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Capitolo 2


Marco NdC

Messaggio consigliato

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Il 9/3/2020 alle 12:10, MasterX ha scritto:

Alexis:

con un colpo preciso impalo il corpo al suolo non facendolo muovere di un millimetro , rigirando lentamente la spada all'interno del suo corpo. per poi dirigermi verso il suono dei corni a passo sostenuto e anche abbastanza irritata visto che mi hanno lasciato da sola in mezzo a sto fottuto bosco.

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ok ho tirato per sfidare il pericolo usando forza , ho lanciato i dadi con il primo link inviato. facendo un totale di 11. 

 

 

Alexis

L’indifferenza con cui impali “te stessa” gelerebbe chiunque abbia del sangue nelle vene.
Ma in quel luogo sospeso, tra il reale e l’incubo, l’unica testimone con del sangue nelle vene sei tu.
Mentre rigiri la lama, la donna lancia urla strazianti, per poi dissolversi nella nebbia. E con lei forse parte di te.
Le domande affiorano spontanee e numerose.
Perché quell’essere aveva le tue sembianze? Perché aveva la testa mozzata? È qualcosa che ha a che fare con la tua storia, con la tua cicatrice? Con il tuo passato? Con il tuo futuro?
Il silenzio cala assordante, e ad ogni modo non c’è tempo per le domande…

Sul precedente Sfidare:

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Come specificato, il pericolo era “di non avere la forza di uccidere sé stessi”. Ovviamente era in senso lato. Non era richiesta una particolare forza fisica. Anzi, l’avversario era del tutto vulnerabile. Semmai si richiedeva coraggio, freddezza, etc..  lo Sfidare era più un gesto di volontà (+SAG) o al limite di intelligenza, secondo come lo avresti narrato.



Non specificando se sei andata verso nord o verso nord-est, scelgo io nord-est per te.
Facendo leva sulle lunghe gambe, “divori” la neve alta, e ad ampie falcate raggiungi il grosso della spedizione. Quello da cui è partito il secondo richiamo.

Qui però non ritrovi tutti. Ci saranno una dozzina di uomini, raccolti in una forma vagamente circolare. I più esterni tengono ben alte le torce. Cercano di ampliare la visione nei dintorni, temendo qualche visita sgradita. Quelli che ne sono sprovvisti invece, restano più defilati, qualche passo più dietro.
Tutti hanno un’espressione guardinga, se non terrorizzata.
Tutti tranne uno: un certo Yurol.

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«Meno male, finalmente è qui!» ti accoglie tra l’accorato e il deferente. «Lupi dappertutto. Non ne ha visti mentre arrivava? Non mi meraviglia affatto! Avranno temuto la sua stazza. Stazza non in senso dispregiativo… cioè… ho sempre avuto un debole per…»

Yurol è un tipo dalla parlantina sciolta e con un certo fascino da canaglia, ma a volte straparla. È uno che prende la vita come un gioco, anche nelle circostanze più avverse. Sarà questo che lo mette a suo agio con trappole, sotterfugi, e qualsiasi situazione in cui rischia l’osso del collo.

«Sono dannatamente furbi» riprende. «I lupi intendo. E anche grossi. Ma il vero problema è che sono furbi. Non solo non temono le torce, ma ci aggirano scrutandoci dalla nebbia. Appena individuano un punto debole nel nostro cerchio, lo afferrano e lo trascinano via…
Ahimè qualche “eroe” sprovveduto si è lanciato all’inseguimento. Temo che abbia subito la stessa sorte. Non mi fraintenda: non sono senza cuore. Tra di noi abbiamo tutti legato, ma… non possiamo permetterci certi sentimentalismi. Ormai chi è andato, è andato. Pace all’anima sua. Ovviamente questo non vale per lei… anzi, la seguirei fino in capo al mondo...
Beh, questo è quanto. Se ho parlato troppo proverò a mordermi la lingua più spesso. Nel mentre, se c’è qualcosa che posso fare, sono ai suoi ordini» conclude con un galante cenno del capo.

Tiradadi di Lapo:

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Per incollare il link dei tiri sul forum, puoi copiare la seconda riga. Più precisamente la parte a destra della scritta “BBcode:”
Ricordati di specificare la “causale” del tiro nel campo Descrizione del tiradadi. Ad es.: danno vs lupo bianco = 3.
Se ti risulta più comodo, puoi anche usare questa stanza.
Scrivi chi e cosa fa, poi tiri con #2d6 anziché #1d6 per il danno, etc.. Non c’è bisogno di scrivere il link al tiro, tanto quei tiri sono solo i nostri.

 

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Il 12/3/2020 alle 01:46, Crees ha scritto:

Oropher, Custode del Sapere ( Mago 1)

Nel cuore della foresta primordiale.

 

Lascio rifluire a ritroso il potere magico mentre osservo il presunto vero Meglor. Mi fermo alcuni attimi, osservandolo attentamente prima di girargli intorno come una fiera con una preda. Stabilito se fidarmi o meno di lui, gli faccio cenno di avanzare verso il cerchio di torce. << Non disperdiamoci ulteriormente. Andiamo verso l'altro gruppo e suona nuovamente il corno per segnalare la nostra posizione. >> Concludo, ma non prima di essermi chinato ad osservare i resti del mio nemico, se ce ne sono, prima che tornino a far parte di quella nebbia. Al seguito di Meglor estraggo la spada, scorrendo le dita sul metallo pregiato e leggero forgiato secoli addietro dal mio popolo, mentre con un bisbiglio la incanto perché sia una faro per i miei compagni di viaggio in quella coltre malsana e infida.  << Stai accorto, questo male vuole ingannarci. >>

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Mi fermo alcuni attimi, osservandolo attentamente prima di girargli intorno come una fiera con una preda. 1+4 +1 sag Fail

osservare i resti del mio nemico, se ce ne sono, 1+4 +1 sag Fail

con un bisbiglio la incanto  1+6 + 2 int   Dimentico l'incantesimo. 

 

 

Oropher

Il Meglor che stai aggirando, nonché scrutando come farebbe una fiera con la sua preda – forse suggestionato da tutta quella nebbia, che vela gli occhi quanto la mente – inizia anch’egli a guardarti con sospetto.
«Sono io, mio signore» deglutisce tradendo un certo turbamento.
Il suo retropensiero, in seguito alle tue parole, probabilmente sarà stato "e chi mi dice che non sia proprio tu l'inganno?"
Prendi -1 al Dare Ordini a un Gregario su Meglor, finché non uscite definitivamente dalla nebbia (qualche ora dopo che siete usciti).

Superata l’impasse, finalmente vi avviate.
La tua spada illumina il cammino, specchiandosi in una neve alta ma stranamente torbida, finché non raggiungete gli altri.
Ivi li trovate in una formazione difensiva, più o meno improvvisata. Simili a bastioni di una cinta muraria, gli uomini più esterni fungono da vedette con le loro torce.
Alexis è all’interno che torreggia, ma Grimm non c’è da nessuna parte.
Mancano anche sua sorella Mèla, il tuo apprendista Erwen, Alduin Freccia Funesta, Kalyst il cartografo, e qualcun altro.  
Facendo la conta c’è poco più della metà della spedizione.

Venite anticipati da un ometto sdentato. È Giselbert detto “il bello”, che ancora in preda all’agitazione balbetta e sputacchia quanto è successo in vostra assenza.

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«I lu-lupi sono dappe-pe-peee-rtutto. Aspettano nella nee-nebbia, e alla minima distrazione si a-a-avveeentano. Due o tre di loro, su uno dei no-nostri uomini. In un batter d’occhio se lo portano via. È te-teerribile… Salvatecii»
Giselbert appartiene alla categoria della bassa manovalanza. Principalmente è il cuoco, nonché responsabile e portantino della cucina da campo.


Riguardo il Discernere su Meglor decapitato:

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Quel Meglor si è dissolto senza lasciare traccia. Non hai avuto modo di esaminarlo, per cui non considero il fail.

 

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1 ora fa, Marco NdC ha scritto:
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Muovo
Grimm, Chierico di Amdar

«Mèla, tieni duro! Mi occuperò io di quell’altro!»

La bestia bianca, quella che sta richiamando i suoi, dista a quattro-cinque passi. Dovrei almeno distrarla… ma come?
Guardo le palme vuote, miseramente vacanti della mia arma.
Guardandole meglio devo ammettere che noi nani siamo benedetti da mani davvero enormi. Non saranno il massimo per l’uncinetto o per altri lavori di fino… ma quando si tratta di raccogliere la neve, possiamo anche fare a meno dei badili.

Ho un’idea. Con le mani a coppa, sollevo verso il cielo la massima quantità di neve che posso. La benedico e un attimo dopo la vedo cambiare. Da torbida diventa bianca, come il manto di un ermellino.
Purificare

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Il cibo o l'acqua che tieni in mano mentre lanci quest'orazione viene consacrato dalla tua divinità. In aggiunta ad essere ora sacro o empio, la sostanza interessata è purificata da qualunque deterioramento ordinario.

Lanciare Incantesimi
2d6+SAG+1 (precedente Discernere) 2 +4 +2 +1 = 9; Scelgo di perdere l’incantesimo.



Il lupo sta quasi per ululare al cielo, quando gli scaglio addosso il grosso carico.
Non mi serve un tiro preciso, né particolarmente violento. Quella che gli arriva è piuttosto una pioggia ghiacciata e cristallina. Vediamo come l’empia creatura reagisce ad una sferzata di acqua sacra…

Ma non c’è tempo per osservare il risultato. Prima che sia troppo tardi devo assolutamente recuperare il mio bastone.
Nebbia, nebbia e ancora nebbia. Dover sarà finito? Mio Signore imploro la tua guida.
Guida

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Il simbolo della tua divinità appare innanzi a te e ti indica la direzione o il modo d'agire che la tua divinità vorrebbe che seguissi, e poi scompare. Questo messaggio avviene solo attraverso un gesto; la comunicazione attraverso questo incantesimo è decisamente limitata.

