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Nameless Streets tra i petali, le spine!


poyson bite

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Vivian Lutece (Mór Ríoghain)

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Osservo i modi dello spettro quando serve l'alcolico. Il fatto che non sia esperto nel servire mi da da pensare. È quasi lampante che non sia un servitore normale, non un servitore come Huey lo è per me. Probabilmente una sorta di atipico tuttofare... e vista la natura dello spettro probabilmente quello che si occupa degli affari sporchi del magus.

Anche la magione. Visto il tipo di incanto posto su di essa è molto probabile che non sia la sua vera dimora. L'incantesimo serve ad ingannare chi visita gli interni ed è improbabile, per questo, che venga usata con regolarità. Inoltre, vista tutta la segretezza che ha usato fino ad ora di sicuro non mi avrebbe condotta direttamente nel cuore del suo dominio.

Solamente quando mi rivolge nuovamente la parola mi piego leggermente in avanti per raccogliere il bicchiere dal tavolo. Sollevo in alto il bicchiere ponendolo tra me e la fonte di luce più vicina, per osservarne la colorazione. 

«Lo prendo liscio. Non mi serve altro» gli rispondo lasciandogli intendere che è congedato, non senza una lieve punta di stizza nel tono.

Questo magus sembra faccia le cose a metà. Prima richiede la mia presenza qui con nessun anticipo e poi mi lascia ad attendere. Prima sembra conoscere l'etichetta e poi mi presenta un pasto così mediocre...

 

 

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Argyle O'Brien

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Parcheggio il furgoncino, e scendo ad osservare l'edificio. Per un attimo, osservando la residenza ho l'impressione di essere finito a New Orleans, non fosse per il clima completamente diverso rispetto alla calda città del jazz.

Forzo la mia ombra a fornirmi un riparo contro la pioggia; sento lo spirito che si oppone, procurandomi un forte pizzicore alla base del cranio, ma per il momento ne mantengo il controllo saldamente. Probabilmente alla prima occasione me la farà pagare, ma non me ne curo. Decido di raggiungere l'ingresso a piedi, approfittandone per osservare meglio i dintorni e l'abitazione. Mentre studio l'ambiente, i miei occhi diventano completamente neri: lo spirito che mi possiede mi permetto di vedere i flussi entropici che governano il mondo, e tramite essi posso scorgere ciò che normalmente è precluso alla vista dei mortali.

Spoiler

Vediamo se è una cosa fattibile, giusto per capire se e come funziona :)

Tra i miei incantesimi nel grimorio ho scritto Visione oltre il velo, che dovrebbe permettermi di vedere oltre illusioni, o se ci sono spiriti e fantasmi, o eventuali sigilli magici... insomma, decidi tu, la mia idea era qualcosa simile al potere del World of Darkness 

 

 

 

 

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@Ulfedhnar

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fai il giro dell'isolato per cercare l'ingresso della villa, non ci metti molto e dopo pochi minuti eccoti davanti al portico dell'entrata principale. la cancellata in ferro battuto che delinea i contorni del giardino è aperta, la porta mezza ammuffita invece è chiusa e sembra piuttosto pesante nonostante le sue condizioni.

attingi al tuo potere occulto per percepire ciò che c'è oltre il mondo visibile, tutto si fa scuro, nero, poi ecco disegnarsi i primi contorni bianchi. usare le tenebre per percepire il mondo oltre il velo era un gioco per te ma i colori del mondo fisico venivano meno mentre eri intento a scrutare nella trama dell'inganno.

solo ciò che è nascosto si mostra a te nella sua vera forma, vedi dunque dalle finestre una casa ben al di la della sporcizia, certo, l'esterno è effettivamente reale... ma l'interno celava un illusione. quel che poteva sembrare una residenza diroccata era invece un edificio molto ben tenuto, senza alcun segno di disordine. 

sali i pochi gradini che sollevano il vialetto dal livello del marciapiede e ti incammini verso il porticato, giunto davanti alla porta sei costretto a bussare in quanto non v'è segno di campanelli alcuni.

la tua richiesta di entrare non si fa aspettare molto, basta qualche secondo e un uomo ti apre e ti fa entrare, un massiccio umano dalla carnagione olivastra, forse un arabo, ma tu lo vedevi in quel momento per ciò che realmente è: una creatura ibrida tra cane e uomo, tuttavia non un licantropo, no. una chioma come di leone fluttuava morbida attorno al collo dell'essere e i suoi occhi erano fiamme accese. un ifrit. povera bestia, gli Ifrit sono demoni del mondo arabo legati al fuoco, odiano l'acqua... qui a Portland con tutta la pioggia che c'è deve avere una vita davvero di mer*a questa creatura... tuttavia capisci che è una guardia del corpo. gli ifrit sono leggendari per loro forza fisica, anche se perdono molto potere quando piove... come oggi...

l'uomo ti fa entrare e chiude la porta alle tue spalle senza dire nulla mentre tu fai attenzione a ogni suo piccolo gesto.

