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[E6] Cose da fare a Sin City quando sei morto


Darth Ronin

Messaggio consigliato

Cose da fare a Sin City quando sei morto

ovvero

Le Ombre e l'Uomo di Panama

Sin City: da molti è considerata il cuore nero dell'America. Una città ricca e opulenta, ma il suo benessere è costruito sulla violenza, il crimine, il sangue e le lacrime dei più deboli.Una città corrotta fino al midollo, dove istituzioni e polizia si limitano a fare lo stretto indispensabile. La città è retta dalle tredici famiglie del Trust, la più potente organizzazione criminale che sia mai esistita, che detta la sua legge e impone la sua distorta visione di ordine e giustizia. Nulla avviene senza il consenso del Trust, e chi tenta di inserirsi in questo status quo viene spazzato via, o assimilato.Le tredici famiglie controllano a loro volta altre famiglie più piccole, sia all'interno della città che all'esterno, stendendo così i propri tentacoli a tutti gli Stati Uniti, e al resto del mondo. Le leggi sul Proibizionismo non hanno fatto altro che aumentare il volume di affari delle famiglie, e la guerra in Europa appena conclusa ha portato nuova manodopera e nuove armi. Il Trust è più forte che mai...

...eppure anche il Trust hai i suoi nemici da temere.

@ Igor Vinogradov / MetalG

Spoiler:  

Un'altra inutile giornata spesa nella bottega da barbiere che hai ereditato da tuo nonno. Due clienti, giusto quanto basta per poter comprare un po' di pane da mangiare questa sera con una zuppa di patate. Sempre meglio che fare il lustrascarpe per strada, certo, ma ogni giorno pensi se non sia meglio buttare via tutto e abbandonare questa città.

E ogni mattina, continui a tornare al tuo lavoro.

Come tutti nel quartiere paghi la tua "quota"; ogni settimana, uno dei ragazzi del boss passa a ritirare la busta. Non hai mai saltato un pagamento, e dato che fai barba e capelli gratis a tutti i picciotti ti hanno anche concesso di pagare molto di meno rispetto agli altri. Però, più loro si fanno vedere nella bottega, meno clienti onesto vengono. E da quando hanno iniziato a usare il tuo retro per le loro riunioni, va sempre peggio.

Oggi però è un giorno diverso: stai quasi per chiudere, quando un nuovo cliente arriva. Qualcuno che non hai mai visto prima, eppure conosci quasi tutti nel quartiere. A prima vista lo scambi per un prete: sembra anziano, il volto magro coperto di rughe, i capelli bianchi tagliati corti. Indossa un vestito nero di buona fattura e ha l'aspetto austero. Entra e da un'occhiata rapida intorno, dall'espressione non sembra avere un buon giudizio della tua attività. Poi, senza dire una parola, va a sedersi sulla poltroncina, e tira su il mento, pronto per essere rasato.

Certo tutta la situazione è strana, ma hai avuto clienti anche più strani. Prepari il pennello con la schiuma, le tovaglie calde, e inizi a insaponare il volto dell'uomo. Solo a questo punto ti rivolge la parola: - Buonasera Igor. Come vanno gli affari? Ti trovi bene con il tuo lavoro?

@ Micheal Ridley / Darteo

Spoiler:  

Quando sei partito volontario per l'Europa in guerra, non pensavi che sarebbe finita così. Rimugini ancora e ancora, come ogni giorno, sul tuo destino, mentre rimestoli il contenuto del pentolone con il grosso mestolo di legno. Finire a lavorare alla mensa dei poveri... non è neanche un lavoro vero e proprio, dai una mano in cucina in cambio di cibo caldo e una stanza nella soffitta del vecchio edificio. Del resto, senza un braccio non avresti modo di trovare un vero lavoro, non a Sin City.

Per te la guerra è iniziata e finita il giorno stesso in cui sei arrivato a Calais: uno stupido incidente mentre vi trasportavano con i camion, e la tua eroica impresa è finita! Sei mesi in ospedale, un braccio in meno, e si torna a casa.

E così, eccoti qua a cucinare per poveracci, disgraziati, e veri reduci di guerra che ti guardano con disprezzo quando sanno come è andata la tua spedizione in Europa. A volte vorresti veramente avere il coraggio di farla finita, ma ogni volta c'è qualcosa che ti dice che devi andare avanti. Speranza, orgoglio... forse solo stupidità.

Questa sera però succede qualcosa di nuovo a rompere la monotonia delle giornate: è ormai buio quando la porta si apre, e insieme ad una folata di vento gelido entra un personaggio che non ti aspetteresti di vedere alla mensa dei poveri. A prima vista lo scambi per un prete: sembra anziano, il volto magro coperto di rughe, i capelli bianchi tagliati corti. Indossa un vestito nero di buona fattura e ha l'aspetto austero. Non dice una parola, non saluta nessuno, ne degna i presenti di un'occhiata: ti fissa negli occhi e punta dritto verso di te. - Buonasera Michael. Che cosa stai cucinando di buono stasera? Che ne diresti se per una volta ti offrissi io qualcosa di più appetitoso?

@ James Radchenko / Asteroid

Spoiler:  

Anche questa sera finisci ben oltre il normale turno di lavoro: i tuoi padroni sono degli schiavisti, e la cosa peggiore è che non parlano neanche una parola di inglese. Lavorare in un ristorante coreano è stata la scelta peggiore che tu abbia mai fatto nella tua vita. Sette giorni su sette, dieci ore filate in cucina, sentendo tutto il tempo le grida agitate del marito, della moglie e delle due figlie, che ti trattano come uno schiavo per una manciata di dollari. Solo una delle due ragazze parla un po' di inglese, quel tanto che ti basta per capire cosa fare, e per capire quando ti insultano nella loro lingua.

Però, da quando hai perso il tuo lavoro giù al porto, questo è tutto quello che sei riuscito a trovare: il fatto che il tuo ex capo abbia fatto sapere a tutti che sei un mezzo alcolizzato non ti ha lasciato certo la strada spianata... e non importa che non sia vero, importa che il capo era una persona importante, e che se dice che una persona non va assunta, nessuno lo assume. È così che funziona il sindacato, quello vero, quello del Trust: fatti un nemico potente, e lo rimpiangerai per tutta la vita.

