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Dragons´ Lair

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Loki86

Circolo degli Antichi

Tutti i contenuti pubblicati da Loki86

  1. Grazie mille a tutti! Mi fanno molto piacere tutti i vostri feedback! Effettivamente, gestire 5 personaggi, ognuno con la sua storia e sottotrame, è abbastanza impegnativo eheh.. infatti mi sto tenendo principalmente solo questo come impegno qui sul forum.
  2. Ciao ragazzi... oggi non so se riesco a postare che sono bello pieno a lavoro.. al massimo domani.. @TheBaddus massi dai.. ci sta un bel tiro su eccitare qualcuno... alla fine leggendo il tuo post, scarlett mi ha trasmesso molte vibes da sensualità... poi c'è scritto nell'agenda del master... se c'è la possibilità di incasinare la vita dei pg, sarebbe un peccato non farlo 🤣🤣🤣 Comunque.. approfitto per chiedervi un feedback veloce! Come vi state trovando? Vi stanno piacendo il ritmo e le sottotrame? Ci sono elementi dei vostri pg che sto trascurando e vorreste fare emergere maggiormente?? Le vostre risposte mi sembrano sempre molto elaborate e celeri.. quindi deduco che l'interesse sia ancora alto! Ne approfitto anche per rinnovare i miei complimenti a tutti voi per i pg! Tutti bellissimi e mi sto appassionando tantissimo alla storia di ognuno di loro!
  3. @Theraimbownerd il rituale andato bene ti avrà anche dato un +1 al prossimo tiro riguardante la faccenda.. ma la citazione di truce baldazzi ti da un +1000 🤣🤣🤣 @TheBaddus coi tuoi modi di fare.. diciamo più sensuali.. con tanaka credi si possa attivare la mossa eccitare qualcuno?
  4. @Voignar Darius Whitesand Dopo aver scattato alcune foto ai simboli con la fotocamera del cellulare, lo rimetti in tasca e ti chini per osservarli più da vicino. I solchi nella pietra sono netti, tracciati con una precisione quasi maniacale. Chiunque li abbia incisi, lo ha fatto con calma, cura e uno scopo ben preciso. Sfiori con le dita uno dei grumi rosso scuro annidati tra le scanalature. La consistenza è appiccicosa, secca. In famiglia hai visto abbastanza rituali per riconoscere certi dettagli: odore ferroso, densità... È sangue. Rappreso, sì, ma ancora troppo fresco per essere stato lì a lungo. Rabbrividisci. Forse per via della brezza improvvisa che scivola tra gli alberi… o forse per l’idea che qualcuno… o qualcosa… abbia davvero usato queste pietre per un rituale di cui non conosci nulla. Poi un rumore secco. Uno schiocco netto. Un ramo spezzato, poco più avanti, nel folto del bosco. Ti raddrizzi d’istinto, lo sguardo che scatta in avanti. Una sottile scia d’aria porta con sé un odore acre che ti solletica le narici. Il cuore accelera. E allora la vedi. A una ventina di metri, oltre un albero dalle radici contorte, qualcosa emerge da dietro un grosso tronco. Una figura alta, quasi due metri, macilenta, il corpo avvolto in un mantello logoro che striscia a terra. Al collo, un grosso monile fatto di ossa, che tintinna piano al minimo movimento. Ma è la testa che ti paralizza. Un teschio di cervo. Massiccio, sbiancato dal tempo, ornato di piccole corde da cui pendono ciondoli strani, piume sporche e oggetti indefinibili. Dalle corna ramificate si dipartono fili e lacci, e da dietro il cranio spuntano ciocche di capelli o forse peli, ruvidi e sporchi. La creatura è immobile. Ti osserva. O almeno è questo che senti: il peso di uno sguardo antico, che trapassa la carne e cerca altro, più in profondità. Poi, lentamente, alza un braccio. Le dita lunghissime, quasi ossute, si tendono… e ti indicano. Senza dire una parola. Senza fare un solo passo. Solo quel gesto... Come un verdetto. Immagine @TheBaddus Scarlett Bloomblight Quando chiami Tanaka e gli dici che stai andando da sola, la sua reazione è immediata: disappunto, irritazione palpabile. «Che cavolo vuol dire che sei sola?» sbotta. Non ti dà nemmeno il tempo di rispondere. «Vabbè... ne parliamo di persona.» La linea cade subito dopo, lasciandoti con il tono acido della sua voce ancora nelle orecchie. Raggiungi il Violet Crown e ti fermi all’angolo della strada. Il locale è aperto, ma attraverso la vetrata appannata si intravedono solo pochi clienti sparsi, come sempre a quell’ora. La strada è quasi deserta: qualche auto di passaggio, luci fredde, silenzi sospesi. Poi la riconosci: una figura familiare sbuca da una laterale e cammina con passo sicuro verso l’ingresso. È Eliza. Si sistema meglio lo zainetto logoro sulla spalla destra, apre la porta e sparisce all’interno del pub. Non c’è altro movimento. Così, finalmente, ti infili nel vicolo sul retro. Deserto. Ti guardi attorno con attenzione, il corpo teso come una corda. Dopo tutto, questo lunedì ti ha già riservato eventi che basterebbero a traumatizzare ben più della metà dei tuoi coetanei. Stai per prendere di nuovo il telefono per rintracciare Tanaka, quando lo vedi sbucare alle tue spalle, dalla stessa direzione da cui sei arrivata tu. È solo. Il passo lento, l’aria seccata. Ti raggiunge senza dire una parola, senza salutare. Si ferma davanti a te e ti scruta come se