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simo.bob

Circolo degli Antichi
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  1. Il dardo schizza nel buio, sfiorando per un soffio la creatura ma andandosi a perdere nell'oscurità. Le urla di Keidros agitano i cavalli e svegliano i compagni. La creatura, con tutta la sua mole, entra nello stabile emettendo suoni spaventosi. E' una bestia alta almeno quanto un troll con sei zampe artigliate con le quali si muove veloce. Ha un bulboso corpo pieno di scaglie, spuntoni e bargigli, due arti anteriori muscolosi con quello che sembrano mani ma con decine e decine di mollicce dita simili a tentacoli e una enorme testa, con zanno affilati e occhi malvagi. Nessuno ha mai visto nulla di simile. I cavalli, impazziti dal terrore, scalciano e sbuffano cercando di allontanarsi dalla bestia.
  2. Jebbeddo torna a dormire lasciando Keidros di guardia, le bestie adesso calme. Si mette comodo e resta vigile mentre la tempesta continua ad allontanarsi. La temperatura continua a scendere e il tiefling deve spesso aggiungere qualche pezzo di legna per tenere il fuoco acceso e mantenere al caldo sè e i suoi compagni di viaggio. Qualche ora dopo l'inizio del suo turno di guardia Keidros vede, dal suo punto di osservazione, qualcosa muoversi all'esterno della struttura. Una figura scivola nel buio là dove la parete è crollata, andando verso sinistra. Si muove cauta e silenziosa, senza emettere nessun suono udibile al di sopra del vento. Si sta avvicinando lentamente all'apertura tenendosi bassa e restando sotto vento. I cavalli infatti non sembrano essersi accorti di nulla. La creatura, qualcosa di mai visto da Keidros e difficilmente distinguibile fuori, al buio e nascosta tra le macerie, annusa l'aria e guarda nella direzione dei cavalli. Sicuramente è grossa più di un cavallo e con molti arti.
  3. I cavalli si tranquillizzano con la vicinanza di Jebbeddo, ma restano sull'attenti, voltando spesso la testa e cercando di allontanarsi dalla finestra per quanto glielo concedano i finimenti che li legano sul posto. Il vento e i tuoni lontani coprono tutti i rumori dall'esterno della casa e lo gnomo, sebbene in allerta, non sente nulla di strano. Il tempo passa e arriva il turno di Keidros.
  4. Il gruppo consuma un pasto al caldo e all'asciutto e il morale è abbastanza alto. Eldon racconta qualche storia strampalata, Edwin ogni tanto dice qualcosa su di sè o sulla città, ma niente di troppo specifico. Dopo un pò tutti si preparano per il riposo, mentre Jebbeddo monta di guardia. La notte è buia e fredda, il vento ancora abbastanza forte, ma ha smesso di piovere. Poco prima del cambio di guardia, i cavalli iniziano ad agitarsi. I due vicini alla finestra scrollano le schiene e nitriscono sommessamente mentre anche tutti gli altri iniziano a sbuffare e soffiare dalle narici. Lampi lontani illuminano brevemente il cielo, seguiti dai tuoni della tempesta che si allontana.
