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Mondo Oscuro - La Resistenza
Keidros si concentra e una voce risuona nel magazzino. Nulla però cambia nell'atteggiamento dei due che sembrano davvero completamente disinteressati a ciò che capita loro intorno. A ben guardarli, sembra addirittura che siano esausti, denutriti e disidratati.
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Il gruppo gira circospetto per il piano terra della torre, indisturbato dagli assistenti. Tutti i materiali stoccati in questa zona sono di poco valore: sacchi di sabbie colorate, pelli di animali, piume, scaglie, secchi di insetti, piante secche e fresche, gabbie con piccoli roditori e uccelli, lastre di metallo, legno e pietra. Stupisce l'ordine e l'organizzazione del luogo in cui si riesce facilmente ad orientarsi, con i materiali divisi scrupolosamente per tipologia nelle varie ale del magazzino. A nord est, all'interno di una stanza abbastanza sgombra, due assistenti siedono semi incoscienti su una rampa di scale che porta al piano superiore.
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Il ragazzo alla porta si allontana, entrando in una delle stanze. Keidros cerca di capirci di più sulle condizioni degli assistenti e quel pulviscolo ma non riesce a scoprire molto. La polvere sembra restare solo in sospensione e non depositarsi su nessun oggetto e quindi non riesce ad analizzarla. L'effetto è quello che si ha quando si osserva un raggio di sole in un luogo polveroso, come un fienile: quella polvere c'è ma non si riesce ad afferrare. Gli assistenti sembrano essere molto emaciati, esausti ma completamente assenti. Una scarica elettrica colpisce Jebbeddo con un lieve crepitio, ma risulta essere completamente innocua. Ad ogni modo nessun effetto sembra colpire i tre dopo qualche minuto passato ad osservare. La scena resta la stessa, con gli assistenti che non si curano di ciò che capita loro intorno.
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Non appena superata la soglia il velo di ombra scompare e l'interno della torre si rivela. Il ragazzo si affretta a chiudere il pesante portone: Jebbeddo riesce ad osservare la sequenza di chiusura dei diversi chiavistelli. All'interno della Torre Laboratorio l’atmosfera è strana, come se in sospensione nell’aria ci fosse un pulviscolo luccicante che rende i contorni delle cose sfumati, tanto da diventare quasi indefiniti laddove le ombre si raccolgono maggiormente. Qua e là, negli angoli o vicino alle porte, ogni tanto si scorge con la coda dell’occhio una piccola scarica elettrica, seguita da un leggero crepitio. Lo spazio è ingombro di casse, sacchi, barili e ceste; diverse porte si aprono su stanze magazzino. Dall'ingresso si vedono alcuni assistenti del Costruttore, almeno mezza dozzina. Un paio sono completamente imbambolati a guardare nel vuoto, con gli occhi arrossati e semichiusi. Altri due sono seduti a terra e mescolano senza sosta con le mani una sabbia rossastra fuoriuscita da un contenitore rotto; un altro gioca con alcune piume dentro una cesta di vimini. Uno porta fuori da una stanza sacchi di juta chiusi, mentre un altro li prende e li riporta nella stessa stanza, senza sosta. Eldon osserva incuriosito e se ne esce con uno dei suoi aneddoti: "Questi ragazzi non mi sembrano del tutto in sè. Come quella volta che dopo la festa il cugino Citrus è stato trovato a pestare acqua nel mortaio. Fece un ottimo lavoro, ma da valore e utilità discutibili."
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Il ragazzo stringe gli occhi, come per concentrarsi su quello che gli è appena stato detto. Quindi li riapre e, inaspettatamente, chiude lo spioncino. Passano alcuni lunghi momenti di silenzio, quindi si iniziano a sentire i chiavistelli muoversi dentro le loro serrature. "Pare giusto." Dice il ragazzo una volta aperto e facendo cenno ai tre di entrare. Da fuori non si riesce a scorgere nulla dell'interno, grazie a una qualche magia che funziona come una tenda di oscurità oltre la quale anche il ragazzo scompare. "Entrate, devo......chiudere quanto prima....."