avesse già deciso che qualunque cosa tu abbia da dire non sarà sufficiente. «Quindi?» fa, con quella sua solita supponenza addosso, aspettando una spiegazione. Sei consapevole che, in questa contrattazione, parti da una situazione di difetto… e la cosa non ti piace per niente. @Ghal Maraz Nathan Clark La tua attesa non dura a lungo. Poco dopo, scorgi Alice avvicinarsi con passo leggermente incerto. Indossa una gonnellina graziosa, collant pesanti di un giallo acceso e una giacchetta decisamente più sobria… un contrasto curioso, ma che su di lei funziona. Ti saluta con un cenno timido della mano, mentre una leggera ventata del suo profumo ti raggiunge, piacevole e ben calibrato, qualcosa che ti ricorda il fascino della Selva Fatata. È chiaro che si è preparata con cura per questa uscita. "Ti senti meglio?" ti chiede subito, la voce morbida, e non riesce a trattenere un sorriso sincero. È evidente che è felice che tu non abbia annullato l'appuntamento. Poi abbassa lo sguardo per un attimo sulla panchina accanto a te. "Preferisci restare qui o fare quattro passi?" chiede, lasciandoti la scelta. @SNESferatu Ana Rivero Max ti ascolta divertito mentre la canna torna nella sua mano. “No, ma dai! Troppo figa sta roba!” esclama, facendosi un’altra lunga boccata. “Ve lo immaginate se sotto la maschera da capra c’era davvero suor Margareth?” La battuta scatena una risata fragorosa nel ragazzo afro, che si piega quasi in due dal ridere. Quando accenni con lo sguardo alla canna, Max ti osserva senza alcuna sorpresa. Con la massima naturalezza, come se lo facesse ogni giorno, te la porge. La prendi tra le dita, la studi un momento. Ti chiedi che effetto potrebbe farti. Poi, con un gesto deciso, la porti alle labbra e aspiri lentamente. Ti aspetti qualcosa di forte, qualcosa che ti scuota... ma niente. Solo un retrogusto aromatico, piacevole, ma del tutto innocuo. Greg, però, rompe il tono scanzonato con voce più seria. “Io comunque non ci scherzerei troppo,” dice. “Mia cugina giura che lei e i suoi amici si sono cagati sotto e sono scappati via di corsa.” C’è qualcosa nel suo sguardo che ti fa capire che non sta raccontando solo per far colpo. Ci crede davvero. Max sbuffa e si lascia scappare un’altra risata. “Ma dai... chissà che si erano fumati loro!” “Anche tu una volta hai detto di aver visto dei draghi!” lo incalza il ragazzo afro. “Esatto Sean!” ride Max — e finalmente scopri come si chiama il ragazzo afro.“Uno era pure travestito da unicorno rosa, te lo ricordi?” Sean scoppia di nuovo a ridere e Max lo segue a ruota. “Ugh, finitela di prendermi per il culo!” sbotta Greg, cercando di restare serio mentre lancia un’occhiata rapida verso di te, chiaramente in imbarazzo. @Theraimbownerd Orion Kykero Il sapore amaro del kykeon ti riempie la bocca e ti brucia la gola mentre scende. Per un attimo, tutto resta immobile. Le candele tremolano appena, le tue sorelle sono ferme, con gli occhi chiusi e le mani giunte. Nessun suono. Nessun movimento. Poi… Un fremito. Prima lieve, come un battito nel cuore della terra sotto di te. Poi più forte. Il marmo dell’altare sembra pulsare sotto le tue mani. L’aria si fa densa, carica di un profumo inebriante che non viene da nessuna delle erbe presenti nella stanza. I tuoi occhi si chiudono da soli, o forse è la vista che ti abbandona. E nel buio… una voce. Bassa, rotonda, profondissima. Non è una voce che si ascolta: è una voce che ti attraversa. Vibra dentro di te, nei denti, nelle ossa, nei pensieri. “Vidisti, filiā mea. Nunc etiam scīs.” E con quelle parole, sei strappato via dal tuo corpo. Il seminterrato svanisce come fumo nel vento. Sprofondi in una corrente calda e buia, come fluttuare nel ventre stesso della Dea. Poi, visioni. Un corridoio della scuola, visto dall’alto, deserto. Una figura si muove con cautela dietro un distributore automatico: è un ragazzo… alto, atletico, pelle scura, con un berretto calcato sulla testa e uno sguardo vigile. Lo riconosci. È Terry Onwuachi, un terzo anno, uno dei fedelissimi di Jeremy Smith. Tiene in mano un telefono, lo solleva, zoomma su qualcosa fuori dalla finestra. Clic. Lo scatto arriva silenzioso, ma tagliente come un coltello. Poi via, veloce. Si dilegua. La visione cambia. Ora sei in un’aula. Jeremy Smith, seduto su un banco con la solita aria da predatore sornione, sta guardando il telefono che gli porge Terry. “Ben fatto!” dice Jeremy, inclinando appena il capo. Poi sorride. “Così si fa. Ora vediamo quanto resiste la reginetta della scuola.” Ride appena. Intorno a lui altri volti noti: secondi e terzi anni, ragazzi di buona famiglia, tutti in cerca di scalare il piccolo pantheon sociale che la scuola ha costruito negli anni. E Jeremy... Jeremy ha puntato al vertice.. ante, Orion. Poi buio. Il sapore del Kykeon ancora ti brucia in gola quando torni in te. Le candele tremolano. Il tuo cuore batte forte. Ora sai chi. E sai che presto dovrai decidere come rispondere. Tiro di dado Guardare nell’abisso: 9+1+1=11 Successo -> visioni chiare e hai un +1 a un tiro per azioni legate alla visione.
