8 Maggio8 Mag comment_1916493 Darius Prendo appunti per tutta la lezione con moderata attenzione, cerco di non perdere i passaggi fondamentali ma non ho voglia di dedicare tutta la mia mente a questa lezione Al termine, saluto Ben e inizio a incamminarmi verso lo spogliatoio, felice come un condannato al patibolo; qualcuno dovrà spiegarmi a che diamine serve questo accanimento sulla forma fisica, al punto da doverla perfino valutare. Non bastava una semplice oretta di allenamento blando la settimana? Che bisogno c’è di mettere voti per quanto si salta in alto? Quando sento la leggera spallata e mi giro, non posso evitare di metter su un sorrisetto divertito Appunti? Certo che no! Ho intenzione di farti sentire ancora più intelligente e maestosa tartassandoti di domande! Rispondo, mentendo senza troppo trasporto; ho preso buoni appunti, ma dovranno folgorarmi tutte le divinità greco romane prima che perda occasione di stuzzicare Mei-Lin
8 Maggio8 Mag comment_1916504 Ana RiberoLa lezione passa senza troppa fanfara. Credo di aver fatto finta di appisolarmi solo tre volte, e il professore non ha battuto ciglio. Penso ancora a Max, se posso non dico risolvere la situazione, ma almeno smuovere le acque. Vedere che succede, dove si può portare. Magari posso capire, ecco. Lo vedo sempre tranquillo e gioviale in realtà, come se non fosse accaduto nulla, e anche questo non capisco. Il mio rancore dura giorni e giorni, mentre lui sembra come se non fosse accaduto niente. Forse è perché ha sempre tanta gente intorno.Max scappa violentemente dai miei pensieri quando i miei occhi incrociano la figura di Eliza. Oh, Eliza. Come vorrei essere lei, lei sì che ha capito chi essere nella vita. Era niente, prima di qualche mese fa. Ha un potere incredibile, ne sono sicura, o, almeno, ha potere incredibile su di me. Già ho difficoltà a parlare con gli altri, ma con lei... mi sudano le mani. Non so se è normale. Anzi, mi sudano le mani ora, che ho la possibilità di parlarle. Cioè, non so se voglio parlarle. Ma dovrei farlo. Forse so anche come.Credo di aver ragionato troppo sulla ragazza, perché si è accorta di me. Non che sia difficile. Siamo io, che non sono propriamente piccola, lei, le macchinette, testimoni involontari di un disastro annunciato.Non mi aspetto la sua domanda. Ho molti problemi. Ah! Potrebbe essere un aggancio! Vediamo se funziona quella mossa che ho visto in quel fumetto...Metto la mano al muro con decisione, in modo che Eliza sia tra me e le macchinette, riducendo il suo spazio. Mi sforzo di sorridere. "Ho molti problemi. Ora ho il problema di scegliere cosa voglio." Questo è troppo questo è troppo indietreggia retromarcia "Dalla macchinetta". Credo si possa riempire una bacinella con il sudore delle mie mani.
8 Maggio8 Mag Autore comment_1916585 @TheraimbownerdOrion KykeroIl sorriso di Tyler si blocca sul suo volto come congelato, pietrificato per un istante dalla tua risposta. Non si aspettava un tono così netto da parte tua, e lo capisci subito dal lampo di esitazione nei suoi occhi.“Ehm… sì… hai ragione, effettivamente…” mormora, costretto a fare un passo indietro, chiaramente spiazzato. Proseguite ancora per qualche metro fianco a fianco, immersi in un silenzio denso, quasi imbarazzante. Poi lui rompe di nuovo il ghiaccio, con voce più bassa, sincera:“Comunque, ok… non è mia intenzione fare cavolate con lei. Ci tenevo che tu lo sapessi… ecco.”Nonostante il tono più insicuro, ti colpisce come riesca comunque a mantenere intatto quel carisma innato che sembra avvolgerlo in ogni circostanza, anche ora, mentre è palesemente a disagio. Ti appoggia una mano sulla spalla — un gesto esitante, pensato — e poi ti fa un cenno con la testa, quasi a ringraziarti, prima di accelerare il passo verso lo spogliatoio maschile.E tu, Orion… in quale spogliatoio scegli di entrare?@Ghal MarazNathan ClarkAlice ti sorride di rimando, e quando lo fa, due piccole fossette si disegnano appena visibili sui suoi zigomi, rendendo il suo viso ancora più dolce."Hai perfettamente ragione! Nemmeno a me piace molto correre… soprattutto in palestra, tutta chiusa e piena di odore di gomma." aggiunge ridendo piano, mentre scioglie con delicatezza le braccia che ti aveva stretto attorno al collo.Alla tua domanda successiva, si ferma per un istante, sospesa nel suo personale universo fatto di nuvole e colori, portandosi l’indice alle labbra e alzando lo sguardo come per recuperare un pensiero tra le stelle."Oh sì! Volevo raccontarti del sogno che ho fatto stanotte!" esclama poi, e i suoi occhi si piegano in due fessure sorridenti. "Ma ti ho visto che parlavi con Max, e non volevo disturbarti…"Fa una piccola pausa, mordendosi lievemente il labbro, poi continua con tono pieno di speranza:"Peròòòò… durante la lezione di matematica ho pensato: potrei raccontartelo oggi pomeriggio! Magari facendo una passeggiata nel bosco, se esce il sole… oppure con una bella cioccolata calda, se invece torna a piovere!"Ti guarda con occhi brillanti, in attesa, come se quello che stai per risponderle potesse cambiare il corso della sua giornata."Che ne dici? Puoi? Ti andrebbe?"Nel mentre giungete davanti alle porte degli spogliatoi, uno maschile e uno femminile.@VoignarDarius WhitesandAlle tue provocazioni ti aspetti in risposta una delle sue solite frecciatine, e infatti non si fa attendere. Mei-Lin si blocca di scatto qualche passo più avanti, voltandosi appena verso di te con sguardo acuto."Figurati se mi aspettavo qualcosa di diverso" sibila con quel tono affilato che le appartiene. "D’altra parte, se c’è qualcuno che può mettermi alla prova con domande idiote, sei proprio tu, Darius."Ma poi, mentre riprende a camminare, noti qualcosa cambiare nella postura: il mento resta alto, la voce resta precisa… eppure nel ritmo del passo e nel modo in cui le spalle si rilassano appena, c’è qualcosa di meno rigido. Come se, sotto quel velo di spocchia, la tua provocazione avesse colto un nervo vivo."Forse… potresti persino sorprendermi!" aggiunge, con tono meno acido, quasi impercettibile.Pochi istanti dopo siete davanti agli spogliatoi. Mei-Lin si ferma e ti lancia un’ultima occhiata con aria severa."Hai cinque minuti per cambiarti prima che il coach Moss decida di trasformarti nel suo nuovo progetto di rieducazione militare. Io vado che non voglio di certo essere presa di mira. Se non ti vedo in palestra tra poco, non contare sulla mia compassione."Poi scompare oltre la porta dello spogliatoio femminile, lasciandoti con quella sua scia inconfondibile di superiorità scolpita.