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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte

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Ana Ribero

Solitamente, anche questa lezione mi interesserebbe letteralmente zero. I miei organi sono pura mimesi, una copia di quello che dovrebbe essere la realtà di una ragazza della mia età. Vorrei sprofondare in un sonno, ma le parole, i gesti, lo sguardo nel coach sono ancora troppo vivi nella mia testa.

Faccio malapena caso al fatto che siamo in pochi all'inizio della lezione. Pensavo che sarei stata una delle ultime, dopo essere stata messa in disparte. Mi ero completamente dimenticata del disperso Noah. Ma di lui mi dimentico sempre, non lo registro mai sui radar. Che strano gruppetto si è presentato tutto insieme. Vedo meglio Scarlett, dopo che si è lavata l'onta di dosso... sì, sono ancora convinta che dovrei parlarle di quanto successo prima.

Nel mentre, il professore continua a spiegare organi che bo, non so se mi funzionano davvero. Dovrei chiedere a mio padre. O meglio, dovrei chiedere a mio padre. Non so quale delle due opzioni sia peggiore. Uno si chiuderebbe a riccio. L'altro... l'altro non voglio vederlo ancora.

All'improvviso mi viene in mente un'idea. Interrompo la lezione senza neanche fare caso al punto in cui si era fermato il prof. "Esiste un problema per cui una persona non suda?" Esclamo dal niente. Potrei aver bloccato il teatrino del professore, ma vabbè, poco importa, fanno tutti i simpatici questi.

Non ho pensato abbastanza a una risposta per il coach, ma qualcosa ci sarà. Un'esenzione dalla tortura su cui posso mentire più nel dettaglio.

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Darius

Seguo la lezione di biologia con meno interesse rispetto alle altre, più per l'approccio del professore che per mancanza di interesse nella materia

Al termine, mi incammino verso l'aula della lezione successiva; la religione non è esattamente il mio campo d'interesse principale, ma comunque è una materia che mi affascina

  • Autore
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LEZIONE DI BIOLOGIA

Le motivazioni apportate, prima da Scarlett ed Orion e in seguito anche da Nathan ed Emily sembrano bastare al professore. Fa un cenno col capo, lasciando intendere che per questa volta lascerà correre senza comunicare nulla a quell'arpia della preside.

Quando Ana interviene all'improvviso, il professor Brooks si blocca a metà frase, col pennarello ancora puntato verso la lavagna. La fissa per un istante, sorpreso dalla brusca interruzione... e dalla natura così specifica della domanda. Poi un sorriso gli si apre sul volto.

"Domanda stranamente interessante, Ana!" dice, abbassando il pennarello. "Sì, esiste. E si chiama anidrosi. E' una condizione clinica in cui una persona non riesce a sudare normalmente. Può essere congenita o causata da danni ai nervi, traumi cutanei… o anche da certi farmaci." Si appoggia al bordo della cattedra, ora visibilmente entusiasta. "Chi non riesce a sudare rischia grosso quando fa un'intensa attività fisica o quando sta troppo al caldo. Il sudore serve a regolare la temperatura corporea. Senza, il corpo può surriscaldarsi in fretta. In certi casi può essere anche pericoloso." Poi ti guarda di nuovo, incuriosito. "Esperienza personale o solo sete di conoscenza?"

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Durante la lezione guardi di sottecchi alcuni dei tuoi compagni di classe. Sasha ha un'aria annoiata. La vedi continuare a cambiare posizione sulla sedia come se scottasse... Come se non vedesse l'ora di uscire di nuovo all'aperto. Max è anche lui annoiato, ma decisamente più rilassato sulla sedia. Si limita a prendere appunti distrattamente. Alice, invece, ascolta la lezione con interesse. Ha la sua solita espressione solare e sognante dipinta in volto. Quando nota che la stai fissando, il suo sorriso si accende ancora di più. Emily, sta prendendo appunti diligentemente, ma noti che è turbata e pensierosa. Infine Noah.. è all'ultimo banco come al solito... Quasi invisibile come sempre. Prende appunti con la sua normale aria triste. Non sembra effettivamente diverso dalle poche altre volte in cui hai posato il tuo sguardo per sbaglio su di lui durante le lezioni.


Quando, a fine lezioni, controlli il telefono, hai una sola notifica: un messaggio di Whatsapp delle 10.01... Il solito numero sconosciuto accompagnato, però, dalla foto del faccione porcino di Cory Edwards "Tic-tac, finocchietto. Corri a nasconderti altri 4 giorni nel bosco, che stavolta vengo io a cercarti."

LEZIONE DI RELIGIONE

@SNESferatu @TheBaddus @Voignar @Ghal Maraz

Ana Ribero - Scarlett Bloomblight - Darius Whitesand - Nathan Clark

Quando la campanella suona, segnando l’inizio dell’ultima ora di lezione, vi incamminate insieme verso l’ala più antica della St. Liliane. Percorrete il lungo corridoio che conduce alla cappella, tra muri di pietra spessa e vetrate che lasciano filtrare una luce lattiginosa, immobile come l’aria lì dentro.

