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Il significato dei livelli


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30 minuti fa, ilprincipedario ha scritto:

Sono d'accordo con le tue riflessioni, quindi il problema resta il seguente: perché nel mondo fantasy si arrivano a immaginare così tanti PNG di livello altissimo che si interessino alle bagattelle? Potrebbe darsi che uno dei problemi sia quello di creare a tavolino PG di livello altissimo per provare le mirabolanti meccaniche proposte dal gioco senza immergerle nella giusta atmosfera? Voglio dire: se creo un gruppo di personaggi di livello 15, mi sembra verosimile che si possa trattare di regnanti, alti sacerdoti, arcimaghi che si sono riuniti per combattere una minaccia paragonabile a una guerra nucleare, o sbaglio?

Noi stiamo giocando da più di un anno e i personaggi non sono riusciti ancora ad andare oltre il livello cinque, perché il mondo è pericoloso e si muore. Voi davvero giocate partite in cui avete pg che sono arrivati a un livello altissimo a partire dal primo?

Come ho scritto prima, non è rilevante il livello dei PG: è l'esistenza di personaggi di quel livello di potenza nel mondo che mi crea problemi, che siano PG o PNG. Se Gandalf fosse stato un mago di 20, anche se PNG, non si spiegherebbe perché non risolverebbe il problema con un desiderio.

Lo trovo un feeling molto più Supereroistico, nel senso Marvel o DC, in cui accettiamo di sospendere la nostra incredulità rispetto all'esistenza di un vigilante che conosce le arti marziali ma è comunque rilevante in un mondo in cui Superman può fare il giro del mondo migliaia di volte in un secondo, e pensa a quella velocità (la famosa partita a scacchi con Flash). I tropi supereroistici prima, e manga dopo, credo siano fondamento molto più centrale per quanto riguarda D&D rispetto al Signore degli Anelli o Conan. Spesso è quel feeling che evochiamo, di aver di fronte superman o goku, piuttosto che il feeling di essere Aragorn e Boromir che combattono una dozzina di orchi in una foresta - lasciandoci le penne.

A prescindere se giochiamo in una campagna in cui noi siamo Goku o in cui siamo un gruppo di esperti di arti marziali che verrebbero annichiliti al Grande Torneo di Arti Marziali e guardano Goku in ammirazione.

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27 minuti fa, ilprincipedario ha scritto:

Posso chiederti quali sono i motivi per cui dopo un certo livello il gioco ti sembra meno divertente? Vi è mai capito che i pg rifiutassero un incarico perché considerato non all'altezza delle loro abilità e del loro tempo?

Forse stiamo andando un po' off topic rispetto al thread originario, per cui in breve:

1. Come GM, il gioco diventa progressivamente piu' complicato da arbitrare, i combattimenti piu' lunghi, eccetera. Inoltre non mi piace molto il tipo di narrativa che si crea, preferisco il low fantasy con dimensioni piu' umane (come diceva @bobon123), dove il combattimento e' rischioso e la magia non risolve tutti i problemi senza un costo.

2. Si direi che e' abbastanza frequente

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49 minuti fa, ilprincipedario ha scritto:

Noi stiamo giocando alla quinta.

Ma avete giocato anche a qualche edizione precedente? Perché la 5e per quello che l'ho giocata è l'edizione con la più bassa mortalità dei personaggi tra tutte. 

I livelli 1-2 sono fondamentalmente i più pericolosi perché si hanno scarsissime risorse e punti ferita, ma il livello 3 lo si fa con davvero pochi punti esperienza (visto che i livelli 1-2 sono visti praticamente come un tutorial) e già da lì la mortalità si abbassa parecchio

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4 ore fa, Minsc ha scritto:

Ma avete giocato anche a qualche edizione precedente? Perché la 5e per quello che l'ho giocata è l'edizione con la più bassa mortalità dei personaggi tra tutte.

Forse volevi dire "la più ALTA mortalità"?
L'edizione con la mortalità più bassa è (imho) la 4, seguita dalla 3/3.5/PF.

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38 minuti fa, MattoMatteo ha scritto:

Forse volevi dire "la più ALTA mortalità"?
L'edizione con la mortalità più bassa è (imho) la 4, seguita dalla 3/3.5/PF.

