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Dragons´ Lair

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Loki86

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  1. @SNESferatu tendenzialmente stai agendo per risolvere la tua condizione.. e volendo ai potrebbe anche togliere.. però, visto che hai preso la mossa "una tela bianca", tu le condizioni le puoi anche sfruttare per determinare la tua personalità e ottenere un +1 a un tiro... quindi ti chiedo.. preferisci tenerla?
  2. Si.. sto giro le è andata decisamente bene! I tiri giusti al momento giusto
  3. Pensavo giusto anch'io che era un ottimo utilizzo della mossa "guardare nell'abisso"!! 7+2=9 avrai una risposta confusa, ma in parte è un successo. Ci sta velocizzare.. ti faccio già i tiri così sai come ruolare meglio la tua risposta. Mantenere il controllo: 8+2=10 -> fammi pure una domanda sulla situazione e hai un +1 Scagliarsi contro qualcuno: 10-1+1=10 -> successo pieno. Gli fai un danno e lui si blocca il tempo necessario per farti fuggire.
  4. Ahahahah.. ho installato delle microcamere per spiarvi 🤣🤣 Comunque allora ottimo! Sono felice di essere andato nella stessa direzione che stavi pensando tu! Mi sembrava poteva starci a pennello sul tuo pg
  5. @Kalkale vai tranquillo!! Comunque.. gli altri nostri accompagnatori oltre al drow come mi sono sembrati?
  6. A voler essere pignoli.. Raven non può diventare magicamente invisibile.. é solo molto furtiva 😂😂
  7. @Voignar Darius Whitesand Una volta che ti sei accertato che Alice passerà davvero del tempo con Nathan nel pomeriggio… e che quindi il ragazzo non resterà in balia dei possibili giochetti di Scarlett… tiri un sospiro di sollievo. Un rischio in meno da gestire. Annuisci ad Alice, un cenno silenzioso di gratitudine, poi ti allontani. Tornando in mensa, sai già qual è il tuo obiettivo. Devi parlare con Scarlett. Capire fino a che punto si spingerebbe. Capire se ha davvero intenzione di fare qualcosa che arrecherebbe del male a Nathan… o se è solo tutto fumo. La mensa però è quasi deserta. I vassoi sono stati portati via, le luci spente a metà. Alcuni ragazzi sistemano zaini e chiacchierano a bassa voce. Osservi il tavolo dove Scarlett sedeva prima con Emily, ma anche questo ormai é vuoto. Esci in cortile. L’aria è ancora fresca e si respira meglio rispetto alla confusione di dentro. Emily e Tyler sono seduti su una panchina, defilata rispetto al passaggio principale. Parlano ridendo, scambiandosi sorrisi veri. Tyler sembra più tranquillo rispetto a prima. Sta ridendo. Ha ancora quell’ombra negli occhi, ma qualcosa in lui si è sciolto. Li osservi solo per un momento, senza farti notare. Poi guardi l’orologio. Le 14:04 passate. Hai meno di due ore prima di vedere Mei-Lin per studiare. Due ore per trovare Scarlett o fare qualsiasi altra cosa ti venga in mente… @Ghal Maraz Nathan Clark Darius vi saluta con un cenno deciso, poi si allontana in direzione della mensa. Resti solo con Alice, il rumore dei passi che si allontanano si mescola al silenzio sospeso tra voi due. Vi dirigete insieme verso gli armadietti, e lungo il tragitto noti che lei, di tanto in tanto, ti lancia occhiate rapide, quasi furtive. Cerca di non farsi notare, ma non è mai stata brava a dissimulare. Alla fine, quando diventa palese che te ne sei accorto, si decide a parlare. «Mi hai fatto preoccupare prima, Nat, lo sai?» dice con un tono dolce, sistemando una ciocca dei suoi capelli arcobaleno dietro l’orecchio. «Non… non ti avevo mai visto così. Così arrabbiato.» Nel suo sguardo non c’è né paura né giudizio. Solo una preoccupazione autentica, sincera. Quando raggiungete gli armadietti, apre il suo, prende le sue cose, poi si volta di nuovo verso di te. Ti fissa un istante più a lungo. «Sei sicuro di volerci vedere più tardi?» chiede. «Non devi sentirti obbligato, se hai bisogno di stare un po’ tranquillo, davvero…» Quindi, una volta ricevuta la tua risposta (e nel caso dopo esservi messi d’accordo sul dove e quando incontrarvi) ti accarezza piano il volto, un gesto breve ma carico di affetto. Ti regala un mezzo sorriso, si volta e si allontana, lasciandoti, finalmente, da solo. @Theraimbownerd Orion Kykero Al tuo saluto Consuela ti sorride gentile, accennando un cenno con la testa mentre si allontana con discrezione, cambiando stanza. Tua madre invece, seduta al tavolo della cucina con una tazza di tè fumante e l’aria di chi ha appena concluso una lunga conversazione, solleva lo sguardo su di te. Ha lo stesso portamento elegante e composto di sempre, quello che fa sembrare ogni stanza un santuario quando lei è presente. Ti osserva in silenzio per qualche secondo, appoggiando con cura la tazza di tè al suo piattino. L’atmosfera, come sempre in sua presenza, sembra farsi più calma e sospesa, come se anche l’aria si trattenesse in attesa delle sue parole. «Orion» dice infine, il tono sereno ma con quella profondità che ti mette sempre in allerta. «Sono contenta che tu sia rientrato presto oggi. In verità… speravo di parlarti.» Indica la sedia davanti a sé con un gesto misurato. «Durante la preghiera di questa mattina… la Dea mi ha sussurrato… Con immagini poco nitide... Era un monito, come accade di rado.» Abbassa appena lo sguardo sulla tazza fumante, poi lo rialza, posandolo su di te. «Mi è stato mostrato un cuore in bilico. Un cuore giovane, attraversato da un’ombra sottile. Non era male, non ancora. Ma era affascinato… incuriosito. C'era qualcosa che sussurrava da dietro il velo, cercando una crepa in cui insinuarsi.» Fa una pausa, studiando la tua reazione, ma non ti giudica. La sua voce resta calma, persino protettiva. «Lo so che stai attraversando un periodo delicato, pieno di dubbi e domande, e non intendo invadere ciò che scegli di