Lanciare Incantesimi
2d6+SAG = 4 +5 +2 = 11;
---
Narrazione eventuale:

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Se lo individuo, mi precipito a prenderlo e lancio Luce sulla sua punta.
Luce
Un oggetto che tocchi brilla di luce divina, intensa più o meno come una torcia. Non emette né calore né suono e non richiede combustibile, ma per il resto funziona come una normale torcia. Hai il totale controllo del colore della fiamma. L'incantesimo dura fintanto che la luce è in tua presenza.


(eventuale) Lanciare Incantesimi
2d6+SAG = 4 +5
+2 = 11 ancora 🙂

 

 

Grimm

La gettata di neve sfrigola sul lupo, come acqua bollente a contatto col ghiaccio.
La bestia scatta, inconsapevole di cosa l’abbia colpita, e istintivamente prende a rotolarsi. Più e più volte sulla neve, come in preda ad un prurito insopportabile.

Nel mentre il simbolo della divinità appare in un punto preciso della nebbia, illuminando la tua arma d’ordinanza.

Non molto distante da te, Mèla continua la sua “danza” con il grigio, che ritto sulle posteriori la sovrasta per buttarla giù.
Nessuno dei due molla. Il manico dell’ascia fa avanti e indietro, ma tua sorella, con una malizia che forse non sospettavi, inizia ad assestare sonori colpi di stivale, proprio lì… tra i gioielli di famiglia del lupo.
Dicono che queste bestie siano indifferenti al dolore, soprattutto nella foga della lotta.
Evidentemente Mèla sta verificando quanto questa teoria sia fondata.
Ad ogni modo, come avevi intuito, sembra perfettamente in controllo della situazione.

Ti senti di lasciarla a cuor leggerlo, mentre ti precipiti sul tuo bastone.
Appena lo tocchi, la luce divina si irradia dorata e gloriosa sulla sua estremità, e respingendo la nebbia come il soffio di un gigante dall’alto.
Il diametro entro cui la nebbia viene respinta, si sposta con la luce, ed è di circa venti passi.

Il lupo bianco, irretito da un nuovo motivo per odiarti, ma intimidito dall’arma che prima lo ha abbattuto e che adesso innalzi, sembra confuso sul da farsi.
Il capo chino, la coda tra le gambe, si lecca i denti e poi fugge in direzione della foresta.

Cosa fai?

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Tutti (tranne Grimm)
Come formandosi attraverso un miraggio, emerge dalla foschia una figura sottile, raffinata.
Si tratta di Erwen, l’adepta di Oropher.
Al seguito sopraggiungono, con un passo più lento, anche Alduin Freccia Funesta e Kalyst il cartografo.
Il primo sostiene il secondo, claudicante per una ferita alla coscia.

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Alduin: «Maledette bestie partorite dalla nebbia… Lesti! Delle bende e dell’acqua pulita! Ha perso molto sangue» invoca al resto del gruppo, trascinando il cartografo all’interno del cerchio.

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Kalyst: «Per me è finita. Uccidetemi subito…» mentre viene adagiato su un mantello.

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Erwen: «Suvvia. Abbiamo visto di peggio nei ghetti di Ishar» dice scoccando un cenno di intesa al suo Maestro Oropher «…e poi il buon Alduin non sprecherebbe le sue frecce per nulla. Te la caverai» sorride mantenendo la sua compostezza regale.
(Oropher, se vuoi puoi raccontare un aneddoto di quanto avete visto ad Ishar)

Kalyst: «Non capisci. Mi hanno infettato. Lo sento…»

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Alduin: «Non credo. Riconosco subito i segni della rabbia in un lupo. Non tormentarti prima del tempo. Per ora mordi questo» lo istruisce porgendogli un panno pulito e arrotolato.
Con le dita sottili e agili, recupera il necessario dalla bisaccia: un unguento color felce, un ago da sutura, e del filo di seta elfica, praticamente invisibile. «Farà un po’ male, ma ho il tocco leggero. Vedrai, ti rimetterai in sesto» continua mentre risciacqua e asciuga diligentemente la ferita.

La promessa non è del tutto veritiera. Nel suo delirare Kalyst non si è ancora accorto che dalla coscia gli manca un bel pezzo, e che presenta altre morsicature su tutto il corpo.

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Erwen: «Maestro» si rivolge ad Oropher a voce bassa. Poi, indicando il cartografo con un’occhiata: «Lo abbiamo trovato mentre un lupo lo trascinava nel bosco. Era distante da qui.
Mentre cercavamo di rintracciare lei, Maestro, Alduin ha fortuitamente incrociato le tracce del cartografo. Erano miste a sangue.
Mi addolora non averla raggiunta subito, ma mi rincuora vederla sano e salvo, al fianco di Meglor.
Con quel lupo, Alduin ha risolto con un paio di frecce. Ma ce ne sono altri. Molti altri.
Con Kalyst invece le cose sono più complicate. Temo cha abbia perso il senno.
Mentre lo trasportavamo al campo base ha delirato per tutto il tempo. Diceva che il vento aveva sparpagliato le sue carte, e che doveva recuperarle a qualsiasi costo. Ma, come può notare, non c’è un filo di vento. L’aria è così statica da sembrare surreale.
Riguardo la sua gamba… adesso non è il momento ovviamente, ma dovremmo amputarla quanto prima…»

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Meglor: «Posso incaricarmi di informarlo e poi assistere all’operazione. A onor del vero, ai fini della missione, la sua assenza non sarebbe di alcun intralcio» aggiunge con distaccato cinismo militare. «Siamo quasi giunti a destinazione. L’apporto del cartografo non è più indispensabile.»

Erwen: «Kalyst è un buon uomo, votato al suo ruolo, ma quello che dici è vero. Noi elfi abbiamo un naturale senso d’orientamento nei boschi. La via del ritorno non sarà un problema. Ad ogni modo, con il benestare del nostro Maestro, tenterei il possibile per riportarlo vivo alla sua famiglia.»

Meglor: «La cosa ci rallenterà. Ad ogni modo mi fa piacere sentirti parlare come la vera Erwen.»

Erwen: «”Vera” Erwen? Credo che dovrai spiegarti, Meglor Arco Lunare.»

Meglor: «Poc’anzi ho decapitato un essere con le mie stesse sembianze. Non so cosa fosse. Sembrava intessuto con la trama stessa della nebbia, per quanto al fil di spada opponeva resistenza di vera carne, e vere ossa» continua esitando nello sguardo del Maestro.

Erwen: «Affascinante… e non posso non notare il tuo turbamento, amico. Ti invito a liberare la mente da ogni scoria» aggiunge con acume, intuendo che qualcosa si è incrinato con Oropher.
«Intemperie a parte, fino ad ora ci è andata bene. Ma adesso il viaggio prende una strana piega.
Questa nebbia meriterebbe uno studio più approfondito. Ma temo che l’obiettivo della missione per ora abbia la priorità» sostiene cercando una conferma nello stesso Oropher.
(Oropher, la tua adepta Erwen, per quanto talentuosa e promettente, è poco più di una novizia. Tuttavia c’è qualcosa in cui è naturalmente abile. Cosa?)



I minuti si susseguono scanditi da una calma apparente quanto insopportabile. Nemmeno per un attimo vi scrollate la sensazione di essere osservati. Occhi diabolici, nascosti chissà dove, che aspettano il momento propizio…

Ad atterrire ulteriormente il morale si sono aggiunti i lamenti di Kalyst. Incessanti e deliranti.

I nervi della truppa, in particolare quelli degli uomini lungo il perimetro, iniziano a cedere. Scattano di continuo, come avvistando chissà cosa. Salvo poi puntare una qualche ombra o chissà quale suggestione.

In lontananza, aldilà di banchi e banchi di nebbia, scorgete il vagare di un lumicino.
Si direbbe una delle vostre fiaccole, che per qualche motivo è rimasta ancora accesa.
Stranamente però non è tenuta in alto, ma piuttosto ad altezza del ginocchio.
La sua andatura non promette nulla di buono…
Quando si ferma, lo fa per appiccare un altro fuoco, che da piccolo avvampa velocemente.

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Gondow: «Lo dicevo: non sono lupi, ma diavoli incarnati! Hanno preso da uno dei nostri una torcia, e adesso danno fuoco all’accampamento.»
Gondow è un uomo d’arme. Forse un po’ arrugginito e burbero, ma saggio quanto abile con la spada.

Poco più in distante, il latrare del branco provoca il nitrito dei vostri cavalli.
È un verso isterico, imbizzarrito che inizia a sparpagliarsi, riecheggiando per la valle.

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Dreep, detto “grugno”: «Per tutti i boccali, li avevo legati io stesso!»
Gondow: «Cos’è che non ti è chiaro quando dico che sono diavoli incarnati? Vogliono disunirci, rompere la nostra formazione! Capito adesso?»

Cosa fate?

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Alexis

3 ore fa, Marco NdC ha scritto:

ho sempre avuto un debole per

zitto! lo ammonisco, te l'ho chiesto per caso chiesto? no. Certo che no. Mi seguirai in capo al mondo ? anche verso l'inferno. Sono qui per avere i miei soldi, non per battutacce da due soldi. e chi ti ha mai visto.  gli faccio capire di non atteggiarsi con me. L'unica cosa qui, è che mi avete lasciato sola a combattere uno zombie e mi ha pure ferito, siete dei grandissimi fessi che si cagano addosso dalla paura. Conoscevate la missione? conoscevate il pericolo? Che cavolo ci fate qui se adesso manca poco che vi mettete a frignare.  commenta in generale a tutti i tipi che vede. poi si rivolge al tipo Yurol. tu! indicandolo. renditi utile cerca delle bende per me e per il signore che è stato appena ferito alla coscia riferendosi al cartografo, che è quello ferito no?. per tutti gli altri mantenete le posizioni se non volete essere i prossimi a morire tra atroci dolori. estraggo spada e scudo e mi metto in mezzo ai tipi con le torce. se si mostra uno di queste bestie , fatelo entrare nel cerchio e poi chiudetelo, così lo vedo meglio e riesco a colpirlo e se indietreggia non può farlo e gli date qualche colpetto con le torce, forse prenderà anche fuoco. 

