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Generi e preferenze


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L'altro giorno chattavo su msn con un amico e gli ho rivelato il mio non-amore spiccato per il Fantasy. Lui mi ha risposto con una bellissima emoticon il cui significato era "oh my god" e mi ha chiesto come mai non apprezzassi tale genere. Io gli ho risposto oggi in una piccola pausa e gli ho spiegato che ho avuto una formazione molto classica e che pertanto prediligevo i classici. Non tanto a livello di trama, quanto più a livello formale. Preciso anche che non ne ho letti tantissimi di fantasy, ma tutti quelli che ho letto non hanno mai raggiunto stili alti (e con stile alto intendo l'antica concezione dello stile: "Paradiso" di Dante o tragedie greche). Forse non è neanche il loro scopo. Forse sarebbe considerata epica alla "Gerusalemme Conquistata" che adoro, oppure avrebbe molto meno successo.

Io non sono una di quelle persone a cui piace categorizzare però: ogni opera è a se stessa e se trovassi davvero quella in grado di stupirmi, probabilmente sarei più propensa a non leggere libri scritti secoli fa... :lol:

Ho aperto questo topic per porvi qualche domanda e conoscere la vostra opinione in merito a:

1. Conoscete un fantasy dal punto di vista formale, che potrebbe davvero stupire anche una mente così chiusa? Perdonatemi il termine, ma non me ne venivano altri...

2. Pensate che la formazione scolastica o personale possa condizionare i gusti di una persona? Se sì, fino a che punto? Io, ad esempio, adoro i classici, ma non tutti. Alcuni faccio perfino fatica a considerarli "letteratura".

3. C'è un genere letterare che preferite? Motivate ovviamente la risposta, magari dicendo da dove derivi questa preferenza... ;)

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Principali partecipanti

1) Il Signore degli Anelli. Quella non è fantasy, è EPICA CLASSICA allo stato puro. (Meglio sarebbe leggerlo senza aver prima visto il film, ma se non è possibile cerca almeno di dimenticare il film quanto puoi... non che non sia bello ma il libro è molto meglio).

E poi i romanzi di Pratchett, METALETTERATURA da sbellicarsi... anche se quelli si gustano meglio se si conoscono a fondo tutti i meccanismi del fantasy.

2) Difficile da dire. Io amavo certi generi anche da prima del liceo, ed è uno dei motivi per cui ho scelto di studiare lettere... senza dubbio la formazione scolastica influenza, ma non solo.

3) Amo la metaletteratura: l'autore che prende in giro se stesso e il suo genere e scopre i meccanismi del romanzo all'interno del romanzo. Si può trovare metaletteratura in qualsiasi tipo di libro, dal realistico al fantastico...

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Dal punto di vista formale non penso che Il Signore degli Anelli sia granché come opera letteraria, ho provato a leggerlo anche in inglese (e sono arrivato quasi alla fine delle Due Torri) e diciamo che nella versione originale è leggermente più opera letteraria di quanto non appaia nella versione tradotta in italiano. Con questo voglio semplicemente dire che la barbosità del libro dipende un po' dalla traduzione che ne è stata fatta nella nostra lingua.

Di tutti i libri fantasy che io abbia letto ho sempre ritenuto il migliore di tutti e quasi vicino a un modo di fare poetica "La storia infinita", ritenuto ingiustamente un libro per bambini. In realtà è molto, moltissimo d'altro. Dietro l'apparente favoletta Ende nasconde sempre più messaggi insieme. Soprattutto "La storia infinita" è un manifesto, nel quale si dice con evidenza che i peggiori lati dell'uomo emergono soltanto quando questi smetta di usare la propria immaginazione. Un grande autore può veicolare un messaggio molto semplice, ma è come lo dice che lo rende veramente un grande:

«Che cosa sei laggiù, mi domandi? Ma che cosa sei qui? Che cosa siete dopotutto, voi abitanti di Fantàsia? Chimere, visioni fantastiche, immagini di fantasia, invenzioni del regno della poesia, personaggi di una storia senza fine! O forse che tu ti ritieni realtà, figliolo? Be' sì, certo, qui nel tuo mondo lo sei. Ma una volta che sei passato attraverso il Nulla, non lo sei più. Allora diventi irriconoscibile. Allora sei in un mondo diverso. Laggiù non avete più alcuna somiglianza con voi stessi. Voi portate nel mondo degli uomini accecamento e illusione. Indovina un po', figliolo, che fine fanno tutti gli abitanti della Città dei Fantasmi che si sono gettati nel Nulla?»