tenere per te. Ma ci sono presenze… forze… che approfittano proprio di questi momenti. Che si nutrono di confusione e solitudine.» Poggia le mani sul tavolo, intrecciando le dita. Poi si ammorbidisce, accennando un mezzo sorriso. «Non è un rimprovero, amore mio. Solo… un invito. E un avvertimento. Se mai sentissi qualcosa che non ti appartiene, qualcosa che ti chiama ma ti fa sentire più vuoto invece che pieno… ti prego, parlane. Con me. Con la Dea.» @TheBaddus Scarlett Bloomblight Cerchi di restare calma. Di mantenere la maschera. Ma dentro sei un vortice in piena: il cuore batte troppo forte, le mani tremano, la voce ti esce a tratti, incerta, incrinata. E lo sai. Lo senti sulla pelle: non stai convincendo nessuno. Nemmeno lui. Il bastardo lo capisce subito. Ti scruta, poi ride. Una risata breve, sporca, divertita. «Pe... pe... persa io?» ti fa il verso, storpiando le parole per prenderti in giro. Poi nota il sangue. Lo sguardo gli si accende di una luce malsana. «Oh… ma guarda un po’. Hai già fatto incazzare qualcun altro oggi? Che bambolina ribelle!» Si avvicina ancora. Troppo. Senti l’odore acre della sua colonia, mescolato a quello di sudore e sigarette. Ti si rivolta lo stomaco. La paura ti paralizza per un istante. Poi reagisci, d’istinto. Con un gesto disperato, gli getti addosso il sangue che ancora hai sulle mani. Mira agli occhi, ma il gesto è maldestro, quasi ridicolo. Provi ad approfittare della sorpresa per sgusciare via, ma non fai in tempo. Ti afferra con forza e ti spinge di nuovo contro il muro del vicolo. Il colpo arriva prima che tu possa realizzarlo. Un lampo nero ti acceca per un istante, un fischio ti esplode nell’orecchio destro. La guancia ti brucia, il labbro ti pulsa e senti il sapore ferroso del sangue in bocca. «Così siamo pari!» ringhia, sputando per terra con disprezzo. Poi senti le sue mani. Fredde. Invadenti. Ti strisciano sotto la maglia, scorrono sulla pelle dello stomaco, risalgono lentamente, con un’intenzione che ti fa gelare il sangue nelle vene. Dice qualcosa. Ridacchia ancora. Tu tremi. Hai paura. Una paura che ti blocca, che ti toglie l’aria. Ma sai che devi fare qualcosa. Ora. Off game Come reazione al fallimento del tiro per fuggire, subisci 1 DANNO. se non lo avessi ancora fatto ricordati di segnare ESPERIENZA. A questo punto direi… Se vuoi fare agire Scarlett in qualche modo per evitare la sua violenza probabilmente si attiveranno nuove mosse che potranno darti la possibilità di fuggire a questo triste destino, ma anche comportare un peggioramento della sua condizione. Se, invece, Scarlett “si arrende” alla cosa andrei con una dissolvenza in nero se sei d’accordo. @SNESferatu Ana Rivero Appena pronunci quel tuo "Yo", Max si volta a guardarti con un sopracciglio alzato. Ti fissa per qualche secondo, lo skateboard sotto una scarpa, il cappuccio della felpa calato appena sulla fronte. Ha quell’espressione perplessa e un po’ divertita che fa ogni volta che sente una cosa fuori posto. «Yo?» ripete, come se stesse assaggiando la parola. Ti squadra dall’alto in basso, ma senza cattiveria. «Ti rendi conto che su di te fa tipo... effetto pelliccia su un cactus?» Uno dei suoi amici ridacchia, l’altro alza le sopracciglia e si scambia un’occhiata complice con lui, come a dire “che ci fa qui con noi una così?”. Studi un attimo l’espressione di Max. Sorprendentemente, in realtà, non sembra che sia ancora arrabbiato. Forse un po’ spiazzato. Ti osserva ancora un istante, poi sospira e si avvicina, abbandonando lo skate sull’erba. Non ti dice subito niente. Ti guarda, poi si gratta la nuca come fa sempre quando è incerto su come iniziare un discorso. «Comunque… non mi aspettavo che venissi.» Il tono non è accusatorio, ma neanche del tutto neutro. «Cioè, oggi… a scuola… sembrava che non ti andasse nemmeno di starmi vicino. E ci sta, eh. Solo che… boh, non pensavo che dopo quella scena… saresti spuntata qui.» Ti fissa, stavolta con uno sguardo un po’ più serio. «Quindi? Che ti ha fatto cambiare idea?» C’è ancora un filo di risentimento sotto la superficie… non troppo, però. Con Max non ce n’è mai troppo. Ma è chiaro che aspetta qualcosa. Anche solo un mezzo gesto che gli dica che non l’hai fatto sentire uno stupido per niente.
  8. Ah.. io lo dico già qua ora!! Poi ovviamente ognuno è liberissimo di agire come è più in linea per il suo personaggio... Da background Raven non tollera la violenza sui bambini... Se dovesse vedere qualcosa del genere... da psicopatica che è... credo proprio che agirebbe di conseguenza! 🤣🤣🤣
  9. Per quanto mi riguarda, Raven dà il meglio di sé quando il nemico é sorpreso… Quindi punterebbe a colpire di nascosto per prima… Se ne parliamo off game.. volendo potrebbe pure camuffare se stessa per attirare un primo gruppo di guardie fuori dall’accampamento.. in modo da iniziare a eliminare velocemente quelle e poi assaltare l’accampamento con ancora meno difensori…
  10. Raven Shadoweye - shadar kai - ladra/ranger All’affermazione di Jane sbuffo, incurvandomi un po’ in avanti con le braccia penzolanti e lo sguardo disinteressato. “Non sono brava a fare prigionieri! No… sono brava ad eliminare…” Penso, scocciata dal fatto di dovermi impegnare a non infliggere colpi mortali. Sono stata sempre addestrata solo a quello. Nella mia vita, se ho combattuto, l’ho sempre fatto per uccidere. Non mi interessa molto fare bella figura col presunto capo della Gilda… non me ne frega nemmeno molto di seguire gli ordini alla lettera da brava soldatina… “No.. noi non siamo un soldatino! Noi siamo una predatriceeee!” Termino il pensiero emettendo una risatina stridula che, per un osservatore esterno, apparirebbe completamente fuori contesto. “Dunque è deciso! Aspettiamo che faccia buio! Pooooi attacchiamo!”
