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Dragons´ Lair

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Loki86

Circolo degli Antichi

Tutti i contenuti pubblicati da Loki86

  1. Esattamente.. è un vostro coetano ma di un'altra sezione. Però può capitargli qualche incidente in qualche altro momento 😏😏
  2. Ahahahah direi proprio di no 🤣🤣
  3. Io credo che sia anche giunto il momento di rimediare a questa gravissima mancanza!! Non credi?? 😆😆
  4. @Theraimbownerd Orion Kykero Il sorriso di Tyler si blocca sul suo volto come congelato, pietrificato per un istante dalla tua risposta. Non si aspettava un tono così netto da parte tua, e lo capisci subito dal lampo di esitazione nei suoi occhi. “Ehm… sì… hai ragione, effettivamente…” mormora, costretto a fare un passo indietro, chiaramente spiazzato. Proseguite ancora per qualche metro fianco a fianco, immersi in un silenzio denso, quasi imbarazzante. Poi lui rompe di nuovo il ghiaccio, con voce più bassa, sincera: “Comunque, ok… non è mia intenzione fare cavolate con lei. Ci tenevo che tu lo sapessi… ecco.” Nonostante il tono più insicuro, ti colpisce come riesca comunque a mantenere intatto quel carisma innato che sembra avvolgerlo in ogni circostanza, anche ora, mentre è palesemente a disagio. Ti appoggia una mano sulla spalla — un gesto esitante, pensato — e poi ti fa un cenno con la testa, quasi a ringraziarti, prima di accelerare il passo verso lo spogliatoio maschile. E tu, Orion… in quale spogliatoio scegli di entrare? @Ghal Maraz Nathan Clark Alice ti sorride di rimando, e quando lo fa, due piccole fossette si disegnano appena visibili sui suoi zigomi, rendendo il suo viso ancora più dolce. "Hai perfettamente ragione! Nemmeno a me piace molto correre… soprattutto in palestra, tutta chiusa e piena di odore di gomma." aggiunge ridendo piano, mentre scioglie con delicatezza le braccia che ti aveva stretto attorno al collo. Alla tua domanda successiva, si ferma per un istante, sospesa nel suo personale universo fatto di nuvole e colori, portandosi l’indice alle labbra e alzando lo sguardo come per recuperare un pensiero tra le stelle. "Oh sì! Volevo raccontarti del sogno che ho fatto stanotte!" esclama poi, e i suoi occhi si piegano in due fessure sorridenti. "Ma ti ho visto che parlavi con Max, e non volevo disturbarti…" Fa una piccola pausa, mordendosi lievemente il labbro, poi continua con tono pieno di speranza: "Peròòòò… durante la lezione di matematica ho pensato: potrei raccontartelo oggi pomeriggio! Magari facendo una passeggiata nel bosco, se esce il sole… oppure con una bella cioccolata calda, se invece torna a piovere!" Ti guarda con occhi brillanti, in attesa, come se quello che stai per risponderle potesse cambiare il corso della sua giornata. "Che ne dici? Puoi? Ti andrebbe?" Nel mentre giungete davanti alle porte degli spogliatoi, uno maschile e uno femminile. @Voignar Darius Whitesand Alle tue provocazioni ti aspetti in risposta una delle sue solite frecciatine, e infatti non si fa attendere. Mei-Lin si blocca di scatto qualche passo più avanti, voltandosi appena verso di te con sguardo acuto. "Figurati se mi aspettavo qualcosa di diverso" sibila con quel tono affilato che le appartiene. "D’altra parte, se c’è qualcuno che può mettermi alla prova con domande idiote, sei proprio tu, Darius." Ma poi, mentre riprende a camminare, noti qualcosa cambiare nella postura: il mento resta alto, la voce resta precisa… eppure nel ritmo del passo e nel modo in cui le spalle si rilassano appena, c’è qualcosa di meno rigido. Come se, sotto quel velo di spocchia, la tua provocazione avesse colto un nervo vivo. "Forse… potresti persino sorprendermi!" aggiunge, con tono meno acido, quasi impercettibile. Pochi istanti dopo siete davanti agli spogliatoi. Mei-Lin si ferma e ti lancia un’ultima occhiata con aria severa. "Hai cinque minuti per cambiarti prima che il coach Moss decida di trasformarti nel suo nuovo progetto di rieducazione militare. Io vado che non voglio di certo essere presa di mira. Se non ti vedo in palestra tra poco, non contare sulla mia compassione." Poi scompare oltre la porta dello spogliatoio femminile, lasciandoti con quella sua scia inconfondibile di superiorità scolpita. @SNESferatu Ana Ribero Per un attimo, il mondo sembra bloccarsi. Tu, la tua mano sudata puntellata al muro che speri non scivoli via all'improvviso, e lei… Eliza. I suoi occhi si alzano lentamente verso di te, e ti trafiggono con uno sguardo che mischia perplessità e giudizio, come se stesse cercando di capire se tu sia seria o se sia tutto uno strano scherzo comico. Il silenzio che segue la tua frase dura un secondo di troppo. Poi, contro ogni previsione, le sue labbra si schiudono in una risata sincera, quasi incredula. Un suono limpido, che spezza la tensione come un sasso lanciato in uno stagno fermo. “Okay!” dice ancora ridendo piano, scrollando il capo, “Questa è nuova.” Il suo viso si è addolcito, e mentre alza il dito per indicare la macchina, aggiunge: “Io comunque ho scelto gli orsetti gommosi. Quelli acidi. Fanno schifo, ma mi piacciono.” Poi ti squadra di nuovo, questa volta con un accenno di sorriso sincero. “Sei strana lo sai? Ma strana bene… originale.” Te lo dice come se fosse il più raro dei complimenti, quello che non fa quasi mai a nessuno. “Uh uh... la zoccoletta e la stramba snob nuova arrivata lesbicheggiano!” dice all'improvviso una voce maschile alle tue spalle, seguita da un coro di risatine divertite. Ti volti.. A parlare è stato un ragazzo alto, magro, la pelle color cioccolato e vestito con un’aria da figlio di papà. Eliza lo fissa con uno sguardo che potrebbe tagliare l’aria e poi, con voce perfettamente calma, gli risponde: “Jeremy… scommetto che se passassi meno tempo a fantasticare su di me ed Ana e più a farti una personalità, forse... potresti perfino piacerti.” Lui sbuffa, i suoi amici ridono un po’ meno convinti, e il gruppetto prosegue per la sua strada. Eliza si volta di nuovo verso di te, scrolla le spalle e ridacchia. “Non ci far caso. Jeremy è un idiota... Ben più insicuro e