@SNESferatuAna RiberoPer un attimo, il mondo sembra bloccarsi. Tu, la tua mano sudata puntellata al muro che speri non scivoli via all'improvviso, e lei… Eliza. I suoi occhi si alzano lentamente verso di te, e ti trafiggono con uno sguardo che mischia perplessità e giudizio, come se stesse cercando di capire se tu sia seria o se sia tutto uno strano scherzo comico.Il silenzio che segue la tua frase dura un secondo di troppo. Poi, contro ogni previsione, le sue labbra si schiudono in una risata sincera, quasi incredula. Un suono limpido, che spezza la tensione come un sasso lanciato in uno stagno fermo.“Okay!” dice ancora ridendo piano, scrollando il capo, “Questa è nuova.” Il suo viso si è addolcito, e mentre alza il dito per indicare la macchina, aggiunge: “Io comunque ho scelto gli orsetti gommosi. Quelli acidi. Fanno schifo, ma mi piacciono.”Poi ti squadra di nuovo, questa volta con un accenno di sorriso sincero. “Sei strana lo sai? Ma strana bene… originale.” Te lo dice come se fosse il più raro dei complimenti, quello che non fa quasi mai a nessuno.“Uh uh... la zoccoletta e la stramba snob nuova arrivata lesbicheggiano!” dice all'improvviso una voce maschile alle tue spalle, seguita da un coro di risatine divertite. Ti volti.. A parlare è stato un ragazzo alto, magro, la pelle color cioccolato e vestito con un’aria da figlio di papà.Eliza lo fissa con uno sguardo che potrebbe tagliare l’aria e poi, con voce perfettamente calma, gli risponde:“Jeremy… scommetto che se passassi meno tempo a fantasticare su di me ed Ana e più a farti una personalità, forse... potresti perfino piacerti.”Lui sbuffa, i suoi amici ridono un po’ meno convinti, e il gruppetto prosegue per la sua strada. Eliza si volta di nuovo verso di te, scrolla le spalle e ridacchia. “Non ci far caso. Jeremy è un idiota... Ben più insicuro e noioso di quello che vuol far credere!”Poi ti guarda. “Allora? Hai scelto cosa prendere?”@TheBaddusScarlett BloomblightTi sembra di sentire il battito del cuore perfino nelle tempie mentre ti infili in fretta la canotta, come se quel pezzo di stoffa potesse davvero salvarti la vita. Il tuo sguardo incollato al fondo dello spogliatoio è l’unico argine rimasto tra te e il disastro. Poi, nella frazione di secondo in cui la tua voce riesce a uscire dalla gola senza spezzarsi, le parole ti sfuggono prima che il cervello possa supervisionarle. Ottimo. Doppio senso da manuale.La sua risposta tarda un po’ troppo ad arrivare. Quando ti volti appena, cercando di sbirciare con la coda dell’occhio senza farlo notare, la vedi lì: seduta, i pantaloncini ancora in mano, lo sguardo basso fisso sul pavimento. Le guance leggermente arrossate. Sembra essersi persa per un momento, come se qualcosa l’avesse colta di sorpresa.Ti chiedi se abbia notato il tuo disagio. Probabilmente sì. Era troppo evidente perché passasse inosservato. E ora, nel silenzio carico che si è creato, ti domandi cosa la stia passando per la testa.Poi, finalmente, solleva lo sguardo verso di te. I suoi profondi occhi verdi sono guardinghi, ma non ostili. “Oh… beh… se fosse per me, farei sport tutti i giorni!” esclama con un sorriso un po’ impacciato. “Lo adoro. Mi aiuta a sentirmi... viva, credo. Ne ho proprio bisogno.”È una risposta semplice, ma ha un’energia genuina. E anche se il rossore non le è ancora passato del tutto, sembra aver ritrovato il suo solito tono.Proprio in quell’istante, la porta dello spogliatoio si apre con un lieve tonfo. Harper entra in silenzio, con il passo quieto e il solito atteggiamento raccolto. Ha il capo appena chinato e le spalle incurvate in avanti, come se volesse occupare meno spazio possibile. Si ferma sulla soglia e vi osserva.Il suo sguardo, attento e curioso, si muove rapidamente tra te ed Emily. Ti colpisce la lucidità con cui sembra analizzare la situazione, esattamente come aveva fatto poche ore fa ai cancelli della scuola. I suoi occhi si posano su di te un attimo in più, come se cercassero una conferma alle sue deduzioni. Poi, senza cambiare espressione, solleva un braccio in un saluto rapido.“Ciao!” dice soltanto, con il tono basso e laconico che la contraddistingue, prima di dirigersi con calma verso una panchina.Non passa molto che la quiete si dissolve completamente: Alice arriva con il solito passo energico, seguita da Sasha che chiacchiera senza sosta, e Mei-Lin. Solo Eliza ed Ana sembrano prendersela con più calma e, per ora, mancano all'appello. Modificato 8 Maggio8 Mag da Loki86
8 Maggio8 Mag comment_1916608 Nathan ClarkCorridoi scolastici, luoghi di perdizione'Bosco... bello e terribile; cioccolata... yum e...', penso, ma poi il mio cervello si ferma un milionesimo di secondo: 'No. Aspetta... cos... ma no, dai... non può essere. Non è una che si fa avanti... non lei?!?'."Uhm... certo... perché no... mi sembra una idea... carina. Certo, molto carina. Così poi mi racconti tutto per... bene. Dopo la scuola, certo", quasi borbotto, ma non so davvero cosa pensare. È davvero, davvero, davvero stranissimo anche solo immaginare una cosa del genere. Quindi non è di sicuro possibile. Oppure, invece, sono nei guai. Guai grossi. Gigagrossi.Certo, sicuramente non è così. Dai. Le faccio un cenno di saluto e vado a cambiarmi, che è meglio. Così smetto di immaginarmi scenari assurdi.