«Non lo so», balbettò Atreiu.

«Diventano manie, idee fisse nella mente degli uomini; immagini d'angoscia, là dove non c'è motivo d'angoscia; idee di disperazione, là dove non c'è ragione di disperarsi; desiderio di cose che poi li fanno ammalare.»

«Diventiamo tutti così?» domandò Atreiu terrorizzato.

«No», rettificò Mork, «ci sono molte forme diverse di illusione e di follia: a seconda di quello che siete stati di qua, belli o brutti, stupidi o intelligenti, diventate di

là menzogne belle o brutte, stupide o intelligenti.»

«E io», domandò Atreiu, «che cosa diventerò io?»

Mork sogghignò.

«Questo non te lo dico, bimbo mio bello. Lo vedrai da te. O meglio, non lo vedrai, perché tu non sarai più tu.»

Più che un libro fantasy è un modo di fare filosofia sull'esistenza umana e scusate se è poco.

Secondo punto. Dipende molto ovviamente da chi ci ha inseriti alla letteratura. Io non ho mai avuto bravi insegnanti di Italiano, ma bensì persone limitate e un po' "sdozze". Pertanto il mio approccio alla letteratura è stato da autodidatta. Ho letto di tutto di più e quindi anche parecchie schifezze. Posso dire che "Guerra e Pace" è uno dei peggiori libri che io abbia mai letto (e riletto purtroppo), mentre "Delitto e Castigo" di Dostojevski è una lettura che renderei obbligatoria nelle scuole. Ma de gustibus....

Genere letterario: ho molto amato il fantasy per la capacità di astrazione, ma devo ammettere che a ora mi sono un po' stufato. E' sempre quella, ovvero una minestra riscaldata, nella quale gli "atori" non sono sempre ben tratteggiati o approfonditi. Non basta una stria per fare un libro, ma serve anche uno scrittore che sappia far uscire i personaggi dalle pagine del libro. Questo purtroppo avviene molto raramente.

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Più che d'accordissimo sull'ultimo punto e naturalmente anche sulla Storia Infinita, uno dei libri che hanno segnato la mia crescita interiore e che avevo colpevolmente dimenticato di citare... non su Tolkien però, che è UN ALTRO degli autori ad averla segnata^^

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1:Il Signore degli Anelli è senza dubbio un bel libro,ma per cominciare io ti posso consigliare "Eragon" e compagnia,io mi sono ermato ad "Eldest",anzi all'inizio di "Brisingr" ti posso assicurare che sono dei bei libri fantasy...un altro libro,anche se un pò banale ed infinito,può essere "Viaggio a Deltora"...

2: secondo me si,la mia ex professoressa di lettere amava il fantasy e secondo me ha influenzato molto la mia lettura...

3:senza dubbio fantasy,leggo un pò di tutto però lui è il top,perchè nessun altro genere mi attrae e mi incuriosisce come il fantasy...

la Storia Infinita è bellissima xD

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3. C'è un genere letterare che preferite?

Ahi, ahi, ahi... che formazione hai avuto tu? :D

Dal canto mio concordo con Strikeiron sulla minestrosità del fantasy, anche se mi sfaso un po' sui motivi.

Ovvero, io posso fare a meno di personaggi delineati più di un certo tanto, se però il libro contiene un messaggio.

