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Dragons´ Lair

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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte

Risposte in primo piano

  • Autore
comment_1927999

@Voignar

Darius Whitesand

Sasha ridacchia divertita alle tue parole, scuotendo la testa. «Il personaggio di Romeo e Giulietta si chiama Mercuzio, sai? Mercurio è una divinità greca…» ti corregge, ma senza alcuna cattiveria: la sua risata è sincera, sembra divertita davvero della tua gaffe. Poi ci pensa un attimo e aggiunge con un sorriso malizioso: «Allora io potrei fare Tebaldo… così avrei l’onore di ucciderti io stessa!» Anche stavolta non percepisci alcuna ostilità, solo il piacere di scherzare insieme.

Poco dopo, Sasha si congeda spiegando che ha un impegno da sbrigare. Così resti solo e puoi incamminarti nei corridoi che conducono alla cappella.

Appena varchi la soglia dell’aula, hai l’impressione che l’aria cambi consistenza: diventa più densa, quasi liquida, come se stessi attraversando qualcosa di invisibile. Un leggero giramento di testa ti coglie all’istante, ma passa rapidamente; al suo posto rimane però un bruciore pungente al simbolo inciso alla base del tuo collo, che si fa subito sentire.

La cappella è invasa da un intenso profumo di incenso, così forte da graffiarti le narici. Davanti al piccolo altare che usa di solito come cattedra, Suor Margareth è piegata su un grosso libro aperto. Le sue labbra si muovono rapide, sussurrando preghiere in latino. Accanto a lei l’incensiera continua a fumare, disegnando nell’aria spirali sottili che si mescolano con il fumo e la luce.

Quando ti percepisce, la suora interrompe la litania, solleva il capo e si volta verso di te. Ti rivolge un sorriso, ma è forzato, tirato: non riesce a nascondere la tensione che le vela gli occhi.

Off game

Immagino che Mercurio sia stato colpa del correttore… però ho approfittato della cosa per far finta che Darius abbia sbagliato davvero per creare un pretesto affinché risultasse “buffo” in senso buono agli occhi di sasha.. che poi era stato il suo obiettivo anche durante l’improvvisazione di teatro.

@Theraimbownerd

Orion Kykero

Alice sorride quando le dici che la vedi bene come protagonista. Anche se l’arrabbiatura non le è ancora passata del tutto, noti che la tua approvazione le fa piacere, e questo ti sembra un buon segnale. Ma non appena nomini Marcus, il suo volto si rabbuia: rabbrividisce appena e ti fissa con aria tesa. «Quel Marcus??» ti chiede, come per assicurarsi di aver capito bene a chi ti riferisci.

Quando confermi, scuote la testa con evidente disapprovazione. «Non capisco perché ti ostini ad appoggiarti a gente come lui… Le tue feste sarebbero comunque piene di gente, e fighissime, anche senza quella robaccia che ti porta.»

Le sue parole ti arrivano dritte: il suo tono non è di rimprovero, ma di sincera convinzione. Davvero crede a quello che dice. Eppure dentro di te la domanda resta sospesa: tu e la tua cerchia, le tue feste leggendarie… sarebbero davvero così memorabili senza i tuoi agganci, senza quella reputazione di chi “ha sempre il modo di procurare il divertimento più estremo”?

Il silenzio ti accompagna lungo il corridoio mentre rimugini su questo. Quando arrivate al cancello della scuola, Alice ti guarda esitante: «Guarda… ti accompagnerei volentieri, ma sinceramente non voglio avere nulla a che fare con quel Marcus.» Si ferma un attimo, poi, quasi in imbarazzo, aggiunge: «Mi dispiace.»

Dopo un breve saluto, la vedi allontanarsi, lasciandoti solo. Così ti incammini a passo lento verso il punto d’incontro: il parcheggio sul retro di un vecchio drug store isolato, alla periferia nord di Liliac Hallow. L’andatura trascinata tradisce la poca voglia che hai di incontrare Marcus.

Quando finalmente raggiungi il posto, lo noti subito. È un classico gorilla di strada: grosso, muscoloso ma appesantito, tatuaggi sulle braccia, lineamenti duri e occhi piccoli che non trasmettono certo intelligenza. Probabilmente di origine latina. Si appoggia con noncuranza al fianco del suo furgone — un vecchio cassone scassato, con la carrozzeria graffiata e una scritta sbiadita lungo la fiancata: Botanica del Sol — Erbe e Rimedi Naturali. Sai bene che è solo una copertura per Satya.

