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Albedo

Circolo degli Antichi
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  1. guurgak alzo un braccio per poter parlare. il villaggio non ha mura sul mare. Possiamo sfruttarlo. Possiamo giungere a nuoto o usarlo come diversivo in un qualche modo. Da terra credo sia impossibile senza una copertura adeguata come una fitta nebbia. Ma di sicuro non si aspettano un attacco dal mare.
  2. per quest intendi l'avventura? Considera alcuni fattori: come tu stesso hai visto non è semplice, inoltre mentre il "normale" DM può "permettersi" buchi o lievi squilibri qualcosa di ufficiale no. Quindi richiede anche il suo tempo per essere sviluppata, e non è poco. Immagina di fatto di dover scrivere un romanzo considerando diverse variabili quali incontri, avversari, cosa succede se si va a destra piuttosto che a sinistra. poi c'è la parte grafica.... e qui ci si collega all'altro punto: il costo. Sviluppare un'avventura ha il suo costo che può essere ammortizzato con le vendite. Facciamo un esempio ci sono 100 DM e riescono a fare 1 avventura all'anno. Io produco avventure e farne 1 mi costa 2000. Per guadagnare (non sono una onlus) la devo vendere a 22, sperando di vendere a tutti e 100 i DM. Se ne producessi 2, i costi sarebbero 4000, ma i DM sempre 100 sono, e difficilmente comprerebbero tutte e 2 le avventure. Potrei alzare il prezzo, ma il rischio di vendere ancor ameno si alza. Quindi per non andare in perdita ne produco 1 sola. Tu utente puoi poi cercare in rete quelle sviluppate da amatori o da terze parti. O rimboccarti le maniche e crearne una tu (che come dici non è facile, ma nemmeno impossibile, basta avere pazienza!)
  3. Sonya Sacrificio? Non so. Secondo me hanno fatto solo scempio sfogando una violenza esagerata. Massacrare per il solo gusto di farlo. Considero il tutto fallito. Appena la tempesta si placa, torniamocene a casa.
  4. Un magus blackblade lo vedrei bene. Anche alchimista vivisezionata. Oracolo delle ossa sarebbe in tema. Anche un guerriero specializzato sulle armi leggere e destrezza
  5. Albedo

