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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte

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Nathan Clark

Prima della lezione (all'ultimo istante!)

"Tutto confortante. Facciamo così: se vedo che mi insegue, ti chiamo. Se invece mi trovano morto, sai chi denunciare alla polizia!", dico, a cavallo del suono della campanella.

"Uff... matematica dopo la lezione della Lane... dovrebbe essere un crimine vietato da qualsiasi legge", borbotto, mentre faccio un sorrisone a Sasha, pensando ai nostri piani per il futuro del mondo (o, meglio, per prolungare la mia esistenza, nonostante tutto).

Poi mi affianco a Max e gli metto una mano sulla spalla, sussurandogli qualcosa, la mia voce coperta dal brusio:

Psst... post...

"Ma che ti è preso, amico? Cos'è successo prima con Ana? Ti hanno sentito tutti...".

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Scarlett Bloomblight

Lo sbotto di Max verso Ana inizialmente mi coglie di sorpresa, anche se in realtà poi percepisco un sorrisetto sfuggirmi dalle labbra dopo aver fiutato una nuova opportunità.

"Ah, grazie per il chiarimento prof, devo dirle che non mi è stato così chiaro ad una prima lettura, lo rileggerò con più attenzione." Faccio un sorriso il più innocente possibile, poi per il resto della lezione partecipo con altri interventi per "rimanere sul pezzo".

Quando finisce l'ora, prima di andare verso l'aula di matematica mi trattengo un attimo in classe con la scusa di rimettere meglio a posto le cose nello zaino; quando vedo che Ana sta uscendo mi accodo a lei e la affianco in corridoio.

@SNESferatu

"Hey Tic-Tac." Le dico a voce bassa, chiamandola col nomignolo che le ho affibbiato a segnalare la sua natura "esplosiva". "Brutto inizio di Lunedì con Max, è successo qualcosa di grave?" Continuo con il tono più amichevole che riesco ad usare.

Modificato da TheBaddus

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@Voignar

Darius Whitesand

Mei-Lin, tutta concentrata a riporre con precisione quasi ossessiva libri e appunti nel suo ordinatissimo zaino, si irrigidisce non appena le prendi la penna dal banco. Si gira lentamente verso di te, lo sguardo infastidito che ti trapassa da dietro gli occhiali. Per un attimo temi possa esplodere, ma sai che – per quanto irritabile – probabilmente non farebbe male neanche a una mosca. Sbuffa con evidente disapprovazione.

“Ah, scusa,” dice secca. “Non avevo capito che fosse una proposta. Mi sembrava più un’imposizione.” Il tono è tagliente, come se la risposta, nella sua testa, fosse già stata “no”.

Ti strappa la penna con un gesto rapido e preciso, la infila nel suo astuccio e si alza, gettandoti uno sguardo carico di esasperazione. Tu resti lì, ancora a fissarla, senza dire nulla.

Sospira di nuovo. “Ma tanto lo so: continueresti a insistere finché non cedo.. E il tuo insistere è persino più fastidioso del vederti lì impalato a fissarmi mentre ripasso.” Fa una pausa. “Quindi va bene. Ripassiamo insieme.” Ti supera e si dirige verso la porta con passo deciso, poi si ferma sulla soglia e si volta.

“Alle quattro in biblioteca. Due ore, non di più. Se mi rallenti o fai perdere tempo, me ne vado. Chiaro?” Senza aspettare risposta, si rimette in marcia verso l’aula successiva.

Poco dopo, Ben ti raggiunge. Si ferma anche lui per un istante a guardare Mei-Lin che si allontana, poi si volta verso di te, eccitato.

“Ehi, Darius! Finalmente tocca matematica! Prima che inizi, voglio raccontare al professor Rowe dell’incantesimo di quinto livello che ho creato! Non vedo l’ora di sentire cosa ne pensa!” esclama, mentre insieme varcate la soglia della classe e vi inoltrate nel corridoio.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Sasha inarca le sopracciglia, come a valutare il senso delle tue parole. “Beh dai… poteva andarci peggio,” commenta con un mezzo sorriso. “Matematica è una noia mortale, sì… ma almeno Rowe è uno che ci sta dentro. Anche se, onestamente? Un po’ troppo nerd per i miei gusti!” Ridacchia divertita, dandoti una leggera spinta sulla spalla con complicità, poi si allontana verso Tyler ed Emily, lanciandoti un’occhiata di saluto sopra la spalla.

Ti avvii verso Max, che ti nota appena lo raggiungi. Solo allora, con la coda dell’occhio, ti accorgi che Alice stava camminando proprio nella tua direzione. Si ferma per un istante, incerta, quasi volesse cambiare idea… poi però devia e torna indietro, rientrando silenziosa nel gruppo accanto a Orion. Ti chiedi per un attimo cosa stesse per dirti.