  11. @TheBaddus no, ti direi che il tiro mantenere il controllo serve per provare ad agire nonostante la paura (ed eventualmente guadagnare pure un +1).. Quindi poi per la fuga ti faccio ritirare su fuggire. Fuggire Scarlett: 6-1=5 FALLIMENTO... Quindi segna pure esperienza, ma, purtroppo per Scarlett non riuscirà a fuggire.
  12. Ci sta farlo subito per non allungare troppo la cosa... mantenere il controllo: 7+2=9 -> mantieni il controllo e volendo puoi restare ad affrontare la situazione. Se lo fai il rischio è alto.. potresti farti davvero male... certo.. c'è anche la possibilità di uscirne con un po di fumo gratis e in questo momento ne avresti davvero bisogno...
  13. @Voignar Darius Whitesand Alice ti ascolta in silenzio, lo sguardo fisso da qualche parte tra le mattonelle del corridoio e il vuoto. Quando arrivi alla tua domanda, sospira piano. «In realtà… oggi pomeriggio avevamo già deciso di passare un po’ di tempo insieme» dice, con un tono che cerca di sembrare casuale ma non ci riesce del tutto. Fa una breve pausa, poi abbassa leggermente lo sguardo. «Solo che… ora non so più se sia il caso. Magari preferirà stare tranquillo…» aggiunge, e nella sua voce c’è una punta di esitazione, quasi un velo di delusione che cerca di nascondere ma che non sfugge al tuo orecchio. Proprio in quell’istante, la porta dell’infermeria si apre. Nathan è lì. Ha l’aspetto di sempre, o quasi. I tratti sono rilassati, il colore è tornato sulle guance. Lo sguardo è lucido, presente. Alice si volta di scatto e, nel vederlo, per un attimo il sollievo le addolcisce ogni linea del volto. @Voignar @Ghal Maraz Nathan e Darius Nathan, Alice ti si avvicina d’istinto, con un moto quasi irrefrenabile, come se per un attimo stesse per gettarti le braccia al collo. Ma qualcosa la trattiene… forse la tua espressione ancora un po’ stanca, forse la presenza di Darius al vostro fianco. Si ferma, titubante, a un passo da te. «Sicuro di star bene, ora, Nat?» chiede con voce bassa ma carica di preoccupazione. Ti osserva con attenzione, un’attenzione insolita per lei, che di solito sembra sempre volare altrove con la mente. Poi abbassa brevemente lo sguardo, quasi a cercare le parole. «Se… se più tardi non te la senti di vederci… beh… lo capisco.» Le parole le escono di fretta, quasi temesse di pentirsene subito. Ti guarda per un istante, incrocia i tuoi occhi con i suoi, ma distoglie subito lo sguardo, rifugiandosi in un punto vago del corridoio. È chiaro che ci tiene. Ma è altrettanto chiaro che ha paura di metterti pressione. @Theraimbownerd Orion Kykero Esci dalla scuola accompagnato da Juno e Diana, ma anche le loro chiacchiere… che in altri momenti ti avrebbero strappato un mezzo sorriso o un commento sarcastico… oggi ti scivolano addosso. È come se fosse tutto ovattato, come se la tua mente continuasse a ronzare in sottofondo. Per quanto nessuno ti abbia detto niente direttamente… per quanto nessuno ti abbia rivolto uno sguardo esplicitamente derisorio… quella sensazione resta. Presente. Strisciante. Fastidiosa. Come se ogni risatina soffocata, ogni occhiata di sfuggita, ogni sussurro dietro un banco fosse rivolto a te. A quella dannata foto. Solo quando varchi la soglia esterna della scuola, lasciandoti alle spalle l’edificio, l’eco di tutto questo sembra affievolirsi un po’. James, il vostro autista, è già lì ad aspettarvi, come sempre impeccabile in giacca e cravatta. Apri la portiera, lasciando salire prima le tue sorelle, poi prendi posto sul sedile posteriore e, nel giro di una decina di minuti, le luci ordinate e borghesi del centro di Lilac Hollow lasciano spazio alla quieta eleganza delle ville residenziali. Casa Kykero è lì, in fondo alla curva. Imponente. Un’elegante villa moderna in vetro e pietra chiara, incastonata in un giardino lussureggiante con vialetti curati e siepi scolpite. La piscina, sul retro, riflette il cielo pallido del pomeriggio come uno specchio liquido. James accosta con la solita precisione, le portiere si aprono, e Juno e Diana scendono rapide, ancora immerse nei loro discorsi su outfit, playlist e inviti per la festa. «Ci vediamo dopo!» ti dice Diana, «Non rubarmi il bagno stavolta!» grida Juno. E in pochi istanti spariscono dentro casa, su per la scala che porta al piano superiore. Ti ritrovi solo. Il rumore ovattato dei tuoi passi risuona nell’ampio ingresso, su pavimenti in marmo lucidati alla perfezione. Intravedi la figura di Consuela che si muove silenziosa tra la sala e il corridoio. Quando entra in cucina, la senti parlare con qualcuno e capisci subito che si sta rivolgendo a tua madre, anche se non la vedi. «Signora Kykero, ho finito di risistemare la camera… Posso esserle utile in qualche altro…» interrompe la frase, sentendo il rumore dei passi pesanti delle tue sorelle sulle scale. «Oh.. Credo che le ragazze siano rientrate!» Ti domandi se, nel suo bigottismo cristiano, nel termine “ragazze” fossi incluso pure tu. @SNESferatu Ana Rivero Il parco dove di solito Max si ritrova coi suoi amici