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Eldon prova a entrare nella parte e dice, scandendo le parole e accompagnandole con gesti teatrali:" Si vede, lui mercante, io scribano, lui guardi. Buoni affari. Abbiamo carta." La presentazione della lettera fa mutare un minimo l'espressione del giovane alla porta. "Beh, sembra importante. Ma perché dovrei farvi.......entrare? Mastro Thogloron non vuole......"
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Il giovane ascolta la presentazione di Jebbeddo, facendosi ancor più meditabondo. Quindi osserva i suoi due compagni di viaggio. Poi, un po' meccanicamente, dice con voce impastata: "Benvenuti alla Torre.....Laboratorio di Mastro Thogloron il Costruttore. Il Maestro è......impegnato. Ha ordinato di......non essere disturbato. Chi.....bussa alla sua porta? Cosa volete?"
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Jebbeddo deve bussare più di una volta prima che lo spioncino venga aperto. Al di là dello spioncino spunta il viso di un ragazzo dagli occhi arrossati e un pò sonnacchiosi. Non proferisce parola e si limita ad fissare Jebbeddo con sguardo vacuo.
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Il venditore osserva soddisfatto i tre, intasca il denaro e poi :"Effettivamente non ho mai conosciuto uno gnomo mercante con un seguito come questo. Non so neanche perché sono in questa locanda, dopotutto. In bocca al lupo, qualsiasi cosa vi aspetti. È stato un piacere non conoscervi." I tre si dirigono verso la torre, uscendo indisturbati dalla locanda. Le strade sono più affollate la mattina, ma nessuno sembra fare caso al gruppetto, anche se i vestiti pesanti di Jebbeddo suscitano qualche occhiata di disapprovazione, visto il caldo. Seguendo le indicazioni arrivano alla torre, una imponente bastione a quadrato con quattro torrette agli angoli. Nessuna finestra ai piani bassi, se non qualche piccolo foro di aereazione. Un'unica ingresso chiuso con una pesante porta di legno rinforzato da chiodature e bande di ferro.
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La notte passa tranquilla e la mattina i tre si ritrovano nella sala comune per la colazione. Molto presto arriva il venditore che, senza degnarli di uno sguardo, lascia una moneta al locandiere e sale alle stanze. Seguendolo, i tre lo trovano davanti alle loro stanze, in attesa. "Allora, cominciamo?" Accomodati in stanza, ognuno aspetta il suo turno. Il venditore ha creato tutta una trama per questa messa in scena. Jebbeddo sarà il fornitore, uno gnomo del nord elegante ed educato. Al suo seguito l'attendente halfing, con il compito di prendere appunti, stilare rapporti, fare di conto. Infine la guardia del corpo, il tiefling, utile anche per mercanteggiare con personaggi poco piacevoli. Per camuffarli usa una parrucca bionda lunga per lo gnomo e vestiti abbastanza pesanti che lo faranno sudare ma nasconderanno il suo equipaggiamento facilmente. Eldon deve rinunciare alla sua armatura che si porterà in uno zaino, camuffato anch'esso per sembrare pieno di campioni da mostrare agli acquirenti. Un po' di nero fumo in volto e una leggera barba finta fanno di Eldon un Furchin, rara sottorazza halfling proveniente dalle regioni glaciali. Infine un po' di ordine alla figura di Keidros per renderlo adatto ad accompagnare un gentiluomo come Jebbeddo, insieme a una capigliatura folta e bruna che nasconda le cornine, tanto cerone chiaro per la pelle e il tiefling diventa un qualsiasi umano. Gli occhi potrebbero tradirlo, ma il venditore ha un trucco anche per quelli. Speciali gocce che renderanno azzurri gli occhi del tiefling, al costo di un notevole bruciore che durerà qualche ora ma totalmente innocuo per il resto. "Penso di aver terminato. Cosa ne pensate?"
