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Dragons´ Lair

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Topic di Gioco: L’Infestazione di Castel Gyllencreutz

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  • Autore

Bagno del secondo piano

Roland deglutisce, gli occhi che guizzano fra Elsa, Aslaug e Quentin come se avesse paura che uno di voi possa svanire da un momento all’altro.

"Io…" sgrana le dita nervosamente sul bordo della maglietta sporca. "Sono un poveraccio. Uomo di strada. Con una banda di ragazzi." Abbozza un sorriso amaro. "Facevamo cavolate, niente di grave. Rubiamo, cioè."

La sua voce si incrina leggermente. "Poi…" inspira a fondo. "Poi ho visto loro. Quelle diavolo di fate." La parola è pronunciata quasi in un sussurro reverenziale. "Stavano danzando sulla tomba di mia madre. Sì, proprio così, diocristo. Luci vive. Belle. Mi hanno chiamato."

Roland prosegue, le mani che ora tremano leggermente, che si muovono rapidamente energicamente durante il racconto.

"Dopo quella notte… non riuscivo più a stare con gli altri. Mi davano fastidio, mi facevano male gli occhi solo a guardarli. Così me ne sono andato dalle palle. Ho dormito dove capitava. Poi…" indica vagamente verso l’alto, verso il castello, "…poi le luci sono tornate. Non quelle della tomba. Altre. Sono i miei angeli. Loro, e il loro padrone." Sorride appena, un sorriso stanco. "Mi dicevano che qui sarei stato al sicuro. Che questo castello era casa."

La sua espressione cambia, diventa dura, tesa. "Ma ho capito che qualcosa non andava." Abbassa lo sguardo, le spalle che si stringono.

"Due giorni fa ho visto gli angeli portare una donna in giro per la casa… come se stessero giocando con lei. La guidavano da una stanza all’altra, come in un labirinto. E poi… puff. È sparita." Cede un passo indietro, nervoso. «Come è successo a quello grosso tra voi. Io penso che l’abbiano portata giù, nella cantina. Lì non ci vado. Lì nessuno sano di zucca dovrebbe andare."

Poi si tocca la tasca e ne tira fuori un foglietto stropicciato, che porge ad Elsa.

"Un’ora dopo è arrivato un uomo. Gridava il nome della donna. Non l’ha trovata. Ha scritto questo, l’ha lasciato nel corridoio. Poi è salito al terzo piano." Roland rabbrividisce "Ho sentito una specie di urlo. Uno… brutto. E non è più sceso."

Tace. Poi aggiunge, con un filo di speranza: "Ho ancora la lettera. Se può aiutarvi… prendetela."

Marianne, se trovi questo, se ti stai nascondendo nel castello - vattene! Stai rischiando la vita seguendo quelle luci che ti appaiono. Sono agenti del diavolo. Lascia il castello e salva la tua anima!

"Non so cosa c'è scritto, però." È evidente che il ragazzo non sappia leggere.

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  • shadyfighter07
    shadyfighter07

    Elsa Nyström Appena vedo Gustav sparire in un vortice che non ci dovrebbe essere riaffiorano nella mia mente dei ricordi del passato. Apro la boccca per urlare, non è da me, ma esce solo un suono simi

  • Aslaug Non riesco a credere che Gustav sia scomparso così. Non ero ancora riuscita a conoscerlo. Rimango congelato per un po' a riflettere sulle ultime parole che ci siamo detti. Forse la devo smetter

  • SNESferatu
    SNESferatu

    @shadyfighter07 Elsa Non riesci a percepire nulla di nota. C'è polvere ovunque per quanto riesci a illuminare con la tua luce. Se vuoi puoi forzare il tiro per ritirare tutti i dadi ma sinceramente ti

Immagini pubblicate

ELSA

Mentre il ragazzo parla ascolto, mi sto facendo delle idee su di lui anche se non proprio chiare, probabilmente è pazzo o forse come spesso accade alle persone che provengono da una classe sociale di basso livello un eccessivo abuso di alcol combinato con una scarsa alimentazione può portare a problemi psicologici.

Tuttavia mantengo un certo contegno e rispetto, è chiaro che questo ragazzo ha subito un trauma ma farglielo notare sarebbe sconveniente e non avendo molte competenze su come gestire queste situazioni rimango in tacito silenzio finché non finisce di narrare la storia.

Da quanto dice sembra che la cantina si un luogo importante, probabilmente da controllare prima delle altre stanze.

Afferro la lettera e la leggo.

Sembrano le parole di un altro visionario, la passo agli altri affinché anche loro la possano leggere.

"non c'è scritto niente di importante Roland, solo le parole di un marito preoccupato dalla moglie. Dimmi una cosa però, se questo posto ti ha spaventato così tanto...perchè sei ancora qui?""

