Loki86
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TdS
Ci sta farlo subito per non allungare troppo la cosa... mantenere il controllo: 7+2=9 -> mantieni il controllo e volendo puoi restare ad affrontare la situazione. Se lo fai il rischio è alto.. potresti farti davvero male... certo.. c'è anche la possibilità di uscirne con un po di fumo gratis e in questo momento ne avresti davvero bisogno...
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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Voignar Darius Whitesand Alice ti ascolta in silenzio, lo sguardo fisso da qualche parte tra le mattonelle del corridoio e il vuoto. Quando arrivi alla tua domanda, sospira piano. «In realtà… oggi pomeriggio avevamo già deciso di passare un po’ di tempo insieme» dice, con un tono che cerca di sembrare casuale ma non ci riesce del tutto. Fa una breve pausa, poi abbassa leggermente lo sguardo. «Solo che… ora non so più se sia il caso. Magari preferirà stare tranquillo…» aggiunge, e nella sua voce c’è una punta di esitazione, quasi un velo di delusione che cerca di nascondere ma che non sfugge al tuo orecchio. Proprio in quell’istante, la porta dell’infermeria si apre. Nathan è lì. Ha l’aspetto di sempre, o quasi. I tratti sono rilassati, il colore è tornato sulle guance. Lo sguardo è lucido, presente. Alice si volta di scatto e, nel vederlo, per un attimo il sollievo le addolcisce ogni linea del volto. @Voignar @Ghal Maraz Nathan e Darius Nathan, Alice ti si avvicina d’istinto, con un moto quasi irrefrenabile, come se per un attimo stesse per gettarti le braccia al collo. Ma qualcosa la trattiene… forse la tua espressione ancora un po’ stanca, forse la presenza di Darius al vostro fianco. Si ferma, titubante, a un passo da te. «Sicuro di star bene, ora, Nat?» chiede con voce bassa ma carica di preoccupazione. Ti osserva con attenzione, un’attenzione insolita per lei, che di solito sembra sempre volare altrove con la mente. Poi abbassa brevemente lo sguardo, quasi a cercare le parole. «Se… se più tardi non te la senti di vederci… beh… lo capisco.» Le parole le escono di fretta, quasi temesse di pentirsene subito. Ti guarda per un istante, incrocia i tuoi occhi con i suoi, ma distoglie subito lo sguardo, rifugiandosi in un punto vago del corridoio. È chiaro che ci tiene. Ma è altrettanto chiaro che ha paura di metterti pressione. @Theraimbownerd Orion Kykero Esci dalla scuola accompagnato da Juno e Diana, ma anche le loro chiacchiere… che in altri momenti ti avrebbero strappato un mezzo sorriso o un commento sarcastico… oggi ti scivolano addosso. È come se fosse tutto ovattato, come se la tua mente continuasse a ronzare in sottofondo. Per quanto nessuno ti abbia detto niente direttamente… per quanto nessuno ti abbia rivolto uno sguardo esplicitamente derisorio… quella sensazione resta. Presente. Strisciante. Fastidiosa. Come se ogni risatina soffocata, ogni occhiata di sfuggita, ogni sussurro dietro un banco fosse rivolto a te. A quella dannata foto. Solo quando varchi la soglia esterna della scuola, lasciandoti alle spalle l’edificio, l’eco di tutto questo sembra affievolirsi un po’. James, il vostro autista, è già lì ad aspettarvi, come sempre impeccabile in giacca e cravatta. Apri la portiera, lasciando salire prima le tue sorelle, poi prendi posto sul sedile posteriore e, nel giro di una decina di minuti, le luci ordinate e borghesi del centro di Lilac Hollow lasciano spazio alla quieta eleganza delle ville residenziali. Casa Kykero è lì, in fondo alla curva. Imponente. Un’elegante villa moderna in vetro e pietra chiara, incastonata in un giardino lussureggiante con vialetti curati e siepi scolpite. La piscina, sul retro, riflette il cielo pallido del pomeriggio come uno specchio liquido. James accosta con la solita precisione, le portiere si aprono, e Juno e Diana scendono rapide, ancora immerse nei loro discorsi su outfit, playlist e inviti per la festa. «Ci vediamo dopo!» ti dice Diana, «Non rubarmi il bagno stavolta!» grida Juno. E in pochi istanti spariscono dentro casa, su per la scala che porta al piano superiore. Ti ritrovi solo. Il rumore ovattato dei tuoi passi risuona nell’ampio ingresso, su pavimenti in marmo lucidati alla perfezione. Intravedi la figura di Consuela che si muove silenziosa tra la sala e il corridoio. Quando entra in cucina, la senti parlare con qualcuno e capisci subito che si sta rivolgendo a tua madre, anche se non la vedi. «Signora Kykero, ho finito di risistemare la camera… Posso esserle utile in qualche altro…» interrompe la frase, sentendo il rumore dei passi pesanti delle tue sorelle sulle scale. «Oh.. Credo che le ragazze siano rientrate!» Ti domandi se, nel suo bigottismo cristiano, nel termine “ragazze” fossi incluso pure tu. @SNESferatu Ana Rivero Il parco dove di solito Max si ritrova coi suoi amici non é molto lontano dalla scuola, eppure il tragitto ti sembra eterno. Cammini con la spiacevole sensazione di essere seguita… osservata da occhi maliziosi… occhi che ti vedono solo per il bellissimo e perfetto involucro esterno con il quale sei stata creata. Ti volti più di una volta. Nulla. Nessuno. Solo il fruscio delle foglie mosse da un vento leggero e qualche macchina in lontananza. Eppure la sensazione resta. Incollata alla pelle come un vestito troppo aderente. Quando finalmente intravedi il parchetto, una strana emozione ti attraversa lo stomaco… come un nodo che si scioglie. È sollievo? È così che si chiama, quella cosa che senti in questo momento? Sì… probabilmente sì. E il solo accorgertene ti spiazza. Il parchetto è modesto. Un piccolo angolo di verde strappato all'asfalto: qualche panchina sotto i grossi rami di sempreverdi, un campetto da basket occupato da ragazzi più grandi che giocano rumorosamente, e uno skate park malmesso con qualche rampa arrugginita e graffiti sbiaditi. Max è lì, a suo agio come solo lui sa essere. Scivola sullo skateboard con movimenti rilassati, lanciandosi in qualche trick semplice mentre ride e chiacchiera con due ragazzi seduti sul bordo del marciapiede. Li hai già visti a scuola, ma non sai come si chiamano. Uno è basso, smilzo, con i capelli neri tagliati corti e un giubbotto talmente largo che sembra inghiottirlo. L’altro è un tipo alto, afroamericano, con un’aria placida e lo sguardo sempre un po’ spento. Entrambi stringono tra le dita delle canne già accese. Ridono. Poi Max ti vede. Il suo sguardo si alza, ti riconosce… e per un attimo sembra quasi perdere l’equilibrio, come se la tua presenza lo avesse colto del tutto alla sprovvista. Ma non cade. Recupera subito il controllo, con quell'agilità disinvolta che gli è tipica, e ti guarda solo per un istante. Uno sguardo breve. Forse troppo breve. Poi, senza dire nulla, curva bruscamente con lo skate, dandoti le spalle, e torna verso i suoi amici. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Le voci ti premono nella testa come chiodi incandescenti. Ti rimbombano nel petto, nelle tempie, nella pancia. Ti sussurrano di Tyler. Di quanto meriti di soffrire. Di quanto Emily dovrebbe essere tua, solo tua. Ti spingono, ti strattonano verso di lui. “Adesso, Scarlett. Fallo adesso. È debole. Lei ti guarderà. Capirà. Ti sceglierà.” Ma non lo fai. Ti senti tremare, ma non ti muovi. Non fai un solo passo verso Tyler. Resisti. Non sai neanche come, ma resisti. Ti afferri con unghie e denti al poco buonsenso che ti resta. Ti imponi di distogliere lo sguardo, di chiudere il cuore a quelle parole venefiche che ti divorano dentro. Emily dice qualcosa, ti parla, sì… ma le sue parole ti arrivano attutite, lontane, come se stessero passando attraverso un muro di ovatta e vetro. Non capisci. Fai un passo. Poi un altro. E poi ancora. Ti allontani. Te ne vai. Non corri, ma quasi. Il passo è veloce, teso, come se stessi scappando da un incendio che ti brucia le caviglie. La voce dentro di te non tace. “Torna indietro. Ora. Lei è tua. Solo tua.” Ma tu la ignori. “Emily ti appartiene. Lui te la porterà via. Non farlo succedere.” Stringi i denti. La voce diventa più dura, più crudele, ma tu la respingi. Continui ad allontanarti, attraversando la cancellata della scuola, infilandoti tra le stradine, senza una direzione precisa. Scappi. Non sai quanto tempo passi. Le case diventano più vecchie, più sporche. I muri sono imbrattati, le finestre rotte. Non sei più nel tuo quartiere. Ti ritrovi nella zona malfamata della cittadina, e non sai nemmeno perché. Hai ancora il fiatone quando ti rendi conto di essere entrata in un vicolo. È stretto, sudicio, e puzza di piscio e muffa. Davanti a te, un vecchio claudicante e malconcio sbuca da una porticina con le pupille dilatate e lo sguardo perso. Ha appena fatto qualcosa… o preso qualcosa. Poi senti un rumore alle tue spalle. Un fruscio. Una voce. “Ma guarda chi c’è…” Ti giri di scatto. Un uomo sui trent’anni ti osserva con un ghigno storto e occhi pieni di cattiveria. Capelli lunghi e sudici, peli irsuti sul petto che escono da una maglietta col collo a V, giacca di jeans piena di toppe di gruppi metal. Lo riconosci. Quel bastardo che mesi fa ha provato a metterti le mani addosso durante una trattativa finita male, uno di quei piccoli criminali che si credono re del quartiere. Una feccia nota. Uno spacciatore con legami con una gang locale. “La piccola putta**lla! Non mi aspettavo di rivederti così presto. Ti sei persa, piccola?” Avanza di un passo. “Credevo che fossi più furba. Ma a quanto pare…” Il suo sguardo ti scorre addosso come melma. “…ancora non hai imparato.” Fa un altro passo. “Questa volta non c’è nessuno a salvarti, bambola. E stavolta… stavolta ho tutto il tempo che voglio.” Alle tue spalle, il vicolo si chiude. Nessuna uscita. Nessuna via di fuga immediata. Il suo sorriso si allarga. Malato. “Ti sei messa nei guai, principessa. Ma guarda il lato positivo: ti farò divertire.”
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TdS
@TheBaddus il tuo tiro di fuga: 8-1=7 -> scegli uno tra: Ti imbatti in qualcosa di peggiore Fai una scenata Lasci qualcosa indietro
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TdG - I sette Segreti
Raven Shadoweye - shadar kai - ladra/ranger Alla trasformazione del drow in un'aquila non riesco a trattenere uno sbuffo di disappunto "Questo complica le cose... Maledetto elfo scuro..." Una volta appostata tra le fronde me la prendo calma. Un po per riuscire a studiare al meglio le nostre prede, studiarne i movimenti e assicurarmi che non ci saranno sorprese. Un po per sprecare volutamente un po di tempo... so che la capacità dei druidi di trasformarsi in animali non è eterna... Se Silock fosse costretto a dover tornare in forma umanoide tornando a terra, tornerebbe ad essere un bersaglio più facile. Mi perdo un attimo nell'osservare i bambini... la mia mente vacilla un attimo... si assenta... la mia mano cerca istintivamente il pupazzetto logoro che porto sempre con me.. Quando alla fine torno dal resto del gruppo, giungo con andatura ciondolante e disinvolta. Mi soffermo per un istante ed esibisco un sorriso. "Ci sono una ventina di uomini armati... tre sembrano di più alto grado... sono nelle tende... Poi donne, bambini e uomini non combattenti..." Faccio una breve pausa, come a riprendere fiato. "Sono male organizzati.. Poche risorse... non hanno cibo abbastanza per tutti e anche la legna scarseggia..." Il mio resoconto è scarno, ma preciso. "Io rimango dell'idea di attaccare di notte... Col favore delle tenebre!" Quando lo dico guardo istintivamente verso l'alto, cercando con lo sguardo la sagoma dell'aquila nera che volteggia alta nel cielo. "Uccidiamo le guardie... Catturiamo i comandanti..."
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TdG - I sette Segreti
Raven Shadoweye - shadar kai - ladra/ranger Durante il giorno di viaggio non perdo occasione di osservare Silock. Ne osservo il comportamento, ne studio le abitudini. Cerco di notare quanti più dettagli riesco a decifrare. Dal tipo di arma che predilige, a quale sia la sua mano primaria... Persino i momenti in cui tende a rimanere più in disparte. Lo faccio con discrezione, rimanendo il silenzio e standomene sulle mie. Quando finalmente arriviamo in vista del nostro bersaglio il sole è alto nel cielo. La foresta è troppo fitta per addentrarci coi carri, così, optiamo per fermarci e decidere un piano d'azione. All'affermazione di Jane storco il naso.. Non è mia abitudine fare prigionieri... di solito, quando ho una preda, l'obiettivo è quello di eliminarla. "Credo che la cosa migliore sia aspettare che calino le tenebre..." lancio la mia constatazione quasi distrattamente, come se fosse più una considerazione tra me e me. Poi mi volto verso gli altri. "Se volete, però, posso fare un sopralluogo... verificare quante minacce sono presenti... se ci sono punti deboli nelle loro difese..." Dopo un attimo di silenzio aggiungo "Sono abbastanza brava a non farmi notare..." Note @Kalkale durante il viaggio indagherei il più possibile sul drow... nel caso ho percezione +6, investigare +6, intuizione +9 per carpirne le abitudini... se non si fosse capito.. la mia preda principale è lui 🤣🤣
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TdS
Povero coach... la storia lo sta trasformando in un viscido pervertito!! In realtà nel momento in cui l'avevo creato non doveva essere quello il suo destino 🤣🤣 @SNESferatu in realtà, vista la tensione di Ana, le ho fatto fare un tiro su "mantenere il controllo" per vedere se non cedeva alla tentazione di scappare via.. è uscito 8.. quindi avrei dovuto dirti i pro e i contro del rimanere lì piuttosto che dello scappare e poi potevi scegliere cosa fare.. ma li avevi già analizzati bene tu nel post precedente e mi sembrava chiaro avessi scelto di restare.. quindi ho agito di conseguenza. Invece vi avviso già che questo weekend sono via e difficilmente riuscirò a postare!