non é molto lontano dalla scuola, eppure il tragitto ti sembra eterno. Cammini con la spiacevole sensazione di essere seguita… osservata da occhi maliziosi… occhi che ti vedono solo per il bellissimo e perfetto involucro esterno con il quale sei stata creata. Ti volti più di una volta. Nulla. Nessuno. Solo il fruscio delle foglie mosse da un vento leggero e qualche macchina in lontananza. Eppure la sensazione resta. Incollata alla pelle come un vestito troppo aderente. Quando finalmente intravedi il parchetto, una strana emozione ti attraversa lo stomaco… come un nodo che si scioglie. È sollievo? È così che si chiama, quella cosa che senti in questo momento? Sì… probabilmente sì. E il solo accorgertene ti spiazza. Il parchetto è modesto. Un piccolo angolo di verde strappato all'asfalto: qualche panchina sotto i grossi rami di sempreverdi, un campetto da basket occupato da ragazzi più grandi che giocano rumorosamente, e uno skate park malmesso con qualche rampa arrugginita e graffiti sbiaditi. Max è lì, a suo agio come solo lui sa essere. Scivola sullo skateboard con movimenti rilassati, lanciandosi in qualche trick semplice mentre ride e chiacchiera con due ragazzi seduti sul bordo del marciapiede. Li hai già visti a scuola, ma non sai come si chiamano. Uno è basso, smilzo, con i capelli neri tagliati corti e un giubbotto talmente largo che sembra inghiottirlo. L’altro è un tipo alto, afroamericano, con un’aria placida e lo sguardo sempre un po’ spento. Entrambi stringono tra le dita delle canne già accese. Ridono. Poi Max ti vede. Il suo sguardo si alza, ti riconosce… e per un attimo sembra quasi perdere l’equilibrio, come se la tua presenza lo avesse colto del tutto alla sprovvista. Ma non cade. Recupera subito il controllo, con quell'agilità disinvolta che gli è tipica, e ti guarda solo per un istante. Uno sguardo breve. Forse troppo breve. Poi, senza dire nulla, curva bruscamente con lo skate, dandoti le spalle, e torna verso i suoi amici. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Le voci ti premono nella testa come chiodi incandescenti. Ti rimbombano nel petto, nelle tempie, nella pancia. Ti sussurrano di Tyler. Di quanto meriti di soffrire. Di quanto Emily dovrebbe essere tua, solo tua. Ti spingono, ti strattonano verso di lui. “Adesso, Scarlett. Fallo adesso. È debole. Lei ti guarderà. Capirà. Ti sceglierà.” Ma non lo fai. Ti senti tremare, ma non ti muovi. Non fai un solo passo verso Tyler. Resisti. Non sai neanche come, ma resisti. Ti afferri con unghie e denti al poco buonsenso che ti resta. Ti imponi di distogliere lo sguardo, di chiudere il cuore a quelle parole venefiche che ti divorano dentro. Emily dice qualcosa, ti parla, sì… ma le sue parole ti arrivano attutite, lontane, come se stessero passando attraverso un muro di ovatta e vetro. Non capisci. Fai un passo. Poi un altro. E poi ancora. Ti allontani. Te ne vai. Non corri, ma quasi. Il passo è veloce, teso, come se stessi scappando da un incendio che ti brucia le caviglie. La voce dentro di te non tace. “Torna indietro. Ora. Lei è tua. Solo tua.” Ma tu la ignori. “Emily ti appartiene. Lui te la porterà via. Non farlo succedere.” Stringi i denti. La voce diventa più dura, più crudele, ma tu la respingi. Continui ad allontanarti, attraversando la cancellata della scuola, infilandoti tra le stradine, senza una direzione precisa. Scappi. Non sai quanto tempo passi. Le case diventano più vecchie, più sporche. I muri sono imbrattati, le finestre rotte. Non sei più nel tuo quartiere. Ti ritrovi nella zona malfamata della cittadina, e non sai nemmeno perché. Hai ancora il fiatone quando ti rendi conto di essere entrata in un vicolo. È stretto, sudicio, e puzza di piscio e muffa. Davanti a te, un vecchio claudicante e malconcio sbuca da una porticina con le pupille dilatate e lo sguardo perso. Ha appena fatto qualcosa… o preso qualcosa. Poi senti un rumore alle tue spalle. Un fruscio. Una voce. “Ma guarda chi c’è…” Ti giri di scatto. Un uomo sui trent’anni ti osserva con un ghigno storto e occhi pieni di cattiveria. Capelli lunghi e sudici, peli irsuti sul petto che escono da una maglietta col collo a V, giacca di jeans piena di toppe di gruppi metal. Lo riconosci. Quel bastardo che mesi fa ha provato a metterti le mani addosso durante una trattativa finita male, uno di quei piccoli criminali che si credono re del quartiere. Una feccia nota. Uno spacciatore con legami con una gang locale. “La piccola putta**lla! Non mi aspettavo di rivederti così presto. Ti sei persa, piccola?” Avanza di un passo. “Credevo che fossi più furba. Ma a quanto pare…” Il suo sguardo ti scorre addosso come melma. “…ancora non hai imparato.” Fa un altro passo. “Questa volta non c’è nessuno a salvarti, bambola. E stavolta… stavolta ho tutto il tempo che voglio.” Alle tue spalle, il vicolo si chiude. Nessuna uscita. Nessuna via di fuga immediata. Il suo sorriso si allarga. Malato. “Ti sei messa nei guai, principessa. Ma guarda il lato positivo: ti farò divertire.”