E così, con la testa che ti rimbomba per il mal di testa, chiudi la porta sul retro del ristorante, getti via i due grossi sacchi pieni di spazzatura maleodorante, e mestamente ti incammini verso casa.

Però, appena uscito dal vicolo, trovi una persona ad aspettarti. A prima vista lo scambi per un prete: sembra anziano, il volto magro coperto di rughe, i capelli bianchi tagliati corti. Indossa un vestito nero di buona fattura e ha l'aspetto austero. È fermo sotto un lampione, ti osserva attentamente, e solo quando sei a pochi passi da lui ti saluta: - Buonasera James. Pensavo di farti cosa gradita comunicandoti che quel tuo problema al porto è risolto, definitivamente. Ora se vuoi puoi tornare al tuo vecchio lavoro. Oppure, se preferisci, possiamo fare in modo che ritorni al tuo vero lavoro.

@ Yumeko Satou / Chelirra

Spoiler:  

Quando hai accettato di lavorare all'edicola della stazione pensavi di aver trovato un bel lavoro: un posto tranquillo, un luogo pieno di gente e di viaggiatori, storie interessanti da ascoltare, o anche solo da immaginare.

Spoiler:  
Quello che non avevi capito era che non si trattava della stazione centrale, ma della stazione merci! Un posto squallido, nella zona più squallida della città. Niente viaggiatori, niente gente interessante, solo macchinisti e operai, brutti ceffi con cui non vorresti avere niente a che fare. Decisamente il posto meno adatto per una ragazza da sola. Troppo spesso senti fare apprezzamenti pesanti e volgari, e ogni sera, quando finisci di lavorare e chiudi il chiosco, acceleri il passo per raggiungere il prima possibile l'autobus che ti riporta a casa.

E questa sera, cammini ancora più spedita del solito. Questa sera non sei da sola lunga la via che ti porta alla fermata, due tipi ti stanno seguendo da quando hai lasciato la stazione. Li senti sghignazzare alle tue spalle, cento, forse duecento metri più indietro. Provi ad aumentare l'andatura, ma non vuoi neanche metterti a correre, per paura di istigarli.

Il cuore ti batte come se volesse scappare dalla gabbia toracica: preghi solo che l'autobus sia fermo con le porte aperte come tutte le sere... ma oggi non è il tuo giorno fortunato.Svolti l'ultimo angolo dell'isolato, e te lo vedi sfilare davanti: provi a gesticolare maldestramente per fermarlo, ma nè l'autista nè i pochi passeggeri sembrano vederti.

Ti viene in mente improvvisamente che lì vicino c'è un diner, una tavola calda aperta tutta la notte, l'unico posto che ti viene in mente dove poter trovare rifugio e magari chiamare un taxi. Rapidamente, senza pensarci due volte, ti getti in un vicolo, che se non sbagli ti dovrebbe portare dritto di fronte al locale. Non fai neanche caso all'odore nauseabondo che emana un cassonetto dell'immondizia, nè a quello che probabilmente è un grosso ratto che ti passa tra le gambe: tutta la tua attenzione è concentrata sui rumori di passi e le risate dei due uomini che continuano a seguirti... E sulla terza persona che appare all'improvviso all'altro lato del vicolo!

Ti rendi conto di essere chiusa in trappola, senza possibilità di uscire da lì, eppure con tenacia prosegui, senza fermarti neanche un istante. E stranamente passi accanto alla terza persona senza che questo faccia alcunchè per fermarti. Anzi, ti saluta educatamente, e procede in senso opposto al tuo. Sbalordita, raggiungi l'estremità del vicolo e svolti sulla strada principale. Ti sembra di sentire alcuni rumori soldi, forse un gemito, ma non te ne curi, punti dritto verso il diner, apri la porta di colpo e vai a sederti al bancone: ancora tremante, ordini un caffè caldo, sperando che ti possa calmare.

Passano solo un paio di minuti, e senti la porta aprirsi: ti volti lentamente, e vedi che si tratta della stessa persona che poco prima hai incrociato nel vicolo. Ora lo puoi vedere meglio, e a prima vista lo scambi per un prete: sembra anziano, il volto magro coperto di rughe, i capelli bianchi tagliati corti. Indossa un vestito nero di buona fattura e ha l'aspetto austero. Viene a sedersi accanto a te, ti saluta di nuovo con un cenno del capo e un sorriso gentile. Ordina uno scotch, senza farsi tanti problemi a dissimulare, e altrettanto senza problemi la cameriera glielo serve. Quindi, finalmente ti rivolge la parola: - Quei due tizi non ti daranno più problemi. Anzi, a dire il vero non daranno problemi a nessun altro. Come stai, Youmeko? A parte questa poco allegra camminata serale, intendo.

@ Connor MacLeod / Zell

Spoiler:  

Anche questa sera, ti tocca fare dello straordinario, ovviamente non pagato. Il tuo turno alla stazione di servizio è finito da due ore, e quello sfaticato del figlio del capo, che dovrebbe darti il cambio, non si vede. E questo capita quasi ogni sera, ormai.. quando va bene, perchè fin troppo spesso arriva troppo ubriaco per poter lavorare, e ti tocca fermarti al posto suo.

Non è certo la mole di lavoro ad essere un problema: una piccola stazione di servizio in mezzo alla campagna, praticamente non passa nessuno durante il giorno, figuriamoci la notte. Solo qualche contadino di ritorno dai campi, e qualche "bravo ragazzo" che va a farsi i suoi affari fuori città. Ogni tanto capita che si fermino due o tre camion diretti a New York, o Chicago: hai imparato che se non fai domande e sei gentile con gli autisti, ci scappa spesso una bottiglia di liquore. Ma questo è l'unico vantaggio del tuo lavoro.

Il vero problema sono quei bastardi che non fanno parte delle famiglie. Negli ultimi due mesi, sei già stato rapinato quattro volte; il capo ti ha dato una mazza da baseball per difenderti... Già, come se una mazza potesse deviare i proiettili. Perchè già una volta ti hanno sparato: eri nel tuo gabbiotto, sfogliando un pessimo libro di avventura noioso già la prima volta che lo avevi letto, e questa era la quarta, quando una macchina si è fermata e sono scesi due tizi con due pistole grosse come cannoni. Non hai perso tempo a dargli i soldi, quei pochi spiccioli che avevi in cassa, ma evidentemente a uno dei due non andava bene, e così ha premuto il grilletto. Ancora oggi ti chiedi come abbia fatto a mancarti, sparando da meno di due metri di distanza, eppure sei ancora vivo, e questo basta.

