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Dragons´ Lair

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Loki86

Circolo degli Antichi
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  1. Ho creato una stanza Liliac Hallow.. provate a entrare e controllate se si vede il mio tiri di prova.. provate magari a farli anche voi.
  2. @TheBaddus ahahahah... sono quei casi in cui una parte di te spera di fare un bel tiro di dadi e che scarlett riesca a scappare e l'altra che invece spera di fallire per vedere cosa succede. 🤣🤣 Te lo farei quasi tirare a te il dado ahah.. Più in generale.. se conoscete un metodo per farvi tirare a voi i dadi online in modo da essere sicuri che poi si condivida il risultato del primo tentativo di tiro ditemi pure eheh
  3. @Voignar Darius Whitesand - dalla cappella all’infermeria Ti chini su suor Margareth, ma appena le tue dita sfiorano la sua veste intrisa di sangue, il suo sguardo si spalanca. Gli occhi, pieni di terrore, ti attraversano come lame sottili. «Demonio… demone!» mormora, quasi un sussurro spezzato dal tremito. Poi lo grida. Lo grida di nuovo. Ogni volta più forte. La sua voce rimbalza sulle pareti della cappella vuota, mischiandosi al ronzio delle candele e al tuo respiro corto. Quando provi a sollevarla, un urlo acuto ti inchioda sul posto… il suono secco di qualcosa che si muove dove non dovrebbe. La gamba. Spezzata. Ti rendi conto troppo tardi che non dovresti toccarla. Il panico ti stringe lo stomaco. Farfugli parole che non senti nemmeno, poi ti alzi di scatto e corri. Lasci la cappella dietro di te… il suo odore di incenso e sangue che ti segue come un fantasma. I lamenti della suora si fanno più lontani, ma non spariscono. Ti restano nelle orecchie. I corridoi sono deserti. Le luci al neon tremolano come se anche loro avessero paura. L’orario delle lezioni è finito da un pezzo; l’edificio ha quell’eco sospesa e irreale che ha la scuola dopo il tramonto. Quando raggiungi la porta dell’infermeria, è chiusa. Batti i pugni contro il legno, una, due, tre volte… sempre più forte. «Signorina Morris!», chiami, quasi implorando. Silenzio. Solo il rumore del tuo cuore che martella alle tempie. Poi, una voce dietro di te. Calma. Quasi gentile. «Ehi, ragazzo… tutto bene? Non dovresti essere qui a quest’ora.» Ti volti di scatto. Il vicepresidente Reed è fermo a pochi metri da te, le mani in tasca, la postura rilassata. I suoi occhiali riflettono la luce artificiale del corridoio, nascondendo lo sguardo. Vedendo il tuo volto, il suo viso si riempie di preoccupazione. @TheBaddus Scarlett Bloomblight - nel bosco col coso Quando il gelo ti prende, lo fa senza preavviso. Un istante prima la pelle bruciava, le vene pulsavano, il mondo si restringeva al ritmo dei vostri respiri. Poi… come se qualcuno avesse spento la luce… ogni calore si ritira da te, lasciandoti vuota, fredda, muta. Tanaka si muove sotto di te, confuso. Ci mette un attimo a capire che qualcosa non va… La sua voce ti raggiunge ovattata: «Scarlett? Tutto bene?» Ma tu non lo senti davvero. I tuoi occhi sono fissi altrove. Un brivido ti scivola lungo la schiena come un filo di ghiaccio. Non è solo paura. È un istinto antico, qualcosa che precede la ragione. Ti paralizza. Ti dice che questa è una cosa che sai di dover temere. “Ma che ca**o é quel coso?!?” Senti gridare Tanaka sotto di te, che probabilmente ora si è voltato seguendo il tuo sguardo. Lo senti agitarsi, provare ad alzarsi; tu ti muovi quasi per riflesso, e in un attimo sei in piedi accanto a lui, tremante, esposta. La creatura ti guarda. Solo te. Il suo dito è sollevato, lungo, ossuto, e ti indica. «Ragazza drago…» Le parole arrivano come un sussurro gutturale, come se non provenissero davvero dalla sua bocca. Tanaka scatta: «Che ca**o vuoi da noi?! Se è uno scherzo del ca**o, vattene! Ci sono anche i miei amici!» Cerca di suonare sicuro, ma la voce tradisce la paura. La creatura avanza di due passi. Le foglie secche si muovono al suo passaggio, la veste si impiglia ai rami, il terreno scricchiola sotto i suoi piedi. È reale. Tangibile. Una creatura terrena… Eppure… non è direttamente lui la fonte del terrore che ti stringe il cuore. Ne sei sicura. C’è altro. Un peso invisibile che grava sull’aria, una presenza che preme dietro le tue tempie, come se stesse guardando attraverso di lui. Un’ombra che parla con la sua voce, ma che non gli appartiene. Off game In poche parole le tue deduzioni sono: il mostro con la testa teschio di cervo è terreno. Il terrore che provi, diverso dalla semplice paura che si può provare nel trovarsi all’improvviso in una situazione simile, deriva però da una presenza differente… da qualcosa che senti di dover temere e di cui la. Frattura col teschio probabilmente è soltanto un tramite. @SNESferatu Ana Rivero - in aula studio Raggiungete l’aula studio senza intoppi, il passo rapido ma controllato, il cuore che ancora non ha deciso se deve calmarsi o continuare a battere forte per l’adrenalina. L’ambiente è saturo del ronzio sommesso dei neon e del fruscio di pagine sfogliate: la normalità dopo il rischio. Qualche testa si solleva all’ingresso — sguardi rapidi, curiosi, che svaniscono subito. Mei-Lin, nascosta dietro una torre di libri di matematica, vi fissa per un istante e poi torna a immergersi nel suo ripasso per la verifica di giovedì. Ben disegna in silenzio su un foglio, assorto nel suo mondo. Tyler, invece, vi osserva più a lungo: il suo sguardo si increspa appena quando ti vede accanto a Eliza. Ana la snob, con Eliza la strana… una combinazione che non passa inosservata. Poi si volta di nuovo verso Juno, una delle due sorelle minori di Orion, e riprende a parlarle, ridendo sottovoce. Prendete posto a un tavolo in disparte. «Ok… missione compiuta. Siamo al sicuro!» sussurra Eliza con un sorriso