  5. La preparazione del campo è faticosa ma tutto sommato dopo qualche imprecazione Keidros riesce a mettere all'asciutto e al caldo i suoi compagni, usando anche i cavalli come riparo e fonte di calore. Il debole fuoco scoppietta e fuma vista il combustibile utilizzato, in gran parte legna umida, ma dopotutto il gruppetto può dirsi fortunato e passare una notte non esageratamente scomoda. Eldon è d'accordo sul far riposare Jebbeddo che sembra aver particolarmente subito gli effetti della tempesta. Edwin dal canto suo aiuta come può, evidentemente non avvezzo alle scomodità della vita da avventuriero ma abbastanza orgoglioso da non lamentarsi mai. Utlizzando qualche trucchetto asciuga come può un pò gli equipaggiamenti e un pò di legna, così che possano avere luce e calore per tutta la notte. Si propone anche per qualche ora di veglia visto che non ha un bisogno impellente di studiare i suoi scritti e incantesimi. La tempesta continua violenta per gran parte della notte. Fare la guardia non è semplice poichè i rumori sono completamente annegati nella furia del vento, ma fortunatamente niente disturba i viaggiatori nelle ore di buio. Solo poco prima dell'alba il vento si placa e la pioggia diminuisce di intensità. Un'alba grigia sorge sul Thay. Jebbeddo ha riposato a sufficienza e si sente perfettamente in grado di proseguire. Il gruppo si rimette presto in marcia per recuperare il tempo perso ma su una strada molto fangosa e difficile da percorrere. La pioggia leggera continua tutto il giorno e fortunatamente nessun evento disturba il viaggio fino all'arrivo, poco prima dell'imbrunire, a un rudere affianco alla strada, forse una vecchia locanda abbandonata. Edwin propone di fermarsi lì e li informa che sono ad una giornata da Tyraturos.
  6. La decisione è presa e tutti concordano che sia il caso di cercare riparo. Si trovano su un altopiano brullo e con molti punti scoperti, ma Keidros ha intravisto poco prima una formazione rocciosa che potrebbe darvi sufficiente riparo. Dopo un po' di marcia in senso contrario, il gruppo lascia la strada e si dirige a nord, verso rocce scoscese e molto ripide. La tempesta sta peggiorando e avanzare è difficile. Ormai sono tutti completamente zuppi e infreddoliti e anche i cavalli iniziano ad essere insofferenti. Purtroppo la ricerca non è così facile, ma finalmente dopo qualche tentativo andato a vuoto trovano un gruppo di rocce che forma quasi una copertura naturale abbastanza grande da permettere a tutti di restare al riparo dalla pioggia battente e magari accendere un fuoco. Subito ci si organizza per allestire un campo e presto le ombre iniziano ad allungarsi, mentre la temperatura continua a scendere.
  7. La serata termina tranquillamente tra un brindisi e una portata di stufato, quindi i tre si ritirano nelle loro stanze. Al risveglio consumano una abbondante colazione e si mettono in cammino, affrontando una pioggia leggera e un vento freddo. La strada verso Tyraturos è abbastanza buona ma si vedono davvero pochi viaggiatori: un gruppo di fanti in addestramento e qualche messaggero, nulla di più. A metà giornata il clima peggiora ulteriormente, tanto da trasformarsi quasi in una tempesta. Il vento soffia sempre più forte strappando le foglie dagli alberi, la pioggia aumenta considerevolmente rendendo il fondo pericolosamente scivoloso. Edwin si volta in direzione dei tre e chiede loro cosa credono sia meglio fare, proseguire, fermarsi e cercare un riparo di fortuna o andare avanti fino a una stazione di sosta e un riparo più confortevole.
  8. Le creature che escono dall'abisso hanno nomi comuni che le identificano per categoria, anche se variano molto di forma tra loro. FERUS La truppa, la carne da macello delle bestie dell'abisso. I Ferus hanno pelli scure e chitinose simili a quelle degli insetti, molteplici zampe artigliate, che variano da quattro a più di una dozzina a seconda della specie. Hanno solitamente la testa piatta e una bocca irta di zanne ed infine un grosso pungiglione o una chela sul fondo del corpo, spesso velenoso. Solitamente sono vulnerabili al fuoco, ma non si fermano a causa del dolore, anzi sembra che prima della morte abbiano ancora più forza. MALLEUS Un Malleus è una creatura potente, a guida di grandi orde di mostri minori, solitamente con grandi poteri psichici. VOLUCER Bestie alate di dimensioni che variano da quelle di un pipistrello a un pegaso, simili ai Ferus ma più snelle e deboli. EVERSOR I primi Eversor sono stati avvistati ad Eltabbar, poco prima della sua caduta. Sono i distruttori più potenti degli eserciti del vuoto, creature dai poteri inimmaginabili e spesso di dimensioni gargantuesche che sfruttano la loro forza e resistenza fisica per schiacciare le difese della Resistenza.