E nel minestroso mare dei fantasy spesso mancano entrambe le cose. E se il messaggio c'è, solitamente è solo qualche vecchia banalità ormai quasi puzzolente, tipo "l'amicizia/l'amore vince su tutto", per dire (che ci può anche stare, ma non può neanche lontanamente essere l'unico e solo perno del racconto).

Più che altro mi pare che la maggior parte della gente che scrive fantasy lo scriva perché viene in mente una storiella (magari da un proprio personaggio giocato in un gioco di ruolo o da un personaggio di un'altra storia), ci si butta dentro un Drago et voi-là... habemus fantasy. La fantasia di chi legge fantasy o gioca giochi di ruolo è sicuramente più stimolata a creare storie proprie (come in fondo fa ogni narratore/master), ma da lì a mettere insieme una storia decente per un racconto, sensata, che non ricada nei peggiori stereotipi (tipo il classico personaggio usato e consumato che da ragazzino campagnolo matura in un ometto e magari pure eroe) e possibilmente recante un messaggio ce ne passano fiumi, mari e vuoti siderali.

Su quale genere io preferisca non saprei rispondere. Mi piacerebbe dire fantasy, ma per poterlo fare dovrei vederlo maturare. Purtroppo alla fine chi reputa il fantasy un mucchio di c***te ha ragione. Non nel senso che solitamente una simile persona intende, ma la frase in sé in molti casi è tragicamente vera. Idealmente parlando, il mio genere preferito sarebbe il fantasy horror (horror, non splatter) antroposofico (nel senso etimologico della parola), ma se conoscete qualcosa di simile avvisatemi, perché io ancora non l'ho mai visto.

Sui libri da consigliare... visto quello che ho scritto sopra direi che è abbastanza arduo.

Se non ti piace Il Signore degli Anelli non so che altro dire. Solo Silmarillion.

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Il fantasy ora è minestrone, c'è poco da aggiungere.

Ed è anche "logico": quando qualcosa tira, fioriscono gli imitatori. Poi, per citare il Signor Simmental, "ai posteri l'ardua sentenza".

Se notate, di moltissimi generi antichi ci rimangono ben poche opere rispetto a quelle composte in passato, perché si sono selezionate le migliori secondo il gusto dell'epoca. A volte si sono fatte delle scempiaggini belle e buone, ma escludendo le azioni di capre al potere tipicamente quello che è stato eliminato era roba di bassa lega.

Fra un 3-400 anni anche per il fantasy sarà indubbiamente così. Dubito che cose come Eragon saranno ricordate a lungo. Piuttosto sarà ricordata la saga di Star Wars, tentativo di creare epica popolare contemporanea abbastanza ben riuscito al quale Paolini si è ispirato al limite del plagio -se io fossi stato Lucas l'avrei steso con procedimenti legali.

Ma dire che Il Signore degli Anelli non è un'opera alta è una cosa sbagliata, punto e basta. In primo luogo, l'autore non era l'adolescentello gasato da D&D standard, ma un professore emerito di lingue e letterature antiche. E' grazie a lui e ad altri se oggi leggiamo come si deve opere quali il Beowulf. In secondo luogo, la sua opera è colma di citazioni. Il passo del Balrog, ad esempio, contiene una citazione ultraraffinata dal secondo libro dell'Eneide, e le descrizioni dell'aurora sono incredibilmente ammiccanti rispetto a quelle omeriche.

Qui pesa molto, purtroppo, il fatto che in Italia Tolkien sia entrato nel pantheon di chi, non avendo figure intellettuali dallo spessore superiore a quello di una sottiletta kraft dalla sua parte, ha deciso di impossessarsi di quelle altrui ricorrendo a male traduzioni strumentalizzate. Il fantasy soffre molto di questo: quando mi si traduce "companionship" come "cameratismo" per dare ai romanzi di Elric l'ideologia di quelli che l'autore descrive altrove come capre ignoranti ed esaltate c'è qualcosa che non torna, decisamente.

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1) No.