  • Autore

Bagno del secondo piano

Il ragazzo poggia una mano sul fianco, cercando qualcosa in tasca con l'altra mano. Qualcosa che palesemente non ha. "Dove altro posso andare? Almeno qui ho un tetto." E indica verso l'alto. Dove il soffitto non se la passa benissimo. "Sono protetto. Non posso capire queste le luci degli angeli, ma se sto qui, e non vado giù in cantina, non mi faranno niente. Posso andare e venire come mi pare. Chissà cosa diavolo hanno fatto quei due per avere la rabbia degli angeli!".

Alslaug

"Va bene, hai tetto. Sicuramente meglio di molta altra gente. Però davvero: il tetto è l'unica cosa che c'è. L'assenza di cibo, bagno e facce amiche si farà sentire."

Mi spiace per Roland. È chiaramente un nostro fratello. Speriamo capisca, chi sa se vorrà rimanere con noi. Anche se nel caso non saprei come.

"A proposito di facce amiche, prima parlavo di altri che amici non erano."

  • Autore

Bagno del secondo piano

"Non ho bisogno della gente. Non mi capisce un cavolo di nessuno. Il cibo lo rubo. Lo rubo dagli scemi della città." Scrolla le spalle. Sembra anche più alto di quanto sia in realtà, e potrebbe crescere ancora, se mangiasse bene. Cosa che non è affatto scontata. "E il bagno è fuori." Si guarda intorno. "Cioè, anche questo è il bagno, ma non c'è acqua. Vabbè, avete capito."

Si appoggia con la schiena al barile, che ora notate essere simile a quello che c'era al piano terra. "Non so chi sono quelli entrati nel castello. Io ero già qui. Erano una donna e un uomo. La donna è arrivata prima. Avrà avuto bo, l'età vostra più o meno. Pure l'uomo. Devono stare ancora qui da qualche parte, ma non si sono fatti più sentire."

"L'ultimo vero casino siete stati voi, e gli angeli che vi hanno salutato".

Aslaug

"Va bene, non preoccuparti. Non vogliamo scombussolare oltre la tua vita. Vorremmo questo posto fosse più sicuro, non so come. Certo, se tu fossi così gentile da accompagnare ci saresti di grande aiuto. Conosci il posto è probabilmente sai anche come non irritare gli angeli."

Sarei voluta andare nelle cantine, ma non mi sembra il caso. Speriamo Roland sia accondiscendente, altrimenti probabilmente penseremo a lui solo dopo essere arrivati in fondo a questa storia. Mi giro verso i miei compagni.

"Voi che dite, Elsa @shadyfighter07, Quentin @MasterX? Proseguiamo?"

ELSA

Alle parole di Roland riguardo alla stanza ho una sorta di brivido di ribrezzo, se prima ero riluttante ad entrare la dentro ora non ci penso minimante.

Rifletto tuttavia sulle sue parole, la priorità è sicuramente trovare l'uomo e la donna:

"Roland, secondo te quell'uomo e quella donna non possono essere solamente andati via? Magari si sono spaventati e sono usciti dalla porta. Intendo, se tu puoi entrare e uscire da questa casa per andare in città a rubare...anche gli altri possono no?"

Annuisco poi ad Aslaug @Ladon

"Si proseguiamo, se Roland è così gentile da accompagnarci. Per esempio quale è la tua stanza preferita?" gli sorrido amichevolmente.

  • Autore

Bagno del secondo piano

Il ragazzaccio scuote la testa con forza alle parole di Elsa. "No, no. Non possono essere andati via io. Non quando c'ero io." Si porta un dito alla bocca. "Oddio, magari sono andati via mentre dormivo. O mentre andavo a pisciare. Non ho lasciato casa in questi giorni se non per quello, non voglio dare fastidio agli angeli. Ho paura siano nervosi."

Lo vedete un po' preoccupato, si gratta costantemente il mento. Questo è iniziato specialmente dopo che Aslaug l'ha invitato a unirsi a voi. Scuote la testa di nuovo, come se volesse svegliarsi e schiarisi le idee. "Posso portarvi alla libreria di giù! Non so leggere manco per il cavolo, ma alcuni libri hanno delle figure!"

"Ho solo una domanda. Dove è finito l'uomo che era con voi?"

Solo in quel momento notate che Quentin non è più con voi. Si è dileguato, o qualcuno lo ha dileguato come avete già visto succedere, mentre eravate distratte dal discorso con Roland.

Aslaug

"La biblioteca, sì..."

"L'uomo?!?" Aspetta che...

"Quentin! Quentin ci senti? Roland, Elsa avete visto qualcosa?" Non può essere scomparso così, era con noi un attimo da. Forse si è nascosto.