Sbadigli, annoiato e avvilito. Poi, arriva una macchina: una di quelle grosse e lussuose macchine che fanno in Europa, tutta nera e lucida. Si ferma alla pompa di benzina e ne scende un uomo. A prima vista lo scambi per un prete: sembra anziano, il volto magro coperto di rughe, i capelli bianchi tagliati corti. Indossa un vestito nero di buona fattura e ha l'aspetto austero. Chiude lo sportello e viene dritto verso di te, dando un'occhiata distratta in giro. - Buonasera Connor. Mi dispiace, ma temo che questa sera il tuo sostituto non verrà. E neanche le prossime sere. Abbiamo avuto un piccolo alterco per una questione di precedenza lungo la strada, e credo che... be', lascia perdere, a nessuno dispiacerà e ne sentirà la mancanza, neanche il padre. - sorride, e per un attimo ti pare di scorgere qualcosa di inquietante nei suoi occhi - Bene, come ti trovi qui? Che ne diresti di mollare tutto e tornare a lavorare insieme?

@Kaze Mori / Latarius

Spoiler:  

Ci sono molti lavori schifosi a Sin City, e fare il postino è uno di questi. Soprattutto se hai un capo sfaticato e irritante, che come unico divertimento nella vita ha quello di complicare la vita agli altri. Portare pacchi e buste in giro per tutto il quartiere potrebbe sembrare un lavoro semplice, ma non quando la pioggia cade a dirotto, e il vento ti si insinua gelido tra i vestiti... e a Sin City, il vento è sempre gelido, e piove almeno sei giorni alla settimana.

Per di più, il quartiere in cui devi lavorare non è certo il più elegante della città: una zona malfamata, fatta di magazzini in disuso, appartamenti fatiscenti, e gruppi di sbandati pronti a tutto per mettersi in tasca due soldi. Tre tuoi colleghi sono stati aggrediti negli ultimi mesi, e uno ci ha rimesso un occhio e una mano. A te non è ancora capitato nulla di spiacevole, ma hai come il sospetto che il tuo capo, dopo l'ultimo litigio che avete avuto per una faccenda di straordinari non pagati (o meglio, che si è fatto pagare al tuo posto), stia tramando qualcosa per fartela pagare.

Non ti sorprende troppo quindi che oggi ti abbia mandato a consegnare un pacco extra, proprio dopo la fine del turno, e proprio ad un indirizzo dove non vorresti andare. Un palazzo vicino al porto, troppo vicino a magazzini dove non passa mai nessuno.

Però non puoi certo dire di no: un lavoro è un lavoro, e farsi licenziare non è proprio una bella alternativa. Metti il grosso pacco sotto braccio, e ti incammini. In realtà, quando raggiungi l'indirizzo resti sorpreso: è vero che i palazzi attorno sono fatiscenti e sembrano abbandonati, ma questo è in buone condizioni. Sui gradini che portano al portone siede un uomo di colore, sulla sessantina, che legge un giornale: ti vede, e ti saluta amichevolmente. Da una finestra socchiusa al secondo piano senti giungere soffusa la musica di una radio, e nell'aria c'è un buon profumo di stufato.

In parte rincuorato, varchi la soglia ed entri nell'edificio: l'appartamento dove devi fare la consegna è all'ultimo piano, il sesto, e sfortunatamente non c'è un ascensore o un montacarichi.Ti incammini, gradino dopo gradino, fino a raggiungere la porta; qui bussi, ma vedi che la porta in realtà è già aperta. L'interno è avvolto nell'oscurità, solo la poca luce che filtra dalle finestre delinea i contorni delle stanze, che sembrano antiquate ma ben tenute. Chiami ad alta voce, e senti una risposta: - Ah, Kaze Mori. Benvenuto, ti stavo aspettando. -Sorpreso per la risposta, che non puoi negare abbia una nota inquietante, decidi di entrare, stando però molto in guardia per evitare sorprese. Raggiungi quella che sembra essere una grossa sala da pranzo, con un tavolo ovale circondato da sedie e alcune credenze ai muri. In piedi di fronte ad una finestra vedi un uomo che sta scrutando in strada. quando si volta, a prima vista lo scambi per un prete: sembra anziano, il volto magro coperto di rughe, i capelli bianchi tagliati corti. Indossa un vestito nero di buona fattura e ha l'aspetto austero. - Non preoccuparti, so cosa stai pensando, ma non sono qui su commissione del tuo capo reparto. Sono qui per darti qualcosa, se sei interessato. E anche per quel pacco: non è mio, è per te.

@TUTTI

Spoiler:  
Questo è l'uomo che avete appena incontrato

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@dm

Spoiler:  
Alzo lo sguardo verso l'uomo che mi ha appena rivolto la parola e gli rispondo; mamma mi ha detto sempre di non accettare regali dagli sconosciuti... è un invito, piuttosto rude, a presentarsi.

Non ricordo di averlo mai visto prima d'ora, eppure mi ha chiamato per nome!

Spoiler:  
Se tutti abbiamo visto quest'uomo, deduco che ci troviamo tutti nello stesso luogo... quindi, devo continuare a postare sotto spoiler?
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@DM

Spoiler:  

È oramai quasi l'orario di chiusura, e mentre gli ultimi avventori se ne vanno per le loro strade, afferro lo scopettone, e mesto comincio a spazzare via i peli e i capelli caduti a terra, riaccogliendoli con una paletta e gettandoli in un cestino mentre sospiro sconsolato

che vita grama... Mi chiedo se valga davvero la pena continuare così, dopotutto guadagnerei di più a vendere baracca e burattini piuttosto che continuare a pagare quei criminali...

Per ogni barba loro che raso ci perdo un sacco di soldi, e sono costretto a fare la fame... Non che senza di loro le cose sarebbero migliori...

I miei pensieri vengono interrotti da un nuovo cliente, proprio quando avevo finito di pulire. Mi sforzo di sorridere cordiale, dopotutto il mio lavoro è anche questo.

Noto in un secondo momento, quando si siede sulla poltrona, che non solo non lo conosco, ma sembra anche che sia una persona di un certo prestigio.

va bene, facciamo questo extra... Forse stasera non mangerò pane raffermo...