    Anime Erranti

    Capitolo 7. Ricordi. La notte passò tranquilla. All’alba Gray si svegliò, e dopo essersi messa la giacca uscì dalla propria tenda. Il sole basso sull’orizzonte l’abbagliò per un istante, l’erba attorno a lei era di un caldo color rosso dorato; Jeager era già sveglio e stava ravvivando il fuoco, i due si salutarono con un gesto del bracico. La ragazza entrò piano nella tenda di Felicia e Maya. Entrambe stavano ancora dormendo. Gray, in silenzio, curò ulteriormente le ferite della cameriera, poi rimase ancora qualche secondo ad osservarla dormire. Infine uscì. - Allora? – Domandò l’uomo senza voltarsi. - Non dovremmo avere nulla di cui preoccuparci. - Ti sbagli. Alla foresteria deve essere accaduto qualcosa di cui sono lieto non averne fatto parte. E’ stata una fortuna essere andati via prima. - Trovi? – Domandò Gray accovacciandosi dinanzi a Jeager e fissando i propri occhi nel fuoco – Se fossimo rimasti forse avremmo potuto fare qualcosa di positivo. - O forse morire. Sarò egoista, ma preferisco essere io vivo, e loro morti, piuttosto che far loro compagnia. Non ho una gran simpatia per i morti... rispetto… ma non ci tengo a diventarlo. - Stupido. Gray si alzò e tornò nella propria tenda per prepararsi alla ripresa del viaggio. Quando tornò fuori notò con piacere che anche Maya e Felicia erano si erano svegliate e stavano finendo la zuppa avanzata la sera prima. - Allora? – Domandò Jeager – Cosa è successo? Felicia smise di mangiare, poggiò la scodella sulle ginocchia e reclinò il capo in avanti, i capelli seguirono quel movimento nascondendole il viso. - Facendola breve i soldati non erano soldati. Hanno ucciso il signor Gorin e tutti gli ospiti, o quasi. Dato alle fiamme la stazione di posta e… bhè potete immaginare cos’altro abbiano fatto. - E tu come hai fatto a salvarti? – Domandò Gray notando che a quella domanda le mani di Felicia si strinsero con forza sulla tazza. - Se non vuoi rispondere non fa niente… - Intervenne con tono conciliante Maya. - E invece fa! Che significato ha il numero che hai impresso sul collo? E le cicatrici che hai su tutto il corpo? – Insistette Gray. Le mani di Felicia si strinsero ancora di più sulla tazza, un brivido le scosse il corpo, dei suoni simili a singhiozzi le uscirono dalla bocca. - Gray, non insistere. Ha passato il peggior momento della sua vita e… - continuò Maya. - No. – Disse infine Felicia alzando il volto in lacrime – Ha ragione… e poi ne ho passate di peggio, come avrete immaginato vedendo il mio corpo. - Felicia, non sei obbligata a… La cameriera scosse la testa. - Ho bisogno di fidarmi di qualcuno, ormai sono stanca di scappare e vivere nel terrore. E non posso chiedere fiducia e aiuto, se non la dimostro io. Il mio nome non è Felicia. Francamente ignoro quale sia. Per anni è stato il numero che ho sul collo. Immagino che non sappiate cosa sia la Forgia. D’altronde chi la conosce o è come me, o è complice del mio stato. La Forgia è una società segreta con il compito di creare armi viventi, soldati perfetti, arcanisti inarrestabili. E per fare ciò ricorre ad ogni mezzo. Gray, tu non sei una maga, giusto? Il tuo potere risiede nel tuo sangue, in un qualche punto di contatto fra creature potenti e qualche tuo predecessore. La Forgia cerca di ricreare e potenziare quel potere sia incrociando persone già dotate di poteri innati, sia esponendole alla fonte di tali poteri alla nascita o durante la… chiamiamola vita. Ovviamente sono alla continua ricerca di nuove combinazioni, di nuovi poteri… e di nuove cavie. Non esitano a commissionare rapimenti per i loro scopi, magari solo per avere uno stregone con sangue demoniaco da accoppiare a qualcuno con sangue celestiale. Ma sapete che non sempre i poteri si rivelano sin dalla nascita, spesso devono essere risvegliati. E le mie cicatrici testimoniano che i miei poteri non si siano subito palesati… Tempo fa. Forse un anno fa. Io e altri compagni siamo riusciti a scappare dalla Forgia, ma da allora siamo braccati e viviamo in fuga. So che diversi miei amici sono stati catturati. Alcuni riportati indietro, altri uccisi. Vago