Modificato da MasterX
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Oropher, Custode del Sapere ( Mago 1)

Nel cuore della foresta primordiale.

 

Un sussulto di emozioni oscillano come una marea incalzante, che solamente i secoli sulle spalle e la mia particolare condizione mitigano a cerchi fatti da un sasso in uno stagno. Compagni dispersi, feriti, spaventati. Un gruppo frastagliato che non sa a cosa appigliarsi. La donna guerriero torreggia come un grande bastione, ansiosa di menare colpi di spada. Mentre la felicità nel veder riapparire la mia gente, si tinge di turbamento alle notizie che portano ed alle condizioni di Kalyst. Io Erwen abbiamo visto di peggio, é vero. Quando la pestilenza era al suo culmine nei ghetti di Ishar, e la nostra magia non riusciva a fermarla. Bambini colpiti dal morbo che cadevano letteralmente a pezzi. Ma anche quelle erano ferite gravi e non sarebbe stato uno scherzo salvare il cartografo.  << Non lasceremo un uomo a morire, almeno che non sia strettamente necessario. >> Inoltre le sue conoscenze potevano ancora rivelarsi utili nel luogo dove eravamo diretti. Si sarebbe ripresentata l'occasione di fare scelte difficili come quella.  I miei occhi si staccano dal gruppetto elfico che conversa, distratti dalla nebbia che ci assedia. La nebbia... sembra che dalla sua carica arcana scaturisca tutto il male che cerca di distruggerci. Mi allontano lentamente meditabondo, per poi chinarmi sull'unico spiazzo di terreno che sbuca dalla neve sporca. Con la spada che ancora rifulge del mio potere, comincio a tracciare a terra un cerchio ed alcuni glifi rari e perlopiù dimenticati. La magia rituale é antica, potente e difficile da controllare. I Custodi del Sapere hanno raccolto i suoi incanti per secoli, accumulandoli nella Torre Bianca, tenendoli lontani dal mondo e vietando il suo utilizzo. Solo a pochi di noi é stato concesso di studiarne le pratiche e le infinite possibilità. Mentre rifletto sul necessario, continuando ad intrecciare linee e segni, sento la tensione aumentare nell'aria, mentre i componenti si allarmano per i fuochi in lontananza. << Non disperdetevi, restate uniti. Forse riuscirò a disperdere la nebbia, ma ho bisogno di tempo per fare un tentativo. >>.

Spoiler

Rituale

Attingendo al potere intrinseco della nebbia, cerco di creare un effetto magico che la disperda, come una folata di vento ad esempio.

 

Rituale
Quando attingi ad un luogo di potere per creare un effetto magico, di al GM cosa stai cercando di fare. Gli effetti dei rituali sono sempre possibili, ma il GM ti dirà da una a quattro delle seguenti condizioni: 

- Ci vorranno giorni/settimane/mesi
- Prima dovrai___
- Avrai bisogno di aiuto da_____
- Serviranno molti soldi 
- Il meglio che puoi fare è una versione minore, inaffidabile, limitata 
- Tu ed i tuoi alleati rischierete di mettervi in pericolo con___
- Dovrai disincantare ___ per farlo

Riguardo Erwen, 

Erwen ha una propensione per la magia spontanea. Dove la maggior parte dei praticanti deve studiare duramente anche per il più semplice degli incantesimi, la giovane elfa riesce spesso a sopperire alla sua mancanza di conoscenza con la sua singolare impronta arcana. Ovviamente ci vuole conoscenza e studio per padroneggiare la magia in modo sicuro. L'utilizzo spontaneo della stessa incorre in maggior rischi e pericoli.

 

Modificato da Crees
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Muovo
Grimm, Chierico di Amdar

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Il 17/3/2020 alle 11:49, Marco NdC ha scritto:

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Grimm

La gettata di neve sfrigola sul lupo, come acqua bollente a contatto col ghiaccio.
La bestia scatta, inconsapevole di cosa l’abbia colpita, e istintivamente prende a rotolarsi. Più e più volte sulla neve, come in preda ad un prurito insopportabile.

Nel mentre il simbolo della divinità appare in un punto preciso della nebbia, illuminando la tua arma d’ordinanza.

Non molto distante da te, Mèla continua la sua “danza” con il grigio, che ritto sulle posteriori la sovrasta per buttarla giù.
Nessuno dei due molla. Il manico dell’ascia fa avanti e indietro, ma tua sorella, con una malizia che forse non sospettavi, inizia ad assestare sonori colpi di stivale, proprio lì… tra i gioielli di famiglia del lupo.
Dicono che queste bestie siano indifferenti al dolore, soprattutto nella foga della lotta.
Evidentemente Mèla sta verificando quanto questa teoria sia fondata.
Ad ogni modo, come avevi intuito, sembra perfettamente in controllo della situazione.

Ti senti di lasciarla a cuor leggerlo, mentre ti precipiti sul tuo bastone.
Appena lo tocchi, la luce divina si irradia dorata e gloriosa sulla sua estremità, e respingendo la nebbia come il soffio di un gigante dall’alto.
Il diametro entro cui la nebbia viene respinta, si sposta con la luce, ed è di circa venti passi.

Il lupo bianco, irretito da un nuovo motivo per odiarti, ma intimidito dall’arma che prima lo ha abbattuto e che adesso innalzi, sembra confuso sul da farsi.
Il capo chino, la coda tra le gambe, si lecca i denti e poi fugge in direzione della foresta.

Cosa fai?

 

Non ho alcuna intenzione di seguire quel diavolo. Né potrei farlo, nemmeno volendolo.
Le gambe di un nano non sono disegnate dagli dei per sfrecciare sulla neve alta.

Lascio mia sorella sfogarsi con il grigio. La osservo dalla distanza. Non la conoscevo sotto questo aspetto, e sono indeciso sul sentimento che provo. Non vuole il mio aiuto, e nemmeno le serve. Bene così...

Individuo una roccia in lontananza. Fa capolino tra la neve e la foschia, come uno scoglio che si intravede tra gli schianti delle onde.
Lo raggiungo. Lo scalo. Il bastone come punto d’appoggio. Sulla sua sommità mi inginocchio e prego. La luce si eleva come globo sospeso in un limbo senza tempo.
‘Amdar, ti ringrazio per la protezione e per i prodigi che compi in me. Ma adesso anelo nuovamente il tuo aiuto. La missione rischia di fallire ad un passo dal suo compimento. Non posso e non voglio deluderti. Non dopo i doni di cui ho beneficato. Affido a te i miei sensi, i miei passi, le mie intuizioni. Perdona questo tuo servo importuno, ma ti prego istruiscimi sul tuo volere…’
(Assistenza Divina)

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Il 17/3/2020 alle 14:50, MasterX ha scritto:

Alexis

zitto! lo ammonisco, te l'ho chiesto per caso chiesto? no. Certo che no. Mi seguirai in capo al mondo ? anche verso l'inferno. Sono qui per avere i miei soldi, non per battutacce da due soldi. e chi ti ha mai visto.  gli faccio capire di non atteggiarsi con me. L'unica cosa qui, è che mi avete lasciato sola a combattere uno zombie e mi ha pure ferito, siete dei grandissimi fessi che si cagano addosso dalla paura. Conoscevate la missione? conoscevate il pericolo? Che cavolo ci fate qui se adesso manca poco che vi mettete a frignare.  commenta in generale a tutti i tipi che vede. poi si rivolge al tipo Yurol. tu! indicandolo. renditi utile cerca delle bende per me e per il signore che è stato appena ferito alla coscia riferendosi al cartografo, che è quello ferito no?. per tutti gli altri mantenete le posizioni se non volete essere i prossimi a morire tra atroci dolori. estraggo spada e scudo e mi metto in mezzo ai tipi con le torce. se si mostra uno di queste bestie , fatelo entrare nel cerchio e poi chiudetelo, così lo vedo meglio e riesco a colpirlo e se indietreggia non può farlo e gli date qualche colpetto con le torce, forse prenderà anche fuoco. 

 

Alexis, Barbaro

Yurol incassa dignitosamente la tua sfuriata. Anzi, quando arriva la parte del fare soldi, il suo sguardo si fa involontariamente più languido.
Non si può dire lo stesso degli altri che, assistendo dalla breve distanza, ti hanno ascoltato fin troppo bene.
Nessuno ha il coraggio di rinfacciarti nulla. Ovviamente.

Tuttavia i veterani si scambiano occhiate cupe, mentre quelli che potresti definire “mezze calzette” – ossia quelli arruolati per svolgere mansioni più umili, più ordinarie – non possono (o non vogliono) nascondere un certo sconcerto.
Non spetta certo a loro fronteggiare una minaccia del genere, e il veder strappati d’avanti i propri occhi dei compagni di viaggio, che nei mesi erano diventati amici, li ha lecitamente turbati.

Evidentemente la cosa non ha alcun valore per te.
Ti fai spazio tra la cordata di uomini con le torce. Più esattamente, te lo lasciano ben volentieri, evitando accuratamente il tuo sguardo. Ma se prima già erano turbati dagli avvenimenti, adesso si sentono anche assoggettati dalla tua presenza.

Il tuo temperamento furibondo, più che spronarli, ha rivelato un aspetto di te che non riescono a mandare giù. Senti che quell’ascendente da condottiero (magari anche idealizzato) che prima avevi su di loro, si è ormai incrinato.
Fail (ossia 6-) su Difendere. Segna un Punto Esperienza (PE).
Finché non recuperi la fiducia dei tuoi uomini, qualora obbediranno a delle tue indicazioni, lo faranno di malavoglia, assoggettati dalla tua figura, o solo per non incorrere nella tua ira.
P.S.: Se vuoi avere dei tiri più alti, ti consiglio di sfruttare i tuoi appetiti. Per cui tireresti 1d6 + 1d8, anziché 2d6.


