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Dragons´ Lair

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RIVKA

Ascolto le parole di quell'uomo burbero, sono davvero lieta che il Reverendo che ho avuto il piacere di conoscere è tutt'altro tipo di persona. Quando però allude a quello che dovrebbero fare le donne non riesco a stare zitta:

"Messere! Perdoni la mia invadenza, ma non servono solo i muscoli per lavorare, ci sono lavori dove la precisione e l'intelligenza servono molto di più della brutale forza fisica! E mi lasci dire che sia di una che dell'altra noi donne ne abbiamo da vendere"

Le parole mi escono da sole dalla bocca senza controllo ed appena mi rendo conto di quanto ho appena affermato le mie guance si colorano di rosso.

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Josek Lasczarny

Resto quasi senza parole di fronte alla mezza sfuriata di Rivka, ma la cosa, tutto sommato, non mi dispiace: anche mia madre, seppur di poche parole, era una che si dava da fare e non lasciava che mio padre facesse quello che voleva. Certo, lui era il capofamiglia, ma lei non accettava tutto senza pareri: anzi, non fosse stato per lei, ora forse sarei a spaccarmi la schiena sotto lo zar, invece che nel paese delle nuove speranze.

"Per me va bene iniziare subito", spiego, in breve, nel mio inglese da quattro soldi.

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Bayla Rosenthal

Guardo Johannon fisso negli occhi, ma non oso proferire parola. Conosco le persone come lui, e sinceramente, delle loro opinioni mi interessa poco, anche se sono sempre loro le opinioni che hanno più peso. Appoggio una mano sulla spalla di Rivka e scuoto la testa, sussurrandole un "va bene".

È chiaro che nella Holz non posso lavorare. Oltre al fatto che non ho la predisposizione a tagliare la legna, non è da uno così che mi farei comandare. Posso sempre aggregarmi a Josek per almeno esaudire i desideri del locandiere. Che sicuramente mi sembra uno, non dico più sveglio, ma almeno più pratico a certe questioni. Più accomodante verso le donne, per intenderci.

"Tutto chiaro", mi limito ad aggiungere.

  • Autore
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L'uomo alza le mani in un vano gesto di difesa quando Rivka fa la sua sfuriata "Missus, sono sicuro che sia così. Ma qui i miei uomini tagliano alberi e li spediscono. Non ci sono lavori precisi o intelligenti"
Torna a rivolgersi ai due ragazzi "Ecco allora noi siamo a posto. Andate al campo e dite che vi ho dato la mia parola. Oggi metà giornata è quasi andata via, quindi tu" indica Josek "ti prenderai mezzo scellino, stasera. Se hai lavorato bene, intendo. E ti faccio firmare il contratto. E tu" indica Skinny "vedi cosa ti possono far fare e ti darò una paga adatta"

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RIVKA

Vorrei aggiungere qualcosa da dire al Sig. Johannon riguardo alle donne ma mi mordo la lingua e taccio.

Josek e Skinny hanno ottenuto qualcosa e non vorrei che un mio eventuale intervento facesse andare tutto in fumo.

Mi spiace solo per Bayla, la sua mano sulla mia spalla ossuta mi fa fremere vorrei fare qualcosa per lei.

Le sussurro "Domani chiederò al rabbino se potrebbe avere un lavoro per te" non essendoci altro da fare o da dire esco dalla Holz.

  • Autore
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Johanson fornisce a Josek tutte le indicazioni necessarie: basta lasciare il villaggio verso est e si arriva quasi subito nella foresta. C'è un sentiero ben battuto e abbastanza largo, quasi una strada. Seguirlo per una mezz'ora permette di arrivare direttamente al campo. Non si può sbagliare.

Così vi mettete in marcia.
Attraversare la foresta è una specie di scampagnata, il percorso è davvero facile come predetto. Il sentiero è terra battuta, ma sgombro da intralci. Attorno a voi gli alberi alti, dalla corteccia chiara e le foglie scure, formano una cortina quasi impenetrabile alla luce del sole. Ma la strada è a cielo aperto, quasi del tutto, e potete muovervi senza difficoltà.

Non è difficile trovare l'accampamento: è un luogo grande e rumoroso. Probabilmente quando gli uomini lavorano, anche più rumoroso. Adesso però è animato solo da un litigio tra due taglialegna. Un'altra dozzina di uomini sta ascoltando entrambi, ma ci sono già animi che si stanno scaldando anche tra gli spettatori.

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Josek Lasczarny

"Oh. Brutto momento. Voi che siete bravi, riuscite a capire più meglio che me cosa dicono?", chiedo, e mi rendo conto di essere nuovamente inciampato nel parlare inglese.

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Bayla Rosenthal

Uh, bene. Siamo appena arrivati, e già questi omoni fanno casino. Forse ho una immagine stereotipata dei boscaioli, ma non credo che quello che ho davanti mi aiuterà a ripulirla. Faccio un cenno con il collo a Josek... che davvero, dovrebbe imparare un po' meglio l'inglese, però almeno si sforza. E in questa regione, credo sia quello che davvero serve, no?

Mi avvicino agli operai, cercando di non dare troppo nell'occhio, cosa che so che sarà fallimentare perché sono una fragile donnina e oh no non posso avvicinarmi ai boschi sia mai. Spero di sentire meglio quello che stanno dicendo i due litiganti, ma non ho molte speranze. Per quanto sappia l'inglese forse meglio di Josek, non credo sia sufficiente se si mettono a parlare veloce. Cerco la persona tra gli operai che mi sembra meno agitata, e senza troppi giri di parole attacco bottone. "Ehi, che succede?"