quindi di posto in posto in una fuga senza fine. Ecco come mi sono salvata, usando quei poteri che tanto odio e detesto. - E sarebbero? – Domandò Gray. - Io sono nata nella Forgia. Mia madre era una mezz’elfa che proveniva da non so quale foresta custodita da unicorni. Al momento della mia nascita venne uccisa una fenice, e le sue ceneri poste sul ventre di mia madre. Io nacqui e la fenice risorse. Quindi, al momento la fonte del mio potere sono l’istinto di protezione degli unicorni e l’immortalità della fenice. Ma c’è una cosa che mi preoccupa. Io venni concepita nella Forgia, quindi dovrei avere un terzo potere latente. Quello di mio padre. Ma ignoro quale sia. - Ora comprendo perché mi sentissi a disagio in tua presenza – commentò Gray - la fonte del mio potere non credo sia particolarmente benevola, e deve aver reagito al tuo. - E tu, Gray? – Domandò Jeager. - Fino a non molto tempo fa di lavoro facevo la becchina. Non credo ti debba dare altre spiegazioni. - Non credo - rispose l’uomo voltando lo sguardo dall’altra parte. – La cosa però è molto più preoccupante di quel che sembri, mie fanciulle. Gente in grado di tenere in cattività una fenice… bhè – continuò grattandosi il capo – credo sia alquanto potente. Ma forse ti avranno già data per morta… senza offesa per nessuno, s’intende… - si corresse goffamente. - No. Mi stavano cercando. Anche i banditi che taglieggiavano la locanda, credo che fossero al soldo della Forgia. Anzi ne sono sicura. L’uomo che mi prese in ostaggio mi sussurrò che sapeva chi io fossi. - Quindi sanno dove stiamo andando. Ma in tal caso perché non ci hanno già raggiunti? – Domandò Jeager. - Perché è stata la prima persona che ho ucciso quando mi sono resa conto di cosa stesse accadendo, e forse quegli uomini hanno giudicato rischioso inseguirmi – Rispose Felicia. - … proteggerò – Disse con un filo di voce Maya attirando su di sé gli sguardi dei presenti. – Io ti proteggerò, ti difenderò e aiuterò quelli come te, distruggerò la Forgia. Lo farò per te e per le persone che morirono a cau… a me care. Detto ciò Maya si alzò e rientrò nella tenda. Una volta dentro portò la mano al petto e strinse il ciondolo donatole da Shelyn, mentre i suoi occhi si fissarono sullo zaino e sull’armatura in esso contenuta. Gray la seguì. - Direi che è il tuo turno. – La voce di Gray scosse nel profondo Maya. Che si girò e sedette accanto al proprio zaino. Gray continuò. - Ci conosciamo da pochi giorni, però ci siamo promesse di essere amiche. E tu sei la mia prima amica, per cui… bhè… ci tengo a te. Posso comprendere il tuo senso di colpa e il volerti sentire responsabile di quanto accaduto. Ma prima hai accennato a persone morte per causa tua. E credo che il contenuto di quello zaino sia coinvolto in un qualche modo. Giusto? - Vero. E’ così palese? - Non lo so. Per me sì, ma ho anche passato anni ad osserva la gente ai funerali, notando persone liete per la morte del consorte per poter vivere con l’amante, assassini sentirsi in colpa, o essere soddisfatti perché nessuno sospettava di loro. E tu ti reputi unica responsabile di qualcosa, e ti flagelleresti se servisse. - Allora non ti dovresti meravigliare se ti dicessi che lo feci. Per una settimana. Quella che porto con me è la mia armatura cerimoniale di sacerdotessa al culto di Shelyn. Sacerdotessa e… protettrice. Ma una maledetta sera tradì la fiducia della mia dea. A causa di ciò l’intero villaggio in cui servivo venne distrutto e Shelyn mi rinnegò come sua servitrice, negandomi la sua benedizione. Ma la pena peggiore fu il darmi la speranza di poter tornare nelle sue grazie. Ed io, stupidamente, ancora ci credo. Gray si sedette accanto all’amica. E sorrise. - I casi, a questo punto sono due, ho anche Jeager ha una storia da derelitto culmine della sfortuna, oppure si sentirà un disadattato in mezzo a noi tre. Direi che ci siamo proprio trovate. Maya si asciugò le lacrime e sorrise a sua volta. - Direi che la sfortuna di Jeager inizia ora, dovendo sorbirsi le nostre paranoie. - Personalmente non mi lamento sono passata dall’essere sola ad avere tre amici in meno