Marcus fuma una sigaretta, lasciando che la cenere cada senza preoccuparsene. Prima di avvicinarti ti guardi attorno, scrutando il parcheggio. Non ci sono occhi indiscreti, né orecchie all’erta. Sei solo tu, lui, e quell’aria sporca di periferia.

Fai un respiro profondo, costringendoti a proseguire. Quando il bestione ti nota, ti accoglie con un sorriso storto, più simile a una minaccia che a un segno di cortesia. Fa un lungo tiro dalla sigaretta, poi la getta a terra e la schiaccia con il tacco.

«Eccola, la mia principessina preferita! O dovrei dire principinoti saluta con tono provocatorio e denigratorio, la voce bassa e graffiante che amplifica lo scherno.

@SNESferatu

Ana Rivero

Trascini Eliza contro il muro accanto alla porta, il lato delle cerniere: lei con le spalle incollate al muro freddo, tu davanti a farle da scudo, i vostri corpi a contatto stretto. I passi nel corridoio si avvicinano, sempre più nitidi. Poi si fermano. Proprio davanti alla porta.

Trattenete il respiro. L’unico rumore che senti è il battito martellante del cuore, il tuo e quello di lei. Se si sono fermati proprio qui… non può essere che una persona: il coach Moss. Ti aspetti da un momento all’altro di vedere la maniglia forzarsi, scattare a vuoto — dopotutto, è stata già spaccata.

Poi un contatto improvviso: le mani di Eliza si appoggiano al tuo ventre. Scivolano piano verso il basso, e quando abbassi lo sguardo la vedi mordersi il labbro, lo sguardo acceso, anche se con un occhio resti vigile verso la porta. La pressione sulla maniglia arriva davvero: ti sembra di percepire una mano pesante che si posa e resta lì, indecisa.

E proprio allora, dall’altra parte, riecheggia ovattata e lontana la voce del bidello:
«Coach Moss, potete venire un attimo? Ho… ho bisogno di parlarvi. Sa… per quella cosa.»

Fuori, senti lo sbuffo irritato del coach, poi la sua voce dura:
«Proprio ora, Tom? Ho del lavoro da sbrigare…»

Trattieni ancora il fiato, pregando che decida di andarsene. Le mani di Eliza, intanto, sono scivolate fino al tuo inguine: il calore del suo tocco contrasta con la gelida attesa di quel momento.

Il bidello insiste, la voce ora più vicina:
«Ehm… ci vorranno solo cinque minuti. Ma se non avete tempo… non fa nulla.»

Un silenzio che sembra eterno, poi la risposta, secca:
«Ok, ok… va bene. Solo cinque minuti.»

La pressione sulla maniglia scompare. I passi si allontanano, prima del coach e poi del bidello. L’aria sembra tornare nei tuoi polmoni nello stesso istante in cui Eliza, con un piccolo sussulto, riprende fiato anche lei.

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

Lanci il tuo avvertimento a Nathan quasi d’istinto, forse seguendo quella parte di te che non riesce a ignorare il destino che lo aspetta. Per un attimo senti un lieve senso di colpa: dopotutto sei tu ad averlo trascinato lì. Alla fine, se riuscisse a scappare da Cory e restare illeso, non sarebbe un tuo problema. Potresti comunque dire di aver fatto il tuo dovere e di aver rispettato la tua parte di accordo. Se invece scegliesse di restare, e loro lo massacrano… beh, peggio per lui. Tu hai cose più importanti di cui occuparti.

Così ti volti e corri. Non scappi davvero per paura — in fondo sai che non sei mai stata in pericolo — ma per tagliare ogni possibile legame con ciò che sta per succedere nel bosco. Meglio che nessuno possa dire che c’eri. Meglio che il tuo nome resti pulito.

Dietro di te risuonano passi rapidi, leggeri, agili. Non hai dubbi: Tanaka ti sta seguendo. Stringi i denti e spingi le gambe al massimo, anche se il cappotto lungo e lo zaino ti ostacolano. Ti muovi più veloce che puoi, il respiro che si fa corto, il cuore che picchia forte. Non fai in tempo a percorrere più di duecento metri quando lo senti addosso.

In un attimo ti afferra per un braccio, tirandoti indietro. La sorpresa ti sbilancia, inciampi contro una radice e cadi all’indietro su un letto di foglie secche, a pancia in su. L’impatto ti strappa un gemito, e quando sollevi lo sguardo lo vedi: Tanaka è lì, in piedi sopra di te, lo sguardo vivo e quel sorriso beffardo che sembra divertirsi della situazione.