malizioso, ma l’adrenalina le è già scivolata via dal volto. Ti guarda con una luce più quieta negli occhi, in attesa. Riprendi il telefono. Lo schermo si illumina e con lui tornano le immagini. La prima: i segni incisi sul pavimento. «Ok… e le altre?» chiede Eliza, chinandosi verso di te. Scorri con un dito. La foto successiva mostra la bacheca. Zoommi sulla polaroid: tre ragazze in divisa sportiva, sorridenti, gambe lunghe e sinuose bene in vista. Sulla parte bianca sotto la foto, una scritta in rosso sbiadito: “Evelyn, Maya e Clariss. Le migliori del gruppo. Peccato per l’incidente.” E sopra, una data di tre anni fa. Accanto, appuntato con una graffetta, un verbale disciplinare. Sposti l’ingrandimento su quel particolare. Lo stesso nome del coach in fondo, la sua firma tesa e sicura, di fianco a quella dell’allora preside della struttura. “Condotta inappropriata negli spogliatoi dopo l’orario delle attività.” Leggi velocemente… una nota di ammonimento nei confronti del coach per un fatto che coinvolgeva tre studentesse. I nomi riportati coincidono con quelli della foto delle tre ragazze. «Bingo!» esclama Eliza, trattenendo a stento l’eccitazione. «Non è molto, ma direi che basta. Il coach è ufficialmente uno schifoso.» Ma tu non la ascolti del tutto. Il tuo sguardo è inchiodato a un particolare: uno dei nomi, sul verbale, quello di Maya, è stato barrato — un tratto di penna nera, violento, come se qualcuno avesse voluto cancellarlo dal mondo. E poi… lo vedi. Sulla polaroid, accanto alla scritta rossa, quasi nascosto, un piccolo simbolo inciso: lo stesso segno che avevi notato sul foglio nell’ufficio del coach. E sul collo di Darius. @Theraimbownerd Orion Kykero - a casa La porta di casa si chiude alle tue spalle con un clic sommesso. Ti muovi in punta di piedi, il cuore ancora alleggerito da quella strana euforia che ti accompagna dal confronto con Marcus. Ma adesso ogni passo pesa, perché sai bene quanto sia facile disturbare l’equilibrio di quella casa. Tendi le orecchie. Dal piano di sopra arrivano voci, soffuse ma distinte: Juno e Diana, sicuramente. Sbirci nella cucina… il tavolo è in disordine, un piatto lasciato a metà e una candela spenta, cera colata fino al legno. Nessuno. La sala è immersa in una luce bluastra, filtrata dalle tende tirate. Anche lì, vuoto. Ti fermi un istante e inclini la testa verso il seminterrato. Là sotto, dove si trovano le stanze rituali, regna un silenzio totale. Nessun mormorio, nessun odore d’incenso, nessuna traccia di tua madre. Sembra che, per una volta, la fortuna sia davvero dalla tua parte. Ti concedi un respiro e sali le scale. Le voci si fanno più nitide man mano che ti avvicini, finché varchi la soglia della camera condivisa. Diana alza lo sguardo per prima e ti sorride, un lampo genuino che ti fa sentire di nuovo a casa. Juno la imita, ma il suo sorriso è più sottile, trattenuto… la punta di un ghiaccio che non si è ancora sciolto del tutto dopo il vostro piccolo diverbio in mensa. «Missione compiuta?» chiede Diana, appoggiandosi al letto con fare teatrale. «Nessun problema col gorillone decerebrato?» aggiunge, con quel tono sarcastico che solo lei riesce a rendere quasi affettuoso. @Ghal Maraz Nathan Clark - nel bosco, dolorante ma vivo Ti rialzi a fatica. Ogni movimento brucia, ogni respiro è un colpo contro le costole. Hai la bocca impastata di sangue e terra, ma non abbassi lo sguardo. Cory e i suoi tre amici ti circondano. Le loro risate ti rimbombano nelle orecchie, fastidiose come zanzare. Ed è in quel momento che esplodi con la tua invettiva. Quando finisci, il silenzio regna sovrano. Uno di loro, quello con la catena, guarda Cory in attesa di un cenno. Cory inizia a ridere. «Forza, forza… uccidetemi… pseudo killer… aspetta, com’era?? Ah già… mafiosi del ca**o…» ti imita con tono ridicolo, piegato dalle risate. Gli altri lo seguono, divertiti come bambini che giocano a fare i duri. Uno finge uno svenimento: «Fatemi male, sono un duro!» gracchia, poi scoppia a ridere. Poi tutto si ferma. Cory smette di ridere, ti fissa. Il suo sorriso si spegne. «Sei ridicolo!» sputa, e la saliva ti cade ai piedi. Ti punta la mazza sul petto. «Che ti serva da lezione, Clark. Se provi a dire che siamo stati noi, la prossima volta non ci fermiamo.» La sua voce è piatta, decisa. Non sembra una minaccia: è una promessa. Dà un’occhiata agli altri e sorride di nuovo. «Direi che ci siamo divertiti abbastanza. Lasciamo il bimbo sperduto a leccarsi le ferite nel suo boschetto.» Abbassa la mazza, si gira. Gli altri ridono. Uno finge di scattarti addosso, solo per ridere ancora quando ti irrigidisci d’istinto. «Ci vediamo, Clark!» urla Cory, mentre si allontanano tra le foglie. Poi, voltandosi verso gli altri: «Andiamo a recuperare Tanaka! Dovrebbe aver finito con la sua amichetta!» Una risata grossolana dal gruppo, che non ti lascia presagire nulla di buono, poi solo il rumore dei loro passi che svanisce nel bosco. Resti solo. Sarai pur sembrato ridicolo, ma la tua scenata probabilmente ha lasciato il tempo a quei minorati mentali di rendersi conto del limite che stavano superando. Ti accasci contro un tronco, cercando di riprendere fiato. Ti fanno male le costole, le braccia, persino i pensieri. Ma sei ancora in piedi, ne sei uscito vivo!
  4. La domanda "ho idea di cosa sia quella cosa?" La risposta "no!" Ok andiamo avanti!! 🤣🤣🤣 Scherzi a parte.. vedo di darti la risposta nel prossimo post dove analizzerai con freddezza la situazione.. cosi poi potrai rispondere confermando la fuga o cambiando idea in base alle informazioni che riceverai! Questo dipende molto dalla potenza effettiva dei draghi in questa ambientazione! Sicuramente sono esseri molto potenti.. ma non divini.. e, a meno di non essere veramente antichi, hanno anche loro I loro predatori da cui guardarsi!