No, intendevo proprio la più bassa (la 4e non l'avevo presa in considerazione perché l'ho giocata solo per pochissime sessioni quindi non ne posso dare un giudizio completo): quelle con mortalità più alte erano le prime (scatola rossa e affini ma anche l'advanced dove l'accesso a cure e resurrezioni non era cosí immediato), nella 3.5 c'erano tantissimi modi per morire tra save or die, cariche da un trilione di danni, revivify inserito solo in manuali successivi e per il resto ogni resurrezione prima del 17° comportava una perdita di livello. In 5e hanno cure la metà delle classi, un milione di modi per prendere pf temporanei, la meccanica che basta 1 pf di cura per tornare vigili ed efficienti, la quasi totale assenza di save or die. A me pare che la mortalità sia MOOOOLTO più bassa che nelle edizioni precedenti

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Io la vedo così: mediamente tutti i PNG sono di livello 1 (negozianti, guardie ecc).

Poi ci sono le eccezioni:

- la gerarchia ecclesiastica segue i livelli: l'accolito è di primo livello (usando le vecchie edizioni; dalla terza in poi sono semplici esperti) e via a salire fino ai piani alti (tipo papa o patriarca) con un livello che si aggira tra l'8 e il 10. Più si sale di livello e meno chierici di quel rango ci sono (gli accoliti sono tanti, un prete di villaggio per villaggio, un vescovo per zona ecc) 

- I baroni o similari possono essere di primo o di decimo, a seconda di com'è strutturata l'ambientazione: sono tali per merito, perché ex avventueri che si sono guadagnati una fetta di terre selvagge (come nell'edizione originale)? Allora sono di decimo, e magari sono accompagnati da un PNG di Livello più basso. Altrimenti sono di primo livello. 

- Anche gli incantatori sono di livello 10-11. Sono pochi e si fanno i fatti propri (come i filosofi di Platone, che se non fossero costretti se ne starebbero beatamente a contemplare le idee). Qualcuno potrebbe avere un apprendista di livello più basso, o qualche guardia del corpo di livello 2-6

- Banditi, Elfi, Nani ecc sono guidati da leader forti (livello 6-10) accompagnati da qualche generale (livello 4-6), ma aono anche loro tendenzialmente di primo

Più I PG si avvicinano al livello dieci più diventano unici; sopra il livello 10 sono gli uomini più forti del mondo. 

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Il 15/4/2022 at 15:36, Ji ji ha scritto:

Nel mio caso la risposta invece è no. Per questo ho abbandonato in toto i giochi con i livelli del personaggio molti anni fa. Le regole di D&D sono ancora quelle di un vecchio boardgame in cui si combattono i mostri nel dungeon. Non si prestano a forme di GdR più mature. 

Trovo questa posizione una visione un po’ manichea e falsa. D&D si presta assolutamente a forme più mature, sebbene il regolamento non lo consideri. 

Il 16/4/2022 at 10:25, bobon123 ha scritto:

Ma infatti per me il problema principale è proprio questa, la non attinenza al genere letterario che vorrei ricreare, non la verosimiglianza (che è pessima, ma concordo sia poco influente!). Gandalf non è potente, è un mago di quinto-sesto livello top. Sauron può andare dall'8 al 10. Smaug è un pericolo perché nessuno al mondo potrebbe sconfiggerlo, non ci sono tre-quattro amici di 15-16 che potrebbero sconfiggerlo senza spendere gli slot più importanti. Conan può sconfiggere 6 nemici, dieci, ma si arrende di fronte a dieci arcieri, Fafhrd può uccidere decine di cultisti che scappano ma non sei guardie organizzate. Sono sempre dimensioni umane, eroiche, e non supereroistiche.

Non condivido, ma argomentare porterebbe il tutto troppo OT. 

Il 16/4/2022 at 12:15, bobon123 ha scritto:

Come ho scritto prima, non è rilevante il livello dei PG: è l'esistenza di personaggi di quel livello di potenza nel mondo che mi crea problemi, che siano PG o PNG. Se Gandalf fosse stato un mago di 20, anche se PNG, non si spiegherebbe perché non risolverebbe il problema con un desiderio.

Lo trovo un feeling molto più Supereroistico, nel senso Marvel o DC, in cui accettiamo di sospendere la nostra incredulità rispetto all'esistenza di un vigilante che conosce le arti marziali ma è comunque rilevante in un mondo in cui Superman può fare il giro del mondo migliaia di volte in un secondo, e pensa a quella velocità (la famosa partita a scacchi con Flash). I tropi supereroistici prima, e manga dopo, credo siano fondamento molto più centrale per quanto riguarda D&D rispetto al Signore degli Anelli o Conan. Spesso è quel feeling che evochiamo, di aver di fronte superman o goku, piuttosto che il feeling di essere Aragorn e Boromir che combattono una dozzina di orchi in una foresta - lasciandoci le penne.