Max, nel frattempo, si gira verso di te e ti accoglie con un sorriso tranquillo. “Ehi bro! Ti ho visto bello lanciato con la Lane,” dice, con un tono allusivo e una gomitata amichevole. “E Ana? Nah, niente di che. Le ho solo proposto di venire oggi al parchetto a chillarsi un po’ con noi. Mi faceva strano vederla sempre sola e col muso lungo… volevo solo essere gentile.” Fa una pausa, scrollando le spalle. “Ma quella… snob totale, amico. Lasciamo perdere.”

Il suo tono è il solito: rilassato, distaccato. Capisci subito che non ci è rimasto male davvero, ha semplicemente aggiornato la sua opinione su Ana, come si spunta una casella e si passa oltre.

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Nathan Clark

Con Max

"Eh, mi sa che ci sta. Ana è una tipa che non capisco proprio, ma immagino sia normale. La sua famiglia è su un altro livello, proprio", commento, pensieroso, nascondendo le mie perplessità dietro una facciata di slang e amenità. Mi spiace per Max: è un bel tipo e, se avesse gusti un po' diversi o solo più "ampi", credo che potremmo essere anche altro, ma va bene così.

"La Lane è un sogno per me, amico, lo sai bene. Però non sono fuori: so benissimo che devo limitarmi alla adorazione a distanza!", ricambio lo sguardo di intesa di prima con un pugno leggero sulla spalla. Scherzo, ma non troppo: preferisco tenermi la mia salute mentale (che già è problematica di suo), piuttosto che rischiare un inutile casino con una prof. Certo che due anni fa non mi sarei nemmeno sognato di pensare qualcosa del genere: a volte, fatico davvero a fare i conti con me stesso.

"Adesso scusa un secondo, ma credo che Alice volesse dirmi qualcosa... probabilmente è un'altra delle sue adorabili stramberie, ma preferisco capire se ha bisogno. Già stamattina mi ha inviato un messaggio dei suoi!", mi stacco da Max per cercare di intercettare Alice. Non mi piace confondermi con il gruppetto di Orion e manco capisco cosa ci faccia una come lei lì in mezzo, pertanto mi limito a cercare di incrociare il suo sguardo con aria interrogativa.

Abbiamo anche poco tempo prima dell'ora di tortura, comunque. Alla peggio, ci becchiamo dopo, se deve dirmi qualcosa.

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Darius

In classe

Ehi, andiamo! Lo sai che mi piace passare il tempo con te! rido allo scatto semi irritato di Mei-Lin e sai pure che quando studiamo insieme non perdi mai tempo, ammettilo per una volta! Aggiungo ridendo, anche se la ragazza mi sta guardando come se volesse darmi fuoco Va bene, generale, alle quattro in biblioteca! Due ore, non un minuto di più

Quando Ben mi raggiunge, gli do una pacca sulla spalla, prima di incamminarci verso l'aula Guarda, secondo me, meglio se inverti le cose: fai finire la lezione, e poi gli parli dell'incantesimo; così non rischi che qualche altro idiota inizi a lamentarsi di te anche se il ragazzo non lo ammetterà mai, son sicuro che è questo suo aspetto da "nerd" che quei tizi hanno preso di mira stamattina; visto che per oggi è già successo, preferirei evitare che qualche episodio simile si verifichi, e le lezioni del professor Rowe sono, purtroppo, molto rischiose da questo punto di vista

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Ana Ribero

Sinceramente non mi aspettavo quell'esplosione da parte di Max. L'avrò ignorato un sacco di volte, non capisco cosa ci sia di diverso in questa. E, più che altro, poteva farlo in silenzio. Come ho fatto io. Vabbè, sarò una snob, o qualsiasi cosa voglia dire. La probabilità che io vada a rompere le palle dopo la scuola mentre Max e i suoi "chillano" o qualsiasi cosa vogliano fare aumenta ancora di più.

Mentre penso se anche Eliza pensi io sia una snob, non troppo di soppiatto mi si avvicina Scarlett. Non l'ho mai davvero inquadrata, ma credo che per certi versi mi somigli. Dice le cose come pensa, in modo diretto. Magari sbagliato, ma diretto.

E io che volevo solo passare un giorno normale.

Faccio spallucce alla sua domanda. "Niente di che. Mi ha chiesto di uscire con amici dopo, e non mi andava. Fine. Esagerato." Cerco di mantenere un tono distaccato e neutro. "E non sono Tic-Tac. Nessuno mi chiama Tic-Tac."

"Spero capisca che intendo che nessuno mi ha mai chiamato così, e non la prenda per una minaccia."

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Scarlett Bloomblight

@SNESferatu

"Allora forse lo snob qui è lui." Commento acida, sorridendo per empatizzare con Ana. "Un gran bello str**zo." Mi avvicino un po' di più, mettendole un braccio attorno al collo per creare contatto, vicinanza e un pizzico di segretezza. "Lo sai che se vuoi gliela si può far pagare, vero? Consideralo un favore da parte mia." Allargo il sorriso in modo più sornione.