All’altezza dell’atrio, Orion e Harper deviano in un’altra direzione. Nessuno dei due frequenta religione e, a quanto pare, nemmeno si sforzano di nascondere il sollievo di avere un’ora di libertà. Harper tira dritto senza degnare Orion di uno sguardo. Lui la segue qualche passo più indietro, gli occhi fissi sul pavimento, già con la mente altrove. Li vedete sparire verso l’aula studio o forse la biblioteca, la mensa dovrà attendere anche per loro.

Proseguite, invece, verso la cappella. È un ambiente che sembra uscito da un altro secolo: panche di legno scuro, affreschi sbiaditi, un piccolo altare con un crocifisso antico e vetrate colorate che gettano riflessi cangianti sulle pareti in pietra. L’intera ala apparteneva, un tempo, all’antico convento che ha dato origine alla scuola stessa.

Suor Margaret è già lì ad aspettarvi. Il suo velo inamovibile incornicia un volto segnato dagli anni, rugoso ma sereno, con quegli occhi vispi che sembrano leggere dentro l’anima. Il rosario le scivola tra le dita con un’abitudine tanto naturale quanto inflessibile. Vi saluta con un lieve cenno del capo, la voce gentile ma autoritaria. Vi invita a sedervi, quindi inizia senza troppi indugi a parlare: "Ben arrivati, figliuoli. Oggi parleremo del rapporto fra la nostra Fede Cristiana e ciò che l’ha preceduta…"

La lezione prende subito un tono particolare. Suor Margaret parla dei culti pagani pre-cristiani, di divinità legate alla natura, alla fertilità, alla luna. Figure femminili potenti, venerate in silenzio nei boschi o tra le mura domestiche, in rituali che affondano nelle nebbie del tempo.

"Erano tentativi... maldestri, ma comprensibili... di dare senso a ciò che non si riusciva a spiegare. Alcune di queste credenze attribuivano alla donna un ruolo centrale, quasi divino. Non sorprende che siano sopravvissute così a lungo."

Poi il tono della sua voce cambia. Sempre dolce, sì, ma con un lieve sottotesto tagliente.

"Purtroppo… ancora oggi esistono persone, gruppi, fanatici, che perseverano nel portare avanti queste vecchie menzogne. Li vedrete citare antichi simboli, appellarsi a dee dimenticate, parlare di equilibrio e natura come se questo bastasse a sostituire la Verità di Dio Nostro Signore!"

Vi guarda uno ad uno, con quello sguardo che non accusa, ma mette in guardia.

"Ma noi sappiamo bene che la grazia del nostro Signore veglia su chi ha orecchie per ascoltare. E che i culti nocivi si sgretoleranno come sabbia, nella luce della sua Parola."

Il rosario le scivola ancora tra le dita. E mentre la lezione prosegue, tra storia e dottrina, un'atmosfera pesante scende nella cappella, non facendovi vedere l'ora che la lezione finisca.

@Theraimbownerd

Orion Kykero

Quando la campanella suona, segnando l’inizio dell’ultima ora di lezione, ti incammini insieme al resto dei tuoi compagni verso l’ala più antica della St. Liliane. Percorrete il lungo corridoio che conduce alla cappella, tra muri di pietra spessa e vetrate che lasciano filtrare una luce lattiginosa, immobile come l’aria lì dentro.

All’altezza dell’atrio, però, li vedi proseguire verso l'oblio dell'ora di religione che li attende, mentre tu ed Harper deviate silenziosamente verso destra, imboccando il corridoio che porta alla biblioteca e alle aule studio.

Lei cammina a passo deciso qualche metro più avanti, lo sguardo fisso davanti a sé. Non ti rivolge nemmeno un’occhiata. Non è una sorpresa: tra voi non c’è mai stato un vero legame, e non c’è motivo per cui dovrebbe cercare la tua compagnia adesso. Ognuno per la sua strada.

Tiri fuori il telefono. Due notifiche su WhatsApp.

Juno, ovviamente, è la prima a rispondere:
"Festaaaaaaaa!!! Ovviamente invitiamo un sacco di gente! Speriamo che venga anche Tyler!!!"
Subito dopo, il messaggio, molto più pragmatico, di tua sorella Diana:
"Ottimo, Orion. Se hai bisogno di una mano con l’organizzazione fammi sapere! Se vuoi ci vediamo in mensa e ne parliamo con calma."

Accedi di nuovo a Blabber. Il post è esploso: i like e le visualizzazioni continuano a salire, ma ciò che ti colpisce sono i commenti. Faccine che ridono. Alcuni emoji ambigue. Nessun insulto diretto... ancora... ma il tono è evidente. L’ironia è sottile, ma tagliente.

Ti guardi intorno mentre attraversi i corridoi. Senti addosso gli sguardi della gente. Una cosa abbastanza normale per te... sei abituato a essere al centro dell’attenzione, a essere un riferimento, uno specchio in cui gli altri cercano riflessi di stile e sicurezza.
Ma stavolta la sensazione è diversa e ben più spiacevole... lo sguardo degli altri pesa. Punzecchia. Ti chiedi se stiano ridendo di te.

Un gruppetto di studenti scoppia a ridacchiare alle tue spalle. Ti volti d’istinto, facendo finta di niente. Non sembra ti stiano guardando... Ma non puoi escluderlo. Altri ti incrociano, ti salutano in fretta, un accenno di sorriso, poi si voltano di lato come se volessero sottrarsi al contatto visivo. Come se avessero paura che bastasse guardarli per smascherare una risata trattenuta.