A prescindere se giochiamo in una campagna in cui noi siamo Goku o in cui siamo un gruppo di esperti di arti marziali che verrebbero annichiliti al Grande Torneo di Arti Marziali e guardano Goku in ammirazione.

In realtà esistono Nmila motivi per cui un PNG di 20+ non risolve il problema. Guerra fredda. Equilibri di potenza. Ecc. 

Il 16/4/2022 at 13:05, Minsc ha scritto:

Ma avete giocato anche a qualche edizione precedente? Perché la 5e per quello che l'ho giocata è l'edizione con la più bassa mortalità dei personaggi tra tutte. 

I livelli 1-2 sono fondamentalmente i più pericolosi perché si hanno scarsissime risorse e punti ferita, ma il livello 3 lo si fa con davvero pochi punti esperienza (visto che i livelli 1-2 sono visti praticamente come un tutorial) e già da lì la mortalità si abbassa parecchio

Concordo. I PG asfaltano tutto quello che trovano che non sia oggettivamente sbagliato. Non ho mai avuto tanta difficoltà a masterizzare da quando gioco in 2e. Ho deciso che probabilmente questa sarà l’ultima campagna di 5e che faró una volta conclusa (almeno per un po’).

Per il resto, tornando IT, i livelli non esistono in game e non hanno attinenza con la coerenza dell’ambientazione. Un re puó essere di 1 livello quando il capo delle guardie è del 20 senza problema perchè oltretutto è così anche nella realtà. Il capo delle guardie del 20 protegge il re per N motivi, lealtà, amicizia, onore, soldi, segreti, per non parlare del fatto che in un mondo dove c’è la magia e ci sono mondi extraplanari ci sono miliardi di motivi ulteriori (contratti di protezione stipulati con potenze extraplanari angeliche o demoniache o elementali secoli prima ecc).

In alcune ambientazioni invece c’è una maggiore correlazione tra livelli e potere come ad esempio in Dark Sun che sto masterizzando. Ma non ci sono problemi se qualcosa non è esattamente in gerarchia, a patto che ci sia un motivo valido.

Detto questo, ho masterizzato la 3e dal 1 al 24 e ho giocato fino al 15 in 5e. Personalmente trovo molto più divertenti i livelli alti, sopratutto da master, il gioco è più difficile ma cambiando il livello di potere in alcuni casi cambia anche il terreno di gioco. Nella campagna 1-24 verso il 15 i PG si sono spostati sul livello planare fino al 20, tornando nei FR per gli ultimi livelli dove il confronto era a livello planetario e di organizzazioni. Ma ovviamente questo è possibile in ambientazioni high power e anche high magic, in altre capisco che è difficile giocare così per come sono strutturate. Ma le possibilità che hai ad alti livelli di creare storie interessanti e belle non le hai ai bassi per la stessa coerenza dell’ambientazione a meno che tutti sono di livello basso, ma quello è uno stile di gioco e incide poco sui livelli  

 

Modificato da Lord Danarc
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Io tutta questa necessità di avere png che abbiano un livello di potere direttamente collegato al prorio potere politico mica la vedo. 

Un png con GS 3 e con carisma 18 è più probabile che sia al comando di qualcosa rispetto ad un png con GS 12 e carisma 10, quantomeno a livello di logica. Il regnante di livello mediobasso (ma anche bassissimo) non può risolvere una minaccia planetaria da solo, ma probabilmente non avrebbe potuto risolvere la questione da solo neanche se fosse stato un ranger di 18°. Il re però ha potere polotico ed economico quindi ha stretto patti con regni vicini, paga regolarmente un esercito di professionisti, ha assoldato una squadra speciale di pg per rompere le uova nel paniere al proprio nemico, è amico di vecchia data di un potente arcimago, anni addietro ha scacciato gli orchi dal bosco e quindi ora è alleato delle ninfe del lago. 

Son tutte cose che potrebbe fare benissimo un png con CA 12, 20 HP e +3 al tiro per colpire, non vedo onestamente nessuna incongruenza. Se poi si vuole giocare in un'ambientazione post apocalittica alla ken shiro o una qualche avventura con razze che vivono in società tribali dove il comando è deciso con un duello all'ultimo sangue ovviamente le cose cambiano, ma in un'ambientazione qualsiasi random non vedo dove sia il problema

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2 ore fa, Lord Danarc ha scritto:

Trovo questa posizione una visione un po’ manichea e falsa. D&D si presta assolutamente a forme più mature, sebbene il regolamento non lo consideri. 

