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Libertà


esahettr

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Combatto per una ragazza

bianca come la neve,

dalle labbra dolci

come il miele.

Uccido

per l'unica cosa per la

quale ha un

senso vivere.

Non m'importa nulla

di regni e imperatori.

Nulla

della causa per cui

gli uomini si uccidono

fra i monti e la brughiera.

Nulla dei loro futili

ideali.

Non ardo del loro

furore, della vacuità

del loro spreco.

Ho preso le armi

solo per lei.

C'erano tre soldati

ieri all'alba,

a un miglio dal

nostro nido.

Al tramonto ne rimase

uno.

Stamattina

sono venuti a prendermi.

L'ho portata nella capanna,

fra i rami più alti della grande quercia,

mia amica.

Poi sono svanito

nelle frasche.

Ho ucciso

e lo farò ancora, solo

per lei.

E se il crudele burattinaio con

la falce nascosta fra le mele,

nel suo cestino intessuto

di stelle, si dimenticherà

di me,

tornerò.

E ogni volta che mi addormenterò

con la sua testa poggiata sul

petto, i pallidi

raggi della luna

crescente fra

i suoi capelli,

sognerò gli spiriti degli

uomini che ho ucciso per lei.

E ogni mattina, mi sveglierò

stremato

al ritmo suo respiro, le sue mani

fra le mie, felice

di essere vivo

con lei.

La più grande idea

del più grande dei profeti

vale meno del più piccolo frammento

della vita del più infimo degli esseri viventi.

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Vorrei scrivere

per te

dell'incapcità di esprimermi.

E, per favore,

so che è solo

autocommiserazione ma

non lo dire

ad alta voce.

Perchè il mio tempo non

verrà mai. Perchè si

può soffrire anche dove

il dolore è invisibile e la

morte tabù.

Dove andrà il mio spirito,

quando ogni granello di sabbia

del grande deserto avrà

la nausea di me?

Dove andrà a rubare

la vita la mia anima?

Un giorno stavo a gambe incrociate

sull'erba e vedevo

splendere l'immensità.

Ti amo amo le tue mani

le tue gambe la tua bocca

le tue braccia le tue gote

le tue labbra i tuoi capelli.

E questa sera andrò

giù al fiume e chiederò

a mio padre perchè

è tutto così storto.

E colpirò bottiglie

di vetro con i sassi

fino a sanguinare.

Non c'è nulla da salvare,

spero solo

che sia indolore. Ho

paura di non avere paura.

Ho vissuto odiando

chiunque fosse diverso

per la paura di

avere torto.

Ma, ti prego, una sera vieni

con me sul prato. Prego

ogni notte che tu mi venga

a baciare

in sogno.

Non voglio pensarci.

Sono bravo solo a

ficcare la testa sotto

la sabbia. Sono già

vecchio. Posso passare

ore a ricordare. Non

voglio essere solo.

Perchè dobbiamo

provare cose così profonde,

se non possiamo esprimerle?

Perchè a tutti e

non a me?

Odio tutte le persone a

cui voglio bene. Dimmi,

dov'è la salvezza

per quelli come me?

Sono troppo profondo

per la felicità.

Vorrei riuscire a dirti

tutto quello che sono.

Non so cosa darei per

una notte senza me stesso.

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Ho strisciato nel

fango per

un lampo di purezza.

Ho attraversato le tenebre

per intravedere la terra

dove il sole splende

per sempre.

E' la nostra casa

dall'inizio

della fine, ma non

l'abbiamo mai

saputo.

Non fa freddo nè

caldo e non ci sono notti.

Gli uomini vivono in pace

e si crogiolano nell'amore

per sempre.

E' la terra da cui nessuno

è mai tornato, la terra

dove non ci sono

sogni infranti.

Ci sono molti mezzi

per giungerci.

Io mi servo del più antico

di tutti.

E' una macchina

del tempo

capace di trasportarti

nei regni del tramonto.