La casa è molto grande e piena di sporcizia, polvere ovunque, mobili mezzi distrutti, cocci di vetro a terra, graffiti alle pareti... qui semzatetto e teppisti si eran dati alla pazza gioia, persino le scale che nell'atrio davano accesso al piano superiore non erano state risparmiate e i gradini sono divelti in alcuni punti.

l'indiano, probabilmente una guardia del corpo a giudicare dalla stazza, si affretta a piegarsi su di ciò che resta di un vecchio orologio a pendolo appoggiato a terra su di un fianco. Le mani dello scagnozzo portano le lancette fino alla mezzanotte x sei volte e in quel momento tutto l'interno dello stabile sembra tornare indietro nel tempo.

In pochi istanti tutto torna pulito, in ordine, i graffiti si cancellano e l'intonaco e la tappezzeria tornano ai loro post incollandosi alla parete di provenienza, le scalinate si riassestano, i mobili si ricompongono assieme all'orologio a pendolo, tutto si lucida a specchio e a terra compare persino un tappeto persiano. a questo punto il tuo sguardo nell'ombra si rende superfluo e potrebbe sembrare fuori luogo visto che sei ospite.

Terminata la metamorfosi è il portinaio a farti cenno di seguirlo in una sala d'aspetto di gran lusso, divani e poltrone costose e cucite a mano, cuscini di velluto, una scrivania in mogano e un tavolino di cristallo.

La sala era comprensiva di due credenze a vetro, una colma di liquori d'annata, l'altra di tabacchi pregiati e tra di essi vi erano anche merci di pregio del mondo invisibile.

Seppur dotata di tutti questi lussi la camera era però spoglia, non vi era alcun oggetto personale o apparecchio elettrico che svelasse alcunché sul misterioso De Vir.

Sul tavolo di cristallo al centro della sala vi era un vassoio coperto da una cloche, il tutto il rame. nella sala un altro ospite era presente, un umano ma quasi sicuramente le sue fattezze reali erano celate, pelato e davvero imponente, sarà stato alto due metri e con le spalle larghissime, la sua stazza superava quella dell'indiano che ti ha fatto entrare. 

è seduto a una poltrona che regge il suo peso con qualche scricchiolio e si è già gettato sul piccolo buffet di tartine allestito per gli ospiti nel vassoio in rame. 

presto il Magus sarà pronto a ricevervi dice il servitore allontanandosi

@axel e ulf

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ora siete insieme e potete conversare

 

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Zangeon Dryadson

 

@Argyle O'Brien

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Beh, sicuramente non sarà stata una girata a vuoto.
Piacevolmente sorpreso per la "ristrutturazione" della casa, l'atteggiamento scontroso, quasi per lavoro, del troll viene mitigato ulteriormente con pasticceria e tartine di modesta qualità.
Non appena il Cicerone si toglie di torno, Zangeon prende il vassoio e si accascia sul quella che pareva essere la poltrono più comoda, che sotto la sua imponente figura dura non poca fatica.
Proprio mentre si sta ingozzando con l'ennesimo cannolo alla crema, vede entrare un nuovo ospite.
Un umano eh? Beh, se è qui, sicuramente non è normale.
Il troll allunga il braccio che tiene il vassoio verso la new entry.
Buffet di benvenuto! Piacere, Zangeon. Dice entusiasta l'esserone; entusiasta per il cibo, ovviamente. E' ottimo, per essere gratis, fossi in te ne approfitterei!
 

 

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Argyle O'Brien

@Zangeon Dryadson

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Osservo con interesse l'incantesimo che riporta l'abitazione alla sua reale condizione, in questi anni ho visto molte stranezze ma ogni novità è sempre una sorpresa.
"Complimenti, Mustafà." dico con tono ironico rivolto all'Ifrit "Uno di questi giorni dovresti passare a rimettere a posto casa mia." La battura è così scontata e banale che mi vergogno di averla fatta. Lascio perdere l'umorismo di bassa lega, e seguo l'Ifrit nella stanza successiva.

