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Darth Ronin

Messaggio consigliato

Sono passati 11 anni dalla presa di Gerusalemme e la definitiva liberazione dei luoghi sacri in Terrasanta; le sofferenze, i sacrifici, la violenza della grande spedizione lanciata da Papa Urbano II sono finalmente un ricordo del passato, ma le difficoltà non sono ancora finite per i cristiani giunti in Medio Oriente. Molti dei sopravvissuti alla grande marcia sono tornati alle loro case, ma ora che le vie dei pellegrini sono di nuovo libere e relativamente sicure, un nuovo flusso di genti si riversa dall'Europa verso i neonati regni d'Outremer, i territori conquistati dai principi cristiani; molti di queste genti sono comuni pellegrini in cerca di redenzione, ma ancora di più sono quelli che cercano una nuova vita in quello che per molti è il Regno dei Cieli in terra. Avventurieri, mercenari, nobili in cerca di gloria, commercianti in cerca di facili guadagni, non si può certo dire che tutti i nuovi arrivati siano animati da intenzioni spirituali.

L'afflusso di tutte queste persone ha reso Gerusalemme e le altre città liberate luoghi affascinanti, dove diverse culture si incontrano e si intrecciano, le lingue si mescolano e nuove idee si sviluppano; le differenze religiose, se non tollerate, sono comunque accettate e tenute a bada con la minaccia delle armi. Sebbene siano sorti ghetti in cui confinare mussulmani ed ebrei, per la gente comune non fa differenza commerciare o lavorare con uno o l'altro credente.

Voi tutti in questi anni siete rimasti al servizio del Vescovo Arnaldo di Tolone: poco dopo la partenza da Bisanzio siete stati accorpati al suo gruppo di seguaci, svolgendo per lui incarichi in base alle vostre capacità ed esperienze, meritandovi poco per volta un posto di riguardo tra i suoi collaboratori più ristretti.

Nonostante l'inevitabile nostalgia delle vostre terre, in questi undici anni avete continuato a far parte del suo seguito: il Vescovo, poco dopo la caduta di Gerusalemme, rivendicò per sè stesso una fattoria poco fuori le mura della città santa, che aveva personalmente provveduto con la sua intercessione a salvare dal saccheggio e razzia. I lavoratori della fattoria gli furono debitori, e accettarono di buon grado di mettersi al suo servizio.

Come gli altri, anche per voi questo luogo è diventato la vostra casa; qui avete svolto per lo più lavori manuali, chi come guardiano, chi come carpentiere, chi come bracciante, ma di tanto in tanto le vostre capacità e talenti furono richiesti per compiti più importanti. In linea di massima, undici anni tranquilli, con una dimora in cui risiedere a cibo a sufficienza tutti i giorni.

Nelle ultime due settimane però ha iniziato a girare la voce che il vescovo stia per ricevere un nuovo incarico, e che dovrà lasciare Gerusalemme; da più di un mese non lo vedete, da quando si è recato al palazzo di Baldovino I per importanti questioni, ma un messaggero questa mattina vi ha raggiunto annunciando il suo rientro alla fattoria per questa sera. Senza grossa sorpresa da parte vostra, il messo ha aggiunto che il vescovo richiede di vedervi tutti insieme per la cena, perchè dovrà comunicarvi qualcosa di importante.

@Tutti

Spoiler:  
Iniziate nel momento in cui il messaggero si allontana: è da poco passata l'ora di pranzo, i servitori si stanno già impegnando per ricevere il vescovo e preparare una degna cena di benvenuto. Fate tutti un giro di post, presentando rapidamente il vostro personaggio in spoiler, dopodichè iniziamo sul serio :)
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Spoiler:  
Al Fathal , siriano di Damasco, e' alto all'incirca 1.75, magro, pesa intorno ai 60 Kg., svelto di mano e di mente. Carnagione olivastra, capelli neri lunghi, occhi di un verde profondo. Veste elegante, ma comodo, senza cadere nel lusso. Porta una catenina d'oro con una mezzaluna come unico ornamento. Un'altra mezzaluna, verde in campo rosso, e' tatuate sulla sua schiena. Una serie di cicatrici solcano questa parte, adesso bianche, ricordo di antichi castighi. Un'altra cicatrice, piccola, gli parte dal labbro sinistro, rendendo il suo sorriso in qualche modo inquietante.