  5. Ah giusto.. @TheBaddus mi porto avanti... tiro per mantenere il controllo di scarlett: 10+2=12 successo pieno... puoi farmi una domanda sulla situazione! Poi nel caso fammi sapere se il +1 lo vuoi usare subito sul tiro di fuga o no.
  6. Comunque, come sta risultando evidente, oltre a portare avanti tutte le vostre sottotrame personali, io nel mentre sto portando avanti una trama principale che mira a unirvi un po tutte farvi interagire... Non ho un'idea ben delineata in mente, ma solo delle linee guida che poi vado a perfezionare man mano che la storia evolve.. però qualche piccolo indizio qua e là ve lo ho gia lasciato... probabilmente i due personaggi che hanno gia piu elementi sono proprio darius e ana... Sperò che, al di là di tutto, vi stia incuriosendo.
  7. Ah ok... io sono andato in quella direzione perché avevi scelto tu "fai una scenata" in caso di successo parziale.. se vuoi possiamo fonderla un po con l'opzione di Scagliarsi contro qualcuno: imparano qualcosa sulla tua vera natura e guadagnano un Filo su di te... oppure puoi cambiare e scegliere "lasci indietro qualcosa" o "finisci in un posto peggiore"... nel caso poi edito il messaggio.
  8. Si si, non ti preoccupare.. io butto lì cose.. poi sta a voi decidere se dargli importanza oppure no!
  9. Spero di avercene messo abbastanza di pepe eheh
  10. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Il calore tra voi cresce, si mescola al vapore dei respiri che si intrecciano. Le mani di Tanaka scivolano sulle tue braccia, sui tuoi fianchi, come se cercassero un appiglio dentro quel fuoco che tu stessa hai acceso. Ogni movimento, ogni contatto, sembra vibrare di qualcosa di più profondo e incontrollabile. Lui ti guarda, rapito, e nei suoi occhi leggi stupore e desiderio insieme. «Tu… sei bollente!» mormora, quasi tra sé, come se non sapesse se godere o spaventarsi. Ma il pensiero svanisce subito, inghiottito dalla foga, dal ritmo che scandisce il momento, dal calore che avvolge tutto. Ti senti viva, potente, in controllo… eppure improvvisamente qualcosa cambia. Il calore che fino a un attimo prima ti scaldava la pelle e la pancia ora si sposta, sale, ti stringe la testa in una morsa. La voce dentro di te torna, profonda, distante, come provenisse da dietro una parete di vetro. «Attenta…» La parole suona come un avvertimento, un sussurro nella mente, né ostile né gentile. Ti immobilizzi per un istante, il respiro sospeso, e il mondo intorno sembra rallentare. Ti stacchi dallo sguardo di Tanaka e alzi gli occhi verso il bosco. Il cuore ti salta in gola. Tra due alberi, appena oltre il cerchio delle foglie, qualcosa ti osserva. Una figura alta, emaciata, avvolta in un mantello logoro che si muove senza vento. Le mani smunte emergono dalle maniche come artigli, e la testa… quella testa… è un teschio di cervo, le corna enormi e deformi. Ti guarda, eppure i suoi occhi sono due pozzi vuoti. Il silenzio è totale, rotto solo dai battiti del tuo cuore. Poi lentamente alza un braccio, e un dito lungo, nodoso, ti punta contro. Off game Ed ecco attivarsi il “finisci in un posto peggiore” della tua fuga di poco fa!! @Theraimbownerd Orion Kykero Torni a casa con il passo leggero, quasi saltellante, il cuore gonfio di una soddisfazione che non provavi da tempo. Ogni volta che ripensi a mi ha chiamato al maschile ti sale un calore piacevole allo stomaco, come se quella semplice parola avesse finalmente messo qualcosa al suo posto dentro di te. Il sole comincia a scendere, colorando la strada di arancio e rame. C’è una brezza lieve, e mentre imbocchi il viale di casa tua noti qualcuno camminare sul lato opposto della strada. Lo osservi istintivamente… Non lo conosci e non lo hai mai visto prima. È un ragazzo… o almeno, così ti sembra… con lineamenti sottili e un portamento che ha qualcosa di… magnetico. I capelli chiari, quasi biondo cenere, gli scendono in una frangia disordinata sugli occhi; il viso è delicato, ma non fragile, e il modo in cui si muove ha una grazia che cattura lo sguardo. Porta un giubbotto di pelle leggera e cuffie al collo da cui filtra appena un accenno di musica elettronica. Ed è molto bello! Ti fermi senza nemmeno rendertene conto, come se il tempo si fosse contratto attorno a lui. C’è qualcosa nel suo sguardo… uno di quegli sguardi che ti attraversano, che non guardano a te ma dentro di te. E quando i suoi occhi incrociano i tuoi, un piccolo sorriso gli incurva le labbra. È un sorriso calmo, sicuro, inspiegabilmente familiare al tuo modo di essere. Poi passa oltre, senza dire nulla, lasciandoti lì, con il cuore che batte più forte e il cervello che cerca di darsi una spiegazione. Non lo hai mai visto… Ti volti istintivamente a guardarlo di nuovo. Si sta allontanando a passo lento, tenendo le mani in tasca. @SNESferatu Ana Rivero Eliza si volta verso di te, ancora con la schiena appoggiata al muro. Ha il respiro accelerato e gli occhi che brillano d’eccitazione. «Uooh… è stato assurdo!» esclama, ridendo sottovoce. «C’è stato un momento in cui ho creduto davvero che ci sgamasse!» Scuote la testa, ancora carica d’adrenalina. «Sì, ca**o… ne avevo proprio bisogno!» aggiunge poi, quasi parlando a se stessa, mentre torna a guardare il corridoio davanti a sé. Quando accenni alle foto che hai scattato, si piega subito verso di te, curiosa. Il suo viso si avvicina al tuo, tanto che senti i suoi capelli sfiorarti la guancia. «Oh sì, vediamo un po’…» mormora, cercando di sbirciare lo schermo del tuo telefono. «Voglio proprio vedere se c’è qualcosa per incastrare quello str**zo!» Dal tono con cui lo dice, capisci che ti crede davvero. Non ha motivo per farlo in fondo, il coach non le ha mai fatto nulla, e nemmeno a te per ora… è solo una tua ipotesi, una tua sensazione.. alla quale però lei dà