"E comunque io ti chiamo Tic-Tac, ti sta bene come nomignolo."

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Orion Kykero

Con Alice

Mr sperduto nel bosco? Davvero? Le rispondo con aria sorpresa. Poi però un largo sorriso si fa strada sulla mia faccia Però effettivamente non è male. Ha un suo fascino. Il flusso di studenti si sta diradando, presto passerò dall' essere semplicemente tra gli ultimi a entrare a essere effettivamente in ritardo. Inaccettabile, considerando l' orario a cui mi sono svegliato. Dopo le lezioni voglio sapere tutto. Le dico con un sorriso complice, prima di arrivare in classe.

Osservo incuriosito la scenata di Max. Ana è sempre stata una ragazza strana, incurante di tutto e di tutti. Non mi sorprende che abbia causato questa reazione, col suo ignorare le regole più basilari dell' interazione sociale. Voglio dire, certo, essere oggetto delle attenzioni da parte di quello sfigato di Max non è proprio il massimo, ma non è che nella sua posizione si possa permettere di meglio.

Ovviamente Mei-Li deve fare sempre la professorina, ed è piacevole sentire Miss Lane rimetterla a posto. Che ci vuole a ricostruire da zero la propria identità dopotutto. E' così facile. Tutti dovrebbero essere dei robot iper razionali come me. Come se quella stronza avesse la minima idea di cosa significa.

La mia partecipazione è limitata durante la discussione, più che altro a supporto di quanto detto dall' insegnante. Quello che avrei da dire su questi temi non è certo affare della classe.

Dopo la lezione mi riavvicino ad Alice, aspettando che finisca di mettere a posto le sue cose prima di andare insieme all' aula di matematica.

Con Alice

Posso capire perché Nat abbia attirato la tua attenzione. Le dico con un piccolo ghigno, a bassa voce per non farmi sentire dagli altri. Quantomeno sembra capace di formulare un pensiero coerente. E questo lo mette già sopra il 90% dei trogloditi che abbiamo qui.

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Ana Ribero

Mi gelo quando Scarlett mi mette il braccio attorno al collo. Non mi piace. Non l'ho chiesto io. Mi irrigidisco.

"Non ne ho voglia. Voglio fare a modo mio", le rispondo con un sospiro. Inoltre, sono molto più alta di lei. Almeno dieci centimetri e oltre. Questo gesto mi sembra solo ridicolo. Faccio un po' di passi indietro per scansare quel contatto che non comprendo.

"Puoi chiamarmi Tic-Tac, se ti diverte. Se pensi che mi stia bene, però forse non conviene toccarmi senza preavviso, no?"

Nel dirlo non guardo la ragazza dritto negli occhi, ma direttamente oltre. Verso la meta: la noiosissima lezione di matematica.

Off Game

Non credo in quel sistema aberrante che è il sistema imperiale, non voglio impararlo, ma ovviamente Ana sta usando quello quando parla di centimetri. Consideratela una convenzione per noi.

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Scarlett Bloomblight

@SNESferatu

Quando sento Ana irrigidirsi al contatto mi mordo il labbro inferiore, seppellendo in fondo alla gola un insulto verso me stessa.

Come puoi essere così co***ona da non averci pensato?!

Vorrei allontanare il braccio ma lei è più veloce.

Per un istante credi di vedere una sorta di smorfia sul viso di Scarlett, che però torna sorridente e complice così veloce che dubiti di averlo visto davvero.

"Certo Tic-Tac, ti stavo solo offrendo una mano nel caso la volessi; e certo che mi sta bene come nome." Mi fermo un attimo e alzo le mani in segno di resa. "Ma ho capito l'antifona, mi faccio i fatti miei. Se dovessi avere bisogno fammi un fischio." Concludo con un altro sorriso e poi affretto il passo verso l'aula di matematica.

Non appena la mia faccia è fuori dal raggio visivo di Ana digrigno i denti, furiosa.

Che cosa vorrà fare poi...

Cerco di autoconvincermi che non me ne frega che una mera moneta non comprenda il mio posto nella situazione, però ci sono delle impressioni che bisogna mantenere: faccio un respiro profondo per calmarmi e rimetto su la maschera, entrando finalmente nell'aula di matematica.

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@Voignar

Darius Whitesand

Ben ti guarda un attimo, riflettendo sulle tue parole mentre continua a camminare al tuo fianco. Poi annuisce lentamente, il solito sorriso un po' timido che gli affiora sulle labbra.

“Hai ragione, Darius…” mormora, aggiustandosi lo zaino sulla spalla. “A volte mi dimentico che non tutti si entusiasmano per queste cose come me...” Fa una breve pausa, poi ti guarda di lato, con gratitudine sincera negli occhi. “Grazie per avermelo detto. Aspetto la fine della lezione… ma poi glielo racconto per forza, eh! È venuto fuori un incantesimo davvero fico!”

Il tono è entusiasta, ma misurato: Ben ha capito il tuo consiglio e, anche se un po' dispiaciuto, sembra deciso a seguirlo.