Immersi nella nebbia l’attesa trascorre lenta, densa come melassa. Ma non accade nulla.
Fino ad ora i lupi attaccavano il punto debole all'esterno del cerchio.
La tua presenza forse è un deterrente più che sufficiente per loro, o forse, semplicemente, non sono più nei dintorni. Difficile dirlo con questa visibilità.

Con un eccesso di precauzione, forse un po’ teatrale, si ripresenta Yurol. Dapprima alza la mano alla maniera degli scolaretti, in attesa che tu gli dia il permesso di proferire.
Un attimo dopo, considerando l’urgenza delle circostanze, si schiarisce la voce e riprende comunque la parola.


Yurol.jpg.faaebd2549dd39bb14227903e8e486ea.jpg
«Con il dovuto rispetto mia signora, mentre restiamo impalati nella nebbia, i lupi stanno disperdendo le cavalcature e dando fuoco alle tende. La scorta di bende è, o meglio, era – a questo punto – in quella allestita ad infermeria… che ad occhio sarebbe quella laggiù. Esatto, quella che sta facendo la fiammata più alta e variopinta di tutte. Suppongo a causa dei flaconi di alcol e chissà quali diavolerie farmaceutiche.
Dannate bestiacce! Chiedo venia per l’imprecazione.
Veniamo piuttosto al mio incarico: l’unica benda che sono riuscito a reperire è questa» ti mostra un rotolo immacolato, che emana un pungente odore medicinale.
«È mio vivo desiderio consegnarla nelle sue mani. Tuttavia, agendo in tal guisa, ne resterebbe privato il signor Kalyst. Mi dica lei…
Beh, in realtà vorrei dirle anche dell’altro, ma temo di incorrere nella sua giusta collera. Per cui mi morderò la lingua come da precedenti accordi» conclude con un atteggiamento equivocabile, tra la deferenza e il sarcasmo.

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Spoiler
Il 18/3/2020 alle 20:02, Crees ha scritto:

Oropher, Custode del Sapere ( Mago 1)

Nel cuore della foresta primordiale.

 

Un sussulto di emozioni oscillano come una marea incalzante, che solamente i secoli sulle spalle e la mia particolare condizione mitigano a cerchi fatti da un sasso in uno stagno. Compagni dispersi, feriti, spaventati. Un gruppo frastagliato che non sa a cosa appigliarsi. La donna guerriero torreggia come un grande bastione, ansiosa di menare colpi di spada. Mentre la felicità nel veder riapparire la mia gente, si tinge di turbamento alle notizie che portano ed alle condizioni di Kalyst. Io Erwen abbiamo visto di peggio, é vero. Quando la pestilenza era al suo culmine nei ghetti di Ishar, e la nostra magia non riusciva a fermarla. Bambini colpiti dal morbo che cadevano letteralmente a pezzi. Ma anche quelle erano ferite gravi e non sarebbe stato uno scherzo salvare il cartografo.  << Non lasceremo un uomo a morire, almeno che non sia strettamente necessario. >> Inoltre le sue conoscenze potevano ancora rivelarsi utili nel luogo dove eravamo diretti. Si sarebbe ripresentata l'occasione di fare scelte difficili come quella.  I miei occhi si staccano dal gruppetto elfico che conversa, distratti dalla nebbia che ci assedia. La nebbia... sembra che dalla sua carica arcana scaturisca tutto il male che cerca di distruggerci. Mi allontano lentamente meditabondo, per poi chinarmi sull'unico spiazzo di terreno che sbuca dalla neve sporca. Con la spada che ancora rifulge del mio potere, comincio a tracciare a terra un cerchio ed alcuni glifi rari e perlopiù dimenticati. La magia rituale é antica, potente e difficile da controllare. I Custodi del Sapere hanno raccolto i suoi incanti per secoli, accumulandoli nella Torre Bianca, tenendoli lontani dal mondo e vietando il suo utilizzo. Solo a pochi di noi é stato concesso di studiarne le pratiche e le infinite possibilità. Mentre rifletto sul necessario, continuando ad intrecciare linee e segni, sento la tensione aumentare nell'aria, mentre i componenti si allarmano per i fuochi in lontananza. << Non disperdetevi, restate uniti. Forse riuscirò a disperdere la nebbia, ma ho bisogno di tempo per fare un tentativo. >>.

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Rituale

Attingendo al potere intrinseco della nebbia, cerco di creare un effetto magico che la disperda, come una folata di vento ad esempio.

 

Rituale
Quando attingi ad un luogo di potere per creare un effetto magico, di al GM cosa stai cercando di fare. Gli effetti dei rituali sono sempre possibili, ma il GM ti dirà da una a quattro delle seguenti condizioni: 

- Ci vorranno giorni/settimane/mesi
- Prima dovrai___
- Avrai bisogno di aiuto da_____
- Serviranno molti soldi 
- Il meglio che puoi fare è una versione minore, inaffidabile, limitata 
- Tu ed i tuoi alleati rischierete di mettervi in pericolo con___
- Dovrai disincantare ___ per farlo

Riguardo Erwen, 

Erwen ha una propensione per la magia spontanea. Dove la maggior parte dei praticanti deve studiare duramente anche per il più semplice degli incantesimi, la giovane elfa riesce spesso a sopperire alla sua mancanza di conoscenza con la sua singolare impronta arcana. Ovviamente ci vuole conoscenza e studio per padroneggiare la magia in modo sicuro. L'utilizzo spontaneo della stessa incorre in maggior rischi e pericoli.

 

 

Oropher, Maestro del Sapere

I simboli lungo il perimetro del cerchio si imprimono nel terreno come se fossero marchiati a fuoco. Buon segno. Significa che quello è un suolo “fertile”.
Dopo un lungo giro di clessidra (un minuto) accade qualcosa.
È come se dalla terra germogliassero dei filamenti invisibili.
Invisibili ai comuni mortali, ma non a te.
Ti raggiungono avvolgendoti dolcemente, simili a viticci eterei, mettendoti in risonanza con la linfa della terra stessa.
In quel momento i tumulti esterni, gli incendi, i cavalli imbizzarriti, e tutto il resto, ti sembrano appartenere ad un mondo lontano.

Fluiscono in te nuove consapevolezze che, come torrenti in piena, pretendono una priorità e attenzione.
Sono rivelazioni sulla natura di questa nebbia.
Senz’altro anch’essa legata con la foresta, ma non è una manifestazione impersonale, né fine a sé stessa.
Piuttosto è un’entità maligna, caotica, che precede la creazione della terra stessa, e che per qualche motivo è stata relegata a questo luogo specifico, nonché limitata nella sua sfera di influenza.
Il parallelo che ti salta alla mente è quello di un cane rabbioso legato alla catena. Ma da chi? E per quale motivo?

Nonostante ciò la nebbia resta un’entità potente, bramosa, in grado di leggere nell’animo dei suoi “ospiti”, scrutando e amplificando i loro timori più reconditi, e riuscendo persino a materializzarli.
Questo spiegherebbe molte cose.
Non temevi forse che un tuo uomo di fiducia scoprisse del tuo male, e in più tradirti fingendo sulla sua lealtà?
La manifestazione del falso Meglor inizia ad avere un senso.

Con l’aggiunta di queste rivelazioni, il rituale si formula nella tua mente passaggio dopo passaggio.
Non sarà semplice, ma forse è possibile contrastare la nebbia. Non disperdendola, ma intrappolandola per un certo periodo (1° condizione del Rituale: Il meglio che puoi fare è una versione minore, inaffidabile e limitata).
Dal brullo terreno sottostante, nell’esatto centro tra i tuoi piedi, spunta quello che si potrebbe definire come un dono della foresta per te.
È un grosso seme, simile ad un embrione. Istintivamente sai che contiene parte di te. In particolare la tua paura più recondita (descrivila).
Dovrai mettere quel seme, insieme ad una manciata di terreno, in un’ampolla di puro cristallo (1 uso Attrezzi da Avventuriero).
La formula del rituale fungerà da richiamo per l’entità, attirandola nell’ampolla proprio come un’esca, così da poterla intrappolare. (2° condizione del Rituale: Prima dovrai…)
Solo da quel momento la nebbia sarà sottratta al mondo esterno.
Tuttavia si nutrirà di quell’esca, di quel seme. Ossia della tua paura più recondita, acquisendo sempre più potere… su di essa, e in definitiva su di te.

Attorcigliati sui tuoi arti, i viticci adesso pulsano con maggior vigore.
Vieni inondato da un nuovo flusso di consapevolezza.
All’alba di ogni giorno, quando le congiunzioni astrali conferiscono maggior potere all’entità, quest’ultima avrà la possibilità di creare un varco, infrangendo la sua prigionia.
Il calcolo per stimare tale probabilità è estremamente complesso. I coefficienti in gioco non ti sono del tutto chiari, ma le interpolazioni della numerologia proibita potrebbero aiutarti. (Declamare Conoscenze se vuoi sapere la probabilità esatta… altrimenti la scoprirai quando tirerò i dadi 😉 )
In ogni caso, più giorni terrai l’entità imprigionata, più questa sarà vendicativa e potente una volta liberata. (3° condizione del Rituale: Tu e i tuoi alleati rischierete di mettervi in pericolo con…).
Te la senti di affrontare tutto ciò?
 

La bella Erwen ti lascia ai tuoi ragionamenti. È come se annotasse ogni tuo gesto, decifrando il tuo pensiero dall’oscillare delle pupille.

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«Non interrompetelo…» ammonisce con ferma dolcezza coloro che vorrebbero interpellarti sul da farsi.
E ne avrebbero ben donde, visto che la situazione intorno a voi sembra ormai precipitare…

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Spoiler
2 ore fa, Marco NdC ha scritto:

Muovo
Grimm, Chierico di Amdar

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Non ho alcuna intenzione di seguire quel diavolo. Né potrei farlo, nemmeno volendolo.
Le gambe di un nano non sono disegnate dagli dei per sfrecciare sulla neve alta.

Lascio mia sorella sfogarsi con il grigio. La osservo dalla distanza. Non la conoscevo sotto questo aspetto, e sono indeciso sul sentimento che provo. Non vuole il mio aiuto, e nemmeno le serve. Bene così...