importanza. È dalla tua parte. E questa consapevolezza ti dà una strana, calda scossa dentro. Apri la prima foto in galleria, l’ultima che hai scattato: quella delle striature sul pavimento, proprio accanto all’armadietto. È scura, ma i segni si vedono nitidi. Eliza si china ancora di più per guardare meglio, poi inarca un sopracciglio. «Mh… direi che lo sposta spesso, quell’armadietto!» commenta, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Fa una pausa, riflette un attimo, poi aggiunge: «Forse è per questo che lo tiene vuoto.» Si volta di nuovo verso di te, come in attesa di una tua reazione, e i vostri volti restano per un istante pericolosamente vicini. Ti sembra quasi di sentire il suo respiro sul labbro inferiore. Ma po… un rumore improvviso rompe la quiete, ricordandoti che non vi siete allontanate poi così tanto dal luogo del vostro misfatto. Dal corridoio da cui siete venute arriva un suono metallico, seguito da una voce lontana, maschile: «Ma che diavolo…?» È il coach. Poi il cigolio sinistro della porta del suo ufficio che si apre. Eliza sgrana gli occhi, raggelata, e ti afferra per un polso. «Forse è meglio andare altrove!» sussurra concitata. Off game Si si.. ci stava che Ana abbia temporeggiato… io butto gli ami.. se poi volete li cogliete altrimenti no.. la storia va avanti lo stesso! Comunque ora non è che siete nuovamente a rischio di essere scoperte.. non serve un tiro su fuggire nuovo, lo hai già superato anche se con una complicazione per il futuro.. era più che altro per tirare un po’ in lungo la scena in modo da stare più o meno in pari con gli altri. @Ghal Maraz Nathan Clark Zittisci la voce nella tua testa, che in risposta mugugna con tono deluso, quasi piagnucolante: «Non.. non vuoi il mio aiuto?» Sembra quasi triste, ferita. Poi, con un improvviso cambio di tono, torna al solito tono beffardo: «Beh… allora peggio per te!» Una risatina sottile accompagna le sue parole, allontanandosi pian piano, sempre più distante, finché non resta solo silenzio. Ora sei davvero solo. Ti fai forza, serri i denti e scalci via la catena che ti immobilizza la gamba. Nel frattempo, ti arrivano altri calci addosso… colpi duri, rapidi, che ti tolgono il fiato e ti piegano in due. Li senti ridere, quei bas***di. Ridono mentre ti colpiscono. Poi, all’improvviso, i colpi cessano. Senti dei passi che si allontanano, pesanti, decisi. Ti giri appena in tempo per vedere Cory chinarsi a raccogliere la sua mazza. La solleva sopra la testa, il volto deformato da un ghigno di pura rabbia. «Questo è per insegnarti che non si colpisce nelle parti basse!» ringhia. Il colpo parte. Non sai come succeda, ma qualcosa dentro di te scatta. Ti sposti di lato d’istinto, e la mazza impatta a terra a pochi centimetri dal tuo fianco, sollevando terra e foglie. Ti ritrovi boccheggiante, il cuore in gola, stordito e terrorizzato. Poi la senti. Una presenza. La stessa che avevi percepito anche ieri nel bosco. Ma ora è più vicina. Più forte. Una paura diversa ti artiglia lo stomaco, una paura che rende quella per Cory e i suoi calci quasi ridicola. «Lei… lei è qui…» La voce nella tua testa ricompare, ma questa volta non è beffarda. È spaurita. Off game Subisci 1 altro DANNO che diventano in totale 2 Fuggire: 7+2=9 riesci, ma fai la scenata… la lascio fare a te in game. Ho inserito un pretesto per farti dare ancora più di matto… ma vedi tu… Il senso è che comunque Cory e gli altri ovviamente non vogliono ucciderti.. quindi quando ti vedranno fare la scenata, e vedendoti già abbastanza ferito, probabilmente poi ti lasceranno in pace e se ne andranno soddisfatti.. @Voignar Darius Whitesand Agisci d’istinto, con la paura che ti comprime lo stomaco. Allunghi le braccia davanti a te e colpisci la creatura che era suor Margaret per tenerla a distanza. Incredibilmente riesci nel tuo intento… la vedi perdere l’equilibrio e cadere a terra. Un urlo straziante, greve come pece, scivola fuori dalla sua gola. Non ci pensi oltre: afferri un candelabro lì vicino e lo scagli addosso alla figura contorta, sperando di rallentarla. Non controlli neanche dove va il colpo, ti volti e corri. Salti una panca con il cuore che ti batte in gola, ma non fai neanche un metro che ti sembra di sbattere contro un muro invisibile… un’aria densa, come un bozzolo di incenso che ti avvolge e ti imprigiona. Ansimi, mani in avanti, cerchi un appiglio che non c’è. L’ambiente si distorce: sul velo di fumo davanti all’uscita ti sembra di scorgere due grandi occhi neri, vuoti, che ti fissano. Il marchio alla base del collo ti brucia fino a far male; una risata agghiacciante riempie tutta la cappella, rimbalzando sulle pareti di pietra facendo vibrare tutto come un terremoto. Chiudi gli occhi con tutta la forza che hai, e poi… come se qualcuno avesse spento un interruttore… all’improvviso tutto si ferma. Silenzio. Un lamento sommesso si leva da dietro di te, un piagnucolio. Apri gli occhi: la nebbia d’incenso si è dissolta, non vedi più occhi malevoli nel fumo, la luce è tornata quella di sempre. Ti volti lentamente. Suor Margaret è a terra, tremante, il volto macchiato di sangue. Ti guarda con occhi spalancati, pieni di terrore e lacrime. Le mani sono alzate a proteggere la faccia, la voce che esce è strozzata: «Ti… ti prego… basta… non… non farmi male…» Accanto a lei giace il candelabro che hai lanciato, sporco di sangue. Ora noti la posizione innaturale di una delle sue gambe: piegata in un angolo che non dovrebbe, forse spezzata all’altezza del femore. Ti manca il respiro. Tutto è tornato “normale”, ma il segno di quello che è successo resta lì, vivo e terrificante, tra voi due. Off game Scagliarsi contro qualcuno: 8-1=7 -> fai danno, ma lo scelgo io.. Suor Margareth subisce 2 DANNI (botta in testa più femore rotto).