Al Fathal osserva il messaggero allontanarsi. Stava prendendo acqua dal pozzo per dissetarsi nella calura del giorno. Finalmente notizie...non gli piaceva rimanere all'oscuro dei movimenti del Vescovo. Suo compito, fra gli altri, era proprio quello di sapere tutto e possibilmente prima di qualunque altro. Il suo ruolo ufficiale, in quei sei anni di lavoro al servizio del Vescovo , era di ambasciatore e collegamento con le popolazione e con i governanti di religione mussulmana. Ma dietro a questo specchio per le allodole, si celava il vero compito di Al Fathal: spiare, uccidere, tramare nell'ombra. Il Vescovo non pteva certo sporcarsi le mani con quelle faccende e i suoi santi lavoratori neanche, almeno in linea di principio. E allora ecco che affidava quelle incombenze a lui...all'inizio trovava fastidioso e poco onorevole combattere insieme a degli infedeli, ma poi ebbe una visione, sicuramente opera di Allah, in cui gli veniva fatto capire che il nemico del tuo nemico puo' e deve essere tuo amico! E allora tutto gli si presento' sotto una nuova e corroborante luce...uccidere traditori Sunniti, che si erano allontanati dall'antica e Unica Via, era il suo compito in questa terra, prima di riunirsi in Paradiso a godere del suo harem a fianco del Profeta, che sia benedetto per sempre!

Cosi' eccolo li', dopo tutti questi anni, in quella che i Latini chiamavano Terra Santa. Non poteva dire di essere diventato amico degli altri componenti il consiglio del Vescovo, ma era arrivato a rispettarli, almeno alcuni. Sputo' nel terreno, beve un sorso d'acqua del pozzo e si avvicino' agli altri. In una langue d'oc molto accentata, ma perfettamente comprensibile si rivolse ai presenti: Cosi' che il nostro capo e' di ritorno...

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Spoiler:  
Leonteus è un classico uomo mediterraneo: altezza media, pelle olivastra, capelli mori ed occhi neri. L'ossatura spessa, la muscolatura gonfia e le spalle larghe lo rendono estremamente robusto, il suo vero unico tratto distintivo. Ha volto e corpo segnato da mille cicatrici prese in battaglia ed il naso è stato schiacciato dal boma durante il naufragio, che, insieme al suo inseparabile astrolabio, è l'unico ricordo degli anni passati nella marina bizantina. Veste con abiti semplici e ordinati con una preferenza per i colori chiari.

Leonteus ascolta le notizie del messaggero quasi con indifferenza, perchè è da tempo che si chiede cosa lo spinga ancora a restare al servizio in una fattoria, lui che ha sempre odiato l'idea di fare il contadino e che sente la nostalgia del mare. La gratitudine verso il vescovo, che l'aveva ripescato dal naufragio, valeva tutti quegli anni passati come bestia da soma? Tuttavia ha imparato che le persone come lui non si sentono mai a loro agio: quando sono a terra manca il mare, mentre quando sono in mare manca la terra, stranieri in patria, ma patrioti all'estero e quando sono in pace rimpiangono la guerra, mentre quando sono in guerra rimpiangono la pace. Finora si è sempre adeguato e accontentato, ma ha proprio nostalgia dei duri tempi delle battaglie ed in fondo spera da tempo di passare presto all'azione. Ha conservato con cura l'armatura e ha fatto rifare uguali le impugnature delle spade con una testa di leone incisa sulle facce del pomolo, in attesa del momento in cui riutilizzarle.

Sente il commento dell'arabo e risponde in lingua d'oc "Oc, confiam que porte bonas novas, depois l'aver esperat un mes" trad: Sì, speriamo che porti buone nuove dopo averlo aspettato un mese

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Il messaggero che passa al galoppo interrompe il mio lavoro nei campi, mi porto la mano alla fronte per scrutarlo meglio Qualcosa si smuove finalmente... facendo segno ad uno dei servitori di prendere il mio all'aratro mi avvio verso gli altri, che si stanno già riunendo nel piazzale.