"Non possono essere state le fate, o banalmente delle persone, l'avremmo notato. Quentin, esci fuori! È sicuro qui." Grido particolarmente agitata.

"Vero?" Aggiungo in un sussurro.

ELSA

Il linguaggio di Roland lascia un pò a desiderare ma in fondo mi sta simpatico è...in un certo senso genuino.

Sono d'accordo con Aslaug "Si una visita alla biblioteca non sembra una cattiva idea, andiamo..."

Quando viene menzionato Quentin giro la testa ed indico il punto dove si trovava un attimo fa "E proprio li!" ma un senso di sconforto mi scuote quando mi rendo conto che non c'è.

Una reminiscenza del passato si palesa, ho un attimo di smarrimento, scuoto la testa per schiarirla, provo a rimanere lucida.

Punto la torcia in ogni angolo e dietro per vedere lungo il corridoio.

"Quentin dove sei? Se ci stai facendo uno scherzo non è per niente divertente!"

  • Autore

Corridoio del secondo piano

Sentite l’eco della vostre voci rimbalzare sulle pareti. “Quentin!” resta sospesa nell’aria… e muore lì. Di Quentin non c'è traccia. Dal fondo del corridoio, sotto la rampa che porta al piano sotterraneo, un barlume verde si accende. Una luminescenza a frequenza regolare, come se respirasse. Scivola lungo il battiscopa, si infila sotto la rampa delle scale. E scompare verso il basso.

Roland sbianca. "Ve l’ho detto… ve l’ho detto che tornavano." Si porta le mani tra i capelli, agitato, ma nei suoi occhi non c’è panico. C’è… sollievo. "È quella roba lì. La stessa identica, merda. Stessa luce." Si volta verso voi. “Lui non è sparito. L’hanno preso loro. Gli angeli."

Un rumore sordo arriva dal basso. Tum. Come qualcosa che ha toccato il pavimento, o che è stato lasciato cadere malamente.

Offgame

Chiedo scusa, non mi ero accorto dei post! PS: prossimamente @doria si dovrebbe unire a noi. Tanto con tutti sti angeli che fanno sparire le persone, possono anche apparire.

Aslaug

8 ore fa, SNESferatu ha scritto:

Roland sbianca. "Ve l’ho detto… ve l’ho detto che tornavano." Si porta le mani tra i capelli, agitato, ma nei suoi occhi non c’è panico. C’è… sollievo. "È quella roba lì. La stessa identica, merda. Stessa luce." Si volta verso voi. “Lui non è sparito. L’hanno preso loro. Gli angeli."

"Tornano?" Mi avvicino a Roland. A stento riesco a nascondere il mio stato d'animo sconvolto.

"Andiamo, dai, scendiamo." Vorrei scendere nelle cantine, dove probabilmente sarà stato portato Quentin. Poi penso che probabilmente Roland scapperebbe. "Magari scendendo passiamo per la biblioteca, cerchiamo di capire."

"Del resto se sono degli angeli perché mai dovrebbero rapire della persone? Quentin soprattutto." Qualsiasi tipo di creature siano, troppo benevoli non sembrano. Però non uccidono. Le fate non uccidono mai.

ELSA

La vista di quella luce che appare dal nulla e poi sparisce allo stesso modo non è per niente confortante e di Quentin nessuna traccia.

Trasalisco quando sento il rumore "Cosa è stato? Forse è Quentin che è caduto?" chiedo cercando di rimanere lucida ma è difficile.

Le parole di Aslaug sono di conforto e mi danno coraggio, mi avvicino Roland

"Ha ragione scendiamo sotto, tu stesso hai detto che siamo simpatici agli Angeli quindi non ci faranno male"

  • Autore

Piano terra

Roland segue le due donne, prima attaccato quasi alla schiena di Elsa, poi rallenta, poi accelera di nuovo. Non protesta e non parla. Respira appena. Ogni tanto si irrigidisce, come se avesse visto qualcosa fuori posto. O una qualsiasi luce filtrare da fuori.

Arrivate al pianterreno, continuate lungo il corridoio fino alla stanza indicata come libreria sulla mappa. L’aria cambia già dalla porta: diventa meno stagnante, più fredda. Soprattutto, più vissuta. Quando oltrepassate la soglia, la differenza con il resto dell’edificio è immediata. La polvere è stata rimossa quasi del tutto. Le ragnatele eliminate. Lanterne a olio sono state sistemate con cura su mensole e tavolini, creando un bagliore caldo che è strano rispetto al resto del castello. Al centro, un grande tavolo di noce, con poltrone e divani disposti attorno come in una piccola sala da lettura. Su una di queste poltrone, una pila ordinate di coperte. Le pareti sono interamente ricoperte da librerie colme di tomi di ogni dimensione.

Ed è proprio davanti a uno di questi scaffali che notate un uomo.