9 Maggio9 Mag comment_1916618 Scarlett BloomblightLo spogliatoio con la temperatura più alta dell'universoDopo essermi infilata la canotta e seduta, lo sguardo fisso al muro, sento che non dovrei sbirciare, che non dovrei guardare per niente; ma una parte della mia curiosità è più forte di questo.Non saprei dire se ho fatto il gesto migliore o peggiore della giornata: Emily è seduta, in intimo e con i pantaloncini ancora in mano. Il mio occhio guizza senza che io riesca a controllarlo, cercando di catturare ogni dettaglio di quell'immagine; io in compenso mi sento bruciare, come due mesi fa quando la ho vista sotto la doccia, come se qualcuno mi avesse acceso un fuoco nella pancia e le fiamme si stessero estendendo per tutto il mio corpo.Annaspo in cerca d'aria, anche se fortunatamente lei ha lo sguardo abbassato.Ca**o Scarlett, calmati. Calmati!Il mio cervello connette: le guance arrossate, e come se fosse stata presa di sorpresa. Appoggio la schiena al muro, sento che riesco almeno a respirare, ma ho l'impressione di scottare in questo momento.Aspetta... rossore... cavoli, sono proprio una cog****na... le ho praticamente sbattuto il culo in faccia per prendere la canotta e i pantaloncini... dio mio...Riesco a fare un respiro più profondo.Praticamente ho fatto la stessa cosa che ha fatto lei...Per un qualche strano motivo trovo che "l'essere pari" sia divertente, un sorriso genuino si forma sul mio viso mentre mi volto verso di lei."Sentirti viva..." Ripeto le parole a voce più bassa, come se fosse per dirle a me stesso piuttosto che ad altri. "Beh, è una cosa bellissima. Le passioni ci distinguono, sono ciò che ci spinge avanti." Ciò che dico è reale, genuino.Però ora rivestiti, ca**o...Quando entra Harper, e sembra capire al volo la situazione come stamattina, non posso che provare una leggera inquietudine; come se in qualche modo il suo capire la situazione fosse una minaccia per il mio tesoro."Ciao." La saluto con un sorriso tornando la me di sempre, la maschera nuovamente calata sul mio volto, il fuoco dentro di me spento in un istante.Mentre le altre ragazze entrano in spogliatoio io faccio finta di controllare qualcosa sul cellulare, quando invece sto riflettendo.Sentirsi viva... e cos'è che fa sentire viva me? Mi sento come colpita da una freccia, totalmente spiazzata. Sul serio, ce l'ho io una passione? Modificato 9 Maggio9 Mag da TheBaddus
9 Maggio9 Mag comment_1916627 DariusCorridoiAnnuisco alle parole di Mei-Lin Vero, la prevedibilità è uno dei miei tanti pregi dico, e con un guizzo rapidissimo le pizzico il fianco Cinque minuti... va bene, tutto per non sentire l'ennesima storia della sua vittoria...p dico, entrando nello spogliatoio maschile SpogliatoiEntro nello spogliatoio sbuffando, e mi cambio il più in fretta possibile; l'importante è non indossare la tuta al contrario e togliere la camicia, per il resto non mi interessa più di tanto cosa ho addosso e comeMa per curiosità domando a tutti e a nessuno di quelli che sono nella stanza con me Ma a chi piace correre di lunedì mattina?
9 Maggio9 Mag comment_1916658 Orion KykeroSpogliatoiPer fortuna il tragitto dal corridoio agli spogliatoi è breve, il che mi risparmia la tortura di essere da solo con Tyler a lungo. Ma come diamine fa ad essere sempre così dannatamente positivo? Non lo sopporto. Lo odio. E odio quello che so già mi succederà nel momento in cui inizierà a spogliarsi.Tyler entra nello spogliatoio prima di me. Per fortuna siamo nel Vermont, uno stato sensato, quindi non devo preoccuparmi di espulsione o roba del genere nel momento in cui entrerò nello spogliatoio giusto. Questo non significa che sia semplice. Mi faccio coraggio, prendo un bel respiro ed entro.Con la mia migliore espressione da "parlami-e-diventi-un-pariah-fino-al-college" mi tolgo i vestiti per indossare quelli adatti alla corsa. Sono girato, faccia verso il muro, cercando di ignorare ogni distrazione e finire il prima possibile. Devo stare attento quando mi tolgo la maglia, per evitare di rovinarmi il make-up, il che mi fa stare più tempo di quanto vorrei col petto esposto. Il binder nude aiuta, ma mi sento comunque trememendamente a disagio.Solo quando ho finito, e mi sono messo orribili vestiti sportivi, che neanche io ritorno a prestare attenzione a quello che mi circonda. Tyler non si è ancora rivestito. cavolo. Sono altri addominali quelli? Come ha fatto a diventare ancora più definito? Sento le orecchie andarmi a fuoco e distolgo lo sguardo per calmarmi. Quasi riesco a farlo uscire dal mio campo visivo. Quasi.Quello che cattura la mia attenzione, disperatamente alla ricerca di una scusa per NON fissare Tyler come un ebete pervertito è la domanda di Darius.Credo sia solo sadismo da parte dell' amministrazione scolastica. Rispondo in tono sarcastico. Modificato 9 Maggio9 Mag da Theraimbownerd
10 Maggio10 Mag comment_1916772 Ana RiberoUno scivolosissimo corridoioHa... funzionato? Non riesco a crederci. Non so in cosa ho sbagliato così tanto da fare la scelta corretta, ma ha funzionato! Vedi, ad andare a caso..."Orsetti acidi? E fanno schifo?" E anche se non mi piacessero, avrei provato qualcosa di nuovo.Cerco di contenere la mia contentezza mentre inserisco le monetine, ma dura meno di un attimo. Una voce poco familiare fa un commento che non comprendo. "Non... sono... o" Boccheggio un po', cercando di mantenere la calma davanti Eliza. Non sto lesbicheggiando! Credo. Non so neanche cosa voglia dire. Ok, ammiro Eliza, ma questo non vuol dire niente, stiamo solo parlando. Solo che non riesco a tradurre tutto quello che penso in parole normali, quindi tutto questo si traduce in io che mi avvicino lentamente al viso di quello che scopro ora chiamarsi Jeremy. Senza dire altro. Non voglio fargli niente, per ora. Lo sto studiando. Voglio capire con chi sto avendo a che fare, e perché ci tratta così. "Stiamo parlando." È l'unica cosa che mi viene in mente. Sento che un fuoco mi sale da dentro.Le parole di Eliza riescono a sgelare la situazione, a malapena. La ammiro ancora di più. Risposta pronta, mentre io tentenno. Ferma, e come se non fosse successo niente. Qual è il suo segreto?Aspetto che il gruppetto se ne vada. Cerco di mascherare la rabbia che mi è rimasta con un sorriso. "Gli orsetti acidi, anche io. Se fanno schifo, devo provarli. Per forza."Ricorderò quel Jeremy. Non ora, di fronte a tutta questa gente, e soprattutto a Eliza. La mia proverbiale calma non può durare per sempre.
