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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte

Risposte in primo piano

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comment_1924614

@Theraimbownerd @TheBaddus @SNESferatu @Voignar

Lezione di psicologia

La professoressa Park si alza leggermente dalla sedia, le mani appoggiate al bordo della cattedra, e guarda la classe uno per uno. Vi accorgete che non ha perso neanche una parola di quello che è stato detto.

«Sono molto colpita dalle vostre risposte…» inizia con un tono calmo ma deciso. «Scarlett, la tua è una definizione quasi accademica, precisa, ordinata. Dimostra che sai dare struttura a un concetto complesso, e il fatto che tu abbia cercato di bilanciare il negativo con il positivo rivela un certo senso di responsabilità.»

Volge lo sguardo verso Darius. «E tu, Darius, hai portato un punto fondamentale: il potere dei gruppi. La dinamica tra maggioranze e minoranze è alla base di molti fenomeni sociali, e non va mai sottovalutata. Anche se, come ha giustamente ribattuto Orion, all’interno di ogni gruppo c’è sempre qualcuno che guida e qualcuno che segue.»

É in questo momento che prende parola Ana, in quello che, probabilmente, è l’intervento più lungo che le avete mai sentito fare.

Tyler, nonostante si senta tirato in causa, resta fermo e non ribatte nulla, chiaramente colpito dal fatto che Ana abbia parlato così a lungo. Anche gli altri sembrano fissarla sorpresi. Eliza, invece, la osserva con un’espressione quasi ammirata, sorpresa dalla schiettezza con cui si è espressa.

La professoressa Park ascolta tutto senza fiatare e un sorrisino le compare compiaciuto sul viso.

«Ana, quello che hai detto non è inutile. Come non è inutile l’intervento di nessuno dei tuoi compagni. Anzi. In ogni dibattito, serve anche la voce di chi mette in dubbio l’importanza stessa dell’argomento. È proprio grazie a questo che possiamo confrontarci davvero: ognuno sostiene le proprie idee, ascolta quelle degli altri, e decide se mantenerle o modificarle. Soprattutto alla vostra età, è fondamentale per capire chi siete e cosa pensate del mondo che vi circonda. Che si tratti di dinamiche di potere o di qualsiasi altra questione.»

Detto questo, acconsente alla richiesta della ragazza di andare in bagno.

Ana esce veloce, lasciando dietro di sé un silenzio breve ma percepibile.

Park sorride lievemente e torna a guardare la classe. «È così che funziona un dibattito: idee diverse, prospettive che si intrecciano, e ognuno che impara qualcosa, anche solo su se stesso.»

Una decina di minuti dopo, la campanella suona, e l’ora di psicologia si conclude, lasciandovi liberi di dirigervi all’ultima ora della mattinata.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

La Morris ti ascolta con quella pazienza che sembra non finire mai, inclinando leggermente il capo mentre parli.

«Per Alice…» comincia, con voce calma, «quello che penso è che dovresti semplicemente essere sincero. Dirle come sono andate le cose, che le vuoi bene e ci tieni, ma solo come amica. È l’unico modo per non creare false speranze, e per darle la possibilità di elaborare i suoi sentimenti senza sentirsi presa in giro.»

Si sposta un po’ sulla sedia, senza staccare lo sguardo dal tuo. «E con Kathlyn… beh, se pensi che possa piacerti, perché non provare a frequentarla? Non devi capire tutto subito. L’importante è che tu agisca sempre nel rispetto di te stesso e degli altri. Qualunque cosa tu decida, deve essere una scelta che ti fa stare bene e che non danneggia chi ti sta intorno.»

Sta per aggiungere qualcos’altro, ma proprio in quel momento la campanella suona, riempiendo l’infermeria con il suo trillo secco. La Morris sorride appena. «Meglio che ti affretti alla prossima ora, o avrai anche il professore che viene qui a cercarti.»

Mentre ti accompagna verso la porta, aggiunge: «E ricordati, Nathan… puoi sempre parlare con qualcuno dei tuoi problemi. Sono contenta che oggi tu non ti sia tenuto tutto dentro.»

Poi ti lascia andare, con uno sguardo d’incoraggiamento che ti segue fin fuori dall’infermeria.

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Nathan Clark

Cambio d'ora

Faccio un cenno alla Morris: è un goffo incrocio tra un saluto e un gesto di ringraziamento, con una punta di assenso in riferimento a quanto mi ha consigliato.

Ho ancora parecchie perplessità, soprattutto in riferimento ad Alice: non sono sicuro che lei sia tanto ben disposta verso un discorso di amicizia, ma qualcosa dovrò ben dirle. Una cosa la so, per certo, comunque: lei è troppo fragile ed empatica, perché io possa trattarla in modo incerto. Ma adesso, mi rendo conto, la voce dentro la mia testa mi crea solo confusione.

Varco la soglia e faccio un respiro profondo. Riprendo in mano il telefono, per gettare uno sguardo allo schermo: Blabber è ancora lì, in background, ma con le notifiche generali disattivate. Non voglio sapere null'altro, di quel vociare.