Nella sala successiva, rifiuto con un gesto della mano: "No, grazie, meglio di no. Piuttosto, un paio di aspirine, Mustafà! Grazie." mi affretto a gridare dietro all'Ifrit prima che si allontani, mentre porgo la mano la mano all'omone: "Argyle O'Brien, piacere" rispondo cercando di mascherare la sorpresa per l'eccezionale dimensione dell'uomo, ma nel contempo attivo di nuovo la mia Visione oltre il velo, solo per un istante, per vedere se colui che ho di fronte è realmente quello che appare in superficie.

 

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@Ulfedhnar @Axel Saint

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venite lasciati da soli solo per pochi minuti  dopodichè l'indiano torna da voi. seguitemi, prego. si limita a dire.

attende che vi siate rialzati e vi fa strada fino in un altra stanza, una sala da pranzo con un tavolo molto lungo e robusto. da una parte del tavolo vi sono tre sedie di ottima fattura, dall'altra vi è solo una sedia e una poltrona lussuosa a capotavola, accanto alla poltrona un pesante leggio con quel che è un vero e proprio tomo posizionato sopra.

il portinaio vi indica due delle sedie, lasciando libera quella a capotavola dal vostro lato per un altro ospite, dopodichè si avvia verso il fondo della sala dove prende il suo posto accanto alla poltrona, qualche metro dietro il leggio. pochi istanti di attesa e un altro ospite fa la sua entrata in scena. 

preceduta ed accompagnata da un umano vestito da autista di un certo lusso, giunge in sala una donna bellissima e vestita in modo elegantemente impeccabile.

la donna prende posto nella sedia in mezzo a voi mentre l'autista si dirige verso la poltrona lussuosa al fondo della sala, mettendosi alla sua sinistra. 

@Latarius

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lo spettro se ne va dalla camera ma poco dopo bussa alla porta. è l'ora di incontrare il Magus. 

ti fai accompagnare giù dalle scalefino in una  sala da pranzo con un tavolo molto lungo e robusto. da una parte del tavolo vi sono tre sedie di ottima fattura, dall'altra vi è solo una sedia e una poltrona lussuosa a capotavola, accanto alla poltrona un pesante leggio con quel che è un vero e proprio tomo posizionato sopra.

lo spettro ti fa accomodare nella sedia a capotavola, circondata da altri due ospiti, sembrano umani dal loro aspetto ma probabilmente non è così. uno ha una stazza che incute un certo timore e la testa glabra, l'altro è vestito un pò strano e il suo taglio di capelli bizzarro attira per un attimo il tuo sguardo.

dopo che l'autista ti ha aiutato accompagnandoti la sedia prende posto a sinistra della poltrona all'altro capo del tavolo, dal lato opposto vi è invece l'indiano che era alla porta. il magus ti ha fatta arrivare in anticipo per permetterti di giungere alla sala con un elegante piccolo ritardo.

la sala rimane vuota per un pò ma poi ecco che la porta dall'altro lato della stanza si apre e due figure arrivano da oltre la soglia, adagiandosi dall'altro lato della tavola.

la prima a giungere è un vecchio di origine giapponese, un incipiente calvizia e due piccoli baffi bianchi, vi guarda e vi sorride pacifico mentre arranca con la schiena ricurva fino a raggiungere la sua postazione, seduto a fianco della poltrona. prende il suo tempo per sistemare al meglio una borsa di cuoio accanto alla sua sedia prima di sedersi e poi, con calma, tira fuori i suoi occhiali e se li mette.

la seconda figura invece è quella di un uomo europeo, vestito di un elegante abito blu notte con una cravatta gialla e blu, gemelli e anelli elaborati alle dita, persino il fermacravatta era decorato e ingioiellato da uno smeraldo. l'uomo, dal portamento signorile, prese subito posto alla sua poltrona prendendo parola. gli occhi indagatori dell'uomo sembravano scrutare nelle vostre anime.

buongiorno signori, io sono il Magus Stephan De Vir. è un piacere fare la vostra conoscenza. vi starete facendo molte domande sul perchè abbia voluto incontrarvi o sul come io abbia fatto a sapere di voi e rintracciarvi, ma facciamo le cose con ordine. gradite forse del the? 

un atteggiamento leggero quello del misterioso Magus, perchè tanta fretta solo per prendere del the?