10 Maggio10 Mag Autore comment_1916780 Chi prima, chi dopo. Chi con l’entusiasmo di un atleta alle Olimpiadi, chi con l’andatura da zombie reduce da una settimana insonne, alla fine uscite tutti dagli spogliatoi e vi riversate nella palestra della St. Liliane.È una bella palestra scolastica, ben tenuta e luminosa, con pavimento in legno lucido, linee tracciate con cura per basket e pallavolo, e una serie di grandi finestre laterali sopra gli spalti da cui entra una luce chiara e regolare. I canestri sono regolamentari, montati a parete ma mobili, e c’è anche la possibilità di montare la rete per la pallavolo quando serve. Non è all’avanguardia come quelle viste nei campus universitari, ma per un liceo privato come la St. Liliane è sicuramente sopra la media.Appena entrate, lo vedete già lì, in piedi al centro del campo come se fosse stato piantato in mezzo alla palestra. Coach Moss. Daniel, per l’anagrafe. Danny, per chi ha il coraggio di chiamarlo così (e in genere sono pochi).Atletico, sguardo intenso, capello nero sempre miracolosamente in ordine nonostante sembri appena uscito da una sessione di crossfit. Indossa una tuta blu navy con il logo della scuola e ha le mani ai fianchi, fiero come un generale che attende il proprio plotone.Vi squadra uno per uno, con quegli occhi scuri che sembrano vedere molto più di quanto dicano.“Ragazzi… ragazze” inizia con tono squillante, carico di energia contagiosa. “Bentornati. Nuova settimana, nuova occasione per migliorarsi. E non importa da dove partiate… importa solo dove volete arrivare.”Si interrompe per un secondo, poi sorride sornione. “E ricordate: se oggi vi sembra dura, pensate a quando io ho vinto quel trofeo statale al secondo anno di liceo. Nessuno credeva in noi. Nessuno. Ma abbiamo corso come dannati. E sapete perché? Perché ci credevamo.”Molti di voi sospirano o alzano appena gli occhi al cielo. Sì, il famigerato “trofeo statale” torna più spesso di un’interrogazione di matematica.“Comunque! Oggi si parte leggeri. Dieci minuti di riscaldamento qui dentro: stretching, jumping jack, mobilità. Poi tutti fuori. Proveremo il tracciato della campestre. Forza, muovetevi!”Il tracciato esterno, lo sapete, è un anello di circa 1 chilometro, da percorrere un numero variabile di volte (solitamente tra le 3 e le 5) in base all'umore del professore. Parte dal pratone sul retro della scuola, ben curato, attraversa un tratto di ghiaia lungo il fianco del campo da football, si addentra per un breve tratto tra i primi alberi del bosco... non fittissimo, ma quanto basta per sentire il suono delle foglie sotto le scarpe... e poi ritorna con una curva ampia verso il lato est della palestra.Completato il riscaldamento, sotto gli occhi vigili di coach Moss, vi radunate tutti all’uscita laterale della palestra. Il professore vi guida con passo deciso attraverso il vialetto in pietra che costeggia il retro della scuola, conducendovi verso il punto di partenza del tracciato campestre.L’aria è ancora fresca, pungente ma non fastidiosa. La nebbiolina sottile che avvolgeva il campo all’alba si è in gran parte dissolta, lasciando il prato umido e lucido. All’orizzonte, sopra la linea scura della foresta, si aggirano ancora nubi compatte e minacciose… ma tra esse si fanno strada squarci di sereno, e ogni tanto, quasi timidamente, il sole fa capolino, regalando attimi di piacevole tepore.Coach Moss vi ferma in cerchio vicino alla linea bianca che segna l’inizio del tracciato. Si guarda intorno come per assicurarsi che nessuno abbia intenzione di scappare, poi prende fiato.“Bene. Ascoltate tutti. Oggi vi va di lusso: solo tre giri del tracciato. Tre chilometri. Vi risparmio un quarto giro che vi farebbe vedere Dio. Ma...” vi punta con l’indice, ruotando su sé stesso "...mi aspetto impegno. Almeno per onorare le vostre gambe, se non me.”Fa una pausa, poi detta i tempi:“Per un voto sufficiente: i ragazzi devono restare sotto i 18 minuti. Le ragazze sotto i 20. Se vi sembra un tempo alto… beh, buon per voi! Se vi sembrano pochi…Allora si dà il caso che fareste meglio ad allenarvi di più!”Sguardi misti. Qualcuno deglutisce. Altri sorridono con un filo di sfida. Alcuni sospirano senza ritegno.“Seguite il tracciato, non tagliate, e fate attenzione alla curva dietro al secondo gruppo di betulle, dove il terreno è ancora umido. Pronti…”Si allontana di due passi, fischietto tra le labbra e cronometro alla mano.“…partenza!”FWIIIIIIIIIIIIIT!Tyler e Emily sono i primi a scattare in avanti, con passo lungo e sicuro. Lui ha una falcata elastica e controllata, lei leggiadra e compatta. Poco dietro li segue Sasha, determinata e ben allenata, con la tipica concentrazione di chi vuole tenere il passo ma senza strafare.A ruota, un gruppetto più disomogeneo si lancia nel percorso: Alice corre con passo cauto ma regolare, Max con un fisico adatto alla corsa ma un atteggiamento svogliato, Eliza si muove con flemma e svogliatezza, Noah (sì.. c'è anche a lui oggi a scuola!!) barcolla tra l’apatia e un briciolo di competitività, e Mei-Lin… beh, lei dà tutto. È visibilmente meno dotata sul piano fisico, ma il suo sguardo determinato la rende quasi commovente: corre con una volontà feroce, sebbene i suoi piedi già sembrino protestare.Harper avanza in solitaria, leggermente più indietro, spalle strette, sguardo basso, passo goffo ma costante. Sembra voler solo finire la corsa nel minor tempo emotivo possibile.Infine, c’è Ben. Ultimo della fila, ansimante ancora prima di raggiungere la curva del primo tratto erboso. Ha lo sguardo di chi ha firmato per qualcosa senza leggere il contratto, e le gambe di chi vorrebbe davvero, ma proprio non può.Quando raggiungete il bosco, il brusio della scuola viene sostituito da un’atmosfera più ovattata: il suono delle scarpe che calpestano foglie umide, il fruscio dei rami, un lieve sentore di muschio e terra bagnata. Le ombre si fanno più fitte, e la luce filtra tra i rami in raggi obliqui che danno al sentiero una bellezza quasi eterea, ma anche un che di inquieto.Tre chilometri. Tre giri. Solo il primo è iniziato… e già si capisce chi oggi vincerà, chi soffrirà… e chi si farà domande esistenziali sul senso della corsa.Off GameCome sempre, se volete inserire qualche scena nell'arco di tempo che ho narrato fate pure.. Interagite pure tra di voi o con gli altri png come meglio credete.. oppure semplicemente fatemi sapere con che mood affrontate la lezione.
10 Maggio10 Mag comment_1916794 Nathan Clark'Ecco, appunto. E ti pareva. Corsa, pure con voto. Mi sa che oggi il povero Ben si becca un votaccio... e non posso nemmeno aiutarlo, stavolta. Anzi, sarà meglio che io stesso stia al sicuro sotto i 18 minuti... che barbarie di lezione', la mia mente scorre disordinata attraverso mille pensieri, costringendo le mie gambe a muoversi. Ovviamente, non poteva essere qualcosa di nemmeno lontanamente divertente. No proprio. Almeno ci affacciamo sul bosco... vorrei tanto perdermici dentro. Ma tocca solo far passare il tempo. Do comunque una pacca di incoraggiamento a Ben: non farà punto, ma almeno gli sollevare un poco l'umore. Uff, sto rivalutando matematica.