E' un treno impazzito

che viaggia a velocità

folle sui binari

dell'ignoto.

E' un sentiero impervio

fra le creste dei monti

della perdita di sè.

In molti sono

morti

durante il tragitto.

Altri, non hanno avuto

il coraggio o

la follia

di procedere fino

alla fine

del percorso.

Altri ancora, l'hanno cercata

per l'eternità

nel luogo sbagliato.

Sono il prezzo da

pagare per voler essere

come gli dei.

Io sono all'inizio

della via. Non so se

avrò la forza di

concluderla.

Non so

se sarò in grado

di accettare

la verità.

Perchè, alla

fine del labirinto,

si scopre che

l'essenza è

la domanda, non

la risposta.

Il senso della ricerca

è in sè stessa, non nella

scoperta. Ma al

contrario non funziona.

E' la terra da cui nessuno

è mai tornato, la terra

dove non ci sono

sogni infranti.

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E' quasi novembre

e non ho ancora una ragazza.

Ricordi agrodolci

mi affollano lo spirito.

Mi impediscono di intravedere

forme oscure

nella nebbia.

Basta un millimetro

per un chilometro.

E non è solo

perchè batto la tastiera

così.

E Gesù era un

anarchico e l'hanno

fucilato perchè

non lo merito.

Sono un po' più vicino a

Bhudda, ora, solo

un poco.

Non fidarti di me, limitati

ad amarmi per

le bugie.

Ideali, eroi, rivoluzioni:

i trastulli degli dei

nelle radure dove

l'alba è

perenne.

Ogni volta che mi

giro sei più perfetta. Ho preso la

mia anima a brandelli e l'ho

bruciata nell'effimero di

una stella cadente.

Nessuno dei miei professori

capisce che nemmeno il

sapere accumulato dal più

grande dei sapienti, saprà

sfamare la Madre stuprata.

Forse un domani,

in ogni volto scorgerò

le tue gambe azzurre

nella cecità del

crepuscolo.

Ti voglio

toccare

e baciare fino a farti

venire i lividi.

E se fossi malata ti curerei

in una miniera d'oro.

Se avessi un sottomarino, non

dormirei fra i mortali.

Siamo nati dai vermi e

vermi e dei presto torneremo.

La putrefazione è vita.

Non vi è luogo più in

pace di un cimitero.

Quando vi vedrò cambiare?

Mi dispiace, se cerco una scusa

per morire sulle curve del

tuo collo. Se fossi una

donna ti odierei se fossi un

uomo saresti la porta

della realtà.

Alla fine di tutto

dovremo guardare per ore

le dita di sangue.

Perchè un viso bellissimo è

come una bestemmia oscena.

Dio creò l'Eden e lo sparse

sui prati sui deserti nei boschi nelle cantine.

Ho un incubo ricorrente di non

riuscire

a morire nel modo in

cui voglio.

Ho deviato molto tempo fa,

e ora ho abbandonato anche la

strada sterrata.

Vorrei sognarti su un prato.

Il sole sui tuoi capelli mi

renderebbe cieco. Il tuo viso

sul mio petto mi

dividerebbe l'anima.

Sarei tutt'uno con

le stelle se vivessi

accoccolato

nel tuo respiro.

Interrotto.

Voglio salire nel cielo

e rubare l'amore agli

angeli. Non c'è nulla

di peggio di un'ala spezzata.

La vita è come un sogno

infranto.

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Sei così ovattata

e io così confuso.

E' come stare

nell'utero,

prima di incominciare a

morire. Non

so più chi amo e

chi sono, perchè ho

del sangue nelle orecchie. Faccio

collezione di disgusto. Papà,

dove mi stai portando? E'

qui che hai ucciso la mamma?

E' qui che il suolo si è

impregnato del sangue dei miei

avi sbranati dagli orsi. Io

so che la bestia è

qui. Si aggira fra

le dune.