noioso di quello che vuol far credere!” Poi ti guarda. “Allora? Hai scelto cosa prendere?” @TheBaddus Scarlett Bloomblight Ti sembra di sentire il battito del cuore perfino nelle tempie mentre ti infili in fretta la canotta, come se quel pezzo di stoffa potesse davvero salvarti la vita. Il tuo sguardo incollato al fondo dello spogliatoio è l’unico argine rimasto tra te e il disastro. Poi, nella frazione di secondo in cui la tua voce riesce a uscire dalla gola senza spezzarsi, le parole ti sfuggono prima che il cervello possa supervisionarle. Ottimo. Doppio senso da manuale. La sua risposta tarda un po’ troppo ad arrivare. Quando ti volti appena, cercando di sbirciare con la coda dell’occhio senza farlo notare, la vedi lì: seduta, i pantaloncini ancora in mano, lo sguardo basso fisso sul pavimento. Le guance leggermente arrossate. Sembra essersi persa per un momento, come se qualcosa l’avesse colta di sorpresa. Ti chiedi se abbia notato il tuo disagio. Probabilmente sì. Era troppo evidente perché passasse inosservato. E ora, nel silenzio carico che si è creato, ti domandi cosa la stia passando per la testa. Poi, finalmente, solleva lo sguardo verso di te. I suoi profondi occhi verdi sono guardinghi, ma non ostili. “Oh… beh… se fosse per me, farei sport tutti i giorni!” esclama con un sorriso un po’ impacciato. “Lo adoro. Mi aiuta a sentirmi... viva, credo. Ne ho proprio bisogno.” È una risposta semplice, ma ha un’energia genuina. E anche se il rossore non le è ancora passato del tutto, sembra aver ritrovato il suo solito tono. Proprio in quell’istante, la porta dello spogliatoio si apre con un lieve tonfo. Harper entra in silenzio, con il passo quieto e il solito atteggiamento raccolto. Ha il capo appena chinato e le spalle incurvate in avanti, come se volesse occupare meno spazio possibile. Si ferma sulla soglia e vi osserva. Il suo sguardo, attento e curioso, si muove rapidamente tra te ed Emily. Ti colpisce la lucidità con cui sembra analizzare la situazione, esattamente come aveva fatto poche ore fa ai cancelli della scuola. I suoi occhi si posano su di te un attimo in più, come se cercassero una conferma alle sue deduzioni. Poi, senza cambiare espressione, solleva un braccio in un saluto rapido. “Ciao!” dice soltanto, con il tono basso e laconico che la contraddistingue, prima di dirigersi con calma verso una panchina. Non passa molto che la quiete si dissolve completamente: Alice arriva con il solito passo energico, seguita da Sasha che chiacchiera senza sosta, e Mei-Lin. Solo Eliza ed Ana sembrano prendersela con più calma e, per ora, mancano all'appello.
  5. ok fatto! fatemi sapere se ora riuscite!
  6. per caso sai dirmi come si fa??
  7. Eccomi qua.. ora vedo di rispondere a tutto e tutti eheh @Ghal Maraz allora.. se ho inteso bene, la PROMESSA è proprio un "patto" che il fatato, col suo carisma e parlantina, desidera e riesce ad ottenere da un png/pg specifico.. una sorta di patto, di parola che lui considera vincolante.. Intesa così, secondo me, la promessa di Rowe non conta.. non sta facendo un "patto" con Nathan nello specifico. Idem Cory.. la sua era più una minaccia che una promessa richiesta e voluta da nathan 🤣 quella a Sasha invece già ci potrebbe stare di più.. tu le hai fatto una richiesta e lei, seppur in modo leggero, ti ha "promesso" che in caso di bisogno con Cory ti avrebbe aiutato se la chiami in tua difesa. Poi chiedo l'intervento di @TheBaddus che è sicuramente più esperto del sistema di gioco e può dirci anche la sua a riguardo. @Theraimbownerd ci sta gelare su Tyler: 6+4+2=12 successo. Scegli uno tra: Perdono un Filo su di te; (tyler non ne ha) Se non hanno Fili su di te, ne ottieni uno su di loro; Ottengono una Condizione; Prendi 1 Prossimo. Ahahahah povere Scarlett e Ana!! Messe così in imbarazzo! 🤣🤣 stavo valutando se si attivare qualche mossa, tipo mantenere il controllo.. (o forse eccitare qualcuno per Ana su Eliza).. ma forse mi sembrerebbero un po forzate e non sono un fan del dover per forza attivare mosse a tutti i costi eheh Infatti stavo pensando, nel prossimo post, di dare la condizione "PASTICCINO" ad Ana 🤣🤣
  8. La lezione del professor Rowe procede senza intoppi. Nonostante qualche sbadiglio qua e là e lo sguardo perso di chi, chiaramente, avrebbe preferito essere altrove, l’aria resta tutto sommato distesa. Rowe riesce a mantenere viva l’attenzione con battute fuori tempo e paragoni improbabili, facendo sorridere anche i più allergici ai numeri. Quando suona la campanella, lui si stropiccia gli occhi dietro le lenti spesse e dice con tono rassicurante: "Ragazzi, tranquilli: quello che abbiamo fatto oggi non sarà nella verifica di giovedì. Lo prometto. O almeno... lo spero." Qualcuno ride, qualcun altro sospira sollevato. Gli studenti iniziano a raccogliere le loro cose e ad avviarsi fuori dall’aula uno dopo l’altro. Tyler ed Emily sono tra i primi a scattare in piedi. Si scambiano uno sguardo complice, chiaramente più motivati dell’intera classe all’idea che ora tocchi educazione fisica. Emily si sistema la coda di cavallo, Tyler si tira su la felpa leggera con un sorriso già da “modalità sport attiva”. Ben, invece, resta indietro. Si avvicina alla cattedra con un misto di timidezza ed entusiasmo, stringendo il suo quaderno di appunti come se custodisse qualcosa di prezioso. "Prof, guardi che incantesimo figo ho inventato! L’ho chiamato Fiamme di Cerbero!" Rowe alza lo sguardo e sorride, genuinamente incuriosito. "Oh? Allora fammi vedere, Ben. Sono tutto orecchie." Nel corridoio, intanto, il resto della classe si avvia verso gli spogliatoi della palestra. @Theraimbownerd Orion Kykero Mentre percorri il corridoio che dall’aula del professor Rowe porta verso gli spogliatoi, Tyler ti raggiunge con passo deciso ma silenzioso. Lo noti passarsi una mano tra i capelli, accarezzandosi la nuca con un gesto che tradisce un certo imbarazzo. Ti lancia un mezzo sorriso. “Ehi, Orion… tutto ok?” chiede, con quella cordialità un po’ forzata tipica di due che si conoscono appena, più per orario scolastico che per reale affinità. Nonostante