Comincio ad organizzare tutti gli utensili che mi servono, sorridendo garbato, e rimanendo in silenzio per non risultare scortese e più professionale possibile. Quando mi si rivolge però rimango un po' sorpreso che sappia il mio nome, ma lascio perdere per il momento, impegnato come sono a insaponargli il viso.

Appena finito mi sciacquo le mani e affetto il pennellino della schiuma e mi rivolgo all'uomo

Heh, con lei sicuramente molto meglio che senza di lei, ma per il resto... Chiuda la bocca e stringa le labbra un secondo...

Appena lo fa gli applico la schiuma delicatamente su tutta la superficie della barba

... Ecco, così...

Per il resto potrebbe andare meglio... Non c'è tanto afflusso, ma non mi lamento: c'è gente che sta molto peggio di me.

Finito di applicare la spuma appoggio il pennellino, e prendo il rasoio. Afferro saldamente la striscia di cuoio attaccata al tavolino e comincio ad affilare la lama mentre ancora parlo per farlo sentire a suo agio

per quanto riguarda il lavoro si, è buono... Probabilmente avrei potuto fare altro, ma mio nonno, pace all'anima sua, mi ha lasciato questa bottega... Lavorandoci forse commemoro la sua memoria... Ma più probabilmente la sto annoiando vero?

Finisco ora di affilare il rasoio e mi avvicino con calma all'uomo stringendo gli occhi per vedere meglio dove iniziare

comunque se mi posso permettere, che ci fa un ecclesiastico come lei in posto come questo? È raro vedere gente come lei qui in giro... In più conosce il mio nome, ma io non mi ricordo di lei... Perdoni la mia memoria un po' fiacca...

Sorridendo per questa classica "chiacchierata da barbiere" comincio a radergli la barba, aspettando che mi risponda

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@Ridley

Spoiler:  
- La mamma ha sempre ragione - risponde l'uomo con un sorriso, e ti porge un biglietto da visita. Sul fronte c'è scritto solo un nome, Mr. Grave, ma quando lo giri vedi che vi è scritto, con una elegante grafia, un indirizzo. All'inizio non ti dice niente, ma poi come in un déjà vu lo ricolleghi ad un posto specifico, un ristorante elegante in centro città. Un posto che per qualche motivo conosci bene, ma che dubiti di aver mai visitato, visto che frequentato dall'elite della città - Quello è il mio nome: non è il nome con cui ci siamo conosciuti, ma ora uso questo. Grave, tomba. Ironico, non trovi? Eppure appropriato, per uno che è morto. Ad ogni modo, se vuoi lasciare questo schifo di posto, avere risposte e tornare alla tua vecchia vita, vai a quell'indirizzo. Ore 19.30, domani sera. Vestiti bene, c'è un tavolo riservato. Buona serata, Michael. -

Rapidamente come è entrato, il misterioso Mr. Grave esce dalla porta, tanto che se non fosse per il bigliettino che hai ancora in mano penseresti di aver fatto un semplice sogno ad occhi aperti... o peggio, di aver visto un fantasma.

Spoiler:  
Se vuoi puoi fare qualcosa, scrivere qualche commento e impressione, o che so io. Altrimenti facciamo un fast forward alla sera successiva: ovviamente nessuno ti obbliga di andare all'appuntamento.

@ Igor Vinogradov

Spoiler:  
- Ah, un ecclesiastico? - l'uomo trattiene a stento una risata - Be', forse in un'altra vita lo sono stato, visto che in un certo senso ero un pastore - qualcosa nell'inflessione con cui calca l'ultima parola ti lascia interdetto, come se fosse un macabro gioco di parole che non riesci a cogliere. Ma l'uomo prosegue: - Mi dispiace che non ti ricordi il mio volto... visto che mi hai ucciso. - di nuovo, un brivido gelido ti corre lungo la schiena, non tanto per quello che ha detto, ma per la naturalezza e la compostezza, come se fosse una cosa normale. Quindi ti fissa intensamente negli occhi: non vi scorgi traccia di ostilità, complicità piuttosto, come se stessi fissando un vecchio amico... o meglio un maestro. - Ovviamente, il fatto che io sia qui a parlare implica che la mia morte non sia andata a buon fine. E il fatto che non ricordi nulla di questi eventi, è in parte colpa mia.

Improvvisamente l'uomo si alza e si pulisce la schiuma appena passata con la tovaglietta, poi ti porge un biglietto da visita.

Sul fronte c'è scritto solo un nome, Mr. Grave, ma quando lo giri vedi che vi è scritto, con una elegante grafia, un indirizzo. All'inizio non ti dice niente, ma poi come in un déjà vu lo ricolleghi ad un posto specifico, un ristorante elegante in centro città. Un posto che per qualche motivo conosci bene, ma che dubiti di aver mai visitato, visto che frequentato dall'elite della città.

- Quello è il mio nome: non è il nome con cui ci siamo conosciuti, ma ora uso questo. Grave, tomba. Ironico, non trovi? Eppure appropriato, per uno che è morto. Ad ogni modo, se vuoi lasciare questo schifo di posto, avere risposte e tornare alla tua vecchia vita, vai a quell'indirizzo. Ore 19.30, domani sera. Vestiti bene, c'è un tavolo riservato. Buona serata, Igor. -

Rapidamente come è entrato, il misterioso Mr. Grave esce dalla porta, tanto che se non fosse per il bigliettino che hai ancora in mano penseresti di aver fatto un semplice sogno ad occhi aperti... o peggio, di aver visto un fantasma.

Spoiler:  
Se vuoi puoi fare qualcosa, scrivere qualche commento e impressione, o che so io. Altrimenti facciamo un fast forward alla sera successiva: ovviamente nessuno ti obbliga di andare all'appuntamento.

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@Darth Ronin

Spoiler:  
Attraverso il quartiere della città stringendomi nel vecchio impermeabile, a disagio ma relativamente calmo. Quando raggiungo l'edificio alzo il capo per fissarlo nella sua interezza per alcuni istanti, poi senza altri cerimoniali entro, ricambio il saluto del nero con un neutrale cenno del capo. All'interno scalo i piani rapidamente, non vedo l'ora di portare a termine la consegna. Mi rimane ancora qualcosa dall'ultima paga ed è il caso di spenderla in alcolici... almeno in parte. Raggiungo la porta, busso, poi noto che è aperta così entro HEI! C'è nessuno? Ho un pacco da consegnare.

