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Dragons´ Lair

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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte

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Scarlett Bloomblight

Fot*uta (in entrambi i sensi?)

Il commento di Tanaka quasi non lo sento, sono troppo presa e sto godendo troppo; e proprio sul momento in cui sto raggiungendo l'apice ecco una morsa alla testa, come se qualcosa di enorme e freddo la stesse stringendo. Sento ancora quella voce, ma più che quella è la sensazione di terrore simile a quella provata ieri con Zarneth.

Un brivido mi attraversa il corpo e in un istante tutto il caldo che sentivo, l'eccitazione e la libido scompaiono, azzerate da quella sorta di istinto. Faccio l'errore di alzare la testa, cercare la fonte di tutto questo, ed eccola lì: alta, corna di cervo, artigli.

Una paura che sento non essere mia ma che mi permea fin dentro le ossa mi assale e perdo le forze, afflosciandomi su Tanaka; al contrario di poco fa sto tremando e sono fredda gelata.

SCAPPA... CORRI...

Quella voce nella mia testa ripete queste parole, e io ci sto provando sul serio, ma le mie gambe non sembrano volersi muovere.

@Loki86 offgame

Maledetto! A sto punto era meglio che ci beccasse Nathan 🤣

Ho voluto interpretare la cosa come una sorta di terrore primordiale, supponendo la creatura col teschio di cervo ispiri sensazioni di questo tipo, visto l'avvertimento del drago interiore.

Se vuoi fare gioco tu non c'è problema, altrimenti io credo che ci stia un bel tiro di Mantenere il Controllo e poi uno di Fuggire (se il primo riesce). Nel caso di un 7-9 su Mantenere il Controllo (ho +2) fammi sapere sul TdS; nel caso poi di un 7-9 su Fuggire (ho -1) credo che farò una scenata e probabilmente manderò a disoneste ogni futura interazione con Tanaka 🤣
Una situazione peggiore di questa credo che potrebbe essere, per fare una citazione, "un t-rex con un p€ne di 50 centimetri", quindi meglio evitare.

Povero Tanaka tra l'altro, Scarlett non si è minimamente cagata la sua possibile reazione 🤣

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Immagini pubblicate

Ana Rivero

In giro per scuola

Stiamo iniziando a scorrere tra le foto quando sento dei suoni inconfondibili. Porta. Voce maschile. Il coach sa. Ma non sa che siamo noi, quindi tutto a posto. Prendo Eliza per un braccio e senza fare troppe storie mi allontano da lì. Senza cercare di dare nell'occhio. Camminando normalmente. Senza essere sospettose. Il coach sa.

Guardo il cellulare mentre cammino... in effetti non è il caso di guardarlo proprio ora. Ci sono prove (forse?) scottanti lì. Tecnicamente dovremmo tornare all'aula studio, almeno per fare finta di impiegare il nostro tempo in qualcosa di utile. E per un minimo di alibi, se servisse. Sì, meglio tornare in aula studio.

Quando dico che cammino, non è un semplice camminare. È come se stessi levitando per la contentezza. Eliza è dalla mia parte! Ieri... ieri ho temuto il peggio. Ho una complice. Ridacchio tra me e me.

Orion Kykero

Si torna comunque a casa

Sto tornando a casa con la gioia negli occhi, fiero di come ho gestito l' incontro con Marcus, quando vedo un ragazzo che attira la mia attenzione. È bello, sicuramente , ma non è solo quello. C'è qualcosa di diverso in lui, nel modo in cui mi guarda.

Provo a ricordare se l'ho già visto da qualche parte ma la mia memoria fa cilecca. Che sia un nuovo vicino? Spero di sì, non sarebbe male vedere qualche faccia nuova qui attorno... specialmente una faccia così carina.

Magari dovrei chiedere a Juno e Diana. Forse sanno qualcosa. Penso, anche se non ci metto troppe speranze. In ogni caso , meglio non fermarsi a chiacchierare con sconosciuti mentre porto la droga per la festa. Prima torno a casa, meglio è. Specialmente perché devo ancora rimettere a posto quella di mamma.

Magari sarò fortunato e mamma non sarà proprio a casa. E poi devo parlare con Juno e Diana riguardo a quello che accadrà domani. Meglio che sappiano, potrei aver bisogno del loro aiuto.

Nathan Clark

Bosco

'Ecco, adesso siamo tutti ancora più nella m€rd@! Beh, loro se la meritano tutta, maledetti $tr°nzi!'.

"E allora? Volevi spaccarmi la testa? Ma cosa c@zz° ti dice quella zucca bacata, Edwards? Pensi che, se mi ammazzi, non capiscono subito che sei stato tu? Dopo tutti i messaggi e le minacce? Col c@zz° che torni a giocare a football, in quel caso! O magari, sì, forse ti fanno almeno fare la palla, in galera... dopo averti fatto raccogliere il sapone nella doccia!", sbotto, all'improvviso, senza senso. Vorrei scappare, ma questi b@st@rdi me lo impediscono ancora.

"E allora? Cosa state facendo? Finite questo strac@zz° di lavoro da pseudo-killer della mafia del c@zz°!!! Forza, dai, che cosa aspettate? Vediamo quanto c@zz° ci mettete, in quattro, armati, ad ammazzare un povero b@st@rdo disarmato! Allora, ancora lì a guardarmi come degli ebeti? Fatela finita, che, se ci mettete poco, magari ve la cavate solo con vent'anni! C@zz°, c@zz° e strac@zz°! Ma datevi una mossa, almeno, che non voglio invecchiare qui!!!", comincio a schiumare, con gli occhi che mi bruciano e la vista che si annebbia. Allargo le braccia e aspetto di vedere cosa passa loro per quei loro cervelli nati già f°tutti.

Magari, se la presenza - quella "lei" che nemmeno le Fate osano nominare, maledette pure loro e i loro misteri antichi come il mondo! - se Lei ci aggredisce adesso, i corpi gonfi e grossi di questi quattro gorilla idi°ti mi daranno almeno il tempo sufficiente a scappare.

Certo, come no.

"Forza. Forza!!!".

Modificato da Ghal Maraz

  • Autore

@Voignar

Darius Whitesand - dalla cappella all’infermeria

Ti chini su suor Margareth, ma appena le tue dita sfiorano la sua veste intrisa di sangue, il suo sguardo si spalanca. Gli occhi, pieni di terrore, ti attraversano come lame sottili.
«Demonio… demone!» mormora, quasi un sussurro spezzato dal tremito. Poi lo grida. Lo grida di nuovo. Ogni volta più forte.

La sua voce rimbalza sulle pareti della cappella vuota, mischiandosi al ronzio delle candele e al tuo respiro corto.
Quando provi a sollevarla, un urlo acuto ti inchioda sul posto… il suono secco di qualcosa che si muove dove non dovrebbe. La gamba. Spezzata. Ti rendi conto troppo tardi che non dovresti toccarla.

Il panico ti stringe lo stomaco. Farfugli parole che non senti nemmeno, poi ti alzi di scatto e corri.
Lasci la cappella dietro di te… il suo odore di incenso e sangue che ti segue come un fantasma. I lamenti della suora si fanno più lontani, ma non spariscono. Ti restano nelle orecchie.

I corridoi sono deserti. Le luci al neon tremolano come se anche loro avessero paura. L’orario delle lezioni è finito da un pezzo; l’edificio ha quell’eco sospesa e irreale che ha la scuola dopo il tramonto.

Quando raggiungi la porta dell’infermeria, è chiusa.
Batti i pugni contro il legno, una, due, tre volte… sempre più forte. «Signorina Morris!», chiami, quasi implorando.
Silenzio. Solo il rumore del tuo cuore che martella alle tempie.

Poi, una voce dietro di te. Calma. Quasi gentile.
«Ehi, ragazzo… tutto bene? Non dovresti essere qui a quest’ora.»

Ti volti di scatto. Il vicepresidente Reed è fermo a pochi metri da te, le mani in tasca, la postura rilassata. I suoi occhiali riflettono la luce artificiale del corridoio, nascondendo lo sguardo. Vedendo il tuo volto, il suo viso si riempie di preoccupazione.