Per un istante ti tiene così, poi allunga una mano verso di te per aiutarti a rialzarti.
«Allora?» chiede con tono ironico. «Credi che quel cog***ne ci abbia creduto che non sei una serpe del ca**o che lo ha incastrato?» La sua voce non ha veleno, anzi: trasuda una strana ammirazione. Il suo insulto non suona come un’offesa, ma quasi come un complimento.
«Siamo stati abbastanza convincenti?» aggiunge, inclinando appena il capo, con un lampo divertito negli occhi.

Off topic

Tiro di dado. Fuggire: 9-1=8-> riesci a fuggire dalla scena facendo in modo che Nathan non abbia altre occasioni per capire il tuo doppio gioco. Ma ti imbatti/imbatterai in qualcosa di peggiore.

In questo caso l’ho inteso più così la mossa… come il fuggire dalla scena del crimine per non rimanerne coinvolta.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Vedi Scarlett fuggire seguendo il tuo consiglio e lanciando un ultimo sguardo spaventato verso di te prima di scaricarsi a destra e correre via a più non posso. Tanaka parte immediatamente dietro di lei, lasciandoti solo contro quattro: uno in meno da dover affrontare. Quattro è sicuramente meglio di cinque, ma per te non cambia granché. Senti la rabbia scattare dentro come una molla; una risatina sardonica ti sfiora la mente mentre afferri una manciata di terra.
“Oh… sì, piccolo Nathaniel… fagliela vedere a questi st**nzi cosa succede a chi tocca il tuo maledettissimo bosco.” La voce nella tua testa suona beffarda, quasi uno scherno, ma paradossalmente ti rincuora averla lì, proprio ora.

Cory scatta in avanti, la mazza già sollevata sopra la testa. «Ora me la pagherai, spione del ca**o!» ringhia, prima che il colpo possa scendere. È l’attimo che aspettavi. Getti la terra dritta nei suoi occhi: lo colpisci in pieno. Il ragazzo sbatte le palpebre, si porta una mano al volto, maledicendoti ad alta voce. La mazza quasi gli sfugge dalla presa. «Aaah… bastardo!» urla, accecato.

Sfrutti l’apertura e lo colpisci dove fa più male: un calcio secco, preciso, nel basso ventre. Lo vedi piegarsi, gli cedono le ginocchia e stramazza al suolo, una mano stretta tra le gambe, il volto contratto dal dolore. Un lamento strozzato esce dalle sue labbra mentre prova, invano, a riprendersi.

Uno dei suoi, uno dei due con le catene, si china per soccorrerlo; gli altri due avanzano verso di te, meno sicuri ma ancora pericolosi. Ti accerchiano: l’adrenalina scorre fredda, i muscoli si tendono. Schivi il primo colpo di catena con un movimento secco; il secondo infame invece ti sorprende alle spalle: una presa robusta ti avvolge il torso, braccia forti che ti bloccano come in una morsa.
«Forza… colpisci questo odioso!» grida rivolgendosi al compare che, di fronte a te, agita nuovamente la catena.

Off topic

Tiro di dado. Scagliarsi contro qualcuno: 8+2=10 successo pieno.

Cory subisce 1 DANNO è uno di loro temporeggia.

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comment_1928027

Orion Kykero

Narcotraffico

Le parole di Alice mi fanno più male di quanto dò a vedere. La sua fiducia nei miei confronti , la sua innocenza... è quasi insopportabile. Certo, potrei fare una festa senza droga, o con un po' di canne prese in giro. Ma cosa ne sarebbe della mia reputazione? Quella che ho coltivato per così tanto tempo?

Dai, non è poi così male. È un deficiente, certo, ma non devo esserci amico. È solo un corriere dopotutto. Rispondo ad Alice, prima di salutarla e arrivare da Marcus. Non le chiederei mai di seguirmi in ogni caso, ma manco comunque un messaggio a Diana mentre mi avvio.

Sto andando da Marcus a prendere i coriandoli per la festa.

La sicurezza non è mai troppa quando si ha a che fare con certa gente.

Quando arriva è esattamente l' animale che ricordavo. Ignoro i suoi tentativi di provocarmi, mantenendo un'aria fredda e distaccata

"Cliente preferito del tuo boss va bene Marcus. Hai la roba che ho chiesto o sei solo venuto a farti un giro in paese?" Gli chiedo senza giri di parole. Non voglio passare un secondo più del necessario in sua compagnia

comment_1928031

Darius

Scuola

Alzo un sopracciglio, seriamente sorpreso che Sasha abbia letto tutta la tragedia di Shakespeare e addirittura ne ricordi i personaggi, ma non ho nessuna intenzione di aprire l'argomento. Mi limito ad un sorriso furbesco, perché Sasha impegnata nella lettura di una storia così romantica e strappalacrime mi fa ridacchiare