il lieve disagio, c’è qualcosa in lui, nel modo in cui si muove, parla, persino nello sguardo, che sprigiona un carisma naturale. Ogni parola sembra calibrata al punto giusto. “Senti… tua sorella, Juno…” riprende, gettando uno sguardo rapido in cerca della tua reazione. “È in gamba. Mi ha chiesto di uscire.” Fa una breve pausa, come a voler sottolineare che non è lì per vantarsi. “Volevo solo dirtelo prima. Non cerco casini, davvero. Solo… sapere se per te va bene.” Il tono è rispettoso, sincero. E, da come ti guarda, è chiaro che il tuo parere conta più di quanto voglia dare a vedere. @Ghal Maraz Nathan Clark Mentre percorri il corridoio in direzione degli spogliatoi della palestra, un gruppo di ragazzi del quarto anno attira la tua attenzione: stanno cambiando aula, chiacchierando tra loro senza fretta. Ma appena li inquadri meglio, senti il sangue gelarti nelle vene. Alto, massiccio e con l’aria perennemente accigliata, tra loro svetta la figura inconfondibile di Cory Edwards. Ti blocchi d’istinto, sperando che passi oltre senza notarti. Ma non sei così fortunato. Il suo sguardo ti intercetta e subito i suoi lineamenti si irrigidiscono. Digrigna i denti, lanciandoti un’occhiata carica d’ostilità. Poi, come se il destino avesse deciso di darti una tregua, da una porta poco più avanti escono suor Margaret e il professor Whitmore. Solo ora ti rendi conto di trovarti davanti al corridoio della sala professori. Cory li vede anche lui e, in un istante, abbandona qualunque intento avesse covato nella sua testolina da bullo. Si limita a lanciarti un’ultima occhiataccia, cupa come un temporale, e con un gesto lento ma inequivocabile — l’indice puntato nella tua direzione — ti lascia un chiaro messaggio: occhio a te. Proprio in quell’istante, senti due braccia stringersi attorno alle tue spalle da dietro. “Ehi, mio cavaliere delle stelle! Come va? Pronto per una bella corsetta?” La voce, vivace e allegra, ti riporta bruscamente alla realtà. Ti volti ancora col cuore che batte forte e ti ritrovi faccia a faccia con Alice, il cui sorriso aperto è quanto di più rassicurante tu potessi vedere in quel momento. Le lanci un'ultima occhiata alle spalle, ma Cory è già scomparso oltre l’angolo, inghiottito dal labirinto dei corridoi. @SNESferatu Ana Rivero Esci dalla classe del professor Rowe ancora combattuta. Non hai smesso di chiederti se sia davvero il caso di parlare a Max di quello che è successo appena due ore fa. Lo segui a distanza lungo il corridoio, ogni passo accompagnato dal peso sottile del dubbio. È davvero coraggio quello che ti serve… o forse solo un briciolo di determinazione? Ma proprio quando stai per deciderti, qualcosa, o meglio, qualcuno, interrompe il tuo slancio. Vicino ai distributori automatici, appoggiata con disinvoltura al muro, c’è Eliza. Ha le gambe incrociate con una naturalezza quasi sfacciata, lo sguardo puntato sulle merendine come se stesse scegliendo quale snack prendere. La sua figura esile, spavalda, distratta, eppure così affascinante cattura completamente la tua attenzione. In un attimo, Max scompare dal tuo orizzonte. E tu… ti fermi. Troppo vicina, troppo a lungo. Troppo diversa da come ti sei sempre concessa di guardarla. Lei alza lo sguardo, si accorge della tua presenza. Ti scruta con occhi sottili, vagamente infastiditi, quasi a voler capire se sei lì per un motivo valido. “Beh? Qualche problema?” chiede, con tono secco, sulla difensiva. Con la coda dell’occhio intravedi Max che si allontana, inconsapevole. E ora, Ana? Ritorni al tuo “posto sicuro” e corri da Max come se nulla fosse... o, per una volta, scegli di restare, di esporti, di vedere dove ti porta questo sguardo? @Voignar Darius Whitesand Appena varchi la soglia dell’aula del professor Rowe, ti incammini verso gli spogliatoi con l’entusiasmo di chi sta andando incontro a una punizione. Sei immerso nei tuoi pensieri quando, all’improvviso, senti una leggera spallata colpirti da dietro — precisa, quasi calibrata. Ti volti d’istinto, e trovi davanti a te Mei-Lin, lo sguardo severo incorniciato dai suoi occhiali impeccabili. “Spero per te che tu abbia preso appunti con attenzione,” ti dice, con quel tono tagliente e saccente che conosci fin troppo bene. “Non ho alcuna intenzione di doverti spiegarti anche gli argomenti di oggi.” Ti supera con passo rapido e composto, lasciandoti dietro il profumo appena percettibile del suo shampoo al tè verde. E mentre la osservi allontanarsi, per un istante… breve, quasi impercettibile… ti sembra che le sue labbra si incurvino in quello che potrebbe essere stato un sorriso. O forse l’hai solo immaginato. Con Mei-Lin, non si può mai dire. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Assorta nei tuoi pensieri, arrivi per prima allo spogliatoio femminile. Hai attraversato i corridoi della scuola quasi in automatico. Il rumore dei tuoi passi risuona nel silenzio dello spogliatoio vuoto, interrotto solo dal cigolio del tuo armadietto che si apre mal volentieri. Ti siedi sulla panca al centro, lasciando che lo zaino ti scivoli accanto. Pochi istanti dopo, la porta si spalanca ed entra Emily, con la solita carica da atleta che ha atteso fin troppo per potersi finalmente muovere. L’energia che si porta dietro sembra riempire in un attimo lo spazio vuoto. Sorride appena ti vede, poi si toglie la felpa con un gesto pratico e fluido, restando col top sportivo che evidenzia le sue forme sinuose e non esagerate. I muscoli delle spalle si tendono quando si china per recuperare i pantaloncini dalla borsa, e tutto in lei trasmette quella forza naturale di chi sa esattamente come muoversi nel proprio corpo. “Ehi, Scarlett,” ti dice Emily, lanciandoti uno sguardo rapido mentre si sfila con naturalezza i jeans che indossava a lezione. Il gesto è sicuro, disinvolto, privo di malizia ma carico di quella grazia inconsapevole che ti spiazza. “Sei arrivata presto oggi, eh? Ansiosa anche tu di fare un po’ di sport?” aggiunge, mentre afferra i pantaloncini da corsa. Poi ti osserva con un sorriso dolce, appena timido. “Non ti facevo proprio del team corsa campestre.”