Finalmente arrivate all’aula del professore Rowe ed entrate.

@Theraimbownerd

Orion Kykero

Alice finisce di sistemare lentamente i suoi quaderni nello zaino, come se ogni gesto dovesse trovare il ritmo giusto, quello che segua il flusso dei pensieri che le scorrono in testa come nuvole leggere. Alla tua battuta solleva lo sguardo, gli occhi grandi e azzurri si accendono di un bagliore divertito, ma sfumato.

“Sì… è vero, non é uno che si perde in chiacchiere inutili,” mormora, abbozzando un sorriso, mentre il tono rimane quello sospeso e lieve di chi sta ancora a metà tra il qui e l’altrove. “E poi... ha qualcosa nello sguardo. Come se capisse le cose senza bisogno che gli vengano dette.”

Le dita giocherellano con la cerniera del suo zaino, mentre la sua attenzione vaga, sempre più spesso, verso il punto in cui Nathan sta ancora parlando con Max. Ogni tanto distoglie gli occhi, come a non voler essere troppo evidente, ma poi li riporta lì, come attratti da una forza gentile e irresistibile. E quando, finalmente, Nathan ricambia lo sguardo, con un accenno di sorriso e un movimento appena percettibile del capo, Alice si illumina per un istante, impercettibilmente, come se quel brevissimo contatto bastasse a cambiare il colore della sua giornata.

Torna finalmente a guardarti, ma la mente è altrove, e te ne accorgi. “Scusami,” dice, “a volte mi perdo nei pensieri…” poi, più dolcemente: “Andiamo, se no arriviamo tardi. Non vorrei far infuriare Rowe tre giorni prima della verifica .” Sorride con aria genuina, quindi si incammina al tuo fianco. Nel giro di poco più di un minuto arrivate alla vostra meta.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Max ti osserva con quel suo solito mezzo sorriso da gatto sornione e ti dà una pacca sulla spalla più teatrale che convinta. “Bro, ma diciamo la verità... la prof Lane ce l’ha quell’energia, capito? Cioè, tipo che entra in classe e ti senti in una serie tv, con le luci giuste e tutto. Te la immagini a insegnare letteratura… ma pure a insegnarti la vita, se capisci cosa intendo.” Ridacchia, lanciandoti un’occhiata complice. “Ma tranquillo, resta una crush da biblioteca... quelle che non fanno danni.”

Poi si guarda intorno svogliatamente, sistemandosi lo zaino sulla spalla. “Comunque Alice... è forte eh, ma ha quel modo tutto suo di stare al mondo, tipo che ti parla di una cosa ma intanto pensa già ad altro. E secondo me a volte non sa nemmeno lei dove vuole arrivare. Carina, però... stramba forte.”

Nel frattempo, il tuo sguardo intercetta finalmente quello di Alice. È lì, a pochi passi, che cammina accanto a Orion. Sta parlando con lui, ma appena ti nota i suoi occhi si fanno più luminosi e ti regala un piccolo sorriso. Non rallenta, non cambia direzione. Continua a camminare di fianco a Orion, assorta in quella conversazione che, a quanto pare, non ha ancora voglia di interrompere. Forse quello che voleva dirti non era così urgente. O magari preferisce aspettare un momento migliore.

Tu e Max riprendete a camminare e nel giro di un minuto siete davanti all’aula di matematica, pronti (più o meno) per affrontare la temuta ora con il professor Rowe.

PER TUTTI

Uno dopo l’altro, gli studenti iniziano a entrare nell’aula del professor Rowe, chi chiacchierando ancora con i compagni, chi cercando il proprio posto come se fosse sempre lo stesso da anni. L’odore di gesso e caffè vecchio impregna le pareti, ma nessuno sembra farci caso. Alla cattedra c’è già lui: il professor Rowe, trentatré anni, capelli perennemente spettinati, occhiali spessi da cui sbucano occhi vivaci e un’ironia che ormai è leggenda. Indossa una t-shirt nera con una stampa poco leggibile e sopra la sua classica giacca grigia, sgualcita quanto basta per farlo sembrare più un ex studente nostalgico che un professore.

“Dai ragazzi, non fingete interesse, lo so che preferireste tutti essere in cortile... ma oggi vi tocca!” scherza con tono allegro, mentre invita tutti a prendere posto con un gesto ampio della mano.

Quando incrocia lo sguardo di Ben, gli fa un cenno con la testa e un sorriso complice. “Ehi Ben, ti aspettavo. Ha ruolato duro anche questo weekend?”

Ben, che non riesce a trattenere l’entusiasmo, scivola al suo banco e risponde a mezza voce: “Prof, giuro che a fine lezione le racconto del nuovo incantesimo che ho creato... È di quinto livello!”

“Solo se riesci a non farlo esplodere sulla lavagna!” replica Rowe con una risatina, sistemando un pennarello tra le dita.