  5. Ah ok ok scusate! Avete ragione! Me l'ero perso! Allora si si.. hai il +1.
  6. Mmm.. stavo rileggendo ora il libretto della regina ma non mi risulta questa cosa.. a che meccanica ti riferisci?
  7. @Theraimbownerd Orion Kykero Quando entri nella camera delle tue sorelle, trovi Diana seduta sul suo letto, immersa nella lettura di qualcosa sullo smartphone. Con l’altra mano si sta mordicchiando distrattamente una pellicina, in quel suo modo un po’ distratto e metodico. Juno, invece, si sta cambiando. La vedi solo per un attimo, di profilo, con la schiena nuda illuminata dalla luce tenue che filtra dalla finestra. Il suo corpo si muove con naturalezza, senza imbarazzo, mentre si infila la maglietta. È difficile non notare quanto si senta a suo agio con se stessa. È una consapevolezza che ti punge, seppur lievemente, dentro il petto. Una piccola fitta d’invidia. Lei può mostrarsi liberamente, mentre tu devi comprimere tutto dentro quel binder soffocante. E anche se hai imparato a conviverci, certe volte il confronto diventa inevitabile. Juno si gira verso di te, sorridendo, del tutto a suo agio. Nessun imbarazzo nei suoi occhi. In fondo, fino a non molto tempo fa, eri semplicemente una sorella per entrambe. Alla tua notizia, è proprio lei a reagire per prima: esplode in un gioioso “Urrà!” e ti corre incontro, gettandoti le braccia al collo. “Ottimo! Mando subito un messaggio a Ty per dirgli di tenersi libero, allora!” Diana, come al solito, è più composta. Ti sorride con tranquillità, e con un cenno della testa ti rassicura: “Certo, non ti preoccupare Orion. Ci penso io.” Poi ti strizza l’occhio in modo complice. Quando sposti l’attenzione al rituale per scoprire chi ha orchestrato la tua pubblica umiliazione, il loro entusiasmo cambia sfumatura. Entrambe sorridono, questa volta con una punta d’ombra e di determinazione negli occhi. “Oh sì, stavolta qualche testa dovrà cadere…” commenta Diana, con un tono più freddo e preciso. Vi muovete insieme verso il seminterrato, dove si trova l’altare della Dea. Il passo è deciso, l’intento condiviso. La luce si fa più bassa man mano che scendete, e la temperatura cambia, come se il luogo stesso vi stesse accogliendo in un silenzio rituale. Off game Vai.. ti lascio libertà sulla descrizione della stanza dedicata al culto della dea e ai modi per effettuare il rituale… poi, nel prossimo post immagino si attiverà la mossa “guardare nell’abisso”. @Ghal Maraz Nathan Clark Tornato a casa, cerchi di concederti un attimo di tregua. Ti togli le scarpe, ti lasci cadere sulla sedia della tua stanza e resti lì, in silenzio, per qualche minuto, osservando la parete davanti a te senza davvero vederla. Hai bisogno di decomprimere. Di scrollarti di dosso il peso delle ultime ore. Ti sforzi di aprire il libro di matematica, di riprendere il filo del capitolo che avevi lasciato a metà, ma le formule ti scivolano davanti agli occhi come se non avessero più significato. I pensieri si affollano altrove, più forti e più rumorosi di qualsiasi equazione. Non riesci a concentrarti, e presto ti rendi conto che l’ora dell’appuntamento con Alice si sta avvicinando. Sospiri, ti alzi e ti prepari in modo distratto. Non hai davvero voglia di vedere nessuno, ma il tuo senso del dovere nel mantenere la parola data ti vincola a farlo. Raggiungi l’inizio del sentiero che porta al Bosco, quello che costeggia il parco dietro le scuole. L’aria è fresca e profuma di terra e foglie bagnate. Alice non è ancora arrivata, così ti siedi su una panchina in disparte, facendo dondolare leggermente la gamba, in preda a un’inquietudine sottile. Ed è proprio mentre alzi lo sguardo, quasi per caso, che lo vedi. Darius. Si sta avvicinando al sentiero con passo cauto, lo sguardo attento. C’è qualcosa nella sua andatura, nel modo in cui guarda attorno, che ti fa drizzare la schiena. Poi lo vedi entrare nel Bosco, come se seguisse una direzione precisa. Come se sapesse esattamente dove andare. @SNESferatu Ana Rivero Max scoppia a ridere, un po’ per il tono che usi, un po’ perché, forse, non si aspettava davvero che restassi. “Così mi piaci, sorella! E guarda che qui nessuno pensa che stare con noi peggiori la tua reputazione. Se mai… le dà un po’ di brio.” Ti fa l’occhiolino, tutto compiaciuto. Poi prende una boccata dalla canna e la passa al ragazzo afro di cui non conosci ancora il nome, mentre tu annunci, con la tua solita teatrale misura, che concederai loro una mezzoretta. Lo sanno tutti che stai scherzando, ma il modo in cui lo dici ti fa sembrare la regina di una corte di reietti. E la cosa, per un attimo, ti piace. Ti fa sentire... centrata. Greg, alza lo sguardo quando lo chiami per nome con quel tono un po’ altezzoso. Sembra a metà tra l’offeso e l’ipnotizzato. “Eh? Ah, sì... mia cugina…” fa una smorfia di imbarazzo, ma Max lo incoraggia con una pacca sulla spalla. “Dai, racconta!!” Greg tossisce, poi riprende, impacciato. “Be’, tipo... è andata a un rave nel vecchio stabilimento vicino alle rovine sul fiume. Quello abbandonato, sai? Solo che poi... pare che abbia beccato una specie di setta che faceva roba strana. Gente che parlava in latino o greco o boh... e tipo, uno con una maschera di capra le ha detto che ‘l’alba sta arrivando’.” “Forte,” commenta il ragazzo afro con gli occhi già un po’ rossi. “Uno con la maschera di capra??? Creeeeepy,” dice Max, ammiccando in tua direzione. “Potremmo andarci anche noi il prossimo weekend! Sarebbe figo.” Lo dice come fosse uno scherzo, ma la scintilla nei suoi occhi ti dice che non lo è del tutto. Nel frattempo, la canna torna a fare il giro. Nessuno te la porge direttamente, ma basta che allunghi la mano e sarà tua. Il gruppo ti ha accolta. Senza drammi, senza parole grosse. E per un istante ti sembra di respirare meglio. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Chiusa la chiamata con Darius, lasci cadere il telefono da qualche parte sul letto, senza curarti troppo di dove vada a finire. Hai ancora un mezzo sorriso sulle labbra mentre ti allunghi sulla sedia davanti alla scrivania, apri il bauletto nascosto sotto i quaderni e tiri fuori i tuoi piccoli tesori. Cianfrusaglie, direbbero gli altri. Ma tu no. Tu li conosci uno per uno. Ogni graffio, ogni piccolo luccichio finto, ogni curva imperfetta. Cominci a lucidare gli anellini, le collanine, i bottoni decorativi, uno a uno. Le dita si muovono lentamente, con precisione, mentre l’erba che hai fumato comincia a scavare piano tra le pieghe dei tuoi pensieri. Ti senti leggera, come se il tuo cranio galleggiasse, un po’ più in alto del resto del corpo. Gli oggetti tra le mani sembrano brillare di una luce più viva, più affilata. Pensi a Nathan. Come portarlo dove vuole Tanaka? Ti torna in mente il suo sguardo incerto, quel modo di abbassare gli occhi quando parla, come se temesse di sbagliare ogni parola. Un giocattolo complicato, Nathan. Uno di quelli da maneggiare con calma, senza fretta. Emily. Sovrasta Nathan nei tuoi pensieri. Emily che non risponde al tuo messaggio. Chissà se è ancora con Tyler. Per un attimo te li immagini nudi… avvinghiati uno all’altra… Chissà se pensa a te mentre lo fa. Quella voce nella tua testa… Ti sta parlando anche ora? No… ma é tremendamente vicina… lo senti… Le tue mani si fermano per un attimo, osservi l’anellino d’oro pallido appoggiato sul palmo. Emily é proprio così... Avverti un pizzico di eccitazione. Come quella che hai sentito prima con Tanaka, quando hai visto il modo in cui ha abbassato lo sguardo alla fine della vostra conversazione. E poi con Darius, quella sua voce rotta alla fine. Che soddisfazione. Hai vinto tu! Come hai vinto anche con quel bastardo nel vicolo. Lui pensava di avere il potere. Ma ora lo sa. Sa chi comanda. Torni a pensare a Nathan. Se vuoi che venga con te, basterà fargli dire qualcosa, una cosa giusta. Bastano le parole giuste, dette nel momento giusto, e poi… beh. Sarà vincolato... Ancora Emily, poi Nathan di nuovo. C’è una risposta, lo sai. Ma è lì, avvolta in un turbine, nascosta sotto strati di voglie, impulsi e fumo. C'è una chiave, da qualche parte. Ma continua a sfuggirti di mano. Forse non serve trovarla adesso. Forse ti basta sapere che hai le mani abbastanza abili da forzarla, quella serratura. Quando sarà il momento. Guardare nell’abisso 7+1=8 ricevi visioni confuse. @Voignar Darius Whitesand Chiusa la chiamata con Scarlett, resti un attimo immobile a fissare lo schermo nero del telefono. Hai ancora nelle orecchie il tono di sufficienza con cui ti ha liquidato. Ha avuto la meglio, di nuovo. Ti brucia, anche se non vuoi ammetterlo. Sai che ha capito di avere il coltello dalla parte del manico e non sei affatto certo che manterrà la parola data. Ma che altro potevi fare? Sei andato pure oltre, molto oltre, per qualcosa che, a conti fatti, non ti riguardava neanche. Così decidi di liberarti da quella scia di fastidio e pensieri tossici e ti avvii verso il bosco. L’immagine di quelle strane pietre viste durante la campestre non ti ha mai lasciato veramente. Ti è rimasta addosso, come una sensazione spiacevole sotto pelle. Mentre cammini, il cellulare vibra. È Mei-lin. Il suo messaggio è breve, secco, tagliente. “Fa' pure come ti pare. Immaginavo già che non ti saresti presentato.” Seguito da un secondo messaggio, dopo una trentina di secondi: “Tanto, come sempre, hai cose più importanti che studiare.” Il parco della scuola è chiuso a quest’ora, quindi segui il sentiero secondario, quello più nascosto, che passa tra le sterpaglie e dietro le vecchie recinzioni. Ti guardi attorno un attimo, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato, poi ti infili tra i rami. Il bosco è silenzioso, rotto solo dal suono dei tuoi passi che smuovono foglie secche e rami spezzati. Ci metti un po’, ma alla fine riesci a ritrovare il punto esatto: uno spiazzo tra gli alberi dove il muschio si fa più spesso e il terreno sembra… diverso. Le rocce sono ancora lì. Più grosse di quanto ricordavi, disposte in modo innaturale, come un piccolo cerchio rituale. E sulle superfici, con la luce fioca che filtra tra gli alberi, noti di nuovo quei simboli. Rune. Incise direttamente nella pietra, non dipinte. Alcune sembrano lettere dimenticate, altre non somigliano a nulla che tu conosca. Le linee sono marcate, ma sottili. Precise. E tra le fessure, in certi punti, noti delle venature rosso scuro. Ti chini, le osservi meglio. C’è qualcosa di inquietante in quelle incisioni. Una bellezza oscura, disturbante. E quelle venature… Possibile che sia sangue raggrumato??
  8. Raven Shadoweye - shadar kai - ladra/ranger Il pomeriggio d’attesa é stato lungo, ma fruttuoso. Le ore passate ad aspettare il calare della notte mi hanno permesso di osservare ancora un po’ le abitudini del drow e di elaborare un buon piano. “Siiii… faremo così! É un buon piano siiii!!” Quando tutto é pronto per l’attacco individuo una delle guardie più vicine al limitare del bosco. Mi avvicino a lei furtivamente, come un ombra, e le punto la mia lama alla gola. In quel momento intervengono anche gli altri miei compagni. Il teatrino di Kalaka mi fa capire che é il momento di agire. Perfetto! In solitaria Approfittando del fatto che il necromante sta attirando tutta l’attenzione su di lui, io trascino la guardia all’interno del bosco senza farmi vedere da nessuno. Le intimo di stare in silenzio e di camminare davanti a me… in direzione del nostro accampamento… in direzione della mia reale preda. Giunta quasi in prossimità degli ultimi alberi, mormoro a bassa voce delle parole arcane. Quando la guardia si volta verso di me, vede una copia perfetta di sé stessa… Ed è anche l’ultima cosa che i suoi occhi vedranno mai. Il mio stocco si conficca direttamente al centro del suo collo, strizzandogli qualsiasi rantolio di morte voglia emettere “Scusa… Niente di personale!” Mormoro , emettendo un risolino appena percettibile. Quindi adagio con cura il suo corpo a terra e mi sporgo in direzione dell’accampamento per identificare la posizione di Silock. Dm Mi sono lanciata camuffare se stesso per assumere le sembianze della guardia. Dura 1 ora. Ho osservato che Silock se ne sta spesso in disparte, non socializzando con gli altri tre accompagnatori. Il mio piano è di giungere alle spalle del drow furtivamente e assassinarlo. Se i tre all’accampamento dovessero accorgersene vedrebbero una guardia nemica compiere il gesto. Quindi scapperei subito verso il bosco dove giace il cadavere della guardia vera. Fammi sapere se é fattibile come cosa e come vuoi gestirla..
