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ilmena

Circolo degli Antichi
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  1. Wolgard, umano barbaro Mentre ascolto il suggerimento di Raza spiego cosa ho trovato sull'altare. Ci sono cose strane sull'altare. Un pugnale ingioiellato, un libro con delle miniature, una ciotola con un liquido simile a quello che ho bevuto prima, incenso e candele. Una volta raccolto i medaglioni mi ricordo del drappo blu che nascondeva un altro oggetto, quindi mi ci dirigo per scoprirlo.
  2. Woltgard, umano barbaro Mi stupisce che avesse dubbi, questo Voltrak! dico con faccia dura alle statue. Continuo a fissarle, immobile, per diversi secondi. Mi volto poi verso i compagni. E ora cosa diavolo dovrei fare?????!
  3. Ecco qua, scusate il ritardo. E addio Beh, i personaggi sono in tremendo disaccordo, ma tra i giocatori c'è un saldo legame dettato dai tifi NBA PS no spoiler che guardo gara 5 in pausa pranzo XD
  4. Woltgard, umano barbaro Anche se non brillo per intelletto la richiesta delle statue mi è così ovvia che non devo nemmeno spremere le mie meningi. Quindi devo semplicemente uccidere questo bambino sconosciuto e questo dolore avrà fine? E inoltre otterrò quello che serve per uscire finalmente da questo posto di mxxxa? Davvero è così semplice? Perfetto... gli prenderò la testa e gliela torcerò di lato fino a sentire il solito crack, e sarà andato senza nemmeno provare troppo dolore. Vieni qui, nanerottolo. Questi sono i pensieri che forse avrei avuto fino a qualche giorno fa. Ma ora non riesco a non vedere nel volto di Toff il volto di mio figlio Wolson sorridente che mi viene incontro strattonandomi la gamba. Non riesco a non sentire mia moglie Erabel che mi raccomanda di accudire il bambino e di stare attento a non fargli male quando giochiamo alla lotta. Mi sono ripromesso che avrei almeno portato in salvo lui, come ultimo tentativo di redenzione di una vita fallita, da dimenticare. E chi sarebbe questo maledetto Voltrak che vuole costringermi a compiere questo atto di vigliaccheria per insudiciare ancora di più la mia anima già persa? Chi è la fottuta carogna che pensa di disporre così di me?? ? Verme immondo!!!!!! CANE DEGLI INFERI!!!!!!! FECCIA BXXXXXXA!!!!!!! In me inizia a salire la solita furia, ma in un modo diverso dal solito. In maniera più intima, più controllata. Ma anche più forte. Afferro il braccio con cui Toff regge il coltello da caccia, e dopo averlo sollevato mi dirigo verso la porta oltre alla quale ci sono i miei compagni. DA QUANDO UCCIDERE UN BAMBINO INNOCENTE SAREBBE DA PURI DI CUORE?!!!! RAPIRE LA VITA DA CHI NON PUò DIFENDERSI E NON HA COLPE è DA PAZZI E VIGLIACCHI, NON DA DURI DI CUORE!!!! CHE QUESTO VOLTRAK MI METTA DAVANTI UN AVVERSARIO DEGNO, SE VUOLE CHE GLI MOSTRI QUANTO è DURO IL MIO CUORE!!!!! SI MOSTRI LUI STESSO!!! O FORSE è DAVVERO UN FIGLIO DI PXXXXXA VIGLIACCO CHE NON CONOSCE L'ONORE?!!!!!!!!!!! @dm:
  5. Woltgard, umano barbaro Chino per terra, accolgo il volto di mia moglie come il segnale che il dolore lancinante finalmente cesserà, ma non è così purtroppo. Facendo perno sull'asta dell'alabarda caduta al mio fianco mi isso in piedi, urlando un disperato Sia lode a Voltrak... mentre mi avvicino al misterioso oggetto avvolto nel velluto blu
  6. Una Voce a caccia - parte II Seconda sessione della campagna di Fate Accelerato "I Rinneganti di Cardito Opum" Vai all'inserzione introduttiva sui personaggi: https://www.dragonslair.it/blogs/entry/1106-fate-acc-i-rinneganti-di-cardito-opum-personaggi/ Vai alla prima sessione: https://www.dragonslair.it/blogs/entry/1112-i-rinneganti-di-cardito-opum-prima-sessione-fate-acc/ Vai alla pagina di obsidianportal con le schede dei personaggi e con tutto il materiale sulla campagna: http://irinneganti.obsidianportal.com/ Dalla porta arrivavano degli ansiti, mentre Lys percorreva il buio corridoio al primo piano dello stabile. Nessuna luce filtrava dagli stipiti, ed era solo il fioco lucore lunare ad illuminare i passi della giovane ladra. Ancora a puttane? Ma non