11 Maggio11 Mag comment_1916842 Scarlett BloomblightTra l'imbarazzo e altre sensazioni che non riesco a descrivere, oltre al fatto che Emily non ha più risposto o reagito dopo le ultime cose che ho detto, mi decido ad uscire dallo spogliatoio prima delle altre, entrando in palestra e aspettando.Quando ci siamo tutti il coach Moss non si fa pregare e soprattutto non perde tempo a ricordarci sempre di quel maledetto trofeo.Faccio il riscaldamento assieme a tutti ma sono silenziosa, la "non fine" della cosa con Emily mi ha lasciata un po' turbata, mischiata al fastidio di aver visto mia madre stamattina e la frustrazione della cosa con Ana, inizio a sentirmi più arrabbiata di quanto in realtà dovrei essere; ho uno sguardo cupo e cerco di stare concentrata sulle cose per focalizzarci le emozioni negative, ma non mi riesce proprio al massimo.Quando siamo fuori e il coach Moss ha spiegato cosa dobbiamo fare sono al limite: mi sento fremere e ho bisogno di muovermi, di sfogare questa rabbia.Non appena dà il via col fischietto scatto dietro a Tyler ed Emily, sbattendomene di ogni cosa e iniziando a correre alla massima velocità, superandoli in breve tempo. Non me ne frega un fico secco del fiato, della mia resistenza o del voto; so solo che in questo momento non sento nulla: niente Zarneth e le sue str***ate, niente imbarazzo con Emily, niente maschere; solo io che corro a più non posso.Mi tocca però dire che io non sia così tanto allenata, e benché in qualche modo riesca a correre per due interi giri senza rallentare, al terzo perdo un po' il controllo e alla curva dietro il secondo gruppo di betulle scivolo sul fango, finendo lunga distesa e imbrattandomi dalla testa ai piedi.Mi rialzo togliendomi il fango dalla faccia, ma ho la vista annebbiata e inizio a sentire la fatica, arrivando a fare una cosa molto più simile a una camminata veloce che ad una corsa; e non serve dire che completo il terzo giro ben oltre i 20 minuti fissati dal coach Moss.Dopodiché rimango lì ferma, quasi come un avvoltoio piuttosto catatonico, in attesa di poter tornare in spogliatoio. Non so nemmeno cosa sento, vorrei solo una doccia calda e togliermi questo schifo di dosso; probabilmente l'imbarazzo e la vergogna arriveranno dopo.
11 Maggio11 Mag comment_1916844 Orion KykeroMi avvio verso il campo dove si trova il coach con tutta la voglia di un condannato al patibolo. ODIO educazione fisica, odio il coach e i suoi discorsi stantii, odio il fatto che per qualche ragione la mia media dei voti dipenderà anche da una cavolo di corsa campestre. Ascolto i suoi discorsi disattento, l' unica cosa che mi interessa è il tempo minimo. 18 minuti per i ragazzi, 20 per le ragazze. Non sono del tutto sicuro di quale il coach conterebbe per me, ma non importa. Se vuole 18 minuti, starò sotto quei fottuti 18 minuti.Giò nel riscaldamente inizio a sentire qualche difficoltà a respirare. E' difficile fare allenamento con un binder addosso. Diana mi dice sempre di prendere la misura più grande quando c'è educazione fisica almeno. Non la ascolto mai.Parto tentando di mantenere un ritmo decente, sostenuto. So che la parte più difficile non è l' inizio, è la fine. Per una volta ignoro completamente gli altri. In questo momento sono solo distrazioni.Ok, magari un occhiata a Tyler da dietro la dò prima che giri la curva e inizi a distanziarmi irrimediabilmente. Solo un' occhiata però. O due.Ben presto però inizio a sentire la mancanza di fiato. Il binder mi stringe il petto come una morsa, rende difficile inalare aria. Non importa. Vado avanti, le gambe che mi bruciano, il fiato corto. Per la fine del secondo giro non ce la faccio più. Continuo. Le mie gambe si muovono da sole, l' unica cosa che vedo è la strada davanti a me. E' più per fortuna che per volontà che evito una ragazza caduta a terra, nel fango. Non riesco neanche a capire chi sia. Il petto mi brucia come se qualcuno ci avesse messo un tizzone ardente dentro. Quando finalmente arrivo dal coach collasso vicino a un albero, goccioloni di sudore che mi scendono sulle guance, macchie nere che danzano ai margini della mia vista mentre faccio ampi respiri a bocca aperta, completamente senza energie. Non riesco neanche a controllare il mio tempo. Modificato 11 Maggio11 Mag da Theraimbownerd
11 Maggio11 Mag comment_1916849 Ana RiberoEdizione straordinaria: non mi interessa niente neanche di educazione fisica. Mio padre mi dice che è un crimine che una giovane ragazza come me non abbia interesse per quello in cui sono più portata, ed è forse proprio questo il motivo. Sono fatta per muovermi. Letteralmente. Non voglio dare a nessuno la soddisfazione di dirmi come farlo. Quindi faccio le cose a modo mio.E, in questo caso, vuol dire camminare tranquillamente ma con passo svelto, una sorta di power walking, nonostante i fischi iniziali del coach. Appena non lo vedo più e non c'è più nessuno davanti a me, corro all'impazzata, raggiungendo il cuore del gruppo senza la minima traccia di fiatone. Non so neanche se sono in grado di stancarmi, se sono programmata per questo. Appena mi trovo tra un gruppo di compagni (leggete: appena vedo Eliza) torno a camminare come se nulla fosse.Riuscirò con questo sistema ad arrivare sotto i 20 minuti? Non lo so e non mi interessa. Fosse per me potrei fare la corsa letteralmente al contrario, ma poi tutta l'attenzione del gruppo rimarrebbe su di me. È sicuramente più divertente giocare alla lepre e la tartaruga. Al secondo giro faccio le cose per bene, e riprendo di nuovo il gruppo, supero Eliza con un sorriso, e Max passandogli accanto senza dire niente. Sono una snob, in fondo, ma non infierisco.A inizio terzo giro rallento di nuovo, vedo Scarlett nel fango, faccio una scrollata di spalle come per scusarmi per il fatto che se mi fermo per lei sono perduta anche io (è così che fanno le persone normali?) e torno a correre, con l'obiettivo di arrivare esattamente a 20 minuti e 00 secondi sul cronometro del prof. Se sono sotto di un secondo, tanto meglio. Deve scoppiare nel vedermi fare dei tempi stranissimi con una marcia da milfetta dei suburbs che vuole conquistare il suo insegnante di tennis. Non si mettesse in testa di reclutarmi per il track team.Il problema è che non so mimare la stanchezza quando arrivo al traguardo. E non ho la minima traccia di sudore. Modificato 11 Maggio11 Mag da SNESferatu