  9. Attualmente i Cerchi di Vuoto sono in: Baldur’s Gate (Amn) Sundabar (Marche d'Argento) Shadowdale (Valli) Sammarash (Lapaliiya) Elbulder (Chondatan) Eltabbar (Thay) CADUTA il 30 Marphenot 1490 CV
  10. Riassumo qui le principali notizie, convenzioni, nomi e informazioni sui Cerchi di Vuoto e le creature che da essi fuoriescono regolarmente.
  11. I presenti sono molto agitati e tesi. Tra qualche giorno partirà per Eltabbar un contingente di nuove reclute per la Resistenza, addestrate in questa città originariamente per servire negli eserciti personali dei maghi rossi. Gli ultimi attacchi dal Cerchio di Vuoto hanno però fiaccato le forze dei difensori che hanno bisogno di rinforzi freschi per reggere l'impatto di nuovi attacchi. L'ultima sortita poi sembra avere avuto un impatto tremendo. Un Malleus ha spazzato via una intera linea di difesa prima di essere fermato da un folto numero di maghi. Anche questi però hanno subito gravi perdite nel fronteggiarlo, soccombendo ai suoi attacchi mentali. Jebbeddo e i suoi amici scoprono qualcosa di più sulle creature fuggite. Sicuramente ci sono due grandi bestie alate simili a enormi pipistrelli che, una volta a terra, camminano su due zampe. Solitamente questo tipo di bestia è chiamato Volucer. Inoltre è scappato agli attacchi della Resistenza un folto gruppo di Ferus, ovvero la truppa, la carne da macello delle bestie dell'abisso. I Ferus hanno pelli scure e chitinose simili a quelle degli insetti, molteplici zampe artigliate, che variano da quattro a più di una dozzina a seconda della specie. Hanno solitamente la testa piatta e una bocca irta di zanne ed infine un grosso pungiglione o una chela sul fondo del corpo, spesso velenoso. Solitamente sono vulnerabili al fuoco, ma non si fermano a causa del dolore, anzi sembra che prima della morte abbiano ancora più forza. Per ultimo c'è chi dice che in mezzo alla gran massa di Ferus ci fossero anche altre bestie più grandi, ma qui i racconti si fanno contrastanti e le versioni non concordano più. La serata prosegue senza intoppi.
  12. Eldon scambia qualche parola con chi ha preso il primo turno di guardia della scorta di mercanti. Il suo turno passa tranquillo e quando inizia a sentire la stanchezza va a svegliare Keidros quando il nuovo gruppetto di sentinelle del gruppo di mercanti si è già posizionato. Durante il turno del tiefling la notte si fa molto fredda, portando correnti d'aria dalle montagne. La Dissolvenza, o Eleint, è inoltrata e l'inverno si avvicina. Il tiefling sente i discorsi di un paio di guardie che sperano di essere in città anche durante Granraccolto, la festa che determina la fine di questo mese e l'inizio di Foglie Cadute. Solo in un momento, durante la notte, i cavalli sembrano agitarsi e nitriscono spaventati, ma presto si tranquillizzano e tornano a riposare. Il resto della notte passa tranquillo e trova un Jebbeddo ben sveglio ma intorpidito dal freddo. I mercanti, contenti dell'arrivo dell'alba, gli portano una tazza fumante di the speziato ringraziandolo per la guardia condivisa della carovana. Pian piano l'accampamento si risveglia, tutti si scrollano di dosso le ore notturne e presto sono pronti a partire. Dopo i saluti di rito, il gruppo si mette in viaggio puntando verso est, adocchiando con preoccupazione delle scure nuvole all'orizzonte. Edwin a metà mattinata torna a parlare della missione e condivide con voi