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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Theraimbownerd Orion Kykero Alla tua rassicurazione, Juno ti rivolge un sorriso soddisfatto e annuisce con entusiasmo. Da quel momento sembra davvero più concentrata sull’organizzazione della festa… a parte un momento in cui la noti trafficare con lo smartphone, digitando veloce con l’indice, probabilmente su qualche chat o social. Quando invece spieghi a Diana che hai già pensato praticamente a tutto, vedi un piccolo lampo di disappunto attraversarle lo sguardo. Non è nulla di eclatante, ma la conosci bene: adora pianificare eventi, gestire ogni dettaglio e brillare come regista dietro le quinte. Aveva probabilmente sperato di poter essere più coinvolta. Tuttavia, si riprende in fretta, mascherando il tutto con un sorriso compiaciuto. «Sempre sul pezzo, Orion! Ormai potrei dire che sei quasi più in gamba di me nel gestire questi eventi!» commenta con una risatina leggera, ma il tono è sincero. Poi lancia un’occhiata a Juno. «Per chiedere a papà possiamo pensarci noi… Sai com’è, difficilmente ci direbbe di no.» Juno le fa eco con un sorrisino complice, uno di quelli che trasudano consapevolezza: le due gemelle hanno sempre avuto un certo ascendente su vostro padre. Diana torna a guardarti con una certa intensità, come se la posta in gioco fosse alta. «Però lo sai… è mamma che ha l’ultima parola! Con lei ci parli tu?» La speranza nella sua voce è quasi tenera. È chiaro che, nonostante tutto, quel timore reverenziale nei confronti di vostra madre non l'ha mai abbandonata. Nel frattempo, la mensa si è ormai quasi del tutto svuotata. Il rumore è calato, i tavoli si sono diradati e le voci attutite sembrano provenire solo da qualche sparuto gruppo rimasto indietro. Non hai più visto rientrare né Tyler né Alice, e per un momento il pensiero corre involontario a loro. Ti chiedi cosa stiano facendo adesso il tuo “rivale” e la tua amica. Come se avesse percepito il tuo pensiero, Juno si alza improvvisamente in piedi. Si stiracchia con un gesto ampio, quasi teatrale, e per un attimo la felpa si solleva, rivelando il suo addome tonico e piatto, frutto delle ore passate in palestra. «Beh… mi sono rotta di stare in mensa!» sbuffa, poi riabbassa le braccia e ti guarda con uno sguardo che sa di sfida ma anche d’impazienza. «Che facciamo? Andiamo?» @Ghal Maraz Nathan Clark Alla tua risposta vaga, l’infermiera Morris resta in silenzio per un lungo momento. Un silenzio denso, quasi palpabile, mentre ti scruta con attenzione. Non c’è durezza nel suo sguardo, ma una specie di valutazione silenziosa. Il tempo sembra dilatarsi. Resti con lo sguardo basso, il peso dell’attesa ti comprime le spalle, finché, quasi per istinto, alzi gli occhi. E, senza volerlo, il tuo sguardo si sofferma per una frazione di secondo su di lei. La sua camicetta è sbottonata quel tanto che basta da lasciar intravedere, più che mostrare, la curva morbida e tonica del seno. Nulla di esplicito, nulla di volgare… eppure quella femminilità disinvolta ha un impatto. In quel momento capisci il perché tanti ragazzi fanno battute sull’esagerare dei sintomi venire in infermeria… Starà pensando questo ora la gente di te? Gli occhi risalgono subito e incontrano i suoi, azzurri, profondi e attenti. Deve cogliere il tuo disagio, perché il suo viso si ammorbidisce in un sorriso calmo. Ti appoggia una mano leggera sulla spalla, con un gesto che non ha nulla di malizioso, solo una cura genuina. «Tranquillo, Nathan… non volevo metterti in imbarazzo. Volevo solo assicurarmi che non fosse successo qualcosa di più serio.» La sua voce è gentile, priva di giudizio. Poi toglie la mano dalla tua spalla e si allontana qualche passo, tornando al suo tono professionale. «Comunque stai bene, direi. Ho visto che oggi avevate educazione fisica… Probabilmente un po’ di stanchezza, e la discussione in mensa, ti hanno fatto andare un po’ in affanno. Niente di grave.» Si dirige verso la porta dello studio. Ha già la mano sulla maniglia quando si gira di nuovo verso di te, il sorriso tornato sulle labbra, accogliente. «Puoi andare… magari oggi pomeriggio prenditela con calma, d’accordo? Evita altre emozioni forti, se puoi.» Poi apre la porta, tenendola leggermente aperta per te, mentre il suo profumo dolce e discreto si mescola per un attimo all’aria dell’infermeria. Fuori, ad aspettarti, ci sono ancora Darius ed Alice. Non appena ti vede, la ragazza rilassa le spalle e distende i muscoli del viso in un’espressione di sollievo. @Voignar Darius Whitesand Alice si stringe un po’ nelle spalle, appoggiandosi alla parete del corridoio, accanto a te. Sospira, e quando ti risponde, la sua voce è più bassa, come se stesse cercando di nascondere una parte di sé… senza riuscirci davvero. «Lo so che può sembrare esagerato… ma non è solo per oggi. È che Nathan… non è il tipo da esplodere così. Non lo è mai stato.» Fa una breve pausa, stringendo nervosamente il laccetto del suo zaino tra le dita. «È sempre gentile. E calmo. Magari un po’… strano, sì. Ma è il suo bello, no?» La sua voce si incrina un poco sul finale. Non di tristezza, ma di una sincerità che le scappa dalle labbra prima ancora che possa deciderlo davvero. «Quando Cory ha iniziato con lui, ho pensato solo a quanto potesse fargli male… ma è stata la sua reazione a spaventarmi di più. Non l’ho mai visto così. Era come se fosse… un altro.» Scuote la testa, poi si corregge subito, alzando appena gli occhi su di te. «Cioè… no. Non un altro. Ma una parte di lui che non ho mai visto.» Poi si lascia andare a un mezzo sorriso amaro, lo sguardo rivolto verso la porta dell’infermeria. «Spero davvero che stia bene. Che sia solo una giornata storta, una di quelle in cui tutto va fuori asse e poi passa. Perché…» si ferma, come a voler dire di più, ma si limita ad abbassare lo sguardo. «Be’, perché ci tengo.» In quell’istante, la maniglia dell’infermeria si muove. La porta si apre e Nathan compare sulla soglia. Il colorito è tornato normale, lo sguardo è più lucido, la postura più rilassata. È di nuovo lui. O almeno… sembra. Alice lo guarda, e il sollievo che prova è evidente nei suoi occhi, anche se non dice nulla. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Ti fermi a pochi passi da loro. Emily si siede accanto a Tyler, gli appoggia una mano sulla spalla con una naturalezza che ti graffia dentro. Il gesto è così intimo, così spontaneo… come se fosse la cosa più normale del mondo. Come se fosse suo. Li osservi in silenzio. I loro sguardi si incrociano, si tengono. Un filo invisibile li lega, sottile ma evidente. Parlano… ma le parole non ti arrivano, le senti come ovattate, sommerse in una bolla di rumore bianco. Poi qualche frammento filtra… «…non è colpa tua…» «…cerco di fare il meglio per tutti, ma… non basta mai.» «…sei bravo, Tyler… sei sempre il primo a metterti in gioco…» «…mi sento solo… a volte troppo.» Ti stringe il petto. Una fitta tagliente e gelida. Vacilli appena, un passo che tentenna. Emily è così concentrata su di lui che non si accorge nemmeno che sei lì. Non sei invisibile. Ma è come se lo fossi. E allora torna. Quella cosa. Quella voce. Profonda, gutturale… non tua. Sembra provenire da non sai quale abisso… da sotto la pelle. Come se fosse sempre stata lì, in attesa. “Non la merita.” “Ti ignora. Ti ha dimenticata.” “Adesso. Colpiscilo. Fallo crollare. EMILY È TUA.” La senti bruciare sotto le costole, serpeggiare lungo la schiena, pulsare nelle tempie. Un’ondata di rabbia e desiderio che ti monta dentro come un’onda nera. E lì davanti a te… Tyler, vulnerabile. Emily, troppo vicina lui. Off game Non ti stai trasformando nel tuo se oscuro.. Non ancora.. però l’Abisso ha deciso di emergere e di farsi sentire.. di fare sentire la sua voce e di provare a manipolarti… in base alla tua reazione direi che col prossimo giro di post si potrebbero attivare diverse mosse.. mantenere il controllo, scagliarsi contro qualcuno, fuggire.. o anche guardare nell’abisso se provi a sondare questa conversazione interiore.. 🤣🤣 @SNESferatu Ana Rivero Rimani ferma. Non ti muovi nemmeno di un centimetro. Ogni fibra del tuo corpo vorrebbe farlo… correre via, scomparire. Ma c’è un’altra parte di te che rifiuta di scappare. Quella che, per quanto fragile o stanca, non vuole cedere. La senti crescere dentro quella tensione. Ti entra negli occhi prima ancora che nel corpo: il Coach sta arrivando. Lo vedi oltrepassare il cancello della scuola, passo lento, controllato, come se nulla potesse davvero scuoterlo. Eppure… non ti sfugge quella rapida occhiata alle tue gambe. Una frazione di secondo. Ma l’hai vista. Quella misura sottile, quel silenzioso soppesare. Poi la sua voce: "Rivero." È neutra solo in apparenza. «Ricordati che aspetto la documentazione su quella tua… interessante condizione.» Fa una piccola pausa, inclinando appena il capo. «Sai, quella per cui… non sudi. Ho chiesto alla signorina Morris e… Non ne sapeva nulla nemmeno lei… Strano…» C’è qualcosa nel suo tono, nel modo in cui pronuncia le parole. Non è esplicitamente scorretto. Non dice niente che tu possa “davvero” contestare. Eppure, ogni sillaba ti scivola addosso come una carezza sbagliata. Come farai a procurartela, quella documentazione? Nemmeno lo sai. Hai inventato. Come tante volte. Ma adesso… il gioco ti si sta stringendo intorno. «Non voglio trattenerti oltre.» aggiunge infine, con un mezzo sorriso. E ti lascia andare. Così, semplicemente. Fai qualche passo nella direzione per raggiungere il parchetto. Il fiato è sospeso, come se non potessi ancora permetterti di respirare davvero. Ti volti appena, una rapida occhiata alle spalle, per istinto più che per scelta. Lui è ancora lì. Fermo. Ti guarda. Lo sguardo è malizioso, ma contenuto. Come se si divertisse a restare sempre appena sotto la soglia del sospetto. Appena prima del lecito. Ti abbozza un sorriso, lento, curvo. Poi si gira… …e si allontana. Nella stessa direzione in cui poco prima hai visto sparire Eliza.
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TdS
Ma povero tyler.. se esce con juno si incazza orion.. se esce con emkly si incazza Scarlett... se esce con eliza si incazza ana.. 🤣🤣🤣
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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Voignar @Ghal Maraz Darius e Nathan - scena infermeria La signorina Morris osserva Nathan con attenzione e poi rivolge uno sguardo colmo di gratitudine ad Alice e Darius. «Avete fatto bene a portarlo qui, davvero. Vi ringrazio.» Accenna un sorriso gentile, poi si fa da parte per lasciar entrare Nathan. «Clark, vieni… Accomodati pure. Facciamo un controllo veloce, così ci assicuriamo che tutto sia in ordine.» Mentre accompagna Nathan all’interno del suo studio, richiude la porta alle loro spalle con delicatezza, lasciando Alice e Darius fuori. @Voignar Darius Whitesand Rimani in piedi accanto ad Alice, appena fuori dall’infermeria. La ragazza lascia scivolare lentamente la schiena contro la parete, poi sospira piano, cercando di sciogliere la tensione che la pervade. I suoi occhi, però, sono ancora fissi sulla porta chiusa davanti a voi. «Che giornata…» dice, con un mezzo sorriso incerto. Poi si volta verso di te. «Non so nemmeno bene che cosa sia successo a Nathan, ma… non l’ho mai visto così. Mai.» Fa una breve pausa, poi abbassa lo sguardo. C’è qualcosa di profondo nei suoi occhi, una preoccupazione che va ben oltre la semplice amicizia. «Pensi che starà bene?» ti chiede infine, cercando conforto nel tuo parere. @Ghal Maraz Nathan Clark La signorina Morris ti accompagna con delicatezza fino alla poltroncina vicino al lettino dell’infermeria. C’è una leggera fragranza di lavanda nell’aria, mescolata a quel profumo dolciastro che porta con sé. Ti sorride con naturalezza, mentre prende uno stetoscopio e il misuratore di pressione. «Tranquillo, non dovrebbe essere nulla di grave, ma facciamo lo stesso un controllo veloce…» dice, con tono calmo e rassicurante. Ti misura la pressione, poi ti fa segno di alzare il mento per osservarti meglio gli occhi. La luce della lampadina tascabile ti colpisce brevemente le pupille. Poggia lo stetoscopio sul tuo petto, prima sul cuore e poi sulla schiena, chiedendoti di fare qualche respiro profondo. «Mm, pupille un po’ dilatate… Ma niente di preoccupante. Pressione leggermente alta, battito un po’ accelerato…» Annota tutti i dati su una cartellina, poi torna a guardarti. «Clark… Cos’è successo esattamente in mensa?» Il suo sguardo non è giudicante, ma premuroso. Ti sta dando spazio per parlare, se vuoi. «Sappi solo che se hai bisogno… posso anche solo ascoltare. Nessun obbligo…» @TheBaddus Scarlett Bloomblight Emily ti guarda e scuote la testa con un sorriso appena accennato. «No no, tranquilla... stasera va benissimo fare quattro passi. Anche perché oggi pomeriggio ho allenamento, quindi più tardi non potrei proprio.» Quando vi alzate, le sue tre amiche vi salutano con gentilezza e qualche battutina leggera. Rispondi con un cenno e segui Emily fuori dalla mensa, imboccando il corridoio. Per un po’ camminate in silenzio, poi è lei a parlare per prima, il tono basso, come se non volesse che qualcuno vi sentisse. «Mi dispiace un sacco per Tyler…» sospira, le mani strette attorno alla tracolla della borsa. «Nathan oggi è stato davvero un cafone con lui. Non si meritava una risposta così davanti a tutti.» La voce di Emily non è arrabbiata. È ferma, sincera, quasi addolorata. «Ty cerca sempre di fare la cosa giusta. Con tutti. Non è perfetto, ovvio, e magari ogni tanto si perde qualcosa per strada... Ma ci mette tutto sé stesso in quello che fa. Sempre.» Fa una pausa. Ti guarda di lato, ma solo per un istante. «Pochi vedono davvero quanto lavora. Quanto si impegna. Io invece lo so. Lo vedo. E quando uno come Nathan lo attacca così, fa male. Perché è ingiusto.» Alla fine raggiungete il cortile esterno. L’aria è più fresca lì fuori, e tra gli alberi e i muretti riconosci subito la zona dove avevi incontrato Tanaka poco tempo