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Libertà


esahettr

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  • 2 settimane dopo...

stellafoglia elementare

nei campi di buio d'occhi

le spighe l'agosto scivolano

in polvere di desiderio dorata

sui cavi teneri degli alberi come

organi vellulati la fanciulla che

scopri' la forma della luce

l'isterico silenzio della morte

razioni di pioggia su

terra gelata di lussuria rossa

l'uomo e il bambino si mangiano

stridori pernici in formazione rotta

nella linea di flanella fra l'America e il cielo

e gli avidi lampi della fioritura

ci coglieranno come servi

morti in pigiama all'ora brillante a

quel mare che una notte

ha cantato l'occhio di mio padre

a finestre nella terra

messe nulla d'amore che e'

istinto dei venti

l'onnipotenza delle viscere

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  • 2 settimane dopo...

sul finire della notte gli amanti si divaricano dai giardini illuminati

e il nostro letto era il cielo dove stretti al brillare dei morti

dovetti intrattenerti e ti lascero' in silenzio

per non scriverti nella distanza e soffriremo altri corpi

anche se la tua voce non cambiera' e il resto di me

con la tua bocca alla pienezza degli alberi

il tuo vestito a fiori e le tue labbra allegre

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  • 2 settimane dopo...

"E stringila stringila stringila

forte nella paura stringila

e nella gioia e nel dolore stringila

e se quando verra' la morte non avrai risposta allora stringila

dalle tutto l'amore che ti sei lasciato crescere dentro

dalle tutto il tuo cuore e fa' che valga qualcosa

e non farla mai piangere e menti solo quando non avrai altra scelta

e consolala quando' sara' triste e se per questo

sarai costretto a nascondere qualcuna delle tue ombre

credimi ne sara' valsa la pena di tentare bisogna saper essere forti

pero' non ci si riesce quasi mai ma soprattutto

stringila con l'infinito amore quel mistero

che forse e' in ognuno di noi introvabile da qualche parte

stringila forte per quando sarete distanti

e come uccelli in primavera i rimpianti oscureranno

la carne della terra ormai serrata per sempre

e nella notte starai a sveglio a pensare alla vecchiaia alla solitudine

alla felicita' che avresti potuto dare.

E si' dolce si' dolce dalle la parte migliore

quello che hai sempre sognato di essere e non sarai mai

sai in fondo non valiamo mai quanto il nostro cuore

e mai fare un figlio senza amare una donna

e amare una donna significa fare un figlio

e non cercarla perche' si fara' trovare

e non perdete tempo perche' non e' eterno.

Fa della tua casa un miracolo d'intelligenza

quando ti sposi smetti di prendere droghe

non dire mai tutto a tuo figlio

e' stato il mio errore piu' grande

c'e un tempo per tutto e bisogna coglierlo

e tienti dentro anche qualcuna delle tue paure

poi lo sai in fondo e' ovvio che farai come vuoi

e non mentire troppo ma io ho fede in te e

ricordati e ricordati e ricordati.

E guarda io non sono mai stato coraggioso,

ma e' un sogno di un secondo, di un secondo

e finira' prima che tu ti accorga che sia cominciato

ed e' per questo che ti dico non aver paura a stringerla

e guai a voi se non state a vedere le stelle

e baciala sempre e devi farla ridere

e fate sempre l'amore come se steste morendo

perche' se c'e' qualcosa che ho imparato nella vita

e che finisce sempre troppo presto

E ricordatevi ricordatevi il corpo

il calore che e' la forza della polvere

perche' non sono gli occhi e non sono le mani

ma le viscere e il sangue che fan paura al Diavolo.

E perdonami per tutte le mie colpe,

per l'orgoglio e per gli errori imperdonabili

perdona a me e a tua madre per ogni instante che siamo stati separati

ogni tanto pensaci e guarda ora mi viene da piangere

perche' mi sembra di vederti come sarai fra tren'anni

e stai sorridendo e guardi in su e so che pensi

che in qualche modo impossibile non riuscirai mai a liberarti di me

e ti prometto che il dolore alla fine torna sempre alla terra;

e detto cio' ti benedico con quello che temo non essere un arrivederci

augurandoti di essere un uomo cento volte migliore di me

anche se dovrai ammettere che ci sono cose peggiori

e io lo sai sono un vecchio miscredente sono sempre stato realista

ma se per caso dopo che tutto e' stato detto dopo che tutto e' stato fatto all'infinito c'e' qualcosa

allora e' amore e se cio' che sto dicendo ha anche soltanto un minimo senso

se restera' di noi il piu' piccolo bagliore

allora giuro che ti trovero'."

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  • 4 settimane dopo...