Individuo una roccia in lontananza. Fa capolino tra la neve e la foschia, come uno scoglio che si intravede tra gli schianti delle onde.
Lo raggiungo. Lo scalo. Il bastone come punto d’appoggio. Sulla sua sommità mi inginocchio e prego. La luce si eleva come globo sospeso in un limbo senza tempo.
‘Amdar, ti ringrazio per la protezione e per i prodigi che compi in me. Ma adesso anelo nuovamente il tuo aiuto. La missione rischia di fallire ad un passo dal suo compimento. Non posso e non voglio deluderti. Non dopo i doni di cui ho beneficato. Affido a te i miei sensi, i miei passi, le mie intuizioni. Perdona questo tuo servo importuno, ma ti prego istruiscimi sul tuo volere…’
(Assistenza Divina)

 

Grimm

L’ascia di Mèla è ancora contesa nonostante i colpi bassi e la stanchezza di entrambi.
Finché tua sorella sferra un colpo decisivo. È un pugno a martello sul tartufo del lupo, così forte da fracassargli le mucose e i denti sullo stesso manico dell’arma.

Finalmente ne ritorna in possesso. Il petto ansimante. La rivalsa negli occhi.
Celandosi con un movimento del mantello, inganna l’avversario scartando sull’altro lato. Dopodiché inizia ad infierire con tal foga, da far inorridire qualsiasi conciatore di pelli. Quel che resta del bel pelo dell’animale è ormai una poltiglia arruffata e sanguinolenta.

In contrasto con l’infuriare dello scontro, la tua calma resta granitica, come la roccia sulla quale sei in venerazione.
La divinità viene come rapita dal tuo stato di grazia, infondendoti ispirazioni e benedizioni.
Il nemico è stato astuto e crudele, sai che sarà vano salvare l’accampamento e i cavalli. Quello che è fatto è fatto, ma la mano della divinità ha preservato i libri più importanti dalle fiamme (Assistenza Divina: dominio Conoscenza e delle Cose Nascoste. Se volete potrete recuperare fino a tre Borse di Libri, spendendo però del tempo per rovistare tra ciò che resta).

C’è un giorno di marcia che vi divide dal Tempio Kusùlth, ossia dall’edificio che custodisce la Reliquia del Primo Santo.
Avanzerete con fede verso l’estremo sacrificio, se necessario. Questo è il volere di Amdar. Forse risulterà duro, ma confidi che il tuo dio provvederà nei modi e nei tempi che lui solo sa...
Assistenza Divina: se arriverete al Tempio e lancerai Santuario intorno al suo intero perimetro, qualsiasi Declamare Conoscenza al suo interno godrà +1 sul tiro.

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Tutti (tranne Grimm)

L’opportunità di limitare le malefatte dei lupi, ammesso che si possano chiamare così quei diavoli incarnati, è ormai perduta.
I filari di tende che vi hanno sempre protetto dalle intemperie, nonché custodito i beni di primaria e secondaria necessità, sono ormai una furiosa catena infuocata, che inietta nel grigio della foschia un fumo nero, denso come l'inchiostro.

I vostri cavalli, generosi compagni di viaggio, sono stati ampiamente dispersi. Almeno i più fortunati.
Il fitto del bosco verso il quale si saranno istintivamente precipitati, è ben lontano. Se anche ci fosse la speranza di recuperarli, richiederebbe giorni e giorni di ricerche.
Le mosse morbide a cui non avete reagito sono:
- Gondow: «Lo dicevo: non sono lupi, ma diavoli incarnati! Hanno preso da uno dei nostri una torcia, e adesso danno fuoco all’accampamento
- Poco più in distante, il latrare del branco provoca il nitrito dei vostri cavalli.
È un verso isterico, imbizzarrito che inizia a sparpagliarsi, riecheggiando per la valle.


Ciò non toglie che una parte dei lupi potrebbe essere ancora nei paraggi. Se lo scopo era quello di disunirvi, non ci sono riusciti, ma da creature diaboliche quali sono, non avranno certo fretta nell’attendere comunque un vostro passo falso.

In una situazione ormai compromessa, tuttavia si spalanca sulla distanza un sipario inaspettato.
Sulla cima di una roccia trasversale, a forma di grossa scaglia, avvistate nitidamente la figura del chierico Grimm.
È in ginocchio, in atteggiamento di preghiera, quasi trasfigurato, mentre regge a mo’ di stendardo il suo bastone d’ordinanza.
Quest’ultimo è diventato simile a quei lampioni alla moda, nelle strade della capitale.
Emette dalla sommità un globo di luce caldo e uniforme, che respinge l’abbraccio della nebbia con una grossa bolla cristallina.
Una goccia di speranza si riversa nel cuore di tutti voi.

Cosa fate?

 

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Alexis

6 ore fa, Marco NdC ha scritto:

«È mio vivo desiderio consegnarla nelle sue mani. Tuttavia, agendo in tal guisa, ne resterebbe privato il signor Kalyst. Mi dica lei…

è il cartografo? allora si dagli le bende, uso le mie... mannaggia al crespolo. esce le sue e le usa. 

 

6 ore fa, Marco NdC ha scritto:

Il tuo temperamento furibondo, più che spronarli, ha rivelato un aspetto di te che non riescono a mandare giù. Senti che quell’ascendente da condottiero (magari anche idealizzato) che prima avevi su di loro, si è ormai incrinato.

notando questa cosa li guarda uno ad uno. Scusatemi un attimo, eravate qui per l'oro e per la gloria no? bene. Se volete l'oro e la gloria dovete affilare le spade tenere saldi gli scudi e spaccare il culo a sti lupi. Niente si ottiene gratis purtroppo. cerca di essere vagamente comprensiva ma allo stesso tempo spronarli. 

4 ore fa, Marco NdC ha scritto:

una parte dei lupi potrebbe essere ancora nei paraggi

estraggo spada e scudo, gli tengo ben stretti e sbatto la spada contro lo scudo, come per incitazione. RESTATE CONCENTRATI ! tenete unito il cerchio. non lo fate? schiattate. Più che un'ordine è un consiglio spassionato. 

Spoiler

allora con le bende mi curo di 5 o di 3?

comunque hai detto che ho degli uomini? Alexis non ha uomini. 

 

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Oropher, Maestro del Sapere

Lascio che l'aria gonfi a fondo i miei polmoni, gli riempia in profonditá, mentre acquisisco quelle consapevolezze. Quella terra lontana é antica, mi parla schietta, lasciandomi un sapore metallico in bocca, come se avessi masticato monete di rame. Nella mia mente vedo la nebbia. Da quanto tempo vaga nel nostro mondo? Dalla sua creazione? Una forza primordiale, mal domata, astuta e affamata. Ne sono affascinato. Tutto quel potere tenuto in catene, come i Jin della prima era, obbligati dai primi stregoni ad asservirgli esaudendo desideri. E se potessi fare lo stesso? Se potessi assoggettarla ed usarla? Quali poteri otterrei? Sarei il piú grande dei Maestri del Sapere? Sconfiggerei la morte? La morte... Prendo in mano il seme nato ai miei piedi e la sento al suo interno. La paura di morire é cio' che mi spaventa piú di ogni cosa. Lo spirito di un Elfo non muore, si unisce ai suoi avi nella aule di Aruel, bevendo, cenando e cantando fino alla fine delle ere. Una prigione d'oro a mio avviso, ma di cui il mio male comunque mi priverà, lo so. Esso é innaturale, ed innaturale sará la mia fine se non faccio qualcosa. Un eterno oblio mi aspetta. Scaccio quel pensiero terribile mentre apro gli occhi su Erwen. << Dammi l'ampolla di cristallo che Meglor ha nello zaino. Veloce. >>.

Mi chino su un ginocchio, mentre unisco il seme ad un pó di terriccio e lo inserisco nell'ampolla che prende a brillare come una torcia di luce bianca. Dalle mie labbra sussurro le parole dell'antica lingua per concludere il rituale. La terra, che fino a quel momento si era connessa con me si ritrae, forse per paura o perché ha ottenuto il suo scopo. Tocca a qualcun'altro contenere quel male primordiale. Una voce viscerale proveniente dagli anfratti sotto le radici della foresta. Mi dice qualcosa che non capisco. Le mie iridi rimangono catturate dall'ampolla la cui luce si sta affievolendo, oscurata da quella che sembra nebbia e sabbia cenerea.

Spoiler

Narrazione opzionale. 

Se  il rituale intrappola la Nebbia. Chiudo l'ampolla e la metto al sicuro all'interno della mia veste. Mi preoccuperò di lei piú tardi. Cerco di radunare le forze, trovare i dispersi e raccogliere il salvabile dal campo, prima di avanzare verso la destinazione. 

 

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Muovo
Grimm, Chierico di Amdar

 

Spoiler

  

Il 20/3/2020 alle 18:40, Marco NdC ha scritto:

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Grimm

L’ascia di Mèla è ancora contesa nonostante i colpi bassi e la stanchezza di entrambi.
Finché tua sorella sferra un colpo decisivo. È un pugno a martello sul tartufo del lupo, così forte da fracassargli le mucose e i denti sullo stesso manico dell’arma.

Finalmente ne ritorna in possesso. Il petto ansimante. La rivalsa negli occhi.
Celandosi con un movimento del mantello, inganna l’avversario scartando sull’altro lato. Dopodiché inizia ad infierire con tal foga, da far inorridire qualsiasi conciatore di pelli. Quel che resta del bel pelo dell’animale è ormai una poltiglia arruffata e sanguinolenta.

In contrasto con l’infuriare dello scontro, la tua calma resta granitica, come la roccia sulla quale sei in venerazione.
La divinità viene come rapita dal tuo stato di grazia, infondendoti ispirazioni e benedizioni.
Il nemico è stato astuto e crudele, sai che sarà vano salvare l’accampamento e i cavalli. Quello che è fatto è fatto, ma la mano della divinità ha preservato i libri più importanti dalle fiamme (Assistenza Divina: dominio Conoscenza e delle Cose Nascoste. Se volete potrete recuperare fino a tre Borse di Libri, spendendo però del tempo per rovistare tra ciò che resta).