  9. A dire il vero, nella mia idea iniziale volevo fare che avrebbe interrogato in quell'ora.. quindi mettendo la verifica il giovedì invece li hai salvati tutti.. almeno per ora 🤣🤣
  10. Sto aspettando con impazienza il momento in cui tu e la tua cerchia farete i bulletti con qualcuno del primo anno 🤣
  11. Ora che abbiamo iniziato da qualche giorno, volevo chiedervi qualche feedback. Ho scelto dipartire con calma, facendovi vivere un po’ la quotidianità dei vostri pg.. un po’ per farvi abituare voi a ruolarli, un po’ per prendere meglio confidenza anche con i vari png! Spero che come ritmo vi possa andare bene.. se invece mi dite che così lo trovate noioso e volete da subito più eventi impattanti e stravolgenti vedrò di accelerare un po’! Fatemi sapere 😉
  12. @Voignar Darius Whitesand Ben ti guarda un attimo, riflettendo sulle tue parole mentre continua a camminare al tuo fianco. Poi annuisce lentamente, il solito sorriso un po' timido che gli affiora sulle labbra. “Hai ragione, Darius…” mormora, aggiustandosi lo zaino sulla spalla. “A volte mi dimentico che non tutti si entusiasmano per queste cose come me...” Fa una breve pausa, poi ti guarda di lato, con gratitudine sincera negli occhi. “Grazie per avermelo detto. Aspetto la fine della lezione… ma poi glielo racconto per forza, eh! È venuto fuori un incantesimo davvero fico!” Il tono è entusiasta, ma misurato: Ben ha capito il tuo consiglio e, anche se un po' dispiaciuto, sembra deciso a seguirlo. Finalmente arrivate all’aula del professore Rowe ed entrate. @Theraimbownerd Orion Kykero Alice finisce di sistemare lentamente i suoi quaderni nello zaino, come se ogni gesto dovesse trovare il ritmo giusto, quello che segua il flusso dei pensieri che le scorrono in testa come nuvole leggere. Alla tua battuta solleva lo sguardo, gli occhi grandi e azzurri si accendono di un bagliore divertito, ma sfumato. “Sì… è vero, non é uno che si perde in chiacchiere inutili,” mormora, abbozzando un sorriso, mentre il tono rimane quello sospeso e lieve di chi sta ancora a metà tra il qui e l’altrove. “E poi... ha qualcosa nello sguardo. Come se capisse le cose senza bisogno che gli vengano dette.” Le dita giocherellano con la cerniera del suo zaino, mentre la sua attenzione vaga, sempre più spesso, verso il punto in cui Nathan sta ancora parlando con Max. Ogni tanto distoglie gli occhi, come a non voler essere troppo evidente, ma poi li riporta lì, come attratti da una forza gentile e irresistibile. E quando, finalmente, Nathan ricambia lo sguardo, con un accenno di sorriso e un movimento appena percettibile del capo, Alice si illumina per un istante, impercettibilmente, come se quel brevissimo contatto bastasse a cambiare il colore della sua giornata. Torna finalmente a guardarti, ma la mente è altrove, e te ne accorgi. “Scusami,” dice, “a volte mi perdo nei pensieri…” poi, più dolcemente: “Andiamo, se no arriviamo tardi. Non vorrei far infuriare Rowe tre giorni prima della verifica .” Sorride con aria genuina, quindi si incammina al tuo fianco. Nel giro di poco più di un minuto arrivate alla vostra meta. @Ghal Maraz Nathan Clark Max ti osserva con quel suo solito mezzo sorriso da gatto sornione e ti dà una pacca sulla spalla più teatrale che convinta. “Bro, ma diciamo la verità... la prof Lane ce l’ha quell’energia, capito? Cioè, tipo che entra in classe e ti senti in una serie tv, con le luci giuste e tutto. Te la immagini a insegnare letteratura… ma pure a insegnarti la vita, se capisci cosa intendo.” Ridacchia, lanciandoti un’occhiata complice. “Ma tranquillo, resta una crush da biblioteca... quelle che non fanno danni.” Poi si guarda intorno svogliatamente, sistemandosi lo zaino sulla spalla. “Comunque Alice... è forte eh, ma ha quel modo tutto suo di stare al mondo, tipo che ti parla di una cosa ma intanto pensa già ad altro. E secondo me a volte non sa nemmeno lei dove vuole arrivare. Carina, però... stramba forte.” Nel frattempo, il tuo sguardo intercetta finalmente quello di Alice. È lì, a pochi passi, che cammina accanto a Orion. Sta parlando con lui, ma appena ti nota i suoi occhi si fanno più luminosi e ti regala un piccolo sorriso. Non rallenta, non cambia direzione. Continua a camminare di fianco a Orion, assorta in quella conversazione che, a quanto pare, non ha ancora voglia di interrompere. Forse quello che voleva dirti non era così urgente. O magari preferisce aspettare un momento migliore. Tu e Max riprendete a camminare e nel giro di un minuto siete davanti all’aula di matematica, pronti (più o meno) per affrontare la temuta ora con il professor Rowe. PER TUTTI Uno dopo l’altro, gli studenti iniziano a entrare nell’aula del professor Rowe, chi chiacchierando ancora con i compagni, chi cercando il proprio posto come se fosse sempre lo stesso da anni. L’odore di gesso e caffè vecchio impregna le pareti, ma nessuno sembra farci caso. Alla cattedra c’è già lui: il professor Rowe, trentatré anni, capelli perennemente spettinati, occhiali spessi da cui sbucano occhi vivaci e un’ironia che ormai è leggenda. Indossa una t-shirt nera con una stampa poco leggibile e sopra la sua classica giacca grigia, sgualcita quanto basta per farlo sembrare più un ex studente nostalgico che un professore. “Dai ragazzi, non fingete interesse, lo so che preferireste tutti essere in cortile... ma oggi vi tocca!” scherza con tono allegro, mentre invita tutti a prendere posto con un gesto ampio della mano. Quando incrocia lo sguardo di Ben, gli fa un cenno con la testa e un sorriso complice. “Ehi Ben, ti aspettavo. Ha ruolato duro anche questo weekend?” Ben, che non riesce a trattenere l’entusiasmo, scivola al suo banco e risponde a mezza voce: “Prof, giuro che a fine lezione le racconto del nuovo incantesimo che ho creato... È di quinto livello!” “Solo se riesci a non farlo esplodere sulla lavagna!” replica Rowe con una risatina, sistemando un pennarello tra le dita. Una volta che tutti si sono sistemati e il brusio si spegne, Rowe si schiarisce la voce e inizia la lezione. “Bene, oggi parliamo di funzioni logaritmiche e delle loro proprietà. Prima che qualcuno finga di avere un’emergenza medica per uscire, vi prometto che ci saranno grafici, curve e un paio di aneddoti inutili. Forse anche una battuta brutta... o cinque.” E con quell’introduzione, la lezione ha ufficialmente inizio. Off game Se qualcuno volesse interagire con prof in qualche modo particolare durante la lezione faccia pure.. Se invece, come spero, nessuno di voi fosse interessato all funzioni logaritmiche, limitatevi pure a descrivere come passate l’ora.. se attenti, se dormendo, se chiacchierando con qualcuno..
