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L'Isola - Gioco


Albedo

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Zoso

Lo stupore per la fine orrenda della creatura e l'odore nauseabondo che ne deriva mi lascia del tutto stupefatto ed avvilito come per ogni morte. 

Grazie Jaeneis... non credo sara' tanto semplice raggiungere la superficie. Tentiamo di fare il percorso retroso... piuttosto che avventurarci in queste cavarne.... che ne dite? 

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Jamal Ibn Shaitan

Guardo confuso Jaenis quando dice che la storia è conclusa così. È solo in quel momento che inizio a guardarmi veramente intorno: il soffitto si sta crepando e il portale, che in prima battuta avevo ricollegato a quella creatura, conduce in realtà al nostro mondo. Sta crollando tutto, Bud: abbiamo avuto successo. E penso che uccidere il suo araldo e distruggere il glifo sia stato sufficiente ad indebolire le creatura. Dico al macellaio, guardando quindi il portale Dovremmo attraversarlo. Forse siamo ancora in tempo per salvare parte degli abitanti. 

Modificato da Ian Morgenvelt
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Correte verso il portale e senza chiedervi più di tanto vi ci tuffate dentro.

Riprovate la stessa sensazione della priam volta, incapaci dic apire dove sia il sopra, il sotto o anche solo il dentro e il fuori del vostro corpo. Quello che invece sentito è l'impatto contro una pianta appena fuori dal portale.

Il cielo è azzurro e limpido, una fresca brezza spira dal mare... e la terra sta tremando. Non siete sul monte, siete in mezzo ad alcune rovine sulla costa, una parte della costa che nona vevate ancora esplorato, forse siete in quella che fu la prima colonia. Fra le rovine notate due monoliti simili a quello che avevate trovato nella foresta, entrambi sono crepati e sotto i vostri occhi cadono in frantumi.

Ma il terreno continua a scuotersi. 

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Jamal Ibn Shaitan

Ancora una volta sento il senso di straniamento quando attraverso il portale, che si trasforma in un tonfo sordo quando sbatto contro una pianta. Fa piacere rivedere il cielo, per quanto io sappia che potrò farlo ancora per poco: la terra sta tremando, un terremoto che fa presagire la fine di tutto. Mi guardo attorno, per capire se io possa fare qualcosa per salvare i coloni, notando delle rovine e dei monoliti: evidentemente siamo nell'antica colonia. Proviamo a raggiungere il villaggio. È un tentativo disperato, ma dobbiamo farlo. Non voglio morire senza aver dato il tutto per tutto per salvare quella gente. 

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Iniziate a camminare rapidamente per quasi un'ora verso la colonia, quando siete in prossimità della stessa stranamente non sentite alcuna voce o altri suoni, eppure con un terremoto in corso qualcosa dovreste udire.

Giungete infine sulla spiaggia della colonia... o di ciò che ne resta. Ogni cosa è stata distrutta, tutti gli edifici sono stati abbattuti o incendiati, da dove siete vedete dei corpi a terra, e il vento, cambiando direzione, vi porta un disgustoso odore di carne in putrefazione.

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Bud Kug

Saltiamo nel portale, ci schiantiamo contro un albero, corriamo per l'isola mentre impazza un terremoto per arrivare a trovare il villaggio bruciato e sentire odore di carne carbonizzata.

NO! Quegli stramaledetti bastardi! Dimmi di no! Urlo mentre il mio pensiero corre al ricordo del villaggio che vedemmo con la guardia precedente.

Mia dea! Sono tutti venuti da te? Ma non è troppo presto?! Penso

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Jamal Ibn Shaitan

Quando arriviamo alla colonia non sentiamo nulla. Silenzio totale. No, ti prego... Non questo. La vista che ci accoglie sulla spiaggia è peggiore di qualunque incubo: gli edifici sono stati bruciati e i cadaveri sono sparsi per terra, ormai morti da tempo a giudicare dall'odore portato dal vento. Tutti morti. Probabilmente hanno perso la ragione in seguito alla nostra partenza. La storia si è ripetuta... Mi accascio a terra contro un albero, rimirando l'incubo davanti ai miei occhi: il pensiero di poter salvare i coloni era l'unica cosa che mi dava la forza di continuare a combattere. Ma ora che anche quello è andato, la stanchezza fa pagare il suo prezzo: per quale ragione dovrei ancora combattere?