Scrolli il capo e torni sul post. Analizzi la foto. È stata scattata mentre correvi all'altezza del pratone, poco oltre il traguardo. L’angolazione suggerisce un punto interno alla scuola, come da una finestra di una classe o di un corridoio. Qualcuno ti ha fotografato di nascosto. Da lontano. Ti ha osservato. Qualcuno ha voluto colpirti.

Il danno alla tua immagine… quanto sarà profondo?

Dunque Orion?? Dove e come passerai quest'ora?

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Ana Ribero

Forse non avrei dovuto chiederlo di fronte a tutta la classe. Ma non mi interessa abbastanza del resto della classe, in fondo, no? Almeno ho una pista da cui partire per evitare il coach. Però non reggerebbe, io sto bene anche se non sudo. Ma questo il coach non lo sa.

"In famiglia sudiamo tutti poco. Però nessuno è mai stato male, saremo dei privilegiati". Quasi sbuffo nel dirlo. Deve passare il messaggio che non sia io debole, che non sia io a mancare di qualcosa. Sono gli altri che sono meno di me. "Grazie, comunque." Ma sì, si merita un ringraziamento. Lui mi sembra uno a posto, nonostante i teatrini. Sicuramente ha un passato da drama kid. Magari guardava quel vecchio programma che replicano ogni tanto. Come si chiamava... Glee?

Lezione di religione

Con i miei soliti pensieri in testa, mi sposto verso l'ala per me più bella della scuola, perché ha qualcosa che la scuola, e io, non abbiamo: una storia. Come ha per me una storia anche Suor Margaret. I miei genitori sono cattolici, quindi in teoria sarei cattolica anche io, battezzata e tutto, però il modo in cui gli irlandesi sono cattolici è sicuramente diverso dal modo in cui lo siamo noi. Cioè, mio padre e mia madre. Non credo di meritare, nel bene e nel male, la religione. Qua tutti si ammazzano per questo e quel dio, da chi siamo stati creati, perché, dove andremo dopo la morte, e io ho la risposta a tutte le domande tranne che all'ultima, e col cavolo che mi metto a fare un altarino al mio creatore. Creata per soldi, poi. Voglio vedere le risate se i cattolici scoprissero che sono stati creati per soldi e non per chissà quale forma di amore divino.

Ecco, tutte queste cose a Suor Margaret non le dico. E neanche le voglio dire, perché devo ammettere che in questo covo di pazzi... mi sta simpatica. Mio padre ha scelto religione per me perché a) è cattolico e sarebbe strano non lo fossi anche io b) perché non mi voleva una pariah appena entrata a scuola, perché qui la religione viene vista come appartenenza a una comunità. Non mi interessa niente di queste sue motivazioni, ci sono finita, e per una volta devo dire che mi piacicchia. Non è solo religione, è anche storia delle religioni. Magari un giorno troverò qualcosa che si addice anche alla mia situazione.

Sto zitta, ferma, e fingo disattenzione per mantenere quell'alone di sintomatico mistero che mi caratterizza, ma in realtà sono tutta orecchi. Cosa che per fortuna Gustav non ha fatto, ma ammetto che sarebbe stato divertente. Le religioni pagane mi incuriosiscono. Hanno senso per il periodo in cui sono nate, ma ora non mi posso aspettare una figura divina materna che abbraccia tutto e a cui si fanno rituali e tutto il resto. Non è verosimile. Non lo è anche la figura divina paterna che abbraccia tutto e a cui si fanno rituali e tutto il resto, ma mi immagino le donne come più intelligenti di così.

Modificato da SNESferatu
Dimenticato lo spoiler

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Nathan Clark

Intervallo

Lo so che dovrei starmene buono. Zitto, tranquillo, basso profilo... ma come faccio? Forse il vecchio Nathan, quello anonimo che subiva tutto.

'Sai che comincio a credere che ci stai provando con me? Finalmente mostri la tua vera natura'.

Ora sono davvero morto, ca$$o.

Ora di religione

Ogni tanto, Sorella Maggie fa esplodere il suo lato più integralista: forse, parlare di vecchi culti perduti, quelli che lei chiama pagani, le fa scattare la molla da crociata? Mi fa anche un poco ridere, perché qui dentro, a parte quelli che sono costretti dalle famiglie a seguire la lezione anche se non religiosi, saremo di "confessioni" diverse: mormoni, cattolici, evangelici...

Comunque, a parte gli attacchi di isteria ortodossa, almeno la lezione è più leggera delle precedenti (letteratura esclusa: letteratura è sempre leggera!), anche se meno appassionante.

In ogni caso, mi limito a prendere appunti, sebbene un paio di volte mi domandi cosa potrebbe pensare la nostra insegnante, se conoscesse i segreti del bosco... Altro che culti silvani pre-cristiani!