Non mi ucciderò fino

all'alba di antichi eoni

violacei. L'aurora

boreale è come

il tuo respiro mentre dormi

nel letto che ha consunto l'amore

di mia madre.

E' qualcosa di superiore e materno

al contempo, che

riscalda come un focolare

in campagna

a novembre. Mi sento così

in me che non sembro più

io.

La luna ci spia ogni notte

e tace. Ho sognato affinchè

il suo più cratere più enorme

infrangesse il silenzio delle forre

e rompesse le barriere dell'indulgenza per

scatenare su di noi la follia

pura indotta dal suo spirito

dilaniato dalle luci.

Tutto ciò che è effimero

è un'illusione causata dal

riverbero delle fiamme dell'anima

della Dea che brucia

sul lato sbagliato del labirinto.

E' la mia gamba sinistra che

sta continuando a dirmi

di non ascoltare. Non

sono sicuro nemmeno

del barlume dei tuoi

occhi, le uniche catene

che mi ancorano

agli uomini. Nell'ombra

della torre verde, progettando sacrifici,

sapremo cosa

fare e chi cercare. E ora ti potrei dire,

la formula dei sogni, la lucentezza

del cristallo del rimorso. Non c'è

ossimoro più grande dell'empatia.

Hai torturato i miei avi e mia

madre è rimasta a guardare. Quindi, perchè

dovrei tremare, ora che la fai tua?

Si sta incrinando

tutto.

Per favore, fammi stare accoccolato nel

dormiveglia

per ore di latte.

Voglio scolpire i

miei sogni in una scacchiera

di cristallo liquido.

Cammineremo nel bosco

sulla montangna fino

a che gli alberi di biancospino

ci avranno circondato.

Lasciami sull'erba, fra

i sassi.

Saprò

di che vivere.

Lo credo.

Il mondo è così placido,

che sembra ubriaco.

C'è qualcosa di bollente che si sta

disfacendo

nell'acquario del mio

spirito. Il gomitolo

dell'odio sta finendo di

deviare.

Intrecceremo la stoffa

dei fantasmi. Useremo il

filo della dimenticanza nel

colore dei ricordi, con un

profumo di calde notti

d'estate fra le frasche dei cedri.

Agli angeli della spazzatura,

fra i rifiuti e i vermi, narreremo il nostro

amore.

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  • 3 settimane dopo...

Che cosa rimane,

dei fuochi fatui, nel cuore della foresta

al mattino?

Nella notte eterna ho visto

la tua faccia spaccata in

due dall'elettricità.

I suoni mi rincorrevano fin

là, nel luogo della

resa.

Ho avuto paura di annichilire

di fronte alla trascendenza. Ho

intravisto il mondo spoglio dall'individualità, ma

i ricordi mi hanno impedito di prendere

il mare.

E ora che cosa resta,

del volo folle della tigre cieca,

ai confini della città tetra?

Solo polvere e stanchezza e

sogni andati a male.

Non credo più nemmeno in

te, ho deluso questo mondo

troppe volte.

E poi pensavodi stare piangendo,

ma era solo

il lamento dei morti nel fiume.

Mi chiamavano, volevano me,

per proteggersi dal silenzio.

Per favore, ascoltami senza interrompere,

perchè questa forse è

l'ultima volta. E' un

addio sussurrato nella sabbia,

per suggellare le tue

labbra in eterno.

Fratello, se passi per

il corridoio di ferro, non dimenticarti

di salutare tutti

da parte mia.

Non avrei mai pensato di

essere così debole.

Dove sto andando a finire?

Metti la testa sott'acqua

e affoga.

Fermati di fronte alla fortezza di

cristallo e invitala a ballare,

al ritmo del vento fra le vele.

Per tutta la notte c'è stato qualcosa di

molto sbagliato, credo in te,

fratello.

E all'alba ti avrei potuto raccontare

parte di quello che il domatore

ha sempre saputo. Ora il sonno

mi ha tarpato le ali e bucato le vele,

preferirei affogare che morire

contro gli scogli.