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Il venditore suggella il patto con la bevuta di un forte the nero, tradizione della sua famiglia. I tre passano poi una tranquilla serata in taverna. L'innata curiosità di Eldon, che fa domande agli avventori più pazienti, fa scoprire i nomi dei cinque grandi mercanti che hanno avuto consistenti perdite negli ultimi mesi: L’halfling Topper “Cookie” Fruitlight, praticamente in bancarotta secondo il parere di molti: ha subito 3 furti negli ultimi tre mesi, l’affondamento di una nave due mesi fa e l’incendio di un magazzino Il vecchio Zainud al-Tawil che hanno conosciuto al porto, possessore del più grande esercito di non morti asserviti, ma che ultimamente sembra essere perseguitato dalla sfortuna: ha perso due navi in due differenti incendi, un gruppo di non morti è affondato durante le operazioni di attracco di un mercantile e uno dei suoi magazzini ha subito una devastante invasione di termiti. Il tiefling Akhthais Sorrow è il secondo più colpito, che ha perso una nave in un’esplosione quattro mesi fa e l’intero gruppo di non morti a suo servizio, affondati con la banchina che è risultata essere stata sabotata (cime tagliate, assi segate…). Korneli Flynn, per tutti il Giovane, che ha iniziato da poco a commerciare a Nethentir. Non si sa molto delle sue origini, ma è ben visto dai Maghi Rossi visto che i mercanti ormai sono merce rara e preziosa. Commercia stoffe, spezie, pietre preziose e metalli. Ha subito una perdita di carico importante due settimane fa durante lo spostamento di merce dalla nave ai magazzini per colpa di un gruppo di non morti che ha spinta il carico per sbaglio in acqua, rovinandolo irreparabilmente. Il nano Corbus Ingotflayer che aveva praticamente il monopolio del commercio di metalli in città, fino all’arrivo del Giovane. Il suo magazzino è stato depredato circa un mese fa e più della metà dei suoi non morti sono andati persi, non si sa se sottratti o altro. La serata per il resto procede senza intoppi.
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Il venditore risponde :"Mi sembra che abbiamo un accordo allora. Domani mattina alle 7 sarò da voi, se mi dite dove alloggiate. Porterò la borsa con trucchi e vestiti vari. Per cosa vorreste provare a farvi passare? Si vede lontano un miglio che siete mercenari prezzolati o qualcosa del genere... Eldon intanto é entusiasta, anche se non ha ben capito che si camufferanno per evitare i pericoli:"Ma che meraviglia, una mascherata. Da piccolo ho giocato qualche volta con i cugini Chelvin e Celsius Muchbrewing, tutti discendenti del grande Badger Goodbottle ovviamente. Il giovane, Celsius, si voleva sempre vestire da nano, mentre Chelvin è sempre stato così alto che poteva benissimo passare per un piccolo elfo. E così è stato alla commemorazione per la morte davvero bizzarra del vecchio Messuja Goodbottle. Un giorno vi dovrò raccontare cosa gli è successo...dovreste partecipare alle feste in suo onore, davvero uno spasso. "
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Per il resto del pomeriggio i tre vagano per il bazaar. Purtroppo i fasti e le ricchezze di quel posto sono un ricordo antecedente al disastro dei Cerchi di Vuoto. Molti locali sono chiusi, alcuni banchetti pieni solo a metà. Malgrado tutto però, cercando bene, si trova quasi tutto ciò di cui si ha bisogno. I tre si perdono quasi nel dedalo di vicoli e stradine dentro i quali è impossibile vedere il cielo: tende, nastri, ombrelloni e coperture varie di mille colori diversi creano una fitta coltre semovente che tiene al riparo dai raggi del sole tutto il bazaar. La luce proviene da ogni tipo di lampada, lampione, lucerna, torcia. I profumi investono gli avventori con aromi di spezie, dolci odori di frutta e fiori, acre sudore, nauseante pesce. Un mercante non ha ciò che serve a Jebbeddo, ma propone una pozione per diminuire la sue dimensioni e intrufolarsi come un topo ovunque egli voglia per sole 200 monete d'oro. Un altro dice di conoscere un tizio che potrebbe avere delle pergamene per camuffare i tre, ma il tizio si scopre essere un buffo stregone ubriaco che non riesce neppure a trovare la strada di casa. Un ultimo ambulante propone qualcosa di interessante: lavora con una compagnia teatrale e potrebbe rendere irriconoscibili i tre utilizzando i suoi trucchi. Gli bastano 50 monete d'oro e il suo completo anonimato in caso di guai.