Probabilmente stiamo usando definizioni diverse di "maturo". E' un termine ambiguo e il fatto che io lo abbia usato senza ulteriore contesto lo presta a fraintendimenti.

Per me è difficile affrontare temi maturi con un gioco dove a gennaio sei un mago che sa creare un'illuminazione magica e lanciare un dardo incantato, e a ottobre sei diventato un mago che può trasformarsi in una manticora e resuscitare i morti. Grazie all'esperienza maturata trucidando coboldi e poi mostri via via più forti (ma sempre adeguati al livello del party). Poi ci sono altri limiti di D&D che non sono legati al sistema dei livelli. Per esempio il fatto che non importa quanto grave sia la ferita che hai subito, dopo pochi giorni o poche ore sei in perfetta forma, salti come un grillo e ti getti a capofitto nella mischia.

Questi sono aspetti del regolamento che funzionano bene nel dungon crawling ma male in altre situazioni.

 

 

Modificato da Ji ji
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9 ore fa, Lord Danarc ha scritto:

Per il resto, tornando IT, i livelli non esistono in game e non hanno attinenza con la coerenza dell’ambientazione. Un re puó essere di 1 livello quando il capo delle guardie è del 20 senza problema perchè oltretutto è così anche nella realtà.

No aspetta, non ti seguo proprio qui: che significa che sia così anche nella realtà? Nella realtà mica esistono guardie di livello 20, o 10, o 8. Un esperto combattente nella realtà può sconfiggere forse tre reclute insieme a mani nude, e essere ucciso da chiunque con una pistola alla pari di chiunque altro. La forza individuale nella realtà è completamente ininfluente.

Nella realtà la forza è proporzionale al numero di truppe che ti supportano, e quindi si è creata una certa società basata su questo. E il Re era il Re perché più truppe supportavano lui, e quando un generale acquistava potenza superiore - perché tante truppe supportavano lui direttamente invece del Re - si aveva una guerra civile. Amicizia e lealtà servono a creare collante, e possono essere determinanti in singoli casi specifici, ma non si creano società basate su amicizia e lealtà, ma su rapporti di forza.

In un mondo con i supereroi, in cui il numero di truppe è secondario alla forza degli individui, si sarebbe creata proprio una società diversa. Il livello del Re e della Guardia del Corpo mi sembra completamente secondario, il problema è proprio che esista un Re, con le caratteristiche di un Re medievale, in un mondo in cui combattendo si può diventare più forti di qualsiasi esercito.

Poi oh, come ho già detto: nei limiti non ho nessun problema ad accettare di sospendere l'incredulità e accettare un mondo con Superman che rispetta il Re perché è nato figlio di un altro Re, anche se è lui ad avere il monopolio della forza. Ma non si può dire che sia così anche nella realtà: la società attuale si è creata perché la forza individuale è sostanzialmente ininfluente rispetto ai numeri - il problema non esiste nella realtà.

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Intendo che nel mondo reale il tipo che ha studiato laureato phd master superesperto del settore con ERC puó benissimo lavorare per il figlio del fondatore che non ha idea di come funziona il mondo. Mutatis mutandis è la stessa situaIone del rapporto di forza fantasy in una società in cui non si risolve tutto con la violenza.

 

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16 minuti fa, Lord Danarc ha scritto:

Intendo che nel mondo reale il tipo che ha studiato laureato phd master superesperto del settore con ERC puó benissimo lavorare per il figlio del fondatore che non ha idea di come funziona il mondo. Mutatis mutandis è la stessa situaIone del rapporto di forza fantasy in una società in cui non si risolve tutto con la violenza.

 

Il problema è che se porti il ragionamento fino alle estreme conseguenze, le analogie con il mondo reale finiscono presto.

Nel mondo reale, il laureato phd eccetera non può spodestare facilmente il figlio del fondatore perché va in galera. (tralasciando i motivi morali eccetera)

Nel mondo di D&D ci può essere la galera - ma auguri ad arrestare un personaggio di livello 15 con un branco di guardie di livello 1. Poi mi puoi dire che ci sono altre motivazioni in gioco che impediscono ai personaggi di fare quello che vogliono (moralità, disapprovazione da parte del resto della società, eccetera), ma risultano sempre un po' artefatte e mai completamente soddisfacenti considerando che maghi di livello sufficientemente alto fanno letteralmente quello che vogliono, dal controllo mentale alla modificazione della memoria... Personalmente non riesco a ritenerli deterrenti credibili quando ci rifletto un attimo. Come hanno detto altri, la cosa migliore è evitare di applicare la logica al mondo D&Desco e semplicemente fare spallucce... almeno per me.