Per me va bene, anzi direi di proporlo alla professoressa, così ci leviamo il problema dei ruoli e puoi far pratica rido e apro le braccia, come ad invitarla ad affondare un colpo contro di me

Provo a chiedere se magari posso chiamarla dopo, e una volta salutata mi incammino nella cappella

L'aria all'interno è piena di incenso, e credo che se non fossi abituato a questi fumi starei tossendo sul pavimento. La fitta al marchio che mi deturpa il collo mi fa sussultare, ma questo mi segnala che suor Margareth sta effettivamente facendo qualcosa. Non so se si tratta di un esorcismo o di qualche altro rituale simile, ma se potesse funzionare sarebbe la miglior notizia da due giorni a questa parte. Inoltre, mi viene il dubbio che la suora possa star effettivamente credendo a ciò che le ho detto, magari sa perfino che vengo da una famiglia di maghi

Sorella... ero venuto per delle domande, ma forse sarebbe meglio se fossi io a dare a lei delle risposte dico, grattandomi il collo dove il marchio si fa più caldo, la bocca distorta dal fastidio, come se una zanzara mi avesse punto e io non riesca a grattarmi

comment_1928050

Nathan

Nel Bosco, coi quattro porcellini

'Almeno me ne vado in gloria', penso, rendendomi conto che l'aver steso Edwards mi ha dato solo un ridicolo momento di soddisfazione, ma che sono nella stessa m&rd@ di prima. O forse peggio, visto che non sono riuscito a svignarmela.

È già un miracolo che io sia ancora vivo, tutto sommato, visto che io e ľautodifesa abbiamo litigato quando ero ancora nella pancia di mamma.

"F%ttut! codardi b@st@rd!", dico, più per spregio, che per altro, facendomi venire in mente l'unica cosa che riuscirei a fare adesso.

Aspetto che ľinfame con la catena si avvicini per attaccarmi di nuovo e provo a pestare violentemente la punta del piede dello $tr%nz% che mi tiene imprigionato. Se ho un briciolo di fortuna (figuriamoci...), allenterà la presa quel tanto che mi basta per spostarmi e - magari! - fare in modo che si colpiscano tra di loro.

Sì, certo, Nathan. Come no!!!

comment_1928086

Ana Rivero

Sempre nell'ufficio del coach

Sento un calore incredibile. Sarà l'ansia. Sarà il chiuso. Sarà che ho un corpo caldo praticamente attaccato al mio. Sarà che... non so esattamente cosa stia facendo Eliza, ma non la fermo. Non voglio si fermi.

Non dico niente. Non dico niente mentre i passi si fermano sulla porta, non dico niente mentre sento la voce del coach e del bidello (è il bidello implicato nelle vicende del coach? Inserisci nota mentale), nè quando vanno via.

Non so come reagire. Quindi non reagisco affatto. Aspetto che la situazione si calmi, e appena Eliza sussulta capisco che è il mio segnale per liberarmi. Non faccio menzione di quanto successo. Credo di essere rossa in volto (Posso essere rossa in volto? Si può vedere quello che davvero penso?), ma dobbiamo andare via di lì.

"Non mi fido dei cinque minuti del coach. Scappiamo via di qui."

Prima ancora di finire la frase, mi getto però sull'ultimo armadietto che mi era rimasto da controllare, dando le spalle a Eliza. Non so guardarla in faccia, per ora, non so cosa dire. Manteniamoci impegnati.

Ne parleremo dopo. Prima armadietto, poi fuga da lì. Ho fatto davvero troppo per oggi.

comment_1928211

Scarlett Bloomblight

A terra fra le fratte

Mi sento già sufficientemente lontano, ma l'essere inseguita da Tanaka mi lascia una sensazione strana, che voglio scrollarmi di dosso continuando a correre. Purtroppo mi raggiunge e mi strattona, facendomi finire a terra a pancia in su; per poco non sbatto la testa. "Ahi..."

Quando mi allunga la mano tentenno un secondo, anche se non so perché, poi la accetto e mi rialzo, sfregandomi il fondoschiena che ha battuto per terra. Nel momento in cui pronuncia la parola serpe qualcosa dentro di me si agita e sento le viscere come attorcigliarsi su di loro in quello che sembra un moto di felicità; per quanto l'istinto mi comunichi perlomeno...

"Un modo piuttosto colorito per darmi della stro**a, non credi?" Gli rispondo, mentre scrollo dal cappotto le foglie che si sono attaccate. "Comunque mi fa piacere constatare che non siate completamente senza cervello, avete messo su un ottimo teatrino; molto convincente." Lo guardo, squadrandolo dall'alto al basso, in cerca di un segnale che comunichi sue eventuali strane intenzioni.