12 Maggio12 Mag comment_1916891 DariusDire che educazione fisica è una materia che non mi interessa è riduttivo; oltre a non vederne il senso, non trovo un dannato senso logico nel modo in cui si mettono i votiDetto ciò, l’unico motivo per cui mi impegno a fare il minimo sindacale, vedi cercare di star entro i diciotto minuti citati dal professore (cifra palesemente detta a casaccio, tanto per dare un numero), è perché non ho nessun voglia di litigare con mia madre per un’insufficienzaMi dispiace per Ben, ma pur con tutta la buona volontà non ho modo di aiutarlo in una lezione come questa; provo a spronarlo quando iniziamo a correre, ma fin troppo presto mi tocca allontanarmi da lui per non finire sotto il tempo minimoNon sono esattamente l’incarnazione dell’atletica leggera, ma non ho grandi problemi a correre ad un ritmo sostenuto, anche se al termine del percorso ho le orecchie che fischiano per lo sforzo
12 Maggio12 Mag Autore comment_1917001 @Ghal Maraz Nathan ClarkAffronti la campestre con l’aria svogliata e un’espressione rassegnata, come se il solo fatto di essere lì fosse già una punizione sufficiente. L’unica, magra consolazione è che una parte del percorso attraversa il tuo elemento naturale: il bosco. Almeno lì, in mezzo agli alberi, ti senti un po’ meno fuori posto.Ti trascini a un ritmo costante, calcolato con la precisione di chi vuole fare il minimo sindacale per la sufficienza e nient’altro. I primi due giri scorrono senza intoppi: respiro regolare, muscoli caldi, tempo sotto i 12 minuti. Ci sei.A metà del terzo giro, però, giunto nel tratto più profondo del bosco, quello in cui la luce filtra appena tra i rami fitti e la terra è morbida sotto le suole, il cuore ti fa un improvviso balzo nel petto. Più per lo spavento che per la fatica.Tra gli alberi, qualche decina di metri più avanti, ti pare di scorgere una figura femminile sottile, immobile. I lunghi capelli neri le ricadono sulle spalle, mossi da una brezza che tu non senti. La pelle è diafana, quasi luminescente contro l’ombra della vegetazione. Tiene lo sguardo basso… finché, all’improvviso, non lo solleva su di te.Due occhi completamente neri, come la notte più profonda, ti trafiggono lo sterno come lame gelide. È come se ti avessero visto fino in fondo, fino a dove nemmeno tu osi guardare.Un fruscio. Uno schiocco secco, come un ramo spezzato pochi metri dietro di te.Ti volti di scatto, istintivamente. È Sasha che sta sopraggiungendo. Quando torni a guardare verso l’ombra tra gli alberi… la figura è svanita. Come se non fosse mai stata lì."Che ti prende, Clark? Rimasto senza fiato?"Sasha ti supera con passo pesante ma deciso, e anche lei ormai sembra alla frutta."Dai, forza che ci siamo quasi!" aggiunge con un sorriso, allungando la falcata e lasciandoti qualche metro indietro.@TheBaddus Scarlett BloomblightTi metti a correre al meglio delle tue possibilità, affondando ogni passo nel terreno come se potessi calpestare via la rabbia che ti brucia dentro. Corri con i denti stretti, col fiato corto, con la testa piena. E per un po’, sorprendentemente, funziona: i primi due giri scorrono lisci, e per un tratto riesci persino a stare davanti a Tyler ed Emily, i due più atletici della classe. Una piccola, fugace vittoria.Poi il ritmo comincia a cedere. Il fiato si fa pesante, le gambe iniziano a bruciare, i pensieri tornano a farsi sentire. Uno dopo l’altro, anche Nathan e Sasha ti sorpassano, prendendosi quei metri che non riesci più a difendere.E poi, la scivolata.Un piede messo male, un angolo infido di fango, ed è fatta.Finisci distesa nella melma, con la faccia e i vestiti imbrattati, l’umidità che ti penetra fin sotto la pelle. Per un secondo resti lì, ferma, immobile nella rabbia. È una rabbia feroce, brutale, viscerale. Una rabbia che, se avesse un colore, sarebbe il rosso acceso dei tuoi capelli al naturale. Il rosso di tua madre.Chiudi gli occhi. Solo un momento. Solo per respirare.Ma l’oscurità dietro le palpebre non è silenziosa.Avverti una specie di scossa, come un brivido che attraversa l’aria stessa.Un’immagine ti esplode dentro senza preavviso: una creatura gigantesca, maestosa, scaglie rosso fuoco che riflettono una luce che non c’è, fauci spalancate che sussurrano parole in una lingua che non conosci…È solo un istante.Un flash.E poi niente.Quando riapri gli occhi, c’è solo il bosco. Umido, silenzioso, uguale a prima.Ti tiri su a fatica, cercando almeno di ripulirti il viso con le mani. Intorno a te, altri compagni passano oltre, alcuni ti lanciano uno sguardo fugace, un misto di imbarazzo e colpa per non essersi fermati ad aiutarti.Poi, mentre stai per ripartire, qualcosa ti fa voltare.Con la coda dell’occhio, più indietro sul sentiero… vedi Noah.È chino, sta apparentemente allacciandosi una scarpa. Ma il modo in cui si guarda intorno ti fa aggrottare le sopracciglia. Non ti sembra si sia accorto di te.E poi, improvvisamente, si alza e si allontana dal tracciato, infilandosi tra gli alberi.Non fai in tempo a pensare troppo. Ti rimetti in moto, rabbiosa e infangata, e prosegui con passo nervoso. Corri a tratti, cammini a lunghi passi per riprendere fiato. Ti supera anche Harper, silenziosa come sempre.Alla fine, quando giungi al tracciato ti senti gli occhi di tutti addosso. Sei chiaramente oltre il tempo della sufficienza.