Prima del tempo

C'era un ragazzo che voleva essere un uomo

prima del tempo

per capire l'amore.

Non sapeva che nemmeno il più vecchio

dei Sapienti sapeva trattenere

una lacrima, do fronte al plenilunio.

C'era un ragazzo che

amava una dea dai capelli lucenti

come l'alba, dalle gote rosse come

le mele a sttembre, dalle gambe lunghe e liscie

come la sabbia bianca

del Paradiso.

Il cielo era dello stesso azzurro

dei suoi occhi.

Lei lo fece giacere

nel suo campo fiorito, ma

poi lo rifiutò perchè era ancora

un bambino.

C'era un ragzzo che

mangiò la rugiada degli zingari

e la sua anima si ruppe,

con lo schianto lacerante

delle unghie di una strega sulla pietra di drago,

in miliardi di frammenti colorati.

Caddero a terra nella neve

senza un suono.

C'era un ragazzo che diventò pazzo,

e sua madre lo uccise con le sue stessi mani.

Poi uccise anche Quart,

lo zingaro, e anche tutti i suoi antenati.

Li smembrò a con le sue stesse mani perchè avevano

preso il senno del suo bambino.

C'era un ragazzo che voleva essere un uomo

prima degli anni

perchè amava una dea sadica

con la bocca sporca del sangue di decine

di uomini.

Mangiò la rugiada degli zingari e

sua madre lo uccise.

Diventò pazzo fissando troppo a lungo

la fiamma di un acciarino.

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  • 3 settimane dopo...

Respirerò ancora l'aroma

della terra e degli

aghi di pino

nei tuoi capelli

lucenti?

Dov'è il crepaccio?

Indicamelo e trascinami dentro.

C'è una stella a tredici punte

nell'armadio. Non voglio svenire

nel parcogiochi, di nuovo.

Dove sei?

La distanza ci divora

le dita.

Cos'è successo? Non

vuoi che io sia il bambino

che sono? Allora

voltati e scappa fino

alle prime nevi del Nord eterno.

Ti ho strappato con i denti

l'ultimo brandello d'amore

andato a male.

Che cosa rimane?

Ti prego, dimmi se c'è un

immagine che resta.

Sei impressa nell'iride

dei miei occhi verdi come

un lago.

E' solo che vorrei trovare le parole

per dirvi scusa e grazie e non

so più che altro.

L'ho dimenticato.

Insegnami a camminare.

Io ti insegnerò a girarti sempre indietro,

a non guardare mai avanti.

Un po' più vicina, voglio

vomitare sulle tue labbra tutte

le mie paure.

Dove?

Dove?

Dove?

Legatemi stretto a una piroga

che brucia nel fiume azzurro

cielo.

All'inferno, in paradiso.

E' così facile comprarci. Promettimi

eoni di ricordi sempre diversi e sempre uguali.

Non voglio vivere, preferirei

sedermi in veranda, la salvia purpurea

del deserto che stormisce nel vento, con

un bicchiere di sangue.

Quando potrò esserlo?

Migliorami, ho un bisogno doloroso

che tu faccia di me

ciò che non sono.

Amami per ciò che sembro e sarò contento

per un mese. Amami per ciò che non sarò mai

e ti dimenticherò solo all'inferno.

Forse, fra le sue braccia possenti, o fra quelle di Satana,

ti ricorderai di come tremava la mia mano

quando ti accarezavo piano.

Che te ne importa?

E' solo che, quando capisci che davvero

non potrà mai essere per sempre

e che tu non fai eccezione,

il peso dell'universo è sulle tue spalle.

Vorrei gettarlo nell'abisso

da cui il bambino più crudele

ha dato inizio a

tutto questo dolore.

Ho respirato terra al disgelo

e aghi di pino, nel tuo

respiro di

rosa dimenticata.