Prendo dalla tasca del cappotto una sigaretta un po' ammaccata, la raddrizzo come meglio riesco e me la accendo. "Ora, sai che non ho problemi a fare affari con te Tanaka..." Il mio tono ha qualche punta di imbarazzo e ammirazione, forse un po' troppo evidenti. "Ma i nostri precedenti contatti sono stati molto più... lineari." Dico dopo una piccola pausa, quando ho trovato la parola giusta. "Se avrai bisogno in futuro non c'è problema, ma io non voglio fare da badante per qualche bambinone troppo cresciuto. Fa in modo di trattare le cose seriamente come le tratto io, intesi?" Do un tiro alla sigaretta e infine gli tendo la mano, una mezza via per sugellare l'accordo e richiedere il mio pagamento.

@Loki86 offgame

Ottima interpretazione della mossa, per me non c'è problema; ora vediamo come prosegue.

  • Autore
comment_1928318

@Theraimbownerd

Orion Kykero

Marcus ti osserva con quell’aria sorniona che ricordi fin troppo bene. Ha il sorriso beffardo di chi sa già di avere il controllo della situazione, le mani infilate nelle tasche e la schiena appoggiata al fianco del suo vecchio furgone bianco, come se avesse tutto il tempo del mondo. Ti squadra lentamente, masticando qualcosa. Rimane in silenzio per un tempo che sembra interminabile, giusto per ricordarti chi detta i ritmi. Poi, con un sorrisetto storto, si stacca dal mezzo e apre la portiera laterale con un cigolio metallico. Fruga per un po’ tra scatole, buste e cianfrusaglie finché non tira fuori un pacchetto avvolto in carta da imballaggio beige, legato con dello spago.

«Incenso… quarzi fumé… occhi di tigre e…» alza lo sguardo su di te, gli occhi che brillano di ironia, «oh, guarda un po’… lacrime di serpente! Birichino!»

Ti tende il pacchetto, ma proprio quando stai per prenderlo lo ritrae di scatto, stringendolo contro il petto. Si piega leggermente in avanti, il tono che si fa volutamente provocatorio.

«Ma quindi là sotto?» dice, accennando con il mento verso la tua zona inguinale. «Ancora niente uccellino?»Aggiunge poi, fischiettando come a imitare un cinguettio. Ride piano, un suono basso e sgradevole che sa di scherno. Poi i suoi occhi risalgono lentamente, fino al tuo petto.

«E li’ invece? Te le strizzi?»

La sua voce è un veleno che gocciola lentamente, piena di malizia e di quella cattiveria sottile che sa usare così bene… come se sapesse esattamente dove colpire per farti male.

@Voignar

Darius Whitesand

Suor Margareth solleva lo sguardo verso di te, le mani ancora strette al rosario che tiene appeso alla cintola. La luce che filtra dalle vetrate colorate le attraversa il viso scavato, rendendo il suo sguardo quasi più severo del solito. Ti fissa per qualche istante in silenzio, come se stesse cercando di capire se stai scherzando o se parli davvero sul serio.

«Cosa intendi dire, Darius?» domanda infine, la voce bassa ma ferma. Fa un passo avanti, il lieve fruscio dell’abito che riempie il vuoto della cappella. «Cosa sai tu, esattamente, di quelle… storie antiche di cui hai parlato?»

Ti guarda negli occhi, e per un attimo la sua espressione tradisce un’ombra di preoccupazione genuina. La tensione nell’aria è palpabile. L’incenso sembra più denso, quasi a pesare tra di voi. La suora ti osserva come se avesse appena intravisto qualcosa… qualcosa che la spaventa, ma che non può più ignorare.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Il ragazzo davanti a te avanza con la catena che sbatte piano sulle cosce, un suono metallico che ti rimbomba nelle orecchie. Lui alza il braccio per colpirti: la catena disegna un arco minaccioso nell’aria, pronta a scattare verso di te.

Proprio in quel momento senti la risatina… piccola, fredda… e quella vocina nella testa che ti dice secca: «Ora!» Non ci pensi, agisci. Calci con tutta la forza che hai nella punta del piede contro la caviglia di quello che ti tiene fermo. Il suo equilibrio vacilla, la presa si allenta quel tanto che basta: tu strattoni verso il basso con un gesto rabbioso e istintivo.