  14. @TheBaddus il tuo tiro di fuga: 8-1=7 -> scegli uno tra: Ti imbatti in qualcosa di peggiore Fai una scenata Lasci qualcosa indietro
  15. Raven Shadoweye - shadar kai - ladra/ranger Alla trasformazione del drow in un'aquila non riesco a trattenere uno sbuffo di disappunto "Questo complica le cose... Maledetto elfo scuro..." Una volta appostata tra le fronde me la prendo calma. Un po per riuscire a studiare al meglio le nostre prede, studiarne i movimenti e assicurarmi che non ci saranno sorprese. Un po per sprecare volutamente un po di tempo... so che la capacità dei druidi di trasformarsi in animali non è eterna... Se Silock fosse costretto a dover tornare in forma umanoide tornando a terra, tornerebbe ad essere un bersaglio più facile. Mi perdo un attimo nell'osservare i bambini... la mia mente vacilla un attimo... si assenta... la mia mano cerca istintivamente il pupazzetto logoro che porto sempre con me.. Quando alla fine torno dal resto del gruppo, giungo con andatura ciondolante e disinvolta. Mi soffermo per un istante ed esibisco un sorriso. "Ci sono una ventina di uomini armati... tre sembrano di più alto grado... sono nelle tende... Poi donne, bambini e uomini non combattenti..." Faccio una breve pausa, come a riprendere fiato. "Sono male organizzati.. Poche risorse... non hanno cibo abbastanza per tutti e anche la legna scarseggia..." Il mio resoconto è scarno, ma preciso. "Io rimango dell'idea di attaccare di notte... Col favore delle tenebre!" Quando lo dico guardo istintivamente verso l'alto, cercando con lo sguardo la sagoma dell'aquila nera che volteggia alta nel cielo. "Uccidiamo le guardie... Catturiamo i comandanti..."
  16. Raven Shadoweye - shadar kai - ladra/ranger Durante il giorno di viaggio non perdo occasione di osservare Silock. Ne osservo il comportamento, ne studio le abitudini. Cerco di notare quanti più dettagli riesco a decifrare. Dal tipo di arma che predilige, a quale sia la sua mano primaria... Persino i momenti in cui tende a rimanere più in disparte. Lo faccio con discrezione, rimanendo il silenzio e standomene sulle mie. Quando finalmente arriviamo in vista del nostro bersaglio il sole è alto nel cielo. La foresta è troppo fitta per addentrarci coi carri, così, optiamo per fermarci e decidere un piano d'azione. All'affermazione di Jane storco il naso.. Non è mia abitudine fare prigionieri... di solito, quando ho una preda, l'obiettivo è quello di eliminarla. "Credo che la cosa migliore sia aspettare che calino le tenebre..." lancio la mia constatazione quasi distrattamente, come se fosse più una considerazione tra me e me. Poi mi volto verso gli altri. "Se volete, però, posso fare un sopralluogo... verificare quante minacce sono presenti... se ci sono punti deboli nelle loro difese..." Dopo un attimo di silenzio aggiungo "Sono abbastanza brava a non farmi notare..." Note @Kalkale durante il viaggio indagherei il più possibile sul drow... nel caso ho percezione +6, investigare +6, intuizione +9 per carpirne le abitudini... se non si fosse capito.. la mia preda principale è lui 🤣🤣
  17. Povero coach... la storia lo sta trasformando in un viscido pervertito!! In realtà nel momento in cui l'avevo creato non doveva essere quello il suo destino 🤣🤣 @SNESferatu in realtà, vista la tensione di Ana, le ho fatto fare un tiro su "mantenere il controllo" per vedere se non cedeva alla tentazione di scappare via.. è uscito 8.. quindi avrei dovuto dirti i pro e i contro del rimanere lì piuttosto che dello scappare e poi potevi scegliere cosa fare.. ma li avevi già analizzati bene tu nel post precedente e mi sembrava chiaro avessi scelto di restare.. quindi ho agito di conseguenza. Invece vi avviso già che questo weekend sono via e difficilmente riuscirò a postare!
  18. @Theraimbownerd Orion Kykero Alla tua rassicurazione, Juno ti rivolge un sorriso soddisfatto e annuisce con entusiasmo. Da quel momento sembra davvero più concentrata sull’organizzazione della festa… a parte un momento in cui la noti trafficare con lo smartphone, digitando veloce con l’indice, probabilmente su qualche chat o social. Quando invece spieghi a Diana che hai già pensato praticamente a tutto, vedi un piccolo lampo di disappunto attraversarle lo sguardo. Non è nulla di eclatante, ma la conosci bene: adora pianificare eventi, gestire ogni dettaglio e brillare come regista dietro le quinte. Aveva probabilmente sperato di poter essere più coinvolta. Tuttavia, si riprende in fretta, mascherando il tutto con un sorriso compiaciuto. «Sempre sul pezzo, Orion! Ormai potrei dire che sei quasi più in gamba di me nel gestire questi eventi!» commenta con una risatina leggera, ma il tono è sincero. Poi lancia un’occhiata a Juno. «Per chiedere a papà possiamo pensarci noi… Sai com’è, difficilmente ci direbbe di no.» Juno le fa eco con un sorrisino complice, uno di quelli che trasudano consapevolezza: le due gemelle hanno sempre avuto un certo ascendente su vostro padre. Diana torna a guardarti con una certa intensità, come se la posta in gioco fosse alta. «Però lo sai… è mamma che ha l’ultima parola! Con lei ci parli tu?» La speranza nella sua voce è quasi tenera. È chiaro che, nonostante tutto, quel timore reverenziale nei confronti di vostra madre non l'ha mai abbandonata. Nel frattempo, la mensa si è ormai quasi del tutto svuotata. Il rumore è calato, i tavoli si sono diradati e le voci attutite sembrano provenire solo da qualche sparuto gruppo rimasto indietro. Non hai più visto rientrare né Tyler né Alice, e per un momento il pensiero corre involontario a loro. Ti chiedi cosa stiano facendo adesso il tuo “rivale” e la tua amica. Come se avesse percepito il tuo pensiero, Juno si alza improvvisamente in piedi. Si stiracchia con un gesto ampio, quasi teatrale, e