si stanca mai? Il suo pugno dovette levarsi più volte sul legno scheggiato prima che i gemiti si interrompessero e una voce si decidesse a rispondere. «Chi cxxxo è? Per gli antenati, giuro che se non è importante…» «Sono Lys. Verves è morto. È successo qualcosa» Il tremito della sua voce, sicuramente dovuto alla stanchezza, era appena percettibile nelle brevi frasi pronunciate. Qualche secondo di silenzio accolse la notizia, poi al rumore secco di una pietra contro l’altra fece seguito la comparsa di una striscia di luce ai suoi piedi. «Spiegami tutto lentamente, ragazzina. Non tralasciare nulla» La voce di Deryip le giunse improvvisa quanto la zaffata di odore dolciastro, una volta spalancata la porta. Sudore, sesso e…qualcos’altro. Ma cosa? «L’appostamento è andato a puttane, brucino gli antenati, ma non certo per colpa mia. Verves e Cairi si sono lanciati su Dagon e sul suo compagno, un cantore da strapazzo, non appena nel Buco è entrato un tizio, la Voce di nonsocosa, con alcuni soldati. Mi sono tenuta in disparte per quanto ho potuto, seguendo gli ordini, ma alla fine del casino le guardie e il tipo nobile erano fuggiti o svenuti, Cairi si era dileguato dalla finestra mentre Verves era a terra, la faccia fracassata da una sedia.» Una pausa per riprendere fiato, e poi: «Deryip, cosa cxxxo è successo? C’è qualcosa che non so?» Sulla faccia del Rapido Silente l’aria infastidita aveva lasciato spazio prima alla sorpresa e poi alla concentrazione. Grattandosi la barba con il pollice destro, rivolse il suo sguardo ancora arrossato su Lys. «Gli ordini erano gli stessi per tutti, nessun segreto. Ascoltare senza intervenire. Non ho idea di cosa sia successo, ma se Cairi è ancora vivo, parlerà». Deryip tornò nella stanza, indossò un pesante pastrano scuro e salutò bruscamente la donna nuda che, ora Lys poteva vederlo, giaceva su di un fianco con gli occhi socchiusi. L’odore si fece più insistente, ma ancora la giovane ladra non riusciva a dargli un’identità completa. «Andiamo. Se non è a casa sua, rivolterò ogni rifugio e ogni bettola, e preghi gli antenati perché lo trovi subito. Ma preghi forte!». Era giunto non appena aveva saputo. Muovendosi senza sforzo nella notte tempestosa, si era avvicinato circospetto alla locanda, scrutandone le ombre. La pioggia scivolava lentamente sul suo cranio liscio, seguendo la marcata linea delle sopracciglia fino a percorrere le cicatrici sulle guance. Un lampo lontano fece brillare i suoi occhi, fissi nella penombra sulla porta del Buco della Vedova. Un unico, fugace movimento della mano confermò l’impressione iniziale. Chiusa. Sono arrivato tardi, ancora una volta. Ma ora…Ora ho una traccia. Fresca. Voltatosi, Terzodecimo si lasciò alle spalle quel pallido tentativo di locanda sotto la pioggia scrosciante. Il Segugio di Dubbi era a caccia. Infilandosi sotto all’arco di pietra, Lys riuscì finalmente a sottrarsi al freddo abbraccio della pioggia. La schiena di Deryip avanzava avvolta nell’oscurità pochi metri più avanti, chino mentre scivolava in un basso corridoio. Dopo qualche metro, l’uomo si voltò verso una porta sulla destra. Prendendo posizione accanto al Coordinatore, Lys non poté fare a meno di chiedersi come avrebbe reagito di fronte al Rapido Silente insubordinato. Gli antenati lo colgano, se tenta di far qualcosa di stupido. Deryip non è gentile con chi ubbidisce, figuriamoci se sente puzza di insubordinazione. «Cairi, sono Deriyp. Apri. Ora» Dall’interno giunse il rumore di un chiavistello smosso, poi la sottile porta girò sui cardini. «Deriyp. Cosa cerchi a quest’ora della notte? Di certo avrebbe potuto aspettare domat…» Gli occhi del ladro si sbarrarono quando vide Lys, e le sue mani si mossero veloci per cercare di chiudere la soglia. «Non così in fretta. Devi spiegarmi molte cose, Cairi. Ma molte davvero!» Esclamò il Coordinatore, appoggiando la spalla al legno e facendo pressione. L’altro Rapido Silente rinunciò in fretta a contrapporsi, e facendosi indietro iniziò a balbettare. «Non è stata colpa mia. Era stato…deciso…Non è stata una mia