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight - nel bosco col coso

Quando il gelo ti prende, lo fa senza preavviso.
Un istante prima la pelle bruciava, le vene pulsavano, il mondo si restringeva al ritmo dei vostri respiri. Poi… come se qualcuno avesse spento la luce… ogni calore si ritira da te, lasciandoti vuota, fredda, muta.

Tanaka si muove sotto di te, confuso. Ci mette un attimo a capire che qualcosa non va… La sua voce ti raggiunge ovattata:
«Scarlett? Tutto bene?»
Ma tu non lo senti davvero. I tuoi occhi sono fissi altrove.
Un brivido ti scivola lungo la schiena come un filo di ghiaccio. Non è solo paura. È un istinto antico, qualcosa che precede la ragione. Ti paralizza. Ti dice che questa è una cosa che sai di dover temere.

“Ma che ca**o é quel coso?!?” Senti gridare Tanaka sotto di te, che probabilmente ora si è voltato seguendo il tuo sguardo. Lo senti agitarsi, provare ad alzarsi; tu ti muovi quasi per riflesso, e in un attimo sei in piedi accanto a lui, tremante, esposta.

La creatura ti guarda. Solo te. Il suo dito è sollevato, lungo, ossuto, e ti indica.
«Ragazza drago…»
Le parole arrivano come un sussurro gutturale, come se non provenissero davvero dalla sua bocca.

Tanaka scatta: «Che ca**o vuoi da noi?! Se è uno scherzo del ca**o, vattene! Ci sono anche i miei amici!»
Cerca di suonare sicuro, ma la voce tradisce la paura.

La creatura avanza di due passi.
Le foglie secche si muovono al suo passaggio, la veste si impiglia ai rami, il terreno scricchiola sotto i suoi piedi. È reale. Tangibile. Una creatura terrena…
Eppure… non è direttamente lui la fonte del terrore che ti stringe il cuore. Ne sei sicura. C’è altro.
Un peso invisibile che grava sull’aria, una presenza che preme dietro le tue tempie, come se stesse guardando attraverso di lui.
Un’ombra che parla con la sua voce, ma che non gli appartiene.

Off game

In poche parole le tue deduzioni sono: il mostro con la testa teschio di cervo è terreno. Il terrore che provi, diverso dalla semplice paura che si può provare nel trovarsi all’improvviso in una situazione simile, deriva però da una presenza differente… da qualcosa che senti di dover temere e di cui la. Frattura col teschio probabilmente è soltanto un tramite.

@SNESferatu

Ana Rivero - in aula studio

Raggiungete l’aula studio senza intoppi, il passo rapido ma controllato, il cuore che ancora non ha deciso se deve calmarsi o continuare a battere forte per l’adrenalina. L’ambiente è saturo del ronzio sommesso dei neon e del fruscio di pagine sfogliate: la normalità dopo il rischio.

Qualche testa si solleva all’ingresso — sguardi rapidi, curiosi, che svaniscono subito. Mei-Lin, nascosta dietro una torre di libri di matematica, vi fissa per un istante e poi torna a immergersi nel suo ripasso per la verifica di giovedì.
Ben disegna in silenzio su un foglio, assorto nel suo mondo.
Tyler, invece, vi osserva più a lungo: il suo sguardo si increspa appena quando ti vede accanto a Eliza. Ana la snob, con Eliza la strana… una combinazione che non passa inosservata. Poi si volta di nuovo verso Juno, una delle due sorelle minori di Orion, e riprende a parlarle, ridendo sottovoce.

Prendete posto a un tavolo in disparte.

«Ok… missione compiuta. Siamo al sicuro!» sussurra Eliza con un sorriso malizioso, ma l’adrenalina le è già scivolata via dal volto. Ti guarda con una luce più quieta negli occhi, in attesa.

Riprendi il telefono. Lo schermo si illumina e con lui tornano le immagini.
La prima: i segni incisi sul pavimento.
«Ok… e le altre?» chiede Eliza, chinandosi verso di te.

Scorri con un dito. La foto successiva mostra la bacheca.
Zoommi sulla polaroid: tre ragazze in divisa sportiva, sorridenti, gambe lunghe e sinuose bene in vista.
Sulla parte bianca sotto la foto, una scritta in rosso sbiadito:
“Evelyn, Maya e Clariss. Le migliori del gruppo. Peccato per l’incidente.”
E sopra, una data di tre anni fa.

Accanto, appuntato con una graffetta, un verbale disciplinare. Sposti l’ingrandimento su quel particolare. Lo stesso nome del coach in fondo, la sua firma tesa e sicura, di fianco a quella dell’allora preside della struttura.
“Condotta inappropriata negli spogliatoi dopo l’orario delle attività.”

Leggi velocemente… una nota di ammonimento nei confronti del coach per un fatto che coinvolgeva tre studentesse. I nomi riportati coincidono con quelli della foto delle tre ragazze.

«Bingo!» esclama Eliza, trattenendo a stento l’eccitazione. «Non è molto, ma direi che basta. Il coach è ufficialmente uno schifoso.»

Ma tu non la ascolti del tutto.
Il tuo sguardo è inchiodato a un particolare: uno dei nomi, sul verbale, quello di Maya, è stato barrato — un tratto di penna nera, violento, come se qualcuno avesse voluto cancellarlo dal mondo.

E poi… lo vedi.
Sulla polaroid, accanto alla scritta rossa, quasi nascosto, un piccolo simbolo inciso: lo stesso segno che avevi notato sul foglio nell’ufficio del coach.
E sul collo di Darius.

@Theraimbownerd

Orion Kykero - a casa

La porta di casa si chiude alle tue spalle con un clic sommesso.
Ti muovi in punta di piedi, il cuore ancora alleggerito da quella strana euforia che ti accompagna dal confronto con Marcus. Ma adesso ogni passo pesa, perché sai bene quanto sia facile disturbare l’equilibrio di quella casa.

Tendi le orecchie.
Dal piano di sopra arrivano voci, soffuse ma distinte: Juno e Diana, sicuramente.
Sbirci nella cucina… il tavolo è in disordine, un piatto lasciato a metà e una candela spenta, cera colata fino al legno. Nessuno.
La sala è immersa in una luce bluastra, filtrata dalle tende tirate. Anche lì, vuoto.

Ti fermi un istante e inclini la testa verso il seminterrato.
Là sotto, dove si trovano le stanze rituali, regna un silenzio totale. Nessun mormorio, nessun odore d’incenso, nessuna traccia di tua madre.
Sembra che, per una volta, la fortuna sia davvero dalla tua parte.

Ti concedi un respiro e sali le scale.
Le voci si fanno più nitide man mano che ti avvicini, finché varchi la soglia della camera condivisa.

Diana alza lo sguardo per prima e ti sorride, un lampo genuino che ti fa sentire di nuovo a casa.
Juno la imita, ma il suo sorriso è più sottile, trattenuto… la punta di un ghiaccio che non si è ancora sciolto del tutto dopo il vostro piccolo diverbio in mensa.

«Missione compiuta?» chiede Diana, appoggiandosi al letto con fare teatrale.
«Nessun problema col gorillone decerebrato?» aggiunge, con quel tono sarcastico che solo lei riesce a rendere quasi affettuoso.

@Ghal Maraz

Nathan Clark - nel bosco, dolorante ma vivo

Ti rialzi a fatica. Ogni movimento brucia, ogni respiro è un colpo contro le costole. Hai la bocca impastata di sangue e terra, ma non abbassi lo sguardo.

Cory e i suoi tre amici ti circondano. Le loro risate ti rimbombano nelle orecchie, fastidiose come zanzare. Ed è in quel momento che esplodi con la tua invettiva. Quando finisci, il silenzio regna sovrano. Uno di loro, quello con la catena, guarda Cory in attesa di un cenno.

Cory inizia a ridere.
«Forza, forza… uccidetemi… pseudo killer… aspetta, com’era?? Ah già… mafiosi del ca**o…» ti imita con tono ridicolo, piegato dalle risate. Gli altri lo seguono, divertiti come bambini che giocano a fare i duri.
Uno finge uno svenimento: «Fatemi male, sono un duro!» gracchia, poi scoppia a ridere.