@Theraimbownerd Orion KykeroCorri. Con tutta la determinazione che riesci a raccogliere, corri.Ogni falcata è un affondo nei tuoi stessi limiti, e il binder ti stringe il petto come una maledizione cucita addosso. All’inizio il ritmo tiene, le gambe rispondono, la rabbia è carburante. Per un attimo quasi riesci a illuderti che ce la farai senza pagarne il prezzo.Ma già verso la metà del secondo giro il respiro comincia a diventare un lusso.L’aria non entra più come dovrebbe. La vista si increspa ai lati, il battito martella nelle orecchie. Ti sorpassano in diversi, e a un certo punto passi anche accanto a una figura coperta di fango. Sei troppo stanco per riconoscerla davvero. Non importa. Continui. È solo ostinazione, ormai.Tagli il traguardo e crolli contro un albero, le spalle che si sollevano a scatti sotto la stoffa bagnata di sudore, la bocca aperta nel tentativo disperato di richiamare ossigeno. La vista ti si sfoca appena, ti costringe a socchiudere gli occhi.“Ehi, Kykero,” ti dice la voce squillante del coach Moss, che ti raggiunge e ti fissa con quell’aria da telecronaca sportiva. Poi dice altro, ma le orecchi ti fischiano e non riesci a capire cosa ti stia dicendo.Ti lascia lì, con una pacca energica sulla spalla e lo sguardo già su un altro studente.Alice ti raggiunge poco dopo. È accaldata, i capelli raccolti alla meglio, ma si abbassa subito vicino a te, cercando il tuo sguardo.“Ehi… Orion. Tutto bene? Hai l’aria di uno che ha visto il proprio spirito lasciare il corpo.” Il tono è scherzoso, ma non nasconde l’apprensione.Ti porge la sua borraccia, tenendola salda anche mentre la sua mano, leggera, ti sfiora un braccio come a controllare che tu sia reale, presente, sveglio.@SNESferatu Ana RiberoHai un corpo perfetto.. una macchina perfettamente funzionante di cui non conosci i limiti.. e decidi di usarlo alle tue condizioni, nel modo in cui vuoi tu e non in quello che si aspettano gli altri. La tua corsa campestre somiglia più a una danza anarchica che a una prova scolastica. Parti lenta, quasi svogliata. Poi, senza preavviso, scatti in avanti con la potenza di un predatore. Ancora una pausa. Poi di nuovo un’accelerazione, fulminea, precisa.Un’andatura impossibile da interpretare.Chi ti osserva, come Eliza, non può fare a meno di rimanere interdetto. È evidente che ti sta studiando, sguardo scettico ma incuriosito.Se il tuo intento era attirare nuovamente la sua attenzione, anche solo per provocarla, beh… missione compiuta.Non senti fatica durante la corsa, non sudi… o forse si? C’è stato un breve momento, durante il terzo giro, nel quale hai avvertito come un brivido e la tua pelle è sembrata per un attimo come imperlata dal sudore.. ma poi è passato, come se fosse stato solo un po’ di umidità. Alla fine arrivi proprio allo scoccare dei 20 minuti, precisa e perfetta come un orologio!@Voignar Darius WhitesandNon è che la corsa ti interessi più di tanto.Anzi, diciamola tutta: se non fosse per l’incubo costante che è tua madre quando si tratta di voti, probabilmente ti saresti fermato al primo giro per contemplare le nuvole.Hai cercato di dare un minimo di supporto a Ben all’inizio, con una parola d’incoraggiamento lanciata al volo… ma lo sapevi fin da subito che non ce l’avrebbe fatta a tenere il passo. Nessuna colpa, solo realtà. Tu, dal canto tuo, non sei un maratoneta, ma hai testa e fiato quanto basta per restare in zona sufficienza.È nel bel mezzo del terzo giro che qualcosa però ti spiazza.Ti trovi nel tratto più fitto del bosco, quando, con la coda dell’occhio, noti qualcosa. Una roccia, poco fuori dal sentiero tracciato… ma non una roccia qualunque. Su di essa sembrano incisi dei simboli. Antichi. Sottili, intrecciati.La lingua… ti è ignota, ma non ti pare casuale. C’è uno schema, un’intenzione. E per un solo istante, ti sembra quasi che quegli intagli brillino leggermente, come se riflettessero una luce che in realtà non c’è.Non fai in tempo ad avvicinarti.Un tonfo attira la tua attenzione: davanti a te, Scarlett è finita dritta nel fango, nel punto più scivoloso della curva. Istintivamente rallenti appena, per non scivolare anche tu e per valutare se stia bene.La superi e riprendi il passo. Il tempo stringe. Non puoi permetterti un’insufficienza, e lo sai. Ma ti segni mentalmente quel punto nel bosco dove hai visto. incisioni.Arrivi al traguardo con il fiato spezzato e le gambe di piombo, ma un’occhiata rapida all’orologio del coach ti conferma che sei appena sotto i diciotto minuti.X TUTTISiete tutti arrivati al traguardo, chi coperto di fango, chi più morto che vivo, chi come se non avesse neppure corso e chi semplicemente stanco ma soddisfatto.Chi per orgoglio, chi per disperazione, chi per testardaggine, ognuno ha chiuso la corsa a modo suo. Vi radunate attorno al coach, ansimanti, e vi legge i vostri risultati. I minuti passano lenti.Poi, finalmente, spunta anche Ben. Il volto completamente arrossato, la maglietta madida di sudore, il respiro spezzato. Avanza lentamente, quasi trascinandosi, ma non si ferma.È ampiamente fuori tempo massimo, ma è arrivato.“Bravo Flores! L’importante è che tu non abbia mollato!” esclama Coach Moss, dandogli una pacca sonora sulla spalla che per poco non lo fa vacillare.Un piccolo sorriso si accende tra i volti dei compagni, qualcuno applaude piano.State quasi per dirigervi verso gli spogliatoi quando la voce del coach vi ferma di nuovo.“Manca solo Davis!”Solo in quel momento vi accorgete che Noah non è tra voi. Moss guarda il gruppo, poi punta gli occhi su Emily.“Reyes, fammi un favore. Vai a cercarlo e assicurati che non sia scivolato anche lui da qualche parte.”Poi si gira verso gli altri, battendo le mani una volta.“Gli altri, via a farvi una bella doccia! Vi siete guadagnati ogni goccia d’acqua calda! Tranne tu, Ribero. Voglio parlarti un attimo.”Il suo sguardo si posa fisso su Ana.