La catena sfiora la tua testa, ti pettina i capelli con il suo scrosciare, e senti l’aria fischiare vicino all’orecchio. Poi un urlo alle tue spalle, crudo: qualcuno ha preso il colpo al posto tuo. Ti volti e lo vedi… il tizio che ti stava bloccando… con le mani alla mandibola, si tiene la faccia, una striscia di sangue che gli scende dal labbro.

Per un istante c’è solo confusione: i quattro ragazzi si riorganizzano, imprecano, cercano nuove posizioni. Quello che é stato colpito grida furioso contro il suo compagno, accusandolo di essere stato lui a beccarsi il colpo; il tipo con la catena tossisce, fa un mezzo passo indietro e, con un filo di voce che cerca di sembrare rabbioso, borbotta un «Scusa…» poi la sua espressione si fa cattiva e ti lancia uno sguardo pieno di veleno: «Te la farò pagare».

Cory si sta rialzando a fatica, le mani ancora strette sull’inguine, e urla al suo compare che lo sta aiutando a rialzarsi: «Muoviti! Gli diamo una lezione!» La sua rabbia è evidente. Non si aspettava così tante difficoltà nel pestarti.

Intorno a te il bosco sembra trattenere il fiato. Hai guadagnato quel margine che volevi; ora loro si stanno riorganizzando e presto torneranno all’attacco.

Off topic

Tiro su scagliarsi contro qualcuno: 10+2=12 -> Nathan super sayan sta tenendo testa ai quattro balordi!

1 DANNO anche al tizio che ti teneva fermo.

@SNESferatu

Ana Rivero

Ti senti rossa in volto, accaldata… una sensazione strana, quasi nuova per te. Ti fa sentire più umana, più normale… un pensiero che ti lascia disorientata, come se il tuo stesso corpo si fosse ricordato all’improvviso di poter reagire in quel modo.
Getti un’occhiata veloce a Eliza, più per riflesso che per intenzione. Non vuoi davvero incrociare il suo sguardo. Non ora. Ma quel rapido colpo d’occhio basta per notare che lei, invece, è pallida come sempre. Nessuna traccia di rossore o di esitazione sul suo viso: solo la solita freddezza, la stessa determinazione lucida di chi ha il pieno controllo.

Quando poi ti vede deviare dalle tue stesse parole, abbozza un mezzo sorriso.
«Oh sì… ci sarei rimasta male se ce ne fossimo andate senza controllare anche quello!» dice, la voce un misto di urgenza ed eccitazione.

Ti avvicini all’armadietto, o meglio, allo schedario… e lei è subito al tuo fianco, così vicina che il suo profumo ti inebria di nuovo. È uno schedario piuttosto basso, poco più alto di un tavolo, con due grosse ante che si aprono a metà. Ora che lo osservi meglio, noti che i segni sul pavimento sembrano corrispondere perfettamente ai bordi del mobile: solchi sottili, come se fosse stato spostato avanti e indietro molte volte.

Ti scambi un rapido cenno d’intesa con Eliza e, trattenendo il fiato, afferri le ante del mobiletto.
Le apri di scatto, ansiosa di scoprire cosa il coach nasconda lì dentro.

Quasi ti senti sciocca quando ti accorgi che è completamente vuoto.
Eliza si piega accanto a te, perplessa. «Vuoto?» chiede, come se volesse accertarsene da sola. Poi sospira, delusa. «Che spreco…»
Si raddrizza, scuote appena la testa. «Forse, però, adesso sarebbe meglio andare!» aggiunge infine, la voce tornata calma ma tesa, mentre resta in piedi ad aspettare di capire se la seguirai o se hai ancora intenzione di restare.

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

Tanaka ti osserva in silenzio mentre ti rialzi, quella sua espressione indecifrabile che ondeggia tra arroganza e un magnetismo pericoloso. Una delle mani infilata nella tasca, il capo appena inclinato, gli occhi scuri che ti scivolano addosso con lentezza studiata. Quando commenti sul suo modo “colorito” di insultarti, lui accenna un sorriso storto, un lampo divertito negli occhi.
«Hai colto perfettamente il punto!» mormora, come se la cosa lo divertisse davvero.

Quando poi gli tendi la mano, intuendo che è il momento di concludere l’affare, lui fruga con calma in una delle tasche dei pantaloni, il gesto lento e quasi teatrale. Estrae una banconota da cinquanta dollari, piegata con cura.
«Immagino che tu stia aspettando questi, giusto?» chiede, il tono mellifluo e il sorriso che gli curva le labbra in modo provocante.

Temporeggia.
Ti lascia in sospeso per qualche interminabile secondo, il denaro a pochi centimetri da te, come un’esca. Poi, finalmente, allunga la mano.