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  • 1 mese dopo...

Andiamo a sprecare

il nostro tempo

in baluginanti incertezze

di luce di lampioni

frammiste al respiro

della strada.

Sto affondando nell'asfalto.

La vita è una sabbia mobile

ma a me non hanno dato

una corda.

Cosa è degno di essere ricordato?

Il volto sul fiume dei morenti

nella notte dei Se?

Il parquet?

E ogni giorno fu uguale

all'altro e poi

fu la felicità.

Profitto, incremento, crescita!

Pensa, è aumentato il tasso di suicidi

sul lavoro! Siamo degli

evoluti predatori di prede in

scatola.

Vivere di progetti e morire di

rimpianti.

Giovani.

La verità

è che ci piace crogiolarci.

Non c'è nulla che desideriamo meno

della comprensione.

Esci esci esci esci!

Vai via! Malinconia!

Fuggimi!

Lasciamo la civiltà

per la collina dei reietti,

fallo anche tu! Io l'ho fatto

molto tempo fa. E voglio stare

assieme a te nella

mia rabbiosa solitudine.

Non c'è niente che la mia mente possa

lambire che non è già

stato stuprato.

Perchè devono

rimanere solo i cocci?

Perchè non c'è necessità?

Ma cosa c'è?

Il mondo è finzione,

la vita uno spreco.

Chiudi la porta

e spariamoci via.

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Nell'alba lattiginosa

del primo giorno,

mi inginocchio

a implorare le tue

labbra di cristallo.

Il tuo respiro ha preso vita

all'unisono con il mio,

siamo uniti nell'essenza.

Sono sveglio dall'eternità

ad attendere il tuo sguardo.

Un cielo di fiordalisi incornicia

il primo sole che

illumina il tuo volto d'angelo.

Gioca con il tuo manto d'oro

e acceca le stelle neonate.

Leggiadra come una farfalla,

ti alzi.

Ora sei anche tu.

In silenzio,

mi prendi per mano.

Camminiamo camminiamo camminiamo.

La sabbia è bianca come

l'idea della luce,

e soffice come niente sarà più,

mai.

Il mare è calmo e giocoso e

fresco di colore.

Ogni mia falange arde d'amore

per la pelle del tuo palmo.

Poi la grotta si apre davanti

a noi come una bocca

nel ventre della terra.

Dentro,

il tempo striscia via

in silenzio,

sconfitto.

Il diamante ci sussurra

seduzioni non ancora dimenticate.

I tuoi mille occhi infiammano

il mio volto liquido.

Una cascata di platino

i tuoi capelli.

Un abisso celeste

i tuoi occhi.

Fuori, dall'altra parte

il primo vento stormisce

in una prateria infinita.

L'erba, verde di vita pulsante,

si lascia accarezzare e

sussurra

la Canzone del Compimento.

La rugiada risplende dei mille colori

dell'arcobaleno.

I fiori rossi e gialli e blu

spuntano come esplosioni

di colore primigenito.

Ogni essere urla

silenziosamente

il proprio giubilio.

Ci sediamo e il

mio cuore e il tuo palpitano

di gioia condivisa.

Il tuo volto sempre più vicino

è la personificazione del Senso.

Ti bacio e il mio spirito fugge

dal mio corpo e raggiunge il tuo,

nel cielo.

Ci baciamo ancora e ancora e ancora

e ogni bacio è più lungo e dolce

del precedente.

I nostri spiriti si intrecciano

come mante di bianco fumo liquido

nella volta del cielo.

Giaciamo assieme, per un secondo e per

tutte le eternità di tutti gli universi.

Al culmine dell'estasi,

ebbri dei sensi,

quando i nostri occhi socchiusi

intravedono il volto di Dio,

i nostri spiriti per un

istante senza fine

esplodono in

un fiore di vita.

Giaciamo poi stremati, e ci ricongiungiamo

con i nostri Sè.