Modificato da Ghal Maraz

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Scarlett Blightbloom

Ora di religione

Arrivo nell'aula di religione un po' impaziente: questo Lunedì mi ha scombussolato come una montagna russa emotiva, e nemmeno siamo a metà giornata. Sono ancora curiosa su cosa possa volere Tanaka e inoltre spero che in cambio del favore possa procurarmi qualcosina da fumare, giusto in attesa di prendere domani mattina da Orion; non potevo fare l'insistente davanti a lui.

Al contrario delle altre volte mi siedo in ultima fila, o per meglio dire: nella fila di quelli che si mettono più indietro; mettermi in fondo alla cappella non sarebbe una gran mossa.

Alla lezione prendo appunti e sto piuttosto attenta, ma mio malgrado, quando Suor Margaret parla di culti con al centro potenti figure femminili non riesco a non pensare a Zarneth; in quegli attimi stringo più forte sia la penna che i denti senza accorgermene, mentre magari gli altri potrebbero farci caso.

Quando finalmente suona la campanella e tutti si dirigono verso la mensa io mi avvicino ad Emily. "Puoi tenermi un posto? Devo giusto fare una cosa e poi vengo a pranzo." Le chiedo mentre mi stacco dal gruppo e vado verso il punto d'incontro con Tanaka, mi siedo sulla panchina e lo aspetto.

Modificato da TheBaddus

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Darius

Lezione di religione

Mi metto in una fila mediana, non davanti a tutti ma nemmeno in fondo; l’interesse c’è, ma non così tanto da prendere maree di appunti su divinità o presunte tali dimenticate da secoli

Sono abbastanza sicuro che, a cercare bene nella biblioteca di casa, potrei trovare un bel po’ di informazioni riguardo molte delle entità che la suora sta citando; e sono abbastanza sicuro mamma parli regolarmente almeno con una, Dafne o simile, motivo per cui casa nostra puzza di alloro almeno una volta al mese

Quanto alla “grazia del Signore”, considerando come praticamente tutti gli esorcismi sono di matrice cristiana, mi domando se semplicemente la Chiesa non si sia impegnata a trovare modi per contrastare tutto il contrastabile ai suoi tempi. Mi piace pensare, da “uomo di magia”, che tutto ciò che non ha una spiegazione scientifica o magica possa trovare un senso nell’opera di Qualcuno

A pensarci, in effetti, per casa gira molta carta con stemmi pontifici…

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Orion Kykero

In giro per la scuola

Di solito per me l' ora di religione è un momento per rilassarmi, andare in giardino e gestire un po' i miei account sui social media, cose così. Oggi però rilassarsi è impossibile. Ogni sguardo mi sembra un' accusa, un pericolo. E mi fischiano insistentemente le orecchie per qualche ragione. Sarà ancora la stanchezza dall' ora di educazione fisica. Basta, devo schiariarmi un po'la mente. Meglio tenersi occupati. Per fortuna il giardino della scuola è un bel posto dove stare, specialmente quando nessuna classe ha educazione fisica.

Rispondo a Diana e Juno dicendo che ne avremmo parlato meglio a mensa, poi tiro fuori il cellulare e mi metto a controllare tutto quello di cui c'è bisogno per la festa. Una cosa che ho imparato organizzandone così tante è l' importanza di una buona logistica. Cibo,alcolici, droghe, festoni, musica. Nulla è lasciato al caso. Nell' app di appunti del mio cellulare c'è sempre l' inventario che facciamo alla fine di ogni festa, per capire cosa bisogna comprare ogni volta.

Mmm...i dolci vari stanno finendo....devo dire a Consuela di comprarli. E magari anche un po' di succhi di frutta da mescolare alla Vodka. Niente glitter stavolta però, l' ultima volta sono stati un casino...

Faccio un abbozzo di piano da vedere meglio con Diana, ma mi lascio del tempo libero alla fine per una chiamata. La cosa più importante. Compongo il numero del mio spacciatore. In teoria è una rivenditrice di cristalli e chincaglieria occulta a Montpelier, ma è anche un' amica di vecchia data di mamma. Le dà l' erba migliore che si possa trovare in tutto il Vermont. E quando me l' ha presentata mi sono assicurato che possa fornire anche prodotti un po' più...esotici. Roba che in una cittadina sperduta tra i monti come Lilac Hollow sarebbe completamente impossibile da trovare altrimenti. Specialmente di qualità.

Ciao Satya, sono Orion. Si, tutto bene, mamma sta benissimo anche lei. Senti, avrei bisogno di un po' di incenso per un rituale che dobbiamo fare a breve...si, quello indiano esatto. E mi servirebbero anche dei cristalli di quarzo fumè...e magari degli occhi di tigre se ti sono rimasti. Quelli sono fondamentali. Non è che ti è arrivato qualcosa di particolare ultimamente?

ovviamente è tutto in codice, l' incenso è Marijuana, l' occhio di tigre è la molly, il quarzo fumè l' ashish.

Modificato da Theraimbownerd

  • Autore
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@SNESferatu

@Ana Ribero

Passi l’intera lezione di religione stranamente attenta, un’anomalia per i tuoi standard. Ma l’argomento ti affascina. In più punti, ti ritrovi a riflettere sul senso della creazione, chiedendoti se possano esistere, in qualche modo, dei punti di contatto tra ciò che insegna la fede cristiana e ciò che sei tu. La differenza, la più grande e irriducibile, è che per loro si tratta di fede. Per te, no. Tu sai. Tu conosci risposte che per loro restano misteri insondabili, tenuti insieme dalla preghiera e dalla speranza.
Non è fede, la tua. È certezza.