idea! Cerca di capirmi, Deryip, io non avrei mai…Disobbedire non è mai stata mia intenzione! Ma come potevo oppormi…Come potevo fare altro? Eh? Non sai cosa…non sai…» «Non me ne frega un cxxxo delle scuse. E smettila di balbettare. Rispondimi adesso, cos’è successo stanotte e perché non hai rispettato...» Fece una pausa, come se si fosse reso conto solo ora di quanto fosse arrabbiato. Le vene del collo si gonfiarono «Perché non hai rispettato i MIEI CXXXO DI ORDINI?!» Gli occhi di Cairi si muovevano senza sosta, dalla faccia rossa di Deryip alla sua cintura, da Lys al pavimento. Si leccò le labbra nervosamente «Non capisci. Non capisci! Non ero io a decidere! Seguivo solo gli ordini di Neicantes, quella putt...» Un sibilo nella piccola stanza, e la fioca luce della candela illuminò qualcosa di scuro spuntare dalla tempia del ladro. La sua testa si spostò repentinamente di lato, anticipando di qualche istante il resto del corpo. Poi la sua intera figura cadde mollemente al suolo, rompendo la brocca appoggiata su di uno sgabello. «Un dardo. Mxxxa!» Deryip anticipò lys alla finestra «Brucino gli antenati, non si vede nulla con questa pioggia!» Mentre il suo Coordinatore scrutava nell’oscurità, Lys si chinò su Cairi e gli tastò il collo. Morto sul colpo. Non che avessi bisogno di una conferma. Gli antenati non aiutano chi ha il cervello spappolato da un dardo, dopotutto. «Andiamo, non c’è più niente da fare qui. Ma domani…» Lo sguardo di Deryip si fece distante per un attimo, mentre Lys si rialzava avvicinandosi alla porta. Senza concludere la frase, il Coordinatore superò la giovane ladra e si avviò fuori nella notte senza stelle. Il sole ancora caldo di inizio autunno fece capolino dalla familiare finestrella a est. La luce risalì il pavimento un listello per volta, scacciando le ombre negli angoli del piccolo rifugio in legno vicino al villaggio di Steraces De Rive. L’intera struttura scricchiolò ripetutamente, scrollandosi di dosso il gelo notturno e aprendosi alla gloria di un nuovo mattino. Sollevatosi a sedere, Arnaud stirò i muscoli ammirando il mondo da una prospettiva diversa. Soleil, je t’ame. Niente rinfranca lo spirito come l’alba dopo una lunga notte in fuga. Dagon era già sveglio in un angolo scuro, apparentemente più a suo agio nelle ombre che in piena luce. Il Favoliere si alzò lentamente, muovendosi verso la credenza in un angolo. Estratte alcune uova e del formaggio, si avviò in direzione del focolare. Il rumore scoppiettante del tegame sulla fiamma animava il silenzio imperante nella piccola casa sull’albero. Quando la notte precedente, fradici e stanchi, avevano risalito il tronco scuro grazie alla scala a pioli, non avevano avuto né tempo né voglia di preparare qualcosa da mangiare. Senza fiato, esausti per le emozioni della serata, avevano fatto giusto in tempo a preparare un giaciglio di fortuna per l’Augemante prima di crollare stremati in un sonno ristoratore. Ora l’odore mise di buon umore Arnaud, la cui natura ciarliera ed ottimista non tardò a manifestarsi. «Mon amì, è pronto! Uova e fromage, nientemeno!» Lo sguardo di Dagon si riscosse, e per una volta posandosi sul Favoliere tradì unicamente sollievo. «Eccomi. Grazie» Mangiarono in silenzio e con calma, poi Arnaud prese ad accordare una citola. Tra una nota e l’altra cominciò ad imbastire un discorso fra sé e sé. «Mais c’est juste impossible. Non abbiamo i mezzi per difenderci. Io non ho i mezzi per difenderli. Come fare? Da solo pare ovvio che io non possa bastare. Quello che serve è qualcosa di più. Qualcosa di potente, temuto e in grado di opporsi alle forze in gioco. E i numeri. Anche i numeri sono importanti. Ho i miei informatori, certo, ma mi chiedo se qualcosa di più…? Come fare? Qual è il miglior modo di riuscirci?» Il Favoliere abbassò un istante lo sguardo assorto. Nel risollevarlo, incontrò gli occhi in penombra dell’Augemante. Lentamente, riprese a parlare. «Non trovi, mon amì, che supportarci a vicenda sia meglio che separare le nostre strade? Siamo entrambi stanchi di combattere battaglie che, in