Poi tutto si ferma.
Cory smette di ridere, ti fissa. Il suo sorriso si spegne.
«Sei ridicolo!» sputa, e la saliva ti cade ai piedi. Ti punta la mazza sul petto.
«Che ti serva da lezione, Clark. Se provi a dire che siamo stati noi, la prossima volta non ci fermiamo.»
La sua voce è piatta, decisa. Non sembra una minaccia: è una promessa.

Dà un’occhiata agli altri e sorride di nuovo.
«Direi che ci siamo divertiti abbastanza. Lasciamo il bimbo sperduto a leccarsi le ferite nel suo boschetto.»
Abbassa la mazza, si gira. Gli altri ridono. Uno finge di scattarti addosso, solo per ridere ancora quando ti irrigidisci d’istinto.

«Ci vediamo, Clark!» urla Cory, mentre si allontanano tra le foglie.
Poi, voltandosi verso gli altri: «Andiamo a recuperare Tanaka! Dovrebbe aver finito con la sua amichetta!»

Una risata grossolana dal gruppo, che non ti lascia presagire nulla di buono, poi solo il rumore dei loro passi che svanisce nel bosco.

Resti solo. Sarai pur sembrato ridicolo, ma la tua scenata probabilmente ha lasciato il tempo a quei minorati mentali di rendersi conto del limite che stavano superando.
Ti accasci contro un tronco, cercando di riprendere fiato. Ti fanno male le costole, le braccia, persino i pensieri.
Ma sei ancora in piedi, ne sei uscito vivo!

Scarlett Bloomblight

Si spera in salvo (?)

Quando Tanaka mi parla percepisco la sua voce, ma non sento realmente quello che dice; sono concentrata su quella cosa, presa dalla paura che mi trasmette.

Sentendolo urlare e muoversi d'istinto mi alzo in piedi risistemandomi, sempre con lo sguardo fisso sulla creatura.

Ma poi mi parla.

Il suono è strano e come se non avesse realmente pronunciato lei quelle parole, come se qualcos'altro parlasse attraverso di essa; poco importa al momento.

Di nuovo Tanaka dice qualcosa ma non capisco bene quello che dice, presa dalla creatura e dalla sua voce. Quando quella avanza istintivamente afferro il braccio di Tanaka e faccio due passi indietro, come per mantenere la stessa distanza da lei.

Poi, per un istante solo, sento un movimento nella pancia, come se qualcosa ci facesse una capriola dentro: ho ancora paura, sono terrorizzata, ma adesso riesco a sentirmi le gambe, le braccia, a sentire i suoni del bosco e a vedere chiaramente quello che ci circonda. Non importa altro, se non che ho riacquistato un barlume di lucidità.

Qualsiasi cosa sia quella cosa e qualsiasi cosa voglia da me non conta: dobbiamo andarcene da lì, dobbiamo tornare nella zona cittadina.

Stringo più forte il braccio di Tanaka. "Corri!" Riesco a dire, mentre giro i tacchi e lo strattono, iniziando a scappare nella direzione opposta a quella della creatura.

@Loki86 offgame

Sei un maledetto infame a far dire alla creatura "Ragazza drago" senza poi continuare con un minimo di discorso: mi lasci con la voglia di rimanere lì solo per soddisfare la mia curiosità XD 🤣🤣

Comunque direi a questo punto si attiva la mossa Fuggire, ho -1 ma con 1 Prossimo è +0; ora incrociamo le dita e preghiamo gli dei XD
In caso di 7-9 scelgo di "Fare una scenata"; nel caso in cui non ritenessi la scelta corretta per la situazione allora scelgo di finire in qualcosa di peggiore (e preparare la vasella questo punto 🤣)

Darius

Un po' più giù nel fango

Corro per i corridoi senza la minima idea di cosa mi passa accanto, al momento potrei benissimo tirare dritto anche se vedessi tutta la squadra di football davanti a me, anzi, credo che in questo preciso istante della mia vita potrei sfondare un muro a testate, per come sto correndo in fretta

La porta dell'infermeria è serrata, e solo in questo momento mi accorgo di quanto sia tardi. Ovvio che la signorina Morris non è qui, chi diamine glielo fa fare di restare sul posto di lavoro, quando non c'è più nessuno da assistere?

Con le mani tremanti, provo a tirare fuori il cellulare dalla tasca, potrei chiamare un'ambulanza e defilarmi, ma una voce mi fa sobbalzare. Strillo e mi giro, il cuore che è risalito fino alla testa e fa a botte col cervello per il poco di spazio che c'è lì dentro

Io...suor Margareth... demone... io... io ho... non ho la minima idea di che cosa dire, e l'unica cosa che mi viene in testa è di provare a dire la verità, o almeno una minima parte di essa stavo... parlando con suor Margareth... c'era tanto incenso... e lei continuava a cantilenare... e... e non lo so che è successo... mi stava saltando addosso...io mi sono difeso... lei è a terra... nella cappella... una gamba rotta... l'ho colpita!

Tralasciando la strana trasformazione della religiosa, l'apparizione della suora demoniaca e il nostro breve colloquio sui mostri mitologici, direi che non ho esattamente mentito

Nathan Clark

Da solo, nel bosco

"Nnnhhhh...", sento male ovunque e, passata la scarica di adrenalina, faccio persino fatica a parlare.

Vorrei solo sedermi qui e, non so, svenire.

Ma ci sono esattamente due cose che me lo impediscono, in questo momento. Mentre mi martellano il cervello.

Ripenso alla sensazione di prima e alla voce nella mia testa: qui non è sicuro. Il Bosco non è sicuro. Le percezioni di ieri sono niente, in confronto al terrore di oggi...

E poi... c'è Scarlett. C@zz○... non posso lasciarla ai quei bruti... e alla Presenza nel Bosco.

Sputo un grumo di sangue e mi costringo a camminare, tenendomi il fianco per il dolore: se svengo, è finita. Spero solo di non avere rotte, perché sarei fregato. Anche se... qualche osso fratturato sarebbe la meno, dopo questo pestaggio da vigliacchi.

La rabbia... la rabbia nei confronti di Cory... mi ci devo aggrappare, a quella rabbia. Tenermela stretta. Mi serve, adesso: mi tiene in piedi, mi fa mettere un piede avanti all'altro.

"Nnnhhhh...", dico, ancora. Sembra poco, ma mi rammenta che sono vivo.

'Hai promesso che mi ammazzerai, se faccio la spia, Edwards? Lo hai fatto davvero?

Hai promesso e mi hai fatto arrabbiare per davvero, stavolta. Hai scelto il bersaglio sbagliato, però. Te la farò pagare. Altro che partita di football. Altro che Tyler. Altro che canna fumata di nascosto. Altro che tutti. Non te l'hanno mai detto, di lasciare in pace le acque chete, idiota di un Cory?".

Ma, prima... Scarlett. Deve essere ancora qui, da qualche parte. Quel b@st@rdo di Tanaka... gli taglierò via il c@zz○, così impara.

Orion Kykero

A casa

Incredibile. Per una volta sono fortunato. Mamma non è a casa, solo le mie sorelle. E quando le vedo le saluto con un sorriso a 32 denti.

È andata benissimo, ha provato a fare il "simpatico " come al solito, ma ho saputo tenergli testa. Credo di avere il suo rispetto adesso. E guardate qua!

Mostro alle mie sorelle il mio bottino di droga. "Ora devo solo mettere l'erba in camera di mamma prima che torni... Ho dovuto prendere in prestito la sua per darla a Scarlett. Però ho ne ho preso in abbondanza , così rimarrà anche per la festa. E in più ho preso anche queste. Da quanto mi ha detto Satya potrebbero essere interessanti per i nostri rituali..."

Dico loro mostrando le lacrime di serpente Venite con me, c'è anche un' altra cosa che vi devo dire. È molto importante. Dico, avviandomi in camera di mamma.

Ana Rivero

Aula studio

Siamo libere, finalmente. Non credo che nessuno possa sospettare di noi. Mei-Lin parla solo la lingua dei libri, Ben è un giga nerd a cui credo interessino solo le cose da nerd... e poi c'è Juno, che conosco solo perché sorella di Orion. E credo le piaccia Tyler. A tutti piace Tyler. Sapete a chi non piace Tyler? A me. Lui mi sguarda. Io lo sguardo, come a chiedergli "che c@zzo vuoi da me". Però mi faccio i fatti miei, per ora. Non gli parto di testa, ho Eliza accanto e una reputazione da difendere (la reputazione: essere una persona più normale rispetto a Nathan).