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In realtá esistono numerosi motivi per cui non possono farlo. Il mago non diventa re perché il suo avversario ne approfitterebbe o perché questo implicherebbe occuparsi meno dello studio della magia o ancora perché provocherebbe una catena di conseguenze portando i paesi alla guerra totale. La questione del lavoro era solo una risposta ad una domanda specifica che hanno fatto sopra non “la” risposta. Perché elminster non é il re dei forgotten? Perché non si occupa lui dei problemi che invece vengono assegnati ad avventurieri del 1? Perchè ci sono 54 altri malvagi che per una logica di confronto tra potenze non lo permetterebbero e quindi i potenti muovono fili e pedine. Ci sono eletti di divinitá, campioni e maghi potenti. Laddove non c’é una legge e una morale invece governano proprio i malvagi potenti come a Thay. 

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14 minuti fa, Lord Danarc ha scritto:

Intendo che nel mondo reale il tipo che ha studiato laureato phd master superesperto del settore con ERC puó benissimo lavorare per il figlio del fondatore che non ha idea di come funziona il mondo. Mutatis mutandis è la stessa situaIone del rapporto di forza fantasy in una società in cui non si risolve tutto con la violenza.

 

Non lo trovo un paragone sensato per vari motivi, ma vado su quello più interessante: accettando il tuo paragone, noterai che quello che tu dici è sempre meno vero oggi.

Noti correttamente che oggi  (diciamo sempre più negli ultimi tre secoli, ma veramente nelle ultime due generazioni) per la prima volta nella storia, abbiamo una caratteristica non sociale in cui uno non vale uno, in cui abbiamo una distribuzione a coda larga: una persona può valere più di molte persone, il lavoro di una persona può risultare nei bilanci delle nazioni. Fin quando il lavoro era sostanzialmente manuale, a volte artigianale, al massimo meccanicizzato, i lavoratori erano tutti sostanzialmente uguali: potevi produrre quanto due persone, forse come tre, ma non come cento. Si giocava a E6.

Oggi, con internet e le imprese a enorme valore aggiunto, non è più così e un nuovo algoritmo può determinare ricchezze enormi. E nota come quello che tu dici sia soprattutto un retaggio del passato: già al giorno d'oggi, i CEO delle FAANG (Mark, Tim, Jeff, Reed, Sundar), e di compagnie simili (Elon, Satya), e tutti i board, sono tutti STEM super smart che vengono dalla middleclass. Se ci sono persone che valgono nella società come eroi di 20, in una o due generazioni si crea una società che accomoda queste esigenze.

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3 ore fa, Lord Danarc ha scritto:

Perché elminster non é il re dei forgotten? Perché non si occupa lui dei problemi che invece vengono assegnati ad avventurieri del 1? Perchè ci sono 54 altri malvagi che per una logica di confronto tra potenze non lo permetterebbero e quindi i potenti muovono fili e pedine. Ci sono eletti di divinitá, campioni e maghi potenti. Laddove non c’é una legge e una morale invece governano proprio i malvagi potenti come a Thay

Io ti direi che questi a me sembrano po' motivi artificiali che vengono creati per vari motivi (forzare la coerenza dell'ambientazione e creare pretesti per avventure - come tante avventure dell'era di AD&D 2e che vedevano il PNG grosso di turno, per esempio Elminster, andare dai personaggi e affibbiare la quest). Me le faccio andare bene eh, pero' per quanto mi riguarda rientra nello sforzo che faccio per sospendere l'incredulita', il che richiede anche di non analizzare troppo in dettaglio elementi di questo tipo. 

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Nella seconda trilogia di Dragonlance, Raistlin viene ferito con una singola pugnalata e rimane per giorni tra la vita e la morte, prima che Crysania lo guarisca con un incantesimo.

Pure i romanzi ufficiali di D&D per essere sensati e coerenti devono cambiare roba a man bassa rispetto all'autentico funzionamento del gioco.

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4 ore fa, bobon123 ha scritto:

Non lo trovo un paragone sensato per vari motivi, ma vado su quello più interessante: accettando il tuo paragone, noterai che quello che tu dici è sempre meno vero oggi.