fondo, non possono essere vinte» Dagon si ritirò verso l’angolo buio della stanza, nascondendo i propri tratti nel cappuccio. «Tu forse puoi ancora vincere le tue battaglie. La mia?» Sbuffò dall’oscurità il Risvegliato. «La mia non è neanche una battaglia. È una lenta ritirata che prevede un solo finale.» Apparentemente accontentatosi della scontrosa risposta, Arnaud si dedicò completamente allo strumento fra le sue mani. Le corde producevano suoni cristallini nell’aria fresca dell’alba, scandendo il ritmo lento e accordandosi al canto dei pettirossi fra gli alberi. «E se la ritirata potesse diventare eterna? Nel senso di senza finale, interminable. Se tu potessi trovare un posto dove nasconderti indefinitamente…» La frase scosse Dagon dal suo silenzio, era passata qualche ora dall’ultima volta che aveva sentito qualcosa di diverso dall’incessante insistere dell’Antico. Come posso spiegartelo, Favoliere? Non capiresti. Il Senato ed il mondo intero son per te ancora un grande mistero… «Non capisci. Non esiste un posto che possa nascondermi da loro. Hanno occhi diversi, occhi che vedono in modi che non riusciresti a comprendere.» «Allora une manière! Non un posto, ma un modo per tenerti costantemente lontano da questi occhi inevitabili. Ci deve essere una strada, una via, un lumicino…» Dagon lasciò Arnaud proseguire nel suo monologo, senza più degnarlo di una risposta. Il dolore spirituale si fece per un istante intenso, e l’accesso al suo Mantello più difficile che mai. Se continuo così, non servirà che arrivi il Senato. Tutto ciò che troveranno di me sarà… Un brivido percorse la schiena dell’Augemante, nonostante il sole fuori splendesse ancora, e lo riscosse dai propri pensieri. Interruppe il divagare continuo del Favoliere. «Dimmi qualcosa di concreto. Dimmi come, esattamente, pensi di potermi aiutare. Forse allora ti darò ascolto. Non un attimo prima.» Detto questo tirò il cappuccio a coprire gli scarmigliati capelli e le folte sopracciglia e si adagiò contro una parete, le mani in grembo. Il Favoliere lo seguì con lo sguardo prima stupito, poi intento. Una strana sfumatura gli passò per gli occhi, prima che Dagon chiudesse i propri al mondo. Il cipiglio dell’oste si sciolse come burro una volta inquadratolo, e l’espressione da nervose si trasformò in cauta e rispettosa. Ci era abituato. Anni all’interno della Tagmade senatoria, prima come recluta, poi come Cercavero e infine come Ttano avevano mutato la sua postura e il suo modo di fare. Pretendeva considerazione, e così accadeva. «Ieri sera, qui, c’è stato uno scontro. Armato. Soldati, forse qualche malfattore. Due stranieri.» Nessuna domanda, ma la richiesta era implicita. Quando non era necessario non ne faceva. Dava l’impressione di essere nel bisogno. Di essere deboli. «E ho l’onore di parlare con…?» L’espressione dell’oste mantenne la facciata disponibile, ma al di sotto l’allenato occhio del Cercavero percepì altro. Forse qualcosa di più sarebbe servito, dopotutto. «Ttano Tou Malleus, Cercavero senatorio. Ora, dimmi quel che sai.» Gli occhi dell’uomo si spalancarono un poco, prima che si decidesse a rispondere. Bene. «Ieri sera, tra la trentesima e la trentaduesima corda, si è presentato un ufficiale del Senato. La Voce, ha detto di essere. Con lui tre armigeri. È subito scoppiato un putiferio, erano alla ricerca di un qualche Mantello. Più persone hanno reagito, tra cui a quanto pare il Mantello stesso, che ha liberato delle forme come di catena. Alla fine sono scappati tutti, ma mi han lasciato sul gobbo uno dei soldati, ferito.» Un altro sguardo interrogativo, ma l’oste lo sostenne. Terzodecimo si irritò per un istante. Un duro, vedo. Va bene, non ho tempo. «Dove?» Un’ombra di soddisfazione passò sul volto dell’uomo. «Qui dietro ho alcune stanze. Si è risvegliato ma non sta ancora bene, e comunque…» Il Cercavero lo liquidò con un secco gesto della mano, e si diresse con passo sicuro nel corridoio vicino al bancone. Alcuni gemiti provenivano dalla seconda stanza sulla sinistra. Entrato, vide una figura in abiti panna e oro