alcune preoccupazioni. "Quando saremo là sotto dovremo stare attenti. I minatori parlano di attacchi da fessure nelle pareti della caverna, fumo per soffocarli e crolli programmati che tagliavano fuori alcuni gruppi dalle vie di fuga. Avremo davvero parecchie cose di cui preoccuparci. Oggi comunque dovremo correre. Voglio arrivare ad Amrutlar prima di sera. Frustate i cavalli, li cambieremo alle scuderie del Tarch." A metà pomeriggio il tempo inizia a peggiorare. Una fine pioggerella e un vento freddo proveniente dalle montagne rende il viaggio molto più fastidioso, anche se la strada è sgombra e abbastanza pulita da permettere al gruppo di arrivare, al tramonto, in vista delle prime rovine della città. Edwin si presenta alle porte e vi garantisce un posto in una locanda all'interno delle mura, occupandosi lui di vitto e alloggio. "Mangiate e andate a riposare, non create problemi. La città è in preallarme viste le notizie da Eltabbar. Domani proseguiremo in direzione di Tyraturos alle prime luci dell'alba."
  13. Il gruppo già in sosta saluta cordialmente i nuovi arrivati. Ci si scambia qualche notizia, si offre un piatto di zuppa calda e un focolare. Edwin preferisce non mescolarsi e resta in disparte, assorto nello studio di un libercolo. Dalle conversazioni Jebbeddo scopre che i mercanti, provenienti dalla città a est Tyraturos, hanno sentito dell'attacco e delle creature sfuggite alla Resistenza, ma non hanno incontrato particolari difficoltà lungo il percorso se non uno scontro verbale con un gruppo di banditi, scoraggiati però dal gran numero di mercanti uniti nel viaggio. Quando inizia a fare buio Edwin chiede loro di organizzarsi e lasciare sempre qualcuno di guardia. Lui ha bisogno di riposare senza essere disturbato.
  14. Il viaggio durante la prima giornata passa molto tranquillo anche se le strade sono sempre poco trafficate. Edwin passa da momento loquaci ad altri di cupo silenzio, trasportato dai pensieri chissà dove. A Keidros risponde di buon umore. È convinto che questo evento porterà, per primo a lui, molti benefici. Primo perché i traffici ricominceranno a fiorire, il che porta sicuramente prosperità. Secondo perché ripartirà il processo di trasferimento da Eltabbar a Netethir della capitale del Thay, attività cominciata poco dopo l'apertura del Cerchio di Vuoto e rallentata pesantemente dai sabotaggi. Per quanto riguarda i Sepolti, Edwin passa qualche informazione qua e là, un po' meno propenso a condividere tutte le sue conoscenze. "Ci sono diverse leggende su di loro. Chi pensa siano una razza del sottosuolo, chi progenie degenerata dei Mulhorandi scacciati secoli fa, chi semplici fantasie. Ma ho trovato documenti attendibili che dimostrano che ci sia un fondo di verità in questo storia. Il Tharhion vuole vederci chiaro e crede saperne di più potrebbe venire a nostro vantaggio, ma ovviamente ha poche risorse da destinare a questa campagna. Ora godetevi il viaggio, questa sarà la parte facile." Lungo il percorso scoprono qualcosa di più sull'attacco a Eltabbar. A quanto pare le voci di uno sfondamento delle linee della Resistenza sono vere. Un paio di staffette dirette a Netethir giurano di aver visto creature strane nella notte aggirarsi sulle colline. Più tardi, durante una sosta, Edwin prosegue il discorso sui Sepolti. "Si dice padroneggino una magia dimenticata, un modo di manipolare la trama sconosciuto che