Una volta che tutti si sono sistemati e il brusio si spegne, Rowe si schiarisce la voce e inizia la lezione.

“Bene, oggi parliamo di funzioni logaritmiche e delle loro proprietà. Prima che qualcuno finga di avere un’emergenza medica per uscire, vi prometto che ci saranno grafici, curve e un paio di aneddoti inutili. Forse anche una battuta brutta... o cinque.”

E con quell’introduzione, la lezione ha ufficialmente inizio.

Off game

Se qualcuno volesse interagire con prof in qualche modo particolare durante la lezione faccia pure.. Se invece, come spero, nessuno di voi fosse interessato all funzioni logaritmiche, limitatevi pure a descrivere come passate l’ora.. se attenti, se dormendo, se chiacchierando con qualcuno..

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Nathan Clark

Per fortuna che Rowe, almeno, è uno di noi, solo più vecchio (sarà davvero più vecchio di me, adesso?) e con una laurea.

La materia resta terribile, per quanto mi riguarda; tuttavia, lui lascia che l'ora di lezione scorra via in maniera molto più liscia di quanto potrebbe. Certo, il mio interesse attuale è dovuto al mero bisogno di poter sopravvivere dignitosamente al test di giovedì: una "E" preferirei evitarmela proprio. Altrimenti, poi, mi toccherà sorbirmi tre mesi di lagna a casa e un gran sbattimento per gli esami finali.

Pertanto, sbuffo mentalmente, ma mi metto nella giusta disposizione d'animo per un glorioso apprendimento semi-passivo.

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Scarlett Bloomblight

Saluto distrattamente il professor Rowe quando entro in classe e, dopo essermi sistemata al banco, solito posto contro al muro, sistemo le cose sul banco.

Raramente mi capita di sentirmi così arrabbiata, all'infuori di Zarneth come motivazione, e mi accorgo di essere un po' distaccata da tutto quanto. Ma per mia fortuna una luce rischiara quest'ora infausta: l'entusiasmo di Ben alla domanda del prof; vederlo che non riesce a trattenersi mi fa scappare un mezzo sorriso e sento scivolare via parte della rabbia.

Per quanto mi è possibile seguo la lezione con attenzione, prendendo appunti soprattutto sulla risoluzione degli esercizi. C'è solo la lezione di domani prima della verifica, e nel caso in cui vada male possa io morire fulminata prima che lo scopra Zarneth.

Una volta finita l'ora, un po' avvilita perché adesso toccherà alla lezione di Moss; cerco di farmi forza pensando che potrò vedere Emily cambiarsi, la cosa mi fa arrossire e cerco di scacciare via il pensiero scuotendo la testa.

Ok tenere il pensiero verso gli unici interessanti di questa scuola, ma datti una calmata Scarlett... Cavoli che giornata di me**a, classico del Lunedì...

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Darius

Con Ben

Esatto, a volte la discrezione è utilissima, anche per le cose che ci entusiasmano

Tipo la discrezione di non mettersi a blaterare in copto, ogni volta che vorrei affatturare qualcuno… quella e la paura di come mamma affatturerebbe me se lo venisse a sapere

in classe presto molta più attenzione rispetto alla lezione precedente, anche se ogni tanto mi distraggo, guardandomi intorno

Con la mente un poco più reattiva e una materia di cui mi sento più padrone, inizio a vagare con lo sguardo per l’aula, attento a non farmi sgamare

A proposito di discrezione, mentre incrocio lo sguardo con Scarlett, penso che lui abbia una questione da risolvere il prima possibile con lei

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Ana Ribero

Mi spingo in classe di malavoglia, cioè, più di malavoglia del solito. Matematica è... matematica. Sta lì. Non me ne interessa abbastanza, come tutto il resto devo dire. Tranne una cosa. Mentre il professore parla e cerca di fare il giovane (mi danno molto fastidio i professori che cercano di fare i giovani), non posso che rimunginare e rimuginare sulle interazioni di oggi. Con Max avrò sbagliato? Non so, pensavo di essere simpatica. Non volevo farlo esplodere così. Vediamo come si sentirà dopo. Invece non ho capito per niente le intenzioni di Scarlett. Cioè, che senso aveva? Dove ho sbagliato? Devo aver sbagliato io. Forse dovevo rimanere nel contatto fisico. Si sarà offesa. Dovrò parlare anche con lei dopo. Forse. Prima Max.

Sinceramente, non capisco.

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Orion Kykero

Con Alice

Awww....è davvero stracotta. Guardo Alice intenerito quando incrocia lo sguardo di Nat. Non avevo mai visto la mia amica così. Mi piace. Una ragazza come lei si merita ogni gioia. Se vuole quel ragazzo lo avrà.

