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Mondo Oscuro - La Resistenza
Per la giornata non se ne parla di partire, la tormenta continua fino a sera, anche se è più il vento che la neve a flagellare i Cavalieri. Eldon continua a preparare bevande calde per tutti a basa delle erbe della sua borsa, per portare un po' di conforto dal freddo. Intanto le fiamme ardono grazie al carretto, mantenendo il tepore all'interno del rudere. Jebbeddo intanto studia la pelle che così tanto crea disagio al suo amico. Sicuramente non ha mai visto nulla di simile. Il colore è un blu intenso e quasi luminoso, con venature viola profonde e irregolari. L'esterno è davvero strano, fatto come a scaglie ma invece che essere affilate come quelle di un rettile sono tondeggianti, quindi a ventosa, e leggermente gommose. L'interno poi è ancora più strano: un intricato labirinto di vasi sanguigni di un blu acceso su sfondo viola scuro, dalla dimensione di un capello fino a quella di un mignolo. Lasciata da parte la pelle, lo gnomo conclude finalmente la costruzione del giocattolo meccanico, facendo così passare il tempo in quella giornata noiosamente fredda. Eldon resta in meditazione, spesso esce nella tormenta e resta in preghiera vicino ai tumuli. Sta approfittando della pausa forzata per celebrare la Decomposizione. Poco prima del tramonto torna nel rudere:" I lupi sono di nuovo vicini, li ho sentiti ululare nella tormenta. Ma qualcosa li tiene lontani, e non siamo noi. Altro si muove qua intorno. Meglio fare attenzione."
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Mondo Oscuro - La Resistenza
Eldon decide di restare al casolare per mantenere il fuoco acceso e fare l'inventario. Il viaggio potrebbe durare ancora qualche giorno e le scorte vanno ben considerate. Jebbeddo e Keidros intanto girano attorno alla ricerca di legna da ardere. Non trovano molto di utilizzabile visto lo strato di neve che si è depositato su tutto e faticano parecchio ad avanzare a piedi. Keidros però capisce che con il cavallo, una volta scesa la tormenta, potrebbero avventurarsi per il sentiero. Una volta tornati al rudere trovano Eldon che lavora sul carretto. Ha usato le pelli più grosse per chiudere le finestre e sta iniziando a smantellare le parti più piccole. "Questo dovrebbe bruciare bene". dice soddisfatto. Poi più preoccupato continua: "Quante razioni avete? Dobbiamo andare alla miniera e tornare, non so quanto cibo troveremo sulla strada. Il cavallo fuori se lo sono già mangiato i lupi o sarebbe stato una buona variazione del menu."
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Prima che lo gnomo esca Eldon suggerisce di tenere le cavalcature al chiuso nel casolare, per evitare brutte sorprese. "L'odore non sarà un granchè, ma anche noi dopo questo viaggio iniziamo a non sapere più di fresco pulito. E poi faremo effetto stalla, scalderemo l'ambiente. " La tormenta rende difficile anche raggiungere il riparo dei cavalli, coperti ma infreddoliti. Jebbeddo li trova uno vicino all'altro che tentano di scaldarsi tra loro. La paglia è congelata, ma gli animali dopotutto riescono comunque a mangiarla; sono bestie forti, scelte per la guardia, non abituate al freddo ma molto resistenti. Mentre preparano una frugale colazione Eldon va a controllare i tumuli. Ci sono evidenti segni di zampate tutto attorno, mentre il cadavere del cavallo è stato spolpato e ne resta solo metà, congelata e semicoperta dalla neve. "Dovremo recuperare anche della legna o non avremo più di che alimentare il fuoco." dice ai suoi compagni scaldando un pò di neve per farne un the caldo.
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Il turno di Jebbeddo passa in allerta. Un branco di lupi vaga intorno alla costruzione ma non si avvicina abbastanza da essere avvistato. Fortunatamente con le prime luci dell'alba gli animali si allontanano. La neve però continua a cadere e rende quasi impossibile avanzare senza perdere la via.