  9. Sì sì.. però diciamo che prima appunto era solo una cosa che la gente immaginava nel suo privato… ora diventerà un mormorio più diffuso nella scuola.. giusto per motivare la condizione.. Comunque scusate, ma ieri sera dopo lavoro avevo un mal di testa atroce, stamattina ho dovuto fare qualche lavoro in casa.. oggi pomeriggio recupero bene tutto e vedo di postare prima di sera.
  10. Comunque, essendoci la condizione, la voce in qualche modo circolera' 🤣🤣 Alla fine che condizioni scegli?
  11. Secondo me, visto tutte le ultime cose che hai scoperto su di lei, qualcosa legato al fatto che ha giri con persone poco raccomandabili.. qualcosa tipo "cattive frequentazioni".. Nel caso poi potresti proprio anche ruolarla come cosa che diffondi questa voce.. per giustificare che arrivi a tutti gli studenti
  12. @TheBaddus @Voignar , credo proprio che si incastri benissimo la dinamica dello spendere un filo di scarlett su darius + mossa gelare qualcuno. Gelare Scarlett su Darius: 5+1+2=8 -> successo parziale. Ergo.. Darius perde UN FILO su Scarlett Scarlett ha usato UN FILO su Darius Darius puoi dare a Scarletr una CONDIZIONE Ruolatela pure di conseguenza!! Un applauso a entrambi! Bellissima interazione tra pg!! Io oggi nel mentre dovrei riuscire a mandare avanti le trame degli altri.
  13. @Ghal Maraz Nathan Clark Quando proponi il luogo e l’orario di incontro con Alice, lei fa un segno d’assenso con la testa e ti risponde che per lei vanno bene. Una volta rimasto solo, ti prendi il tuo tempo per trovare il coraggio e la giusta sintassi del messaggio da mandare a Tyler. Ti incammini a testa bassa verso l’uscita della scuola. La risposta non tarda ad arrivare: “Non ti preoccupare Nathan… É tutto a posto… Oggi mi alleno con la squadra e stasera ho un impegno in famiglia… Ma se vuoi domani prima di scuola possiamo fare 4 chiacchiere!” Nella scuola sono rimasti ormai pochi studenti. La maggior parte si fa gli affari suoi. Qualcuno, invece, sembra lanciarti qualche occhiataccia… un misto tra curiosità e disapprovazione. Giunto infine al cancello della scuola, ti volti un attimo indietro. É stato decisamente un lunedì più intenso e complicato del previsto!! @Voignar Darius Whitesand Scarlett non risponde. Aspetti ancora qualche secondo, fissando lo schermo del cellulare come se il suo silenzio potesse sciogliersi solo col tuo sguardo. Ma niente. Alla fine, sospiri. Piano B, allora. Ti allontani di qualche passo dagli armadietti e ti infili in un bagno deserto dove nessuno può vederti. Ti porti una mano al petto, l’altra la chiudi a coppa davanti a te. Mormori sottovoce parole antiche, apprese durante gli allenamenti con tua madre. Un linguaggio antico. Non sei sicuro al cento per cento della formula… l’hai usata solo una volta, e in condizioni molto più semplici… ma è solo un rituale di individuazione, niente di particolarmente pericoloso. In teoria. Chiudi gli occhi. Visualizzi Scarlett nella tua mente: il suo volto, il modo in cui cammina, la scia di energia che lascia dietro di sé. Per un attimo nulla. Poi, come una lama sottile che fende la nebbia, la percezione arriva. Un’immagine. Confusa. Sconnessa. Strade grigie, muri scrostati, sporcizia ai bordi dei marciapiedi. Un vicolo. Un corpo che si muove in modo innaturale. Scarpe sformate, un giubbotto di jeans. Una voce… non la sua… che ride con un tono basso e sgradevole. Una mano che si allunga. Un colpo, un fiotto di dolore. Poi tutto si deforma. Le immagini si spezzano come vetro. Il vicolo svanisce. Vedi nero. Ma non un nero normale. È un buio vivo, denso come fumo, e dentro quel buio… Due occhi. Non umani. Due occhi d’ombra ti fissano con una calma glaciale, come se sapessero esattamente chi sei. Come se ti stessero aspettando. Ti strappi via dalla visione con un sussulto, come se ti mancasse l’aria. Ansimante, appoggi la mano al muro per non cadere. Il cuore ti martella nel petto e hai la sensazione che qualcosa, in quel rituale, sia andato oltre quello che volevi ottenere. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Le mani del basta*do ti raggiungono il petto con quella stessa invadenza nauseante, mentre lo senti sogghignare vicino all’orecchio. «Ecco… brava. Vedo che hai capito, bambolina.» La voce è impregnata di un'autocompiacenza viscida, quella di uno abituato a non ricevere rifiuti. Dentro di te, però, la paura si contrae e si trasforma in qualcosa di più lucido. Di più affilato. Ti imponi di restare concentrata. Di aspettare il momento giusto. E intanto lo osservi, lo studi. È lì che lo noti: un piccolo angolo plastificato che spunta dalla tasca del suo giubbotto di jeans. Una bustina. Poi arriva l’attimo che cercavi. Lui abbassa per un istante la guardia, troppo sicuro di sé. E tu colpisci. Il tuo ginocchio schizza in avanti e lo centra in pieno, dritto tra le gambe. Il colpo è secco, preciso, rabbioso. Lui emette un verso soffocato, un gemito roco, quasi disumano, e si accascia, piegandosi su sé stesso. Non perdi tempo. Lo spingi contro il muro con tutta la forza che hai, senti il suo corpo impattare con un tonfo sordo e, con un gesto rapido, afferri la bustina prima di scattare via. «Questa me la paghi, putta**lla!! ME LA PAGHI!!!» La sua voce ti rimbalza contro i muri del vicolo mentre corri via, ma ormai è lontana. E tu sei viva. Solo quando arrivi al sicuro, nel fitto del bosco, ti permetti di rallentare. Di respirare davvero. Ti fermi, le mani che tremano ancora. Ti porti le dita al labbro. Fa male. È gonfio, tagliato… Non hai uno specchio, ma non servono riflessi per