I pettegolezzi mi erano estranei nella mia vita precedente e adesso mi irritano soltanto.

Mi interessano, invece, eventuali messaggi. Devo fare qualcosa; per Alice, forse. Ma, di certo, per Noah e per... il Bosco.

Cavolo. Me ne ero quasi dimenticato, in tutto questo. La visione di ieri pomeriggio.

Mi affretto verso la classe, ignorando gli sguardi che potrei incrociare.

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Scarlett Bloomblight

Fine della lezione di psicologia

Una volta finita la lezione, mentre gli altri escono, anche siccome Emily non è stata molto interattiva finora e non so perché, decido di lasciare correre la cosa per il momento, ho un dubbio che voglio provare a chiarirmi: sistemo lentamente le mie cose in modo da essere l'ultima a rimanere in classe. Così nel caso in cui la professoressa Park avesse qualcosa da dirmi, ne potremmo parlare in privato.

Dopodiché, oppure se esce senza dire nulla, me ne vado anche io verso l'aula di biologia.

@Loki86

Questa scena nel caso ce la possiamo giocare in flashback secondo me.

Dopo essere uscita dalla classe mi dirigo piuttosto rapidamente verso l'aula di biologia, sono impaziente che quest'ora finisca in modo da poter proseguire con i miei piani.

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Orion Kykero

Lezione di psicologia

Ci godo nel vedere Tyler ammutolito, anche se Ana continua ad essere un completo mistero per me. È davvero così diversa dagli esseri umani come me da non fregarsene nulla di queste cose? O è semplicemente una snob arrogante come sembra, la classica tipa che se la tira per nascondere le insicurezze?

Normalmente indagherei a riguardo, ma oggi ho altro di cui preoccuparmi. Prima di tutto Alice. Vorrei andare da lei, provare a spiegarmi, a chiederle di parlare ma mi blocco prima di riuscirci. Risulterei solo insistente, quasi disperato. E io non lo sono. Le parlerò, dopo che avrà elaborato la questione. Ora c'è la lezione più importante di oggi.

Mi muovo rapidamente verso l'aula di biologia, la lezione di oggi mi interessa particolarmente. Il professore aveva anticipato ieri che avrebbe parlato di ormoni, e ho un bel po' di domande a riguardo. Certo, buona parte l' ho già fatte su internet, ma di solito ci sono sempre risposte contrastanti. Avere una persona effettivamente competente a rispondere mi sarà utile.

Modificato da Theraimbownerd

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Darius

Mi alzo e mi dirigo alla prossima lezione; finalmente questa mattinata sta volgendo al termine e potrò sfruttare la pausa pranzo per cercare qualche risposta

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Ana Rivero

Faccio spallucce alla professoressa Park, ma almeno un "grazie" mi scappa dalle labbra, anche se non ci metto particolare convinzione. Apro la porta e mi infilo nel corridoio, finalmente lontana da tutti quegli sguardi. Non sono abituata.

In bagno non c’è nessuno. Apro il rubinetto, bevo un po’ d’acqua direttamente dal palmo della mano e poi mi sciacquo la faccia. L’acqua fredda mi punge la pelle e mi sveglia quel tanto che basta. Resto lì qualche minuto in silenzio, solo a respirare.

Quando torno in classe, non faccio rumore. Mi rimetto al mio posto senza dire nulla, recupero le mie cose e, appena suona la campanella, seguo il gruppo verso biologia. Non ho fretta, in fondo.

  • Autore
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@Ghal Maraz

Nathan Clark

Nel tragitto verso l’aula di biologia cerchi il più possibile di evitare gli sguardi degli studenti che incroci. Fortunatamente nessuno ti rivolge la parola e, se qualcuno ha ridacchiato o commentato alle tue spalle, non ci hai fatto caso. Anche sul tuo telefono, eviti accuratamente Blabber. Non ci sono messaggi. Apri la conversazione con Noah, che conta solo il tuo messaggio precedente. Non é ancora stato visualizzato.

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

Quando ti attardi in classe, vedi la Park riordinare le sue cose per poi sollevare lo sguardo su di te poco prima che esci dall’aula.

“Risposta molto interessante la sua, signorina Bloomblight… Ero sicura che sarebbe stato un argomento di lezione che l’avrebbe interessata! Le auguro una buona giornata.” Ti rivolge un mezzo sorrisetto enigmatico, prima di farti un cenno come per invitarti ad uscire. La vedi chinarsi nuovamente sulle sue cose, senza più considerarti.

@Theraimbownerd

Orion Kykero

Nel tragitto verso l’aula di religione noti Tyler lanciarti delle occhiate palesemente ricolme di disappunto. Evidentemente non ha apprezzato la tua mossa di aver pubblicato quelle foto su Blabber. Non viene a parlartene, così decidi di non curarti della cosa. Hai cose ben più importanti a cui pensare in questo momento rispetto a quello che pensa di te mister perfettino.