Con Eliza riprendo lo studio delle cose importanti. Le prove. L'armadio ci dice poco, e ne abbiamo già parlato. Ma quella polaroid... è importante. Me lo sentivo. Tre studentesse... simili a me, per certi versi. Il prof ha un fetish per le gambe lunghe, benone. Ma è la nota che ci interessa. Conferma che il prof fa quello che non dovrebbe fare. "Guarda un po'. Rischiavo di fare la loro fine, bavoso di mérda". Sospiro. "Da una parte sono contenta, non è tutto nella mia testa". Avevo ragione, è orribile, ma in questo momento mi sento sollevata. Sì, sono possibile preda, ma almeno lo so. Posso fare qualcosa. Magari posso cercare il loro nome in un vecchio annuario scolastico... magari qualcuno del quarto anno ne ha uno, dovrebbero combaciare gli anni di sicuro, no?

Poi noto quel segno. Il segno sul collo di Darius. Non so se dirlo a Eliza ma questa volta la mia curiosità prende il sopravvento e non posso proteggerla per ogni cosa. "Guarda un po' questo sigillo... mi pare di averlo già visto da qualche parte. Ma dove..."

Non ho intenzione di accusare Darius subito, e di parlare del mostro. Non posso permettere che Eliza si incastri in questo casino per colpa mia. Mi serve solo una conferma. Devo capire chi sia davvero Darius, cosa c'entra con questa cosa, e se davvero Darius è il Darius che conosciamo noi. Cioè, ipotesi: Darius è una vittima come questa Maya (ipotesi migliore, ma spiace per lui), Darius è stato vittima ma ora è posseduto dal mostro che ho visto ieri, Darius non è mai stato Darius ed è un mostro dall'inizio, proprio come me. E qui poi va aggiunto il ruolo del coach in tutto questo, che a questo punto sarà un cultista, immagino. Ma è un cultista scemo, visto che tiene le sue prove nel suo studio in cui basta una manata per entrare subito. Ci deve essere qualcosa sotto.

  • Autore

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight - nel bosco col coso

Senti una resistenza quando strattoni Tanaka… un attimo di esitazione, come se il suo corpo non fosse ancora pronto alla fuga.
Poi però la sua voce ti raggiunge, corta, tesa:
«Che cavolo è quel coso?!»

Corre al tuo fianco, e in pochi secondi ti supera. È più veloce, più agile, più atletico.
Tu provi a tenere il ritmo, ma il terreno è irregolare, le radici sporgono come dita pronte a trattenerti. E all’improvviso inciampi nel cappotto. Il mondo ti ruota intorno… terra, foglie, il colpo secco del corpo a terra.

Ti giri di scatto. Il cuore ti esplode nel petto. È lì. La creatura vi ha seguiti, e ora è a pochi passi da te.
Il teschio di cervo brilla per un istante alla luce del sole ormai basso che filtrata tra gli alberi, gli occhi… o quello che dovrebbero esserlo… neri come fessure nel buio.

Provi ad alzarti, le mani tremano, le gambe non rispondono.
Poi la senti. Una mano fredda, pesante, ti afferra la spalla. La stretta è ferrea, ti solleva come se fossi leggerissima.
L’aria ti manca. Ti ritrovi sospesa, faccia a faccia con quell’orrore.
Attraverso i fori dell’osso senti un respiro profondo, quasi animale, che ti scalda la pelle del viso.

Un attimo dopo ti scaraventa a terra. Il colpo è violento, la testa sbatte contro una pietra. Ti tocchi, e quando guardi la mano la vedi: rossa, lucida. Sangue.
La vista si offusca.

La creatura si piega su di te, il capo inclinato di lato, come se ti stesse studiando. «Dormi… ragazza drago.»

La sua voce è profonda, cavernosa. Una mano si posa sul tuo viso. Ha un profumo dolciastro, nauseante.
Le palpebre ti si fanno pesanti, il corpo si rilassa contro la tua volontà.
In lontananza, un grido: Tanaka.
Lo vedi, appena, lanciarsi contro la creatura… e poi venir sollevato con una sola mano, per il collo, come un burattino senza peso. Poi il nulla…

Buio.


Quando riapri gli occhi, il mondo intorno a te è più freddo. Ti duole la testa. Respiri a fatica, ma respiri.
Sopra di te, il cielo si è fatto quasi nero; probabilmente il tramonto è passato da poco… il vento muove le cime degli alberi e porta con sé odore di terra umida. Sei ancora nel bosco…
Provi a muoverti… ma qualcosa ti blocca. Le mani. Le gambe.
Le senti legate, strette da corde ruvide. Ti giri come puoi: sei stesa su un terreno di foglie, circondata da un cerchio di rocce disposte con troppa precisione per essere casuali. Su di esse, segni — strani, geometrici, tracciati con qualcosa di scuro.

Ti volti dall’altro lato. Ti Tanaka nessuna traccia. Davanti a te, un’arcata di pietra mezza crollata. Sotto di essa, una scalinata che sprofonda nel terreno, inghiottita dal buio.

Un rumore. Un fruscio. Dalle ombre di quella scala qualcosa si muove, lento, pesante. La creatura emerge di nuovo. Il teschio di cervo, il mantello che sfiora le pietre, la sua voce che si espande come un suono profondo e innaturale.

«Non devi aver paura.»

La frase vibra nell’aria, calma.

@Voignar

Darius Whitesand - nei corridoi con reed

Il vicepreside Reed ti osserva con un’espressione tesa, quasi incredula. Le sopracciglia si sollevano appena, e per un istante ti sembra che non sappia se prenderti sul serio o chiamare qualcuno. Poi si avvicina, ti afferra per le spalle con decisione, cercando di infonderti una qualche stabilità.
«Calma, ragazzo… calma.» La sua voce è bassa, controllata, ma nasconde una tensione evidente. «Suor Margareth, dici? È stata aggredita?»

Il suo sguardo si fa più cupo, più concentrato. Ti scruta come se volesse capire dove finisca la paura e dove inizi la verità. Le tue frasi sconnesse, le parole che si accavallano, non gli rendono facile seguirti.

«Respira, ragazzo. Piano. Respira.» Ti dà una pacca sulla spalla, quasi paterna. «Hai detto nella cappella? Bene, vieni con me. Andiamo subito.»

Il tono fermo, il passo deciso con cui si muove nel corridoio ti costringono a seguirlo quasi d’istinto. Ti sembra che l’intera scuola, ormai immersa nel silenzio del tardo pomeriggio, si sia fatta improvvisamente più lunga, più vuota. I neon sfarfallano sopra la vostra testa, e i vostri passi risuonano nel vuoto con un’eco metallica, come se foste gli ultimi due esseri rimasti in quel labirinto di corridoi.

Poi lo senti di nuovo… Il bruciore alla base del collo. Il simbolo. É come se ti stesse chiamando.

Chiudi per un attimo gli occhi, un battito di ciglia, e il mondo scompare.

Quando li riapri, non sei più lì. Niente corridoi, niente Reed. Solo buio. Un buio così profondo da sembrare liquido, interrotto da sottili venature vermiglie che pulsano lentamente, come vene vive nel corpo di una creatura immensa.

Ti senti sospeso. Poi due occhi emergono dal nulla. Occhi di tenebra pura, più neri del vuoto che li contiene. Ti fissano, e tutto il tuo corpo si tende, come se quelle orbite ti vedessero più di quanto tu abbia mai osato guardarti da solo.

«Darius…»

Il tuo nome viene sussurrato da una voce che non ha direzione. Ti entra nella mente.
«Io posso aiutarti…» dice, dolce e terribile al tempo stesso. «Posso darti potere… se solo mi accogli.»

Un battito di ciglia… e il mondo torna quello di sempre.

