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I demoni che abbiamo dentro


Mezzanotte

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Le Strangford non fanno il minimo cenno di volersi servire, si limitano ad osservarti con malcelata curiosità.

"Non temere, Helene, non è avvelenato", si sente in dovere di rassicurarti Obedience, la Maggiore.

"Pensaci, sarebbe stupido da parte nostra visto il magnifico servigio che ci hai reso, non credi?"

"Dicono un sacco di cose brutte sul nostro conto", dice Godsend, "un sacco di cose brutte"

"Ci temono", aggiunge la terza, Deliverance, "perché siamo donne. E vogliono controllarci. Perciò ci dicono quando possiamo parlare, quando dobbiamo tacere, chi sposare.  Puoi capirci, Helene, vero? Anche tu rifiuti di essere sottomessa e sei pronta a prendere quello che vuoi" 

Già, deve essere per questo che hanno avvelenato quasi tutti i maschi della famiglia. O almeno così si dice.

Obedience ti osserva.

"Bevi, Helene. Oppure non farlo: la scelta è tua"

Osservi il liquido nella coppa; appare nero e viscoso come il sangue ora. Addirittura diresti che c'è qualcosa che ci nuota dentro. Ma forse è solo un gioco di ombre, e le luci dei globi luminosi della dispensa

Modificato da Mezzanotte
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Bevo a piccoli sorsi, guardandole.

”Grazie, apprezzo il duro lavoro che deve esserci dietro.”

Porto il calice all’altezza del ventre e lo tengo tra le mani, in attesa che mi dicano altro. Sicuramente c’è qualcosa.

E quindi mi aspetto, letteralmente, di tutto.

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La vista ti si vela. Un attimo dopo sei piegata in due, mentre il tuo corpo cerca di espellere la sostanza sciolta nel vino.

Vieni percorsa da spasmi violentissimi e dolorosi.

"Pensi stia morendo, Deliverance?"

"Sarebbe una cosa nuova. Non ha mai ucciso una femmina prima d'ora."

"Sopravviverà, sorelle. E sarà forte. Così ci servirà meglio."

Senti le voci delle Strangford intorno a te, ma remote, come se ti parlassero da un altro mondo. E poi ti accorgi che non stanno muovendo le labbra. Non sono voci ma i loro pensieri che riverberano nella tua mente. E non solo parole, ma immagini: delle fioche sorelle, luce di stelle morte, e profondità oceaniche nere come la pece in cui qualcosa di immane si muove.

Urli, e sbavi, e ti pisci addosso dal terrore. E non sai per quanto va avanti, ma quando riprendi il controllo sei ancora nel magazzino e Obedience è piegata su di te.  

C'è un grande specchio poggiato contro la parete e tu vi osservi le vostre immagini riflesse: le vostre iridi e le sclere degli occhi, pulsano tutte di un azzurro cupo e ultraterreno.

"Ha gli Occhi sorelle! Ha gli Occhi!" Godsend applaude, felice.

Obedience ti prende la testa fra le mani e ti bacia sulle labbra. 

"Benvenuta in famiglia", dice.

 

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“C-Cos…”

Vomito. Non riesco ad osservarmi allo specchio, mi butto a terra e mi rannicchio, piangendo in silenzio. Ho paura che sia la fine nonostante abbia sentito parole che dovrebbero confortarmi, in un certo senso.

Nella mia mente, vorticano solamente gli ultimi minuti passati nel Teatro Etereo, le parole di Alvaran, gli ultimi sussurri di Setarra.

Tengo le mani tra le cosce, che sento umide e che molto lentamente cominciano a raffreddarsi.

Sono distrutta mentalmente e fisicamente, non sono sicura di riuscire a comprendere cosa stia realmente accadendo.

Sono inerme innanzi al trio Strangford.

 

Modificato da Maiden
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Inviato (modificato)

"Quello che hai preso nel vino", ti spiega Obedience, "lo chiamiamo il Drago di Sangue"

"viene da un Leviatano", si intromette Godsend. "Ti fa venire gli occhi blu".

"Lo abbiamo dato a Papà. E a tutti gli altri. Ma uccide solo i maschi" ti sussurra all'orecchio.

"Ci rende potenti", dice Deliverance.