sdraiata sul fianco di un giaciglio. La paglia e le bende che ne coprivano la spalla mostravano sfumature rosso scuro in più punti, giustificando l’espressione di dolore sul volto dell’uomo. Del ragazzo, anzi. Panna e oro. Una recluta del Circolo, Esterno con ogni probabilità. «Soldato, nome e ruolo, prego.» Gli occhi febbricitanti del ragazzo si aprirono e si fissarono, appannati, sulla figura del Cercavero. «S-signore? Sono Biriles, Servo del Circolo. Quarta Schiera.» Un Servo. Come immaginavo. La Quarta è Esterna. Bene. «Biriles. Spiegami cos’è successo ieri, nel dettaglio, prego.» La mano destra della recluta corse un attimo al petto, in un gesto di saluto, ma si strinse poi sulle bende. «Signore. Abbiamo accompagnato la Voce a recuperare il ricercato, avevamo avuto un’informazione sicura fosse in questo…Buco. Non ci aspettavamo di trovare resistenza, il Risvegliato non può sfruttare appieno il proprio potere, o così ci era stato assicurato. Ma sono intervenuti due civili, oltre ad un contatto del ricercato stesso. I miei compagni sono fuggiti o caduti, la Voce stessa ha deciso che una ritirata strategica fosse d’obbligo. Io…sono stato ferito, e sono svenuto.» Dagon doveva ancora essere libero. In compagnia di qualcuno dunque, un contatto. L’oste non aveva raccontato poi tutto. Non importa. «Il contatto. Descrivilo, prego.» «Alto, agile, capelli scuri. Portava uno strumento a tracolla…un bardo, o qualcosa del genere. So però che sapeva come battersi, eccome!» Terzodecimo si concesse una pausa di riflessione. La posa marziale si irrigidì ulteriormente, i pensieri che andavano ad aggiungere pezzi al complesso mosaico mentale che si andava formando. «Signore, una domanda. Mi porterà lei a riunirmi alla Schiera? Dovrò fare rapporto ai superiori.» Un attimo per prendere coraggio, poi «Signore, come posso riferirmi a lei? Non riconosco le sue vesti, suppongo stia agendo in maniera indipendente. Ma a rapporto cosa dovrò dire?» L’interruzione causò un fugace moto di stizza nel Cercavero; tuttavia il suo sguardo si addolcì un poco posandosi sulla ferita del giovane soldato. «Tou Malleus, Ttano dei Cercavero. E sì, sono autonomo. Autorizzazione speciale, mandato senatorio. Non ho tempo ora per portarti di persona dalla Schiera, ma arriveranno sicuramente in giornata a recuperarti.» All’evidente sollievo del ragazzo, Terzodecimo dedicò solo un istante. Non c’era tempo. «Devo andare ora. Affari urgenti. Fai rapporto e rimettiti. Hai servito bene il Senato.» Detto ciò, l’alta figura si voltò verso la porta, la mente già occupata in altri pensieri. Quasi. Quasi. Lys stava accucciata nell’ombra della prua di una barca. Il legno bagnato puzzava di mare e di latrina, e il leggero moto ondoso le provocava una leggera nausea. Perseti, il suo uomo, si stava dirigendo verso un’altra imbarcazione, la polena ben distinguibile dalla forma allungata di lontra. La notte non era troppo fredda, ma il gelo che provava la Rapida Silente era quello del topo preso in trappola. Per tutto il giorno aveva provato a trovare un senso ai recenti sviluppi della vicenda Dagon. Dannato fattucchiere, gli antenati se lo portino via. Ogni cosa che lo riguarda va in malora nel giro di qualche corda. Tornata la mattina da Deryip, era stata accolta dalla sua puttana, che prima l’aveva scambiata per la propria amante – Donna? – poi l’aveva indirizzata al porto perché il Coordinatore doveva parlarle. La faccenda puzzava, e parecchio; Lys aveva deciso di informarsi prima su Neicantes attraverso i propri contatti. Scoperto che la sua sfera d’influenza erano proprio i Moli Inferiori, dove aveva appuntamento con Deryip, il tutto aveva cominciato ad assomigliare ad una gigantesca fregatura. Ed è per questo che ci sei tu, caro Perseti. Ora stiamo a vedere. Il Rapido Silente era ormai arrivato alla prua dell’imbarcazione. Fermatosi, si guardò attorno, cercando con lo sguardo un qualche segno di movimento. Passarono alcuni minuti. Lys stava giusto chiedendosi dove fosse finito Deryip quando vide Perseti voltarsi come in ascolto. Un suono soffocato