12 Maggio12 Mag comment_1917010 Scarlett BloomblightDurante la corsaDopo essere inciampata nel fango, quando tutto è buio mentre cerco un attimo per respirare e calmare la rabbia che è tornata prepotente scorrendo come un torrente all'interno del mio corpo, sento uno strano brivido e davanti a me, nel buio, vedo qualcosa di così gigantesco e maestoso che posso soltanto sentirmi piccola e miserabile; questa emozione lava via la rabbia svuotandomi completamente, stavolta per davvero.Ma non appena riapro gli occhi nulla di tutto questo si rivela reale; rimango bloccata sul posto per una manciata di secondi, cercando di processare quello che è appena successo.Ho assolutamente bisogno di fumare! Grido nei miei pensieri, che vanno subito a cercare ciò che allontana la mia mente dai problemi.Quando mi riprendo vedo Noah sgattaiolare fuori dal percorso infilandosi tra gli alberi. Se non fossi mezza morta lo seguirei, ma mi accontenterò dell'appunto mentale di questa scappatella.Riprendo il tragitto, ora svuotata delle mie precedenti emozioni e solo con quella sensazione di piccolezza e di essere miserabile; confusa come non mai.In mezzo ai miei compagni sto zitta, mentre continuo a cercare di processare che ca**o è successo prima; inutile dire che non trovo risposta.Quando sento il coach Moss mandare Emily a cercare Noah provo un po' di dispiacere, anche se dopo questa figuraccia forse sarebbe meglio evitare contatti così "intimi" con lei. Quando poi nomina le docce mi muovo fulminea verso gli spogliatoi.Spogliatoio femminileNon appena entro mi tolgo i vestiti, li appallottolo e li infilo in una busta che tengo nella borsa della palestra. Recupero in fretta il necessario per lavarmi e vado sotto la doccia, prendendo quella più in fondo e rimanendoci per 15 minuti buoni. In questo momento non mi interessa arrivare in ritardo alla prossima lezione, il calore dell'acqua mi dà una sensazione di tepore che aiuta a mitigare i sentimenti della "visione", facendomi tornare a stare "bene", per quanto bene in realtà io possa stare.Sperando che nessuno abbia voglia di rompermi le scatole mi asciugo e cambio con calma, uscendo probabilmente per ultima dalla palestra per poi dirigermi a lezione di biologia.@Loki86 (forse ho spinto un po' troppo avanti, ma era semplicemente per dare una direzione finale all'azione di Scarlett. Se intervieni con un post prima o succede altro che potrebbe interrompermi nel caso edito)
12 Maggio12 Mag comment_1917011 Ana RiberoAlla fine della corsa, quando il coach mi dice che effettivamente ci ho messo esattamente venti minuti penso che sì, posso dire di essermi divertita. Non nel correre. Quello è una cosa naturale che saprebbe fare chiunque, se fatto apposta. Per esempio, nulla contro Ben. Non è stato fatto apposta, ma ci è riuscito. Credo dovrebbe saperlo e qualcuno dovrebbe dirglielo oltre il prof. Mi avvicino a Ben, seppur sia ansimante, paonazzo, e credo puzzi anche, ma non lo saprei dire perché non è che gli altri siano un fiore. Si nasconde abbastanza in mezzo al resto della ciurma, specie al fango di Scarlett, il cui sguardo evito appositamente perché credo potrebbe ucciderci tutti. "Hai fatto bene, per come sei fatto". Provo un accenno di sorriso verso Ben. Dicevo, mi sono divertita perché ho fatto come pare a me. Non è questo correre in fondo? La libertà di fare come ci pare? Da come mi vedono gli altri, non sono sicura la pensino allo stesso modo. Cerco lo sguardo di Eliza per confermare la mia teoria. Sono stata strana, forse, ma è stato liberatorio. Che vale più della sufficienza. Sarà il mio essere snob.Ogni mio sorriso svanisce quando il coach chiama il mio nome. Cosa ho fatto? Ero convinta di essere stata in grado di non farmi notare. Mi avvicino a lui tentennando. Non ne ho paura, è un altro pupazzo, è la suspance che mi uccide.
13 Maggio13 Mag comment_1917020 Nathan ClarkCorsa, nel bosco'Non è possibile, non è possibile, non è possibile, non è possib...', sento i battiti mancarmi nel petto, mentre il mondo diventa un film in bianco e nero al rallentatore. Perché sta succedendo questa cosa adesso?Il bosco... il bosco... il bos... e se? Se fosse un bosco diverso quello in cui devo trovare la mia (la nostra) strada?Eeeeee... BUM!Sasha arriva come un proiettile sparato in quel film che fa impazzire i Millenial, quello con John Wick prima di John Wick... la realtà si distorce di nuovo e il tempo ricomincia a scorrere."Hai proprio deciso di essere la mia salvatrice, oggi, eh?", riesco soltanto a dire, in un sussurro appena ansimante: non ero così tanto senza fiato, a dire il vero. La Fata è molto più in forma del pigro Nathan."Dammi il tempo, allora", dico, e mi rimetto a correre, dietro di lei. Le gambe frullano di nuovo, macinando passi affrettati, mentre recupero in fretta il ritmo e affianco Sasha, sapendo che sono al limite dei minuti.Ben arriva e la tortura sembra finita. Mi rendo conto che non sto sudando quanto mi sarei aspettato (cioè, sto sudando, ma non così tanto)... e non faccio nemmeno il cattivo odore che dovrei. Vantaggi non scritti nelle clausole del contratto?Beh, almeno fanno pari con tutti gli altri svantaggi.Mi avvicino a Ben e gli faccio un gran sorriso, e non solo perché Ana gli ha appena detto la cosa più strana che si possa anche solo pensare."Alla grande, amico!", gli batto il cinque (e lui mi inonda la mano...).Mentre mi allontano, spazzandomi il palmo sui pantaloni, mi rendo conto che manca Noah. In genere, non me ne frega granché di lui, perché: a) non subisco quel suo cosiddetto "fascino"; b) dopo il millesimo tentativo di interagire con lui, mi sono proprio stufato e non è che gli debba per forza qualcosa; c) vedi sopra, all'infinito.Però, ecco, non è nemmeno che gli voglia male e dopo quel che è successo nel bosco, prima..."Prof, scusi, posso dare una mano a Emily a cercare Noah?", mi sorprendo a dire."Prima mi sembrava di aver visto muoversi qualcosa sul ciglio degli alberi: magari era lui?", mento. Ma solo in parte. Modificato 13 Maggio13 Mag da Ghal Maraz
13 Maggio13 Mag comment_1917086 DariusDurante la corsa Sto correndo calmo e tranquillo quando vedo qualcosa di strano, molto stranoForse sono solo le ore di sonno perse su lingue antiche, forse è il debito di ossigeno, forse magari è un vero e proprio sasso magico, che non sarebbe la cosa più strana che mi abbiano mai descritto i mieiHo dato uno sguardo troppo veloce perché io possa riconoscere la lingua, ma non sembravano segni a casaccio, e sono abbastanza sicuro che i graffiti di qualche vandalo non si mettano a brillare di colpoPoi, però, vedo Scarlet che scivola nel fango, e mi tocca rallentare per non fare la stessa fine. Rallento giusto per assicurarmi che stia bene, ma quando la vedo alzare infuriata la testa capisco che è meglio allungare il passo e rimandare altre domande al dopoAl termine della corsa, sento il professore mettere i suoi voti casuali, limitandomi ad annuire quando chiama il mio nomeNel mentre, mi rivolgo a Scarlet sottovoce, giusto per tentare d'avviare una conversazione Ehi, ti sei fatta male? Quando finalmente arriva Ben, mi avvicino e gli batto il cinque Grande Ben! L'importante è finire il giro, non farti mettere i piedi in testa da qualche metro di troppo!Mi dirigo allo spogliatoio, mi lavo e mi cambio scherzando con gli altri, prima di dirigermi alla prossima lezione
14 Maggio14 Mag comment_1917153 Scarlett BloomblightDopo la corsa"Tutto bene, voglio solo farmi una doccia." Rispondo in modo piuttosto atono a Darius; non è per cattiveria o altro, semplicemente è come stanno le cose ora.Si nota come, a parte il fango, Scarlett sia piuttosto distaccata dalla situazione al momento.