  13. Il pg che avevo creato mi incuriosiva.. quindi potrei pensarci
  14. Per me usare il sistema metrico normale va più che bene eheh.. comunque stasera credo di non riuscire a postare! Al massimo provvederò domani mattina.
  15. @Voignar Darius Whitesand Mei-Lin, tutta concentrata a riporre con precisione quasi ossessiva libri e appunti nel suo ordinatissimo zaino, si irrigidisce non appena le prendi la penna dal banco. Si gira lentamente verso di te, lo sguardo infastidito che ti trapassa da dietro gli occhiali. Per un attimo temi possa esplodere, ma sai che – per quanto irritabile – probabilmente non farebbe male neanche a una mosca. Sbuffa con evidente disapprovazione. “Ah, scusa,” dice secca. “Non avevo capito che fosse una proposta. Mi sembrava più un’imposizione.” Il tono è tagliente, come se la risposta, nella sua testa, fosse già stata “no”. Ti strappa la penna con un gesto rapido e preciso, la infila nel suo astuccio e si alza, gettandoti uno sguardo carico di esasperazione. Tu resti lì, ancora a fissarla, senza dire nulla. Sospira di nuovo. “Ma tanto lo so: continueresti a insistere finché non cedo.. E il tuo insistere è persino più fastidioso del vederti lì impalato a fissarmi mentre ripasso.” Fa una pausa. “Quindi va bene. Ripassiamo insieme.” Ti supera e si dirige verso la porta con passo deciso, poi si ferma sulla soglia e si volta. “Alle quattro in biblioteca. Due ore, non di più. Se mi rallenti o fai perdere tempo, me ne vado. Chiaro?” Senza aspettare risposta, si rimette in marcia verso l’aula successiva. Poco dopo, Ben ti raggiunge. Si ferma anche lui per un istante a guardare Mei-Lin che si allontana, poi si volta verso di te, eccitato. “Ehi, Darius! Finalmente tocca matematica! Prima che inizi, voglio raccontare al professor Rowe dell’incantesimo di quinto livello che ho creato! Non vedo l’ora di sentire cosa ne pensa!” esclama, mentre insieme varcate la soglia della classe e vi inoltrate nel corridoio. @Ghal Maraz Nathan Clark Sasha inarca le sopracciglia, come a valutare il senso delle tue parole. “Beh dai… poteva andarci peggio,” commenta con un mezzo sorriso. “Matematica è una noia mortale, sì… ma almeno Rowe è uno che ci sta dentro. Anche se, onestamente? Un po’ troppo nerd per i miei gusti!” Ridacchia divertita, dandoti una leggera spinta sulla spalla con complicità, poi si allontana verso Tyler ed Emily, lanciandoti un’occhiata di saluto sopra la spalla. Ti avvii verso Max, che ti nota appena lo raggiungi. Solo allora, con la coda dell’occhio, ti accorgi che Alice stava camminando proprio nella tua direzione. Si ferma per un istante, incerta, quasi volesse cambiare idea… poi però devia e torna indietro, rientrando silenziosa nel gruppo accanto a Orion. Ti chiedi per un attimo cosa stesse per dirti. Max, nel frattempo, si gira verso di te e ti accoglie con un sorriso tranquillo. “Ehi bro! Ti ho visto bello lanciato con la Lane,” dice, con un tono allusivo e una gomitata amichevole. “E Ana? Nah, niente di che. Le ho solo proposto di venire oggi al parchetto a chillarsi un po’ con noi. Mi faceva strano vederla sempre sola e col muso lungo… volevo solo essere gentile.” Fa una pausa, scrollando le spalle. “Ma quella… snob totale, amico. Lasciamo perdere.” Il suo tono è il solito: rilassato, distaccato. Capisci subito che non ci è rimasto male davvero, ha semplicemente aggiornato la sua opinione su Ana, come si spunta una casella e si passa oltre.
  16. Ottimo.. Allora è deciso: GIOVEDÌ VERIFICA DI MATEMATICA!!!! @SNESferatu ho cambiato la condizione in SNOB! Così resta più chiaro per tutti!! Nell’attesa che postino anche gli altri, magari ora inizio a rispondere a Darius e Nathan.. così mi porto avanti 😅
  17. @Voignar domande in arrivo su Darius Da quanto tempo Darius nutre interesse per Mei-Lin? I due hanno mai interagito in un modo diverso da un semplice scambio di battute tipo quello in game prima d'ora? O, vista la personalità solitaria e schiva di Mei, non hanno mai legato particolarmente prima d'ora? Di che verifica stai parlando?? Lascio a te le sorti di Darius e del resto dei suoi compagni di classe decidendo a quale verifica so riferisce! Che materia e che giorno?? 😁😁
  18. Azz.. scusate.. ero convinto fosse una parola italiana al 100% e non derivante dal dialetto di qualche zona dell'Italia eheh.. comunque se preferite lo cambiamo in "snob".. tanto in senso era quello eheh
  19. @Ghal Maraz Nathan Clark - prima di entrare in classe Sasha ti ascolta senza perdere una parola, gli occhi sempre più accesi man mano che vai avanti con il racconto. Quando arrivi alla fine, esplode in una risata complice e ti molla una pacca decisa sulla spalla. "Ma sei un grande, cavolo!" esclama, esaltata, strizzandoti l’occhio. Il suo sguardo vivace, i lineamenti decisi ma gentili e quella frangia scompigliata che le cade sulla fronte le danno un’aria irresistibilmente carismatica, difficile da ignorare. "Puoi contarci, bello! Ti copro le spalle senza pensarci due volte!" aggiunge, visibilmente gasata dalla prospettiva. Poi però si fa più seria, anche se solo per un attimo: "Certo, te lo devo dire… ti sei fatto un nemico bello tosto. Cory non è solo grosso, è pure allenato. E, peggio ancora, ha un carattere di merda. Ma oh, non ti preoccupare. Se la situazione si mette male, sai dove trovarmi." @Voignar Darius Whitesand - prima di entrare in classe Alla tua prima affermazione, Ben solleva lo sguardo verso il gruppetto di