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Malgrado abbia apprezzato le monete, anche da distante Keidros può sentire la repulsione con la pelle nascosta in quel doppio fondo. Un fastidio, quasi un rancore, verso quell'oggetto inanimato quasi lo stupisce. Il rito di tumulazione viene completato in breve: Eldon incide alcuni simboli sulle pietre, ne dispone alcune in maniera opportuna, recita diverse preghiere e accende candele profumate. Poi i tre si organizzano per spostare la carcassa del cavallo fuori dal rudere e poco lontano dai tumuli, legandola ai cavalli e trascinandola di forza. Intanto la neve inizia a cadere copiosa e le temperature a scendere. "Sarà una notte fredda." dice l'halfling sfregandosi le mani. "SIamo fortunati ad avere questo modesto riparo. Io monto comunque la tenda, al chiuso si starà più al caldo." E così il campo per la notte è pronto. Sul fuoco i tre scaldano le razioni da viaggio e mangiano chiacchierando del più e del meno. Poi organizzano i turni e vanno a riposare. Eldon si propone come primo di turno e recita qualche preghiera sempre per onorare la Decomposizione. Più tardi l'halfling va a sveglire Keidros per il suo turno. A metà notte la neve sta ancora cadendo a grandi fiocchi, tanto fitta da impedire la vista dei tumuli dalla porta del rudere, malgrado fossero a pochi metri. Fuori lo strado di neve inizia ad essere abbastanza alto da rendere difficile l'avanzata a piedi, anche se i cavalli dovrebbero ancora riuscire ad avanzare. Poco prima di andare a chiamare Jebbeddo, il tiefling sente, nel silenzio ovattato della nevicata, ululati poco distanti, in avvicinamento. Poco dopo rumori distinti come di cani che ringhiano tra loro si sentono a qualche decina di metri dal rudere, in direzione della carcassa del cavallo.
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Mentre sposta i corpi, il tiefling fruga in cerca di qualcosa di interessante. I viaggiatori dovevano essere mercanti di pelli. Trova una decina di monete d'oro e tre boccette di tinture o pozioni di cui non conosce il contenuto, più un libro contabile con qualche indicazione. Sul carretto invece, oltre a pelli di diversi animali e in diversi stati di conservazione, i tre scoprono un doppiofondo rivelato dalla devastazione portata dai troll. All'interno sono presenti due sacchetti con 50 monete di platino l'uno e, molto più interessante, quella che sembra una strana pelle bluastra screziata di viola che subito a Keidros dà una pessima sensazione di repulsione e fastidio. Eldon intanto è ben felice della proposta di Keidros e decide di tumulare i corpi con le pietre cadute del rudere e celebrare un rito formale per celebrare e onorare la morte dei due sfortunati.
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I tre si dirigono verso il rudere, mentre Eldon si occupa di rattoppare le ferite dei compagni con le sue abilità e grazie ai poteri divini. "Ricordiamoci dei cavalli" dice Eldon. Una volta dentro i tre scoprono il motivo per cui i troll erano rifugiati là dentro: un carretto mezzo distrutto con sopra i corpi maciullati di due uomini e un cavallo è abbandonato a lato della stanza. Il cavallo ha qualche segno di morso sulle cosce: probabilmente avevano assalito i viandanti e ne stavano facendo il loro pasto. Il resto del rudere è per il resto desolato, ma comunque un buon rifugio per la notte con segni di vecchi falò.
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Il dardo colpisce il corpo sanguinante del troll che già iniziava a richiudere le ferite inferte poco prima. Ma la fiamma magica dello gnomo mette fine a quel processo rigenerativo tipico di quelle creature. Il troll ha un leggero spasmo e quindi si immobilizza, sancendo definitivamente la morte dell'avversario. Intanto anche Eldon pensa di fare la stessa cosa con l'altro, scagliando sul corpo una boccetta il cui liquido, una volta a contatto con l'aria, prende fuoco istantaneamente, consumando le carni della creatura. Un pessimo olezzo di carne bruciata inizia a sollevarsi sul campo di battaglia. Tutto intorno, schizzi di sangue e fango imbrattano il manto nevoso.