Controlli il telefono. Il tuo post su Blabber sta andando alla grande e la maggior parte dei commenti sono compiaciuti e divertiti. Hai anche un messaggio da Juno.

“Ma veramente?!?!? Mi son perso nel bosco che si inciucia con la do’ a tutti Rodriguez?? Ahahahah.. che mondo strano!”

@SNESferatu

Ana Ribero

Poco prima di entrare nell’aula di biologia ti si accosta Eliza. Attira la tua attenzione appoggiando la sua spalla alla tua. “Sei stata una grande prima! Ottima risposta! Con uscita ad effetto!” Ti rivolge un sorriso e fa un occhiolino complice. Quindi entra in classe e prende posto al suo banco.

@Voignar

Darius Whitesand

Mentre cammini annoiato verso l’aula di biologia, avverti un leggero pizzicore alla base del collo, dove ora hai lo strano tatuaggio tribale. Pian piano si trasforma in un lieve bruciore. Ti porti istintivamente la mano e massaggi la zona. La strana sensazione si allevia… Fissi lo sguardo fuori da uno dei finestrini del corridoio. La’ lontano vedi stagliarsi i profili degli alberi della foresta. Da qualche parte lá dentro si nasconde la misteriosa creatura con la testa a forma di teschio di cervo. Riprendi a camminare verso l’aula, domandandoti cosa potrebbe comportare l’ignorare la sua richiesta di portargli Scarlett…

X TUTTI

L’aula di biologia è già piena di brusii e zaini sbattuti sui banchi, quell’aria di stanchezza che si respira sempre all’ultima ora del mattino. Ma non appena il professor Brooks entra, l’energia cambia. Ha in mano una cartellina e un pennarello rosso che agita come fosse un microfono.

«Signori e signore, oggi manteniamo la promessa. Ormoni sessuali!» annuncia con tono teatrale, passando lo sguardo sull’aula. «Vi vedo: c’è chi arrossisce, chi già si prepara a ridacchiare. Perfetto. Siete nel posto giusto.»

Si mette a camminare tra i banchi con l’aria di un presentatore di varietà. «I protagonisti della puntata di oggi: testosterone, estrogeni e progesterone. Non sono solo paroloni da manuale o scuse per imbarazzarvi. Sono i registi invisibili che ogni giorno orchestrano emozioni, pensieri, scelte… e sì, anche drammi adolescenziali.»

La lavagna si riempie presto di frecce colorate: cervello, gonadi, comportamenti sociali. Ogni ghiandola è descritta come un personaggio di teatro. «Il testosterone? È il carburante dell’azione, della competizione, a volte dell’aggressività. E non solo nei maschi. Gli estrogeni e il progesterone invece… ah, sono come sceneggiatori silenziosi: non li vedete, ma senza di loro metà della vostra vita emotiva non avrebbe senso.»

A ogni spiegazione Brooks aggiunge una gag: si porta la mano alla fronte fingendo una tragedia shakespeariana quando parla degli sbalzi ormonali, o si stringe le spalle imitando un adolescente spaesato: «Un giorno vi svegliate e sorpresa! Non siete più bambini… ma non avete ancora capito cosa siete diventati.»

Poi, si ferma. Pianta il pennarello sulla cattedra come fosse un microfono vero. «E adesso… domanda da un milione di dollari. Quanto siamo davvero liberi? E quanto invece siamo solo marionette appese ai fili dei nostri ormoni?»

Il silenzio che segue sembra fatto apposta per costringere la classe – voi compresi – a prendere posizione.

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Nathan Clark

'No. Oh, no. No. Gli ormoni no. Ti prego. Ti prego: no. Che cosa mai ho fatto di così orribile nella mia vita per meritarmi QUESTO? Proprio ADESSO???'.

I miei pensieri corrono in libertà totale, mentre cerco di dimenticarmi di esistere e di essere a scuola, in questo maledetto martedì dello strac@$$o.

Mi ero completamente scordato che Brooks ieri lo avesse anticipato.

Voglio fuggire. O urlare. O seppellirmi. O morire.

Una qualsiasi di queste opzioni.

I minuti non passano mai e io non riesco a stare concentrato. Riesco a malapena a fingere di stare attento. Sposto lo sguardo giusto tra il mio quaderno e il diagramma di geroglifici alla lavagna. Ogni tanto fisso la faccia del prof, ma giusto per dovere: è più difficile dissimulare, se lo osservo più di qualche secondo.

Poi, Brooks tira la bomba panico definitiva e chiede a NOI cosa ne pensiamo.

A NOI. Cioè, anche a ME.

'Se sono fortunato, magari adesso vengo ingoiato da una voragine che si crea sotto i miei piedi. Ma non sarò certo così tanto fortunato'.

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Scarlett Bloomblight

Aula di psicologia

"La ringrazio professoressa, è stato molto interessante. Sarebbe bello poter approfondire la cosa in una sede con più tempo a disposizione. Buona giornata anche a lei." Dico alla prof mentre esco dall'aula; meglio non tirare troppo la corda cercando di scoprire cosa sa su di me.