C’è un giorno di marcia che vi divide dal Tempio Kusùlth, ossia dall’edificio che custodisce la Reliquia del Primo Santo.
Avanzerete con fede verso l’estremo sacrificio, se necessario. Questo è il volere di Amdar. Forse risulterà duro, ma confidi che il tuo dio provvederà nei modi e nei tempi che lui solo sa...
Assistenza Divina: se arriverete al Tempio e lancerai Santuario intorno al suo intero perimetro, qualsiasi Declamare Conoscenza al suo interno godrà +1 sul tiro.

 



Mi prostro in ringraziamento alla divinità. La roccia come altare. Il bastone come stendardo della mia fede.
Rinvigorito da un nuovo zelo mi appresto a raggiungere il resto del gruppo. Prego che stiano tutti bene, ma temo che abbiano ricevuto la loro parte di guai.
Mèla è con me. Mi affianca durante il tragitto, e quasi fatico a tenerle il passo. È ancora sovreccitata dallo scontro. Le sento distintamente il cuore balzarle nel petto.

«Papà sarebbe orgoglioso di te…» spezzo il silenzio, quasi sorprendendo me stesso.
Forse desidero solo recuperare un rapporto incrinato dalla sua folle partecipazione a questa spedizione.
«Ed anch’io lo sono…» ammetto. «Osservandoti, i miei ricordi volano a quando eri bambina. È più forte di me, sarò sempre protettivo. Sei pur sempre la mia "sorellina". Ma ormai sei anche una donna, e hai dimostrato di sapere il fatto tuo. Ci sarai di grande aiuto, che Amdar sia con te...»

Modificato da Marco NdC
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Spoiler
Il 20/3/2020 alle 23:59, MasterX ha scritto:

Alexis

è il cartografo? allora si dagli le bende, uso le mie... mannaggia al crespolo. esce le sue e le usa. 

 

notando questa cosa li guarda uno ad uno. Scusatemi un attimo, eravate qui per l'oro e per la gloria no? bene. Se volete l'oro e la gloria dovete affilare le spade tenere saldi gli scudi e spaccare il culo a sti lupi. Niente si ottiene gratis purtroppo. cerca di essere vagamente comprensiva ma allo stesso tempo spronarli. 

estraggo spada e scudo, gli tengo ben stretti e sbatto la spada contro lo scudo, come per incitazione. RESTATE CONCENTRATI ! tenete unito il cerchio. non lo fate? schiattate. Più che un'ordine è un consiglio spassionato. 

  Rivela contenuti nascosti

allora con le bende mi curo di 5 o di 3?

comunque hai detto che ho degli uomini? Alexis non ha uomini. 

 

 

Alexis,
Per quanto cariche di buone intenzioni, le tue parole vengono accolte da un silenzio tombale. Non solo a causa di questa situazione surreale, ma forse è perché stai proiettando le tue priorità (appetiti), di fama e gloria, anche sugli altri.
La verità è che i più sono mossi da una causa, che potrebbero definire più… nobile. Sicuramente più disperata, e magari insensata ai tuoi occhi: quella di riportare senno e speranza ad un mondo sull’orlo del caos (vedi parole del Reverendo). E nemmeno lo fanno per sé stessi, ma per i propri figli, e per i figli dei loro figli.
In questa circostanza hanno agito al meglio delle loro possibilità. Gli eroi siete voi tre. Spirito, mente e braccio. Poteva essere un massacro. È già tanto che gli altri abbiano limitato le perdite mentre dovevano cavarsela da soli.

Yurol ti osserva dalla distanza, ma con discrezione.
Qualche voce maliziosa direbbe che abbia un debole per te. Oppure che è il tipico bellimbusto imborghesito, che alimenta il proprio ego facendo il cascamorto con le donne.
Ad ogni modo se ne sta lì, ammutolito, anche se è evidente che vorrebbe parlarti. Ti ha preso seriamente: non oserà farlo se non sarai tu stessa a rivolgergli la parola.
Così si limita alle tue disposizioni. Si avvicina al giaciglio di fortuna, su cui è adagiato Kalyst, e porge le bende al buon Alduin, che lo sta assistendo. Il cartografo è ridotto davvero male. Forse non passerà la notte. Non è da escludere che quelle siano bende sprecate…

Ad ogni modo, Kalyst, dopo l’ennesima avida sorsata da una fiaschetta, viene ricucito dalle operose dita di Alduin, e da un filo che giureresti essere invisibile.

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Kalyst: «Hahaha beviamo! Tanto moriremo tutti!» delira durante l’operazione. Forse in preda alla febbre, all’alcol o tutt’e due.

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Alduin: «Questo è innegabile. Sono parole sagge le tue» sta ironicamente al suo gioco, mentre fissa l’ultimo giro di bende. «Ma la domanda è: perché non prendercela comoda? Non c’è mica fretta?» gli sorride.


Riguardo le bende

Spoiler

 

“è il cartografo? allora si dagli le bende, uso le mie... mannaggia al crespolo. esce le sue e le usa”

Descrivi sempre le tue azioni. Il gioco è fiction first. Non è un “uso le bende = guadagno tot PF” (comunque sarebbero 4)
La fiction dice che hai subito un colpo al volto. Cosa fai, ti fasci la faccia?

P.S.: Non sto dicendo che non puoi farlo. Dico solo che manca la parte descrittiva, e che la parte descrittiva è necessaria.
Qualsiasi cosa tu faccia, se puoi descriverla e non contrasta regole e/o fiction, allora puoi farla. Altrimenti no.

P.P.S.: Il gesto di “scroccare” delle bende altrui nonostante tue avessi già delle tue, non è passato inosservato… Considera che attualmente non sei vista proprio di buon occhio dal gruppo.
Contrariamente avresti potuto “acquisire punti” ai suoi occhi, se avessi generosamente ceduto una parte delle tue bende al povero Kalyst 😉

 


Riguardo i tuoi uomini

Spoiler

 

“comunque hai detto che ho degli uomini? Alexis non ha uomini.”

Non proprio. Ho detto:
“Riguardo ai restanti nove specialisti, se vi fa piacere e avete dimestichezza con le regole sui gregari, potete crearli voi stessi mantenendovi però sui due punti da distribuire a testa.
Essendo in nove, potete dividerli tra di voi (ergo non create più di tre specialisti a testa).
Ad esempio Alexis potrebbe avere qualche tirapiedi della sua banda (combattente o guardia del corpo), Grimm qualche suo confratello (sacerdote) e Oropher qualche recluta dei Maestri del Sapere (adepto), etc..
Per inciso, questa non è una cosa che “dovete” fare. Fatela se vi fa piacere spenderci del tempo.”

Questa possibilità era fattibile all’inizio del gioco.
Allo stato attuale alcuni dei nove specialisti disponibili sono stati già definiti: ad esempio Yurol e Gondow.
Senza considerare i tre che ha usato ad Oropher (Meglor, Alduin, Erwen), e qualcun altro che nel mentre c’ha rimesso le penne. Sicuramente i due che hanno montato la guardia nottetempo (spoiler: vedi il seguito della narrazione).
Pur non usando i tre che spetterebbero a Grimm, nella migliore delle ipotesi ne restano altri due.
puoi creare adesso i tuoi gregari. Se vuoi approfondire ti rimando a:
https://www.dungeonworld.it/come-giocare
appunto, al paragrafo “Gregari”
Come al solito, se c’è qualcosa che non ti è chiara, chiedi pure.
Sottolineo che TUTTI i gregari “appartengono” a TUTTI i giocatori. Puoi benissimo dare ordini a chiunque nel gruppo, compreso Alduin, Erwen e Meglor. Quello che cambia sono le dinamiche personali, e il fatto che questi tre in particolare non li hai buildati secondo le tue preferenze.

 

 

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Spoiler
Il 21/3/2020 alle 13:24, Crees ha scritto:

Oropher, Maestro del Sapere

Lascio che l'aria gonfi a fondo i miei polmoni, gli riempia in profonditá, mentre acquisisco quelle consapevolezze. Quella terra lontana é antica, mi parla schietta, lasciandomi un sapore metallico in bocca, come se avessi masticato monete di rame. Nella mia mente vedo la nebbia. Da quanto tempo vaga nel nostro mondo? Dalla sua creazione? Una forza primordiale, mal domata, astuta e affamata. Ne sono affascinato. Tutto quel potere tenuto in catene, come i Jin della prima era, obbligati dai primi stregoni ad asservirgli esaudendo desideri. E se potessi fare lo stesso? Se potessi assoggettarla ed usarla? Quali poteri otterrei? Sarei il piú grande dei Maestri del Sapere? Sconfiggerei la morte? La morte... Prendo in mano il seme nato ai miei piedi e la sento al suo interno. La paura di morire é cio' che mi spaventa piú di ogni cosa. Lo spirito di un Elfo non muore, si unisce ai suoi avi nella aule di Aruel, bevendo, cenando e cantando fino alla fine delle ere. Una prigione d'oro a mio avviso, ma di cui il mio male comunque mi priverà, lo so. Esso é innaturale, ed innaturale sará la mia fine se non faccio qualcosa. Un eterno oblio mi aspetta. Scaccio quel pensiero terribile mentre apro gli occhi su Erwen. << Dammi l'ampolla di cristallo che Meglor ha nello zaino. Veloce. >>.

Mi chino su un ginocchio, mentre unisco il seme ad un pó di terriccio e lo inserisco nell'ampolla che prende a brillare come una torcia di luce bianca. Dalle mie labbra sussurro le parole dell'antica lingua per concludere il rituale. La terra, che fino a quel momento si era connessa con me si ritrae, forse per paura o perché ha ottenuto il suo scopo. Tocca a qualcun'altro contenere quel male primordiale. Una voce viscerale proveniente dagli anfratti sotto le radici della foresta. Mi dice qualcosa che non capisco. Le mie iridi rimangono catturate dall'ampolla la cui luce si sta affievolendo, oscurata da quella che sembra nebbia e sabbia cenerea.