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Lo gnomo attacca dal basso il troll, cercando di colpirlo al torace, ma il nemico vede il suo movimento devia la lama con un feroce colpo di artigli. Keidros invece sfrutta questo brusco scatto dell'avversario e riesce nuovamente a bucare la difesa del troll e perforare la dura pelle lanugginosa all'altezza dello stomaco, facendo penetrare in profondità la lama dello stocco che trafigge e attraversa tessuti ed organi interni finchè l'elsa stessa dell'arma non arresta la sua corsa contro il ventre molliccio del nemico. Il mostro emette un gorgoglio sommesso e si accascia, rischiando di schiacciare Eldon il quale, per un soffio, riesce a scansare il corpo inerme che crolla al suolo.
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La mossa del tiefling mette in difficoltà il troll che si vede attaccato su più fronti, scoprendosi e lasciando penetrare l'arma avversaria nelle sue difese. Il colpo ferisce il mostro al fianco, da cui sgorga un sangue scuro e maleodorante. Eldon incalza il troll, evocando il potere del suo dio sul nemico, sul quale si scarica dall'alto una pioggia di fiamme luminose che lo feriscono e distraggono. Intanto il mazzafrusto etereo continua ad attaccare, flagellando le spalle del gigante, visibilmente indebolito dagli attacchi.
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Lo stocco di Jebbeddo trova facilmente strada nella goffa difesa del troll e lo infilza sotto le costole, infilzando la lama fino all'elsa. Il troll, esausto, crolla a terra. Poi lo gnomo usa le sue abilità per rendere meno gravi le ferite appena subite. Intanto il troll davanti a Eldon e Keidros si innervosisce a causa della caduta del suo compagno. Guarda Jebbeddo, poi i due bersagli davanti a sè. Decide quindi di attaccare con la sua forza bruta entrambi gli avversari. Complice la esagerata violenza dell'attacco, Keidros schiva facilmente il colpo, mentre Eldon non è così fortunato e viene artigliato al volto e inizia a sanguinare copiosamente.
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Il troll che fronteggia Jebbeddo si riprende dal precedente attacco devastante e tenta di colpire lo gnomo, anche se nei suoi occhi si può vedere il terrore che questi gli scagli nuovamente le fiamme brucianti addosso. I suoi attacchi sono goffi e impacciati a causa delle profonde ferite e ustioni che gli ricoprono il corpo, ma riesce comunque con un colpo di fortuna ad artigliare lo gnomo, ferendolo lievemente. Eldon intanto si appresta a dare supporto al suo amico, piazzondosi al suo fianco, invocando la sua divinità e recitando una breve benedizione, che risana le ferite del tiefling e lo rinvigorisce.
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L'arma incantata crepita, inizia a fumare e ad emettere una luce rossastra, come se calda come appena uscita da una fornace. Poi dalla sua punta scaturisce una vampa di fuoco rovente, un torrente di fuoco liquido e crepitante che illumina la scena di un rosso vivo e investe entrambe le creature con precisione. Le loro urla di rabbia si trasformano presto in gridi di dolore mentre il fuoco magico ne devasta le carni impedendone la rigenerazione. Il troll ferito è visibilmente indebolito e quasi del tutto fuori combattimento, mentre il suo compagno è ancor più furioso per i danni ricevuti e abbatte la sua rabbia sul tiefling, lacerandone le vesti e la carne in più punti con gli artigli mostruosi.