sarebbe di grande interesse per i maghi rossi. Ma sembra siano solo dei selvaggi. Ho trovato il diario di un funzionario di una miniera, chiusa ormai da un secolo. Racconta dell'incontro con uno strano gruppo di albini, quasi ciechi, particolarmente aggressivi. All'inizio hanno avuto qualche problema sporadico, ma poi hanno trovato una grotta naturale e hanno iniziato a scavare li. A quel punto gli attacchi sono diventati insostenibili, anche negli altri siti dove scavavano. L'attività diventò così pericolosa che fu cessata; la zona venne abbandonata. Ma ho una mappa, sia per trovare la zona tra le montagne, sia per orientarci nel sottosuolo. Almeno in parte." Rimane un po' pensieroso per un po', quindi prosegue: "Dovremo scoprire il più possibile e auspicabilmente sequestrare un membro di quel popolo in modo che venga studiato a Netethir. Se la questione fosse interessante, in futuro si manderà un contingente piu nutrito del nostro gruppo a finire il lavoro." Tra qualche chiacchiera la giornata passa tranquilla, con i cavalli che trottano a un ritmo sostenibile ma abbastanza rapido. La strada è buona, il clima favorevole, il morale alto. All'imbrunire decidono di fermarsi nei pressi di una vecchia fattoria diroccata dove già una carovana è un sosta. Sono piccoli mercanti che trasportano beni di prima necessità di poco valore, ma comunque sono ben armati e organizzati per affrontare eventuali problemi dati sia da mostri che banditi.
  15. Alle porte trovano Edwin che li aspetta, con un paio di cavalli pronti alla partenza. "E così siete arrivati preparati, ottimo." dice vedendoli avvicinare. "Un po' di strada in sella non ci farà che bene. Andiamo, la via è lunga." Dopo un breve commiato con le Guardie della porta, il gruppo si mette in cammino, chiacchierando del più e del meno. Edwin sembra molto più tranquillo e rilassato del solito, malgrado la missione che stanno intraprendendo.
  16. Eldon coglie subito la palla al balzo mentre i tre escono a comprare ancora le ultime cose:" Beh certo, abbiamo termini che spesso mi dimentico usiamo solo noi quando parlo. Ad esempio qualche tempo fa ero in un tempio di Chauntea, parlando di un personaggio poco apprezzabile ho detto che era un saltaboschi. E subito i chierici della dea a innervosirsi perché pensavano facessi riferimento alla natura. Invece da me è un termine ben preciso e usato spesso. Come anche dire che uno pesca con la testa. Non certo letteralmente, ma è uno che non ci sta tutto con il cervello. Infine: scende gli angeli. Lo si dice con un tipico gesto delle mani per indicare che è una situazione di particolare godimento, soprattutto sportivo." La chiacchierata dura parecchio mentre i tre acquistano le ultime cose. Tre buoni cavalli e ancora qualche razione per Eldon. Chi gli aveva venduto l'asino non fa problemi a prenderselo indietro. 50 pezzi d'oro e i cavalli sono loro. Sulla via di ritorno Eldon ricorda ancora una cosa. "Un altro modo di dire, per indicare una situazione di estrema fatica, è evocare un luogo che è paragonabile all'inferno, dicendo: dal Cisotto. Erano i fondi di una fortezza, un posto malsano sempre invaso da sporcizia e malattie. Non di rado da creature mostruose. Non esiste più da tempo, ormai, demolito per far spazio a nuove costruzioni. Ma la sua leggenda rimane." La notte quindi passa tranquilla e il mattino dopo li coglie preparati e riposati a dovere.