Trattieni a stento una risata quando, nella tua mente, compare l'immagine di Gustav vestito con una lunga tunica bianca, avvolto da un’aura di luce sacra, seduto su un trono di soffici nuvole. Poi lo immagini nelle vesti delle divinità pagane di cui suor Margaret sta parlando: una Gustav dea madre, fertile e selvaggia, che ti plasma durante il primo plenilunio di primavera, seguendo antichi riti dimenticati.

Eppure sei viva. Sai chi ti ha creata, questo è certo. Ma ciò che ha acceso davvero la scintilla dentro di te, quella parte pulsante che ti distingue da una semplice opera... quella resta un mistero. Un’antica magia del sangue? Una forza ancestrale? Una divinità, paterna o materna che sia? Gustav è stato la mano, l’artefice... ma la scintilla? Da dove veniva?

Sei immersa in questi pensieri quando la campanella suona. Ne percepisci appena il suono. Solo quando vedi i tuoi compagni alzarsi ti ridesti, scrollandoti via quella spirale di riflessioni. Ti alzi e, mentre esci dalla cappella, saluti suor Margaret con un cenno automatico.

Ed è in quell’istante che qualcosa cambia.

Tutto si ovatta. L’aria si fa più densa, quasi immobile. Il tempo rallenta, come se qualcuno avesse abbassato il volume del mondo.
Gli occhi gentili della suora non ci sono più. Al loro posto, due abissi di tenebra, freddi e infiniti, che ti osservano in silenzio. Sulle sue labbra compare un sorriso impercettibile. Poi, nella tua mente, una voce profonda, cavernosa, aliena... risuona come un sussurro che scava:
"Così... pura... così... imperfetta!"

Sbatti le palpebre. E in un istante, tutto torna com’era prima.
Suor Margaret ti guarda coi suoi soliti occhi nocciola e ti augura buon pranzo con la consueta dolcezza.
Attorno a te, i tuoi compagni chiacchierano e si avviano normalmente verso la mensa. Nessuno sembra aver notato nulla. Nessuno sembra turbato.

È stato solo nella tua testa? Un malfunzionamento? Una crepa? Non ti era mai successo prima. Non così. Può davvero essere stata la prima falla in un sistema che hai sempre considerato perfetto?
O era qualcosa d’altro?

Ti accorgi solo dopo qualche passo che stai già camminando, seguendo i tuoi compagni verso la mensa. Ma una parte di te è rimasta indietro.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Che fine ha fatto il vecchio Nathan?? Può essere che sia ancora intrappolato da qualche parte nella selva? Che sia tenuto ancora prigioniero da qualche parte mentre tu, un impostore, fingi di vivere la sua vita?

Il vero Nathan non avrebbe mai buttato benzina sul fuoco rispondendo in modo così provocatorio a Cory Edwards... Il vero Nathan avrebbe passato, probabilmente, tutta l'ora di religione a cagarsi sotto pensando che in mensa poi probabilmente lo avrebbe incontrato e gli avrebbe fatto il culo...

E invece ti sorprendi nel riuscire a non pensarci... Ti lasci scivolare la cosa... La prendi con leggerezza e ascolti anche con un pizzico di interesse la lezione sui culti pagani di suor Margaret. Prendi addirittura appunti.

Quando la campanella suona saluti suor Margaret e ti avvii nei corridoi insieme ai tuoi compagni... Con la consapevolezza che là... nella mensa scolastica... è quasi sicuro che dovrai trovarti faccia a faccia con chi non desidera altro che ritoccarti un po i connotati.

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

Zarneth... Tu l’hai sempre vista e considerata principalmente tua madre. Una madre che ritieni responsabile della morte di tuo padre.
Una madre che, per questo, odi con tutte le tue forze. Eppure... quando suor Margaret parla di antiche divinità pagane, di potenti figure femminili venerate prima dell'avvento del Cristianesimo, non riesci a non pensare a lei. La odi, è vero. Ma in lei hai sempre percepito una forza.
Un potere terrificante e devastante. Un potere che ti spaventa… ma che, forse, una parte di te anela più di ogni altra cosa.

Quasi spezzi la penna stringendola tra i denti. Quando te ne accorgi, noti che Sasha ti sta osservando con un sopracciglio alzato. "Pss… ehi? Tutto ok, bella?" La sua voce è bassa, vagamente ironica. Forse è solo curiosità, forse un pizzico di preoccupazione mascherata da sarcasmo.


Quando la lezione finisce, ti avvicini a Emily. Sembra immersa nei suoi pensieri e, quando le parli, sobbalza appena, come se l’avessi strappata da un pensiero profondo. "Oh... sei tu?" dice, con un tono incerto. Poi accenna un sorriso stirato e aggiunge: "Certo… allora a più tardi." Una risposta corta, laconica. Si volta subito dopo e si dirige verso la mensa, lasciandoti lì mentre esci nel cortile.