prima. Tyler è lì, seduto su una panchina con le spalle leggermente curve. Ha lo sguardo basso, perso nel vuoto, e la mascella contratta. Il suo volto è un misto di delusione e rabbia… @Theraimbownerd Orion Kykero Quando lasci cadere la frase sulla festa con quell’intonazione volutamente non discreta, con la coda dell’occhio noti subito qualche testa voltarsi ai tavoli vicini. Alcuni ragazzi e ragazze ti lanciano occhiate curiose, come se improvvisamente ti avessero riscoperto interessante. Ma subito dopo cogli anche delle risatine soffocate… brevi, appena percettibili. Non riesci a capire bene a chi o a cosa siano rivolte. Magari stanno ridendo di tutt’altro… eppure il pensiero che possa c’entrare quella dannata foto su Blabber ti si pianta addosso come un chiodo freddo. Per un attimo la mascella ti si irrigidisce, ma poi ti siedi con le tue sorelle, cercando di non darci peso. Riprendete a pranzare, anche se l’atmosfera è ancora leggermente tesa dopo la scenata di Nathan. Juno scuote la testa appena nota Emily e Scarlett uscire correndo, probabilmente, dietro a Tyler. «Ma guarda un po’ quella lì… subito dietro al mio Ty», sbotta, stizzita a bassa voce. Diana però la interrompe con prontezza, senza neppure guardarla. «Ok, lasciamo perdere per favore... Torniamo alle cose importanti.» Si gira verso di te con uno dei suoi sorrisi smorzati. «Allora, hai già un’idea di quante persone vorresti invitare? Solo quelli della nostra scuola o anche qualcuno da fuori?» Intanto sfoglia il suo taccuino, sempre presente. «Ci serve una location… Sempre se non vogliamo fare da noi… poi musica, qualcosa da bere… ovvio… e poi dovremo pensare anche ai contenuti “per Blabber”… Sai com’è, se vogliamo che se ne parli. Ah…» alza lo sguardo mentre prende un morso di mela. «Dovremo anche sentire Satya.» dice, strizzando un occhio in segno d’intesa. Pian piano, mentre parlate, ti rendi conto che la mensa si sta svuotando. Gli studenti che hanno finito di mangiare o che non hanno più lezioni escono in piccoli gruppi chiacchierando, alcuni con le cuffie alle orecchie, altri con lo smartphone in mano. @SNESferatu Ana Rivero Vedere Eliza andarsene così, con quella leggera indifferenza, ti lascia un po’ con la bocca asciutta. È una sensazione insolita per te… fastidiosa, quasi ruvida. Per la prima volta, ti ritrovi a pensare che... forse… è così che si potrebbe essere sentito Max stamattina, quando gli hai risposto con distacco e lui ti ha dato della snob. Forse è così che fai sentire gli altri quando ti rifugi dietro quel tuo naturale disinteresse per tutto ciò che è umano, sociale, appiccicoso. Forse quella distanza che coltivi con così tanta cura... pesa più sugli altri di quanto non avresti creduto… Sospiri appena, scuoti il capo. Poi raccogli distrattamente le tue cose dal tavolo e lasci la mensa, senza guardarti troppo attorno. Fuori, il sole ha fatto appena capolino tra le nubi. L’aria è tiepida, l’ora di scuola ormai alle spalle. Raggiungi il cortile. In un angolo, Emily e Scarlett stanno parlando con Tyler. Li riconosci al volo, anche se non riesci a cogliere bene le loro espressioni da quella distanza. Non ti fermi. I tuoi occhi si muovono… Eliza è molto più avanti. Sta già oltrepassando il cancello della scuola, il passo svelto, deciso, come chi ha una meta precisa e non ha tempo per voltarsi indietro. Svolta a destra, con lo zaino che le pende da una spalla, e sparisce dietro l’angolo degli alberi. Arrivi anche tu al cancello. Ti fermi. Ti volti un attimo, seguendo con lo sguardo la direzione dove è sparita. Poi guardi alla tua sinistra. Da quella parte, la strada curva verso il parchetto. Lo stesso dove Max ti aveva proposto di incontrarvi. Ti volti a dare un’ultima occhiata alla scuola alle tue spalle… una cosa che forse, col senno di poi, avresti fatto meglio a non fare. A una ventina di metri da te, in direzione del campo sportivo, vedi il coach Moss. Sta camminando con un plico di fogli sotto braccio e le mani in tasca. Quando ti nota, ti fa un cenno, come a voler richiamare la tua attenzione.
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TdS
No no.. ormai me la sono legata al dito che mi hai accusato di plagio!!! Mi vendichero' su Scarlett facendole capitare un sacco di casini e disgrazie in game!!! Ah già... quella è la normale agenda di un master di cuori di mostro!!! Allora avrà una lunga vita noiosa e in cui non capiterà mai nulla!! 🤣🤣
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TdS
Beh si.. il format del png è quello.. compagna atletica della squadra di pallavolo.. poi non ricordo benissimo come fosse caratterizzata Alexaa e probabilmente emily in qualcosa si discostera' da lei.. ma comunque lo "stereotipo" di partenza è quello.. Come Sasha parte con lo stesso format di violet (mi sembra si chiamasse così il png della prima campagna che avevamo giocato).
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TdS
Ahahahah.. la seconda e ultima ispirazione ai miei vecchi pg... anche perché ho giocato solo quelli.. il resto dei compagni invece vanno un po a ricalcare i vari stereotipi di giovani studenti.. ma approfondire e colorare poi in base a quanto ci interagite!
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TdS
Si si.. diciamo che è liberamente ispirata al mio vecchio pg di Olivia.. beccato 🤣🤣 Dovendo gestire molti png su alcuni ho deciso di andare sul semplice.. cosi li so gestire meglio. Però chissà se anche Eliza sarà un ghoul oppure no eheh
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TdS
Scusate.. ieri è stata una giornata piena... tra oggi pomeriggio o al massimo domani mattina mando avanti! Eh.. Eliza ha un carattere particolare.. se volevi comprensione e ascolto dovevi andare da Emily! 🤣🤣
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TdS
Sì sì.. volevo giusto capire se tutti avevate qualcosa con cui riempire il pomeriggio o se qualcuno voleva saltare direttamente alla serata.. ma mi sembrate tutti abbastanza impegnati eheh
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TdS
No no va bene… il rapporto che avete con la vostra mostruosità potete pure deciderlo voi… Ecco.. magari se avessi scritto che ti trasformarvi in un drago rosso e volavi via avrei potuto avere da ridire 😂😂😂
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TdS - Topic di servizio
Loki86 ha risposto a Kalkale a un discussione TdS - Dubbi off game, Schede PG, Ambientazione in All'avventura nel Fállon...Secondo me si può anche procedere col cambio di scena… gli altri tutti presenti?
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TdS
Ok.. visto!! Devo ammettere che nella mia testa era sempre stato molto diverso eheh Ora manca solo Darius a cui dare un volto se non sbaglio!! @Voignar In ogni caso… nel pomeriggio non avete lezioni… quindi finita la mensa potete effettivamente fare quello che volete… Fatemi sapere già qua le vostre intenzioni per la giornata magari… giusto da capire come organizzarci per gli eventuali sbalzi temporali o cambi di scena.