  17. Il taverniere è ben contento di raccontare quanto sa dei dintorni della sua città. In passato è stato un piccolo mercante di prodotti alimentari che viaggiava parecchio in quelle zone. Spiega come Le Montagne dell'Alba siano un luogo interessante e pericoloso, pieno di valli nascoste e grotte inesplorate, dove mostri e banditi spesso trovano rifugio. Il viaggio potrebbe essere complesso per via dello stato di abbandono progressivo delle strade che, dall'apertura dei Cerchi, sta peggiorando di anno in anno, ma sicuramente lungo la via ci sono molti punti di sosta dove i viaggiatori si proteggono l'un l'altro la notte. Circa 400 miglia separano la città dalle Montagne, viaggiando leggeri se ne percorrono circa 50 al giorno, a cavallo forse il doppio se non ci sono sorprese lungo la via. Keidros chiede invece in giro informazioni sulle creature. Tutti concordano che le loro forme sono molteplici, da umanoidi mostruosi a creature orrende, da volatili tentacolati ad animali demoniaci. Certo è che nessuna di queste era mai stata vista prima dei Cerchi. I Malleus sono una categoria di creature. Escono come le altre creature solo di notte e vengono danneggiati dalla luce del sole, ma sono rari fortunatamente. Hanno diversi poteri, quasi sempre psichici. Infondono nelle truppe un terrore ancestrale che le porta ad andare in rotta e possono uccidere da molto distante con attacchi mentali. Solitamente solo potenti maghi riescono a tenere loro testa. L'ultimo uscito era, si dice, un umanoide alto 4 metri con zampe da capra, dieci braccia irte di ventose, una testa mostruosa con una becco affilato e quattro paia di occhi neri. È stato sconfitto da un grande contingente di maghi rossi ma, se non fosse stato per l'alba, avrebbe potuto avere la meglio. I mostri fuggiti sono più piccoli e di varia natura, ma nessuno sa dove possano essersi nascosti.
  18. Eldon chiacchera con parecchia gente e il morale è alto: il fatto che non era Beshaba a influenzare il commercio ma era tutta colpa di un complotto ha riportato un po' di speranza in città. A metà pomeriggio arriva però una notizia preoccupante: nella notte c'è stata una pesante sortita di mostri dal Cerchio di Vuoto in Eltabbar. La Resistenza ne ha assorbito l'impatto, ma c'è stato uno sfondamento in un punto a causa di un Malleus e parecchi mostri si sono dispersi nei territori circostanti. I tre scoprono che si iniziano a categorizzare le creature che escono dai Cerchi di Vuoto, malgrado le loro svariate forme. Un Malleus è una creatura potente, a guida di grandi orde di mostri minori, solitamente con grandi poteri psichici. La giornata e la notte passano tranquillamente nella locanda, più gremita e rumorosa del solito.
  19. Eldon prende lo zaino e inizia a tirare fuori cose di ogni genere: "Allora sicuramente materiale per fare qualche torcia, due boccette di liquido infiammabile... ah una pergamena di folata di vento che sotto terra può venire bene. Una pala e un piccone. Candele, dovessimo fermarci a riposare... e spago. Lo zio Scigri non sapete quante volte lo ripetesse: nelle caverne portatevi il filo. Non so a cosa può servire, ma l'ho preso. Ah, un antidoti, razioni per quattro giorni, chiodi... Direi che c'è tutto. Serve altro?" Chiedendo un po' in giro trovano un mulo con bisacce a una decina di monete d'oro, un prezzo di favore vista la loro fama che in città inizia ad aumentare. La storia dei falsi incidenti sta infatti rotolando di bocca in bocca.
  20. La serata in taverna scorre tranquilla, fin quando qualcuno porta la notizia dell'arresto di Morval e del Giovane. Tutti iniziano a fantasticare sugli eventi, a parlare di traffici illegali, colpo di stato, congiura... Solo il gruppo sa la verità, anche se forse qualcuno nel marasma di speculazioni indovina senza saperlo. La mattina arriva senza altri colpi di scena, trovando i tre riposati e pronti.