Il fantasy è al 90% letteratura di genere. Parlando di fantasy di qualità (e quindi lasciando perdere Troisi, Paolini, romanzi di D&D etc...) il focus degli autori è sul contenuto e solo in secondo luogo sulla forma. Quest'ultima è tenuta volutamente molto al di sotto di una soglia di eccellenza classica, per essere appetibile ad un pubblico di massa.

Fantasy che ho trovato formalmente superiori ad altri sono:

- Jonathan Strange & Mr Norrell (questo non gli impedisce di essere un po' troppo lungo e noiosetto).

- Pratchett, come consigliato da Meg, è un genio della metaletteratura: ogni suo romanzo è al tempo stesso una storia fantasy di buona qualità con tutti i canoni e i temi del genere e una parodia di suddetti temi, nonchè dei clichè che troppo spesso affollano queste opere. Pressochè obbligatorio leggerlo in lingua originale, però.

- Non sto a consigliarti Tolkien: è di sicuro il primo autore in cui ti imbatti parlando di fantasy. Io non lo amo alla follia, ma formalmente è uno dei migliori.

NOTA: ci sono altri autori di fantasy di altissimo, altissimo livello: solo, propongono una forma meno elaborata. Tra quelli che conosco citerei Gaiman e Martin.

2) No.

Io leggo molto fantasy, leggo fantascienza, leggo romanzi da ombrellone tipo Grisham o Ken Follett, leggo fumetti. Eppure quasi tutte le mie letture preferite sono classici come Hemingway, Orwell, Salinger.

Al massimo, l'istruzione e la formazione può ampliare i gusti di una persona, non restringerli: io ho una discreta formazione scientifica che mi permette di apprezzare il valore narrativo di opere incentrate su matematica o fisica. Ma non per questo non sopporto la fantascienza qundo straparla di tachioni, viaggi nel tempo, FTL, etc...

Ovviamente restando all'interno di letteratura di qualità: avere una buona cultura non ti impedisce di apprezzare il fantasy, ma di sicuro ti impedisce di sopportare il fantasy brutto.

3) Adoro la fanta-società. Attira la mia attenzione qualsiasi romanzo che descriva in maniera intelligente e coerente una società complessa e articolata, diversa dalla nostra: questo va dal low-fantasy come A Song of Ice and Fire, alcuna fantascienza (Heinlein e Asimov), fino appunto a opere più "alte" come 1984 o Farenheit 451.

Inoltre mi piacciono gli spaccati: libri corti che non narrano una storia con inizio e fine, ma semplicemente un pezzo di vita di qualcuno (in particolare amo The Catcher in the Rye, aka Il giovane Holden in italiano).

Esempio: uno dei miei romanzi "di genere" preferito è Starship Troopers di Heinlein, appunto uno spaccato della vita di un fante spaziale in una società futuristica, improntata su un'utopia fascista in cui il fascismo funziona bene e non è dannoso come quello storico.

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1) forse le spade del giorno e della notte, di David Gemmel, ma non sono sicuro, se no i libri di Terry Brooks sui cicli di Shannara

2) forse, dipende che formazione hai avuto. per quanto mi riguarda è si possibile, a scuola avevo un libro con degli stralci di letteratura, e mi piaceva molto leggerli( come quelle di Lovercraft, la storia infinita ecc..)

3) ovviamente il Fantasy,visto che mi ha sempre affascinato un mondo che non sia quello reale, ma anche la saggistica, visto che mi piace informarmi delle opinioni politiche, religiose o di altri argomenti altrui

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1. The First Law Trilogy di Abercrombie.

2. Ovviamente.

3. Fantasy di qualità, fantascienza e Horror.

Airon ha parlato di Starship Troopers, quindi sento il dovere morale di quotare il suo discorso. C'è più sostanza in Heinlein che ne I Promessi Sposi. La discussione sulla guerra fra il prof e gli studenti è uno dei momenti più incisivi nella storia della letteratura: politically correct dritto nel cesso e fredda, incontrovertibile analisi storica.

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