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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Ghal Maraz Nathan Clark Nathan... Nella confusione della tua mente, solo una voce reale riesce a fare breccia. E' quella di Orion... La percepisci... Ti ci focalizzi... E' come se fosse una corda tesa verso di te... Verso Nathaniel... E l'afferri... Orion è uno odioso pieno di sè... Lo sai benissimo... Eppure, in questo momento sentire la sua presenza forte vicino riesce a mantenerti lucido quel tanto per non farti perdere nuovamente nel Bosco. Parla di andare in infermeria.. Non vuoi... "Nooooo... Non ne hai bisogno... Il Bosco.. vieni nel Bosco!" la voce beffarda nella tua mente ti invita a fare tutt'altro "Uccidi... uccidi quel maledetto spergiuro!! Uccidilo!!!" Eppure, Nathan riesce a rimanere aggrappato a quel tenue filo... Orion sa quello che fa... Orion sa quello che è giusto... Orion forse sospetta qualcosa?!?!Forse.. forse meglio seguire il suo consiglio... Per non dargli altri motivi per sospettare... Gli fai un cenno d'assenso col capo... Senti della mani amiche posarsi sulle tua spalle... Sono quelle di Alice... Poi di nuovo il tempo rallenta per qualche istante... Quando torni in te sei già nel corridoio... fuori dalla mensa... @Ghal Maraz @Voignar Darius e Nathan - verso l'infermeria «Nathan, non ti preoccupare… Cerca di respirare a fondo. Ci sono io con te.» La voce di Alice è dolce, rassicurante, anche se tradisce una nota sottile di paura. Si unisce a quella di Darius, in un coro sommesso di conforto e presenza. Attraversate i corridoi della scuola, diretti verso l’infermeria. Ogni passo sembra portare un piccolo sollievo. Nathan, il respiro inizia a farsi più regolare, il cuore rallenta. Le voci che prima ti rimbombavano nella mente ora si allontanano, come nebbia che si dissolve. Darius, lo senti chiaramente: il peso del suo corpo sulla tua spalla si alleggerisce, i suoi muscoli smettono pian piano di essere tesi come corde tirate. Lo sguardo di Nathan, ancora un po’ confuso, sta perdendo quel riflesso innaturale. Il rosso nei suoi occhi si sta attenuando. Sta tornando in sé. Quando raggiungete l’infermeria, è quasi del tutto lucido. La porta si apre all’improvviso. Vi trovate davanti la signorina Morris, l’infermiera della scuola. Una scia di profumo dolce vi sfiora, come un vento gentile. Il suo sorriso è morbido, gentile, e gli occhi azzurri si socchiudono in modo premuroso. «Oh… ragazzi. Stavo giusto uscendo!» esclama, poi, notando le vostre espressioni e intuendo che qualcosa non va, il suo volto si fa più serio. «È successo qualcosa? Qualcuno non si sente bene?» Alice prende subito la parola, visibilmente agitata. «Nathan… signorina Helen… non si è sentito bene. In mensa. Abbiamo pensato fosse meglio portarlo qui.» La donna annuisce comprensiva, lasciandovi passare con un gesto accogliente della mano. «Avete fatto bene. Venite, su… Nathan, accomodati. Ora ci penso io.» @TheBaddus Scarlett Bloomblight Quando finalmente riesci a tornare a parlare con Emily, noti che il suo sguardo è fisso sul tavolo dei tuoi compagni di classe. C’è un velo di apprensione nei suoi occhi. Segui la direzione del suo sguardo… è puntato su Tyler. Ti giri appena, giusto il necessario per vedere che il ragazzo è rimasto profondamente scosso dalla discussione appena avvenuta. Alla tua voce, Emily si volta verso di te come se venisse strappata via da pensieri profondi e ingombranti. «Oh… dicevi per stasera?» chiede, come se stesse tornando a mettere a fuoco la realtà. Rimane in silenzio per un momento, valutando. «Sì, penso si possa fare… anche se non è niente di che. Solo una sensazione che ho avuto…» Mentre parla, però, a metà frase distoglie lo sguardo da te. I suoi occhi si spostano, seguendo qualcuno in movimento. Ti volti per capire cosa la stia distraendo: è ancora Tyler. Si è alzato e ora si sta dirigendo verso il tavolo di Cory Edwards. Lo vedi puntargli un dito contro e dirgli qualcosa, ma nella confusione che è tornata a riempire la mensa, non riesci a capire di cosa si tratti. Poi, senza attendere risposta, Tyler si gira e si allontana, uscendo dalla sala. Cory resta un attimo in silenzio, poi si volta verso Tanaka e gli altri della sua cricca, e ridacchia, divertito. «Nathan ha già fin troppo aiuto per quello che si merita…» commenta improvvisamente Emily, con un tono affilato, quasi gelido. Poi si alza di scatto. «Vado a parlare con Ty.» Fa un passo, poi si ferma e si volta verso di te. «Vieni anche tu?» Nel suo sguardo non c’è pressione, solo una richiesta sincera... Come a voler capire da che parte stai... @Theraimbownerd Orion Kykero Fai fatica a trovare subito le parole. Persino tu, che di solito hai sempre tutto sotto controllo. La sfuriata di Nathan ti ha colto alla sprovvista… ma non puoi permettere che si veda. Tu sei la “Regina” della scuola. Questo è il tuo regno, e se qualcuno vacilla… tu puoi approfittarne per brillare ancora di più. Quando finalmente parli, la tua voce esce sicura, limpida, con un’autorità che non ha bisogno di essere urlata. Un tono che richiama l’attenzione e impone ascolto. Nathan, ancora scosso, quasi come se stesse riemergendo da un sogno agitato, si volta verso di te. Ti guarda. Le tue parole lo raggiungono, lo trattengono, come se lo avvolgessero in un filo invisibile. Alla fine annuisce, lentamente. «Grazie, Orion. Ci penso io, ora.» Alice ti rivolge un cenno del capo, con gli occhi abbassati. Un gesto che sa di rispetto. Di riconoscenza. Poi si avvicina a Nathan insieme a Darius, lo prende con delicatezza sotto braccio, e insieme lo accompagnano fuori dalla mensa. Rimane il silenzio. Per un istante, il tempo sembra sospeso. Poi, piano piano, il brusio torna a diffondersi intorno a voi. Ognuno riprende a farsi i fatti propri, come se nulla fosse successo. «Beh… io ho decisamente bisogno di fumarmi qualcosa!» La voce di Max rompe la tensione come una lama sottile. Il suo tono è volutamente disinvolto, ma il sorriso nervoso lo tradisce. Si alza, raccoglie le sue cose e se ne va, diretto all’uscita. Ben resta seduto, il capo chino, visibilmente dispiaciuto. Sasha, invece, è tornata a essere Sasha: si risiede senza un’espressione definita e riprende a mangiare come se non fosse successo nulla. Tyler solleva lo sguardo, lo incrocia per un istante col tuo. C’è smarrimento nei suoi occhi. Poi lo abbassa subito. È chiaro quanto sia avvilito. «Scusatemi, ragazzi…» dice all’improvviso, alzandosi. «Ci vediamo domani.» La sua voce è flebile, quasi stanca. Raccoglie le sue cose in silenzio e si allontana. Juno fa per seguirlo, ma Diana le trattiene il polso con delicatezza, scuotendo appena la testa. Lo osservi mentre si dirige verso il tavolo di Cory Edwards. Lo vedi puntargli un dito contro, dire qualcosa. Ma la confusione ritornata in mensa ti impedisce di capire le parole. Non aspetta risposta: si volta e se ne va. Cory rimane fermo per un attimo, poi si gira verso gli altri della sua cricca e scoppia in una risatina compiaciuta. Tu e le tue sorelle tornate al vostro tavolo. Juno fissa la porta da cui Tyler è appena uscito, con uno sguardo assorto, pensieroso. Diana invece sembra sollevata dal ritorno alla normalità. O almeno a ciò che per voi lo è. «Bene…» dice, incrociando le dita davanti a sé. «Quindi questa festa? Quando vogliamo farla?» La sua voce è briosa, quasi allegra. Come se tutto il resto fosse già archiviato. @SNESferatu Ana Rivero Tu ed Eliza assistete in silenzio all'intera sfuriata di Nathan contro Tyler. Nessuna delle due dice nulla, limitandovi a osservare la scena che si consuma come una bomba emotiva esplosa nel cuore della mensa. Quando finalmente il ragazzo viene calmato e accompagnato fuori, ti volti verso Eliza. Lei fa spallucce con nonchalance, riprendendo tranquillamente a mangiare il suo pranzo. «A quanto pare Nathan la pensa come te!» commenta con una risatina, mentre con l’indice disegna piccoli cerchi accanto alla tempia, come a dire "Fuori di testa anche lui, eh?" Il gesto potrebbe sembrare crudele, ma in lei non cogli alcuna cattiveria né il gusto di ferire: è solo sincerità brutale, detta con il tono tagliente ma neutro che ormai cominci a riconoscere. «Un po’ mi dispiace per Tyler, però…» aggiunge dopo un momento, abbassando appena lo sguardo verso il capitano della squadra di football. I suoi occhi lo seguono per qualche istante. Non c’è desiderio né giudizio in quello sguardo. Solo… un vago senso di dispiacere. Poi si volta di nuovo verso di te, scrollando via l’istante di empatia come polvere dalle spalle. «Comunque… tornando a prima.» Si pulisce le labbra con un tovagliolo, lasciando sul tessuto un’impronta sbiadita del suo rossetto scuro. «Se quello che hai percepito fosse vero, sarebbe una cosa davvero grave... Però non puoi certo lanciarti con accuse così contro uno degli insegnanti... almeno non finché non ne sei completamente sicura.» Dà un’occhiata al telefono e sbarra leggermente gli occhi. «Oh cavolo, è tardissimo!» esclama, alzandosi di scatto. Afferra con un gesto rapido e disordinato il suo zainetto. Fa un passo per andarsene, poi si ferma e si volta verso di te. «Mi ha fatto piacere parlare con te.» Abbozza quello che potresti decifrare come un tentativo di sorriso. «E se mai dovessi aver bisogno… per il coach, o per qualsiasi altra cosa… fammi sapere.» Ti strizza l’occhio con naturalezza, poi si allontana con la stessa calma decisa con cui si era avvicinata. OFF GAME @Theraimbownerd Orion, togli un FILO che hai su Nathan... Lo hai convinto a fare quello che volevi andando in infermeria al posto che fuggire nel bosco. @Ghal Maraz Nathan segna ESPERIENZA perchè ha accettato di fare quello che voleva Orion (dovresti essere a 2px presi in una stessa scena!)