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Eldon saluta ripromettendo al mercante di tornare per parlare della famiglia Fruitlight che, forse, potrebbe essere legata ai Goodbottle in qualche modo. Il gruppo viene scortato cortesemente da un paio di guardie fuori dal magazzino e incrocia, sulla soglia, un uomo in toga elegante e monocolo che viene accolto con calore e accompagnato verso l'ufficio.
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L'halfling non nasconde un sorriso di soddisfazione e prende subito pergamena e piuma. "Vi scrivo immediatamente due righe da presentare alla porta del Mastro Costruttore. Prima fate, prima ci togliamo questo spiacevole sasso dalla scarpa." L'halfling conclude la missiva con la sua firma, la arrotola e appone il suo sigillo, su una ceralacca di un giallo abbagliante. "Ecco a voi... Spero davvero facciate del vostro meglio. Ora, se volete scusarmi, ho altri importanti affari che attendono e non vorrei spaventare il prossimo ospite mostrandomi con tre avventurieri nello studio, non so se mi spiego..."
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Cookie li invita ad entrare nel suo ufficio, un elegante stanza ricavata all'interno del magazzino, con un paio di poltrone e un divano attorno a un tavolino su cui un cesto di frutta e alcune bottiglie sono state preparate per gli ospiti. L'halfling si dirige però verso la scrivania, ingombra di carte, raccoglitori e qualche campione di merce da mostrare. Fa cenno a Jebbeddo di sedersi a una delle due sedie. "Capisco, so che iniziano a circolare dubbi sulla reale provenienza dei suoi artefatti. Come sapete, l'ho contattato per un oggetto di cui ho bisogno per presenziare a un evento di famiglia: sarà il regalo per la mia nipote, prossima al matrimonio. Ho pagato un lauto anticipo per averlo e mi aspetto di riceverlo non appena avrò liquidità. Ma se fosse un falso allora dovrei avere anche indietro il mio anticipo. Comunque, posso dirvi che non riesco a parlare con Thogloron da un paio di settimane. Abbiamo una consegna di polvere di ametista e altri materiali alchemici per la settimana prossima, ma lui non si presenta mai alle consegne e non lascia entrare nessuno nella torre. Potrei darvi una mano, ma dobbiamo fare un accordo. Perorerete la mia causa per l'oggetto in questione e, in caso fosse un falso, proverete a recuperare il mio anticipo. Cosa ne dite? Provare a chiedere un colloquio per mio conto, inventandovi una qualche scusa sul ritardo di approvvigionamento di qualche materiale. Forse così vi farà entrare per discuterne. Vi darei anche un mio sigillo o una missiva che autentichi la vostra affiliazione alla mia organizzazione. "
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L'atteggiamento del mercante passa da sospettoso a incuriosito. "Il Consiglio addirittura. Avranno capito che per il loro buon nome non si può accettare il comportamento di quello spocchioso funzionario da quattro soldi." Quindi controlla una meridiana montata sulla facciata sud del magazzino. E' circa metà pomeriggio. "D'accordo, posso concedervi un pò di tempo mentre aspetto un altro finanziatore. L'incontro di prima è terminato inaspettatamente presto. Venite." Conduce il gruppo all'interno del magazzino. Anche qui c'è molta attenzione alla sicurezza: coppie di guardie stanno appostate a ogni entrata, sui camminamenti e davanti ad alcune stanze. Una gabbia di legno contiene un numero impressionante di zombie, tutti modificati per essere resi utili e innocui trasportatori, senza mascella, con le mani imbottite e catene ai piedi. Un paio di persone stanno marchiando a fuoco i non morti che, senza neanche gemere, si fanno manipolare senza opporre resistenza. L'halfling spiega: "Il periodo è quanto mai complesso per noi mercanti. Abbiamo deciso di marchiare i nostri zombie con simbolo dell'azienda perchè troppi scompaiono senza lasciare traccia. Mentre andiamo verso il mio ufficio, spiegatemi il perchè dell'interesse del Consiglio."