Quando entro in aula di biologia e mi ricordo su cosa sarà la lezione di oggi, come annunciato ieri dal professor Brooks, scelgo di sedermi in uno dei posti laterali della classe, vicina al muro, in modo da rimanere da sola per quest'ora. Hanno già fatto i beati fatti loro i miei ormoni sessuali nella giornata di ieri...

Seguo la lezione con un'attenzione un po' frettolosa, dettata da ciò che ho da fare durante la pausa pranzo non appena suonerà la campanella.

Nel momento in cui poi fa la domanda quasi mi risveglio, anche se tento di farmi "piccola" in modo che il professor Brooks non mi chiami; non ho voglia di rispondere a questa domanda.

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Orion Kykero

Seguo la lezione con un' attenzione di gran lunga maggiore di quella che di solito riservo a Scienze. Certo, il professor Brooks sa spiegare bene e sa semopre come rendere la lezione interessante, per quanto a volte sconfini nel cringe. Ma questa volta la lezione mi interessa personalmente.

Rifletto a fondo sulla domanda. Gli ormoni hanno definitivamente influenzato la mia vita e continuano a farlo. Mi hanno dato questo corpo che odio, mi costringono a stare attento a ogni scelta di vestito, mi fanno faticare il doppio in palestra per avere la metà dei muscoli dei miei compagni, tengono i peli sul mio volto corti e radi per quanto cerchi disperatamente di farli crescere. Quindi si, in effetti mi controllano. Ma io un giorno controllerò loro. Una volta compiuti i 18 anni mamma non potrà fare più niente a riguardo. Prenderò quel dannato T e sopprimerò quell' E. Guardo i buffi disegnini alla lavagna del professore degli ormoni umanizzati e immagino il testosterone strangolare l' estrogeno nei suoi anelli. Mi scappa una risatina, che cerco di coprire con un colpo di tosse per prendere l'attenzione.

Tutto quello che ha descritto finora professore...beh se ho capito bene riguardano le nostre emozioni e atteggiamenti. Che si, sicuramente sono importanti per come viviamo la nostra vita, ma non c'è nulla in questi ormoni che determini i nostri obiettivi no? O i nostri gusti, o i nostri piani a lungo termine. Anche quelli ci definiscono, è lì siamo noi a deciderli no?

La mia voce esce più incerta di quanto avrei voluto, specialmente verso la fine. Più un invito al professore a confermare quello che dico che una vera risposta.

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Ana Rivero

Aula di psicologia

Rivolgo solo uno stanco sorriso a Eliza. "Quello avevo da dire. Mi stavo annoiando". Quindi con un dito le faccio cenno che ci vediamo dopo, e mi dirigo verso la temuta biologia.

Appena vedo il professore con i suoi armamenti, so già dove finirà a parare la lezione. Si metterà a disegnare, a fare il stolto come al solito, o mio dio non ce la faccio più, almeno è solo un'ora. Ma due ore in due giorni diversi? È troppo. Mi stringo la testa tra le mani, perché non posso resistere alle sue gag. E non mi interessa abbastanza nascondere che la sua teatralità è fuori luogo. Non glielo dico, ma neanche fingo di trovare piacevole la lezione. Tanto, conoscendolo, penserà qualcosa tipo "eh, non posso conquistarli tutti in fondo".

Se si limitasse a semplicemente spiegare, sarebbe meglio. È il suo fare il simpatico che mi attanaglia. La domanda almeno è... interessante? Sempre perle ai porci per il pubblico che si trova, ma interessante. Io non ho davvero idea se sono regolata o meno da ormoni, o quel che passava per il convento in quel momento quando sono stata creata. Forse li ho. Forse no. Cioè, a vedere come mi comporto con certepersonechenonnominerò direi che li ho, almeno in una forma mia. E questo giustifica ancora di più quello che penso.

Anche stavolta non alzo la mano prima di rispondere, quasi interrompendo Orion. "Siamo marionette in tutto e per tutto." sbuffo esageratamente. "Se non sono gli ormoni sono, che so, i neuroni. Non credo che decidiamo davvero niente di noi." Fingo un sorriso gioviale. "Ma va bene uguale, perché tanto non sappiamo davvero che siamo marionette, no?".

Oggi sono on fire. Sarà il fatto che poi starò con lei?

  • Autore
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Brooks ascolta in silenzio prima Orion, poi Ana, senza interrompere, accennando solo un cenno con la testa e stringendo il pennarello fra le dita come fosse un microfono. Quando Ana finisce, si schiarisce la voce e torna davanti alla cattedra.

«Vedete, mi piace che ci siano opinioni diverse. Perché la verità, come spesso accade, sta nel mezzo.» Disegna una linea sulla lavagna: a sinistra scrive “determinismo biologico”, a destra “scelte individuali”. Poi batte con il pennarello a metà della linea. «Gli ormoni influenzano moltissimo: corpo, umore, perfino il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri. Ma vedi, Ana. Dire che siamo marionette è una posizione forte. È vero: ormoni e neuroni tirano parecchi fili, condizionano emozioni, desideri e perfino certi comportamenti. Ma non ci muovono come burattini inerti. Diciamo che sono registi testardi: danno indicazioni precise, cercano di imporre la loro visione… ma noi restiamo gli attori. Possiamo accettare la parte o cambiarla.»