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TdS
@Theraimbownerd orion accompagnerebbe anche lui Nathan in infermeria o lascerebbe il compito alla plebe (Darius e Alice) tornando alle cose davvero importanti (tipo riprendere a organizzare la festa per ripulire la sua reputazione..)?? 🤣🤣 Si si.. Tyler li si è espresso un po’ male effettivamente. Lui è un ragazzo carismatico e sicuro ma è pur sempre un 17enne e lo hai messo alle strette.. in realtà, come ha detto Ben, Tyler non ha mai dato corda ai suoi amici bulli e spesso li ha anche redarguiti a riguardo… con coprire le spalle a Cory intendeva sulla questione del fumo. Comunque mi é piaciuta un sacco come scena! Se fossimo stati in dando 5ed ci sarebbe stata bene una bella ispirazione!
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TdS
Ahahahah.. ma povero tyler.. lo odiate tutti 🤣🤣🤣
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TdS
Decidi tu poi o meno a che distanza era il tuo tavolo dal loro.. la mensa non è grandissima... quindi sicuramente sei a contatto visivo. Sicuramente senti i dialoghi perché è calato il silenzio. Gli occhi li vedi... magari però dalla distanza puoi semplicemente pensare che gli siano rotti dei capillari. Più che disturbo bipolare... sei proprio sull'orlo per entrare nel tuo se oscuro! La voce che senti la ricolleghi all'esperienza del Bosco. Non é malvagia in senso assoluto.. ma é caotica e ti sta spronando a mettere da parte nathan e fare uscire il te fatato. Se é la prima o volta o meno dimmi tu.. da background avrei detto di sì.. Senti un po di bruciore agli occhi, come se fossero gonfi. Qui sentirei anche cosa dice @Ghal Maraz ... nel senso che il fallimento della sua mossa lo ha portato sull'orlo del suo se oscuro... quindi dipende molto da come voleva ruolarsela lui questa scena cruciale per il suo pg. Se per lui è ok, però per me Va benissimo fare che Orion spende la sua influenza su nathan per tenerlo lucido abbastanza per convincerlo ad allontanarsi e calmarsi prima che sia troppo tardi.
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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@SNESferatu Ana Rivero Quando le dici che saresti tu a spaccare la faccia a uno come Edwards, Eliza ti fissa con un sopracciglio alzato, senza smettere di mangiare. Poi, dopo un attimo, scuote la testa con una risatina breve, nasale. «Quindi sei pure strana oltre che snob, eh?» ti risponde, con un tono come se fosse una battuta più che un’accusa, tagliente ma senza cattiveria. Sembra quasi… compiaciuta. Poi, quando invece ti apri a lei sulle sensazioni che hai percepito qualche ora prima col coach, Eliza si fa seria di colpo e smette di mangiare. Lo scherzo, il tono sfrontato di prima… sparisce come polvere nel vento. Ti guarda per qualche secondo senza dire nulla, forse per capire se stai davvero dicendo quello che pensa tu stia dicendo. Poi, lentamente, appoggia la forchetta sul vassoio e si sporge appena verso di te, abbastanza da creare un piccolo spazio di privacy nel caos della mensa. Caos che cessa improvvisamente prima che lei possa aggiungere altro… tutte le voci cessano istantaneamente di parlare… ne resta solo una… quella di Nathan che sta inveendo contro Tyler a qualche tavolo di distanza. Ps. Considera di aver sentito tutto l’ultimo post di Nathan. @TheBaddus Scarlett Bloomblight «Dovrebbe essere venerdì la prossima» ti risponde Jordan con un tono svogliato, mordicchiando una patatina. «Contro la Lincoln High… praticamente un riscaldamento. Quelle non ricevono una palla nemmeno se gli piove in testa.» «Non sottovalutiamole però!» interviene Emily, appoggiando il gomito al tavolo e girandosi verso di loro. «La scorsa stagione ci hanno comunque dato filo da torcere, almeno nei primi due set. Se entriamo in campo pensando di aver già vinto, rischiamo di fare figure di merda.» Kathlyn ridacchia mentre beve un sorso di Coca Cola. «Molto improbabile che succeda, Emily!» «E comunque se la partita è davvero così facile, allora mi metto pure lo smalto fluo per farmi notare.» aggiunge Micha. «Con quel colore ti scambieranno per un cartello stradale» la punzecchia Kathlyn, e le risate fra loro tre iniziano a diventare più sciolte, leggere, come se l’intera questione “Cory Edwards” fosse già lontana anni luce. Emily ride anche lei, apparentemente rilassata. Ti osserva solo di tanto in tanto, come per assicurarsi che tu non ti stia annoiando a sentire questi discorsi da pallavoliste. Mentre parlano, noti che Tanaka entra in mensa e si dirige al tavolo di Cory. Si siede con lui e inizia a parlarci. Cory ridacchia divertito. Appena noti che le tre ragazze si lasciano coinvolgere in una discussione su una compagna di squadra che avrebbe un flirt con un allenatore, ne approfitti. Ti volti verso Emily e le abbassi leggermente la voce, con fare più intimo. Emily si irrigidisce leggermente. Non di colpo, ma abbastanza da farsi notare. I suoi occhi guizzano verso le sue amiche, ancora tutte prese dalla loro chiacchiera. Resta in silenzio per qualche secondo, forse soppesando cosa e quanto dirti davanti a loro. Poi, appena socchiude le labbra per iniziare a parlare, un’esplosione di voce da qualche tavolo più in là interrompe tutto. È Nathan. La sua voce è forte, tesa, carica di rabbia. Tutte al tavolo si voltano di scatto, attirate da quel tono carico d’energia. Emily lo guarda, immobile. Le sue compagne si sporgono a osservare la scena e tu fai altrettanto. Per il momento, la tua conversazione con Emily resta sospesa. Ma il modo in cui lei ha cercato il tuo sguardo, anche solo per un istante, ti lascia intendere che ci sia davvero qualcosa che vuole, o ha bisogno, di raccontarti. Solo… non adesso. Ps. Considera di aver sentito tutto l’ultimo post di Nathan. @Theraimbownerd @Ghal Maraz @Voignar Darius - Orion - Nathan (prima della sfuriata di Nathan) Darius è il primo a commentare, dando ragione a Tyler. Il ragazzo lo guarda, facendogli un cenno d’assenso come a ringraziarlo del sostegno. Sta per rispondere, quando