Non aspetti molto.
Tanaka compare poco dopo. Si stacca da un gruppo di ragazzi della sua classe. Uno gli dà una pacca sulla spalla e lui, ridendo, gli risponde con un dito medio prima di voltarsi verso di te. Indossa il suo solito giubbotto di pelle e tiene un pallone da basket sotto il braccio.
I capelli sono ancora un po’ umidi... probabilmente arriva ora dallo spogliatoio, dopo educazione fisica.

Si avvicina senza esitazioni, con lo sguardo fisso su di te. L’espressione è la solita: sicura, fiera, al limite dello spavaldo. Tatuaggi, piercing, quel modo di camminare... per te è una calamita. Arrivato davanti a te si ferma, ti guarda un istante in silenzio, poi sorride e si siede accanto.

"Scarlett..." Fa una breve pausa. "Andiamo dritti al punto, ok? Ho bisogno di chiederti un favore… un po’ diverso dai soliti."

Temporeggia qualche secondo, forse solo per creare un po’ di suspense attorno alla sua richiesta. "Mi serve che, con una scusa, tu riesca a portare quello odioso di Clark sul retro del Violet Crown... dopo l’orario scolastico. Pensi di potercela fare?"

@Voignar

Darius Whitesand

Mentre cerchi di concentrarti sulla lezione di suor Margaret, il tuo sguardo ricade su Scarlett.
È irrequieta. Tamburella nervosamente una gamba e sta praticamente divorando la penna, mordendola tra i denti con una tensione che sembra sul punto di esplodere. È una ragazza strana, particolare. E non puoi fare a meno di provare un certo fastidio nel renderti conto che, ultimamente, esercita un certo potere su di te.
Sai che ti ha visto quel giorno... quando frugavi nello zaino di Nathan. Ti ha guardato. Non per un secondo. Più a lungo... E poi? Nulla. Ha distolto lo sguardo ed è andata via, senza dire una parola.

Ovviamente, non hai preso nulla. La sua presenza ti ha frenato. Tecnicamente, non hai fatto niente. Non sei colpevole. Eppure... Lei sa.
E il pensiero che quella consapevolezza possa diventare merce di scambio ti rode dentro. Scarlett non è una qualunque. Sai bene che sta al centro di molte dinamiche. Fa favori. Raccoglie debiti. Vende informazioni in cambio di soldi, vantaggi, silenzi.

Come ti fa sentire, sapere che potresti essere una delle sue carte?

Quando la campanella segna la fine dell’ora, esci insieme agli altri. Camminate lungo il corridoio in direzione della mensa.
Poi, a metà percorso, la vedi avvicinarsi a Emily. Le sussurra qualcosa all’orecchio, con la sua solita aria ambigua, e subito dopo si allontana in direzione del cortile esterno, da sola.

@Theraimbownerd

Orion Kykero

Sei in giardino, sotto uno dei grandi aceri spogli che costeggiano il campo da football, e l’aria frizzante non riesce comunque a toglierti di dosso quella fastidiosa sensazione di essere osservato. Gli occhi che ti puntano addosso sembrano ovunque. Ogni tanto alzi lo sguardo verso l’edificio della scuola, verso le finestre delle aule ancora occupate: chiunque ti abbia scattato quella foto potrebbe essere lì, dietro un vetro, a osservarti anche adesso. In agguato.

Ti scuoti. Meglio tenersi occupati. Rispondi velocemente a Diana e Juno, promettendo di parlarne con calma in mensa, poi tiri fuori il telefono e ti immergi nel mondo più rassicurante dell’organizzazione.

Alla fine, componi il numero di Satya. Il telefono squilla appena due volte, poi una voce roca e sicura risponde dall’altro capo.

"Orion. Stavo giusto pensando che non ti facevi vivo da un po’." Non ti chiede come stai. Ti conosce troppo bene per le formalità. Ti ascolta con attenzione mentre le parli in codice, e la sua risposta è diretta, senza giri di parole.

"Ho tutto quello che ti serve, amore. L'incenso, i quarzi fumé, e sì, anche qualche occhio di tigre fresco. Roba pulita. Te li faccio avere domani nel pomeriggio nel solito posto di consegna."

Pausa. Poi aggiunge, con un tono appena più basso e più serio: "L’unica è che stavolta il corriere sarà Marcus." Senti quasi il sopracciglio alzato anche senza vederla. Non dice altro, ma il messaggio è chiaro. Marcus. Proprio quel Marcus. Tra tutti i corrieri di Satya lui è quello con cui hai sempre avuto più problemi. Un rozzo... Una testa calda che preferiresti sempre evitare.

Poi, prima che tu possa replicare, conclude con un tono leggermente più vivace:

"Ah... e a proposito di novità, è arrivata una partita interessante. Una cosa nuova che usano nei rituali indiani, mi è passata tra le mani da New Orleans. La chiamano lacrime di serpente. Si presenta come sali da bagno, ma dicono che amplifica i sogni lucidi... o ti fa venire visioni anche a occhi aperti, se la prendi nel modo giusto. Roba rituale vera, non da dilettanti."

Modificato da Loki86

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Scarlett Bloomblight

A lezione

Tutti i paragoni con Zarneth che la mia testa sta facendo per conto suo mi fanno agitare, quasi non riesco a stare ferma e il nervoso sale assieme alla rabbia; quasi spezzo la penna da quanto stringo i denti, rischiando di trovarmi la bocca piena di schegge di plastica.