Alzo gli occhi al cielo quando Ben interrompe la lezione prima ancora che inizi. Come se a qualcuno fregasse qualcosa dei suoi hobby nerd...fingere di essere stregoni per gioco è roba tollerabile in un bambino di 5 anni, poi bisognerebbe crescere. Purtroppo il prof non sembra condividere questo pensiero. Come un uomo così intelligente possa pensare a cretinate del genere è un mistero che non mi spiego, ma almeno è bravo in quello che fa. Matematica è senza dubbio la mia materia preferita, e al contrario della lezione precedente in questa sono io quello che più spesso interviene per chiedere delucidazioni. Ci tengo che la verifica che faremo a breve vada al meglio, e in questa lezione la mia concentrazione è assoluta.

Modificato da Theraimbownerd

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La lezione del professor Rowe procede senza intoppi. Nonostante qualche sbadiglio qua e là e lo sguardo perso di chi, chiaramente, avrebbe preferito essere altrove, l’aria resta tutto sommato distesa. Rowe riesce a mantenere viva l’attenzione con battute fuori tempo e paragoni improbabili, facendo sorridere anche i più allergici ai numeri.

Quando suona la campanella, lui si stropiccia gli occhi dietro le lenti spesse e dice con tono rassicurante:
"Ragazzi, tranquilli: quello che abbiamo fatto oggi non sarà nella verifica di giovedì. Lo prometto. O almeno... lo spero."
Qualcuno ride, qualcun altro sospira sollevato. Gli studenti iniziano a raccogliere le loro cose e ad avviarsi fuori dall’aula uno dopo l’altro.

Tyler ed Emily sono tra i primi a scattare in piedi. Si scambiano uno sguardo complice, chiaramente più motivati dell’intera classe all’idea che ora tocchi educazione fisica. Emily si sistema la coda di cavallo, Tyler si tira su la felpa leggera con un sorriso già da “modalità sport attiva”.

Ben, invece, resta indietro. Si avvicina alla cattedra con un misto di timidezza ed entusiasmo, stringendo il suo quaderno di appunti come se custodisse qualcosa di prezioso.
"Prof, guardi che incantesimo figo ho inventato! L’ho chiamato Fiamme di Cerbero!"
Rowe alza lo sguardo e sorride, genuinamente incuriosito.
"Oh? Allora fammi vedere, Ben. Sono tutto orecchie."

Nel corridoio, intanto, il resto della classe si avvia verso gli spogliatoi della palestra.

@Theraimbownerd

Orion Kykero

Mentre percorri il corridoio che dall’aula del professor Rowe porta verso gli spogliatoi, Tyler ti raggiunge con passo deciso ma silenzioso. Lo noti passarsi una mano tra i capelli, accarezzandosi la nuca con un gesto che tradisce un certo imbarazzo. Ti lancia un mezzo sorriso.
“Ehi, Orion… tutto ok?” chiede, con quella cordialità un po’ forzata tipica di due che si conoscono appena, più per orario scolastico che per reale affinità.

Nonostante il lieve disagio, c’è qualcosa in lui, nel modo in cui si muove, parla, persino nello sguardo, che sprigiona un carisma naturale. Ogni parola sembra calibrata al punto giusto.

“Senti… tua sorella, Juno…” riprende, gettando uno sguardo rapido in cerca della tua reazione. “È in gamba. Mi ha chiesto di uscire.” Fa una breve pausa, come a voler sottolineare che non è lì per vantarsi. “Volevo solo dirtelo prima. Non cerco casini, davvero. Solo… sapere se per te va bene.”

Il tono è rispettoso, sincero. E, da come ti guarda, è chiaro che il tuo parere conta più di quanto voglia dare a vedere.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Mentre percorri il corridoio in direzione degli spogliatoi della palestra, un gruppo di ragazzi del quarto anno attira la tua attenzione: stanno cambiando aula, chiacchierando tra loro senza fretta. Ma appena li inquadri meglio, senti il sangue gelarti nelle vene.

Alto, massiccio e con l’aria perennemente accigliata, tra loro svetta la figura inconfondibile di Cory Edwards. Ti blocchi d’istinto, sperando che passi oltre senza notarti. Ma non sei così fortunato. Il suo sguardo ti intercetta e subito i suoi lineamenti si irrigidiscono. Digrigna i denti, lanciandoti un’occhiata carica d’ostilità.

Poi, come se il destino avesse deciso di darti una tregua, da una porta poco più avanti escono suor Margaret e il professor Whitmore. Solo ora ti rendi conto di trovarti davanti al corridoio della sala professori. Cory li vede anche lui e, in un istante, abbandona qualunque intento avesse covato nella sua testolina da bullo.

Si limita a lanciarti un’ultima occhiataccia, cupa come un temporale, e con un gesto lento ma inequivocabile — l’indice puntato nella tua direzione — ti lascia un chiaro messaggio: occhio a te.

Proprio in quell’istante, senti due braccia stringersi attorno alle tue spalle da dietro.
“Ehi, mio cavaliere delle stelle! Come va? Pronto per una bella corsetta?”