  11. @Voignar ho un dubbio.. qua do dici che lanci qualcosa addosso alla suora sembra tu voglia attivare la mossa Scagliarsi contro qualcuno.. poi però dici che vuoi fuggire... il lanciare qualcosa lo vedevi solo come espediente narrativo per favorire la fuga?? In quel caso tirerei su fuggire... se invece vuoi proprio provare a farle danno prima di scappare gestirei la cosa in due post separati.. il primo dive tiro per Scagliarsi contro qualcuno e poi, in base a come va, per fuggire... in ogni caso dimmi cosa sceglieresti in caso di risultato 7-9
  12. Eheh Darius e i mostri!! Si si va benissimo.. hai fatto bene
  13. @TheBaddus Però... se le cose iniziano direi che la mossa sessuale si attiva anche se poi venite interrotti nel mezzo.. quindi se vuoi puoi iniziare a portarti avanti e chiedergli cosa vuoi durante l'atto sessuale... cosi inizio anch'io a pensare cosa chiederebbe tanaka
  14. Ti direi di non andare troppo avanti e lasciarmi spazio per descrivere... non sia mai che veniate interrotti prima ahahahah Nathan ha avuto sfortuna.. ma chissà.. magari il prossimo giro la ruota gira e riesce a scappare 🤣🤣
  15. Ogni doppio senso era puramente casuale 🙄🙄
  16. @Theraimbownerd Orion Kykero Marcus resta immobile per qualche secondo, a fissarti con quegli occhi duri e vuoti che sembrano scrutarti dentro. Il suo sorriso scompare, e il silenzio che segue le tue parole è così denso che quasi ti manca il fiato. Per un attimo ti chiedi se hai appena firmato la tua condanna, se fra un secondo il bestione ti prenderà per il collo e ti schianterà contro il furgone. Ma poi… inaspettato… scoppia a ridere. Una risata sguaiata, grezza, quasi animalesca, che riecheggia nel parcheggio vuoto. Si piega un poco in avanti, battendosi la coscia, come se avessi appena detto la cosa più divertente del mondo. Poi, con un movimento rapido, alza le mani e fa un gesto teatrale, soffiando e graffiando come un gatto. «Il micio ha tirato fuori gli artigli, eh?!» dice, la voce roca e ancora vibrante di divertimento. Non ti sfugge quel “micio” al maschile. È sottile, ma suona come un riconoscimento. Una concessione, forse un rispetto distorto ma reale. Ti si avvicina di un passo, accorciando la distanza, e ti appoggia il pacco contro il petto con un colpo secco. «È tutto tuo!» dice, con un mezzo sorriso storto. Poi, mentre si raddrizza, fa scivolare la manica su, scoprendo il bicipite teso e il tatuaggio di un lupo che ulula. «Ma ricorda… a noi lupi piace giocare coi micetti.» Un lampo divertito gli attraversa lo sguardo. «E abbiamo artigli più forti.» Ti scruta, cercando una reazione… forse per capire se ti stai spaventando o se manterrai quello stesso sguardo di sfida. Poi ti dà una pacca pesante sulla spalla, quasi amichevole, e si mette a ridere di nuovo. «Goditela, è roba buona!» commenta, accennando con il mento al pacco che stringi tra le mani. Fa un passo indietro, si accende una sigaretta, il fumo che sale lento nell’aria fredda. Ti lancia un ultimo sguardo, poi apre la portiera del furgone, sale e fa partire il motore. Il brontolio del veicolo rompe il silenzio del parcheggio mentre Marcus si allontana, lasciandoti solo… il cuore ancora accelerato, il pacco tra le mani e la certezza che, per quanto storto, un certo rispetto te lo sei guadagnato davvero. Off game Gelare qualcuno: 11+2+1=14-> successo pieno. Di base ritengo che le mosse di cuori di mostro vadano bene per le dinamiche tra adolescenti, ma che alcune non si possano usare, o sia meglio evitarle, sugli adulti.. marcus e’ un adulto rispetto a voi personaggi giocanti.. quindi ho ruolato il tuo successo non come se lui venisse scosso nel profondo dalle tue parole, quanto più che rispettasse il tuo coraggio e il tuo tenergli testa. Mi sembrava anche in linea col prendere un altro +1 sul prossimo tiro che avevi proposto come lavoro di autostima di Orion.. fammi sapere se ti trovi anche tu d’accordo su come ho interpretato la mossa in questa situazione. @Voignar Darius Whitesand Parli tutto d’un fiato. Le parole ti escono in una cascata febbrile, come se dovessi sputarle fuori prima che ti rimangano bloccate dentro. L’aria nella cappella, già impregnata di incenso, diventa più densa a ogni frase che pronunci. Ti sembra di respirare fumo, di inspirare qualcosa che ti riempie i polmoni e li stringe. Il respiro si fa corto, e ti accorgi che stai sudando… piccole gocce ti colano lungo le tempie, fredde e appiccicose. Il simbolo sul collo formicola. Prima un fastidio sordo, poi un bruciore sottile che pulsa, che ti accompagna mentre parli. Ma tu non ti fermi. Non vuoi. E mentre racconti, mentre cerchi di mettere ordine nella follia di ciò che hai visto e vissuto ieri, noti le espressioni di suor Margareth cambiare. La sua fronte si increspa, le labbra si muovono impercettibilmente in una preghiera silenziosa. Ti guarda come se stessi dicendo qualcosa che non vorrebbe mai sentire, ma che… questo lo capisci… riconosce. Sta succedendo qualcosa di diverso da ieri. Non è come con tuo zio, quando le parole ti si erano incollate alla gola e ti erano usciti solo versi senza significato. No, ora sei certo che la suora ti sta ascoltando, ma soprattutto, che ti sta capendo. Quando arrivi alla parte del dolore, quando descrivi la sensazione di essere scorticato vivo, il marchio sul collo sembra rispondere alle tue parole. Brucia. Davvero. Come se qualcuno ti avesse appoggiato un ferro rovente sulla pelle. E poi… la risata. Una risata femminile, onnipresente e malvagia, che ti trapana le orecchie e ti vibra dentro la testa. È ovunque. Ti pieghi in avanti, una fitta di mal di testa ti costringe a chiudere gli occhi, le mani serrate sulle tempie. La risata continua, come se trovasse la tua sofferenza terribilmente divertente. Quando finalmente riapri gli occhi, il mondo ti sembra cambiato. La luce nella cappella è più cupa, sporca, come se la fuliggine avesse preso il posto del sole. Suor Margareth è davanti a te, ed è… terrificante. La sua veste è la stessa, ma il volto… il volto è tirato