Si ferma un attimo, lanciando un’occhiata rapida verso Orion. «Però attenzione: influenzare non significa determinare. L’identità, i gusti, i progetti a lungo termine… quelli nascono da un insieme molto più complesso, in cui entrano esperienze, relazioni, contesto culturale. È lì che diventiamo davvero protagonisti.»

Una mano si alza dalle prime file: Mei Lin si aggiusta gli occhiali e interviene con tono preciso. «In realtà, professor Brooks, anche la genetica e l’epigenetica hanno un ruolo nel modo in cui gli ormoni agiscono, non è solo questione di quantità. Alcune persone possono produrne di più o di meno, ma reagire in maniera completamente diversa…» Si ferma un istante, poi lancia un’occhiata tagliente verso il fondo dell’aula, dove siede Darius. «Ecco perché studiare certi argomenti invece che… distrarsi… potrebbe essere utile a lungo termine.»

Un paio di risatine soffocate si diffondono, ma Brooks alza una mano per riportare l’attenzione. «Ottima puntualizzazione, Mei Lin. È vero: non tutti reagiamo allo stesso modo agli stessi ormoni.»

Dalla fila accanto, Alice si lascia sfuggire un commento a mezza voce, senza davvero alzare la mano. «A volte però… sembrano solo far agire i ragazzi in modo stupido e cattivo.» Il tono è basso, velato di tristezza, e qualcuno si volta istintivamente verso Nathan.

Brooks annuisce con serietà. «Gli ormoni possono spingerci a emozioni forti, a reazioni impulsive. Ma non sono un alibi. Sta a noi imparare a conoscerli, a riconoscere cosa ci scatta dentro… e scegliere come reagire.»

Sulla lavagna disegna un omino stilizzato con dei fili che partono dal cervello verso il corpo. Poi con un sorriso a metà tra il serio e l’ironico aggiunge: «Quindi: siamo marionette? Forse un po’. Ma almeno, a differenza delle marionette, possiamo imparare a vedere i fili.»

La campanella lo interrompe a metà di un gesto. Lui sospira, posa il pennarello e si passa una mano tra i capelli. «E con questo, ragazzi, vi lascio andare a pranzo. Ricordate: la prossima volta parliamo di cosa succede quando gli ormoni… si mettono d’accordo con i neuroni. Portate fame di sapere… e panini, che sarà lunga.»

Un mormorio riempie l’aula, gli zaini iniziano a chiudersi, e l’ultima ora del mattino si dissolve nel consueto brusio da pausa pranzo.

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Darius

Potrei quasi bollare tutte queste sensazioni come mere suggestioni, compreso lo strano tatuaggio, le voci e roba simile, e magari chiedere a papà di trovarmi un bravo psicologo che mi tolga questa roba dalla testa

Peccato che io sappia benissimo che, invece, è tutto vero, e che probabilmente incorrerò nell'ira di questo strano essere se non gli porterò Scarlett. Che certo, okay, non è esattamente la persona più simpatica della scuola, ma non ho nessuna intenzione di consegnarla a una sorta di super folletto incazzato con la vita

Va bene, un po' di umiltà in più non le farebbe male, ma a giudicare da come mi ha quasi ammazzato mentre chiacchieravamo non si limiterebbe a qualche buffetto

Mentre ci spostiamo in aula, provo ad avvicinarmi a Mei Lin

Ehm... ma se qualcuno, tipo uno che ha fatto una grossa caz**ta poco fa, ti chiedesse di parlare per chiarire, dopo averlo preso a sberle sia morali che materiali, accetteresti di scambiare due parole?

La lezione di biologia mi interessa poco e nulla, al punto che fingo davvero malamente di prendere appunti. La domanda del professore mi pare un modo, nemmeno troppo velato, di darsi un tono da filosofo e provare a far conversazione, al punto che mi sorprendo che qualcuno gli risponda pure

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Orion Kykero

Ancora in aula

Mi attardo un po' in aula, per fare uscire più gente possibile prima di approcciarmi al professore che sta mettendo ancora a posto le sue cose.

Professore, scusatemi, vorrei farle una domanda sulla lezione. Deglutisco, cercando di trovare il coraggio. Solitamente non ho problemi a parlare con i prof, ma in questo caso è più difficile del previsto. Lei ha detto che tutti questi ormoni agiscono durante la pubertà...il periodo che stiamo passando noi. Però... Faccio un bel respiro Cosa succede se questi ormoni dovessero arrivare più tardi del previsto? Tipo...oltre i 18 anni?

Ma perché cavolo sono così vago? Lui da benissimo a che mi riferisco. Razionalmente non c'è motivo di parlare così. Ma oggi la mia razionalità sembra essersi presa una vacanza.