Piove acqua pura

come un torrentello di montagna

a dissetare l'erba.

E il mondo andrà avanti

e i colori sbiadiranno

e il cielo si farà scuro e minaccioso

e il tempo porterà via quasi

tutta la purezza.

E gli uomini inventeranno la parola

perchè non sapranno più

parlare.

Ma rimarrà sui loro volti

il sorriso un po' triste

di chi meglio di tutti i profeti

ha intravisto il sorriso di

Dio.

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  • 2 settimane dopo...

C'era una volta un bambino.

Leggeva sempre lo stesso libro e

piangeva. Piangeva di nostalgia

perchè ogni volta che lo rileggeva

il libro perdeva qualcosa.

Oggi quel bambino piange

ancora perchè

la vita è come quel libro.

Un giorno smetterà di

piangere e quello sarà

il giorno più triste della sua vita.

E gli rimarrà sulle labbra solo

il sorriso triste

di chi non riesce più

a piangere, ma solo a

ricordare.

Vivi, piangi,

poi ricorda.

Non il contrario.

  • Mi piace 1
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Se attraverso i portali

di luce,

è solo per te.

Per te, getto via

la realtà

e ne cerco una più strana.

Questa notte, la mia

mascella disegna

sei lune

in un cielo pulsante di intenzione.

La collina della mia adolescenza

ha mille occhi che respirano.

Panchina storta arcobaleno fatuo

stella di diamante occhi simmetrici

sono così elettrico ma sto bene.

Sento l'energia blu

in pancia sulla schiena in testa sulla nuca nelle gambe,

sono tutto suo.

Forse è un collasso, forse

guardo

in faccia

tutto il nero.

Hanno scritto sulla strada per confonderci

perchè hanno

paura. Hanno paura di me e di

te, di noi. Hanno paura che racconti

delle dimensioni.

Mi sta investendo

un carro di lampioni ghignanti.

Il ghiaccio è pieno

di metallo a quadratini.

No, se mi guardi negli occhi

non ce la faccio

a rincorrere le parole

che ronzano sulla mia nuca.

Non fare caso alla mia

pupilla esplosa, sono

così nervoso.

E nei tuoi occhi c'è

disprezzo e posso solo scuotere

la testa e dirti la verità.

E sarò libero, ahahahahahahahaha!

Ho bisogno di un falco di rugiada

per pensarti come meriti.

Sono molto lontano,

ma non mi sono ancora perso.

Ragni di luce nel negozio ragni di tenebra

nel parco.

Vorrei solo che mi spiegassi

perchè ho in bocca

tante bare bianche.

E' tutto liquefatto, ma non importa.

Devono essere i tuoi capelli,

perchè sto affondando.

Vengo per veder splendere

le tue gambe snelle,

contro il pavimento.

Mi hanno sempre

fatto piangere. E

tu sei qui a guardare

un illuso, o qualcuno

che pretende di esserlo.

E taci. Anche se Dio non

mi restituisse mai più i

sensi, ricorderò la tua

voce che tremava.

Ripenso a me e te

insieme sulla Torre

e giro la testa.

Sono un robot di nervi

di titanio.

E' solo che è meno impossibile

mendicare un tuo sorriso,

se i miei occhi sono più grandi

dei tuoi e

vedono di più.

Mi penso doppio e triplo

e sto fondendo e va bene e ci sei tu.

E' bello essere qui seduti

per terra e ricordare

quando mi toccavi. Una tua

carezza vale tutte

le eternità.

Mi piaci come un prato a giugno,

come il cielo terso di settembre.

Baciami e smetto

di fingere di cercare l'infinito.

Scambierei per sempre

le tue labbra per la città

che respira,

il tuo respiro per

un bagno nello stagno nero

il tuo seno per

il mondo accantonato,

senza rimpianto con la goia nel cuore.

Tu,

e il resto

non c'è più.

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  • 2 settimane dopo...