per un attimo la felpa si solleva, rivelando il suo addome tonico e piatto, frutto delle ore passate in palestra. «Beh… mi sono rotta di stare in mensa!» sbuffa, poi riabbassa le braccia e ti guarda con uno sguardo che sa di sfida ma anche d’impazienza. «Che facciamo? Andiamo?» @Ghal Maraz Nathan Clark Alla tua risposta vaga, l’infermiera Morris resta in silenzio per un lungo momento. Un silenzio denso, quasi palpabile, mentre ti scruta con attenzione. Non c’è durezza nel suo sguardo, ma una specie di valutazione silenziosa. Il tempo sembra dilatarsi. Resti con lo sguardo basso, il peso dell’attesa ti comprime le spalle, finché, quasi per istinto, alzi gli occhi. E, senza volerlo, il tuo sguardo si sofferma per una frazione di secondo su di lei. La sua camicetta è sbottonata quel tanto che basta da lasciar intravedere, più che mostrare, la curva morbida e tonica del seno. Nulla di esplicito, nulla di volgare… eppure quella femminilità disinvolta ha un impatto. In quel momento capisci il perché tanti ragazzi fanno battute sull’esagerare dei sintomi venire in infermeria… Starà pensando questo ora la gente di te? Gli occhi risalgono subito e incontrano i suoi, azzurri, profondi e attenti. Deve cogliere il tuo disagio, perché il suo viso si ammorbidisce in un sorriso calmo. Ti appoggia una mano leggera sulla spalla, con un gesto che non ha nulla di malizioso, solo una cura genuina. «Tranquillo, Nathan… non volevo metterti in imbarazzo. Volevo solo assicurarmi che non fosse successo qualcosa di più serio.» La sua voce è gentile, priva di giudizio. Poi toglie la mano dalla tua spalla e si allontana qualche passo, tornando al suo tono professionale. «Comunque stai bene, direi. Ho visto che oggi avevate educazione fisica… Probabilmente un po’ di stanchezza, e la discussione in mensa, ti hanno fatto andare un po’ in affanno. Niente di grave.» Si dirige verso la porta dello studio. Ha già la mano sulla maniglia quando si gira di nuovo verso di te, il sorriso tornato sulle labbra, accogliente. «Puoi andare… magari oggi pomeriggio prenditela con calma, d’accordo? Evita altre emozioni forti, se puoi.» Poi apre la porta, tenendola leggermente aperta per te, mentre il suo profumo dolce e discreto si mescola per un attimo all’aria dell’infermeria. Fuori, ad aspettarti, ci sono ancora Darius ed Alice. Non appena ti vede, la ragazza rilassa le spalle e distende i muscoli del viso in un’espressione di sollievo. @Voignar Darius Whitesand Alice si stringe un po’ nelle spalle, appoggiandosi alla parete del corridoio, accanto a te. Sospira, e quando ti risponde, la sua voce è più bassa, come se stesse cercando di nascondere una parte di sé… senza riuscirci davvero. «Lo so che può sembrare esagerato… ma non è solo per oggi. È che Nathan… non è il tipo da esplodere così. Non lo è mai stato.» Fa una breve pausa, stringendo nervosamente il laccetto del suo zaino tra le dita. «È sempre gentile. E calmo. Magari un po’… strano, sì. Ma è il suo bello, no?» La sua voce si incrina un poco sul finale. Non di tristezza, ma di una sincerità che le scappa dalle labbra prima ancora che possa deciderlo davvero. «Quando Cory ha iniziato con lui, ho pensato solo a quanto potesse fargli male… ma è stata la sua reazione a spaventarmi di più. Non l’ho mai visto così. Era come se fosse… un altro.» Scuote la testa, poi si corregge subito, alzando appena gli occhi su di te. «Cioè… no. Non un altro. Ma una parte di lui che non ho mai visto.» Poi si lascia andare a un mezzo sorriso amaro, lo sguardo rivolto verso la porta dell’infermeria. «Spero davvero che stia bene. Che sia solo una giornata storta, una di quelle in cui tutto va fuori asse e poi passa. Perché…» si ferma, come a voler dire di più, ma si limita ad abbassare lo sguardo. «Be’, perché ci tengo.» In quell’istante, la maniglia dell’infermeria si muove. La porta si apre e Nathan compare sulla soglia. Il colorito è tornato normale, lo sguardo è più lucido, la postura più rilassata. È di nuovo lui. O almeno… sembra. Alice lo guarda, e il sollievo che prova è evidente nei suoi occhi, anche se non dice nulla. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Ti fermi a pochi passi da loro. Emily si siede accanto a Tyler, gli appoggia una mano sulla spalla con una naturalezza che ti graffia dentro. Il gesto è così intimo, così spontaneo… come se fosse la cosa più normale del mondo. Come se fosse suo. Li osservi in silenzio. I loro sguardi si incrociano, si tengono. Un filo invisibile li lega, sottile ma evidente. Parlano… ma le parole non ti arrivano, le senti come ovattate, sommerse in una bolla di rumore bianco. Poi qualche frammento filtra… «…non è colpa tua…» «…cerco di fare il meglio per tutti, ma… non basta mai.» «…sei bravo, Tyler… sei sempre il primo a metterti in gioco…» «…mi sento solo… a volte troppo.» Ti stringe il petto. Una fitta tagliente e gelida. Vacilli appena, un passo che tentenna. Emily è così concentrata su di lui che non si accorge nemmeno che sei lì. Non sei invisibile. Ma è come se lo fossi. E allora torna. Quella cosa. Quella voce. Profonda, gutturale… non tua. Sembra provenire da non sai quale abisso… da sotto la pelle. Come se fosse sempre stata lì, in attesa. “Non la merita.” “Ti ignora. Ti ha dimenticata.” “Adesso. Colpiscilo. Fallo crollare. EMILY È TUA.” La senti bruciare sotto le costole, serpeggiare lungo la schiena, pulsare nelle tempie. Un’ondata di rabbia e desiderio che ti monta dentro come un’onda nera. E lì davanti a te… Tyler, vulnerabile. Emily, troppo vicina lui. Off game Non ti stai trasformando nel tuo se oscuro.. Non ancora.. però l’Abisso ha deciso di emergere e di farsi sentire.. di fare sentire la sua voce e di provare a manipolarti… in base alla tua reazione direi che col prossimo giro di post si potrebbero attivare diverse mosse.. mantenere il controllo, scagliarsi contro qualcuno, fuggire.. o anche guardare nell’abisso se provi a sondare questa conversazione interiore.. 