La risposta che proviene dall'interno è l'ultima cosa che mi sarei aspettato Ma che c...

Tuttavia non mi fermo, avanzo fino a raggiungere il salone. Noto l'uomo e poggio il pacco sul tavolo.

Cosa vuole da me? Chi è lei?... e come mi conosce?

Che diavolo vuole da me? Mi ha fatto venire fino a qui per che cosa? Lancio un'occhiata al pacco, non lo tocco più.

Potrebbe essere tutta una sua trovata, quel fott.to bastardo lo strangolo!

Spoiler:  
Ho aggiunto alla scheda i dettagli dell'arma da gunslinger.
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@DM

Spoiler:  
Guardo l'uomo, perplessa, prima di rispondergli.

Grazie... potrebbe andare meglio... o molto peggio.

Sento ancora il cuore battere forte nel petto, abbasso lo sguardo sulla tazza di caffè e la stringo piano con entrambe le mani.

Resto così per diversi secondi, fissando la bevanda senza muovermi.

Come conosce il mio nome?

Non sembra un cliente dell'edicola.

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@dm

Spoiler:  
l'uomo mi chiama per nome... e questo chi è? e che vuol dire che il mio sostituto non verrà? lo avranno ucciso... o ******.... lo guardo avvicinandomi lentamente alla mazza e dico senti non so chi sei ma se vuoi l'incasso prendilo non ho intensione di rischiare la vita per qualche spicciolo...mi hanno già sparato una volta e questo tizio sembra periocolo.

Poi aggiunge vorresti tornare a lavorare insieme? ma che sta dicendo? io non l'ho mai visto in vita mia.. ma tu ca**o sei? quando mai abbiamo lavorato insieme? mi stai solo prendendo per il cu*o per farmi impaurire?

Nel frattempo mi preparo a colpirlo in caso si distragga e me ne dia l'occasione

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@dm

Spoiler:  
devo ammettere che la risposta del signor Grave mi lascia spiazzato. All'inizio penso che è matto, poi altri pensieri nascono nella mia mente; magari vuol far credere a qualche autorità che è morto perchè è ricercato. Magari... magari... non so a cosa pensare.

Ci siamo già conosciuti? E quando? E dove?.... ma soprattutto... perchè in cuor mio già so che andrò a questo appuntamento?

Spoiler:  
vada per il flash forward
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@DM

Spoiler:  

Rimango piuttosto interdetto alle parole di Mr. Grave, e in un attimo sento un brivido freddo lungo tutta la spina dorsale

di persone strane ce ne sono in giro, ma questo li batte tutti...

Quando mi porge il biglietto da visita mi accorgo a mala pena che si è già alzato e pulito dalla schiuma. Sto per chiedergli qualcosa, ma oramai si è già dileguato nella tetra notte di Sin City.

uff... Che giornata strana...

Guardo il biglietto e l'indirizzo, trovandolo stranamente familiare

è sospetto, molto sospetto... Quello che ha detto, come lo ha detto... Il fatto che mi conosca... Tutto questo non ha senso...

Potrebbe essere un pazzo, ma se invece è un mafioso? O peggio... Un Boss?

In questo caso se non vado potrebbe prenderlo come un insulto e farmela pagare... Anche se fosse un pazzo potrebbe venirmi a cercare se non vado... Dopo tutto quello che ho fatto per non avere problemi...

Non ho scelta: se rimango sono condannato in ogni caso...

E con questi pensieri finisco di pulire, chiudo bottega e vado a mangiare, mentre scruto il biglietto e l'indirizzo, come se potessi predire il futuro

che ne sarà di me...

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@Master

Spoiler:  
Nonostante sia uscito da quella gabbia di matti mi sento ancora l'odore di cucinato addosso ai miei vestiti...

Un'altra giornata da dimenticare.

Un'altra giornata che somiglia alla precedente e che sarà identica a quella di domani.

Se non fosse che non ho altro... come se avessi qualcosa dopotutto...

Tristemente mi avvio verso casa mia, quando incontro questo tizio.

Inizialmente credevo che fosse in cerca di guai... ma poi le sue parole...

Il mio vero lavoro... mi manca tanto. Guardo l'uomo. Cosa devo fare?

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@Kaze Mori

Spoiler:  
- Oh, noi due ci conosciamo da molto tempo - ti risponde l'uomo con un sorriso beffardo - anche se ovviamente non puoi ricordarti di me. Ma se accetterai la mia offerta, molte cose torneranno alla tua memoria. Se accetti, posso restituirti la tua vecchia vita... a meno che fare il portalettere non sia il lavoro dei tuoi sogni.

L'uomo infila una mano nella tasca interna della giacca e ne estrae un piccolo astuccio in metallo, da cui prende un biglietto da visita. Ti si avvicina e fissandoti negli occhi poggia il bigliettino sul pacco che tu stesso hai portato: - Non devi far altro che venire all'indirizzo che ho scritto lì sopra, domani sera, alle 19.30, e tutto ti sarà spiegato. Arrivederci, Kaze Mori. - Senza aggiungere una parola in più, veloce come un'ombra l'uomo si dilegua, uscendo dall'appartamento e lasciandoti lì inebetito: se non fosse per la presenza del bigliettino, saresti portato a pensare che hai sognato tutto, o che hai avuto un'allucinazione. Resti fermo qualche istante, poi ti decidi a prendere il biglietto: sul fronte c'è scritto solo un nome, Mr. Grave, ma quando lo giri vedi che vi è scritto, con una elegante grafia, un indirizzo. All'inizio non ti dice niente, ma poi come in un déjà vu lo ricolleghi ad un posto specifico, un ristorante elegante in centro città. Un posto che per qualche motivo conosci bene, ma che dubiti di aver mai visitato, visto che frequentato dall'elite della città.

Infine, dopo qualche altro istante, decidi che tanto vale aprire anche il pacco e toglierti la curiosità: quello che ci trovi dentro dovrebbe probabilmente sorprenderti, ma in realtà per qualche motivo ti da un senso di familiarità. Il pacco contiene un vecchio fucile automatico, un modello di alcuni anni fa che ormai quasi nessuno usa più in giro per le strade di Sin City: lo prendi in mano, lo soppesi, e in qualche modo trai conforto dal fatto di sapere che hai un'arma con te.