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Il troll ferito si strappa la freccia dalla spalla con un gesto rabbioso e abbatte entrambi gli artigli sullo gnomo, mentre la sua carne si richiude, rigenerandosi ma lasciando una cicatrice. Jebbeddo riesce ad evitare agilmente un colpo, ma l'altro lo artiglia alla gamba di striscio mentre sguscia di lato, ferendolo leggermente. Eldon intanto fronteggia l'altro nemico, affiancato dal tiefling con la sua arma misteriosa, e decide di evocare anch'egli l'arma della sua divinità: un flagello etereo compare alle spalle del troll, colpendolo con violenza sulla schiena.
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I dardi esplodono nel petto dell'avversario, quasi stordito da tutti quegli attacchi ma sempre furioso. Jebbeddo poi lo affronta faccia a faccia, pronto allo scontro. Intanto anche il secondo nemico ha visto i tre e decide di buttarsi nella mischia, correndo contro Eldon per scagliarglisi contro con tutte le sue forze.
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Il colpo di Keidros saetta verso le spalle del troll che sta per voltarsi. Si conficca nella spalla, appena più in alto e lo avrebbe trapassato nel collo. Comunque un nuovo verso di dolore esce dalla bocca del nemico che, infuriato, carica il gruppo avvicinandosi pericolosamente. Ora che è più vicino i tre notano che è un tipo di troll che deve essersi adattato alle montagne, dalla pelle scura, gli arti lunghi e artigliati, la pelle spessa e lanugginosa, coperto da un semplice straccio che lo copre come una tunica dalle spalle alle cosce. Uguale è l'altro troll, più basso ma più tozzo, sguardo stupito verso ciò che sta succedendo fuori dal rudere. Eldon decide di continuare a bersagliare lo stesso nemico, punta il dito verso di lui e urla in nome di Urogalan al cielo. Un raggio di energia nera e crepitante si forma istantaneamente e saetta dall'halfling al mostro, lo avvolge e sembra quasi consumarlo, rendendone la carica più stanca.
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I quattro dardi volano in direzione del troll che fugge, colpendolo alla schiena. Un urlo di rabbia e dolore, mentre il suo compagno da dentro il rudere ancora non capisce che accade e si avvia verso l'esterno. Eldon intanto urla "Le campane rintoccano anche per i vili." e un suono di campane a morto inizia a espandersi nell'aria. Il troll più lontano sembra soffrire più di tutti, portandosi le mani alle orecchie.
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Keidros invia il suo incantesimo verso uno dei due bersagli. Il troll inizia a sentire rumori strani e fastidiosi. Si guarda intorno, guarda il suo compagno, mentre i suoni aumentano di intensità fino a diventare insopportabili. Il troll si lamenta prima, mentre l'altro lo guarda interdetto. Poi urla di paura e dolore e scappa fuori dal rudere, correndo allontanandosi dal tiefling.
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I tre decidono di avvicinarsi cautamente al rudere. Complice il manto nevoso che attutisce i rumori, in breve riescono ad arrivare ad un tiro di sasso dalla porta della struttura. Eldon sussurra a Jebbeddo di tenersi pronto perché la neve nasconde i suoni ma rende ben visibili le orme. Tuttavia per ora nessuna reazione sembra essere scatenata sui nemici. Da un ottimo punto di osservazione dietro alcuni massi, Keidros conferma che all'interno sono presenti due troll con un qualche bottino che boffonchiano tra loro. Sono però del tutto ignari di chi li sta spiando.
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La zona, tutto intorno, è abbastanza brulla. La strada percorre un piccolo pianoro pietroso, a ovest limitato da una ripida parete rocciosa, a est da un bosco con i primi alberi ad un tiro d'arco dal rudere. A ben guardare le impronte vengono proprio dal bosco. Eldon suggerisce di legare i cavalli a distanza in modo che non si spaventino e scappino in caso di scontro e che non facciano rumore allertando chi si nasconde dentro. Trovano un piccolo spiazzo riparato dietro ad alcune rocce dove li lasciano e si avvicinano furtivi alla struttura. Jebbeddo ora è sicuro: dentro al rudere ci sono un paio di grossi troll.