🤣🤣 @SNESferatu Ana Rivero Rimani ferma. Non ti muovi nemmeno di un centimetro. Ogni fibra del tuo corpo vorrebbe farlo… correre via, scomparire. Ma c’è un’altra parte di te che rifiuta di scappare. Quella che, per quanto fragile o stanca, non vuole cedere. La senti crescere dentro quella tensione. Ti entra negli occhi prima ancora che nel corpo: il Coach sta arrivando. Lo vedi oltrepassare il cancello della scuola, passo lento, controllato, come se nulla potesse davvero scuoterlo. Eppure… non ti sfugge quella rapida occhiata alle tue gambe. Una frazione di secondo. Ma l’hai vista. Quella misura sottile, quel silenzioso soppesare. Poi la sua voce: "Rivero." È neutra solo in apparenza. «Ricordati che aspetto la documentazione su quella tua… interessante condizione.» Fa una piccola pausa, inclinando appena il capo. «Sai, quella per cui… non sudi. Ho chiesto alla signorina Morris e… Non ne sapeva nulla nemmeno lei… Strano…» C’è qualcosa nel suo tono, nel modo in cui pronuncia le parole. Non è esplicitamente scorretto. Non dice niente che tu possa “davvero” contestare. Eppure, ogni sillaba ti scivola addosso come una carezza sbagliata. Come farai a procurartela, quella documentazione? Nemmeno lo sai. Hai inventato. Come tante volte. Ma adesso… il gioco ti si sta stringendo intorno. «Non voglio trattenerti oltre.» aggiunge infine, con un mezzo sorriso. E ti lascia andare. Così, semplicemente. Fai qualche passo nella direzione per raggiungere il parchetto. Il fiato è sospeso, come se non potessi ancora permetterti di respirare davvero. Ti volti appena, una rapida occhiata alle spalle, per istinto più che per scelta. Lui è ancora lì. Fermo. Ti guarda. Lo sguardo è malizioso, ma contenuto. Come se si divertisse a restare sempre appena sotto la soglia del sospetto. Appena prima del lecito. Ti abbozza un sorriso, lento, curvo. Poi si gira… …e si allontana. Nella stessa direzione in cui poco prima hai visto sparire Eliza.
  19. Ma povero tyler.. se esce con juno si incazza orion.. se esce con emkly si incazza Scarlett... se esce con eliza si incazza ana.. 🤣🤣🤣
  20. @Voignar @Ghal Maraz Darius e Nathan - scena infermeria La signorina Morris osserva Nathan con attenzione e poi rivolge uno sguardo colmo di gratitudine ad Alice e Darius. «Avete fatto bene a portarlo qui, davvero. Vi ringrazio.» Accenna un sorriso gentile, poi si fa da parte per lasciar entrare Nathan. «Clark, vieni… Accomodati pure. Facciamo un controllo veloce, così ci assicuriamo che tutto sia in ordine.» Mentre accompagna Nathan all’interno del suo studio, richiude la porta alle loro spalle con delicatezza, lasciando Alice e Darius fuori. @Voignar Darius Whitesand Rimani in piedi accanto ad Alice, appena fuori dall’infermeria. La ragazza lascia scivolare lentamente la schiena contro la parete, poi sospira piano, cercando di sciogliere la tensione che la pervade. I suoi occhi, però, sono ancora fissi sulla porta chiusa davanti a voi. «Che giornata…» dice, con un mezzo sorriso incerto. Poi si volta verso di te. «Non so nemmeno bene che cosa sia successo a Nathan, ma… non l’ho mai visto così. Mai.» Fa una breve pausa, poi abbassa lo sguardo. C’è qualcosa di profondo nei suoi occhi, una preoccupazione che va ben oltre la semplice amicizia. «Pensi che starà bene?» ti chiede infine, cercando conforto nel tuo parere. @Ghal Maraz Nathan Clark La signorina Morris ti accompagna con delicatezza fino alla poltroncina vicino al lettino dell’infermeria. C’è una leggera fragranza di lavanda nell’aria, mescolata a quel profumo dolciastro che porta con sé. Ti sorride con naturalezza, mentre prende uno stetoscopio e il misuratore di pressione. «Tranquillo, non dovrebbe essere nulla di grave, ma facciamo lo stesso un controllo veloce…» dice, con tono calmo e rassicurante. Ti misura la pressione, poi ti fa segno di alzare il mento per osservarti meglio gli occhi. La luce della lampadina tascabile ti colpisce brevemente le pupille. Poggia lo stetoscopio sul tuo petto, prima sul cuore e poi sulla schiena, chiedendoti di fare qualche respiro profondo. «Mm, pupille un po’ dilatate… Ma niente di preoccupante. Pressione leggermente alta, battito un po’ accelerato…» Annota tutti i dati su una cartellina, poi torna a guardarti. «Clark… Cos’è successo esattamente in mensa?» Il suo sguardo non è giudicante, ma premuroso. Ti sta dando spazio per parlare, se vuoi. «Sappi solo che se hai bisogno… posso anche solo ascoltare. Nessun obbligo…» @TheBaddus Scarlett Bloomblight Emily ti guarda e scuote la testa con un sorriso appena accennato. «No no, tranquilla... stasera va benissimo fare quattro passi. Anche perché oggi pomeriggio ho allenamento, quindi più tardi non potrei proprio.» Quando vi alzate, le sue tre amiche vi salutano con gentilezza e qualche battutina leggera. Rispondi con un cenno e segui Emily fuori dalla mensa, imboccando il corridoio. Per un po’ camminate in silenzio, poi è lei a parlare per prima, il tono basso, come se non volesse che qualcuno vi sentisse. «Mi dispiace un sacco per Tyler…» sospira, le mani strette attorno alla tracolla della borsa. «Nathan oggi è stato davvero un cafone con lui. Non si meritava una risposta così davanti a tutti.» La voce di Emily non è arrabbiata. È ferma, sincera, quasi addolorata. «Ty cerca sempre di fare la cosa giusta. Con tutti. Non è perfetto, ovvio, e magari ogni tanto si perde qualcosa per strada... Ma ci mette tutto sé stesso in quello che fa. Sempre.» Fa una pausa. Ti guarda di lato, ma solo per un istante. «Pochi vedono davvero quanto lavora. Quanto si impegna. Io invece lo so. Lo vedo. E