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Zoso

Sfuggendo come possiamo dalle rovine tremolanti ci infiliamo nel portale che di rimando ci fa mettere piede sull'isola. Ci troviamo in una parte sconosciuta ma che riconosciamo familiare per le strutture dei coloni, purtroppo mal ridotte e mezze stecchite dalle fiamme. Cosa sara' successo? Ci avviciniamo, anche se in cuor nostro, un'ombra nera avanza come la certezza della morte che ha colpito i nostri compagni.... 

Siamo rimasti solo noi tre, dico ai compagni, tutti morti... quando si fermera' la tua sete di sangue? Domando, sicuro d'essere ascoltato.

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Istintivamente rallentate il passo nonostante la terra continui a tremare, raggiungete ciò che rimane della colonia e l'orrore che si è compiuto si palesa ai vostri occhi. Simile, se non peggio, di quanto avevate visto nell'altra colonia. Tuttavia alcune cose non vi tornano: lo stato dei cadaveri. In particolare il delegato governativo (impalato al centro della piazza) si è essiccato al sole, vuol dire che è stato lì per almeno una settimana... ma voi siete stati via solo due giorni....

Poi un suono attira la vostra attenzione. E' il pianto di un neonato. Non impiegate molto a trovarlo, e scoprite che per chissà quanto tempo, è stato accudito e allattato da una cagna.

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Jamal

Procedo verso il villaggio smorto e apatico, senza più nessuna voglia di combattere. Lo stato dei cadaveri, però, mi riscuote: è un dettaglio che cattura immediatamente la mia attenzione, essendo a dir poco assurdo. Non posso essere così dopo solo due giorni... E se fosse una visione creata dalla creatura, per farci arrendere? O forse è solo un modo per trovare un barlume di speranza... Mi guardo intorno perplesso quando sento il pianto di un neonato, seguendo il rumore fino a trovare un bambino che, a quanto pare, è stato allattato da una cagna. Lo riconoscete? Chiedo ai miei compagni mentre mi guardo intorno circospetto, cercando dei segni che provino la mia teoria.

Master

Spoiler

Percezione +8

 

Modificato da Albedo
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Sì vi ricordate del piccolino (umano), avrà si e no 1 anno.

@Jamal

Spoiler

Forse è un bene, forse no. Ma ciò che ti circonda è la realtà.

Sono due gli eventi che vi scuotono riportando le vostre menti al presente. Una forte scossa del terreno con l'acqua che inizia a salire lungo la spiaggia, indice che l'isola sta affondando, e le parole di Jaenis

Temo che durante il combattimento contro la creatura e la parziale attivazione del glifo abbia influito pesantemente sulle loro menti facendoli impazzire... e considerato lo stato di questi corpi... chissà quanto è durato. Noi eravamo su un altro piano, quello che per noi è stato un giorno, forse per loro sono stati  molto di più. 

Un boato interrompe la chierica, parte della montagna crolla qualche centinaio di metri più avanti rispetto a voi.

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Zoso

Lo spettacolo della seconda colonia e' davvero raccapricciante... sacrifici e carneficine sono sotto i nostri occhi... il gemito di un bimbo ci rincuora. Ma e' una magra consolazione. Nonostante questa fortuna, l'isola sembra collassare su se stessa, e le novita' di Jaenis non portano conforto... 

Quindi l'ornamento, nonostante non sia stato completato dal sangue, che circolava al suo interno, ha azionato un meccanismo di protezione... e comunque si e' attivato. In pratica non ci resta che iniziare a pregare e preparare le nostre anime alla Grande Consolatrice. Abbiamo alternative, ragazzi?

Mi spiace per te bambino... potessimo salvarlo in una noce, incavo d'albero e consegnarlo alle acque forse si salverebbe... se non prima divorato vivo.

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Jamal Ibn Shaitan

Purtroppo la mia teoria si rivela sbagliata: Jaenis ci spiega che l'attivazione parziale del glifo è stata sufficiente a far impazzire la gente. E lo stato dei cadaveri è dovuto al piano... Un'illusione. Sto per accasciarmi di nuovo quando sento le parole di Zoso, che accendono un barlume di speranza. Possiamo sempre costruire una barca per ospitare il bambino e la cagna che lo ha nutrito fino ad oggi. Siamo destinati alla morte, tanto vale spendere i nostri ultimi istanti per salvare un innocente. Propongo ai miei compagni, aggiungendo E magari potremmo affidare ai flutti anche il diario del padre di Caraviel e una breve spiegazione di questa storia. Non so se il bambino riuscirà a sopravvivere, ma un baule di speranza è pur sempre meglio di nulla. 