La domanda di Sasha mi riscuote: riesco a fermare la gamba e mi tolgo la penna dalla bocca. Bella? Ma che... La fisso per un paio di secondi con uno sguardo enigmatico, mentre cerco le parole per rispondere. "Sì, scusa per la gamba, stavo pensando ad altre cose." Giro il discorso sul fatto che non riuscissi a stare ferma, più facilmente affrontabile del perché stessi per spezzare la penna con i denti. "Tutto a posto." Concludo sempre bisbigliando.


A fine lezione quando parlo con Emily e la vedo strana, quasi assente, mi ingrigisco un attimo, aggrottando le sopracciglia mentre mi dirigo verso il giardino. Che è successo? Ho fatto qualcosa? Diavolo...

In cortile

Quando arrivo in cortile sono ancora un po' mogia: mi accendo una sigaretta mentre aspetto Tanaka cercando di farmela passare, anche perché le emozioni non devono in alcun modo interferire con gli affari.

Ed eccolo che arriva, viene verso di me col solito atteggiamento strafottente e lo sguardo fisso su di me.

Rimessa la maschera, continuo a fumare fissandolo a mia volta, in parte anche perché, per qualche motivo, quei tatuaggi e quei piercing hanno un che di magnetico per il mio sguardo.

Un favore particolare, eh? Mentre temporeggia spengo la sigaretta ormai finita e lo osservo, cercando di vedere oltre i suoi occhi che cosa possa servirgli.

Quando finalmente "sputa il rospo" inarco visibilmente un sopracciglio, stupita della richiesta: ogni tanto mi ha chiesto dove poter trovare qualcuno fuori da scuola, ma mai di portarglielo effettivamente in un posto un po' isolato. "Tu e la tua cricca volete dargli una lezione o qualcosa di simile?" Faccio una breve pausa, ma continuo prima che possa parlare. "Beh, non che sia un mio problema in fondo."

Prendo fuori il tabacco e inizio a rollarmi un'altra sigaretta, restando in silenzio affinché senta pressione e magari si lasci scappare qualche dettaglio: la gente odia il silenzio in situazioni come questa. Non è un mio problema ma le informazioni sono sempre informazioni. Quando ho finito la accendo e torno a guardarlo, mentre inspiro la prima boccata di fumo. "Roba un po' complessa, quindi solo a una condizione: cento e un dieci da fumare prima che finisca la pausa pranzo, più cento quando ve lo porto lì; o così o non se ne fa niente." Dopodiché lo fisso intensamente, cercando di carpire ogni segnale non verbale per mantenere il controllo sulla situazione.

Intanto con nonchalance do un altro tiro alla sigaretta.

@Loki86

(Con "un dieci da fumare" intendo dieci dollari di marijuana, mentre i "cento" sarebbero dollari ovviamente)

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@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

“Esatto… Quello che gli faremo non è un tuo problema ed é meglio se ne resti fuori!” Ti dice mentre ti rolli la sigaretta. Quando te l’accendi ti guarda inarcando le sopracciglia, come a dirti “quindi??”

“Complesso?? Devi solo portare un tuo compagno di classe vicino a una caffetteria! Che c’è di così difficile?” Ti domanda in risposta alla tua proposta. Sposta lo sguardo verso terra per un attimo, facendo segno di no con la testa.

Poi posa nuovamente i suoi occhi profondi su di te. Resta un attimo in silenzio, per sondarti anche lui a fondo. Ti sembra durare un’eternità quel silenzio.

“Cento subito e cento dopo sono troppi, sorella! Facciamo cinquanta ora e cinquanta dopo! Ultima offerta!” Risponde con voce sicura. Poi, dopo un attimo di silenzio aggiunge “Tu non ci perdi un cliente ed io non sono costretto a dovermi trovare un’altra persona a cui chiedere favori!” Si accende anche lui una sigaretta, fa un tiro profondo e, soffiando il fumo non troppo distante dal tuo volto, ti fissa intensamente aspettando una tua risposta.

comment_1917858

Orion Kykero

Giardino

Sospiro quando sento che sarà quel gorilla di Marcus ad effettuare la consegna. Come se non avessi già abbastanza problemi. Almeno non dovrò aspettare molto per ricevere quello che mi serve.

Lacrime di Serpente dici? Non ne ho mai sentito parlare, onesto, ma se dici che sono buone mi fido. Inserisci anche quelle nell' ordine allora, ho come la sensazione che mi serviranno. E tu sai come sono le mie senzazioni. Dico con un sorriso, pur sapendo che lei non lo può vedere. Se sono efficaci come dici ne farò parola a mia madre. Non dimenticarti le istruzioni per l' uso però.

Modificato da Theraimbownerd

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Scarlett Bloomblight

In cortile

Sembra che le mie tattiche non stiano funzionando stavolta, finora è sempre stato molto accondiscendente anche se eravamo su altri livelli di richieste. Non mi piace... Sento la rabbia iniziare a montarmi dentro, assieme alla sensazione di star perdendo la presa sul filo con cui tengo Tanaka legato a me.