Il corridoio, la luce al neon, il rumore distante dei vostri passi. Reed cammina davanti a te, come se nulla fosse successo. Ma il tuo cuore martella nel petto, e nella tua testa, come un’eco che non vuole svanire, la voce sussurra ancora:

«Accoglimi…»

@Ghal Maraz

Nathan Clark - nel bosco

Ti allontani a fatica dal punto del pestaggio, le gambe che tremano e ogni respiro che sembra tagliarti dentro. Ogni passo è una lotta contro il dolore: il fianco brucia, le costole ti fanno male a ogni movimento, la bocca sa di ferro e di sangue.
Ti tieni a un albero per non cadere, poi a un altro. Cammini piegato, ma cammini.
È la rabbia che ti muove, quella contro Cory e la sua banda. Ti aggrappi a quell’odio come fosse l’unica cosa capace di tenerti in piedi.

Ti addentri nel bosco, cercando di seguire la direzione dove avevi visto Scarlett correre via, inseguita da Tanaka. Gli alberi si chiudono attorno a te, e l’aria sembra più fredda, più pesante. Ti guardi attorno, ma non trovi segni evidenti del loro passaggio: né orme, né rami spezzati. Ti chiedi se Scarlett abbia continuato dritta o se, nel panico, possa aver deviato.
La cosa più logica è che si sia diretta verso Lilac Hallow, così ti orienti in quella direzione.

Dopo qualche minuto, ti imbatti in un piccolo spiazzo. Le foglie a terra sono smosse, pestate, come se lì fosse successo qualcosa — una colluttazione, forse. Ti fermi, scruti intorno con attenzione, ma non vedi nessuno. Nessuna traccia di Scarlett.

Riprendi a camminare, con il fiato corto e la testa che pulsa. Pochi metri più avanti, qualcosa di scuro ti colpisce lo sguardo su una pietra. Ti avvicini: è sangue. Ancora fresco, abbastanza da sembrare recente. Ti chini, il cuore accelera. Poco più in là, a terra, noti qualcosa.
La raccogli: è una bandana nera con stampati dei teschi bianchi. La riconosci subito — è quella che Tanaka teneva appesa alla cintura dei pantaloni.

Ti guardi ancora intorno, sperando di vederli.
«Scarlett!» la chiami, ma la voce ti esce roca, quasi spezzata. Nessuna risposta. Solo il fruscio del vento tra i rami e il suono lontano di qualche animale notturno.

Rimani lì, nel silenzio, con la bandana stretta in pugno e una sensazione gelida che ti scorre lungo la schiena. Scarlett e Tanaka sono spariti. E il bosco, intorno a te, sembra trattenere il fiato.

@Theraimbownerd

Orion Kykero - a casa

«Sul serio gli hai tenuto testa?» esclama Juno, spalancando gli occhi, un sorriso fiero che le illumina il viso. «Finalmente qualcuno che mette Marcus al suo posto!»

Diana annuisce, lasciandosi andare a un sospiro di sollievo. «Meno male… è un tipo pericoloso, Orion. Mi stava davvero preoccupando sapere che avevi a che fare con lui.» Poi sorride piano. «Ma direi che te la sei cavata alla grande.»

Le due sorelle ti seguono, curiose, lungo il corridoio fino alla camera di vostra madre. Ti osservano mentre rimetti con attenzione la droga al suo posto. L’odore della stanza, familiare e inquietante insieme, sembra amplificare il silenzio tra voi.

Diana incrocia lo sguardo di Juno, poi torna a fissarti. «Allora, questa cosa importante… vuoi dircela qui?» domanda a bassa voce. «O pensi sia meglio andare nella stanza dei rituali?»

@SNESferatu

Ana Rivero - aula studio

«Devi stare comunque attenta, Ana…» bisbiglia Eliza, gli occhi fissi sui tuoi, tesi ma pieni di curiosità. «Se davvero non ha perso il vizio, potresti essere proprio tu il suo prossimo bersaglio!» rabbrividisce appena all’idea, poi aggiunge in fretta: «Dici che dovremmo dirlo a qualcuno?»

Resta un attimo in silenzio, mordicchiandosi il labbro mentre riflette. «Certo, senza prove potrebbe rigirarla contro di te… dire che in qualche modo hai saputo questa vicenda del suo passato e che ora lo stai diffamando per… che so… approfittare della cosa, che vuoi attirare attenzione o farti alzare i voti… boh» scuote la testa, contrariata. «Un copione perfetto da maniaco bas***do.»

È in quel momento che le indichi il simbolo strano su una delle foto. Eliza si china, lo osserva attentamente, poi trasalisce. «Aspetta… è lo stesso simbolo che c’era sul foglio nascosto sotto i fascicoli!» esclama, alzando lo sguardo verso di te. «Ma che cavolo… credi che sia tipo il segno di una setta di pervertiti?» chiede, alzando le spalle, più inquieta che ironica.

Il resto del tempo lo passate a confabulare teorie, incastrando dettagli e supposizioni sempre più assurde. Quando la campanella suona, Eliza sobbalza, raccoglie in fretta le sue cose e si butta la borsa a tracolla.

«Scusa, ora devo proprio scappare!» ti dice con un sorriso un po’ colpevole, poi si ferma un istante sulla soglia. «È stato divertente, comunque. Sei forte, Ana! Dovremmo organizzare più spesso missioni…. come questa!»

Ti sorride ancora una volta — sincera — poi gira sui tacchi e si allontana a passo svelto, come se fosse in ritardo per un appuntamento.

Off game

Ho fatto un avanti veloce fino alla fine delle due ore buche per riportarti temporalmente più vicino agli altri.. giusto per capire anche quali siano le intenzioni di ana per il tardo pomeriggio. Ovviamente se vuoi anche andare avanti col dialogo con Eliza giochiamocelo pure come flashback.

Scarlett Bloomblight

Più infrattata che mai

C@zzo! Impreco mentalmente quando inciampo nel cappotto, ruzzolando e finendo a terra. Almeno ho ancora lo zaino, ha attutito la botta...

Ma quando mi giro eccola lì: mi ha già raggiunta. Vorrei rialzarmi e scappare ma le gambe non rispondono; non riesco nemmeno a girarmi per strisciare sulle braccia. Caldo... Fumo... La mia mente viaggia verso qualcosa in grado di calmarmi, ma di certo non posso accendermi una sigaretta in questa situazione. Soprattutto perché in meno di un istante, come se potesse scomparire e riapparire altrove a suo piacimento, è esattamente davanti a me: mi afferra per la spalla tirandomi su come se fossi un foglio di carta. Vorrei agitarmi, provare a liberarmi, calciarla, ma il mio corpo non si muove.

Ahi... In meno di un istante sento un dolore alla testa e mi ritrovo di nuovo a terra, ora sanguinante. Ragazza drago? Ma che c@zzo dice... Sento le forze cominciare ad abbandonarmi, la mente perdere lucidità; mentre mi "spengo" percepisco la voce di Tanaka in lontananza, quasi ovattata. Quando si getta sulla creatura e lei lo afferra per il collo qualcosa in me si agita con violenza, usando le ultime forze che mi rimangono. "NO!!!" L'urlo esce prorompente, scuotendo le foglie degli alberi, ma poi il vuoto.


"Ah..." Una fitta alla testa mi fa rinvenire. Sento l'odore della terra umida e delle foglie, il vento fra gli alberi che soffia tranquillo, scompigliandomi leggermente i capelli; sono stesa in una sorta di cerchio fatto con rocce incise con strani simboli. Fatico a mettere a fuoco le cose, il dolore alla testa che rimane sopra al resto.

Provo a muovermi ma sento di essere legata: in quel momento il panico torna. Ma che c@zzo sta succedendo?! Mi giro come posso cercando Tanaka, sperando che sia legato come me da qualche parte, ma nulla.

Poi sento un rumore, ed ecco quella creatura comparire di nuovo, uscire da una sorta di buco nel terreno.

Quando mi parla sento qualcosa dentro di me agitarsi allo stesso modo di poco prima, come se avessi qualcosa nella pancia che scalcia in ogni dove tentando di liberarsi da chissà cosa.

STACK!

Percepisco questo suono nella mia testa, come di qualcosa che si spezza, e poi calma piatta.

Calma.