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I tre si fermano a studiare la pista prima di ripartire. Sembrerebbe proprio che almeno due creature di grandi dimensioni abbiano tagliato la pista, che va verso est, da nord a sud. Sembrano grossi e pesanti bipedi, forse troll, suggerisce Eldon memore degli avvertimenti sentiti sulle creature che popolano la zona. Le tracce si perdono nella boscaglia, accompagnate da rami spezzati e piante travolte. I tre comunque si rimettono in viaggio fino al successivo punto indicato sulla mappa come un rifugio per la notte. E infatti trovano un piccolo rudere a lato della strada. Keidros nota però movimento al suo interno quando sono ancora a mezzo miglio di distanza: per un attimo qualcosa di grosso che sembrava un braccio umanoide è spuntato dalla finestra. A ben guardare, tutta la neve intorno al casolare è calpestata, anche se la pista che stanno battendo per raggiungerla invece è fresca.
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Jebbeddo ha un'ottima intuizione e controlla le carte: dopotutto se la miniera è così distante il padrone in visita deve aver predisposto qualche rifugio. E così è: a circa un giorno comodo di viaggio sono segnati sulla mappa dei piccoli simboli di casa, probabilmente rifugi per la notte. I tre viaggiano lungo un percorso innevato ma abbastanza agevole, mentre le previsioni di Eldon si avverano e il cielo si sgombra, fino a sera quando trovano un piccolo casolare abbandonato in cui passare la notte. Eldon è felice e organizza un piccolo rituale per omaggiare l'inizio del mese sacro, offrendo cibo e doni a Urogalan. Il giorno dopo, con un sole tiepido ad accompagnarli, i tre riprendono il cammino. Il freddo lì sta fiaccando ma il clima è clemente. A metà giornata però la pista è interrotta da evidenti tracce di passaggio. Qualcosa di grosso si aggira sui pendii.
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L'halfling ringrazia Jebbeddo per il pensiero gentile ma rifiuta di fermarsi. "Non perdiamo tempo, la nostra missione è decisamente troppo importante. Celebreremo lungo la strada, sperando nel tempo clemente e nel favore di Urogalan." Detto questo i tre finiscono di attrezzare il campo, finendo di consumare il pasto al caldo, all'asciutto e con i cavalli al sicuro. Fuori la neve continua a cadere e avvolge il mondo in un silenzio ovattato. Niente sembra muoversi durante la notte e, malgrado comunque si facciano i turni, la mattina si svegliano tutti riposati e rinfrancati. La neve continua a cadere lieve, in diminuzione. Fuori dalla casa il percorso valutano essere agibile, anche se il viaggio sarà rallentato sicuramente. "Andiamo, il clima sembra in miglioramento. Confido in un cielo sereno questa sera." sentenzia Eldon, decisamente di buon umore.
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I tre trovano il necessario: una comoda stalla per i cavalli, legna e coperte. Possono organizzarsi dormire nel salone, come chi li ha preceduti, oppure nelle varie camere, più fredde perchè senza camino ma forse più comode. La porta d'ingresso è sfondata ma volendo potrebbero sbarrarla. Cibo però non ne trovano e dovranno consumare le loro risorse. Eldon mentre si organizzano ricorda ai compagni: "Domani è il 30 del mese, ultimo giorno di Foglie Cadute. Poi inizia la Decomposizione, un mese molto importante per me. Spero avremo il tempo di celebrarne degnamente l'inizio."
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Eldon annuisce, soddisfatto di come è andata la cerca. Non hanno trovato la loro preda ma le informazioni li hanno sicuramente messi in una posizione di vantaggio. "Non possiamo approfittare del riparo della magione, tenere i cavalli al sicuro e dormire al caldo?" Propone l'halfling, stufo del freddo e attratto dalle comodità di casa Sandwisper. Fuori intanto sta calando la notte e il nevischio si è tramutato in grossi fiocchi di neve che silenziosi iniziano a coprire il paesaggio.