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Narrazione opzionale. 

Se  il rituale intrappola la Nebbia. Chiudo l'ampolla e la metto al sicuro all'interno della mia veste. Mi preoccuperò di lei piú tardi. Cerco di radunare le forze, trovare i dispersi e raccogliere il salvabile dal campo, prima di avanzare verso la destinazione. 

 

 

Oropher,
la formula rituale fluisce dalle tue labbra, prendendo vita ed esercitando il suo potere.
Suo malgrado la nebbia deve piegarsi di conseguenza.
Si comprime come in preda agli spasmi, per poi addensarsi in forma di una colonna ritorta e svasata verso l’alto.
Fluttuando sull’ampolla, diventa sempre più ciclopica, più vorticante, innalzandosi fino a lambire la volta del cielo.
Con un tuo ultimo comando, la colonna viene prodigiosamente risucchiata nel piccolo contenitore. Il fragore è assordante, assimilabile a quello di un geyser che erutta all’incontrario.
L’ampolla è tutta un fremito, finché non viene rinchiusa con un tappo. Adesso hai la nebbia in pugno. In tutti i sensi.

Lo stupore dei presenti è quello di chi ha assistito un miracolo, così grande, che a raccontarlo si passerebbe per la barzelletta della taverna.

La vallata nella quale vi trovate, e che precede le rovine di Kusùlth, finalmente si spalanca ai vostri occhi, rivelandosi per quella che è:
Uno sconfinato tappeto bianco che riflette un cielo terso e cristallino.
Uno scenario fiabesco se non fosse per i lupi che, privati del favore della nebbia, si sentono scoperti, confusi.
Ringhiano minacciando vendetta. Ma è solo scena. Dopo un po’, imitando il capobranco, fuggono in direzione del bosco. Le orecchie basse, la coda tra le gambe.
Sembrerebbe un lieto fine se non fosse per le vostre tende, ancora in preda alle fiamme…

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Tutti
Finalmente Grimm e sua sorella “ritornano all’ovile”.
È bello rivederli sani e salvi, ma per quanto la situazione si sia tranquillizzata con il dileguarsi della nebbia (e con essa i lupi), si respira comunque un’aria di profondo sconforto.
La conta dei sopravvissuti è impietosa.
A parte voi tre e la giovane Mèla, restano solo dodici dei venti uomini che vi erano stati affidati.

Battendo l’area circostante ritrovate immediatamente le due guardie notturne (due del gruppo “specialisti”).
O quello che ne resta almeno: sono state orribilmente smembrate.
Su di loro non c’è stato solo un attacco furtivo, coordinato, ma anche gratuitamente violento.
Qualcuno singhiozza sulla loro sorte, qualcun altro ripete l’epiteto ormai diventato comune per quella razza di bestie: “diavoli incarnati”.
Ad ogni modo il ritrovamento delle guardie spiegherebbe perché nottetempo non via abbiano allertato.
Né per i lupi, né per l’avvicinarsi di quella foschia che avete sempre accuratamente evitato.

Il resto è una storia che conoscete. Sopraggiunta l’alba siete usciti dalle tende, ritrovandovi nel mezzo del nulla. Non sentivate un vero motivo per fare “armi e bagagli”. O forse è stata la nebbia stessa a confondervi. D’altronde… era soltanto nebbia.
Ma quel che è stato è stato. Adesso siete nel cuore della Foresta Primordiale, sprovvisti di tutto o quasi, e non c’è tempo nemmeno per le lacrime.

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Gondow: «Non abbiamo il tempo di seppellirli… Presto verranno pietosamente coperti dalla neve. Pace all’anima loro» riferendosi ai due cadaveri «Raccattate quelle quattro cose che vi restano. Adesso dobbiamo concentrarci sulla nostra sopravvivenza.»

Le tende, ridotte a cenere e fiammelle, ancora crepitano. Alcuni si precipitano a spalare neve sulle fiamme, ma è evidente che i vostri averi sono perlopiù andati in fumo.
Frugate lo stesso. Fate un lavoro minuzioso, perdendoci del tempo prezioso, ma alla fine recuperate poca roba.
Miracolosamente, confermando le predizioni del chierico, alcuni tomi sono rimasti intatti (3 x Borsa di Libri).
La notizia corre di bocca in bocca. Non per il ritrovamento in se, ma per l'interpretazione che ne viene data: un segno di benevolenza dall’alto.

Così due portantini di buon cuore hanno assemblano una barella di fortuna.
Il signor Kalyst un giorno potrà deambulare, magari con l’aiuto di una gruccia, ma attualmente deve essere trasportato di peso.
Vi rallenterà, questo è certo. Ma almeno, avendo perso i sensi, non vi tormenterà con i suoi sproloqui.

Questo è quanto. Si parte.
La scarsità di viveri e di altri beni, sarà un problema che affronterete successivamente.
Le ore di sole sono sempre troppo poche, e dovete raggiungere le rovine prima di essere sorpresi dalla notte, dalla tormenta o da chissà cos’altro. Sperando che in qualche modo le rovine saranno un riparo perlomeno decente.

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Gelaria – Giorno 39 – Anno 26.287
Rovine di Kusùlth


Ordinati in fila, solcate lungo la valle una scia simile ad una lacrima che scende su un viso algido.
Il silenzio è carico di lutto, e interrotto da occasionali brontolii di stomaco.

La neve alta mette a dura prova cosce e polpacci. Le dita dei piedi nemmeno le sentite più.
L’assenza dei cavalli si fa sentire, e la barella con Kalyst viene passata di braccia in braccia, provocando il malcontento di chi lo trova un sacrificio evitabile.

Ma stringete i denti. Le rovine si avvinano, mentre il sole volge oltre l’orizzonte.

Affidati all’istinto di Alduin, penetrate nella cittadella - che è una vera e propria metropoli - fino a raggiungere le pendici del Tempio.
La luna è ormai allo zenit.

Vi trovate davanti a una struttura verticale, imponente e minacciosa.
Stagliandosi al chiar di luna rivela un’architettura a dir poco inusuale.
Le innumerevoli guglie sembrano zanne aguzze e ritorte verso il cielo, mentre le gargolle, grottesche ricostruzioni di demonietti, si affacciano da cornicioni e sporgenze, come per controllarvi.
Anche l’entrata ha un che di raccapricciante. Ricorda una mostruosa bocca dentata.
Ad ogni modo è chiusa da un monolite. E' davvero enorme. Bussandoci sopra  vi rendete conto del suo spessore. Nemmeno cento uomini riuscirebbe a smuoverlo. Tanto meno voi, che siete terribilmente stanchi.

Quel che è peggio è che il tempo inizia nuovamente a mutare. Le nuvole si addensano, l’aria diventa pungente. Avete imparato a riconoscere questi segni. Ben presto arriveranno raffiche di vento e neve.

Cosa fate?

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7 ore fa, Marco NdC ha scritto:

Per quanto cariche di buone intenzioni, le tue parole vengono accolte da un silenzio tombale. Non solo a causa di questa situazione surreale, ma forse è perché stai proiettando le tue priorità (appetiti), di fama e gloria, anche sugli altri.

Alexis

beh.. ci ho provato. visto che le buone non vi piacciono, adesso ci andrò pesante. punteggia. 

comunque mi hai detto tu di provare a usare i miei appetiti per migliorare i tiri ed è quello che sto cercando di fare... 

7 ore fa, Marco NdC ha scritto:

Ad ogni modo se ne sta lì, ammutolito, anche se è evidente che vorrebbe parlarti. Ti ha preso seriamente: non oserà farlo se non sarai tu stessa a rivolgergli la parola.

lo noto , gli rispondo subito prima che dica qualsiasi cosa. no, sei fortunato che poi ci sono io e non una mia amica, a quest'ora ti avrebbe impalato ficcandoti su per le chiappe la testa di un cavallo , o di quello li indica uno a caso. mentre prendo delle bende, ne strappo alcuni pezzi , uso degli unguenti che avevo preso prima dall'infermeria ora chiusa a causa fiamme. me le applico sulla faccia facendo tipo tampone per alleviare il dolore. mh mh... 

 

7 ore fa, Marco NdC ha scritto:

Ben presto arriveranno raffiche di vento e neve.

bisogna trovare riparo. ne cerco uno, se avete dei vestiti pesanti e meglio se cominciate a condividerli. 

cosa devo tirare per cercare qualcosa?. 

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Oropher, Maestro del Sapere

Gelaria – Giorno 39 – Anno 26.287
Rovine di Kusùlth

Stretto nell'elegante veste da viaggio, colorata delle mille tonalità dei grigi e tessuta dalla sapienti mani elfiche della Gilda degli Artigiani, dietro solamente agli apripista, guido quello che resta del nostro gruppo attraverso la neve e le decadenti rovine della piu' grande città mai costruita da mano mortale. "Un monito per ogni grande regno", penso, mentre supero ville, botteghe, locande, bagni, e uffici di cui non restano che spoglie e scheletri.  Grimm, la cui fede incrollabile sembra essere il principale sostegno per gli altri sopravvissuti, mi cammina vicino, appoggiando il peso al bastone che affonda nella neve e nei solchi delle strade lastricate di pietre. Sua sorella non é lontana e come altri, guarda a lui in cerca di un segno divino e rivelatore riguardo il buon esito della nostra spedizione. Questa cerca del sacro, in un posto così ostile ed antico mi preoccupa. Anche il mio rituale sembra essere stato percepito come un miracolo, una benedizione provvidenziale.  Non sanno che presto ci verrà chiesto di pagare un prezzo, di cui ancora non conosco la portata. A tal proposito, mi confido con il chierico, perché nonostante il subdolo ed intimo pensiero di controllare la nebbia, devo trovare un modo di proteggermi e proteggerci da essa, prima che tenti di uscire dalla sua prigionia.