Ho un torrente di soli nel cuore,

una torre di nuvole che guida la notte verso l'estate,

case d'estate

in cui persi il conto del sonno perduto a marzo

quando ingialli' la neve in un coro strappaviscere di rondini -

passo' attraverso un immenso occhio di luce

incespicando verso il cielo oscuramente gravido

di dieci frutti che verrano.

Evoca filari di primavere rischiose e abissi di glicine

dalla gobba della luna sudicia e sotto l'acqua

sotto l'argento il seme splende,

mezzaluna che riempie, luna che riempie

la polvere e martella la filastrocca dei grilli riempie

di fiori marci i volti bui delle donne

in riva al fiume carezzate

dal turbine della fortuna.

Gli impiccati vanno ai meli.

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Se non si sentisse sola

quando la sera alla finestra

ha gia' esaurito la neve

e il volo di tua madre si rompe.

La casa ha troppe stanze,

troppo silenzio luminoso per dormire;

i sospiri delle macchine portano

i volti del giorno un po' piu' a lungo,

gli anni in polvere bisbigliano nella tua stanza,

sei costretta a rivedere.

E' sfuggente tuo fratello e non ti tocca

e quel qualcosa quando mangiava il vento della curva

piegato verso un futuro perduto

e le ragazze che non sapevano il suo nome

strillavano il colore dell'uniforme e il numero sulla schiena

come se gia' sapessero o forse perche' era bello.

C'e' il freddo e c'e' la sveglia.

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  • 1 mese dopo...

Mai fatto niente di buono

brucia forse la febbre sta tremando

lenzuola fradicie il sole

chiuso lo fa tremare sfarfallano gli occhi.

E ora e' un soffio

soffoca finalmente la vita e' questo

cerca disperatamente un volto

sopra al fischio sbiadito dei treni

di mezzanotte un volto

che lo culli gli scompigli il respiro ora

il buio viene piu' pesante dei suoi occhi

non so se neve o insetti.

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Coincidenza di un viaggiatore

Croce d'acqua cha canta

luce di montagna torna portami

a quella cosa lucente che avevamo

fra di noi come le linee

madre degli occhi ogni brandello

intonso nella pioggia,

le tue parole nella pioggia,

perle della notte a cui vorrei

si dessero nuovi nomi, per il dolore e

per l'indovinare dei gendarmi.

Portami indietro il riso e le grida

contro le feritoie sul delirio della galassia,

alle piene all'odore della terra

gli dei putridi la giugulare

del dormiente nel tuo gesto bianco.

Il fiore era pesante

da mangiare nel silenzio

plumbeo delle primavere.

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L'erba e i cento nomi che canto' alla notte

per la luce e se l'amavano se la prese il vento

dove tutta la neve tutta la neve... E loro

loro i loro ragazzi putrefacevano nel miracolo dell'adolescenza

morivano di droga

mentre il tempo gli strisciava fuori dalle orbite.

Cosi' anche la fanciulla cambio' pelle

e si rifiuto e poi rifiori' nel chiaroscuro della vita

nella loro oscurita' tutti l'avevano amata

prima di fuggire con la gioventu' marcita addosso e non

ce n'era uno che non avrebbe potuto amare a sedici anni

e ora dispersi come polvere di neve abbandonata sugli alberi.

Ma le piaceva ascoltarli nelle notti d'estate

e vagare con loro le notti perdute.

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  • 2 settimane dopo...

E giace nella luna mentre

il giorno soffoca nella casa morente.

Devo comprare vestiti. La serratura,

provassero a entrare

dal giardino. Ci dissero dell'illuminazione.

Non sono mature, le cose non

sono ancora abbastanza, giace

nella luna intera alla piena

delle vene e' una ninnananna,

lo rovesciano indietro.

La strada gialla nella notte, vecchio

serpente e la dolcezza del vento,

seduto in veranda a guardarli passare

i secondi come macchine

come frutti l'universo

sulla capocchia di un fiammifero.

Te l'avevo anche detto.

Trenta chili.

E il grano la' fuori nella luna

dove la neve implora i fiori.

L'altare dell'incontro, lo

spalancato interrogare, come

gli si rassenerevano gli occhi e

l'azzurro nella voce, uomo finito

a parlare della lotteria che

cosa avrebbe fatto coi servi che

avrebbero avuto una stanza

per gli ospiti tutto l'anno

nella luna dimenticava i campi

in Europa andremo visiteremo

tutta quella gente,

nei sogni sarebbero vagati

finche’ gela. Il cuore

della luce e' dappertutto.

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  • 1 mese dopo...

Il vento non ti fa dormire, Emily Dickinson

con gli ucceli perduti che fioriscono

alle tue finestre, pupille di manicomio.