le giunse alle orecchie, precedendo di poco la caduta del corpo del suo uomo. Lys non mosse un muscolo. Passò del tempo, forse addirittura qualche corda, finché non vide una figura staccarsi dalle ombre della polena e rivoltare il corpo di Perseti. Un’imprecazione, rapidi passi e tornò ad essere tutt’uno con l’oscurità del Moli. Ma era una donna. Ci giurerei, da come si è mossa. Deryip, ti prendano gli antenati! Ora sono bruciata, cxxxo! Lys si sforzò di calmare il proprio respiro. Devo raccogliere le idee. Trovare il nodo al centro della rete. Ma ho bisogno di altre informazioni, e di un piano. Alcune corde dopo, la sua figura si levò dalla prua. Solo lo scricchiolio del legno tradì i suoi passi leggeri, mentre si lasciava nuovamente inghiottire dalla notte di Cardito Opum. Il tramonto infuocava le foglie intorno alla finestra, ruggendo in silenzio mentre lentamente abbandonava la foresta. Arnaud era chino su alcune pergamene, vergandone la prima con eleganti lettere nero carbone. Molto concentrato, si accorse appena quando Dagon si mosse dalla posizione che aveva mantenuto per l’intera giornata. L’Augemante sembrava essersi finalmente riscosso dai propri pensieri. «Mon amì, mi hai chiesto una risposta. Sono pronto a fornirtela, ma dovrai avere pazienza. Ciò di cui abbiamo bisogno è la forza del numero. Un’intera rete a nostra disposizione, pronta a sostenerci direttamente, a proteggerci e ad agire per noi» Dagon scuoteva lentamente la testa, ma Arnaud non si diede per vinto: «Sembra un sogno, ma non lo è. Sono anni che ci penso, e da solo non posso farcela. No, quello che ho ottenuto in tutti questi anni sono victories inutili, piccole, invisibili. Ora possiamo smuovere di più. Parte del popolo ci seguirà, e con la tua magia...» «La mia magia non è affar tuo, Favoliere. Non sono al tuo servizio. Non sono al servizio di nessuno, oramai. E il tuo piano richiede troppo tempo. Io devo pensare a domani, non a qualche anno da adesso.» L’espressione dell’Augemante era cupa, i suoi occhi due pozzi vuoti. Arnaud aggiustò il tiro. «Ovviamente non posso darti ordini. Io non so nulla del Senato, nulla dei suoi intrighi. Ma so una cosa: il potere è corrotto, lo è sempre stato, lo sarà sempre. Io ti offro un’alternativa. Andrò avanti anche senza di te, ma tu… tu pensaci, d’accorde?» Il Favoliere prese il brusco tacere dell’altro come un assenso. Pazienza: è la chiave di tutto. Ma io devo costruire, e devo iniziare subito. Tornato ai suoi fogli, Arnaud si accorse che stava diventando buio. Accesa una candela e impugnato il carboncino, non si diede tregua fino a tardi. Che si scolpisca nei loro cuori, poveri e bistrattati, piegati ma mai spezzati. Che li riempia di speranza e li smuova e li porti all'azione! La legge dovrebbe essere equa e garantire a tutti la felicità e la libertà; questa legge è invece asservita ai poteri forti, e assoggetta i più deboli al di loro volere. Se vuoi opporti a questo sistema oppressivo, se sei stanco di chinare il capo e obbedire a chi ti vede come una merce alla sua mercé, se vuoi dare la tua vita per questa causa, per il futuro della tua gente e per tutti quelli che hanno bisogno, recati alle Verdi Terse Case, e ai primi raggi di luna specchiati dove la strada che corre fa girare la ruota dell’operosità. Lì attendi. La libertà verrà, e ti prenderà con sè V
  7. Woltgard, umano barbaro Quando le fitte aumentano mi piego sulle ginocchia, e mi sembra che il momento della fine sia finalmente giunto. Pochi istanti dopo però mi alzo, con un male alla testa lancinante Ma che diavolo... questo dolore è immaginario, non c'è nulla qui. Che sia un incantesimo? Andrà avanti? Senza sentire i miei compagni, l'attenzione ostacolata dal dolore e dai miei pensieri, continuo la mia marcia verso l'altare, gli occhi sgranati per captare qualsiasi particolare che potrebbe essere importante. @DM:
  8. Woltgard, umano barbaro Ma che...? Cos'è questo desiderio di entrare in quel tempio? E questo mal di testa lancinante?!? Faccio tre passi dentro al tempio, l'alabarda saldamente in mano temendo (o forse agoniando) la presenza di nemici. Sono entrato! Ma non celebrerò nessuno! Non conosco divinità a me care, e la mia sorte non è cara a nessuna divinità! urlo, senza sapere se qualcuno presterà attenzione alle mie parole. @DM:
  9. Woltgard, umano barbaro Al diavolo, da qua! prendo la ciotola da Paimon e bevo senza remore il suo contenuto
  10. Woltgard, umano barbaro Il vociare preoccupato di tutti mi scuote dalla mia apatia, e silenziosamente raggiungo gli altri, con lo sguardo fisso sulla punta della alabarda
  11. ilmena

    Free RPG Day 2017 - Milano Uesm

    until
    Il Free Rpg day è un evento che si tiene in contemporanea mondiale in tutto il mondo a Giugno dedicato al GDR. La data di quest'anno è il 17 Giugno e, per il quarto anno consevutivo, in Italia lo organizzano alla UESM di Milano.Durante l'evento, totalmente gratuito, si può venire a provare oltre 50 gdr diversi, dalle 10 del mattino fino a mezzanotte, e si possono trovare dei materiali esclusivi in omaggio forniti dalle più importanti case editrici americane.Ogni partecipante avrà diritto ad uno degli omaggi a scelta (fino ad esaurimento scorte).Ci saranno moltissime case editrici italiane, associazioni,autori e master indipendenti che saranno presenti durante il Free Rpg Day per farvi giocare.Di seguito potete trovare la lista (in continuo aggiornamento sulla pagina fb dell'evento, https://www.facebook.com/events/123737718204954/): EDITORI: NEED GAMES: 7th Sea, Journey To Ragnarok, D&D AL, Faith, SORPRESA DICE GAMES ITALIA: Il silenzio di Hollowind (con gli autori) NO LANDS COMICS: Aartha (con lautore) DREAMLORD PRESS: Eagle Eyes, Microfiction. WYRD EDIZIONI: 13th Age, Numenera, The Strange, Cypher System, Blue Rose, Mouse Guard. MAKE BELIEVE Games: I Am Zombie, Toxicity, Unspeakable: Sigil & Sign, SORPRESA FUMBLE: Klothes (con l’autore) PRO COMMERCE: Shintiara (con gli autori) TIN HAT: Urban Heroes, XXIV THE WORLD ANVIL: Monad System AUTORI: Pausa (con l’autore) Seeker (con L’autore) I Miti di Mysteria (con l’autore) Vis Mundi (con l’autore) Rising Skill (con l’autore) Seed of Greed (con l’autore) ASSOCIAZIONI FANTASIKA: 7th Sea, Ab Vrbe Condita, Alba di Cthulhu, Anime e Sangue seconda edizione, D&D 5a edizione, Darkest Dungeon GdR (by Francesco Woodclaw Castelli), Dread, Dreamwalkers, Dylan Dog Gdr, L'Ultima Torcia, L'Unico Anello, Lex Arcana, Little Fears, Luce e Ombra (by Elisa Ferrotto), Maghi: il Risveglio, Mekton Z, Mondo di Tenebra, Mouse Guard (versione Cypher), Mutants & Masterminds, Numenera, Pausa (by Andre Bergamelli), Qin i regni combattenti, Sine Requie Anno XIII (prima e seconda edizione), Sine Requie: il paese dei Balocchi, The Strange, Vampiri: i Secoli Bui, Universalis TERRE LUDICHE: -D&D5 -Demon the fallen -Mondo di tenebra -Il richiamo di Cthulhu -Blue Rose -Symbaroum -7th sea -13th age -The strange -Anime & sangue -Conoscenze -Vampiri the Masquerade CONVIVIO LUDICO: - Tempus Fugit (con autore) - 7th sea - avventura "Club27 - 1690" - Pathfinder MASTER INDIENDENTI: Le Notti di Nibiru Mouseguard Maschiacce Armate Pesantemente Il richiamo di Cthulhu KULT Star Wars - The Force Awakens FFG Lex Arcana Changeling the Dreaming Vampire the Dark Ages Little Fears Maghi il risveglio Qin - I regni combattenti Anime e Sangue Universalis D&D for Dummies Cyberpunk Il richiamo di Gatthulhu RUOLARE, DURO. SEMPRE.
  12. Woltgard, umano barbaro Senza nemmeno aprire gli occhi, alzo il braccio a pugno nella direzione da cui proviene la voce di Paimon. Fallo pronuncio, con estrema lentezza e con tono secco e privo di emozioni. Il sangue. Il sangue rosso laverà. Il sangue laverà l'onta. Il sangue laverà tutto.
  13. Woltgard, umano barbaro Quando prendo in mano la ciotola un senso di vuoto mi pervade. Allora... tutti questi pensieri e... nulla. Una ciotola. Una fxxxxxxssima ciotola. Che senso ha? Perchè? L'adrenalina che avevo accumulato scema in un istante, e il contraccolpo mi rende improvvisamente apatico. Mi siedo per terra, appoggiando la schiena e la testa al muro del corridoio, e chiudo gli occhi.