in un ghigno innaturale, le labbra spalancate in un sorriso che non ha nulla di umano. Gli occhi sono due voragini nere, completamente vuote, che ti fissano come pozzi senza fondo. Le braccia si alzano, lente ma decise, come se volesse afferrarti. L’aria si increspa attorno a lei, vibra, e ti arriva addosso un odore acre di bruciato, di carne e incenso. @Ghal Maraz Nathan Clark Ti lanci verso il tipo con la catena urlando, facendogli credere che lo stai caricando. All’ultimo, però, cambi direzione verso destra e provi a scartarlo, sperando che non se l’aspetti. Per un istante sembra funzionare: il bas***do è preso alla sprovvista, resta fermo, senza reagire. Poi, proprio quando gli sei di fianco, un dolore fulmineo ti esplode allo stinco sinistro: qualcosa di duro ti si avvolge intorno alla caviglia e ti strappa l’appoggio. Voli a terra in un lampo; il fiato ti viene sbalzato via dai polmoni, il mento sbatte sulle foglie secche. Ti senti stordito. Giri la testa e vedi la catena: è quella dell’altro str**zo della cricca, quello che fino a poco prima stava aiutando Cory a rialzarsi dopo il tuo colpo basso. Non fai in tempo a reagire che un dolore più acuto ti perfora il fianco: il tipo che avevi tentato di scartare ti ha rifilato un calcio secco. Ti ripieghi su te stesso in posizione fetale per proteggerti, ma arrivano altre pedate, sul dorso, sulla schiena, sulle gambe. Il corpo brucia, ogni respiro è stilettata alle costole. Sopra di te la voce di Cory arriva fredda e vicina: «Te la sei cercata, str**zo», sibila. Poi si china e senti il suo alito sgradevole. Sussurra: «Ti faremo rimpiangere di essere stato una spia del ca**o.» Sei a terra, il cuore ti batte a un ritmo furioso; le gambe tremano, la vista a tratti sfuma. Il dolore è sordo e presente, un peso che ti schiaccia. Lì intorno sono pronti, sono incollati a te come predatori: non è ancora finita. E nella testa, quella voce.. la risatina che ormai conosci bene.. torna a farsi sentire. È un ghigno sonoro, caldo e stridulo: «Oh oh oh… ti stanno massacrando! Ti stanno massacrando, sì!» Il tono è divertito, caotico, e poi, con una naturalezza inquietante: «Se vuoi… uhuhuh… posso darti il cambio!» Off game Fuggire:3+2=5 -> purtroppo questo giro è andata proprio male.. Subisci 1 DANNO e l’abisso che è dentro di te si sta facendo sentire. Lascio la scelta a te.. puoi cercare di resistergli e rimanere te stesso oppure andare nel tuo SE OSCURO!! A te la scelta! Guadagni 1 PUNTO ESPERIENZA (dovresti essere a 3 totali se non erro) @TheBaddus Scarlett Bloomblight Quando la voce ti esce distorta, quasi non tua, Tanaka cambia espressione. La sicurezza sfrontata che di solito gli veste il volto si incrina per un istante… nei suoi occhi lampeggia una scintilla di sorpresa, forse perfino di paura. Ma non ha tempo di reagire: con una forza che non dovrebbe appartenere a ma ragazzina come te, lo spingi a terra, tra le foglie, e, in un battito di cuore, gli sei addosso. L’impatto è soffocato dal terreno umido. Tanaka ti guarda da sotto, gli occhi sgranati, la bocca socchiusa. La sorpresa si trasforma lentamente in qualcosa di diverso: una fiamma che vibra fra voi, un riconoscimento muto. È come se il mondo si fosse ristretto fino a contenere solo voi due. Una fiamma avvolta di desiderio ed eccitazione. Un’eccitazione che senti crescere nei suoi pantaloni mentre ci sei seduta sopra. Ti guarda, ora rapito, come se non potesse resisterti.. come se aspettasse questo momento da tutta la vita… un leone.. che davanti al drago sembra un agnellino… il tuo bacio lo travolge. Senti la sua lingua attorcigliarsi alla tua.. le labbra cercarsi febbrilmente.. senti le sue mani infilarsi sotto il tuo cappotto, andare sul tuo culo.. palparlo... poi le senti risalire.. cercando di infilarsi sotto la tua maglia. Il bacio si interrompe un attimo.. lui ti fissa. Poi con tono sicuro e diretto non temporeggia “toglimi i pantaloni!” Dice. Non ha il tono di un ordine.. quanto più di un desiderio. Off game Non ho fatto il tiro su eccitare perché la cosa veniva abbastanza naturale già con la narrazione @SNESferatu Ana Rivero Ti riavvicini alla porta insieme a Eliza. Appoggi l’orecchio contro il legno, trattenendo il respiro. Per un attimo temi di sentire passi, voci, qualsiasi suono dall’altra parte… ma nulla. Solo silenzio. Eliza ti osserva, i suoi occhi elettrizzati come sempre. Fa un piccolo cenno con la testa… anche lei non sente niente. Allunga la mano, la posa sulla maniglia rotta e spinge piano. La porta si apre con un cigolio lento, graffiando l’aria. Eliza sporge appena la testa, sbircia a destra e sinistra nel corridoio. Poi si volta verso di te, un sorriso di soddisfazione le increspa le labbra. «Via libera!» sussurra, facendoti segno di seguirla. «Andiamocene da qua.» La guardi scivolare fuori rapida e silenziosa, come un’ombra. La segui a tua volta, trattenendo l’adrenalina che ti pulsa nelle vene. Prima di lasciarti l’ufficio alle spalle, ti volti un’ultima volta per richiudere la porta. La maniglia si abbassa a vuoto, scricchiolando. Sai che il coach si accorgerà che qualcosa non va: difficile che pensi si sia rotta da sola. Ma come avevi già intuito… nessuno sospetterà di una ragazza. Un piccolo sorriso ti scivola sulle labbra, soddisfatta. Poi ti allontani lungo il corridoio. Quando raggiungi la svolta, trovi Eliza appoggiata al muro, le spalle rilassate dopo tutta la tensione. Appena ti vede, lascia andare un lungo sospiro e ride sottovoce. «Ce l’abbiamo fatta!» esclama piano. «Furtive come ninja.» Il suo sorriso è contagioso. L’ufficio del coach ripiomba nella quiete. Tutto è fermo, immobile. Solo il ticchettio lontano di un orologio riempie il silenzio… e una piccola lucina rossa lampeggiante, rimasta inosservata in alto, in un angolo della stanza. Il puntino rosso di una telecamera di sorveglianza... Silenziosa testimone di tutto ciò che avete appena fatto. Off game Fuggire: 5+2=7 -> successo parziale -> ti lasci indietro qualcosa… una traccia indelebile del vostro misfatto!