"Rimuove gli ostacoli", Odedience ti aiuta a rialzarti, "ma devi stare attenta. Richiede un prezzo. Per questo lo condividiamo"

Ah! Potrei ingelosirmi, piccola Talitha Tyrconnel. La voce di Setarra è nella tua testa.

Favorita da Molti Dei.  

Modificato da Mezzanotte
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Mi siedo sulla prima cosa che riesco a trovare, una sedia, uno scalino, una panca... Catatonica. Lo sguardo è perso nel niente, mentre le tre sorelle continuano a parlarmi. Mi stringo tra le spalle, brividi di freddo partono dalla mia schiena e mi fanno sussultare.

Con un flebile filo di voce: "P-per-ché... Condividerlo, con me?"

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"Sei come noi. Lo abbiamo sentito. E questo non è il tipo di potere che può essere usato da una sola donna. Non può essere abusato"

Obedience prende la parola. Ti osserva con gli occhi attenti, come se stesse valutando il tuo valore come pezzo dell'ambiziosa partita che sta giocando.

"Dimmi, Helene, cosa sai del Consiglio cittadino? Hai idea del perché ti abbiamo chiesto di rapire il giovane Rowan?" 

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Scuoto la testa, senza guardarla negli occhi.

"Non... No-n abbastanza. Ma era... Il prezzo per quello... Che volevo."

Le mie dita si intrecciano tra le gambe, comincio a fare grossi respiri, cercando di portarmi alla calma.

Rimango in silenzio, attendendo la risposta di Obedience.

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"Se non ti sforzi di essere un passo avanti a tutti non sopravviverai a questa città, Helene", ti ammonisce Deliverance.

La maggiore delle Strangford, Obedience, sembra delusa.

"C'è un'aspra lotta in corso. Alcune grandi famiglie, capeggiate dal ducabarone Nanberry Rowan vogliono espellerci dal Consiglio"

"O almeno ci hanno provato", aggiunge Godsend con un'espressione che ti ricorda quella di una volpe.

Obedience rimane in silenzio. Sembra in attesa che tu completi il ragionamento.

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"Ma il vostro allont-anamento dal Consiglio Citt- ...Adino è stato rallentato... Dalla sparizione del rampollo. Quale... Casualità."

Faccio un grosso sospiro per darmi forza ed alzo il capo con aria più decisa.

Alzo lo sguardo per guardare Obedience direttamente negli occhi.

Deglutisco forte, non voglio balbettare quello che ho da dire ora.

"Questo sforzo vi ha messo un passo avanti a tutti e sopravviverete alle altre famiglie capeggiate dal Ducabarone Nanberry Rowan che vi vogliono fuori dal Consiglio Cittadino. Almeno fino a quando il giovane Rowan sarà vivo e vegeto, in maniera dimostrabile."

Distolgo gli occhi dalla maggiore delle Strangford, lo sforzo non mi è indifferente e con la testa torno giù a guardare il pavimento, cercando di calmare il respiro affannato. Il mio volto è serio ma stanco ed evidentemente triste.

A bassa voce:

"Se avete deciso di darmi... Di darmi in dono un potere così grande come dite, il minimo che posso fare è stare attenta a ciò che vi apprestate a dirmi, quindi... P-parliamo di co-sa dobbiamo fare per conti-... Continuare a stare un... Un passo avant-i a tutti."

Il mio corpo si rilassa su sé stesso, è evidente che tutto questo mi abbia sfiancato totalmente.

Modificato da Maiden
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Inviato (modificato)

"Helene", dice Deliverance, "hai risolto per noi una situazione molto delicata. E come custode del ragazzo ci hai fornito il tempo necessario per trattare con i nostri nemici"

"Sicuro, il ducabarone è distrutto!" esclama Godsend

"Alvaran è il suo unico erede maschio e lui è in età avanzata, così gli abbiamo offerto il nostro aiuto e un accordo soddisfacente, per tutti"

Obedience si riempie una coppa (ma non del drago di sangue). La solleva per brindare a te, ma la lascia sospesa. Rimane ad osservarti da sopra il bordo del bicchiere sorridendo debolmente  

"Scommetto che a questo punto la nostra Hel ha già capito dove volevamo arrivare"

Modificato da Mezzanotte
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“Un… Sodalizio.”