studenti che ancora se la ride poco più in là. "Oh no, tranquillo!" dice con un sorriso ingenuo. "Le robe mi sono scivolate di mano da sole! Non sono stati loro." Dalla sua espressione serena capisci che, nella sua solita bontà, non ha minimamente colto che quelle risatine erano rivolte proprio a lui e alla sua goffaggine. "Cuori di Mostro? Fico! Di che parla?" ti chiede poi, sinceramente curioso, mentre insieme vi incamminate verso l’aula. In aula la tua conversazione con Mei-Lin viene interrotta dalla voce di Max, che richiama l'attenzione di tutti i presenti. @Theraimbownerd Orion Kykero Alla tua domanda, Alice si irrigidisce appena. Ti guarda con un’espressione curiosa, quasi sorpresa, come se nella sua testa stesse cercando di ricollegare le parole a un senso preciso. Poi, d’un tratto, sembra fare due più due. "Oh… te ne sei accorto?" ti chiede con un misto di stupore e un pizzico di complicità nella voce. Noti un lieve rossore salire sulle sue guance. Lancia un’occhiata rapida verso l’ingresso della classe: è chiaro che il centro delle sue attenzioni è Nathan. Torna a guardarti e accenna un sorriso. "Boh… l’ho sempre trovato carino. Ma ultimamente… non so, mi capita di pensarlo spesso." Quel velo di malinconia che le aleggiava intorno poco prima sembra essersi dissolto, lasciando spazio alla sua solita, contagiosa luce. PER TUTTI Nei minuti d’attesa prima dell’arrivo della professoressa Lane, l’attenzione in aula viene improvvisamente catturata dalla voce di Max, che rompe il brusio generale con un tono visibilmente irritato. "Va bene, lascia perdere, ok? Lo dicevo per darti una mano, ma adesso capisco perché nessuno vuole stare con te! Sei proprio una SNOB!" La frase non è stata gridata, ma il tono risentito e il volume appena più alto del normale bastano a far calare il silenzio nella classe. È chiaro che si riferisce ad Ana, seduta qualche banco più in là, ora visibilmente a disagio. Per un attimo, nessuno osa dire nulla. Qualcuno lancia occhiate curiose, altri abbassano lo sguardo, fingendo di non aver sentito. Proprio in quel momento, la porta si apre e la professoressa Lane entra in aula, interrompendo la tensione e permettendo ad Ana di uscire da quella situazione imbarazzante. La professoressa Lane ascolta Nathan con attenzione genuina, annuendo più volte mentre espone il suo pensiero. Quando conclude, sorride soddisfatta. “Bravo Nathan, è proprio questo il punto,” dice con tono incoraggiante. “In Beloved, la memoria non è solo ricordo: è materia viva, che condiziona chi siamo e chi scegliamo di diventare. Sethe è intrappolata nel passato, ma anche definita da esso. E quando quel passato torna sotto forma di Beloved… be’, non è solo un fantasma. È una parte di lei che rifiuta di essere dimenticata.” Si ferma un istante, scrutando i volti davanti a sé. “Parlare di memoria e identità oggi è fondamentale, ragazzi. Non solo per comprendere meglio certi libri, ma per imparare qualcosa su di noi. Cosa succede quando cerchiamo di cancellare un trauma? Chi siamo, se ci separiamo dalle nostre radici?” Dal primo banco, Mei-Lin alza la mano senza aspettare troppo. “Professoressa, con tutto il rispetto, penso che sia evidente. L'identità si costruisce anche superando i traumi, non restando impantanati in essi. Se Sethe fosse andata avanti, forse avrebbe vissuto una vita migliore. È un chiaro esempio di autodistruzione.” Lane sorride, con quella pazienza che sembra esserle naturale. “Punto interessante, Mei-Lin. Ma ricordiamoci che ‘andare avanti’ non è sempre una scelta semplice, soprattutto quando il dolore è strutturale, collettivo… storico. Beloved ci mostra quanto sia difficile distinguere tra sopravvivere e vivere davvero.” La discussione prosegue così, tra riflessioni più o meno centrate, qualche tentativo incerto e altri, come quello di Nathan, più sentiti. Alla fine dell’ora, quando suona la campanella, l’eco dell’ultima frase della Lane aleggia ancora tra i banchi. Vi saluta con un sorriso benevolo, congedandovi e invitandovi a non far tardi alla prossima ora che vi attende: Matematica. @SNESferatu e X TUTTI Ana subisce la condizione: SNOB
  20. @Theraimbownerd sto scrivendo la risposta nel topic di gioco e mi sono accorto di un errore nel tuo post dovuto a un mio precedente errore.. in realtà Alice stava guardando Nathan che parlava con Sasha.. non Darius.. scusa lo sbaglio eheh
  21. Da manuale di Cuori di Mostro 2 a me risulta così.
  22. Si esatto.. di base meglio focalizzarsi sulla narrazione e non cercare di attivare a tutti i costi una mossa andando a "forzare" per quello le azioni del proprio pg.. per il resto sono dell'idea che il topic di servizio qui serva proprio per quello.. per proporre l'attivazione di una mossa sia da parte mia che da parte vostra se dovesse sfuggirmi qualcosa (soprattutto delle mosse legate alle vostre pelli). Per quanto riguarda i dadi li tiro io e vi dico il risultato.. quindi magari, per velocizzare le cose, nelle situazioni in cui è già abbastanza scontato che si attivi una mossa, vi chiederei magari di indicare già, in base al risultato quali opzioni scegliete. Comunque.. @SNESferatu : 2d6-1 -> 4+2-1= 5 FALLIMENTO SEGNA ESPERIENZA perché hai fallito Nella narrazione penserò a qualcosa 🤣
  23. @SNESferatu con quella risposta secca e tagliente di Ana al povero Max potrebbero esserci quasi gli estremi per far attovare la mossa "gelare qualcuno"! Tu cosa ne pensi? Era quello lo scopo di Ana?