Spoiler:  
Se vuoi puoi fare qualcosa, scrivere qualche commento e impressione, o che so io. Altrimenti facciamo un fast forward alla sera successiva: ovviamente nessuno ti obbliga di andare all'appuntamento.

L'arma che era nel pacco è la tua arma da Gunslinger, ha un solo caricatore inserito. Ovviamente, un postino che va in giro per la città con un fucile non passa inosservato...

@Yumeko

Spoiler:  
- No, decisamente non sono un cliente della tua edicola - risponde l'uomo sorseggiando il suo scotch - Ma noi ci conosciamo, e da molti anni ormai. Anche se alcuni spiacevoli eventi ci hanno separati. Ovviamente non puoi ricordarlo, ma sono stato il tuo maestro, il tuo capo, e in un paio di occasioni anche il tuo amante... anche se questi sono solo dettagli che non è il caso di rivangare. - l'uomo si concede un sospiro e un altro sorso, questa volta più lungo del precedente.

- Immagino che quello che ti sto dicendo ti possa suonare strano, e forse ora mi reputi un folle. Ma la Yumeko che conoscevo era molto curiosa, e tenace: se anche la nuova Yumeko lo è, e vuole avere risposte e abbandonare questa patetica vita, per tornare alla sua vera vita, non deve fare altro che venire qui, domani sera, alle 19.30. - dicendo questo, prende un biglietto da visita dall'interno della giacca e te lo porge: sul fronte c'è scritto solo un nome, Mr. Grave, ma quando lo giri vedi che vi è scritto, con una elegante grafia, un indirizzo. All'inizio non ti dice niente, ma poi come in un déjà vu lo ricolleghi ad un posto specifico, un ristorante elegante in centro città. Un posto che per qualche motivo conosci bene, ma che dubiti di aver mai visitato, visto che frequentato dall'elite della città. Mentre sei concentrata a fissare il biglietto e a coglierne il vero significato, l'uomo finisce il drink e si alza dalla sedia: - A presto, mia cara - ti saluta con un educato sorriso, e rapidamente esce dal locale, lascinadoti lì da sola con i tuoi dubbi.

Spoiler:  
Se vuoi puoi fare qualcosa, scrivere qualche commento e impressione, o che so io. Altrimenti facciamo un fast forward alla sera successiva: ovviamente nessuno ti obbliga di andare all'appuntamento.

@Connor

Spoiler:  
- Impetuoso e aggressivo come sempre, Connor - commenta in tutta risposta il misterioso personaggio - È un piacere costatare che nonostante tutto le tue qualità migliori sono sempre al loro posto. Ti torneranno utili, se accetterai di tornare a lavorare per me. - L'uomo sogghigna beffardo, avvicinandosi ancora di qualche passo. Quando infila una mano all'interno della giacca hai un sussulto, convinto che stia per estrarre una pistola o un'arma; in realtà quello che prende è un semplice cartoncino bianco, un biglietto da visita che ti porge.

Sul fronte c'è scritto solo un nome, Mr. Grave, ma quando lo giri vedi che vi è scritto, con una elegante grafia, un indirizzo. All'inizio non ti dice niente, ma poi come in un déjà vu lo ricolleghi ad un posto specifico, un ristorante elegante in centro città. Un posto che per qualche motivo conosci bene, ma che dubiti di aver mai visitato, visto che frequentato dall'elite della città.

- In realtà, non sono sorpreso che non ti ricordi di me, e non mi sorprende neanche che tu sia confuso, dopo tutto quello che è successo. - prosegue l'uomo misterioso - Il fatto che tu mi abbia ucciso, ad esempio... la tua nuova vita, se si può chiamare vita questo schifo in cui ti trovi. - con un gesto indica la stazione di servizio, ma sai che allude a ben altro che al semplice luogo in cui lavori. - Se vuoi delle risposte, vai a quell'indirizzo, domani sera, ore 19.30. Capirai tutto quello che ti serve per tornare ad essere te stesso. A presto, Mister Connor. -

Rapidamente si volta e ritorna in macchina, senza darti il tempo di replicare o dire alcunchè; un paio di secondi dopo l'automobile riparte, lasciandoti da solo nel cuore della notte, con il misterioso biglietto in mano e molte domande nella testa.

Spoiler:  
Se vuoi puoi fare qualcosa, scrivere qualche commento e impressione, o che so io. Altrimenti facciamo un fast forward alla sera successiva: ovviamente nessuno ti obbliga di andare all'appuntamento.

@Radchenko

Spoiler:  
- Dipende da quale lavoro ti riferisci - risponde l'uomo con un sorriso che ha qualcosa di velatamente sinistro - Se alludi al tuo lavoro al porto, basta che torni lì, e nessuno farà storie per assumerti. Ma se vuoi il tuo vero lavoro, la tua vera vita, e tornare ad essere te stesso, e non un lavapiatti o uno scaricatore, ti consiglio di venire a questo indirizzo. - l'uomo prende dall'interno della giacca un biglietto da visita che ti porge. Sul fronte c'è scritto solo un nome, Mr. Grave, ma quando lo giri vedi che vi è scritto, con una elegante grafia, un indirizzo. All'inizio non ti dice niente, ma poi come in un déjà vu lo ricolleghi ad un posto specifico, un ristorante elegante in centro città. Un posto che per qualche motivo conosci bene, ma che dubiti di aver mai visitato, visto che frequentato dall'elite della città.

- L'appuntamento è fissato per domani sera, ore 19.30. Se accetterai di venire, avrai tutte le risposte che ti servono, e tornerai finalmente ad essere quello che eri un tempo... prima che tu mi uccidessi... - l'uomo lascia aleggiare nell'aria l'ultima frase, continuando a fissarti con quella strana espressione inquietante, a metà tra il divertito e il minaccioso. Ti fissa dritto negli occhi, come se volesse leggere nella tua mente per assicurarsi che le sue parole abbiano fatto effetto; infine, ti saluta con un cenno del cpo, e senza aggiungere una parola sparisce nelle ombre dei vicoli di Sin City, lasciandoti da solo con il piccolo cartoncino bianco in mano.