La voce, vivace e allegra, ti riporta bruscamente alla realtà. Ti volti ancora col cuore che batte forte e ti ritrovi faccia a faccia con Alice, il cui sorriso aperto è quanto di più rassicurante tu potessi vedere in quel momento.

Le lanci un'ultima occhiata alle spalle, ma Cory è già scomparso oltre l’angolo, inghiottito dal labirinto dei corridoi.

@SNESferatu

Ana Rivero

Esci dalla classe del professor Rowe ancora combattuta. Non hai smesso di chiederti se sia davvero il caso di parlare a Max di quello che è successo appena due ore fa. Lo segui a distanza lungo il corridoio, ogni passo accompagnato dal peso sottile del dubbio. È davvero coraggio quello che ti serve… o forse solo un briciolo di determinazione?

Ma proprio quando stai per deciderti, qualcosa, o meglio, qualcuno, interrompe il tuo slancio.

Vicino ai distributori automatici, appoggiata con disinvoltura al muro, c’è Eliza. Ha le gambe incrociate con una naturalezza quasi sfacciata, lo sguardo puntato sulle merendine come se stesse scegliendo quale snack prendere. La sua figura esile, spavalda, distratta, eppure così affascinante cattura completamente la tua attenzione.

In un attimo, Max scompare dal tuo orizzonte.
E tu… ti fermi. Troppo vicina, troppo a lungo.
Troppo diversa da come ti sei sempre concessa di guardarla.

Lei alza lo sguardo, si accorge della tua presenza. Ti scruta con occhi sottili, vagamente infastiditi, quasi a voler capire se sei lì per un motivo valido.
“Beh? Qualche problema?” chiede, con tono secco, sulla difensiva.

Con la coda dell’occhio intravedi Max che si allontana, inconsapevole.

E ora, Ana?
Ritorni al tuo “posto sicuro” e corri da Max come se nulla fosse... o, per una volta, scegli di restare, di esporti, di vedere dove ti porta questo sguardo?

@Voignar

Darius Whitesand

Appena varchi la soglia dell’aula del professor Rowe, ti incammini verso gli spogliatoi con l’entusiasmo di chi sta andando incontro a una punizione. Sei immerso nei tuoi pensieri quando, all’improvviso, senti una leggera spallata colpirti da dietro — precisa, quasi calibrata. Ti volti d’istinto, e trovi davanti a te Mei-Lin, lo sguardo severo incorniciato dai suoi occhiali impeccabili.

“Spero per te che tu abbia preso appunti con attenzione,” ti dice, con quel tono tagliente e saccente che conosci fin troppo bene. “Non ho alcuna intenzione di doverti spiegarti anche gli argomenti di oggi.”

Ti supera con passo rapido e composto, lasciandoti dietro il profumo appena percettibile del suo shampoo al tè verde. E mentre la osservi allontanarsi, per un istante… breve, quasi impercettibile… ti sembra che le sue labbra si incurvino in quello che potrebbe essere stato un sorriso. O forse l’hai solo immaginato. Con Mei-Lin, non si può mai dire.

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

Assorta nei tuoi pensieri, arrivi per prima allo spogliatoio femminile. Hai attraversato i corridoi della scuola quasi in automatico. Il rumore dei tuoi passi risuona nel silenzio dello spogliatoio vuoto, interrotto solo dal cigolio del tuo armadietto che si apre mal volentieri. Ti siedi sulla panca al centro, lasciando che lo zaino ti scivoli accanto.

Pochi istanti dopo, la porta si spalanca ed entra Emily, con la solita carica da atleta che ha atteso fin troppo per potersi finalmente muovere. L’energia che si porta dietro sembra riempire in un attimo lo spazio vuoto. Sorride appena ti vede, poi si toglie la felpa con un gesto pratico e fluido, restando col top sportivo che evidenzia le sue forme sinuose e non esagerate. I muscoli delle spalle si tendono quando si china per recuperare i pantaloncini dalla borsa, e tutto in lei trasmette quella forza naturale di chi sa esattamente come muoversi nel proprio corpo.

“Ehi, Scarlett,” ti dice Emily, lanciandoti uno sguardo rapido mentre si sfila con naturalezza i jeans che indossava a lezione. Il gesto è sicuro, disinvolto, privo di malizia ma carico di quella grazia inconsapevole che ti spiazza.

“Sei arrivata presto oggi, eh? Ansiosa anche tu di fare un po’ di sport?” aggiunge, mentre afferra i pantaloncini da corsa. Poi ti osserva con un sorriso dolce, appena timido. “Non ti facevo proprio del team corsa campestre.”

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Orion Kykero

La lezione di matematica passa fin troppo in fretta, e sono lento a rimettere a posto i quaderni. Tutto per rallentare il più possibile il momento in cui inizierà la materia che odio di più. Educazione fisica. Non c'è un minuto di quell' ora che non odio, dal momento in cui entro negli spogliatoi a quello in cui sono costretto a sudare come un maiale in mezzo ai miei compagni esagitati. L' unica parte tollerabile era l' uscita. Almeno quella indica che la tortura è finita.