  17. No... ti direi proprio di no... cuori di mostro si basa molto sulle dinamiche adolescenziali tra ragazzini liceali... mosse come eccitare qualcuno e gelare qualcuno si attivano piu che altro quando lo fai di proposito per ottenere una sorta di potere e controllo sull'altra persona... nel tuo caso, le parole di darius alla suora potrebbero effettivamente lasciarla sconvolta, ma ciò che fa attivare la mossa è più che altro l'intento.. in questo caso darius è più alla ricerca di spiegazioni e sente il bisogno di confrontarsi con qualcuno.. non sta raccontando quelle cose alla suora per esercitare un controllo su di lei.. Spero di essermi spiegato bene. Poi @TheBaddus che è anche lui master di cuori di mostro magari può dirci anche la sua su come interpretare le mosse. Sono aperto a pareri e consigli.
  18. Perfetto.. vada per lasciare indietro qualcosa.. sempre che il risultato sia tra 7 e 9 eheh.. nel caso mi è venuta un'idea muahahahah
  19. Beh.. lasciare indietro qualcosa non è per forza una persona!! Cosa ti fa pensare che avrei fatto rimanere indietro eliza??? 🤣🤣
  20. Più che altro devi scegliere tra: Ti imbatti in qualcosa di peggiore Fai una scenata Lasci qualcosa indietro Detto così si direbbe un: ti imbatti in qualcosa di peggiore??
  21. @SNESferatu ok.. ci ho riflettuto un po e ho deciso di trattare la situazione attuale di ana come ho fatto pochi post fa con scarlett.. in poche parole lasciare ai dadi la sentenza di come andrà la tua "fuga" dall'ufficio del coach.. non è una fuga vera e propria da un mostro o da qualcuno che ti vuole aggredire, ma una fuga dal potenziale pericolo di venire scoperte.. Quindi ti chiedo.. in caso di successo parziale 7-9 cosa scegli?
  22. Ahahah sarebbe molto divertente effettivamente!! @Ghal Maraz quindi sto giro andiamo di fuga?? Nel caso dimmi cosa scegli in caso di successo parziale.
  23. No.. non me la ricordo come proposta sinceramente... La chiesa comunque è quella reale, piu o meno, direi.. in passato bruciava le streghe... ora sai che combatte certe pratiche magiche, che vede come poteri diabolici, con riti simil esorcismi vari.. Per quanto riguarda le associazioni tra maghi... siete molto molto rari.. non immaginarti una cosa alla harry potter... nella tua vita, oltre ai membri della tua famiglia, non ne hai mai incontrato nessuno. Però tuo zio ti ha raccontato che ci sono delle sorte di concili dove vari maghi/streghe e stregoni si riuniscono tra loro
  24. Non ricordo bene perche probabilmente è passato un po di tempo e nel mentre ho pensato a gestire altre mille situazioni.. ma mi fido 🤣 Comunque direi di sì.. che può starci un gelare! Nel caso riesci dimmi quale delle opzioni della mossa scegli!
  25. @Theraimbownerd Orion Kykero Marcus ti osserva con quell’aria sorniona che ricordi fin troppo bene. Ha il sorriso beffardo di chi sa già di avere il controllo della situazione, le mani infilate nelle tasche e la schiena appoggiata al fianco del suo vecchio furgone bianco, come se avesse tutto il tempo del mondo. Ti squadra lentamente, masticando qualcosa. Rimane in silenzio per un tempo che sembra interminabile, giusto per ricordarti chi detta i ritmi. Poi, con un sorrisetto storto, si stacca dal mezzo e apre la portiera laterale con un cigolio metallico. Fruga per un po’ tra scatole, buste e cianfrusaglie finché non tira fuori un pacchetto avvolto in carta da imballaggio beige, legato con dello spago. «Incenso… quarzi fumé… occhi di tigre e…» alza lo sguardo su di te, gli occhi che brillano di ironia, «oh, guarda un po’… lacrime di serpente! Birichino!» Ti tende il pacchetto, ma proprio quando stai per prenderlo lo ritrae di scatto, stringendolo contro il petto. Si piega leggermente in avanti, il tono che si fa volutamente provocatorio. «Ma quindi là sotto?» dice, accennando con il mento verso la tua zona inguinale. «Ancora niente uccellino?»Aggiunge poi, fischiettando come a imitare un cinguettio. Ride piano, un suono basso e sgradevole che sa di scherno. Poi i suoi occhi risalgono lentamente, fino al tuo petto. «E li’ invece? Te le strizzi?» La sua voce è un veleno che gocciola lentamente, piena di malizia e di quella cattiveria sottile che sa usare così bene… come se sapesse esattamente dove colpire per farti male. @Voignar Darius Whitesand Suor Margareth solleva lo sguardo verso di te, le mani ancora strette al rosario che tiene appeso alla cintola. La luce che filtra dalle vetrate colorate le attraversa il viso scavato, rendendo il suo sguardo quasi più severo del solito. Ti fissa per qualche istante in silenzio, come se stesse cercando di capire se stai scherzando o se parli davvero sul serio. «Cosa intendi dire, Darius?» domanda infine, la voce bassa ma ferma. Fa un passo avanti, il lieve fruscio dell’abito che riempie il vuoto della cappella. «Cosa sai tu, esattamente, di quelle… storie antiche di cui hai parlato?» Ti guarda negli occhi, e per un attimo la sua espressione tradisce un’ombra di preoccupazione genuina. La tensione nell’aria è palpabile. L’incenso sembra più denso, quasi a pesare tra di voi. La suora ti osserva come se avesse appena intravisto qualcosa… qualcosa che la spaventa, ma che non può più ignorare. @Ghal Maraz Nathan Clark Il ragazzo davanti a te avanza con la catena che sbatte piano sulle cosce, un suono metallico che ti rimbomba nelle orecchie. Lui alza il braccio per colpirti: la catena disegna un arco minaccioso nell’aria, pronta a scattare verso di te. Proprio in quel momento senti la risatina… piccola, fredda… e quella vocina nella testa che ti dice secca: «Ora!» Non ci pensi, agisci. Calci con tutta la forza che hai nella punta del piede contro la caviglia di quello che ti tiene fermo. Il suo equilibrio vacilla, la presa si allenta quel tanto che basta: tu strattoni verso il basso