Dopo essere uscito dall' aula col professore mi dirigo a passo svelto verso la mensa, dove sicuramente le mie sorelle saranno già arrivate. Abbiamo un bel po' di cui parlare oggi. Prima cosa, come farmi perdonare da Alice.

Modificato da Theraimbownerd

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Nathan Clark

'Chissà se, entro venerdì, sarò diventato il nuovo nemico pubblico numero uno?', mi ritrovo a pensare, infastidito, mentre raccolgo le mie cose e mi dirigo, ancora una volta, verso l'armadietto. Quasi non saluto nemmeno Brooks.

Lui e i suoi stupidi ormoni.

Certo, Alice la posso quasi anche capire, però... è come se qualcosa mi remasse sempre contro, di recente. Ma sempre sempre, eh!

Sbuffo un poco, poi vado in modalità routine e mi libero le mani da libri e appunti, prima di andare in mensa.

Oggi non ho proprio alcuna voglia di fermarmici dentro; affretto il passo, cercando di arrivare tra i primi, rimediare due $tronzat€ da mettere sotto i denti e portarmele fuori. Va bene anche un insipido sandwich del cavolo.

Mi basta fare in fretta e recuperare qualcosa da addentare lontano da tutti.

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Scarlett Bloomblight

La lezione è tutto sommato interessante, anche se ho il pensiero fisso sul come agire durante il resto della giornata riesco comunque ad ascoltare qualcosa.

Non so come sentirmi riguardo a quello che dicono i miei compagni, se condivido oppure no il loro pensiero: a parte recenti sviluppi non credo di essere mai stata mossa da ormoni di alcun tipo, se non da quelli sessuali in alcune situazioni. La questione è curiosa e potrebbe essere una riflessione interessante, se la mia testa non fosse altrove.

Al suono della campanella raccolgo le mie cose piuttosto in fretta ed esco dall'aula, procedendo lungo i corridoi a passi spediti.

Al terzo piano

Mi muovo rapidamente per raggiungere la zona ristoro del terzo piano dove devo incontrare Wade: è importante che io arrivi prima di lui affinché quello che voglio fare abbia la massima efficacia.

Una volta arrivata mi sistemo un attimo i capelli e i vestiti in modo che sembri ben ordinata nonostante la felpa baggy che ho messo oggi, poi mi appoggio con la schiena al muro in un punto ben visibile dal corridoio, accanto alla porta di un ripostiglio.

Inizio a rollarmi una sigaretta con calma, dosando i tempi fino all'arrivo di Wade, e aspetto.

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Ana Rivero

La spiegazione del professore non mi colpisce né convince abbastanza, ma in fondo me lo aspetto da lui, me lo aspetto da Mei Lin, me lo aspetto da Orion. Loro hanno una visione ridotta e ristretta di come va il mondo. Noi siamo marionette, solo che loro non sanno chi gli ha messo addosso i fili. Tutto qui.

Ma vabbè, non è compito mio spiegare queste cose agli ignoranti. Nel senso che ignorano, senza offesa. Senza troppe chiacchiere prendo le mie cose e mi dirigo in mensa. Posso dire di avere un po' di brividi di apprensione? Anche questo è un riflesso che non è scelto da me.

Appena entro in mensa scelgo un tavolo un po' appartato, scannerizzando la sala in attesa di Eliza.

  • Autore
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@Theraimbownerd

Orion Kykero

In aula di biologia

Brooks si ferma a metà gesto, con la cartellina ancora in mano. Ti guarda un momento sopra la montatura dei suoi occhiali, poi appoggia tutto sulla cattedra. Non sorride, ma il tono resta calmo.

«Domanda importante, Orion. Ti rispondo dal punto di vista strettamente biologico: se una persona inizia a introdurre dall’esterno ormoni sessuali dopo i 18 anni… per esempio testosterone, nel caso di chi vuole sviluppare caratteristiche maschili… il corpo risponde eccome. Si attivano cambiamenti reali: la voce tende ad abbassarsi, aumenta la massa muscolare, cresce la peluria sul viso e sul corpo, la distribuzione del grasso cambia. Sono effetti che non dipendono solo dall’età: gli ormoni agiscono comunque, anche più tardi.»

Si ferma un attimo, quasi per alleggerire il peso della spiegazione:
«La differenza principale è che, se avviene dopo l’adolescenza, certi aspetti non si modificano con la stessa intensità. Per esempio, l’altezza non cambia più, perché le ossa hanno già smesso di crescere. Ma l’identità, la percezione di sé, la qualità della vita… quelli sì, possono migliorare moltissimo se il percorso è seguito da professionisti.»

Poi aggiunge, con un tono più caldo e diretto, senza alcuna ironia:
«La scienza, in questo campo, ha fatto passi enormi. E il messaggio più importante è: non c’è un’età in cui sia “troppo tardi” per prendersi cura di sé. L’importante è farlo con consapevolezza, in sicurezza, e con chi ti può accompagnare nel modo giusto.»

Una volta finito il discorso, ti congeda, ma poco prima che tu esca dalla classe ti sorrido e aggiunge «Spero di esserti stato d’aiuto, Orion!»