  21. Il mercante rifiuta la pergamena, preferisce non immischiarsi direttamente nella questione. Il gruppo quindi esce in direzione del mercato degli ambulanti dove sicuramente troveranno ristoro. Trovano un piccolo chiosco che vende pagnottelle alle mele. Eldon è sicuramente felice e inizia a mangiare, raccontando una delle sue storie al limite del senso logico. Quindi, quando è ora, si avviano verso la prigione, dove trovano ad aspettarli il Capitano. "I documenti sono in già in buone mani, andiamo agli uffici del Tarch e chiudiamo la faccenda. Non vedo l'ora di sbattere in cella quell'idiota di Morval." Il palazzo è sorvegliato da uomini della Guardia. Non appena il gruppo entra dal grande portone in legno e metallo, una voce li saluta. "E così vi dobbiamo nuovamente essere debitori. Avete reso un ottimo servizio anche questa volta. Buongiorno Capitano Rigunth, vedo che conosce già i miei amici" E' Edwin a parlare che, per qualche motivo, è già li ad aspettare il gruppo. Il capitano lo saluta brevemente quindi si dirige a passo sicuro verso un ufficio in particolare. Ufficiali e servi di palazzo lo guardano con curiosità, chiedendosi perchè sia accompagnato da quello strano gruppo. Lui continua deciso in direzione di uno specifico ufficio. Salgono al primo piano e arrivano davanti a un elegante portale decorato. Due della Guardia sono di picchetto in divisa da cerimonia. "Sono il Capitano Rigunth della Guardia. Devo parlare con il generale Bisrat urgentemente, è una questione di sicurezza per la città e tutto il tarch di Laprendar" I militari accennano un saluto e lasciano il passo, aprendo la porta e rivelando una grande stanza ricca di quadri e arazzi, armi e armature lucide, decorazioni militari e bandiere, con al centro un grande tavolo quadrato cesellato a mappa del Thai e dei paesi limitrofi, una vera e propria miniatura completa di rilievi, fiumi, città, villaggi e strade. Il Capitano scatta sull'attenti salutando il generale, un uomo magro e austero, con folti baffi bianchi, in divisa ufficiale stracarica di decorazioni. Gli manca il braccio sinistro, forse cicatrice di una antica battaglia, e i suoi vestiti sono cuciti appositamente senza le maniche da quel lato. Il generale saluta brevemente il capitano e osserva incuriosito il gruppo. Sembra infastidito dall'interruzione ma è sicuramente ansioso di sapere il perchè di quella visita. "Spero sia una questione importante, Capitano. E spero non stiate saltando la linea di comando. Il tenente colonnello Morval Arcas è a conoscenza di questa visita?" Felice che venga nominato, Rigunth inizia a raccontare tutta la storia, a partire dagli accordi con il Giovane fino all'intervento al covo di Berke. Il generale ascolta, il volto serio, la mano stretta a pugno. Non fa neppure un cenno se non alla fine del racconto del capitano. Quindi prende i documenti, legge le missive, riflette. "Ottimo lavoro. Guardie" Il generale richiama i due di picchetto nella stanza. "Siate testimoni." Si allontana, prende qualcosa da un cassetto e torna di fronte al gruppo. Strappa le decorazioni del Capitano e ne applica di nuove. "Tenente Colonnello Rigunth Airtop, il Tarch è vostro debitore, avete reso un grande servizio alla nostra città. E voi siate grati di aver incontrato il suo cammino. Tenente, li ricompensi adeguatamente." Quindi si volta, sempre serio in volto e, tornando a fare quello che ha interrotto al loro ingresso, liquida il gruppo. "E ora andate ad arrestare Morval e quel mercante. Che i suoi beni vengano distribuiti tra gli altri mercanti danneggiati." Fuori dal palazzo Rigunth ringrazia e promette di non dimenticarsi del gruppo, li saluta e va ad adempiere ai compiti appena richiesti dal generale. Edwin soddisfatto di aver partecipato alla questa celebrazione che sicuramente gli garantirà buona fama si allontana, ricordandovi il vostro appuntamento.
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