La visione (che conoscete bene) che vi si presenta davanti è quella di uomo che ha passato da un bel po' trentina, se non fosse per qualche capello bianco, che spunta dalla chioma castana, vi sarebbe sembrato molto più giovane, è molto alto e ha un fisico scolpito, senza un filo di grasso; infatti è sempre molto attivo e quando non è occupato passa la maggior parte del suo tempo ad addestrarsi. Il viso è duro e spigoloso, gli occhi verde opale risaltano sulla carnagione olivastra, testimone del lungo tempo che passa esposto al sole.

Indossa una semplice camicia sgualcita, semi abbottonata, con le maniche arrotolate fino ai gomiti; calza dei semplici calzoni color terra infilati in un paio di alti stivali.

Mentre mi avvicino strofino le mani tra di loro, liberandole approssimativamente dalla polvere e dalla terra, porto la mano destra al fianco mentre il braccio sinistro scende parallelo al corpo. Quindi, che notizie porta? domando in langue d'oc di buonumore, lavorare ha questo effetto su di me.

Continuando nella stessa lingua esclamo pensieroso Se è il vescovo, non saranno di certo ottime notizie. Ci ha fatto penare per tutto questo tempo e poi torna così di fretta... ma, in ogni caso ogni cambiamento sarà ben accetto... persino io sto cominciando ad annoiarmi.

@Tutti

Spoiler:  
Ho fatto la descrizione in terza persona, mentre posterò normalmente in prima, sono abituato così.

Posso chiedere a tutti due cortesie (non per fare il pignolo ed il guastafeste)?

- Mi mettete i nomi in titolo? altrimenti non mi capacito del tizio con cui parlo.

- Potete, come diceva il master, inserire il parlato che non sia in lingua d'oc sotto spoiler (specificando la lingua)? perchè non tutti parliamo le stesse lingue.

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Nicola dei Banzi

Il messaggero interompe la mia scrittura di un libro,per fortuna senza farmi sbagliarle la lettera che stavo scrivendo non costringendomi a ricominciare il lavoro dell'intera pagina quasi finita da capo.

Il messaggio scuote un po' il suo animo che nonostante tutto desidera l'azione, a crociata gli era parsa una buona cosa rispetto la monotonia del servizio,ma fino ad adesso aveva solo trascritto un libro e doveva ancora finirlo.

Continua a lavorare fino a pomeriggio inoltrato spernado di finire almeno la pagina a cui stava lavorando e poi mette a posto con calma le cose di scritttura e il libro originale,non vorrebbe mai che si sciupasse o rovinasse e poi con molta tranquillitàe va a darsi una pulita per poter essere presentabile al Vescovo.

A sera quindi si avvia alla sala della cena,cordiale saluta chi incontra e sopratutto gli altri "scelti" dal vescovo per servirlo

Buona Sera...oggi ceneremo con sua Eccelenza il Vescovo Arnaldo, di ritorno finalmente dal Palazzo, spero che siate felici di questo

fa agli uomini riuniti

@descrizione

Spoiler:  
Nicola è un uomo di origine italica del nord est alto 1,75 metri per 70 kg di fisico robusto, la pelata nasconde il fatto che i suoi capelli siano neri come i suoi occhi che scrutano sempre a gente, anche se lui spesso dice di non farlo apposta.

è di animo gioviale la maggior parte del tempo,tranne quando il braccio sinistro a cui è stato ferito tempo orsono non gli fa male, in quei momenti è abbastanza diretto e irascibile. L'avete visto una volta indossare un giacco di maglia sotto i vestiti anni orsono appena arrivato,ma da allora non 'ha più fatto lì nella casa,preferendo gli abiti comodi da frate a quelli da prete come vorrebbe la sua posizione, solo stasera indossa l'abito bianco per la cena forse a causa della presenza del Vescovo.

