiare le loro ferite, che conosco bene e non solo per l'altra sera. Mentre finisco il caffè cerco di capire perché qualcuno abbia voluto colpirli ma non riesco a farmi venire nessuna idea, in fondo non so assolutamente nulla di loro se non per quelle voci.

Poso la tazza scostandomi dal muro mentre 'Becca si chiude nella sala operatoria «Ci vediamo!» le urlo dietro prima di avviarmi verso uno dei barellieri. Per lo sguardo stanco che aveva prima non la invidio minimamente, allo stesso modo non mi aspetto che risponda al mio saluto assorbita dal momento.

«Hei!» ne richiamo uno prima che esca «Cosa è successo?»

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Il tipo, basso e tarchiato, si gira verso di te, visibilmente infastidito per la perdita di tempo. E' vestito con jeans sgualciti e una camicia marrone tipo militare. In testa un berretto da baseball. Sul braccio e' annodata una fascia rossa. Una bomba, giu' nei tunnel orientali, sotto la vecchia Central Station. Parecchi  morti e ancor piu' feriti. Poi fa per andarsene, insieme ai suoi compagni, vestiti allo stesso modo.

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