Off game

Insomma, come in una riunione di condominio, praticamente.

  • Autore
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Sta per scattare una rissa, ma il vostro arrivo interrompe temporaneamente la tensione distraendo la maggior parte delle persone.
Uno degli uomini, interpellato da Bayla, le risponde tirandosi dietro il berretto e carezzandosi la fronte "Eh, 'gnorina, succede che c'è chi non vuole lavorare, e chi invece ce ne ha voglia. Non si può lavorare in pochi però, sta venendo su un casino"

Un boscaiolo vicino interviene "Colpa dei musirossi, altroché. E dei polacchi che invece di cacciarli hanno cominciato a farci affari"

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Skinny

Per tutto il percorso il giovane ragazzo si guardò intorno, alla ricerca di un capanno isolato e di un fumo che lo indicasse. Doveva trovare la casa di Frank Bronfman

Quando giunsero si mise a lato per individuare chi erano i leader di quei gruppi

Master

Provo a guardarmi intorno e capire chi comanda

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Josek Lasczarny

"Noi siamo nuovi... lavoratori", dico, indicando me e Skinny: "Voi siete... i capi, qui? Abbiamo parlato con Johannon, in paese".

Modificato da Ghal Maraz

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Bayla Rosenthal

"Ah, chiaro." No, in realtà non è molto chiaro. "I musirossi? Hanno attaccato operai?" So qualcosa degli indiani, ma a est sono più leggende che altro, nella civiltà delle città. Qui, nel cuore del mondo selvaggio, sono loro i veri padroni, a quanto ho capito.

Mi sembra facile capire ora perché stiano scioperando. Non vorrei essere attaccata da un indiano. Chissà cosa mi immaginavo, magari Yenkel ci vedeva chissà che complotto dietro.

"Quindi ora non si lavora? Loro" e dico indicano Josek e Skinny "possono essere utili!"

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RIVKA

Stavo quasi per tornare alla locanda, però un pizzico di curiosità mi coglie e quindi ritorno sui miei passi. Seguo a distanza i ragazzi che si avventurano nella foresta, non ho mai visto un campo di boscaioli ed anche se non è un luogo adatto a me, mi piacerebbe vederlo.

Una cosa è certa, è molto rumoroso, seghe, tonfi e sopratutto il rozzo vociare di questi omaccioni.

Sembra in atto un litigio ma sono troppo distante per capire le parole, mi avvicino proprio quando uno dei boscaioli parla dei musirossi.

Spalanco la bocca, ne ho sempre sentito parlare e mi hanno sempre incuriosito.

Aspetto che Bayla finisca di parlare e poi mi rivolgo ad uno degli uomini:

"Quindi questi musi rossi sono una minaccia? E perché vi attaccano?"

Chiedo incuriosita.

  • Autore
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Un omaccione scuote il capo e con un fortissimo accento cerca di spiegarsi "ché i 'ossi n' ci 'cano 'ca, ci 'ciano 'cchio"
Sembra che anche i suoi esimi colleghi abbiano difficoltà a capirlo e uno aggiunge, più comprensibile "No, son codardi. Ci hanno fatto delle malocchierie qui in giro, però. Cose strane, non è sicuro lavorare con la fortuna di traverso. Nossignora, non lo farei nemmeno se dovessi riempire cuscini di piume, nossignora. Figurati qui dove cadono alberi e si usano asce e seghe!"

Però non tutti la pensano così "Andiamo, Albertson, noi si è sempre raccontato storie un po' buzzurre. Per ammazzare il tempo e farsi due risate. Ma non mi dirai ora che credi anche al jackalope e a tutte le cose assurde che ci raccontiamo attorno al fuoco"

comment_1926168

RIVKA

Cerco di capire guardando le labbra cosa dice il primo individuo ma è incomprensibile, quello che dice il secondo invece la fa sorridere, non crede a malocchio o cose simili.

Mi metto una mano davanti alla bocca per mascherare una risata, sicuramente il boscaiolo non apprezzerebbe di esser preso in giro da uno scricciolo come me.

L'altro che arriva sembra essere della mia stessa opinione:

"Io penso che si tratti solo di suggestione, sapete quando crediamo ciecamente a qualcosa la nostra mente ci fa fare cose che normalmente non faremo e diamo la colpa a cose che non esistono quando la vera causa è solo qui dentro..."

Con un dito mi batto la tempia.

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Bayla Rosenthal

Annuisco alle parole incomprensibili dell'uomo. Poi mi accorgo che anche gli altri non hanno capito assolutamente niente, e mi sento più tranquilla. "Ah, sì, incantamenti indiani. La stregoneria. Non ci avevo pensato. Pensavo direttamente ad attacchi a voi." Che sarebbe più grave della possibilità del malocchio, ma chi sono io per dirlo? Ho conosciuto gente che non ha parlato per anni alla propria madre per un supposto sgarbo che è stato interpretato come malocchio, non sono nessuno per giudicare. Magari gli indiani possono davvero fare qualcosa di simile. Dalle mie parti c'erano voci di maghi che usavano le scritture come rituali... ma forse erano i gentili che usavano le loro armi contro di noi.

Faccio il poliziotto buono rispetto a Rivka che subito non crede a questi uomini. Qualcuno deve pur credergli. Anche per finta. "Quindi i pellerossa sono arrivati fino a qui? O possono lanciare maledizioni a distanza? Incredibile."

"E soprattutto, cosa è un giechelop? È incantesimo indiano?"

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