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Spoiler:  
Menandro è un uomo sulla trentina dalla corporatura snella, carnagione piuttosto pallida, alto poco più di un metro e settantacinque, dal viso tutto sommato abbastanza anonimo, coperto da una barbetta castano scura, con occhi e capelli al seguito. Solitamente veste in maniera piuttosto semplice, senza stoffe pregiate o merletti. Stivali neri, una maglia un po' sfilacciata, dei calzoni logori. Quasi un monaco, nel suo indugiare, è solito compiere gesti lenti e ponderati in ogni piccola azione quotidiana

Le mani callose sono ancora sporche di terra mentre il messaggero si distanzia dal gruppetto formatosi per ascoltare le novelle fresche. Con il dorso della mancina, Menandro si asciuga il sudore caldo e felice dalla fronte, senza lasciare che il rivolo possa imbrattargli la barba incolta. Mentre le parole del messo decantano nella sua mente come un vino d'annata nel calice, prima di essere assaporato, gli occhi scuri dell'uomo si spostano sugli altri interlocutori che stanno intorno a lui. Non una parola esce dalle sue labbra. Si limita, dopo aver percepito i disegni, le figure, le forme che lo circondano, ad abbassare lo sguardo, e a cercare la sua zappetta a tre punte. La raccoglie, con dolcezza, e con i polpastrelli la accarezza come un'amica di infanzia. Bizzarro pensare che quelle mani sono solite brandire coltelli e strumenti di precisione. Menandro, ormai, pota radici secche come lembi di carne incancrenita, lega rami come sutura tagli, con le erbette che coltiva di giorno, potrebbe miscelare chissà quali medicine la notte.

Borbotta qualcosa di incomprensibile, rivolgendosi agli altri, qualcosa di simile a vedremo, e sorride, cortese, a ciascuno di loro. Poi, con un gesto lentissimo, come di consueto, gira intorno ai suoi tacchi, e si ridirige alle sue piantine, alle sue occupazioni. Con calma.

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Ulrick Von Melk e' un uomo alto circa un metro e settanta dal fisico slanciato e definito, e' sulla trentina, ha un volto duro e occhi incavati. I capelli biondo scuro che lascia crescere lunghi sono raccolti in una coda che gli supera di poco le spalle, anche la barba e' lasciata al caso e cresce folta e selvaggia sul suo viso arrivandogli a coprire quasi per intero il collo. Non e' un tipo che bada molto all'aspetto e all'etichetta infatti quando giunge la notizia era all'ombra di una palma mentre affilava la sua spada seduto a terra.

Speriamo in un buon incarico dico quasi parlando tra me e me riprendendo l'affilatura della spada inutilizzata ormai da tempo ma sempre tenuta in ordine. Non sono venuto fin qui buttando gli anni migliori della mia vita per fare il contadino!

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Nicola dei Banzi

Osservo Menandro e poi Ulrich con le loro rispioste non molto convinte

Ogni incarico è degno...anche se capisco la tua impazienza Ulrich,la tua lama di certo agogna il sangue degli infedeli,che hanno peccato verso Nostro Signore Gesù Cristo e la sua Santa Chiesa

faccio con tono severo

Anche se non credo di essere più abile come un tempo a causa della ferita a combatterli...purtroppo per ora si è giunti a una pace...ma credo che quei senza Dio si rimangeranno la parola come farebbe un serpente

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Rido fra i denti...vipere che accusano serpenti... Ho visto piu' tradimenti tra i franchi in questi pochi anni che tutti quelli che ho visto tra gli arabi in tutta la mia vita. Anche quei porci di sunniti sembrano avere piu' onore dei latini a volte... Pero' questi miei compagni sembrano essere rispettabili. Inutile rispondere a questo insulto implicito...

سارة 'كما يريد الله!

Spoiler:  
Sara' come vuole Allah!
borbotto tra i denti.

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Nicola dei Banzi

Guardo malissimo Al-Fathal per poi rispondergli in arabo

Spoiler:  
Tieni per te simili cose...che non ti senta qualcuno meno buono di me...

Poi riprendo tranquillamente a osservare gli altri e ascoltare i loro discorsi

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Incrocio le braccia lanciando ai due un'occhiata a metà tra il serio ed il diveritito, mi infilo nella loro discussione parlando in arabo.

Quando posso cerco sempre di parlare in arabo, soprattutto per migliorare la pronuncia.