È girato di spalle. Ha una torcia come le vostre e la muove lentamente sugli scaffali, come se cercasse qualcosa di preciso.
Ha un fucile a tracolla. Non un pezzo arrugginito come quelli dell’armeria, ma un’arma ben tenuta, professionale, con cinghia rinforzata. Il tipo di arma che appartiene a qualcuno che sa usarla.

Non vi ha ancora sentiti. Roland lo vede mezzo secondo prima di voi. Senza dire nulla, scivola via e imbocca la prima porta più avanti lungo il corridoio. Potete ancora sentirlo, non si è allontanato troppo.

Offgame

@doria benvenuto in game! Ti lascio tempo per descriverti meglio, e spazio per interagire un po'. Se volete indagare la stanza, ne avete il tempo.

Aslaug

"È armato, andiamo" sussurro ad Elsa

"Voglio incontrarlo sì, ma non subito in queste condizioni"

E nel dirlo seguo Roland.

"L'hai mai visto? È l'uomo di cui ci hai parlato prima?" Chiedo a quest'ultimo.

Off game

Devo fare un qualche prova per sussurrare senza farmi sentire dal "misterioso" cacciatore? O va bene così?

Comunque adesso ci incontreremo comunque, non preoccupatevi@shadyfighter07 @doria

Karl Gevär

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Mi fermo sulla soglia di quella che sembra una libreria, la lanterna sollevata con la sinistra, il fucile ancora caldo nella destra. Il respiro mi si condensa in piccole nuvole nell’aria fredda del castello. Ho ancora le orecchie rimbombanti degli spari – due, netti, che hanno squarciato il silenzio fuori dal castello.

Ero lì per le volpi. Una segnalazione insolita, troppi avvistamenti troppo vicini alle case. Non mi piace lavorare così, lontano dai boschi, ma gli ordini sono ordini. Mentre scrutavo le ombre tra gli alberi spogli del parco, ho visto delle luci – pallide, tremolanti – muoversi verso di me dalle finestre del castello. Poi, dal nulla, è spuntata lei. Una volpe, ma… non del tutto. Gli occhi brillavano di una luce troppo fredda, il muso contratto in una smorfia che non era di paura, ma di sfida. Ha ringhiato, basso, e si è lanciata. Ho fatto fuoco quasi per istinto. Due colpi, mirati al centro massa. Lei ha guizzato via, un lampo rossastro, e poi – nulla. Non un corpo, non una traccia di sangue sulla neve. Solo il fumo che si alzava dalla canna del fucile, e quella sensazione… la stessa di allora, in Lapponia.

La bussola, nella tasca del mio giaccone, si è mossa da sola. L’ho sentita vibrare, poi levitare, e quando l’ho afferrata ruotava folle, il suo ago danzando senza posa. Nord, sud, est, ovest – nulla aveva più senso. E le luci, intanto, erano svanite. Dal castello, però, nuovi bagliori intermittenti filtravano dalle finestre. Non erano lanterne. Assomigliavano di più al riverbero del ghiaccio sotto la luna, o a occhi che si aprono nel buio.

Così sono entrato. Con quattro colpi rimasti, la lanterna stretta per scacciare più l’inquietudine che l’oscurità, e i simboli sul calcio del fucile che sembravano pulsare al tatto. Ho percorso diversi corridoi, passato stanze vuote con mobili coperti da lenzuoli, sempre seguendo quei bagliori intermittenti che sembravano pulsare dalle pareti stesse del castello. L'aria è diventata gradualmente meno stagnante, più fredda, quasi viva. Attraverso una porta semiaperta, ho visto una luce diversa: calda, costante. Quella di lanterne a olio.

Ho oltrepassato la soglia e mi sono trovato in una libreria. Ora, non faccio in tempo nemmeno ad avvicinare la torcia ai libri, per scrutarne il dorso. Un movimento lieve alle mie spalle mi fa irrigidire. Non mi giro subito. Completo il passaggio della torcia sull'ultimo scaffale, poi, con calma, alzo la luce e mi guardo attorno.

"C'è qualcun altro qui? Non serve nascondersi".

Per @SNESferatu

Karl resta in osservazione, valutando la situazione. Gli eventi occorsi fuori dal castello lo hanno messo in tensione. Cerca di trasmettere calma, anche se tiene la sua bussola fortemente con la mano destra, come avesse paura che possa scappare. Nei fatti rimango davvero in attesa. Solo nel caso in cui dovessero esserci nuovamente strani fenomeni cambierei atteggiamento.

@Tutti

Scusate il ritardo, sono rientrato da poco dal lavoro! Mi sono inventato di aver sentito un fruscio alle mie spalle. Può essere serenamente il vento se preferite rimanere nascosti...e magari seguirmi!

Modificato da doria

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