Paura, terrore, preoccupazione... sento ogni mia emozione abbassarsi di intensità, quasi svuotarsi, lasciando spazio solo a pura e bruciante furia: il mio corpo si irrigidisce, i muscoli si tendono; qualcosa di molto simile alla forza sovrannaturale che prima mi ha preso con Tanaka.

Infine perdo il controllo: qualcosa sembra impadronirsi del mio corpo, decidere lei quali siano i movimenti che deve fare. Braccia e gambe spingono verso l'esterno nel tentativo di spezzare le corde mentre la testa e la bocca scattano verso la creatura come per tentare di azzannarla.

@Loki86 offgame

Sei ancora più cattivo perché non so cosa è successo a Tanaka e nemmeno cosa vuole questa cosa, mi tocca aspettare ancora... 😠😠😠

Ovviamente scherzo, va benissimo e sono super curioso di sapere il seguito.

La parte finale è puro flavour, non volevo innescare nulla di meccanico. Solo mi immagino che in una situazione di estremo pericolo come questa che il drago sia capace di intromettersi per proteggere Scarlett (ovvero sé stesso).

Darius

Dal notaio dei Patti

Annuisco alle parole del vicepreside, anche se sono ben lontano dal seguirle del tutto. Quando ci incamminiamo, accelero senza volerlo il passo, ma per fortuna lui mi sta dietro; in realtà, accelero e rallento senza soluzione di continuità, in base a se mi sento più in ansia per la suora o per me stesso

Prima arriviamo da lei, prima potremo aiutarla. Non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe accadere se la lasciassi lì, la troverebbero domani? Forse... o forse morirebbe lì, nella cappella, per l'emorragia e le ferite... e il solo pensiero mi fa sbandare al punto che per poco non crollo a terra

Dall'altro, prima arriviamo prima la verità verrà fuori. La magia, gli spiriti, lo strano rituale, la creatura nel bosco, dovrei e dovrò spiegare tutto e non so se finirei prima in manicomio o in carcere

Poi, di colpo, il simbolo torna alla carica, così forte che a malapena mi trattengo dall'urlare di dolore. Trovarmi in una immensità oscura non aiuta certo, e per un attimo non posso far altro che strillare isterico, fino a quando non vedo i due occhi di fronte a me

Non capisco da dove viene la voce, non capisco che razza di essere sia o possa essere, e in piena sincerità non mi sto nemmeno applicando più di tanto a capirlo. Mi viene offerta una mano, un aiuto, e sebbene questo potrebbe cozzare contro tutto ciò che mi è stato insegnato, non mi pare di avere poi molte alternative di fronte a me

Quando ritorno nel corridoio, cosciente di cosa mi sta accadendo, la mia mente formula uno ed un solo pensiero

Va bene... accetto

Nathan Clark

Nel Bosco

'Maledizione. Io non sono bravo, in tutte queste cose... mistiche. Non ho ancora imparato... Ieri pomeriggio sono stato fortunato', mi trovo a pensare, con un forte senso di frustrazione.

"Maledizione!!!", sbotto, poi, a voce alta, nel silenzio sospeso dell'attesa.

Mi avvicino al sangue e lo tocco con la punta delle dita. Di chi sarà? Tanaka? Scarlett?

Vorrei solo andarmene. Non sono quasi in condizione di camminare, figuriamoci di affrontare una qualche bestia primordiale.

"Dove sono finiti? Vi prego, aiutatemi! Vi prego, per favore... da solo non ci riesco!', supplico, e la mia richiesta rimbalza tra i miei pensieri e la mia voce, tra la Fata dentro di me e le Fate nascoste nelle pieghe sussurranti del Bosco.

"Aiuto!'.

Mossa

Immagino ci stia un "Guardare nell'Abisso".

Ana Rivero

Aula studio

"No, non credo sia il caso di dirlo a qualcuno." dico con lo sguardo fisso davanti a me, riferendomi alle "attività" del coach. "È la mia parola contro la sua, e lui sarà pure recidivo ma le prove che abbiamo noi non possiamo mostrarle in giro." E le mimo un "it's illegal" con la bocca, senza dire niente a voce alta. Non vorrei che Tyler si facesse strane idee.

Il discorso sul sigillo mi interessa da morire. Non pensavo fosse anche su altre carte! Che non l'abbia notato su Darius? O forse posso vederlo solo io perché sono mmm particolare, o perché ero presente durante il misfatto con il mostro ieri. "No, non credo sia qualcosa alla Epstein, perché se fosse facessero proprio cagare. Cioè, li abbiamo trovati noi su fogli lasciati in giro."

"Però magari se sono una setta si danno una mano tra di loro. Uno ha un problema, e la setta lo risolve. Dovremmo trovare qualcun altro che è incastrato con la setta, non è che la città è così grande."

"A meno che tutta la scuola non faccia parte del culto". Aggiungo. Per Eliza questa è una missione svago, per me è difesa contro il coach, difesa contro un mostro, difesa contro una setta, e per fortuna soltanto uno di questi sa chi sono. E almeno non sa chi sono davvero. Però la lascio andare senza aggiungere altro, oggi abbiamo fatto davvero troppo. E per troppo intendo troppo.

Credo di star arrossendo mentre penso a quanto è successo nella stanza del coach. Spero non si sia accorta. CI sarà un'altra missione di quel tipo, spero.

Ora che sono da sola e scuola è finita, devo sistemare una questione. Sono stufa di stare nel dubbio, e ora non ho più Eliza da proteggere. Devo capire chi davvero è Darius, e come è collegato alla setta. Mi sono rotta le scatole, devo andare all in. Tanto ormai cosa può succedermi, ho già fatto la ladra gentildonna e non mi hanno beccato!

Off game

Sì, sì, va benissimo che siamo andati oltre. Ho un sacco di pezzi del puzzle ora, però diciamo che è davvero l'ora che io smetta di evitare Darius, quindi mi concentrerei sul cercare lui. Ovviamente Ana non ha il suo numero, perché già è tanto se ce l'ha di Max ed Eliza.

Orion Kykero

A casa

Anche qui va bene...non penso mamma abbia messo cimici in camera sua. Dico, provando a stemperare un po' la tensione con l'ironia. Non mi viene particolarmente bene.

Faccio un bel respiro , provando a farmi coraggio : Ieri sono andato ad avvisare mamma di quello che è successo dopo il rituale e l' ho sentita parlare a telefono con l'Alta Sacerdotessa di Chicago. Ha detto che verrà qui domani e mi vuole conoscere.

Ora la parte difficile Mamma...crede che lei possa fare un rituale per farmi cambiare. Lo sapete che non mi ha mai accettato e secondo lei... esiste un rituale per farmi diventare una ragazza

L' idea stessa è terrificante, l' idea che mia madre possa provare a cambiarmi in questo modo mi fa salire una rabbia bruciante dallo stomaco. Lei lo ha chiamato un rituale chiarificatore. Non so di cosa si tratti. Ma voglio che sappiate una cosa. Se da domani dovessi cominciare a comportami in maniera strana, se all' improvviso non sembrerò più vostro fratello ...sapete perché. Sapete che non sarò più io.

È strano parlarne così lucidamente. Una parte di me vorrebbe solo mettersi a piangere e gridare Ma non servirebbe a nulla. Quello che posso fare è assicurarmi che le mie sorelle sappiano a cosa sto andando incontro

  • Autore

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight- nel bosco col coso

Senti ogni emozione svanire, dissolversi come nebbia al sole. La paura, l’incertezza, perfino il panico — tutto viene spazzato via, lasciando spazio solo a un’unica cosa: una rabbia profonda, selvaggia, viscerale. Ti sembra quasi di arretrare dentro te stessa, di diventare spettatrice del tuo stesso corpo, mentre un’altra parte di te prende il controllo.

Un formicolio ti attraversa gli occhi, poi la vista si fa più nitida, più acuta: distingui ogni dettaglio nel buio del bosco, le ombre si muovono come se respirassero. Alle mani senti un dolore sordo, un fremito; abbassi lo sguardo e vedi le dita allungarsi, le unghie farsi più scure, più affilate — artigli che si tendono contro le corde che ti imprigionano. I muscoli si gonfiano, fremono di una forza che non hai mai conosciuto. Le corde scricchiolano sotto la pressione.