invece prende parola Orion. Tyler sposta lo sguardo su di lui. “Grazie, Orion.” Il suo tono è sincero, quasi grato. La tensione sulle sue spalle sembra sciogliersi un po’ nel sapere di non essere solo in quella discussione. Poi torna a guardare Darius. “Apprezzo il pensiero, davvero… Ma non credo di aver bisogno di qualcuno che mi faccia da scudo con Cory.” Fa una pausa, alzando gli occhi al cielo come a cercare le parole giuste. “Come ha detto Orion… io lo conosco da una vita. Non abbiamo conti in sospeso. Diciamo che… mi rispetta. Più o meno.” C’è una breve esitazione, ma non spavalderia. Solo una consapevolezza calma, concreta. “Non posso garantirvi che mi ascolterà, ma se c’è qualcuno che può provare a fargli usare il cervello… be’, quello sono io.” Quando poi Darius si rivolge a Sasha, la ragazza sbuffa, soffiando via una ciocca di capelli ribelli da davanti il viso. “Bah… stupidaggini.. ho già fatto a botte più volte con alcuni membri della sua cricca… e sono ancora qua tutta intera a raccontarlo!” La sua frase cade così… nel nulla.. perché improvvisamente qualcosa in Nathan scatta e inizia ad inveire contro Tyler. La sua rabbia cresce sempre più mano a mano che il ragazzo sfoga i suoi sentimenti… la percepite tutti… profonda, spaventosa… TUTTA LA MENSA - Dopo la sfuriata di Nathan Quando Nathan finisce di parlare, si accorge solo allora di essere in piedi. Non ricorda nemmeno di essersi alzato. Ha i pugni serrati, le unghie affondate nei palmi al punto da graffiarsi la pelle. Respira affannosamente, il cuore gli martella nel petto. Tutti al tavolo lo fissano in silenzio. Alice, che fino a quel momento era dietro di lui, ha fatto un passo indietro, come se qualcosa l’avesse spaventata. «Nat?» sussurra piano, quasi senza volerlo, come se stesse cercando di riconoscere il ragazzo davanti a sé. Juno e Diana si scambiano uno sguardo teso, poi cercano istintivamente gli occhi del fratello Orion. Max cerca di rompere la tensione, ma la voce gli esce esitante, poco convincente: «Ehi, fratello… ok, forse ti serve una bella boccata d’aria.» Sasha, per una volta, resta in silenzio. Le sopracciglia alzate rivelano la sorpresa, forse anche un pizzico di preoccupazione. Non si aspettava questo scatto. Tyler rimane immobile. È rimasto seduto per tutto il tempo, le braccia incrociate, il viso teso. Ha incassato ogni parola come un colpo diretto al petto. Per una volta, nemmeno lui riesce a trovare subito le parole giuste. Il suo solito carisma, quella sicurezza che lo rende il leader naturale del gruppo, sembra incrinarsi sotto il peso della rabbia di Nathan. Poi, inaspettatamente, è Ben a parlare. La sua voce è tremante, quasi sottile, ma decisa nel voler intervenire. «Non… non c’è bisogno che litighiate per colpa mia.» Si sistema gli occhiali con un gesto nervoso. «Voi siete miei amici. Tutti… Ne…Nessuno di voi mi ha mai fatto del male o preso in giro.» Fa una pausa, e i suoi occhi passano principalmente su Darius, Sasha, Tyler… (evita di guardare invece Orion) e infine si fermano su Nathan. «Grazie per avermi difeso Nathan, davvero… Ma non devi prendertela con Tyler. Lui… lui mi ha sempre aiutato. È stato dalla mia parte più volte di quante io riesca a ricordare. Lui non è come…» «No, Ben. Lascia stare.» Lo interrompe Tyler, la voce incrinata, carica di dispiacere. «Nathan ha ragione… Su molte cose.» Le sue parole scivolano nel silenzio che è tornato a regnare nella mensa. Tutti i presenti si sono zittiti di nuovo, attratti dalla scena al tavolo come da un magnete. Il nervosismo è palpabile, ma c’è anche qualcosa di più… qualcosa di irreversibile. Max rompe il silenzio un’ultima volta, stavolta con voce sincera, preoccupata: «Ehi… fratello… tutto ok?» Tutti si voltano verso Nathan. I suoi occhi. Qualcosa sta cambiando. Il colore sta mutando, impercettibilmente ma in modo evidente: il bianco intorno all’iride si sta arrossando, una venatura viva, quasi pulsante, che si espande piano. Nessuno parla, ma tutti lo vedono. @Ghal Maraz Nathan Clark Senti il cuore batterti forte, hai il fiato corto e a malapena ti sei accorto di esserti alzato in piedi. Senti la pressione delle unghie sui palmi delle tue mani. L’aria intorno a te si fa pesante, quasi irrespirabile… é palpabile, proprio come la tua rabbia. Quando riacquisti un minimo di controllo sollevi gli occhi da Tyler. Tutti ti stanno fissando al tavolo… ma non solo loro… tutti gli occhi della mensa sono fissi su di te… ti osservano giudicanti… confusi… preoccupati… impauriti forse… Senti una risatina beffarda nelle tue orecchie… una risatina che sai istintivamente non essere di questo mondo… “Bravo, Nathaniel! Piccolo impaurito e sperduto Nathaniel… Fatti da parte…” una voce flebile… un sussurro nella tua testa che svanisce con un’altro risolino. Gli sguardi dei presenti si fanno sempre più preoccupati e spaventati. Tutti tranne uno. Dal fondo della stanza, vedi Cory Edwards seduto coi suoi amici. Ti fissa ridacchiando… Ma, forse… Non è questo il momento di restare… senti che stai per perdere il controllo… Tiri di dado Gelare di Nathan su Tyler: 5-1=4 FALLIMENTO NATHAN segna ESPERIENZA
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TdS
Direi che è proprio un gran bel GELARE!! cosa scegli in caso di successo?
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TdG - I sette Segreti
Raven Shadoweye - shadar kai - ladra/ranger Ascolto distrattamente la risposta di Berliak. Nel sottosuolo, quando "lavoravo" per i drow, ho effettuato numerose pattuglie in cui venivano fatti prigionieri... poveri sventurati che probabilmente avrebbero preferito la morte piuttosto che diventare la schiavitù degli elfi oscuri. Conosco fin troppo bene queste procedure che, per me, erano all'ordine del giorno. "Sicuramente Thalissa era altro che voleva sapere... sì.." "Beh... Castel Drago può per caso fornirci anche dei carri con sbarre?" Dico, dando voce ai miei pensieri."Riportare gli eventuali prigionieri in gabbia comporterebbe sicuuuuramente meno rischi!" Aggiungo.