Approfitto del momento in cui si accende la sigaretta per cercare di appianare le mie emozioni: negli affari devo rimanere impeccabile, stando comunque alle mie regole.

"Cosa c'è di difficile?" Gli chiedo mentre mi alzo. "Che non è una cosa naturale e che Nathan non è un pirla, bisogna usare metodi più sottili." Nonostante mi stia difendendo dal suo attacco il mio tono è placido e ragionevole, come se stessi portando la conversazione su un piano logico; la mia espressione è dolce e beffarda allo stesso tempo. "Non sparo numeri a caso, ma cifre eque rispetto alla situazione: non ti pare visto quello che vuole fare il tuo amico?" La fine della frase è volutamente tagliente, per fargli capire che conosco alla perfezione la situazione in cui si trova Nathan con Cory Edwards. "E mettiamo le cose in chiaro." Il mio tono si fa più minaccioso, senza però che io alzi la voce come ha fatto lui. "Sei tu che hai bisogno di un favore, e sei tu che sei venuto da me a chiederlo perché sai che sono la migliore." Ad ogni "tu" gli tocco il petto con l'indice della mano che non tiene la sigaretta, dando forza al mio concetto. "Te l'ho detto: a una sola condizione, o così o non se ne fa niente." E, come lui ha fissato me dopo la sua mossa, anche io lo guardo intensamente negli occhi in attesa della sua risposta.

@Loki86

Credo che a questo punto ci siano delle ottime condizioni per attivare la mossa Gelare Qualcuno, visto quanto Scarlett è stata tagliente.

Ho Freddo +2 e in caso di successo scelgo "Perdono un Filo su di te" a simboleggiare che il rapporto si è un po' incrinato, o meglio riequilibrato, siccome era Scarlett in difetto verso di lui perché è un "Tesoro".

comment_1917862

Nathan

E si mangia! (Forse.)

Punto uno: chissà se Cory è così scemo da provare a pestarmi a mensa. Cioè, lui lo è di certo, ma nella sua cricca di teste di c@$$o, qualcuno di più sveglio c'è di sicuro. Altrimenti, li avrebbero già sospesi almeno una decina di volte.

Punto due: mi serve comunque qualcuno che possa fare da testimone e che sia così sveglio/a da filmare eventuali problemi in fretta.

Punto tre: mi serve di sicuro Sasha, perché almeno prenderà a calci in testa il mio assassino, quando sarò diventato cibo per i vermi.

Punto quattro: se l'aria di possibile cotta che ho annusato stamattina è vera, sarà meglio che Alice non si immischi (né verbalmente, né - soprattutto! - fisicamente). Ma temo che potrebbe cercare di stringere le distanze, quindi devo starci attento.

Quindi, quindi, quindi... chi mi serve? Con chi sarà Sasha, adesso? Devo cercare di studiare la disposizione ai tavoli, mentre mi accapparro qualcosa da mangiare!

Modificato da Ghal Maraz

comment_1917876

Ana Ribero

Dopo religione

È stata la prima lezione interessante della giornata. Credo anche di aver ridacchiato un paio di volte, specie all'immagine di quel demente di Gustav... anche se non posso fare a meno di sporcarne l'immagine divertente con l'idea di lui che crea me. Se la suora sapesse da dove vengo, avrebbe le stesse convinzioni? O penserebbe, come è giusto!, che non sono altro che un abominio?

Ero quasi pronta a fare domande alla suora, dai, una volta non fingiamoci davvero snob, poi... poi è cambiato tutto. Suor Margaret cambia davanti ai miei occhi, il mondo intero cambia intorno ai miei occhi, eppure sono la sola a notarlo. Senza avere abbastanza tempo per reagire. Rimango fissa a boccheggiare. Che la suora sia un automa come me? Non credo, chi creerebbe una vecchina innocente quando può creare... be', qualcuno come me. Mi fermo davanti all'ingresso della cappella, indecisa se tornare dentro e fare altre domande. Se è come me può aiutarmi! Però no, non credo fosse come me. Non credo neanche fosse suor Margaret. Se esisto io, magari esistono anche gli spiriti, e gli spiriti hanno posseduto la suora! Può essere. È un classico no, se il demonio esistesse è ovvio che punterebbe per primi i religiosi. È più divertente e farei lo stesso. Però qualunque cosa sia ad aver parlato, sa chi sono, o meglio cosa. Non ho idea di chi contattare per qualcosa del genere.

Andare in infermeria per visioni mi manderebbe dritta dritta in pronto soccorso psichiatrico, e so cosa succede alle persone come me in pronto soccorso psichiatrico. Ho visto abbastanza film. Non è che posso andare in presidenza ed esclamare "Suor Margaret è il demonio!". Oddio, tecnicamente potrei farlo, ma credo sia stupido per qualsiasi umano. Però potrebbe essere interessante: ci penserò. Per altre occasioni in cui davvero non ho visto il demonio.

Non ho neanche idea di come arrivi a mensa. Quasi come un automa (cosa, tecnicamente vera, sono un'automa) prendo da mangiare e mi siedo, rigorosamente da sola. Mi serve un po' di pace, oggi. Non sono state due ore facili, eh? Vorrei solo mettermi a fare schizzi, adesso.