Spoiler:  
Se vuoi puoi fare qualcosa, scrivere qualche commento e impressione, o che so io. Altrimenti facciamo un fast forward alla sera successiva: ovviamente nessuno ti obbliga di andare all'appuntamento.

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@Darth Ronin

Spoiler:  
Sto per rispondergli infastidito quando le sue successive parole mi bloccano. L'uomo termina e poi va via, mi saluta ma non ricambio; aggrotto le sopracciglia cercando di focalizzarmi su quella strana sensazione di inquietudine che mi ha sorpreso all'improvviso. Istintivamente porto la mano sinistra a carezzare l'anulare destro ma, quando me ne rendo conto smetto immediatamente.

Resto così per qualche altro istante poi nel silenzio più totale rimetto l'arma nel pacco e portandomelo dietro me ne vado.

Spoiler:  
Va bene il fast forward, ma devo fare due cose:

- Mi procuro una valigetta (decente - con una serratura ovviamente) che possa contenere il fucile smontato.

- Mi procuro un abito per il ristorante, se non lo ho l'ho pago. Ho sempre i 100$.

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@Master

Spoiler:  
Ascolto l'uomo parlare e rimango completamente basito alle sue parole... prendo il suo biglietto da visita...

Poi quando sento quella frase, io l'ho ucciso... resto completamente senza fiato.

Guardo l'uomo andarsene e poi dopo aver rigirato più volte il biglietto tra le mani, decido di andare a casa e di andare all'appuntamento...

@Master

Spoiler:  
Vado all'appuntamento, se vuoi puoi metterlo in flash back e puoi fare il fast forward tranquillamente
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@DM

Spoiler:  
Sei uno che ha appena malmenato o forse ucciso due uomini, mi vieni a dire che ci conoscevamo ma non posso ricordarlo.

Che sei stato il mio maestro, il mio capo e addirittura il mio amante?!?!

Credo che avrei tutte le ragioni per considerarti un folle...

Scuoto leggermente la testa continuando ad osservare il caffè fino a quando non mi allunga il biglietto da visita.

Stacco una mano dalla tazza e lo prendo, avvicinandolo in modo da poterlo leggere.

Mr.Grave sussurro vedendo la scritta sul fronte del pezzo di carta.

Osservo per un'attimo l'uomo cercando di trovare nei miei ricordi una connessione tra quelle scritte e il suo volto.

...

Abbasso nuovamente lo sguardo e volto il biglietto.

E questo?

Vorrebbe che andassi in uno dei ristoranti più importanti della città?

Io? Per tornare alla mia vera vita?

...

Quando Mr.Grave saluta e si allontana lo guardo finché non esce dal locale, prima di tornare a fissare il biglietto.

Come posso conoscere un posto del genere se non ci sono mai stata...

Resto nel locale diversi minuti, rigirandomi tra le mani il biglietto e cercando di ricordare qualcosa sull'uomo e sul locale mentre lentamente finisco il caffè ormai quasi freddo.

Poco dopo mi alzo, pagando il conto e chiedendo alla cameriera se posso usare il telefono per chiamare un taxi visto che ho perso l'autobus per tornare a casa.

Spoiler:  
Avanti veloce.

Sarei tentata di non andare all'appuntamento solo per sapere cosa succede xD

Ma... andiamoci comunque xP

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@Tutti

Spoiler:  
Non mi è chiaro cosa voglia dire il messaggio di Zell, se è un errore di qualche tipo o solo un "andiamo avanti". Nel dubbio proseguo, poi si vedrà.

Chi di voi vuole comprare un abito da sera per presentarsi alla cena si scali 20$.

@Latarius

Spoiler:  
La valigetta ti costa 8 dollari, oppure 15 se vuoi qualcosa di più raffinato (pelle, serratura con combinazione...). Valuta attentamente se sia il caso per un postino (perchè per il momento tu sei un semplice postino) andare in giro con un fucile nascosto nella valigetta.

@Tutti 2

Spoiler:  
da questo momento non dovete più mettere i messaggi in spoiler

Il giorno dopo, pochi minuti prima delle 19.30...

L'indirizzo dell'appuntamento si rivela essere quello del prestigioso ristorante Fleur del Lys, uno dei locali più esclusivi della città.

Nonostante oggi sia un giorno settimanale, il ristorante è già quasi pieno: in fin dei conti, la clientela di questo posto non è composta di gente che deve alzarsi all'alba per andare a lavorare, e tutti hanno i portafogli ben pasciuti, incuranti del conto che possa essere presentato.

Arrivate alla spicciolata, chi prima, chi dopo: un usciere in livrea vi apre la porta e vi fa accedere al ristorante senza fare domande. Nel foyer del locale si trovano alcune persone, piccoli gruppetti di gente dall'aria elegante quanto annoiata impegnati in conversazioni sommesse, che vi degnano a malapena di uno sguardo. Il maitre sembra essere l'unico a notarvi, ma è impegnato a parlare con una coppia di grassi coniugi, ed educatamente vi fa segno di attendere qualche minuto.

Mentre aspettate, guardandovi in giro non potete evitare di osservarvi l'un l'altro: sei persone dall'aria completamente fuori posto in questo ristorante... ma il senso di familiarità va ben oltre il fatto di sentirvi tutti fuori luogo. Sentite che dovreste dire qualcosa, forse presentarvi, ma poco prima che vi decidiate a parlarvi il maitre vi raggiunge: - Signori, signorina, mi scusa per l'attesa. Mr. Grave mi aveva avvertito del vostro arrivo. Abbiamo un tavolo riservato per voi nella sala privata. Prego, se volete seguirmi, faccio strada.

Con un leggero inchino di riverenza, l'uomo si volta e vi fa segno di seguirlo: attraversate il salone principale del ristorante e vi conduce verso una scalinata che porta al piano superiore. Da qui proseguite per uno stretto corridoi: ai lati si aprono alcune porte che danno su stanze lussuosamente arredate, alcune occupate da clienti intenti nella loro cena, ma la maggior parte vuote, sebbene apparecchiate. Quindi scendete di nuovo una rampa di scale, varcate una pesante porta di legno, e percorrete un altro corridoio simile al precedente.