Sono sconvolta ma nella mia testa le cose cominciano a tornarmi meglio di come sembra e pur di non mostrare nessuna espressione o pensiero, comincio a tenermi la fronte tra indice e pollice, massaggiando lentamente le tempie e tenendo il capo chino, in maniera da non essere leggibile.

Io. Sono io…

Modificato da Maiden
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"Sì, diciamo una cosa del genere", commenta Deliverance disegnando qualcosa nell'aria con le dita.

"La guerra si fa con i soldati, la pace con i matrimoni" Godsend è tutta un sorriso.

"Prenderemo in marito Alvaran"

"Dopo averlo salvato dalle perfide grinfie dei suoi rapitori. Il ducabarone Nanberry riavrà il suo prezioso erede e farà cadere tutte le accuse contro di noi, ovviamente"

"Con la nobiltà dei Rowan ci si apriranno molte porte. Persino la corte imperiale."

"E poi ogni tanto serve un po' di sangue nuovo"

"Già, e dobbiamo tutto a te, Helene. Come vedi il dono del drago di sangue è un premio che hai meritato pienamente"

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Un brivido mi corre lungo la schiena.

Non hanno minimamente pensato a me ma direttamente all’unione delle due famiglie.

“Credo… Che abbiate pensato anche… Alla possibilità che i Rowan stiano… Mentendo. Sarebbe un problema se inaspriss-ero le accuse dopo la liberazione… Del rampollo. Come difendersi da questa… Sciagurata eventualità?”

Passo al setaccio tutte e tre le facce, poi torno china, dondolando su me stessa un paio di volte prima di inspirare forte e tentare di alzarmi tenendomi appoggiata a qualcosa. 

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Godsend incrocia le braccia e ti osserva in tralice, piegando lievemente la testa di lato.

"Che domanda sciocchina, piccola Helene. Papà Nanberry non farà proprio nulla che possa nuocerci perché il giovane Alvaran non lascerà mai la nostra casa"

"Possiamo giustificare la cosa in molti modi: una malattia, ad esempio", si intromette Deliverance

Obedience sorseggia il suo vino

"Sappiamo che è giovane, ma espletare i suoi doveri coniugali lo proverà molto"

Povero Alvaran, passerà da una prigione ad un'altra. 

E hai l'impressione che rimpiangerà amaramente il suo tempo al Teatro.

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"Presto", ti informa Obedience. "Domani all'ora delle cenere. Manderemo il nostro maestro di spada e qualche bravo"

"Vuoi trattenerti?", premurosamente Godsend prende le tue mani nelle sue, come una sorella. Se armonizzi vedi che i suoi occhi sono quelli più azzurri.

"Gli ospiti pernotteranno tutti qui. Domani sera annunceremo e celebreremo immediatamente il matrimonio" 

Modificato da Mezzanotte
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Torni al teatro, turbata dal tuo nuovo potere ma anche galvanizzata dal fatto di esserti procurata delle influenti ed ambiziose alleate come le Strangford.

Se solo potessi evitare di cedergli Alvaran! La loro intenzione di sposare il ragazzo ti ha completamente colta alla sprovvista. Ora non puoi fare a meno di sentirti una traditrice del patto che hai stretto con lui. Ben sapendo di avere poco tempo ti precipiti nella sua camera preda di emozioni violente e contrastanti.

Lui forse legge la verità nei tuoi occhi e apre la bocca per dire qualcosa ma tu, presa dal terrore che ti accusi di averlo sacrificato alla tua ambizione, premi con slancio le labbra sulle sue.

C'è stata attrazione reciproca fin dal vostro primo incontro, di questo sei sicura. Perciò lui non ti respinge, anzi ricambia con il goffo ardore dettato dall'inesperienza.

E per una veglia, o forse due, non sei più la sua carceriera ma entrambi prigionieri, l'una nelle braccia dell'altro.

 

                                                        * * *

 

Più tardi, mentre giacete ancora intrecciati e le tue dita gli accarezzano il petto, e lui sorride e ti spiega come cambierete il mondo assieme, e per il meglio, ti chiedi se dovresti prepararlo per ciò che lo aspetta o semplicemente godere dei vostri lenti fuochi finché non verranno a strappartelo via.

Spoiler

Per la cronaca, non sei rimasta incinta.

 

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