Quando afferri la banconota, le vostre dita si sfiorano. Un tocco leggero, ma sufficiente a far scattare qualcosa. Il contatto dura un istante di troppo, e poi senti la sua presa chiudersi intorno alla tua mano, ferma, sicura. Ti tira appena verso di sé… non con violenza, ma con una naturalezza disarmante.

Con la mano libera ti toglie la sigaretta dalle labbra, la porta alla propria bocca e ne aspira una lunga boccata. Il fumo esce piano, diretto verso la tua spalla, ma una scia tiepida ti sfiora la guancia. L’odore acre e dolce insieme ti resta addosso.

Tanaka si china leggermente, i suoi occhi nei tuoi. È troppo vicino.
«Sei stata brava, Scarlett…» dice a bassa voce, quasi un sussurro, ma pieno di quella sicurezza sfrontata che lo contraddistingue. Le parole ti arrivano come una carezza ruvida. «Molto brava.»

Poi, con un sorriso che ti si stampa dentro, aggiunge:
«Forse te lo meriti davvero, quel bacio.»

E in quell’istante ti torna addosso tutto… l’eccitazione febbrile del sogno di stanotte, il suo volto, la sensazione di controllo che allora avevi. Solo che ora sembra più lui a muovere i fili.
Il calore che ti divampa dentro all’improvviso parte dal ventre e ti risale in un’ondata rovente fino alla gola, fino al cervello.
Ti lascia stordita, sospesa tra il desiderio e la consapevolezza di essere appena scivolata un passo più vicino al suo gioco, lasciandoti con uno strano senso di avvertimento.

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Orion Kykero

Narcotraffico

La mano mi va istintivamente al petto quando sento lo sguardo viscido di Marcus. Quello str@nzo sa dove andare a colpire per fare male. Ma se pensa che resterò zitto e muto solo perché è più grosso ha assolutamente sbagliato persona. Non permetterò che la giornata di oggi sia rovinata da uno come lui, ne ho abbastanza di bulletti transfobici del c@zzo oggi.

Senti Marcus, lo so che sei curioso perché l' ultimo paio di te.tte che hai visto è stato quello di tua madre ma quello che c'è sotto i miei vestiti non sono affari tuoi. Quindi dammi il pacco, così Satya può pagarti e magari avrai abbastanza da pagare una donna per tollerare la tua presenza, visto che è l' unico modo in cui potresti mai vederne una nuda.

Marcus vuole sminuire la mia mascolinità? Molto bene, due possono giocare a questo gioco.

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Darius

Cappella scolastica

Sebbene mi fidi abbastanza della chiesa nel suo complesso, e sebbene i tempi delle grandi persecuzioni sono passati da tempo, è pur vero che ancora oggi la magia non è proprio ben vista dai religiosi

Non credo che suor Margareth possa bruciarmi su un rogo, o tantomeno che possa convincere altra gente a farlo, ma i rimproveri di mia madre, se mi lasciassi scappare una cosa del genere senza riflettere, sarebbero un supplizio ben peggiore di qualsiasi cosa possa mai partorire un inquisitore

Devo trovare un modo per mettere a conoscenza la suora di cosa ho visto, e al tempo stesso passare per una vittima inconsapevole

Ecco... suor Margareth... ho visto qualcosa. Lì per lì non ne ero davvero sicuro, ma più ci rifletto più capisco che non me lo sono sognato o semplicemente immaginato. Nel boschetto vicino alla scuola, un essere alto, magro, al punto da essere scheletrico; aveva la testa a forma di teschio di cervo, con corna immense. Mi ha parlato, non ricordo di preciso cosa ha detto, ma... mi ha fatto male, molto male, come se venissi bruciato vivo, come se mi scuoiassero da capo a piedi per poi ricucirmi e ripetere il tutto ancora e ancora sto volutamente abbondando, ma meglio che suor Margareth sia più spaventata di quanto non lo sono io adesso non ricordo bene cosa mi abbia detto, ma vuole qualcosa, qualcosa che io gli devo dare, anche se non capisco cosa

Meglio lasciare fuori Scarlett per il momento, sia che lo spirito l'abbia in anticipati, cosa quasi sicura, sia che si riveli così idiota da volersela sposare, non mi va di fare il suo nome a suor Margaret, finirei solo per tirarla in mezzo ad una faccenda che non ho ancora ben chiara

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Nathan Clark

Nel Bosco

'M€rd@, sono proprio cocciuti. Devo andarmene subito... e recuperare Scarlett, se posso!', penso, cercando uno spiraglio per sgusciare via.

Il tizio con la catena, davanti a me, è il più confuso, adesso: senso di colpa per aver colpito il suo compare? Non so, ma ho poca scelta.