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L'halfling alza il sopracciglio e osserva, valutando,il gruppetto che gli si è appena presentato: "Ebbene allora vi manda quell'intrigante di Wanderi allora. Tornerete da lui a mani vuote... Anzi con un quesito. Cosa diavolo se ne fa di un gioielli a foggia di foglia di Luiren. È roba halfing, dovrebbe saperlo bene lui." Eldon annuisce vistosamente e conferma: " Roba halfing, vero. Come le sciarpe della casata, i bottoni di ottone e i vasi di sottaceti. Almeno, al villaggio era così...che bontà le albicocche della vecchia Rosellina Moneytalk...credo che alla fine abbia sposato un Ashtrayer, anche se era in parola con un cugino Goodbottle...robe da matti! "
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I tre si avviano verso i moli e non è difficile per loro individuare il quartier generale dell'halfling mercante. Un grande magazzino dalle alte finestre è ornato da bandiere gialle in cui fa sfoggio una ciambella colorata. Lavoranti stanno spostando sacchi di juta a ridosso del muro esterno mentre una coppia di figuri armati di lunghe aste con un laccio sulla punta stanno portando verso l'interno un paio di persone macilente legate per il collo. Da più vicino si nota che in realtà sono due degli zombie sicuramente utilizzati come facchini. Si nota subito che la sicurezza è al primo posto tra le preoccupazioni di Topper “Cookie” Fruitlight. Un paio di guardie piantonano la porta, almeno due squadre da due pattugliano il perimetro e, sul tetto, altre tre guardie controllano i movimenti su ogni lato dello stabile. Il gruppo sta per arrivare all'ingresso quando, con un pò di trambusto, esce un umano dall'aria un pò infastidita, molto ben vestito, con una valigetta al seguito e un curioso halfling che lo tira per il giacchetto che dice: "Vi prego, messere, non siate così precipitoso. Non durerà a molto, ho un carico molto importante che sta per essere piazzato e un paio di debitori che salderanno a breve. Non fate così, vi prego...messere..." Ma questi si libera della presa e va via dritto per la sua strada senza più voltarsi indietro. L'halfling rimane afflitto qualche istante a guardarlo, poi nota le tre figure in avvicinamento, si ricompone e tenta di prendere una posizione che mostri sicurezza. "E voi tre che cosa state venendo a fare? Se vi manda Yerevan ditegli pure che la sua merce arriverà la settimana prossima e che non gli concederò alcuno sconto. Se invece cercate lavoro non sono in condizione di accettare sconosciuti all'interno dei miei affari ultimamente..."
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Eldon rimane qualche secondo silenzioso, immerso come al solito nei suoi pensieri. Ma la pausa non dura troppo: "Sapete, una volta la cugina Djaneira si spacciò per una Stormgulp alla festa di suo padre Vaudeville. Si scurí la pelle con il succo di mora e arricciò i capelli alla foggia delle loro signore. Nessuno se ne rese conto finché, troppo ubriaca, andò da suo padre ad abbracciarlo e baciarlo, gridando quanto lo amasse. Subito si pensò fosse la moglie di Vaudeville, mai resa nota a nessuno della famiglia. Dovete sapere che il buon Vaudeville Goodbottle ebbe tre figli, ma nessuno seppe mai chi fosse la madre. Lui certo era il padre vista la spaventosa somiglianza, ma probabilmente la madre rimase nel paese di origine che Vaudeville, durante i suoi viaggi, non mancava di visitare. Era un grande giramondo...ma sto forse divagando; Keidros ricordami di finire di raccontarti la storia prima di sera. Ad ogni modo, mi piace l'idea di Jebbeddo. Sentiamo cosa dice questo hin mercante. Sarebbe anche educato provare a risolvergli la questione dell'oggetto conteso, se siete d'accordo. Finiamo il nostro bicchiere e andiamo dritti da Cookie. Che poi chissà se commercia dolciumi, avrei proprio voglia di un pasticcino al miele e uvetta."
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Fuori il caldo inizia ad essere opprimente. Le strade sono quasi libere per la consueta pausa dovuta alle temperature alte. Solo alcuni gruppi di gnoll sono in giro a far ronda quindi è facile, andando verso la locanda, capire che nessuno sta seguendo il gruppo. Eldon intanto spiega il suo punto di vista: "Parecchie cose girano intorno ai mercanti in questa città. Sicuramente meno di un tempo, ma sembra che i traffici qui siano sempre in movimento, come un elfo con un nido di vespe nel giacchetto. Non abbiamo prove certe che la questione del Costruttore e i problemi ai mercanti siano collegati. Non lo darei per scontato ma terrei comunque gli occhi aperti. Ora possiamo chiedere informazioni a Cookie o provare a entrare con le buone nella torre. Sembrano comunque due buone strategie..." Nel frattempo il gruppo arriva da Ozzy e prende posto a un tavolo.