-Arabo-

Spoiler:  
Suvvia, pensavo che dopo tutto questo tempo avessimo superato questo punto.
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Nicola dei Banzi

sorrido un attimo guardando prima Arthur e poi Al Fathal

Beh non si può mai scherzare con voi..e poi dite che sono io il noioso sempre sui libri

ridacchio un po'

ricordavo solo che per quanto siamo tutti al servizio del Vescovo e ci conosciamo come amici,persone meno indiscrete potrebbero ritenere disdicevole che il Vescovo abbia in casa certe persone

metto la mano in tasca per tirare fuori un fazzoletto per pulirmi le mani da non si sa cosa vistoc he erano pulite e lavate e poi lo rimetto via

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Menandro Marangon

Sono ormai lontano rispetto agli altri per sentirli borbottare fra loro circa questioni di fede.

I passi sono ormai oltre la soglia che porta all'orto che mi compete, mentre dalla borsa prendo un piccolo coltello che sarà utilizzato per recidere alcune radici in eccesso da alcune piante.

Sorrido, con la semplicità che mi contraddistingue, e guardo il cielo.

Bisogna pazientare anni per comprendere in anticipo cosa le nuvole possono donare Parlotto fra me e me.

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Dopo un po' ritornate tutti alle vostre occupazioni quotidiane, anche se l'agitazione per l'imminente rientro del vescovo resta tangibile per il resto della giornata; verso sera notate l'arrivo della sua carrozza e della scorta a cavallo, ma si dirigono direttamente verso i quartieri privati di Arnaldo e non avete modo di vederlo o incontrarlo. Solo molto più tardi giunge un servo a comunicarvi che presto la cena verrà servita, in modo da darvi il tempo necessario a rendervi presentabili per il banchetto.

Banchetto che invero si rivela essere abbastanza parco e modesto, ma a questo siete abituati, visto le abitudini del vescovo; egli vi riceve in una grande sala arieggiata da ampie finestre spalancate sulle piantagioni, in modo che la calura del deserto venga mitigata. Sui tavoli sono già stati disposti alcuni polli allo spiedo, accompagnati da datteri e abbondante frutta fresca; non mancano vino e acqua, ma questo è tutto.

Il vescovo, come consuetudine, si presenta solo dopo che siete giunti tutti; non indossa i paramenti religiosi, ma un'ampia e comoda veste dalla foggia locale, tanto che la carnagione abbronzata potrebbe facilmente farlo confondere con uno delle genti locali. Vi saluta tutti calorosamente, non come farebbe un vescovo di Roma, ma da amico, abbracciandovi e stringendovi la mano uno ad uno; del resto in questi lunghi anni avete imparato a conoscerlo bene, e sapete che più che un uomo di chiesa egli è un comandante di persone, dal carisma e dalla leadership indiscutibili.

Insieme a lui vi è, con vostro dispiacere, Frate Guglielmo da Cluny, appartenente all'ordine dei benedettini: egli è da sempre il segretario e l'interprete del vescovo Arnaldo, e a differenza di quest'ultimo è un uomo estremamente religioso, quasi fanatico. In realtà sapete che si tratta di una brava persona, gentile e disponibile, e soprattutto di estrema fiducia, ma il suo atteggiamento sempre molto freddo e lo sguardo perennemente severo e quasi adirato lo rendono una persona con cui è difficile relazionarsi.

Durante il corso della cena il vescovo si limita a parlare di questioni generiche, si informa sull'andamento delle colture e del bestiame, e rivela poche piccole indiscrezioni senza peso giunte da Gerusalemme. Solo alla fine della cena congeda con un gesto i servitori, e finalmente giunge alle questioni serie.

- Bene, figlioli, amici miei. Non dubito che durante la mia lunga assenza vi siano giunte notizie da Gerusalemme riguardo la mia persona. Ebbene, il nostro amato Santo Padre, ha deciso di affidarmi la diocesi di Antiochia, dove dovrò recarmi nel minor tempo possibile. Il principe Boemondo è ormai in Italia da molti anni, e si teme che vista la sua età non farà più ritorno ad Antiochia; il suo erede diretto ha solo tre anni di età, e questa situazione turba particolarmente la Santa Sede. Antiochia è molto vicina ai territori bizantini, e Boemondo ha fatto di tutto per creare tensioni, invece che rinsaldare i suoi territori. Si spera che la mia presenza in quella città possa favorire la ripresa di rapporti di pace.