<< Abbiamo perso troppe risorse, amico mio. Sia in termini di anime, che d'equipaggiamento. Non certo un buon auspicio per questa nostra sacra missione. Se cio' non bastasse un altro problema sta per ripresentarsi ed ho bisogno del tuo consiglio. >> gli spiego a grandi linee il rituale svolto e le sue conseguenze mentre gli mostro l'ampolla di cristallo. << Forse tu conosci qualche preghiera che può fare al caso nostro, oppure puoi chiedere al tuo Dio... >> commento volutamente sardonico, tanto per punzecchiarlo. Ho vissuto troppo tempo, e visto troppe cose per non credere agli dei ed i loro agenti, ma la loro fede mi fa comunque ancora sorridere.

 

Alla vista del tempio, la bocca si asciuga, mentre gli occhi scorrono fra le sue linee singolari, cercando un collegamento con gli scritti di Mokar il Dubbioso, uno dei pochi tomi salvati dalle fiamme. In particolare cerco il significato dei simbolismi del culto, il richiamo a fauci e zanne, i gargoyle, e magari qualche informazione sui rituali che compivano i suoi sacerdoti. Finito di sfogliare avidamente il libro, mi avvicino al monolite, scrutandone la superficie irregolare in cerca di qualche meccanismo od incisione che spieghi come attraversarlo, mentre con voce distratta e assorta richiamo l'attenzione di Alduin. << Cerca un edificio che, per quanto possibile, sia ancora in buono stato da offrire riparo all'intero gruppo. Sarebbe ottimo un luogo che possiamo attrezzare a campo base, per quando riusciremo ad accedere al tempio, ma si lesto. Il tempo sta cambiando nuovamente, cercando di sorprenderci e non possiamo permetterlo. >> concludo, senza voltarmi verso la sua figura agile, che percepisco scivolare via con passo felpato, consapevole di ció che deve fare. Sempre con gli occhi catturati dalle venature della pietra, allungo la mano sulla spalla di Meglor, che da quando ho concluso il rituale, non ha fatto che seguirmi silente come un ombra. << Spero che la nostra, giustificata ma momentanea sfiducia reciproca , sia passata. Ho bisogno che controlli lo stato del Cartografo. Mi sembra di ricordare che ti eri offerto d'informarlo ed assistere alla sua amputazione. Cerca di capire quanto può'ancora aspettare, e mettiti d' accordo con Erwen per tutto il necessario. Ho fede che farete la cosa giusta. >> concludo staccando un attimo gli occhi dal monolite e spostandoli sulla giovane elfa.  << Dobbiamo anche controllare le scorte alimentari, razionarle e pensare a come procurarcene altre prima di esplorare il tempio. Una volta che avremo trovato un punto per stabilire una base e questa sarà sicura,  i rifornimenti saranno la nostra priorita'.>>

Spoiler

- mentre gli occhi scorrono fra le sue linee singolari, cercando un collegamento con gli scritti di Mokar il Dubbioso .... Declamare conoscenze 3+3 +2 int+1 utilizzo libri = 9

- scrutandone la superficie irregolare in cerca di qualche meccanismo od incisione che spieghi come attraversarlo, ....  Discernere realtà 6 +1 +1sag

Cosa qua è utile o di valore per me?

 

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Muovo
Grimm, Chierico di Amdar

C’è da dire che noi nani siamo orgogliosi della nostra razza. Fin troppo dicono in molti.
È vero, magari siamo tarchiati, meno aggraziati di molti altri che popolano questo variegato mondo. Ma siamo anche tremendamente robusti e caparbi.
E questo è un bene, visto che il tragitto verso le rovine è a dir poco massacrante.
Similmente ai buoi che tirano l’aratro, più che scavalcare la neve, passo dopo passo, quelli come noi possono solo solcarla di potenza.
Alexis invece si avvantaggia delle sue lunghe leve. Buon per lei.
Il suo volto però è inacerbito. Anzi, ora che la osservo meglio, noto anche una tumefazione che si è allargata su uno zigomo. Come se la sarà procurata?
Ale… Ale… Mi avvicino, facendo convergere la mia scia da "rostro-rompighiaccio", alle sue impronte larghe come fossi.
La sfioro quasi senza farmi accorgere. Non le chiedo nulla a riguardo. Non mi sembra in vena di conversazione, ma prego per lei. Come ho sempre fatto d’altronde (Legame: Alexis si mette continuamente in pericolo, lo terrò al sicuro).
Lanciare Incantesimi: Cura Ferite Leggere
“Al tuo tocco le ferite si rimarginano e le ossa cessano di far male. Guarisci 1d8 danni a un alleato.”

2d6+SAG + 1 +5 +2 = 8; (scelgo di dimenticare l’incantesimo)
Punti ferita guariti 1d8 = 3… beh, meglio di niente




Arrivati al Tempio mi guardo bene intorno. Il vapore dalla mia bocca, la condensa ghiacciata sulla mia barba.
Questo posto non mi piace per nulla.

Mi appoggio al mio bastone, la cui luce ancora rifulge a gloria di Amdar. Riprendo fiato, vagheggio sull'aroma dell’erbapipa che è andata in fumo con tutto il resto. Che spreco.

Si avvicina Oropher, porgendomi l’ampolla in cui è stata intrappolata la nebbia.
La osservo affascinato, quasi ipnotizzato dal suo rimestarsi – mai avrei immaginato un prodigio del genere – mentre ascolto tutta la storia.
Ma con mia sorpresa è lui, Maestro del Sapere, a chiedermi consiglio.
Sospiro profondamente.
«Dunque questa nebbia sarebbe, o rappresenterebbe, un’entità che precede la creazione del mondo» esclamo sommessamente, mentre massaggio la barba.
«Amico mio, temo che potrò solo tediarti con la solita retorica di noi vecchi chierici, e tu sei già stremato dal viaggio.
Come tutti noi d’altronde. Ma se può esserti di conforto... 
Amdar, l’unico e vero dio, trascende il tempo e la creazione. Questa è la nostra fede.
Lui è al disopra di questa entità. Non c’è dubbio. Così com’è certo che nella sua sapienza, Amdar si rivela nei suoi modi e nei suoi tempi.
Forse non è quello che vorresti sentirti dire, ma al momento non posso dare una soluzione per il tuo problema. Però posso assicurarti la mia umile preghiera… e se vorrai unirti a me, ne sarei profondamente onorato. Ti sono vicino. Abbi fede amico mio…» (Legame: Sto cercando di convertire Oropher alla mia fede»

...

Mi avvicino al grosso monolite che preclude l’ingresso al Tempio.
Ha un che di minaccioso. Lo scruto, gli occhi socchiusi, ma il mio non è un atteggiamento di sfida.
Mi inginocchio sulla nuda roccia e umiliandomi chiedo consiglio ad Amdar (Assistenza Divina)
Allo stesso tempo chino il capo e poggio il palmo sulla liscia superficie del monolite, entrando in profondo contatto col suo spirito.Voce dei Taciturni (Mossa razziale. Solo su pietra)
“Con un tocco parli agli spiriti che risiedono nelle cose. L'oggetto non vivente che tocchi risponde a tre domande per te, al meglio delle sue facoltà.”
2d6+SAG 1 +2 +2 = 5; (segno un Punto Esperienza)
Le mie domande sarebbero state:
- Come puoi essere aperto?
- Chi sono le ultime persone ad essere entrate?
- Ci intrappolerai nel Tempio, se dovessimo entrare?

Sento l’ostilità del monolite opporsi al mio tocco.
Così ritiro la mano e la giungo in preghiera con l’altra.

...

Mentre gli altri si affaccendano per trovare ed allestire un rifugio, sprofondato nella meditazione, perdo quasi il senso del tempo.
(Comunione)
Orazioni: Luce; Purificare; Guida; Voce dei Taciturni (solo su pietra)
Inc. 1° Livello: Cura Ferite Leggere; Santuario

Quando riapro gli occhi, la notte è ancora più fredda e fonda.
«Borovold!» convoco d’urgenza il mio sottoposto. «Prepara incenso e turibolo: abbiamo un voto da ottemperare.
Dobbiamo strappare questo Tempio all’empio dominio sui cui è stato eretto. E' nostro dovere consacrarlo all'unica e vera divinità. Accompagnami in questa missione. Percorreremo il perimetro della struttura salmodiando il sacro rituale. Ma dovremo far presto, prima che le intemperie ci mettano sopra gli artigli.»
Santuario
“Percorrendo il perimetro di un'area, lo rendi consacrato alla tua divinità.
Fintanto che resti all'interno dell'area vieni avvertito quando qualcuno agisce con intento maligno all'interno del santuario (comprende entrare nel santuario con l'intenzione di fare del male). Chiunque venga guarito all'interno del santuario guarisce +1d4 PF.”
(Precedente Assistenza Divina: “se arriverete al Tempio e lancerai Santuario intorno al suo intero perimetro, qualsiasi Declamare Conoscenza al suo interno godrà +1 sul tiro.”)
2d6+SAG = 1 +3 +2 = 6; Altro fail…altro Punto Esperienza… che vi devo dire, i dadi si sono svegliati col piede storto xD




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Borovold

Spoiler

Nome Gregario: Borovold
Lealtà: 1
Costo: Fare del Bene
Sacerdote: 1
I sacerdoti sono il clero di basso rango di una religione, officiano funzioni minori e impartiscono i sacramenti più comuni. Anche se non possono lanciare degli incantesimi loro stessi, possono chiedere aiuto alla loro divinità per questioni minori.
* Sacerdozio — Quando ti accampi con un sacerdote, tutti gli effetti di guarigione guariscono +abilità PF.
* Primo Soccorso — Quando un sacerdote ti rammenda le ferite, guarisci 2×abilità PF. Prendi -1 al prossimo tiro essendo la guarigione dolorosa e impacciata.

«Mèla, vieni anche tu? Non si sa mai…» abbozzo un sorriso, mal celando un brutto presentimento.
«Borovold, ti prego di benedire mia sorella e la sua ascia. Ma adesso andiamo. Il tempo stringe...»

Modificato da Marco NdC
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