con un gesto rabbioso e istintivo. La catena sfiora la tua testa, ti pettina i capelli con il suo scrosciare, e senti l’aria fischiare vicino all’orecchio. Poi un urlo alle tue spalle, crudo: qualcuno ha preso il colpo al posto tuo. Ti volti e lo vedi… il tizio che ti stava bloccando… con le mani alla mandibola, si tiene la faccia, una striscia di sangue che gli scende dal labbro. Per un istante c’è solo confusione: i quattro ragazzi si riorganizzano, imprecano, cercano nuove posizioni. Quello che é stato colpito grida furioso contro il suo compagno, accusandolo di essere stato lui a beccarsi il colpo; il tipo con la catena tossisce, fa un mezzo passo indietro e, con un filo di voce che cerca di sembrare rabbioso, borbotta un «Scusa…» poi la sua espressione si fa cattiva e ti lancia uno sguardo pieno di veleno: «Te la farò pagare». Cory si sta rialzando a fatica, le mani ancora strette sull’inguine, e urla al suo compare che lo sta aiutando a rialzarsi: «Muoviti! Gli diamo una lezione!» La sua rabbia è evidente. Non si aspettava così tante difficoltà nel pestarti. Intorno a te il bosco sembra trattenere il fiato. Hai guadagnato quel margine che volevi; ora loro si stanno riorganizzando e presto torneranno all’attacco. Off topic Tiro su scagliarsi contro qualcuno: 10+2=12 -> Nathan super sayan sta tenendo testa ai quattro balordi! 1 DANNO anche al tizio che ti teneva fermo. @SNESferatu Ana Rivero Ti senti rossa in volto, accaldata… una sensazione strana, quasi nuova per te. Ti fa sentire più umana, più normale… un pensiero che ti lascia disorientata, come se il tuo stesso corpo si fosse ricordato all’improvviso di poter reagire in quel modo. Getti un’occhiata veloce a Eliza, più per riflesso che per intenzione. Non vuoi davvero incrociare il suo sguardo. Non ora. Ma quel rapido colpo d’occhio basta per notare che lei, invece, è pallida come sempre. Nessuna traccia di rossore o di esitazione sul suo viso: solo la solita freddezza, la stessa determinazione lucida di chi ha il pieno controllo. Quando poi ti vede deviare dalle tue stesse parole, abbozza un mezzo sorriso. «Oh sì… ci sarei rimasta male se ce ne fossimo andate senza controllare anche quello!» dice, la voce un misto di urgenza ed eccitazione. Ti avvicini all’armadietto, o meglio, allo schedario… e lei è subito al tuo fianco, così vicina che il suo profumo ti inebria di nuovo. È uno schedario piuttosto basso, poco più alto di un tavolo, con due grosse ante che si aprono a metà. Ora che lo osservi meglio, noti che i segni sul pavimento sembrano corrispondere perfettamente ai bordi del mobile: solchi sottili, come se fosse stato spostato avanti e indietro molte volte. Ti scambi un rapido cenno d’intesa con Eliza e, trattenendo il fiato, afferri le ante del mobiletto. Le apri di scatto, ansiosa di scoprire cosa il coach nasconda lì dentro. Quasi ti senti sciocca quando ti accorgi che è completamente vuoto. Eliza si piega accanto a te, perplessa. «Vuoto?» chiede, come se volesse accertarsene da sola. Poi sospira, delusa. «Che spreco…» Si raddrizza, scuote appena la testa. «Forse, però, adesso sarebbe meglio andare!» aggiunge infine, la voce tornata calma ma tesa, mentre resta in piedi ad aspettare di capire se la seguirai o se hai ancora intenzione di restare. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Tanaka ti osserva in silenzio mentre ti rialzi, quella sua espressione indecifrabile che ondeggia tra arroganza e un magnetismo pericoloso. Una delle mani infilata nella tasca, il capo appena inclinato, gli occhi scuri che ti scivolano addosso con lentezza studiata. Quando commenti sul suo modo “colorito” di insultarti, lui accenna un sorriso storto, un lampo divertito negli occhi. «Hai colto perfettamente il punto!» mormora, come se la cosa lo divertisse davvero. Quando poi gli tendi la mano, intuendo che è il momento di concludere l’affare, lui fruga con calma in una delle tasche dei pantaloni, il gesto lento e quasi teatrale. Estrae una banconota da cinquanta dollari, piegata con cura. «Immagino che tu stia aspettando questi, giusto?» chiede, il tono mellifluo e il sorriso che gli curva le labbra in modo provocante. Temporeggia. Ti lascia in sospeso per qualche interminabile secondo, il denaro a pochi centimetri da te, come un’esca. Poi, finalmente, allunga la mano. Quando afferri la banconota, le vostre dita si sfiorano. Un tocco leggero, ma sufficiente a far scattare qualcosa. Il contatto dura un istante di troppo, e poi senti la sua presa chiudersi intorno alla tua mano, ferma, sicura. Ti tira appena verso di sé… non con violenza, ma con una naturalezza disarmante. Con la mano libera ti toglie la sigaretta dalle labbra, la porta alla propria bocca e ne aspira una lunga boccata. Il fumo esce piano, diretto verso la tua spalla, ma una scia tiepida ti sfiora la guancia. L’odore acre e dolce insieme ti resta addosso. Tanaka si china leggermente, i suoi occhi nei tuoi. È troppo vicino. «Sei stata brava, Scarlett…» dice a bassa voce, quasi un sussurro, ma pieno di quella sicurezza sfrontata che lo contraddistingue. Le parole ti arrivano come una carezza ruvida. «Molto brava.» Poi, con un sorriso che ti si stampa dentro, aggiunge: «Forse te lo meriti davvero, quel bacio.» E in quell’istante ti torna addosso tutto… l’eccitazione febbrile del sogno di stanotte, il suo volto, la sensazione di controllo che allora avevi. Solo che ora sembra più lui a muovere i fili. Il calore che ti divampa dentro all’improvviso parte dal ventre e ti risale in un’ondata rovente fino alla gola, fino al cervello. Ti lascia stordita, sospesa tra il desiderio e la consapevolezza di essere appena scivolata un passo più vicino al suo gioco, lasciandoti con uno strano senso di avvertimento.

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