In mensa

Essendoti fermato a parlare con il professor Brooks, arrivi in mensa con qualche minuto di ritardo. L’ambiente è già rumoroso e affollato, il consueto brusio di voci che rimbalza tra i tavoli. Nonostante la campagna denigratoria che Jeremy ha cercato di lanciarti, nessuno ha avuto il coraggio di usurpare il tuo solito posto: il tavolo è ancora lì, libero, occupato solo da Juno e Diana. Alice, invece, non c’è.

Con un leggero senso di amarezza nello stomaco, raggiungi le tue sorelle. Diana ti accoglie con un sorriso radioso, gli occhi che brillano:
«Gran colpo oggi con quel post! Un sacco di like e commenti!»

Juno, invece, è tutta intenta a masticare. Ti fa un cenno con la forchetta ancora in mano e, a bocca mezza piena, domanda con semplicità disarmante:
«Perché oggi Alice non si è seduta con noi?»

Alzi lo sguardo e la vedi dall’altra parte della sala: è a un tavolo distante, insieme a Tyler, Emily, Sasha, Harper, Max e Ben. La vista ti punge più di quanto vorresti ammettere.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Qualcosa, finalmente, sembra girare nel verso giusto. Uscendo tra i primi dall’aula, riesci ad arrivare in mensa senza dover sgomitare nella calca. Recuperi al volo qualcosa da mangiare — niente di speciale, ma abbastanza per riempirti lo stomaco — e invece di restare lì dentro a farti bersagliare da sguardi e battutine, ti dirigi verso il cortiletto esterno.

Con lo sguardo basso e il passo svelto, schivi i gruppetti che chiacchierano davanti all’ingresso. Nessuno ti ferma, nessuno ti provoca: un piccolo lusso, di questi tempi. Ti siedi su una panchina e addenti il tuo pranzo con l’unico desiderio di restare in pace.

È in quel momento che il cellulare vibra. Una notifica. Lo prendi in mano e il cuore ti fa un balzo: Noah.
Il suo messaggio è breve, quasi sfuggente: “Non sono stato molto bene.”
Non fai nemmeno in tempo a pensare a cosa rispondergli che ne arriva subito un altro: “Quando starò meglio… mi porti in quel posto magico nel bosco?”

Un mezzo sorriso ti si accende sul volto, ma non riesci a scrivere nulla. Perché all’improvviso due mani ti scivolano sugli occhi da dietro.
«Indovina chi sono?»

Non ne hai bisogno. La voce la riconosci subito. E, prima ancora, il suo profumo.

Quando ti lascia andare, ti ritrovi davanti Kathlyn. Ti sorride, sfrontata come sempre.
«Ti disturbo, bel baciatore?»

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

Arrivi a calcolare i tempi quasi alla perfezione: Wade compare nel corridoio poco dopo che hai acceso la sigaretta.
Cammina con quell’aria da ragazzo che crede di avere il mondo in tasca: passo lento, spalle rilassate, sguardo mezzo annoiato mezzo attento. I capelli castano chiaro sono sistemati con quell’effetto spettinato che però è tutto fuorché casuale, gli occhi chiari che sembrano oscillare tra l’azzurro e il verde scrutano il corridoio con attenzione. Indossa una felpa griffata e sneakers nuove di zecca, il solito look studiato per sembrare disinvolto. Porta lo zaino di traverso come fosse più un accessorio che un peso.

Quando ti vede appoggiata al muro, il suo sguardo si illumina appena… un riflesso che cerca subito di mascherare. Finge indifferenza, ma ti squadra con attenzione, come per controllare se sei cambiata o se sei ancora la stessa Scarlett che gli era rimasta in testa.

Si ferma davanti a te e, senza troppi giri di parole, mormora:
«Jared mi ha detto che mi cercavi.»

Fa una pausa breve, alza il mento e prova a mantenere un tono glaciale, distaccato.
«Che vuoi? Di che hai bisogno?»

La voce è dura, ma i suoi occhi non mentono: c’è ancora qualcosa lì dentro, una scintilla che non ha spento. Anche se fa di tutto per nasconderla.

@SNESferatu

Ana Rivero

Entri in mensa e ti accomodi da sola a un tavolo appartato, Ana, cercando un po’ di tranquillità. Da un angolo più lontano, Max ti fa un cenno con la mano, invitandoti a raggiungere il suo gruppo: è seduto insieme a Tyler, Emily, Sasha, Harper e Ben. Vuole che tu ti unisca a loro, ma per un momento resti indecisa.

Proprio in quel momento, un ragazzo del terzo anno si avvicina al tuo tavolo. Ha un’aria disadattata e inquietante: i capelli spettinati cadono davanti agli occhi, la postura è leggermente curva e i movimenti sembrano incerti, come se stesse sempre a disagio nel mondo intorno a lui. Ti fissa con uno sguardo timido ma insistente, e con voce un po’ tremante e un po’ strana ti chiede: “Posso... posso sedermi qui con te?”