Noti correttamente che oggi  (diciamo sempre più negli ultimi tre secoli, ma veramente nelle ultime due generazioni) per la prima volta nella storia, abbiamo una caratteristica non sociale in cui uno non vale uno, in cui abbiamo una distribuzione a coda larga: una persona può valere più di molte persone, il lavoro di una persona può risultare nei bilanci delle nazioni. Fin quando il lavoro era sostanzialmente manuale, a volte artigianale, al massimo meccanicizzato, i lavoratori erano tutti sostanzialmente uguali: potevi produrre quanto due persone, forse come tre, ma non come cento. Si giocava a E6.

Oggi, con internet e le imprese a enorme valore aggiunto, non è più così e un nuovo algoritmo può determinare ricchezze enormi. E nota come quello che tu dici sia soprattutto un retaggio del passato: già al giorno d'oggi, i CEO delle FAANG (Mark, Tim, Jeff, Reed, Sundar), e di compagnie simili (Elon, Satya), e tutti i board, sono tutti STEM super smart che vengono dalla middleclass. Se ci sono persone che valgono nella società come eroi di 20, in una o due generazioni si crea una società che accomoda queste esigenze.

Né steve né mark sono del 20. Anzi. 

5 minuti fa, Ji ji ha scritto:

Nella seconda trilogia di Dragonlance, Raistlin viene ferito con una singola pugnalata e rimane per giorni tra la vita e la morte, prima che Crysania lo guarisca con un incantesimo.

Pure i romanzi ufficiali di D&D per essere sensati e coerenti devono cambiare roba a man bassa rispetto all'autentico funzionamento del gioco.

In d&d è impossibile oneshottare. Ma d&d non è un gioco realistico se uno cerca il realismo non deve giocare d&d a livelli bassi, non deve proprio giocare a d&d. 

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2 minuti fa, Lord Danarc ha scritto:

Né steve né mark sono del 20. Anzi.

Dipende cosa intendi come 20, ma vorrei evitare di far deragliare completamente la discussione.

Il punto è che non sono lì per privilegi feudali: in una società in cui non tutti valgono circa uno i rapporti di forza devono cambiare per riflettere un fatto tanto estremo. Era vero nelle prime società, gruppi tanto piccoli che la forza di un individuo poteva avere un effetto rilevante sulla società intera: e quindi le strutture di potere sociale ricalcavano la forza individuale. Ed è sempre più vero recentemente, in alcuni settori produttivi in cui un uomo è in grado con il suo lavoro di produrre ricchezza pari a centinaia di migliaia di persone: e le strutture di potere sociale di nuovo vanno a ricalcare tali capacità.

Comunque, ripeto: non è che stia dicendo che sia un problema insuperabile: non ho problemi a guardare Superman che rispetta la legge USA e il suo presidente, e passa una giornata a lavorare 8 ore al giorno per guadagnare soldi per pagare l'affitto anche se è un Dio che può letteralmente annichilire la nazione in un secondo, o salvare milioni di bambini in quelle 8 ore. Sono assolutamente in grado di sospendere la mia incredulità sui meccanismi di formazione e mantenimento del potere in un mondo alternativo. Come ho già detto, discuto che sia realistico per accademia, ma non è il motivo per cui non amo l'esistenza di livelli alti.

Il vero motivo è che non è il tipo di situazioni che si vedono nella letteratura fantasy, il tipo di storie che mi piace narrare. Non ci sono molti fantasy supereroistici con personaggi in grado di sconfiggere un esercito, né mi vengono in mente su due piedi fantasy in cui esista la resurrezione come opzione gratuita o quasi. Le eccezioni che vengono in mente sono tutta una serie di nuovi fantasy, come la serie di Cradle, ispirati palesemente più a Naruto che a Tolkien o Howard. Sono appunto i tropos del genere supereroistico e manga, in cui un gioco a livelli di potere 1-20 funziona benissimo.

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20 ore fa, Lord Danarc ha scritto:

In d&d è impossibile oneshottare

Aspetta: chiunque può morire con un colpo di pugnale nel sonno. I punti ferita rappresentano la capacità di "assorbire" i danni in combattimento e altre situazioni analoghe. Tipo Conan che ammazza 10 cospiratori nella sala del trono: ogni suo colpo uccide un nemico (che è di livello basso e ha pochi punti ferita) mentre buona parte dei colpi degli avversari infliggono a Conan ferite non letali (perché ha tanti pf essendo un Guerriero abile). E in uno scontro Conan Vs Conan i due si menano a lungo perché sono entrambi capaci di deviare i colpi trasformando una ferita letale in una superficiale

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