Si fonde e si fonde

e si fonde e scorre

liquida la notte

tra gli scheletri degli alberi.

E ci avviluppa e ci avviluppa

e ci avviluppa e ci soffoca

il buio e gli stagni sono

occhi che ammiccano al cielo.

E corriamo e corriamo

e corriamo e fuggiamo

e le ore rotolano

e le ombre fremono.

E cantiamo e cantiamo

e cantiamo e danziamo

incerti e fingiamo

di ingannare le tenebre.

E proviamo e proviamo

e proviamo e cadiamo

e cadiamo e cadiamo

e ci rialziamo.

E si squarcia e si squarcia

e si squarcia e urla

la notte accecata

dagli angeli.

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Canzone dei Fiori di Polvere

Cammina nella sabbia e nel vento,

e attraversa il letto di mille fiumi in secca, e marcia

fra i cardi e le pietre, ascolta i miei resti mortali che invocano il tuo nome.

Fra serpi agonizzanti, con gli occhi vitrei dell'umore

della morte, là, giungerai un giorno, come feci io per primo,

nella tetra landa disseccata, là dove l'erba è veleno e i fiori polvere.

Il sole è un cancro cremisi nel cielo sanguinante di nembi

e splende per malvagia follia di luce malsana

a insudiciare perduti orizzonti grigi.

La terra è arsa e morta e costellata da crepacci

come ragni di tenbra, che nelle notti fredde

la luna chiama a vita; i fiori sono tristi e ineffabili come polvere.

La luna stessa è il volto tondo di un demone,

e quando è piena dalle sue orbite nere escono

larve e vermi e creature dell'ombra a torturare la notte.

Rari sono gli alberi, tremano nel vento la notte

e partoriscono urlando frutti avvelenati simili

a piccoli teschi rinsecchiti d'infanti.

L'erba è gialla e secca come paglia e cresce per pura brama

di vendetta: quando un viaggiatore è allo stremo,

canta e lo strega e lo ammalia con la sua voce suadente.

E l'ignaro che la mangia non muore e mai morirà, è costretto

a vagare per sempre come un'ombra cieca, pazzo, a

pregare latrando la misericordia di dei che hanno voltato le spalle.

Stenditi sulla nuda terra, là dove anche il vento geme e piange

e continua a raschiare il suolo fino a renderlo affilato come una lama

di vetro e diamante, là dove le mie ossa marciscono e invocano il tuo nome.

Invoca tu il mio, cantalo, e giaci là dove giacqui anch'io, avrai come tomba

una landa torturata e come lapide un albero che tende i rami spogli e rachitici

verso il cielo come a maledirlo, su di noi cresceranno tristi fiori di polvere.

Canta e canta il mio nome e i miei miseri resti mortali

canteranno il tuo, ricordo di pomeriggi di latte passati a

nuotare e a rotolarci nella luce, lontani da questa landa cupa.

Canta il mio nome, e le mie ossa canteranno il tuo, lontano

mille miglia da questa cupa distesa di dolore, gli dei

scaveranno per noi una tomba nei cieli e fioriranno ogni notte

fioriranno come gigli le stelle lontano dai fiori di polvere.

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Sprecato

Concatenando vitrei addii uniformi

ci crogiolamo nell'amara tenebra del ricordo

e sprechiamo e lenta si insinua la

morte, cantando.

Quanti raggi di sole offuscati dalle nubi?

Quanti frutti non colti e marciti fra i rami del cedro?

Quanti petali di rosa solleva al crepuscolo rosso il vento?

Uno per ogni istante.

E' la maledetta paura di correre al

prato, il cancro slavato che ci

azzanna le ali e strappa le vele,

un piccolo uomo piccolo con le unghie lunghe.

C'è una luna pulsante di follia, in me

in te, un pulsare ritmico di vergogna

che accartoccia l'esile pagina dei forse,

e la ingoia. La ingoia e freme e ride e

nei suoi occhi ciechi giallo è l'oblio.

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