sapere che sarà impossibile nasconderlo. Non a tua madre. Non alla gente. Ti accendi una sigaretta con mani quasi stabili, mentre osservi meglio la bustina strappata al bastardo. Dentro, probabilmente qualche dose di cocaina. Non è la tua merda preferita, ma può avere il suo valore in qualche scambio futuro. Quello che però attira la tua attenzione è un piccolo foglietto attaccato con un pezzo di scotch trasparente. "Provala! Vedrai che è roba di qualità! E non farne parola con Anthony, chiaro?" Anthony. Quel nome lo conosci. È il capo di quella lurida banda di criminali da quattro soldi. E se lo odioso stava spacciando roba senza passare da lui… beh, potrebbe rivelarsi utile. Ti rigiri la bustina tra le dita una volta ancora, poi te la infili in tasca. Finalmente, ti incammini verso casa e tiri fuori il cellulare. Un messaggio di Emily: "Ehi? Tutto a posto??" Poi un altro, da Darius in cui ti chiede se potete vedervi. Entrambi sono stati inviati più di mezz’ora fa. @SNESferatu Ana Rivero Max ascolta il tuo monologo senza interromperti, in silenzio. Ma il suo volto, al contrario, dice molto: le sopracciglia si sollevano poco a poco, disegnando sul suo viso un’espressione sempre più stupita. Si gratta la nuca, appena sotto il berretto, poi abbozza un sorriso perplesso. «Ok… ok, sorella…» dice infine, con tono incerto. «Quindi sei venuta fin qui solo per scusarti con me?» Fa una pausa. Il suo sguardo si sposta per un istante verso i suoi amici. Non c'è ironia né vanteria nei suoi occhi, solo una sincera, condivisa perplessità. Come se stesse cercando negli altri la conferma di quello che sta vedendo: te, lì davanti, a chiedergli scusa. «Questo sì che è strano forte!» aggiunge poi, lasciandosi scappare una risatina. “Strano”. Di nuovo quella parola. Come Eliza, anche Max. E come con Eliza, capisci che non lo dice con cattiveria. Solo... sorpresa. Poi riprende, stavolta con un tono più leggero. «Beh… lo apprezzo!» dice, prima di fare un tiro alla sua canna. «Resti comunque una snob… ma una snob a posto!» Te lo dice sorridendo, mentre tende un braccio verso di te con la mano chiusa a pugno. Un gesto chiaro. Forse dovresti semplicemente battere il tuo pugno contro il suo? Un piccolo rito di tregua?? Alla tua domanda successiva, Max alza le spalle con noncuranza. «Niente di che, a dire il vero… un po’ di trick con lo skate, un po’ di fumo…» Poi indica con un cenno della testa il ragazzo basso e smilzo. «Greg ci stava raccontando di cosa ha combinato sua cugina nel weekend!» Ti guarda con un mezzo sorriso. «Ti va di unirti a noi, o devi mantenere intatta la tua reputazione da snob?» Il tono è scherzoso. C'è ancora forse un filo di risentimento sottopelle… ma niente che assomigli davvero a rancore. @Theraimbownerd Orion Kykero La osservi mentre ti ascolta, attenta e serena. Quando le dici che nel pomeriggio vorresti consultare la Dea insieme a Juno e Diana, cogli un bagliore di compiacimento nei suoi occhi. Un’espressione tenue, ma sincera, le addolcisce il volto. Inclina leggermente il capo, quasi a trattenere un sorriso, e posa le mani con grazia sul tavolo. «È bello sentire che vuoi consultare la Dea insieme alle tue sorelle» ti dice con voce calma, profonda, come se ogni parola avesse un peso antico. «Ricordare la forza che ci lega a Lei, e a ciò che rappresenta, è importante in momenti come questi.» Le sue parole ti scaldano, anche se percepisci qualcosa di più. Non comprendi a pieno se si riferisca a qualcosa di superiore o se semplicemente sia un modo velato per intendere la tua particolare situazione di identità di genere. Quando le chiedi della festa, la vedi riflettere. Resta qualche istante in silenzio, poi torna a guardarti. Ti sorride, stavolta apertamente. «Una festa, dici? Non mi sembra una cattiva idea. In fondo anche la gioia, quando è condivisa, è una forma di protezione.» Si alza con grazia. «Va bene. Purché resti una cosa contenuta… e soprattutto rispettosa. Niente eccessi. Tua sorella Diana si occuperà delle offerte purificatrici prima e dopo, giusto?» aggiunge, con un accenno di ironia affettuosa. Si muove verso la cucina, prende un bicchiere d’acqua e beve con calma. Poi ti rivolge un ultimo sguardo. «Questo pomeriggio sarò fuori. Ho delle commissioni da fare e ho promesso di far visita a una persona che sta attraversando un momento difficile.» Fa per uscire dalla stanza, poi si ferma un attimo e ti guarda ancora. Il suo tono si fa più sottile, più dolce, ma anche più profondo. «Se la Dea ti parla… ascolta. Anche se ti confonde. La chiarezza arriva sempre dopo l’umiltà.» Poi ti lascia lì, da solo, mentre la sua figura si allontana silenziosa con quella sua andatura leggera, quasi irreale.
  14. @SNESferatu tendenzialmente stai agendo per risolvere la tua condizione.. e volendo ai potrebbe anche togliere.. però, visto che hai preso la mossa "una tela bianca", tu le condizioni le puoi anche sfruttare per determinare la tua personalità e ottenere un +1 a un tiro... quindi ti chiedo.. preferisci tenerla?
  15. Si.. sto giro le è andata decisamente bene! I tiri giusti al momento giusto
  16. Pensavo giusto anch'io che era un ottimo utilizzo della mossa "guardare nell'abisso"!! 7+2=9 avrai una risposta confusa, ma in parte è un successo. Ci sta velocizzare.. ti faccio già i tiri così sai come ruolare meglio la tua risposta. Mantenere il controllo: 8+2=10 -> fammi pure una domanda sulla situazione e hai un +1 Scagliarsi contro qualcuno: 10-1+1=10 -> successo pieno. Gli fai un danno e lui si blocca il tempo necessario per farti fuggire.
