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La Torcia di Zaffiro


Pippomaster92

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Akhenaken

Quando vengo svegliato quasi sibilo, saltando quasi dal letto con la mano alla falce. Poi mi avvedo di dove sono e chi mi ha svegliato e passatami una mano sul pelo della testa mi scuso un poco. L’orecchio destro freme. 
<<Certo. Andiamo, andiamo.>> mi ritrovo a pensare con quanta facilità mi abbiano comprato. 

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Principali partecipanti

Arrivate in vista della porta. Sui suoi gradini si sta già tenendo un principio di scontro tra le due truppaglie. Lance e pertiche malfatte, scudi rabberciati, mazze e armi improvvisate. Le grida si levano alte "Per il Re! Per la Corona!" dal vostro lato, e "Per la Regina! Per la Corona!" dall'altro. 

La mischia è in realtà poco densa, i soldati si tengono a distanza con le armi ed evitano di scontrarsi davvero. Ciascun gruppo prova ad usare la mera massa per sospingere via l'altro. 

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Anaytim

Guardo perplessa lo scontro tra le due fazioni: non mi sembra che uno di loro sia definibile "barbaro". E non sembra neanche che sia una vera guerra. Forse possiamo limitarci a spaventare l'altro schieramento con qualche trucchetto, per avere campo libero sulla porta. Dico a Ranesh. 

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Lo straordinario strillo di Anak genera un'onda di caotica confusione. Colpisce più la "vostra" fazione che l'altra, ma anche i partigiani della Regina si scostano lasciando la porta temporaneamente libera. 

Vi avvicinate lesti e scoprite con un certo sgomento che il portone è, invero, solo accostato. Visto che intanto i due gruppi si stanno rimettendo in riga e vi guardano entrambi con un certo astio, decidete di entrare ed evitare uno scontro. 

Richiudete la porta dietro di voi, cercando qualcosa per bloccarla, ma da fuori giungono di nuovo grida e rumore di battaglia. Impegnate a lottare tra loro, le due fazioni vi lasciano perdere. 
Vi trovate nel grande atrio di un palazzo, l'interno corrisponde bene all'esterno. Ci sono stendardi alle pareti, un grande tappeto a terra, una serie di panoplie e armature alla base e in cima ad una grande scalinata che conduce a un largo balcone che si affaccia sul salone stesso. 
Gli stendardi sono con gli stessi colori delle due fazioni esterne, ma qui intervallati tra loro in successione regolare. 

"Os-pi-ti? In-at-te-si, ma non in-de-si-de-ra-ti" declama una voce metallica, preannunciando l'arrivo di uno strano individuo vestito in modo elegante, con calze bianche, pantaloni corti, giacca con le code, e un insieme di lamelle, cerchi e molle là dove dovrebbe esserci una testa. Un volto fisso, artificiale, fissa il vuoto. 

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Anaytim

Mi copro le orecchie quando sento il grido di Anak, lanciandogli poi uno sguardo timoroso. La porta sembra però essere aperta: non mi faccio altre domande e mi getto dentro, chiudendola assieme agli altri. 

Salgo circospetta nel salone, guardando poi stupita la figura davanti a me: sembrerebbe proprio uno degli Dei Meccanici! Buongiorno a lei, signore. Possiamo sapere dove ci troviamo? Chiedo con deferenza alla figura metallica quando mi riscuoto dalla sorpresa. Veniamo da lontano: non conosciamo queste terre e la guerra che le piaga. 

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Akhenaken

Rimasto in silenzio ed in disparte sino a quel momento, proseguo a stretto passo dietro ad Anaytim, incuriosito in maniera estrema del maggiordomo. Il paragone fra reale ed irreale mi lascia filosofeggiante e con il muso con le vibrisse in movimento. 

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Lo strano essere meccanico vi porta al piano di sopra, dove una porta metà blue bianca e metà gialla e rossa si apre al suo tocco.
Oltre c'è una corte intera, un salone con il pavimento a scacchi che spesso si trasforma in scale che salgono verso balconi sospesi in aria, muretti labirintici e statue.

Non c'è nessuno, salvo un re e una regina assisi sui loro troni galleggianti. Al vostro ingresso non vi notano, impegnati a litigare amorevolmente tra loro. 

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Anaytim

Lo strano essere non dice più una parola dopo aver imboccato le scale e ci conduce fino al piano superiore. La stanza in cui ci troviamo è molto strana, anche per questo posto: sembra mutare continuamente la sua natura. Guardo confusa i due reali sui loro troni, lanciando poi uno sguardo all'umanoide meccanico per capire se si aspetti qualcosa. Provo quindi a schiarirmi la gola per attirare l'attenzione dei reali e faccio una riverenza con il capo appena mi rivolgono la loro attenzione, ricordandomi le poche forme di rispetto rituale che ho imparato durante la mia infanzia. Buona giornata, maestà. Siamo viaggiatori che provengono da lontano. Abbiamo già discusso con il vostro... fedele servitore? Chiedo guardando interrogativa la creatura meccanica, aggiungendo E vorremmo parlare anche con voi. Se non disturbiamo troppo. 

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La regina vi scorge e si copre la bocca con la mano per nascondere un'espressione di sorpresa e forse timore. Ma il re invece si alza e sovrastandovi dal trono vi parla con voce tonante "Se il mio sguardo non mi inganna, voi siete creature in carne ed ossa! Una novità inaspettata, ma non insperata. Fatevi avanti e presentatevi alla corte, sicché si sappia come chiamarvi. Voi intanto avete l'onore di essere al cospetto delle Nostre Maestà" 

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