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Dragons´ Lair

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Ghal Maraz

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti pubblicati da Ghal Maraz

  1. Sturm "Stai calmo, non ti agitare. Adesso sei mio prigioniero. Di Sturm Brightblade di Solamnia, non degli Hylar", spiegò allora Sturm, con una calma venata di solennità.
  2. Josek Lasczarny "Andrà... bene", faccio un cenno di ringraziamento a Ella: "Dormire, mangiare e un poco di liquore". Poi, dopo averci pensato un attimo, aggiungo: "Cerco lavoro. Sono... ero... un tagliale... taglialegno... taglialegna! Se serve". Non mi aspetto molto, a dire il vero, e va bene qualsiasi impiego, in questo momento.
  3. Ottimo, ottimo. A mia parziale discolpa, ci tengo a dire che negli ultimi post ho cercato di renderti le cose più semplici possibili... sei tu che tiri fuori possibili problemi sentimentali da ogni lato!☠️
  4. Talien "Anche questa è un'idea... e saremmo lontani dagli Zentharim (forse)", faccio eco a 3B. "Certo, può darsi che ci stiano già osservando, proprio adesso. Il vantaggio - forse? - del tempio di Mystra è che potrebbe esserci una zona di contenimento magico".
  5. Oilenos "Beh, allora proviamo!", dico, tutto ottimista: "Bussiamo?".
  6. Non pensavo lo stessi criticando, stavo solo provando a offrirti una chiave di lettura, così magari ti entra più in testa.
  7. Nathan Clark Mai (MAI!) avrei pensato, in vita mia, che avrei ritenuto una salvezza la lezione di matematica (al di là della passione e bravura di Rowe). Per una volta, poi, che la campanella mi ha evitato guai.... non oso nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se avessi dato ascolto a quella maledetta voce in testa. Vorrei prendermi a pugni sulle tempie, ma adesso posso solo cercare di concentrarmi su poche cose essenziali: lezione, appunti, matematica, voce di Rowe, matita, lavagna, quaderno, gesso, giovedì, test, voto. Tengo la testa bassa per i primi dieci minuti, cercando di nascondere eventuali tracce di vergogna residua, limitandomi a guardare in alto solo per controllare gli scarabocchi e i numeri bianchi sulla superficie di grafite. Poi, trascorso un tempo ragionevole e recuperato un respiro regolare, smetto di comportarmi come un paranoico e mi trovo bombardato di nozioni scientifiche, senza alcuna difesa. Spero, almeno, che serva a qualcosa. Essendo arrivato tardi ed essendomi poi quasi buttato sul banco senza guardarmi attorno, mi accorgo solo alla fine dell'ora che manca Noah. E la curiosità (e la preoccupazione) mi rimbalza tra cuore e gola: che sarà successo? Sarà successo qualcosa? Forse no... Il suono che dichiara la fine delle ostilità matematiche mi fa quasi sobbalzare; raccolgo le mie cose in fretta e mi precipito all'armadietto, per controllare il telefono. Anche se non mi aspetto novità, a dire il vero.
  8. Josek "Shalom. Buongiorno", biascico, la lingua che si muove incerta sul saluto in inglese. Mi tolto educato il cappello, prima di entrare: i miei genitori non mi hanno insegnato molte cose, ma il minimo di rispetto, quello sì. "Io sono Josek", uso parole semplici, frasi che ho già sentito tante volte: "Sì, cibo e un letto vanno bene". Mi scosto dalla porta per fare entrare anche Rivtka, che mi segue, e mi trovo a guardarla senza volerlo, imbarazzato: abbiamo già fatto diversa strada assieme, ma non riesco a evitare una strana sensazione alla pancia, quando la guardo. Eppure, so bene che non mi considererebbe mai come marito: il suo modo di fare e di parlare mi raccontano di lei molto più di quanto possano fare i suoi vestiti semplici e il suo lungo viaggio fin qui.
  9. Fallire comporta delle conseguenze che, molto spesso, a livello di trama sono davvero problematiche. Guadagnare esperienza compensa in qualche modo questo dinamismo narrativo negativo, oltretutto rispecchiando quanto avviene nella vita reale, cioè il fatto che sbagliare ci insegna di più che riuscire. Più che altro, ecco: la media dei tiri colloca i risultati nella fascia del "Riesci, ma...", che è la meno desiderabile, in un certo qual modo. Eppure, anche questo rispecchia la vita vera: il successo, soprattutto quando interagiamo con altre persone, non è spesso rispondente al 100% alle nostre aspettative.
  10. Josek Lasczarny Prima non vedevo l'ora di arrivare e adesso, invece, vorrei rimanere sulla diligenza. Almeno, qui, ho ancora la possibilità di sperare. Là fuori mi aspetta chissà cosa. D'altra parte, non ho una casa e non ho una famiglia. Nemmeno un lavoro, se è per questo, ma almeno le mie braccia e la mia ascia possono essere utili, in questi boschi. Mi sono sembrati anche più fitti di quelli in Polonia, se possibile. Che strano luogo, questa America. E che strani abitanti: mi sono sembrati diversi anche dalle poche persone che conoscevo in Europa. Però, la loro lingua è ancora difficile: ormai sono due anni e mezzo che la sento parlare e che provo a mia volta a usarla, però mi sfugge ancora e la mia lingua fa strani giochi. Gli altri a volte ridono, quando parlo. Eppure, qui mi sembra tutto pieno di Europei scappati da casa, come me. E come gli altri che sono arrivati con me, oggi. Lascio scendere Bayla, poi mi decido a seguirla. La polvere si solleva subito dalla strada, asciutta. Chissà