E non dà riparo, questa

casa sottile, contro l'urlo

delle stelle; e ancora ascolto

il canto dei cervelli, e

e sono sveglio

al mare di lanterne

sforzate, carnale

zero delle croci oltre

la luna di campane.

Ruppe l'impallidire del grano.

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  • 1 mese dopo...

"La mia terra vi farà tremare i polsi

vi spezzerà la schiena e

vi romperà le ossa, vi

ingraviderà vi abortirà e in primavera in

primavera la mia terra vi serrerà la gola e

non avrà pace finchè non

sarete nulli, polline.

E dal cielo stracciato che

sarà la mia ultima maschera,

dal velo notturno di stelle schiaccianti in cui

mi sveglierò intero

ridendo conterò i corpi portati dalle piene,

ascolterò la grandine.

Sarà un serpente di buio fra

le vostre mani la mia terra,

uno sciame di scarafaggi pronto a

divorarvi il cuore.

L'urlo del sole.

La mia terra avvelenata

avvelenerà tutte le vostre donne,

lentamente, nelle case

dove per paura le

avete imprigionate..."

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  • 2 settimane dopo...

E così, controvoglia, andai a pranzo

con il console.

Male non fa, mi avevano detto

mentre stavo leggendo e non volevo perdere

il segno e - si sa l'estate -

eccomi qua.

Il console non è

nemmeno un cretino. Un po'

mi dispiace, preferirei che

fosse antipatico.

Porta suo figlio sulle spalle, gli fa

vedere le mucche,

parla di Garibaldi. Sua

moglie è grassa, tedesca.

La baita è lontana, mio nonno

non dovrebbe camminare e

arrivati su si scopre che

abbiamo prenotato dentro,

e il tavolo è già apparecchiato non

ci sono scuse, mangeremo

in questa stanza senza luce,

rimbombante.

- Tu di cosa ti interessi?

(questo è il centro della nostra morte

questo è il fiore della nullità danzante che

ci palpita nella giacca e spilla sangue

ai nostri sonni canto del fegato)

Inarca appena le sopracciglia, il console

banalmente

capisce che non è aria e

allora cosa ***** ci fai qui ragazzino

chiedo a me stesso e faccio per dire

una battuta semiseria intelligente allungo

una mano a versargli da bere, al console,

il vino ma a posto così che deve guidare

e allora me lo bevo io.

E poi sputare saluti, strofinare le guance

macchina-treno-casa-cesso e di quel pranzo

di tutta questa vanità salvai:

nella sofferenza nudi come stelle.

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ragazzo della luce

ragazzo della luce quanti anni

dal brillare delle cose

pensi a un riso di ragazze nella notte

non torneranno più.

tutto si fermò sull'autobus

perchè non gli fai male, pensò

il martirio della luce

il martirio gli bruciò la voce gli occhi

di paraffina e lui solo era intento perchè ascoltava morire

le stagioni i fiori la mente

defenestrata ch'era il tempo

era come se avessero ucciso suo padre

l'assurdo della luce

ragazzo della luce ti hanno visto

piangere in balcone o sugli autobus

ridere in faccia alle vecchie e mordere

le porte della biblioteca e

brucare coccinelle sotto le stelle.

se incontra qualcuno scappa col cuore spezzato

cade nella luce

ceca, nella luce

ceca.

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Filastrocca per un invito che dovrei rifiutare

mesi che sono triste, kirsten america

ti ho cercata nei muri

e ti ho cercata nelle finestre le

ho lasciate aperte

così magari entrava un continente

ma il passato non esiste è

un'isola sempre più piccola e

nessuno la ascolta

kirsten kirsten ho sognato di parlarti

di dire quel tuo nome che ci ho messo

ad imparare ti ricordi ad ottobre e ti

dicevo ti dicevo guarda quella sera (no?) ero

sbronzo, sbronzo e anche tu però

però l'idea non era da buttare:

molli il college tu non ci vado proprio io

magari mi diplomo ma con calma tanto i miei

i soldi (non) me li danno lo stesso e

allora come la fine di un film tu e

io florida minnesota arkansas anzi maine

mettiamo su un ristorante italiano

una birreria una fattoria e poi figli

e figlie e dopo un po' per forza anche

i loro ragazzi e - mi ci vedi? -

fare il padre tu saresti bravissima e ogni volta

che piangerò sui tuoi capelli la notte farò piano

per non svegliarti.