Con la coda dell’occhio scorgi Elisa che entra in mensa. Si guarda intorno, i suoi occhi si posano su di te e sul ragazzo inquietante; resta un attimo in attesa, come se aspettasse un tuo cenno. Nel frattempo Max smette di agitare la mano, ma ti osserva ancora, scrutando attentamente per capire se ti unirai al loro tavolo o se resterai lì con quello strano tipo del terzo anno.

@Voignar

Darius Whitesand

Ti avvicini a Mei Lin e le rivolgi la domanda, un po’ esitante. Lei ti guarda con la solita aria fredda e leggermente saccente, incrociando le braccia.

“Davvero pensi che ci sia bisogno di parlare?.… Io, sinceramente, non ne vedo il motivo!” dice, con voce secca e misurata, facendo sembrare che non le importi affatto di quello che hai combinato. “Ma va bene, se proprio vuoi… parliamo pure!” aggiunge, senza ammettere nessuna emozione particolare.

Arrivati in mensa, si dirige veloce verso un tavolo e si sistema, lanciandoti un’occhiata che mischia saccentezza e una punta di soddisfazione segreta. Poi, con un gesto leggero verso il tavolo dove c’è Sasha, ti domanda con voce calma ma pungente: “Sei sicuro che non preferisci andare a sederti là invece?”

Modificato da Loki86

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Scarlett Bloomblight

Terzo piano

Quando vedo Wade arrivare abbasso lo sguardo sulla sigaretta che sto rollando in attesa che si avvicini. È piuttosto divertente vedere come cerchi di atteggiarsi, dall'andatura allo stile, oltre i vestiti firmati.

Quando si ferma davanti a me avvicino la sigaretta alla bocca e alzo lo sguardo verso di lui, fissandolo nei suoi occhi; contemporaneamente lecco la colla sulla cartina: senza fare movimenti particolari, ma in modo da lasciare l'atmosfera ambigua quanto basta.

"Jared ha detto bene." Gli rispondo con tono neutro, togliendogli totalmente attenzione mentre chiudo e sistemo la sigaretta. Così... qualche piccolo passo per fargli perdere equilibrio. Infilo la sigaretta in tasca, il suo scopo lo ha già raggiunto. "Avrei effettivamente bisogno di qualcosa, ma forse la domanda giusta è: tu hai bisogno?" Faccio sì che il mio tono risulti molto più basso e sensuale, mentre mi stacco dal muro e mi avvicino a lui, per poi sorpassarlo in modo che si volti verso di me. "Mi sembri un po' teso, non c'è bisogno di mantenere questa facciata e questa posa da duro." Dopo le ultime due parole mi scappa un risolino, a causa della auto-battuta che mi sono fatta nella mente; l'avevo premeditata, ma non credevo che la avrei trovata così divertente sul momento.

"Cosa ne dici di essere più sincero con te stesso?" Sto fondamentalmente sparando una valanga di str***ate, ma più riesco a confonderlo meglio è. Attendo qualche secondo, poi gli appoggio una mano sul petto e cammino in avanti, facendo forza per spingerlo contro la porta del ripostiglio. "Potrei esserti d'aiuto, darti una mano a liberare la tensione." Ora il tono è soffiato, ferino e carico di sensualità. Con la mano sinistra abbasso la maniglia per aprire il ripostiglio, mentre la destra la metto sul cavallo dei suoi pantaloni, stringendo leggermente per accentuare le mie intenzioni. "Devi solo fare qualche passo indietro."

@Loki86 offgame

Sono all'interno della scuola, non volevo accendermi la sigaretta (anche perché scatterebbe l'allarme antincendio) ma fare appunto la scena che ho descritto. Se vuoi edita altrimenti non c'è problema.

Sì, le intenzioni di Scarlett sono quelle; ha tutto un senso nel suo piano e questa è una dimostrazione di quanto sia determinata/malata nella sua ricerca di potere e controllo.

Suppongo sia un tiro per Eccitare. Nel caso ho -1.

Sono andato un po' troppo in la?

comment_1925331

Darius

Mensa

Meno male, e io che pensavo di dover fare harakiri o roba simile dico per stemperare la tensione, alzando una penna come se dovesse essere un coltello; ovviamente Mei Lin non ridacchia e non sorride, ma io esibisco un sorriso a trentadue denti capace di attirare sberle pure da Gandhi

In mensa, mi dirigo il più velocemente possibile verso un tavolo libero, ignorando la frecciatina verso Sasha

Nah, posso essere malmenato da una ragazza alla volta; quindi... visto che mi serve un argomento che non sia la mia figuraccia, che hai detto di voler ignorare bellamente, direi di parlare di qualcos'altro... non so... La lezione di psicologia? Manga? Folklore giapponese di cui puoi vantare la tua conoscenza esclusiva? Proporrei la verifica di matematica, ma perché girare i coltelli nella piaga...

Dubito fortemente che possa esserci un qualsiasi collegamento tra l'Asia in generale e quello spirito, ma so bene che l'apparenza può ingannare, e preferisco togliermi il dubbio

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