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L'illithid risponde sicuro:"Andate al porto, il suo quartier generale è il grande magazzino a sud. Lo riconoscerete dalle insegne." Un'immagine appare nelle menti dei tre. Una bandiera garrisce al vento, gialla come la paglia e con al centro una ciambella bianca con zuccherini colorati sopra.
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La voce dell'Illithid arriva alla mente dei tre proprio mentre Eldon stava per dire qualcosa: "Mi aggiungo ai ringraziamenti del mio amico. Se non c'è altro, vi chiederei di lasciarci soli adesso. Abbiamo altri affari di cui occuparci in privato."
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"Il laboratorio di un artigiano è il suo mondo e difficilmente ci si accede. Le regole del Consiglio degli Artigiani sono chiare e non permettono a nessuno di violare quello spazio contro la volontà del suo proprietario. Le contrattazioni solitamente avvengono al di fuori di esso. Nel caso di Thogloron poi, nessuno è mai venuto a conoscenza dei suoi segreti. Tutti i suoi aiutanti, e sono molti, sono legati da patti magici che li obbligano al silenzio. Ultimamente poi nessuno entra e esce dalla torre laboratorio, ormai da parecchio tempo. Qualcosa non va nel verso che dovrebbe, là dentro. Posso consigliarvi due cose: la prima è presentarvi alla porta e provare a convincere chi troverete dall'altra parte ad aprire la porta. Giusto un paio di giorni fa ho mandato un mio collaboratore a chiedere l'ennesima udienza a Thogloron, ma questa mi è stata negata; da quanto ho capito, il servo di Thogloron era molto confuso, parlava in maniera strana e non rispondeva lucidamente alle domande. Potreste usarlo a vostro vantaggio La seconda cosa che potreste provare è attendere l'arrivo dei rifornimenti che solitamente vengono consegnati alla torre dai galoppini di qualche mercante. In quel momento la porta viene aperta per far entrare i corrieri e potreste approfittarne. Non so dirvi però quando sarà la prossima consegna o chi siano i mercanti coinvolti, mi spiace. Ancora una cosa: da sempre si vocifera che, anche all'interno della sua stessa tana, Thogloron si diletti a nascondere le cose tramite indovinelli, giochi di logica e trabocchetti. Non mi aspetto trappole in giro laddove i suoi aiutanti possono circolare liberamente, ma non mi stupirei più di tanto se qualche zona fosse chiusa da questi giochetti." Drusgax prova faticosamente un paio di volte ad alzarsi dalla poltrona, ricadendo pesante su di essa. Poi con un ultimo sforzo accompagnato da un grugnito riesce a mettersi in piedi, mostrando tutta la sua morbida mole flaccida e cascante. "Se non avete altre domande vi auguro la migliore fortuna e ricordate che sarete sempre i benvenuti al Consiglio, se ci leverete da questo impiccio."
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Il gruppo si accomiata dal negozio e si concede una mattinata per discutere. Dopo un pranzo gustoso alla Taverna di Ozzy i tornano al negozio. L'Illithid comunica loro telepaticamente di attendere fuori ancora qualche istante, quindi li invita ad entrare. "Vi presento Drusgax di Eltabbar, che vi ringrazia per l'impegno profuso per la causa." Un glabro ed enormemente grasso umano siede su una poltrona a qualche passo dalla scrivania dell'Illithid. E' vestito di una tunica azzurra sgargiante e mille gioielli impreziosiscono la sua figura adornando le dita, il collo, le orecchie, la testa. Un pungente odore di incenso misto a frutta dolce riempie tutto il negozio. Drusgax non fa neppure il gesto di alzarsi, ma si rivolge con un sorriso ai tre. "Sono a vostra disposizione. Mi ha detto Zh'tfaks che avete bisogno di una mano prima di buttarvi in questa avventura. Se posso, vi aiuterò con piacere."