  24. Scarlett Boomblight Rimani appoggiata al cancello della scuola, osservando con sguardo distratto l’andirivieni degli studenti che si dirigono verso le aule o si attardano nei soliti gruppetti, decisi a rubare ancora qualche minuto di chiacchiere prima del suono della campanella. Di tanto in tanto, McCarthy ti lancia una delle sue classiche occhiate torve e non riesci a capire se lo faccia perché ti considera una mina vagante o semplicemente per assicurarsi che tu non ti metta nei guai. Con uno sguardo che forse tradisce più curiosità di quanto vorresti, cerchi tra la folla Tanaka. Ma nulla. Probabilmente è già entrato prima del tuo arrivo. Riconosci invece diversi compagni di classe. Benjamin è già all’interno del cortile; lo vedi chinarsi per raccogliere qualcosa da terra proprio mentre un gruppetto gli passa accanto ridacchiando, come al solito per motivi che restano poco chiari ma mai del tutto innocenti. Darius incrocia il tuo sguardo per un istante, poi lo distoglie subito e tira dritto, senza dire una parola. Nathan, poco distante, sembra guardarsi attorno con l’aria guardinga di chi non vuole essere colto di sorpresa, mentre attraversa il cancello accanto a Sasha. Poi arriva Emily. La riconosci prima ancora di vederla, dal profumo dolce e inconfondibile che la precede sempre. Sta chiacchierando con alcune delle sue compagne di squadra, ma quando ti passa accanto ti rivolge un breve, quasi distratto cenno di saluto, prima di proseguire per la sua strada. E mentre i tuoi occhi si posano un attimo troppo a lungo sulla sua figura che si allontana, ti accorgi dello sguardo di Harper, che ti sta osservando. I suoi occhi si muovono rapidamente da te a Emily, come se stesse collegando pensieri non detti. Forse ha intuito qualcosa. Ma se lo ha fatto, non lascia trapelare né giudizio né sorpresa. Si limita a sollevare una mano in segno di saluto, con un mezzo sorriso enigmatico, e anche lei oltrepassa il cancello. Infine, vedi Orion e Alice entrare insieme seguite dal resto della sua cerchia di api regine, intente a chiacchierare tra loro. Ti passano accanto senza nemmeno accorgersi della tua presenza. Quando ormai manca pochissimo al suono della campanella, getti la sigaretta e ti dirigi verso l'aula della professoressa Lane. Nathan Clark Parcheggi la bicicletta tra quelle delle matricole, cercando di confonderti tra i tanti arrivi del mattino. Ti guardi intorno con fare guardingo, gli occhi in cerca della figura alta e imponente di Cory Edwards. Per un istante il cuore ti si blocca: tra la folla intravedi un ragazzo con la felpa dei Lilac Ravens a pochi metri da te. Ma quando si gira e ne riconosci il volto, il sollievo ti attraversa come un respiro trattenuto troppo a lungo. Non è lui. Almeno per ora, puoi considerarti al sicuro. Lo sguardo continua a muoversi tra i gruppetti sparsi nel cortile finché non individui Sasha, intenta a chiacchierare con Max. La vedi ridere e dargli una pacca sulla spalla prima che i due si separino: Max oltrepassa i cancelli aperti, diretto verso l’edificio. Lo osservi sparire tra la folla proprio mentre Scarlett fa il suo ingresso in scena, appoggiandosi con nonchalance non lontano da McCarthy e rollandosi con calma una sigaretta sotto il suo sguardo disapprovante. Senza pensarci due volte, ti affretti a raggiungere Sasha, non prima però di esserti assicurato un’ultima volta che il minaccioso quarterback non sia nei paraggi. Quando arrivi, lei ti accoglie con uno dei suoi soliti sorrisi maliziosi. Ti colpisce con un pugnetto amichevole sulla spalla e ti cinge il collo con un braccio in un gesto di complicità spontanea. "Ehilà, Nat… tutto bene? Mi sembri… beh, piuttosto teso!" esclama, ridacchiando. "Che fine hai fatto questo weekend? Non ti ho visto in giro!" Proseguite fianco a fianco oltre il cancello, chiacchierando con disinvoltura. Superate Scarlett e vi dirigete con passo deciso verso l’aula della professoressa Lane. Se c’è una certezza nella tua giornata scolastica, è che non intendi perderti nemmeno un secondo delle sue lezioni. Darius Whitesand In macchina con Zio Samuel Durante il tragitto in auto, provi con discrezione a far parlare tuo zio dei suoi ricordi legati allo studio dell’astronomia. Non serve poi molto: è come aprire una diga. Le sue parole cominciano a scorrere rapide, vivaci, infarcite di entusiasmo genuino. Ti racconta di come, in realtà, molti degli antichi astronomi fossero in verità stregoni come voi, e che lo studio delle mappe celesti, quelle davvero magiche, servisse meno a lanciare incantesimi e più a leggere i segni, a cogliere i presagi nascosti negli allineamenti astrali. "Certo, saper scagliare una buona fattura è importante," dice ridacchiando mentre affronta una curva, "ma se sai già in anticipo quando e su chi sarà meglio prepararsi… beh, è tutto un altro vantaggio. Meglio prevenire che improvvisare!" Nonostante il tono leggero, non riesci a strappargli nulla sulla strana inquietudine che gli hai intravisto poco prima, né su chi – e perché – abbia iniziato a consultare i tarocchi in casa. Inizi quasi a convincerti che potresti esserti immaginato tutto. Forse sono solo suggestioni, il frutto di un'eccessiva immersione nei trattati di Tolomeo… o magari è semplicemente un’altra giornata qualsiasi a Lilac Hollow. Appena varcata la soglia della Saint Liliane, il tuo sguardo incrocia per un attimo quello di Scarlett, appoggiata con noncuranza al cancello d’ingresso, una sigaretta tra le dita e lo sguardo perso in chissà quali pensieri. Quando ti accorgi che anche lei ti sta osservando, abbassi lo sguardo istintivamente e tiri dritto, fingendo di nulla. Nel cortile, individui Benjamin: è chino a terra, intento a raccogliere alcuni dadi da gioco sparsi sul selciato. Sta borbottando qualcosa fra sé e sé, visibilmente frustrato. Poco più in là, un gruppetto di studenti della vostra età – ma di un’altra classe – si sta allontanando ridacchiando sotto voce. Ogni tanto qualcuno si gira indietro a lanciargli un’occhiata divertita. Quando Ben ti nota, raccoglie in fretta gli ultimi dadi, sollevandosi con un movimento maldestro che per poco non li fa cadere di nuovo. Ti rivolge però un sorriso genuino, di quelli che gli illuminano tutto il viso. "Ci-ciao Darius! Tutto bene? Peccato non essere riuscito a vederti alla sessione questo weekend! Ho inventato un incantesimo di quinto livello che spacca! L’ho chiamato Fiamme di Cerbero!" esclama con entusiasmo, quasi dimentico del piccolo incidente di poco fa. Vi incamminate insieme verso l’ingresso dell’edificio, mentre lui ti