quando uno come Nathan lo attacca così, fa male. Perché è ingiusto.» Alla fine raggiungete il cortile esterno. L’aria è più fresca lì fuori, e tra gli alberi e i muretti riconosci subito la zona dove avevi incontrato Tanaka poco tempo prima. Tyler è lì, seduto su una panchina con le spalle leggermente curve. Ha lo sguardo basso, perso nel vuoto, e la mascella contratta. Il suo volto è un misto di delusione e rabbia… @Theraimbownerd Orion Kykero Quando lasci cadere la frase sulla festa con quell’intonazione volutamente non discreta, con la coda dell’occhio noti subito qualche testa voltarsi ai tavoli vicini. Alcuni ragazzi e ragazze ti lanciano occhiate curiose, come se improvvisamente ti avessero riscoperto interessante. Ma subito dopo cogli anche delle risatine soffocate… brevi, appena percettibili. Non riesci a capire bene a chi o a cosa siano rivolte. Magari stanno ridendo di tutt’altro… eppure il pensiero che possa c’entrare quella dannata foto su Blabber ti si pianta addosso come un chiodo freddo. Per un attimo la mascella ti si irrigidisce, ma poi ti siedi con le tue sorelle, cercando di non darci peso. Riprendete a pranzare, anche se l’atmosfera è ancora leggermente tesa dopo la scenata di Nathan. Juno scuote la testa appena nota Emily e Scarlett uscire correndo, probabilmente, dietro a Tyler. «Ma guarda un po’ quella lì… subito dietro al mio Ty», sbotta, stizzita a bassa voce. Diana però la interrompe con prontezza, senza neppure guardarla. «Ok, lasciamo perdere per favore... Torniamo alle cose importanti.» Si gira verso di te con uno dei suoi sorrisi smorzati. «Allora, hai già un’idea di quante persone vorresti invitare? Solo quelli della nostra scuola o anche qualcuno da fuori?» Intanto sfoglia il suo taccuino, sempre presente. «Ci serve una location… Sempre se non vogliamo fare da noi… poi musica, qualcosa da bere… ovvio… e poi dovremo pensare anche ai contenuti “per Blabber”… Sai com’è, se vogliamo che se ne parli. Ah…» alza lo sguardo mentre prende un morso di mela. «Dovremo anche sentire Satya.» dice, strizzando un occhio in segno d’intesa. Pian piano, mentre parlate, ti rendi conto che la mensa si sta svuotando. Gli studenti che hanno finito di mangiare o che non hanno più lezioni escono in piccoli gruppi chiacchierando, alcuni con le cuffie alle orecchie, altri con lo smartphone in mano. @SNESferatu Ana Rivero Vedere Eliza andarsene così, con quella leggera indifferenza, ti lascia un po’ con la bocca asciutta. È una sensazione insolita per te… fastidiosa, quasi ruvida. Per la prima volta, ti ritrovi a pensare che... forse… è così che si potrebbe essere sentito Max stamattina, quando gli hai risposto con distacco e lui ti ha dato della snob. Forse è così che fai sentire gli altri quando ti rifugi dietro quel tuo naturale disinteresse per tutto ciò che è umano, sociale, appiccicoso. Forse quella distanza che coltivi con così tanta cura... pesa più sugli altri di quanto non avresti creduto… Sospiri appena, scuoti il capo. Poi raccogli distrattamente le tue cose dal tavolo e lasci la mensa, senza guardarti troppo attorno. Fuori, il sole ha fatto appena capolino tra le nubi. L’aria è tiepida, l’ora di scuola ormai alle spalle. Raggiungi il cortile. In un angolo, Emily e Scarlett stanno parlando con Tyler. Li riconosci al volo, anche se non riesci a cogliere bene le loro espressioni da quella distanza. Non ti fermi. I tuoi occhi si muovono… Eliza è molto più avanti. Sta già oltrepassando il cancello della scuola, il passo svelto, deciso, come chi ha una meta precisa e non ha tempo per voltarsi indietro. Svolta a destra, con lo zaino che le pende da una spalla, e sparisce dietro l’angolo degli alberi. Arrivi anche tu al cancello. Ti fermi. Ti volti un attimo, seguendo con lo sguardo la direzione dove è sparita. Poi guardi alla tua sinistra. Da quella parte, la strada curva verso il parchetto. Lo stesso dove Max ti aveva proposto di incontrarvi. Ti volti a dare un’ultima occhiata alla scuola alle tue spalle… una cosa che forse, col senno di poi, avresti fatto meglio a non fare. A una ventina di metri da te, in direzione del campo sportivo, vedi il coach Moss. Sta camminando con un plico di fogli sotto braccio e le mani in tasca. Quando ti nota, ti fa un cenno, come a voler richiamare la tua attenzione.
  21. No no.. ormai me la sono legata al dito che mi hai accusato di plagio!!! Mi vendichero' su Scarlett facendole capitare un sacco di casini e disgrazie in game!!! Ah già... quella è la normale agenda di un master di cuori di mostro!!! Allora avrà una lunga vita noiosa e in cui non capiterà mai nulla!! 🤣🤣
  22. Beh si.. il format del png è quello.. compagna atletica della squadra di pallavolo.. poi non ricordo benissimo come fosse caratterizzata Alexaa e probabilmente emily in qualcosa si discostera' da lei.. ma comunque lo "stereotipo" di partenza è quello.. Come Sasha parte con lo stesso format di violet (mi sembra si chiamasse così il png della prima campagna che avevamo giocato).
  23. Ahahahah.. la seconda e ultima ispirazione ai miei vecchi pg... anche perché ho giocato solo quelli.. il resto dei compagni invece vanno un po a ricalcare i vari stereotipi di giovani studenti.. ma approfondire e colorare poi in base a quanto ci interagite!
  24. Si si.. diciamo che è liberamente ispirata al mio vecchio pg di Olivia.. beccato 🤣🤣 Dovendo gestire molti png su alcuni ho deciso di andare sul semplice.. cosi li so gestire meglio. Però chissà se anche Eliza sarà un ghoul oppure no eheh
  25. Scusate.. ieri è stata una giornata piena... tra oggi pomeriggio o al massimo domani mattina mando avanti! Eh.. Eliza ha un carattere particolare.. se volevi comprensione e ascolto dovevi andare da Emily! 🤣🤣

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