Urlo rabbioso e mi lancio verso di lui, come se volessi assalirlo, ma in realtà sto solo fingendo di attaccarlo, per sfilarmi oltre lui e svignarmela nella direzione in cui sono corsi Scarlett e quel gran b@st@rdo di Tanaka.

Se ci riesco.

E se non ci riesco, stavolta nel Bosco ci muoio per davvero.

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Scarlett Bloomblight

Fa caldo nel bosco

Faccio per prendere i soldi, ma Tanaka esita volontariamente: mi fermo, aspetto qualche secondo per non fare le cose con foga.

Aspetto troppo, a quanto pare.

Avviciniamo le mani nello stesso momento e quando si toccano, mentre cerco di prendere i soldi, una specie di scossa elettrica mi attraversa il corpo, un brivido che mi fa bloccare un paio di secondi; esattamente come è accaduto ieri.

Il fumo che mi sfiora quasi non sembra fumo di sigaretta, ma qualcosa di più accogliente come quello di un fuoco nel camino, con profumo di legna e caldo.

Caldo?

Inizio a sentire caldo, probabilmente ho le guance arrossate e ho il fiato corto, come se Tanaka prendesse per sé tutta l'aria che c'è in zona.

Le sue parole colpiscono nel profondo, risvegliando gli stessi istinti che si sono sfogati stanotte e dopo pranzo, dopo averlo rimesso al suo posto; anche se questa volta i ruoli sembrano leggermente invertiti.

MIO! IO!

Un ruggito rovente dall'interno del mio corpo mi investe, propagando un'ondata di calore che mette sull'attenti ogni mio muscolo: sono più eccitata di stanotte, più eccitata di oggi dopo pranzo, più eccitata di quanto mi sia mai sentita finora; e lui sta lì, col sorriso sfrontato come se comandasse lui.

NO! IO!

Sono travolta da un'ondata di lussuria e come se qualcos'altro muovesse il mio corpo gli afferro il polso della mano libera con una forza che non mi appartiene; mi faccio ancora più vicina, prendendo una posizione più stabile.

"Merito?! Lo esigo e me lo devi." La voce mi esce quasi distorta, con un che di primordiale nell'intonazione; come se alcune parole non le avessi pronunciate davvero io.

Sempre con la stessa forza che non mi appartiene lo spingo facendolo finire a terra tra le foglie e lo seguo a terra nella caduta.

Troneggio su di lui, consumata dall'eccitazione e dal caldo; mi sembra di stare andando a fuoco sempre di più con ogni secondo che passa.

E infine mi avvento sulla sua bocca, come un predatore che si getta ad azzannare la sua preda, prendendomi quel bacio che Tanaka mi aveva promesso.

@Loki86 offgame

Non so se qui è un tiro di eccitare visto che si era proposto Tanaka, ma capisco che la reazione di Scarlett potrebbe scatenare qualcosa. (Nel caso ho -1)

Ho preso la palla al balzo per tirare fuori gli istinti e le sensazioni del drago, oltre ad un pizzico di forza in più giusto per condire la narrazione.

Spero di non aver esagerato troppo, in ogni caso mi sono fermato al bacio per darti modo di reagire o altro, poi vediamo cosa succederà.

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Ana Rivero

Ancora dal coach

Mi passo le mani sul volto, come a farmi passare via questo calore che non so spiegare. La guardo con la coda dell'occhio... e niente, è sempre migliore di me. Pensavo di essere io per un attimo la leader di questa spedizione. Invece lei gestisce tutto, lei sa tenere i nervi saldi. Quello che è successo è... normale per lei? Almeno è dalla mia parte.

... in più di un modo. Il calore mi torna sulle guance.

E poi la pensiamo allo stesso modo riguardo l'armadietto. Molto anticlimatico che fosse vuoto. A questo punto pensavo quasi a un cadavere. Possibile! Abbiamo di mezzo sicuro un'influenza di una setta, cosa che non posso spiegare a Eliza. L'unico con cui posso parlarne è il primo di cui non mi fido. Ma credo che prima o poi dovrò parlare con Darius. Cosa può farmi? È già morto una volta, in fondo, e io invece non sono mai nata.

Faccio un cenno con la testa alla proposta di Eliza di fare un fugone. "Sì, mi sembra davvero il momento giusto. Chissà se tra quello che ho fotografato ci sono delle prove."

"Speravo di più", fingo palesemente un sospiro, perché quel simbolo è molto importante, ma non per i motivi per cui sono entrata lì. "Ma ora è il momento della parte più difficile del piano: scappare da qui."

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