@Ulfedhnar

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il tuo sguardo nella sala d'aspetto rivela che l'umano è , in realtà, ancora più immenso, raggiunge quasi i tre metri nella sua forma originale, è un troll. 

i troll sono molto rari nel mondo umano, è difficile saziare il loro appetito e spesso vivono in case modestissime perchè sprecano tutto il denaro in cibo, non ne hai mai visto uno così da vicino e la sua stazza torreggiante mette in soggezione. tutto il suo corpo è ricoperto di una brillante luccicanza.

polvere di fata, uno dei mezzi più sicuri ed economici per cambiare il proprio aspetto.

 

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Vivian Lutece (Mór Ríoghain)

- Descrizione (Abiti diversi)

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In testa calzo un cappello nero a tesa larga decorato con delle piume di corvo. Una camicetta bianca con i bottoni superiori aperti a lasciare una bella scollatura, al centro di questa è poggiato a fare bella mostra di se il pendente con la croce di ferro. Sopra la camicetta porto un leggero spolverino nero decorato con un piccolo intrico in argento sulle maniche e sui bordi. Sotto porta una gonna a tubo lunga fino alle ginocchia, nera ed attillata. Calzo ai piedi dei tacchi medio/bassi anch'essi di un lucido nero.

Entro nella sala camminando con grazie e con calma, lascio che il servo del magus mi accosti la sedia e poi mi accomodo senza rivolgergli una seconda occhiata. 
Invece osservo brevemente gli altri due ospiti, seduti ai miei lati. Osservo il loro aspetto ed il loro modo di fare.

Se sono qui, con me, non possono di certo essere comuni mortali. Altrimenti il magus non li avrebbe invitati qui, qualsiasi siano le sue intenzioni...

Si dice che alcuni occhi siano così profondi da sembrare che vi scrutino fin nel profondo. I miei occhi non lo sembrano, lo fanno. Mentre attendo l'ingresso del magus scruto le anime degli altri due ospiti, per sapere con chi o con cosa io abbia a che fare.

Poi entra il magus e rivolgo la mia attenzione a lui scrutando dentro di lui. Gli rivolgo un impercettibile cenno del capo in risposta al suo saluto. Specchio i miei occhi nei suoi senza battere ciglio mentre annuisco brevemente quando ci offre del tè. 

La vista dell'anziano giapponese mi ricorda un tè di quelle terre che non assaporo da quasi un secolo. 

«Accetterò un Sencha Gyokuro allora...» rispondo al magus.

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Argayl O'Brien 

Seduto a cavalcioni della sedia girata all'indietro,  con le braccia incrociate sullo schienale e il mento appoggiato sulle mani, fisso gli occhi sulla camminata sinuosa della donna.

In realtà non ne sto ammirando la bellezza, quando percepisci il decadimento in ogni cosa smetti di far caso a certe cose; invece, con la vista presa in prestito dallo spirito con cui condivido il corpo, osservo cosa si cela in realtà oltre il mero aspetto fisico, per poi spostare l'attenzione sul magistrati e sull'orientale.

Infine, con aria annoiata, rispondo all'offerta di De Vir: "In realtà prima ho chiesto al vostro Mohamed se potevo avere un paio di aspirine. In alternativa accetto il the, ma solo se pesantemente corretto con vodka. Se devo stare male tutto il giorno, tanto vale farlo per bene."

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Zangeon Dryadson

Il troll attiva tutti i suoi sensi per percepire qualche cosa di strano nella coppia appena arrivata: pare più attratto dallo strano giapponese che dallo stereotipo del signorotto, anche se è lui il misterioso De Vir.
Sì, grazie. Del the e altri di quei favolosi pasticcini. Chiede senza vergogna o remora alcuna, con un sorriso di pura felicità.
Poi l'espressione torna seria e gelida.

Quando abbiamo finito con le formalità vorrei sapere come mi ha trovato e cosa vuole.
Il tono è perentorio e serio; si nota la scocciatura, o forse l'orgoglio ferito per essere stato scoperto con così tanta facilità.
Cosa vuole? Vuole ricattarci? Oppure ha solo bisogno di un aiuto "speciale"?

 

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