Iniziate a domandarvi dove vi stia conducendo, quando il maitre si ferma di fronte ad un pannello scorrevole decorato, lo apre e vi invita ad entrare. La stanza all'interno è elegante tanto quanto le altre che avete intravisto, se non di più, ma molto più ampia. Un grande lampadario illumina la sala, è collocato un grande tavolo rotondo con sette posti a sedere, su cui fanno bella mostra fiori, bottiglie di vino, cristalleria e argenteria degni di una reggia. Una parte della sala è divisa da un separè di mogano, decorato come la porta.

Una volta entrati, il maitre si congeda: - La cena verrà servita tra qualche minuto, come richiesto da Mr Grave. Vi auguro una piacevole serata. - Nell'uscire accosta i pannelli della porta, ma notate che non la chiude completamente, limitandosi a lasciarla socchiusa.

Un istante dopo, da dietro il pannello, fa la sua apparizione Mr. Grave: - Sono lieto che abbiate accettato il mio invito. Prego, accomodatevi - senza attendere neanche che abbiate preso posto, afferra distrattamente una bottiglia, la stappa e inizia a riempire i bicchieri, facendo giro attorno al tavolo. - Mi sono preso la libertà di ordinare cibo e vino. A dire il vero, la cucina in questo posto fa pena, è tutto solo appariscenza, per cui ho pensato fosse meglio scegliere quel poco di buono che offrono. In compenso, questa sala ha tutto quello che ci occorre per questo nostro incontro, ovvero la totale riservatezza.

Finito di riempire i calici, Grave si siede, invitandovi con un gesto della mano a fare altrettanto: - Abbiamo molte cose da dire, e poco tempo, per cui saltiamo i convenevoli: per voi, siamo tutti degli sconosciuti, lo so. Voi pensate di non esservi mai visti, e non ricordate nulla di me, ma se avrete la pazienza di ascoltarmi, tutto vi sarà chiaro. Immagino che abbiate molte domande, ma prima devo farvene una io: cosa sapete, o meglio cosa ricordate​ del Trust?

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Chi me l'ha fatto fare di venire in un posto del genere?

Mi guardo attorno, il locale, le persone che ci lavorano, i clienti e infine gli altri che, come me, sembrano essere fuori posto.

Anche loro saranno stati invitati qui da lui?

Li ho forse già visti da qualche parte?

L'arrivo del maitre mi distoglie dai miei pensieri e inizio a seguirlo.

MrGrave ha riservato un tavolo nella sala privata per noi?

Forse è davvero un folle.

Dopo aver superato un gran numero di sale, finalmente il maitre apre una pannello scorrevole e ci fa accomodare.

Non si sono trattenuti nelle spese per arredare questo posto.

Penso guardandomi attorno fino all'arrivo di Mr.Grave.

In un posto del genere la cucina fa pena?

A cosa è abituato di solito?

Mi siedo quando l'uomo ci invita a farlo.

Il Trust, il cartello delle 13 famiglie... un altro buon motivo per non venire qua...

Mi guardo attorno, lasciando che qualcun altro risponda alla domanda di Mr.Grave.

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Tutto questo mi confonde, chi sono questi? Che ci faccio io qui? Che vuole Mr.Grave da noi?

Mi siedo al tavolo e rispondo; del Trust? Tutto quello che so del Trust è... che non si deve parlare del Trust, se vuoi restato vivo. E perchè dici "cosa ricordate"? Cosa dovremmo mai ricordare?

Vediamo dove Mr.Grave vuole andare a parare.

Descrizione

Spoiler:  
Sono un uomo occidentale di circa quarant'anni, altezza e peso nella media. Capelli corti e neri e occhi marroni. Mi manca il braccio destro.
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Quando entro nel ristorante mi sento a disagio, non solo perché questo mondo non mi appartiene, ma anche perché altre persone sembrano essere nelle mie stesse condizioni

non mi aveva parlato di alte persone... Cosa vorrà da noi?

In più non so proprio come comportarmi... Che debba fare il raffinato? Il vestito cel'ho già dopotutto...

Mentre ragiono tra me e me vengo sorpreso dal cameriere, al che senza pensare gli rispondo nella mia lingua madre, chinando leggermente il capo

Dobryy vecher i spasibo

Seguo l'uomo fino alla stanza privata, e vengo colpito dall'opulenza che ci viene mostrata

almeno ora so che non è un pazzo... Almeno non uno qualunque...

Un attimo dopo che il maître si congeda appare dalla porta Mr. Grave, che fa una domanda a bruciapelo a tutti noi, dopodiché uno degli "invitati" sembra leggermi nel pensiero, così intervengo anche io

ha ragione lui: non si tira avanti un negozio rispondendo a queste domande... Comunque so di cosa si tratta... Perché parla di "ricordare"?

@Descrizione

Spoiler:  

Un uomo sui 45 anni, dai tratti marcatamente russi.

È piuttosto alto e magro, ha i capelli grigi, è stempiato e ha gli occhi azzurri. Il viso è attraversato da profonde rughe, e sulla spalla sinistra, sulla giacca, c'è una lieve infossatura

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@Darth Ronin

Spoiler:  
Abito da sera 20$

Valigetta 8$

Quella da 8 va bene, basta che si possa chiudere (serratura con chiave); e non ho mai avuto intenzione di portarmela dietro. Affitto per il minor tempo possibile (sufficiente a non destare sospetti) un armadietto in una stazione (o qualcosa del genere) e la chiudo lì dentro. Se posso la affitto per un giorno solamente. Registro il tutto con un nome falso. Poi vado alla cena.

Seguo il cameriere insieme agli altri senza proferire parola, ancora concentrato sull'incontro della sera prima Non so nulla di lui, eppure sono sicuro che sia un fott.uto, bast.ardo, manipolatore. Quelle frasi, quelle parole misteriose e quelle pause di attesa, misurate. Ha detto tutto e niente, tutto programmato... come una recita.

Mi guardo intorno osservando gli altri Tutti estranei in questo posto, in attesa, come me... La mia vecchia vita? Riaverla?

Che cosa vuole davvero?

Quando infine si rivela, prendo posto difronte a lui.

@Descrizione

Spoiler:  
Uomo sulla ventina, tratti giapponesi, altezza 1.63, fisico atletico. Capelli neri corti ed occhi marroni, ha due piccole cicatrici in volto: un piccolo taglietto verticale sul labbro (superiore destro) ed un altro taglietto (orizzontale) di un centimetro appena sotto l'occhio sinistro; ne un filo di barba ne di baffi. Indossa un abito elegante.
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