A questo punto il vescovo fa una pausa e vi osserva, con l'aria palesemente rattristata, per poi riprendere - Purtroppo, per via di alcune situazioni, non potrò portarvi con me. Mi avete servito bene in tutti questi anni, ed è stato un piacere ed un onore avervi al mio fianco, tutti quanti, ma temo che il nostro lungo rapporto sia ormai destinato ad interrompersi. Tuttavia, non vi abbandono a voi stessi. Durante questi giorni ho avuto modo di conversare a lungo con il signore di Gerusalemme. Baldovino ha fatto una proposta: ci sarebbe un insediamento sulla via che da Sidone conduce a Damasco, un piccolo villaggio sorto a ridosso di una oasi, comprensivo di un fortilizio. Nonostante le piccole dimensioni, quel luogo è molto importante sia per le rotte commerciali, che per un eventuale tentativo di prendere Damasco con la forza, o per evitare che le forze dell'atabeg tentino di entrare nei nostri territori. È un incarico importante, e di grande onore, ma c'è dell'altro... - il vescovo fa una seconda pausa, questa volta però si limita a fissare Frate Guglielmo.

- Ho ricevuto da Roma una seconda missiva: questa volta non si tratta di una comunicazione privata, bensì di un invito rivolto a tutti i vescovi presenti in Terrasanta. Il fatto è che la Santa Sede tutta è afflitta da una preoccupazione inerente il grande afflusso di genti, principi o plebei che siano, che si stanno riversando nei regni di Outremer. A quanto pare, sempre più numerosi uomini di fede e difensori della Chiesa hanno deciso di lasciare le proprie terre per recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme e ai luoghi sacri, ma ben pochi di essi fanno ritorno, per uno o per l'altro motivo. Ebbene, l'invito è di cercare uomini valorosi e fidati, desiderosi di tornare in Europa per proteggere gli interessi della Chiesa dalla bramosia e dalla corruzione degli uomini malvagi: molte terre, abbazie e diocesi sono abbandonate a sè stesse, incapaci di proteggersi da razzie e saccheggi, nè i principi che promisero di difenderle sembrano in grado di farlo, o intenzionati ad assolvere la loro promessa. - Arnaldo fa un cenno al suo segretario, che da un tascapane tira fuori una grande cartina dell'Europa e del Mediterraneo; nonostante l'aspetto consunto e a tratti lacero, la mappa è estremamente dettagliata, opera di lunghi anni di lavoro certosino - Figlioli, so che mancate dalle vostre terre da molti anni, e posso avvertire che di tanto in tanto provate nostalgia, chi più, chi meno. Se lo desiderate, posso fare in modo che vi venga assegnato uno dei territori della Chiesa, affinchè lo amministriate e lo difendiate in questi tempi difficili. Purtroppo non posso fare in modo che ad ognuno di voi sia assegnato un territorio diverso, ma spero che tutti questi anni abbiano cementato in voi un'amicizia sufficiente a voler proseguire insieme le strade che vi si parano davanti. Vi lascio la completa libertà di scelta: potete accettare l'incarico del nostro Re Baldovino di Gerusalemme, oppure indicarmi in quale regione della nostra amata Europa fare ritorno, e io organizzerò quanto è necessario.

@TUTTI

Spoiler:  
A questo punto dovete scegliere dove volete andare, fermo restando che resterete uniti: vorrei che siano i PG a scegliere, in base ai vostri background, non voi giocatori in base a che tipo di avventura volete fare. Ad ogni luogo corrisponderanno delle situazioni, ma non vuol dire che una cosa escluda le altre: se ad esempio nel Sacro Romano Impero saranno prevalenti gli intrighi politici, non vuol dire che non potrebbero esserci banditi da affrontare, o commerci da trattare.

Inoltre, ricordatevi che, a meno che non scegliate di restare in Terrasanta, sarete sotto l'autorità della Chiesa: questo vuol dire che se ad esempio volete andare nel nord della Francia, non siete obbligati a servire il re di Francia, ma potrete anche cercare di allearvi con gli inglesi, oppure cercare di restare neutrali.

Vi faccio l'elenco, per eventuali domande usate il topic di servizio.