  14. Woltgard, umano barbaro Ne sono conscio, mago. Ma anche una fine simile sarà migliore del mio tormento. Voglio sperare che questi cosi non conservino le memorie della loro vita precedente, e inoltre voglio almeno morire combattendo. Questo è l'unico modo per dare un senso a quello che sono. Non fermatemi. Dopo queste parole mi avvicino alla porta per varcarne la soglia @DM:
  15. Woltgard, umano barbaro Contrariamente a quanto ci si sarebbe potuti aspettare da me, ascolto con una disattenzione soltanto apparente i discorsi dei miei compagni, se così si può definirli tali. Mentre fisso con lo sguardo un punto a caso del muro le mie orecchie sono tese per cogliere i loro consigli, e la mente vaga nello sforzo di elaborarli alla luce delle mie recenti esperienze personali, cercando di capire. Riflessioni che da tempo evitavo o non ascoltavo riaffiorano alla mia mente, cambiando il mio umore e cancellando ogni espressione dalla mia faccia. Dopo che Tar ha terminato prendo io la parola, con il tono grave e secco che ho sempre avuto ma questa volta senza sfumature di canzonatura o di rabbia. Sono io. Dopo un paio di secondi di pausa, mi volto verso gli altri e proseguo. Credo di essere io, quello a cui fa riferimento quel cartiglio. "Duro di cuore", perchè negli ultimi tempi non ho esitato a derubare e attaccare persone pressochè indifese per la mia sopravvivenza, e ho perso ogni riguardo per il prossimo. "Senza timore", perchè da diversi mesi ormai ho perso ogni ragione di vita. proseguo, abbassando lo sguardo ai miei piedi con aria triste Nessuna famiglia da mantenere, nessuna casa a cui tornare, nessuna gente da difendere, nessuno scopo da raggiungere. Se non si ha uno scopo nella vita allora cose come la libertà, o forse persino come la vita stessa, non hanno più senso. Questa è la verità: da mesi io mi sento già.... morto, come mia moglie e i miei figli sono già morti poco prima di me. Uccisi da banditi che non sono riuscito a fermare. Trucidati nella loro casa, che loro ritenevano sicura. Invano ho cercato appagamento nella vendetta, invano ho cercato di mettere a tacere il rimpianto e il senso di vuoto con la violenza continua. Ogni notte in sogno torno da loro, e la loro mancanza mi colpisce più forte del martello di un nano. Ogni mattina inganno me stesso riprendendo a combattere una battaglia che ho perso da tempo. Per questo reputo la vita... quella degli altri come anche la mia... meno importante di una mela attaccata ad un albero. Dite che serve qualcuno duro di cuore e senza timore di morire. Eccovelo. Lasciate che sia io ad entrare concludo, rivolto a Paimon, gli occhi lucidi per un misto di tristezza e rabbia che mi scuote nel profondo l'animo. Che almeno le mie ultime gesta siano utili a un bambino della stessa età e con le fattezze simili a quelle di mio figlio penso, gettando uno sguardo fugace a Toff. Non riabiliteranno la mia persona, ma almeno permetteranno a lui di vivere più degnamente di come ho vissuto io!!!
  16. Woltgard, umano barbaro Vai nano, apri e io entro dico, pronto a fare irruzione nella stanza.
  17. Woltgard, umano brb Andata. Andiamo, forza dico agli altri iniziando ad avviarmi in prima persona verso il corridoio. @DM:
  18. Perfetto, allora ritiro tutto e linko senza timori Grazie per i chiarimenti!
  19. Capisco. Spero allora che queste due cose vengano rivelate nelle primissime fasi dell'avventura (anche se mi sembra strano), altrimenti potrebbe essere brutto per i giocatori partire già con informazioni simili, non credete? Me ne son reso conto perchè ho postato l'articolo sul gruppo whatsapp dell'associazione ludica, però poi mi son detto "ma così sanno già il cattivone e la fonte di quello che sembra l'argomento portante della campagna (la maledizione). Quindi non voglio che potenziali futuri giocatori leggano".
  20. Non sarebbe meglio aggiungere una nota "Attenzione spoiler, non leggere se si vuole giocare l'avventura"? Mi sembrano dettagli un po' importanti e che rovinano un po' l'esperienza di gioco, se saputi già...
  21. Woltgard, umano brb Giusto sussurro a mia volta, mentre prendo l'alabarda a due mani per l'asta, in posizione difensiva. Mi volto un attimo verso il mago, con sguardo stranito Finalmente non parli per nulla; stai migliorando gli dico, tirandogli un amichevole colpetto con il pomolo della mia arma sul fondoschiena.
  22. Io sarò al mare vicino a La Spezia da domattina a domenica sera, quindi non so se posterò e se sí la sera. DM, muovi pure il mio PG se serve
  23. Woltgard, umano brb Io non ho bisogno di riposare. Se qualcuno vuole fermarsi stia qui, ma io proseguirei. Qualcun altro mi segue?
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