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Non vi è difficile costruire, anche se in fretta per mettere in salvo il piccolo, la cagna e voi. Legna, corde e attrezzi non mancano e in 4 fare una zattera non è complesso, anche se indubbiamente non vi permetterà di fare molta strada.

L'isola si sta inabissando sempre di più, altre frane coinvolgono la montagna al centro, ma incredibilmente riuscite ad abbandonarla più che in tempo. Siete relativamente lontani quando l'isola scompare per sempre sotto la superficie del mare.

Ma siete vivi. E quell'incubo, forse, è stato spazzato via per sempre.

Passate tre giorni alla deriva. Grazie ai poteri di Jaenis l'acqua potabile non vi manca, e verso il tramonto incrociate una nave. Venite issati a bordo, curati e ristorati. Poi il capitano viene a trovarvi per saper  la vostra storia.

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Jamal Ibn Shaitan

Non è difficile costruire una zattera e, oltre ogni mia prospettiva, riusciamo a metterci in salvo assieme al bambino e alla cagna. Lancio un'ultima occhiata all'isola mentre si inabissa nel mare, un'occhiata mista di tristezza, soddisfazione e rimorso. Spero solo che tutto questo ne sia valsa la pena...

Passo i giorni seguenti a scrivere in più copie un resoconto dei fatti accaduti sull'isola, tenendo sempre il diario del padre di Caraviel nello zaino. È solo dopo tre giorni che troviamo una nave, dove veniamo caricati a bordo e curati. Riusciremo a tornare sulla terra, quindi. Sì, ma per fare cosa? Il mio maestro è morto e l'Imperatore non è altro che il crudele finanziatore di quei folli. Guardo i miei compagni, per capire quanto raccontare al capitano. L'isola che chiamavamo casa è stata distrutta da un terremoto, si è inabissata tra i flutti. Siamo gli unici che sono riusciti a salvarsi. Dico iniziando a raccontare una mezza verità.

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Bud Kug

Passo il tempo in silenzio ad aiutare i miei compagni a costruire la zattera e così rimango per i tre giorni successivi e anche quando incrociamo la nave che sembra portarci in salvo.

Guardo gli altri con gli occhi vuoti di chi non ha più nulla e nulla è riuscito a fare.

L'unico momento in cui il mio sguardo cambia è quando dobbiamo prenderci cura, con la cagna, del bambino. Una piccola speranza di vita in tutta questa storia di morte.

Non parlo al capitano se non per dire il mio nome, la mia professione e la richiesta di scendere al primo porto disponibile.

Non voglio più vivere una cosa del genere. Ero salito su un altra barca, non molti mesi fa per ricominciare una vita da zero. Ora sono su un altra e non solo non ho re-iniziato nulla, ma ho perso ogni cosa io volessi fare o proteggere.

Mi sento spezzato dentro e in continuo naufragio tra i miei pensieri rabbiosi conscio che non potrò fare nulla per quanto è successo.

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Il capitano ascolta con interesse quanto raccontate.

Ho capito a quale isola vi riferite, purtroppo non posso riportarvi sulle coste dell'Impero. Pochi giorni i membri famiglia imperiale in quello che è stato descritto come culmine di follia assoluta si sono massacrati a vicenda col risultato che l'impero è caduto in piena guerra civile per la successione e per dar sfogo ad antichi rancori. Questa nave è partita dal porto poco prima che lo stesso venisse dato alle fiamme ed è carica di profughi. Ci stiamo dirigendo verso terre più tranquille e serene. A mio parere l'impero e tutto ciò che esso rappresentava non esistono più

 

fine

 

Grazie a tutti per la pazienza e la tenacia!

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Zoso

La nave e' la nostra salvezza, il capitano ci ristora e ci mette a nostro agio, come fossimo dei familiari.

Sciorino tutta la mia amarezza che l'avventura ci ha lasciato... abbraccio i miei compagni emozionato... ad un punto credevo di non farcela, sono cosi' contento di ritrovarsi qui sani e salvi. 

la vera fine. :) 

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