DM

Quando Tyler si avvicina a me il mio cuore salta un battito e mi odio per questo. È stupido, tutta questa situazione è stupida. A malapena ci conosciamo, è solo uno stupido belloccio, piace a mia sorella. Perché diamine allora sento le farfalle nello stomaco appena mi sorride?

Quando sento le sue parole un sapore amaro mi riempie la bocca. Vorrei essere felice per Juno, ma non ci riesco. Non totalmente. Le parole mi escono dalla bocca, molto più taglienti di quanto vorrei.

Se a me va bene? Siamo tornati nel Medioevo e non me ne sono accorto? No, perché anche in quel caso credo che in teoria si dovrebbe chiedere al padre, non al fratello. Il mio sorriso vorrebbe essere complice, ma l' espressione sul mio volto somiglia di più allo scherno.

Juno è perfettamente capace di badare a sé stessa. Se ti ha chiesto di uscire è perché vede qualcosa in te. Vedi di non deluderla. O ti mangerà vivo.

Modificato da Theraimbownerd

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Nathan Clark

Matematica si conclude senza spargimenti di sangue, umano o Fatato che sia. Sebbene l'ombra della verifica si profili incombente su di me.

Alone? (In the Dark)

Questa storia di Cory è un bel problema. Sasha è tosta, ma non penso che possa davvero tenere testa a mezza squadra di football... mi sa che devo ingraziarmi anche Ty, se voglio sopravvivere. Tra l'altro, mi scoccia tantissimo che quelľidiota pompato abbia potere su di me... odio sentire delle molle automatiche tra le mie reazioni.

L'arrivo di Alice smorza i pensieri. Ovviamente, se n'è uscita con una delle sue frasi simil-New Age, ma pace. Almeno è una tipa col cuore al posto giusto.

"Non esiste nessuna corsetta che possa essere definita bella, lo sai!", scherzo, in risposta. Non odio fare ginnastica, ma preferirei qualche sport anche solo vagamente divertente, alle corse o agli esercizi solitari a corpo libero.

"Senti, ma per caso, prima, volevi dirmi qualcosa? Quando ero con Max, intendo... mi era parso così".

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Scarlett Bloomblight

L'ora di matematica scorre bene anche grazie al professor Rowe e alle sue battute, che ringrazio mentalmente per riuscire a spezzare la tensione. Non sono però concentrata al cento per cento e sentire che gli argomenti di oggi non saranno nella verifica mi fa tirare un sospiro di sollievo.

Il ripasso di oggi pomeriggio dovrebbe bastare.

Quando suona la campanella, quasi alienata dai miei pensieri faccio velocemente per uscire dall'aula, ma mi blocco proprio sull'uscio quando sento la voce di Ben che si avvicina al prof: mi volto un attimo per guardarlo e nuovamente il suo sorriso e quel suo essere così genuino mi rischiarano. Non ho idea se io faccia una faccia ebete davanti a tutta la classe o simili, ma in questo caso sinceramente non mi importa.

In spogliatoio con Emily

Senza accorgermene sono già in spogliatoio, e sono la prima. Mi siedo un attimo su una delle panchine mentre penso a che diavolo di Lunedì si sta presentando, solo con le prime due ore di lezione.

Ci manca che dopo Suor Margaret ci insegni a fare un rito satanico e siamo al completo...

Rido alla mia stessa battuta e inizio a spogliarmi per cambiarmi, quando Emily entra nello spogliatoio e si toglie la felpa; vorrei tanto non essere in intimo in questo momento, che non succeda qualcosa per cui mi potrei imbarazzare.

"Hey Emily..." La frase mi muore in gola nel momento in cui si toglie i jeans.

Ca**o... non mi abituerò mai...

Sento che sto andando a fuoco e, se non mi tingessi i capelli, il mio colorito in questo momento potrebbe benissimo abbinarsi a loro. Mi volto di scatto con l'intento di recuperare la canotta e i pantaloncini da ginnastica dalla borsa, pregando che non mi abbia vista.

"Nemmeno io, heheh..." Rispondo lasciandomi sfuggire una risatina nervosa alla fine, sempre stando girata dall'altra parte. "Diciamo che non è stato il miglior inizio di Lunedì, un po' di movimento per sfogarsi è la cosa migliore." Questa frase riesco a dirla normalmente, solo per rendermi conto due secondi dopo dell'evidente doppio senso.

Ma porc... che diavolo mi prende oggi? E perché Emily deve sempre spogliarsi davanti a me? Per di più mentre siamo sole a sto giro...

Infilo rapidamente la canotta e i pantaloncini, poi mi siedo cercando di respirare per ossigenare il cervello.

"Tu? Ansiosa come al solito per un po' di attività?" Domando mentre fisso il muro per evitare di guardarla.

Va bene, ho sicuramente qualcosa che non va; che ca**o di domande faccio? Perché ogni cosa che ho costruito cade davanti a lei?