quanto piove, da queste parti? E quanto nevica? Troverò un lavoro? Una casa? Una... moglie? Da mangiare? Stringo i pochi soldi in tasca e spero di averne abbastanza per un pasto, magari addirittura caldo. E una birra, forse? Sono stanco di viaggiare e questo luogo sembra avere bisogno di persone come me. E poi, almeno, qua sono quasi tutti Ebrei: spero che ci aiuteremo tra noi, come si faceva in Polonia, prima dei Russi. Aspetto Josek ha 24 anni, ma ne dimostra qualcuno in più, come succede a chi viene su lavorando fin quasi a spezzarsi la schiena nel bosco. Non molto alto (circa 1, 68 m), è abbastanza magro, con una corporatura segnata dalla fatica, sebbene non sembri granché adatto ad essa: un fisico nervoso, con un petto asciutto. Nasconde quasi sempre i corti capelli castani sotto un cappello, mentre barba e baffi faticano ancora a crescere. Veste con abiti molto semplici, pratici e abbastanza rattoppati. L'unica cosa che lo caratterizza un minimo sono i profondi occhi chiari, tra il grigio e il celeste. Immagine
  11. Torum "Io no. Gli umani usano ancora quella sciocca lingua primitiva", rispose Torum, scuotendo la testa.
  12. Arn "E allora sarà meglio essere al massimo delle nostre forze: Grigory, sei in grado di chiudere qualcuna di queste ferite ancora aperte? Mi rallentano parecchio", Arn fece eco a Illius.
  13. Leonardo Sveglioni (si fa per dire!) "Allora... facciamo che intanto te ne stai lontana dall'albero, per adesso, fintanto che non abbiamo un accordo", dico, a denti stretti, improvvisamente più teso. "E niente scherzi". E faccio cenno a Matteo e Lorenzo di stare pronti.
  14. Trysh "Uhm... ok. Però vacci piano, ok?", abbozzo un sorriso inquieto, all'idea di un primo scontro proprio con un mio compagno di classe. Ma certo meglio Gaw che qualcuno degli altri, che sono super-competitivi in tutto!
  15. Talien "Non credete che potremmo tornare al tempio di Mystra? Era praticamente vuoto... oppure potremmo sempre provare a contattare di nuovo Larissa e gli Zhentarim, anche se le cosa mi piace assai poco", ragiono: "Adesso che abbiamo Sevenna, potrebbero ben pensare di tradirci e consegnarci alle autorità".
  16. Oilenos "Beh, di certo non riposano!", commento, osservando l'ingresso. "Che facciamo, stavolta? Ci presentiamo con le buone o dobbiamo di nuovo forzare l'ingresso?".
  17. Sturm Sturm non aveva alcuna intenzione di mettersi di nuovo in mezzo a quella antica faida, ma non provare nemmeno a reagire avrebbe significato perdere ogni residuo di fiducia da parte degli Hylar, compromettendo la loro missione. Essendo l'ultimo della fila, lasciando l'arma nel fodero, mosse verso il Nano in fuga: avrebbe provato a prenderlo - o quanto meno avrebbe mostrato di volerlo prendere -, ma senza usare alcuna forma di forza letale.
  18. George Squadra Tipi Loschi "Wilhelm, Oisin", dico subito, mentre scosto leggermente Amy, in modo che non sia in mezzo e non si faccia, al contempo, male. Due dei più grandi guerrieri di tutte le ere e di tutti i mondi contro un ragazzino paranoico: vediamo che succede.
  19. Lexander In Gigante "Ragazzo, stai bene? Possiamo parlare nella lingua comune, così riusciamo a comunicare tutti assieme?", domando nella lingua dei Giganti. Mi avvicino al giovane prigioniero, cercando di confortarlo: il suo stato d'animo precedente era, chiaramente e comprensibilmente, molto inquieto, ma dobbiamo mantenere la calma, se vogliamo uscire vivi da qui.
  20. Korshek 'Magari avessimo delle Stratolame...', mi ritrovo improvvisamente a pensare. "Non sta a noi decidere la tua punizione. Non siamo qui per questo", spiego, secco. "Ma se vuoi avere qualche speranza di clemenza, ragiona bene: c'è qualcosa che sai del Nichilifero che possa esserci utile, dovessimo affrontarlo?", concludo.
  21. Arn "Siamo tra troppi fuochi. Possiamo provare con gli Hutakaan e vedere come reagiscono... anche se mi aspetto un tradimento. Quindi, onestamente, non avrei problemi a raccontare loro solo una mezza verità: d'altronde, mi sembra abbastanza chiaro che ci abbiano usati per non mettersi a rischio in prima persona", Arn disse la sua.
  22. Mìa "Mi spiace, non volevamo causare alcun problema", si fece avanti Mìa, scusandosi con Dieter per l'inconveniente. "Una splendida vittoria, Dieter... ma non posso fare a meno di chiedermelo: non c'è nessun, qui a Middenheim, in grado di tenerti testa? La differenza di livello era... come dire... significativa".
  23. Victor "Ottima intuizione", Victor si complimentò con Dop, poi prese a scrutare nella luce artificiale, senza fare ulteriori passi. Quel luogo era una trappola mortale e lui avrebbe fatto di tutto per non farsi ammazzare come una bestia.
  24. Dieter "Direi che c'è ben poco dubbio, a questo punto. Il posto deve essere questo. E forse, una volta tanto, siamo stati fortunati: pare non ci sia nessuno", commentò Dieter, rivolgendosi poi a Lulù: "Bisogna capire se si riesce a entrare: tu e Maus provate a avvicinarvi di nascosto. Se c'è modo di infilarci lì dentro senza farci vedere, dobbiamo agire subito, prima che arrivino quei maledetti".
  25. Finn'iann "Prosegui il discorso, sorella. Io resterò ai margini per controllare che succede: non mi fido per niente", dico, in un sussurro, a Hannayeh.

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