  17. Ahahahah.. ho installato delle microcamere per spiarvi 🤣🤣 Comunque allora ottimo! Sono felice di essere andato nella stessa direzione che stavi pensando tu! Mi sembrava poteva starci a pennello sul tuo pg
  18. @Kalkale vai tranquillo!! Comunque.. gli altri nostri accompagnatori oltre al drow come mi sono sembrati?
  19. A voler essere pignoli.. Raven non può diventare magicamente invisibile.. é solo molto furtiva 😂😂
  20. @Voignar Darius Whitesand Una volta che ti sei accertato che Alice passerà davvero del tempo con Nathan nel pomeriggio… e che quindi il ragazzo non resterà in balia dei possibili giochetti di Scarlett… tiri un sospiro di sollievo. Un rischio in meno da gestire. Annuisci ad Alice, un cenno silenzioso di gratitudine, poi ti allontani. Tornando in mensa, sai già qual è il tuo obiettivo. Devi parlare con Scarlett. Capire fino a che punto si spingerebbe. Capire se ha davvero intenzione di fare qualcosa che arrecherebbe del male a Nathan… o se è solo tutto fumo. La mensa però è quasi deserta. I vassoi sono stati portati via, le luci spente a metà. Alcuni ragazzi sistemano zaini e chiacchierano a bassa voce. Osservi il tavolo dove Scarlett sedeva prima con Emily, ma anche questo ormai é vuoto. Esci in cortile. L’aria è ancora fresca e si respira meglio rispetto alla confusione di dentro. Emily e Tyler sono seduti su una panchina, defilata rispetto al passaggio principale. Parlano ridendo, scambiandosi sorrisi veri. Tyler sembra più tranquillo rispetto a prima. Sta ridendo. Ha ancora quell’ombra negli occhi, ma qualcosa in lui si è sciolto. Li osservi solo per un momento, senza farti notare. Poi guardi l’orologio. Le 14:04 passate. Hai meno di due ore prima di vedere Mei-Lin per studiare. Due ore per trovare Scarlett o fare qualsiasi altra cosa ti venga in mente… @Ghal Maraz Nathan Clark Darius vi saluta con un cenno deciso, poi si allontana in direzione della mensa. Resti solo con Alice, il rumore dei passi che si allontanano si mescola al silenzio sospeso tra voi due. Vi dirigete insieme verso gli armadietti, e lungo il tragitto noti che lei, di tanto in tanto, ti lancia occhiate rapide, quasi furtive. Cerca di non farsi notare, ma non è mai stata brava a dissimulare. Alla fine, quando diventa palese che te ne sei accorto, si decide a parlare. «Mi hai fatto preoccupare prima, Nat, lo sai?» dice con un tono dolce, sistemando una ciocca dei suoi capelli arcobaleno dietro l’orecchio. «Non… non ti avevo mai visto così. Così arrabbiato.» Nel suo sguardo non c’è né paura né giudizio. Solo una preoccupazione autentica, sincera. Quando raggiungete gli armadietti, apre il suo, prende le sue cose, poi si volta di nuovo verso di te. Ti fissa un istante più a lungo. «Sei sicuro di volerci vedere più tardi?» chiede. «Non devi sentirti obbligato, se hai bisogno di stare un po’ tranquillo, davvero…» Quindi, una volta ricevuta la tua risposta (e nel caso dopo esservi messi d’accordo sul dove e quando incontrarvi) ti accarezza piano il volto, un gesto breve ma carico di affetto. Ti regala un mezzo sorriso, si volta e si allontana, lasciandoti, finalmente, da solo. @Theraimbownerd Orion Kykero Al tuo saluto Consuela ti sorride gentile, accennando un cenno con la testa mentre si allontana con discrezione, cambiando stanza. Tua madre invece, seduta al tavolo della cucina con una tazza di tè fumante e l’aria di chi ha appena concluso una lunga conversazione, solleva lo sguardo su di te. Ha lo stesso portamento elegante e composto di sempre, quello che fa sembrare ogni stanza un santuario quando lei è presente. Ti osserva in silenzio per qualche secondo, appoggiando con cura la tazza di tè al suo piattino. L’atmosfera, come sempre in sua presenza, sembra farsi più calma e sospesa, come se anche l’aria si trattenesse in attesa delle sue parole. «Orion» dice infine, il tono sereno ma con quella profondità che ti mette sempre in allerta. «Sono contenta che tu sia rientrato presto oggi. In verità… speravo di parlarti.» Indica la sedia davanti a sé con un gesto misurato. «Durante la preghiera di questa mattina… la Dea mi ha sussurrato… Con immagini poco nitide... Era un monito, come accade di rado.» Abbassa appena lo sguardo sulla tazza fumante, poi lo rialza, posandolo su di te. «Mi è stato mostrato un cuore in bilico. Un cuore giovane, attraversato da un’ombra sottile. Non era male, non ancora. Ma era affascinato… incuriosito. C'era qualcosa che sussurrava da dietro il velo, cercando una crepa in cui insinuarsi.» Fa una pausa, studiando la tua reazione, ma non ti giudica. La sua voce resta calma, persino protettiva. «Lo so che stai attraversando un periodo delicato, pieno di dubbi e domande, e non intendo invadere ciò che scegli di tenere per te. Ma ci sono presenze… forze… che approfittano proprio di questi momenti. Che si nutrono di confusione e solitudine.» Poggia le mani sul tavolo, intrecciando le dita. Poi si ammorbidisce, accennando un mezzo sorriso. «Non è un rimprovero, amore mio. Solo… un invito. E un avvertimento. Se mai sentissi qualcosa che non ti appartiene, qualcosa che ti chiama ma ti fa sentire più vuoto invece che pieno… ti prego, parlane. Con me. Con la Dea.» @TheBaddus Scarlett Bloomblight Cerchi di restare calma. Di mantenere la maschera. Ma dentro sei un vortice in piena: il cuore batte troppo forte, le mani tremano, la voce ti esce a tratti, incerta, incrinata. E lo sai. Lo senti sulla pelle: non stai