La creatura ti osserva, immobile, il cranio di cervo inclinato da un lato, come se fosse incuriosita dalla metamorfosi che le si svolge davanti. Quando le corde cedono leggermente, fa un passo indietro — appena percettibile, ma reale. Per un istante, ti sembra… che ti tema.

Poi parla, la voce cavernosa che vibra nell’aria come un canto lontano:
«Che potere meraviglioso… Lei sta arrivando! E con lei sarai ancora più grande! Non avere paura, ragazza drago…»

Ti è accanto ora, tende una mano verso la tua testa, quasi a carezzarti. Ma tu scatti — un movimento rapido, animalesco — cercando di dilaniarla con le fauci. La creatura si ritrae di colpo, il teschio di cervo che riflette un bagliore spettrale. Ti osserva ancora, in silenzio.

«L’Alba sta arrivando. Accoglila.»

Alza il braccio verso di te. Gli strani simboli sulle pietre attorno al cerchio si accendono, uno dopo l’altro, pulsando di una luce violacea che vibra nell’aria. Poi arriva il dolore — un’ondata violenta che ti attraversa tutta, bruciante come fuoco liquido. La testa ti esplode, i muscoli si contraggono, e il mondo svanisce di nuovo.

Buio.

Quando riapri gli occhi hai freddo. Sei sdraiata a terra, nel punto dove avevi fatto l’amore con Tanaka. Il bosco è immerso nell’oscurità. Ai polsi hai ancora i segni delle corde — ma di esse non resta traccia. Ti senti svuotata e viva allo stesso tempo, ogni fibra del tuo corpo che urla di dolore.

Off game

Scegli tu quanto ricordarti della tua mezza-metamorfosi… così da ruolare questa iniziale prima scoperta su chi sei veramente nel modo che preferisci.

Come ai tempi era capitato a Darius. Anche tu ti becchi 3DANNI.

@Voignar

Darius Whitesand- di nuovo nella cappella

Nel momento stesso in cui il pensiero prende forma nella tua mente, qualcosa dentro di te si risveglia.
È una sensazione nuova, impossibile da definire — un intreccio di inquietudine e calma, come se due forze opposte convivessero perfettamente nello stesso spazio. La paura, la confusione, il senso di impotenza di poco fa si dissolvono, rimpiazzati da una certezza fredda e lucida. Non è tranquillità… ma una strana, solida fiducia.

Quando raggiungete la cappella, suor Margareth è ancora lì, distesa a terra. La ferita sulla testa non è poi così grave come la ricordavi: un taglio profondo, sì, ma non mortale. La gamba, però, è piegata in modo innaturale. Ansima, tremando dal dolore, e il suo viso è rigato da lacrime e sudore.

«Suor Margareth!» la voce del vicepreside Reed risuona nella navata, colma d’urgenza. Ti supera e si china accanto a lei. «Cosa… cosa è successo? State bene?»

La suora, nel vederlo, lascia andare un singhiozzo spezzato. «La gamba… Whitesand…» mormora, indicando la ferita e, involontariamente, te.

Resti immobile a pochi passi da loro, eppure ti senti diverso. Una parte di te vorrebbe solo scappare… Il momento che più temi.. quello dell’accusa… Qualcosa dentro di te però pulsa con calma, come se una nuova forza ti stesse guidando. Reed, agitato, cerca di mantenere il controllo. «Come è successo? Dobbiamo chiamare un’ambulanza, subito!»

Gli occhi di suor Margareth si alzano di nuovo su di te. Dentro, riconosci il terrore che avevi visto poco prima — ma, prima che possa dire qualcosa, parli tu.
Le parole ti sgorgano spontanee, fluide, come se non fossi tu a pronunciarle.

«È stato un incidente. Stavamo parlando, e suor Margareth è inciampata.»

Mentre parli, quasi lo vedi: un leggero luccichio, un soffio di colore che prende forma nell’aria davanti a te. Una litania muta, familiare — simile a certe formule e fatture che hai imparato a recitare da tua madre, o da tuo zio… Ma avvolte di un potere unico, che non avevi mai provato, spaventoso ma meraviglioso… Il bagliore raggiunge suor Margareth, che sussulta. La sua espressione si svuota, si confonde, poi si addolcisce in un lampo di riconoscimento.

«Sì… sì, sono caduta male… ho sbattuto la testa… Menomale che c’era qui il caro Darius, che mi ha soccorsa e chiamato aiuto…»

Reed la guarda, poi ti rivolge un cenno d’approvazione. «Ben fatto, ragazzo. Ora prendi dell’acqua, presto. Dobbiamo chiamare un’ambulanza, credo che la gamba sia rotta.» aggiunge, prendendo il suo cellulare e componendo il numero d’emergenza.

Annuisci, ancora disorientato. Ti muovi per obbedire, ma dentro senti un tremito.
Sul tuo collo, il simbolo arde appena, pulsando come se respirasse. Non brucia più — ora è un calore dolce, quasi piacevole.

Off game

Quella che chiameremo “l’entità” ha guadagnato 1 FILO su di te.

@Ghal Maraz

Nathan Clark - Nell’Abisso

Chiudi gli occhi.
Li stringi così forte da vedere bagliori bianchi esplodere dietro le palpebre, e in quell’oscurità sospesa, in un atto di pura disperazione, invochi gli spiriti del Bosco. Li chiami con voce rotta, mescolando lacrime e fiato.

Quando li riapri, il respiro ti si blocca in gola.

Sei nel Bosco... Non quello reale... Nel Tuo Bosco… È lo stesso luogo, identico in tutto e per tutto a quello di Liliac Hallow, eppure diverso: gli alberi sono più alti, le foglie emanano una luce verdastra, e l’aria è così densa di magia che sembra vibrare. Ogni suono, ogni odore, è più vivido. Ti senti piccolo, fuori posto… ma anche, in un certo senso, a casa.

Ti muovi a passi incerti tra la nebbia iridescente, il cuore in gola, cercando segni di vita. Poi lo vedi.
Un ragazzo. Identico a te in tutto e per tutto, tranne per i riflessi dorati che gli sfiorano la pelle e le orecchie leggermente più appuntite. È accucciato dietro un cespuglio, lo sguardo terrorizzato.

«Ehi…!» provi a chiamarlo, ma la voce ti muore in gola. Ti vede, ti riconosce, e subito ti fa cenno di tacere. Ti avvicini piano, il battito che martella.

«Lei… lei è qui…» sussurra, con voce che è la tua — la stessa voce che senti dentro la testa, da quando la Fata si è legata a te. «Non deve vederci.»

Il suo sguardo si alza lentamente, oltre te. Il corpo gli si tende, poi si raggomitola a terra, tremando.
Segui la direzione del suo sguardo — e il sangue ti gela.

Il cielo, poco prima dorato, si fa cremisi, poi nero. Dalle nubi si staccano filamenti di ombra che si intrecciano in un’unica, gigantesca sagoma femminile che si staglia nel cielo. I suoi capelli sono come fiumi di fumo, la veste un turbine di tenebra, e due occhi colossali, neri come l’abisso, si aprono nel cielo e ti guardano.

Il respiro ti manca. Le gambe non rispondono. Ti senti osservato, trafitto, svuotato.

«Troppo tardi…» mormora il tuo doppio, la voce spezzata. «Lei sa… Lei ci ha visti!»

Vorresti urlare, ma la gola non ti obbedisce. Ti senti risucchiare, dissolvere nel vuoto di quegli occhi.
Poi — buio.

Quando riapri gli occhi, sei di nuovo nel bosco reale… quello di Liliac Hallow. Il dolore delle percosse ricevute ti torna addosso tutto in una volta, acuto e pulsante.
Un pallido chiarore all’orizzonte a ovest ti dice che è passato del tempo: il crepuscolo sta ormai svanendo, lasciando spazio alla sera.

Off game

Ricordati di segnare esperienza per il fallimento. Dovresti essere a 4px se non sbaglio.. dimmi se i conti tornano!