Terrasanta: conflitti di religione, intrighi politici

Inghilterra, Nord: briganti, scontri tra clan

Inghilterra, Sud: politica, commercio, lotte dinastiche

Francia, Nord: conflitti con l'Inghilterra

Francia, Sud: briganti, pirati, politica

Repubbliche marinare (da scegliere tra Genova, Venezia, Pisa e Amalfi: scontri con pirati e altre repubbliche marinare, politica

Nord Italia: politica, scontri con il Sacro Romano Impero

Centro Italia: scontri tra Chiesa e Comuni

Sud Italia: scontri tra Chiesa, Bizantini, Normanni

Spagna: conflitti di religione con i Mori

Sacro Romano Impero, Nord: politica, eresie nell'estremo nord

Sacro Romano Impero, Sud: conflitti con i comuni italiani

Bisanzio: politica, commercio

Le regioni sono indicate in maniera vaga, perchè non sapete esattamente dove potreste essere inviati, quindi valutate attentamente.

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Nicola dei Banzi

Rimango un po' basito a sentire delle notizie dall'europa sopratutto sul trasferimento del Vescovo e sul Principe e sulla Chiesa,rimango un po' in silenzio a pensare per poi rispondere

Manchiamo da casa da tanto tempo ormai,forse più nemmeno ricordo come sia l'aria della mia zona,nè il parlare stretto della lingua del mio paese e farvi ritorno di certo mi renderebbe felice,anche solo per qualche giorno

sorrido ripensando ai luoghi in cui andavo durante le pause dallo studio quando i frati erano disattenti e riuscivo a scappare dal convento

ora come ora credo che di certo preferirei seguirvi,ma questo avete voi detto impossibile e quindi aspetto che i miei compagni dicano la loro su codesto argomento,avendo io ancora la nostalgia di sentir parlare di Roma e di tutto il territorio italico

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Damasco! potrei essere partecipe, forse protagonista della sua liberazione...cacciare i sunniti...certo la darei in mano ai latini, ma poi con il tempo...un nemico alla volta... . Beh io, come potete immaginare non ho molti legami con le regioni occidentali. Il fortilizio sulla strada per Damasco sembra a me un segno di Dio, non posso rinunciare a un chiaro segno divino! Io dico di rimanere in Terra Santa. poi, sorridendo cinicamente proseguo: E poi, questa terra e' terra di opportunita' per uomini che le sanno cogliere... lascio la frase in sospeso, perche' ognuno possa farla sua... Aumentare le fortune di Baldovino potra' portare a ognuno di noi solo dei vantaggi...perche' mettersi in mezzo a intrighi e guerricciole quando davanti a noi abbiamo la Gloria? Io dico di non voltarsi indietro, ma guardare avanti! DAMASCO!

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Il pollame servito per cena mi aveva completamente soddisfatto, ma la notizia di poter finire in un fortilizio sperduto in mezzo alla sabbia mi ha fatto quasi andare tutto di traverso.

Come molti di voi ho passato più tempo qui che in patria e credo di essere tra quelli a cui l'idea di prolungare ancora la permanenza per di più in pieno deserto risulti motivo d'infelicità. Penso inoltre che si possa servire altrettanto bene sia sua eccellenza, sia la chiesa se tornassimo in Europa a proteggere chi ha bisogno. In particolare so che la città del nostro caro vescovo, Tolona, e molte altre città rivierasche cristiane, come Venezia e Pisa, sono afflitte dalla piaga dei pirati saraceni, che razziano e saccheggiano senza rispetto alcuno, nemmeno della loro stessa umanità. Per la gratitudine personale che porto a sua eccellenza, vorrei poter servire in un luogo tale da proteggere anche i suoi cari in patria o, se non fosse possibile, quelli dei miei compagni d'armi.

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Poi mi rivolgo a Al-Fathal

Amico, il disegno divino è imperscrutabile, ma credo che gli si avvicini maggiormente il richiamo della chiesa latina a proteggere gli umili e gli indifesi, piuttosto che il richiamo di re Baldovino, che sembra promettere gloria e vantaggi terreni.

Chissà, magari i pirati saraceni sono sunniti e si convince anche lui, mi dispiacerebbe perdere un amico in gamba come Al-Fathal, ma non ho proprio voglia di starmene da queste parti.

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