convincendo nessuno. Nemmeno lui. Il bastardo lo capisce subito. Ti scruta, poi ride. Una risata breve, sporca, divertita. «Pe... pe... persa io?» ti fa il verso, storpiando le parole per prenderti in giro. Poi nota il sangue. Lo sguardo gli si accende di una luce malsana. «Oh… ma guarda un po’. Hai già fatto incazzare qualcun altro oggi? Che bambolina ribelle!» Si avvicina ancora. Troppo. Senti l’odore acre della sua colonia, mescolato a quello di sudore e sigarette. Ti si rivolta lo stomaco. La paura ti paralizza per un istante. Poi reagisci, d’istinto. Con un gesto disperato, gli getti addosso il sangue che ancora hai sulle mani. Mira agli occhi, ma il gesto è maldestro, quasi ridicolo. Provi ad approfittare della sorpresa per sgusciare via, ma non fai in tempo. Ti afferra con forza e ti spinge di nuovo contro il muro del vicolo. Il colpo arriva prima che tu possa realizzarlo. Un lampo nero ti acceca per un istante, un fischio ti esplode nell’orecchio destro. La guancia ti brucia, il labbro ti pulsa e senti il sapore ferroso del sangue in bocca. «Così siamo pari!» ringhia, sputando per terra con disprezzo. Poi senti le sue mani. Fredde. Invadenti. Ti strisciano sotto la maglia, scorrono sulla pelle dello stomaco, risalgono lentamente, con un’intenzione che ti fa gelare il sangue nelle vene. Dice qualcosa. Ridacchia ancora. Tu tremi. Hai paura. Una paura che ti blocca, che ti toglie l’aria. Ma sai che devi fare qualcosa. Ora. Off game Come reazione al fallimento del tiro per fuggire, subisci 1 DANNO. se non lo avessi ancora fatto ricordati di segnare ESPERIENZA. A questo punto direi… Se vuoi fare agire Scarlett in qualche modo per evitare la sua violenza probabilmente si attiveranno nuove mosse che potranno darti la possibilità di fuggire a questo triste destino, ma anche comportare un peggioramento della sua condizione. Se, invece, Scarlett “si arrende” alla cosa andrei con una dissolvenza in nero se sei d’accordo. @SNESferatu Ana Rivero Appena pronunci quel tuo "Yo", Max si volta a guardarti con un sopracciglio alzato. Ti fissa per qualche secondo, lo skateboard sotto una scarpa, il cappuccio della felpa calato appena sulla fronte. Ha quell’espressione perplessa e un po’ divertita che fa ogni volta che sente una cosa fuori posto. «Yo?» ripete, come se stesse assaggiando la parola. Ti squadra dall’alto in basso, ma senza cattiveria. «Ti rendi conto che su di te fa tipo... effetto pelliccia su un cactus?» Uno dei suoi amici ridacchia, l’altro alza le sopracciglia e si scambia un’occhiata complice con lui, come a dire “che ci fa qui con noi una così?”. Studi un attimo l’espressione di Max. Sorprendentemente, in realtà, non sembra che sia ancora arrabbiato. Forse un po’ spiazzato. Ti osserva ancora un istante, poi sospira e si avvicina, abbandonando lo skate sull’erba. Non ti dice subito niente. Ti guarda, poi si gratta la nuca come fa sempre quando è incerto su come iniziare un discorso. «Comunque… non mi aspettavo che venissi.» Il tono non è accusatorio, ma neanche del tutto neutro. «Cioè, oggi… a scuola… sembrava che non ti andasse nemmeno di starmi vicino. E ci sta, eh. Solo che… boh, non pensavo che dopo quella scena… saresti spuntata qui.» Ti fissa, stavolta con uno sguardo un po’ più serio. «Quindi? Che ti ha fatto cambiare idea?» C’è ancora un filo di risentimento sotto la superficie… non troppo, però. Con Max non ce n’è mai troppo. Ma è chiaro che aspetta qualcosa. Anche solo un mezzo gesto che gli dica che non l’hai fatto sentire uno stupido per niente.
  21. Ah.. io lo dico già qua ora!! Poi ovviamente ognuno è liberissimo di agire come è più in linea per il suo personaggio... Da background Raven non tollera la violenza sui bambini... Se dovesse vedere qualcosa del genere... da psicopatica che è... credo proprio che agirebbe di conseguenza! 🤣🤣🤣
  22. Per quanto mi riguarda, Raven dà il meglio di sé quando il nemico é sorpreso… Quindi punterebbe a colpire di nascosto per prima… Se ne parliamo off game.. volendo potrebbe pure camuffare se stessa per attirare un primo gruppo di guardie fuori dall’accampamento.. in modo da iniziare a eliminare velocemente quelle e poi assaltare l’accampamento con ancora meno difensori…
  23. Raven Shadoweye - shadar kai - ladra/ranger All’affermazione di Jane sbuffo, incurvandomi un po’ in avanti con le braccia penzolanti e lo sguardo disinteressato. “Non sono brava a fare prigionieri! No… sono brava ad eliminare…” Penso, scocciata dal fatto di dovermi impegnare a non infliggere colpi mortali. Sono stata sempre addestrata solo a quello. Nella mia vita, se ho combattuto, l’ho sempre fatto per uccidere. Non mi interessa molto fare bella figura col presunto capo della Gilda… non me ne frega nemmeno molto di seguire gli ordini alla lettera da brava soldatina… “No.. noi non siamo un soldatino! Noi siamo una predatriceeee!” Termino il pensiero emettendo una risatina stridula che, per un osservatore esterno, apparirebbe completamente fuori contesto. “Dunque è deciso! Aspettiamo che faccia buio! Pooooi attacchiamo!”
  24. @TheBaddus no, ti direi che il tiro mantenere il controllo serve per provare ad agire nonostante la paura (ed eventualmente guadagnare pure un +1).. Quindi poi per la fuga ti faccio ritirare su fuggire. Fuggire Scarlett: 6-1=5 FALLIMENTO... Quindi segna pure esperienza, ma, purtroppo per Scarlett non riuscirà a fuggire.

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