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  • 4 settimane dopo...

odii i tuoi giorni?

anch'io farei come la cera,

max, sto qui attaccato all'

assolo. per ora non

dormi. l'ascesi

non conduce. tua madre

e la mia che

si parlerebbero i balconi; o,

cosa dovrei dire, io, nel

caso

che. i coltelli son lunghi? più

lunghi di noi. e chiederebbero,

mia madre e tua madre, perchè

là tutto è troppo rosso. e troppo loro sono nere

coagulate

(come tutte) per sbaglio. tutti i gesti

senza midollo; guarderebbero,

nel nostro cuore di bugia. e allora? dicono, max, ti sia

scopato la Lo. e allora:

odii i tuoi giorni?

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  • 3 settimane dopo...

dentro il barrito delle luci e la statale

la notte tutta a piedi la statale e noi

è la cosa migliore che mi sia mai capitata

cercare il distributore camminare questa notte con te

piangevi ridevi, cadevi venivi delle macchine che quasi

ci falciavano, di tutte quelle

stelle sprecate dentro il tuo seno;

e che cosa vuol dire che tu mi stia toccando

cosa sono le sere le mani, dove

sono i miei morsi?

avevi capito.

era notte in un vicolo...

sono solo una troia

non ti credo, sputavi, l'universo,

non c'è niente, mai, non ci credo e i poeti

sono vecchi bugiardi e anche tu

sei bugia, non so

cosa mi è preso, siete

come mia madre

non strapparti i capelli, sai sposare

il respiro, tu sei cielo

ed istante

e non solo per noi

che proviamo a impazzire

sdraiati in un vicolo, che la vita

la buttiamo nel cesso

e per noia cerchiamo la morte, perchè è

una bella parola

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  • 2 settimane dopo...

subissano nel trauma d'oro il nullo

fragore dell'origine, nemmeno il nero

ridicolo dei sogni e quel fervore

che di vergine, di vetro nella carta

arrideva alle lune, lume campanario.

tutte le notti che non avrebbe dovuto

e sviscerano il qualcosa, la deriva lungo la sera lungo

gli spigoli, nel karma, dei servi che guardardavano

e guardavano dagli interstizi nella croce,

sporcizie della croce, i loro occhi grossi, i

cappelli educatamente attoniti. sono

il puro cuore annichilito, nei

drogati, respiro, come.

questo libro miserabile.

per le madri che annienteranno testa

fulmine indulgenza, questo groppo,

come, di nervi ridenti, errori ridenti

a malincuore per sarcasmo. e ora

so la cosa, seme nero, casa palindromo

dei testi, capro infame nelle rughe; so,

ora, il chiasmo tutto, di Manciuria, la sottrazione

intera delle loro vite, poveracci, imbecerati di tormento a

dirsi cose e chi le ascolta,

neanche loro. falso sempre il pianto e sulla

soglia, sulla soglia e non più oltre

si gioca questo svenamento, beati loro

che non sanno o che lo accologono, o

mai nessuno in pace amen.

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Pensando a cosa sarebbe, che sarebbe il fare senza ma e dunque e ma, alla… ma in fondo dire e cosa e sempre e l’enigma/ un'altra storia della vita

Non so cosa sia il suolo per le armi gli universi a tripla stella che erano nostri e le risa, le risa della gente sugli alberi un vecchio ricordo

Vidi nel nulla la luce, del mondo, era bello, ridicolo e bello, alzarsi, alle sei, con la sveglia, preparare il caffè, poi in giardino l’attesa, virgola, gli uccellini cantare il sorriso del tempo, semplicissimo

E poi cosa verrà?, pellegrino 1 si uccise alle porte, e nessuna risposta, un convergere morto di forze il silenzio è pulviscolo se lo spirito è il cielo. ma

Dio dove hai nascosto la neve, che è un bel modo di dire, ma potrà non ammetterlo, per un figlio e disperato del suono del suono più morto

Questo era il loro perdersi piacerebbe parlarti, nelle pendici le rose un domani fu facile leggere il viso del viaggio, niente oro ricorrere

Il crogiolo lanciato nelle bestie occhi moon contro il pane delle vergini, ica, sono svegli al terrore degli strappi tutti i modi del corpo

Maxxxxxxx: l’imprendibile neve nel pollice ha chiosato le reti, ora segna un vagito le nubi e sul corso i ruggiti la piana di sole di macchine morte

Miraggio, al macello chi irride il cuore sciolto, e seguendo i pianeti giù fino allo straccio, eravate proiettili vi ho tenuti nel fuoco

Piccole profondità ingiuste il saluto e poco altro si rapprende tornando nelle loro teste, categoria del volere, e gela, volare irrimpianti per il sacro ridente nelle loro teste la spina la mia luna era scomparsa

E non la più pallida idea di niente, sai il dolore dei sassi e dei prati solo neve lontana, e so che è parte cruciale gioventù ci sarebbe ancora e allora basta

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