@SNESferatu

Ana Rivero - sulle tracce di Darius

Osservi Eliza allontanarsi con passo leggero, la borsa che le dondola sulla spalla e quel suo modo di muoversi naturale, quasi ipnotico. Ti ritrovi a seguirla con lo sguardo più del dovuto, come catturata da lei — dalla sua sicurezza, dalla sua ribellione, dal modo in cui sembra sempre sapere chi è e cosa vuole. Tutto in lei ti affascina: la mente acuta, l’ironia tagliente, e persino quella dolcezza nascosta che lascia intravedere solo a tratti.
Sospiri, chiedendoti quando — e se — ci sarà una prossima occasione come questa per passare del tempo insieme.

Nel frattempo, la sala studio si svuota lentamente.
Ben raccoglie le sue cose in fretta e furia, urtando una sedia e chinandosi goffamente per raccogliere un quaderno caduto. Tyler, invece, apre la porta con fare disinvolto per far passare Juno, che gli rivolge un sorriso timido ma inequivocabile: è chiaramente cotta. Passano entrambi senza quasi notarti, se non per un cenno educato di Tyler, come a dire “a domani”.

Rimane solo Mei Lin, immersa nei suoi libri di matematica, come se il resto del mondo non esistesse. Ma tu ormai hai altro per la testa: Darius.
Raccogli le tue cose, il cuore che batte un po’ più forte, e ti incammini verso l’aula di teatro sperando di trovarlo lì.

Quando arrivi, però, la stanza è quasi vuota. Solo Emily e Harper stanno chiacchierando vicino al palco, discorrendo animatamente di qualcosa legato alla lezione. Esiti un momento — non vorresti interromperle — ma alla fine ti fai avanti.

Emily si ferma a pensare un attimo, poi annuisce.
«Sì, l’ho visto uscire poco fa con Sasha. Credo siano andati verso l’uscita principale.»

Ti affretti lungo i corridoi, sperando di raggiungerli. Quando arrivi in cortile, però, vedi solo Sasha, già oltre il cancello.
La chiami, lei si volta sorpresa e accenna un sorriso. «Ah, Darius? Sì, ci siamo salutati dentro. Credo si sia diretto verso la cappella.»
Fa spallucce, come se non sapesse esattamente perché, poi aggiunge con un mezzo sorriso: «Strano, vero?»

@Theraimbownerd

Orion Kykero - confidenze con Diana e Juno

Per un lungo istante nella stanza cala il silenzio. Solo il ticchettio dell’orologio e il fruscio leggero delle tende sembrano riempire lo spazio tra loro.

Juno è la prima a reagire. Si alza di scatto, gli occhi spalancati, la bocca semiaperta in un misto di rabbia e incredulità. Si passa una mano fra i capelli, come se volesse liberarsi da un pensiero troppo stretto.
«Ma che c@zz…» mormora piano, quasi senza riuscire a finire la frase. Poi scuote la testa, l’espressione che si fa via via più accesa. La sua voce, quando riprende a parlare, è tremante ma piena di calore, di dolore.
«No.. no.. non lo accetto!» Si muove avanti e indietro nella stanza, stringendo i pugni. Ogni forma di risentimento che poteva provare verso di te per la discussione in mensa sembra svanita, sostituita da questa solidarietà tra fratello e sorella.

Diana invece resta immobile, seduta sul bordo del letto della madre. Gli occhi fissi a terra, le mani intrecciate. Quando infine alza lo sguardo, la sua espressione è diversa da quella di Juno: non c’è rabbia, ma una compostezza rigida, quasi dolorosa.
«Un rituale chiarificatore...» ripete piano, come assaporando le parole una per una. «Lo chiamano così per darsi un tono, ma sappiamo tutti che cosa significa davvero.» Fa una pausa. «E se davvero l’Alta Sacerdotessa viene qui domani, significa che mamma ha già deciso. Che non è più solo un’idea.»

Juno si ferma di colpo, voltandosi verso di lei, gli occhi lucidi. «E allora? Che facciamo, Di? Restiamo a guardare mentre gli fanno… questo
Diana la fissa a lungo, e per un istante sembra sul punto di risponderle con la stessa foga. Poi però inspira profondamente e scuote la testa.
«No. Non resteremo a guardare.» La sua voce è calma, ma tagliente. Juno appare ancora incredula. «Non riesco a credere che nostra madre voglia farti questo… che la Bona Dea possa permetterlo…»

Si lascia cadere su una sedia, mordendosi il labbro per trattenere le lacrime. «Non so come, ma la fermeremo. Non permetterò che ti tocchino, Orion. Giuro che non lo permetterò.»

Diana annuisce lentamente, poi si volta verso di te con un’espressione che mischia determinazione e tenerezza.
«Domani, qualsiasi cosa accada, non sarai solo. Capito? La Bona Dea non potrà rimanere indifferente alle preghiere delle sue figlie!»

Le due sorelle restano così, una in piedi e l’altra seduta, diverse nel modo ma unite nella stessa promessa.

Darius

Ipnotizzando gente senza saperlo

Annuisco, tremando come una foglia, senza capire cosa diamine sia successo

La realizzazione di non essere stato accusato, di essere in qualche modo riuscito a scampare a quello che pareva un destino immutabile, mi pervade di una soddisfazione e di un piacere che non mi credevo capace di sperimentare

Le parole di suor Margareth mi sorprendono, ma non tanto quanto il fatto che la mia lingua si muova da sola, o che quella che dovrebbe essere la più gran ca*zata mai detta da anima umana non solo suoni credibile, ma addirittura convinca i due

Annuisco alle parole del professore, e mi muovo per chiamare un’ambulanza così che suor Margareth sia portata d’urgenza in ospedale

Dopo averlo fatto, provo a concentrarmi; sono abbastanza sicuro non servirà a nulla, ma voglio cercare di contattare qualsiasi entità con cui io sembro aver appena stretto un patto

Chi… chi sei? Insomma, grazie dell’aiuto, cosa vuoi da me?

Orion Kykero

Insieme alle mie sorelle

I miei occhi si fanno umidi quando sento le mie sorelle parlare. Abbiamo le nostre differenze, certo, ma loro sono la mia roccia, il mio sostegno più grande. D' impulso abbraccio Juno, poi Diana sussurrando grazie... a entrambe. E' difficile pensare che mamma possa fare una cosa del genere, che avrei potuto subire un rituale come questo senza neanche sapere a cosa andavo incontro se non fosse stato per una fortuita coincidenza. La Bona Dea deve avermi chiaramente benedetto per avere una fortuna del genere.

Ma certo, la Bona Dea! Sono uno stupido, ecco a chi posso chiedere. La Bona Dea...magari potremmo chiedere aiuto a lei, prima che mamma torni. Cercare di capire cos'è questo rituale e come fermarlo. Possiamo farcela, insieme. Dico, un poco di speranza che torna nella mia voce. Mamma sarà pure l' alta sacerdotessa di questo culto, ma io non sono impotente. Combatterò per la mia identità, e sono certo che la dea mi darà una mano.

Ana Rivero

Alla ricerca di Darius

Cercare Darius è più complicato del previsto. Non sta a lezione, che comunque ok è finita, ci sta, ma non sta con Sasha, e io lo so che è sospetto.

"La cappella?" ripeto, forse un po’ troppo in fretta. Il nome mi lascia un sapore strano in bocca. Ringrazio Sasha con un cenno distratto e mi allontano, stringendo la borsa contro il fianco. Ora tutto torna. No, non è vero, non torna niente. Non torna quello che ho visto in cappella ieri, nè il disegno che mi sono trovata davanti stamattina. Forse non era solo suggestione, forse Darius era già... sotto l'effetto di qualcosa. In fondo era in cappella ieri. Oppure parte di qualcosa. Magari la cappella è un centro della setta? Forse Suor Margaret è in pericolo! O parte della setta! O tutte e due e l'allucinazione che ho visto non è allucinazione ma la verità! Ormai può essere tutto. "Così… pura… così imperfetta!" mi ricordo che mi ha detto l'immagine della suora con gli occhi di abisso. E l'immagine che ho ritratto era quello di un demone con occhi di abisso.

Credo di aver messo i pezzi sbagliati del puzzle. Quindi siamo a quota due demoni? Forse tre? Respiro a fondo, cercando di ignorare il battito accelerato nel petto. Forse Darius è solo lì per cercare un esorcismo per la bestia! Questa è davvero la migliore delle ipotesi. Comunque sia, devo andare a capire cosa sta succedendo.

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