racconta per filo e per segno ogni dettaglio dell’avventura vissuta il giorno prima, i suoi occhi che brillano a ogni nuovo mostro evocato o tiro fortunato. Una volta arrivati in aula, ti stacchi dal tuo compagno e ti avvicini con discrezione al banco di Mei-Lin. Come sempre, è già seduta composta, perfettamente eretta e con lo sguardo dritto alla cattedra, anche se mancano ancora diversi minuti all’inizio della lezione. Alle tue parole, si volta con espressione controllata. "Ovviamente sì, come sempre" risponde, il tono tagliente e vagamente altezzoso. "Non posso certo permettermi di rovinarmi la media. O sbaglio?" Ti osserva per un istante ancora, poi si volta, sistemandosi gli occhiali sul piccolo nasino con un gesto preciso e controllato, come a chiudere la conversazione prima ancora che possa iniziare davvero. Ana Rivero Ancora immersa nei pensieri su tua madre, percorri le strade verso la scuola a passo svelto, senza neppure rendertene conto. Arrivi prima del previsto, quando il piazzale davanti ai cancelli è ancora solo parzialmente animato. Dei tuoi compagni di classe, ne riconosci pochi. Max sta chiacchierando con Sasha poco distante dall’ingresso, le voci basse e complici. Rimani qualche istante in disparte, esitante. Non sai se restare fuori cercando un gruppo a cui accodarti, o se entrare direttamente senza pensarci troppo. Ti guardi intorno, irrequieta. Hai la fastidiosa sensazione di essere osservata. Il ragazzo strano che avevi notato al gala con i tuoi genitori non si vede, ma un gruppetto di matricole sembra averti puntata. Forse ti fissavano davvero? Uno di loro bisbiglia qualcosa agli altri e le loro risate scoppiano all’unisono. Stavano parlando di te? Il dubbio ti punge, ma svanisce in un attimo non appena i tuoi occhi incrociano la figura di Eliza. Cammina con passo deciso, indossa stivaletti alti sopra pantaloni scuri, un corpetto aderente e una felpa nera col cappuccio alzato. Nonostante questo, la riconosci subito dalle ciocche bionde che sfuggono ai lati del viso. Ha lo zaino appeso mollemente a una spalla, l’aria disinvolta. Anche lei, come te, sembra vestita in modo più leggero rispetto alla media dei vostri coetanei. Quando attraversa un gruppetto di studenti del quarto anno, si becca una serie di commenti volgari che rimbalzano tra le loro risate. Eliza non batte ciglio: sorride con finta dolcezza e alza un dito medio senza neanche rallentare il passo. Poi oltrepassa i cancelli e scompare nel cortile. Ti muovi per seguirla, mantenendo una distanza che non tradisca le tue intenzioni. Ma proprio mentre varchi l’ingresso dell’edificio, una mano si posa sulla tua spalla, costringendoti a fermarti. Ti volti di scatto e ti ritrovi davanti Max, il solito berretto calcato in testa, decorato dall’immancabile foglia di marijuana, e un sorriso rilassato stampato in faccia. "Ehi, splendore! Sempre tutta sola soletta?" ti dice con tono amichevole. Istintivamente, volgi lo sguardo nella direzione dove hai visto sparire Eliza, ma ormai è troppo tardi: è già svoltata in un altro corridoio. Max intanto continua, abbassando un po’ la voce: "Oggi io e gli altri pensavamo di andare giù al parchetto. Un po’ di cruising con lo skate, due tiri, niente di pesante. Mi chiedevo se ti andava di unirti a noi…" Il suo tono è disteso, gentile, anche se, forse solo per un istante, ti sembra di cogliere una lieve tensione nel suo sguardo. Proseguite insieme lungo il corridoio, in direzione dell’aula della professoressa Lane. Esattamente dove hai visto sparire Eliza poco prima. Orion Kykero "Io ci starei volentieri in classe con lui!" commenta Juno con un sorrisetto malizioso. "È davvero un figo!" Poi, mentre il tuo sguardo inizia già a scrutare la folla alla ricerca di Alice, aggiunge con tono ancora più complice: "Anzi... perché non organizziamo un’altra bella festa il prossimo weekend? Magari se viene anche Ty posso... lavorarmelo un po’." Ridacchia divertita e Diana la segue nella risata, salvo poi alzare gli occhi al cielo con aria rassegnata. Ma tu, ormai, non stai più ascoltando. Hai finalmente individuato Alice tra i gruppetti sparsi nel cortile. Come al solito, ha quell’aria assorta tutta sua... o forse no. Stavolta ti sembra che stia fissando qualcosa con intenzione. Il suo sguardo, di solito un po’ perso, è attraversato da una sfumatura diversa. Una nota amara, appena accennata, quasi malinconica. Segui la traiettoria dei suoi occhi e capisci: sta osservando Nathan e Sasha, intenti a parlare fitto tra loro prima di varcare il cancello della Saint Liliane. Senza perdere altro tempo con le tue sorelle, ti muovi a passo deciso verso di lei, seguito dal resto del gruppo. "Oh... Orion!" esclama Alice quando si volta e ti vede. Il suo volto torna subito quello familiare, e ti regala un sorriso sincero e genuino. "Tutto bene, dai... eheh. A parte il fatto che è lunedì, ovviamente." Soffia via una ciocca ribelle dei suoi capelli colorati e ti guarda con occhi limpidi. "Voi tutto ok? Ciao ragazze!" aggiunge, accennando un saluto anche a Juno e Diana. Vi mettete a chiacchierare, le voci leggere che si mescolano al mormorio del cortile, mentre insieme oltrepassate il cancello della scuola e vi incamminate verso l’aula della professoressa Lane. X TUTTI Uno dopo l'altro entrate tutti in classe, per ultima Scarlett che arriva quando la campanella ha ormai finito di suonare. Pochi minuti dopo arriva anche la professoressa Lane, con il solito leggero ritardo che nessuno le imputa davvero. Trentadue anni, un fascino semplice e naturale, abiti casual (jeans chiari, sneakers, una camicia morbida a righe sotto un cardigan color sabbia) e l’aria di chi crede sinceramente in ciò che insegna. Appare sulla soglia col sorriso di sempre, lo sguardo che abbraccia l’aula intera. "Buongiorno ragazzi! Spero che abbiate dormito bene… o almeno che abbiate portato abbastanza caffè per sopravvivere alla prima ora!" scherza, posando la borsa sulla cattedra. "Oggi cominciamo con qualcosa di bello: parleremo di identità e memoria nel romanzo contemporaneo… vediamo se qualcuno ha già dato un’occhiata a Beloved della Morrison, o se devo fare finta di niente." Le voci si spengono, i quaderni si aprono. La lezione può finalmente cominciare. OFF GAME Se volete prolungare qualche dialogo iniziato nel cortile e nei corridoi fate pure.. Poi magari ditemi più o meno in che punto della classe vi posizionate come banco e con che mood affrontate la lezione. Se fate qualcosa di particolare o se la superate passivamente..

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