di una settimana. Ed ora, amica mia, vediamo cosa fare e dove andare. Immagino che tornare a Quinoa sia inutile e pericoloso. - Probabile. Però voglio mantenere la mia parola riguardo alla Forgia. - Come ha detto Jeager, attaccare chi può tenere in cattività una fenice potrebbe… anzi è pericoloso. Siamo solo in quattro. Dovremmo trovare almeno un quinto sfigato come noi. - E allora non abbiamo molti posti dove andare. Dovremmo anche chiedere dov’è la Forgia… - Va bene, intanto avviso gli altri. Gray uscì dalla tenda e fu sorpresa nel vedere come Felicia e Jeager stessero conversando fra loro. La ragazza si portò innanzi ai due. - Bene, Felicia ben venuta fra noi. Con Maya ho convenuto che tornare a Quinoa sia pericoloso e che ci serve una quinta persona per poterti aiutare efficacemente. E che dovremmo sapere dov’è la Forgia. Felicia alzò la testa per guardare Gray. - Grazie. La Forgia si trova nel Cheliax. Non vi so dire esattamente dove, ma credo che ci saprei arrivare. - E tu Jeager? Qual è il tuo passato triste e segreto? - Nessuno biondina. Sono una persona che dopo un periodo passato in una milizia ha scoperto che gli piacciono le armi, ma non le regole. E mi piace girare e combattere. Immagino di deluderti. - Stupido. Gray si girò di scatto e tornò da Maya per finire di sistemare le borse.
  6. Sonya Tutto questo sangue... questo delizioso profumo così mintenso da far girare la testa. Deglutisco e mi lecco le labbra... poi vedo i due tiefling che sono con noi... forse non è il caso di pensare ai divertimenti... per il momento... Che spreco di sangue... Commento. Vediamo un po se c'è qualcosa di magico e residuo... master
  7. Sonya Lasciamo perdere quelle ombre e dirigiamoci verso la casa! E forse posso fare qualcosa per il vento e la neve! @master
  8. Guurgak Un orco viene a chiamarmi. A quanto apre Wurzag vuole parlarmi, o qualcosa di simile. Raggiungo al sua tenda. Oltre a me c'è anche Aruuk, e quelli che ho capito guidare i guerrieri. Starò in silenzio ad ascoltare. Un capo è sempre un capo, che sia umano o umano, nessuno vuole intromissioni quando parla.
  9. Seraphim Bene, amici, direi che la pausa è durata abbastazna. Vogliamo riprende la nostra passeggiata?
  10. Hakim Terminata la sepoltura dell'uomo morto osservo il sacerdote curare Kaash. Evidentemente dovremo stare con gli occhi molto più aperti del previsto. Commento. Mi preoccupa quindi quando ci dovremo fermare per la notte.
  11. Una palla di fango si materializza di fronte a Hester e subito parte come un proiettile colpendo l'incatatore il cui corpo subisce subito dopo l'impatto di una altro sasso di Phereh e una freccia di Kross che si conficca nel suo addome. Anche la freccia di Wolfen colpisce la figura che però sembra reggersi ancora in piedi senza troppi sforzi. Vedete un uomo correre verso di lui con uan strana spada nera sguainata....
  12. Mentre Ukyo corre verso colui che sembra esser ela causa di tutto noti che i tizi incontrati il girono prima sono in lieve difficoltà. Due di loro sono tenuti fermi da... braccia scheletriche emerse dal terreno, mentre i loro compagni stanno usando una fionda e un arco per colpire quella figura che ha già due frecce conficcate nel corpo. gli altri che fanno?
  13. Albedo

    TdS ADM

    quindi attaccate il golem?
  14. Albedo

    Gemma di Gioco

    Penso allo stesso modo che farete voi Commenta Eri come se la domanda di Makoto fosse stata la più inutile di sempre. Mangiate quel poco che Eri ha cucinato -del pesce secco cotto sulla fiamma e del tofu con salsa di soia e riso- e vi preparata per affrotnare la notte. turno di Hiro turno di Deborah turno di Nicholas Alexander Makoto Alexander e Makoto
  15. Albedo

    L'Isola - Gioco

    @zoso Appena finite di parlare e poco dopo che Zoso ha messo via il diario giunge Jaenis. E' visibilmente stanca. Penso sia inutile dire cosa sia accaduto realmente. E sarà sempre peggio, ma sopratutto nessuno di noi ne sarà esente. Almeno da quanto ne so. Dovremo mantenere la mente lucida e riposata. Forse per questa notte potremo stare tranquilli. Ma domani cosa faremo?
  16. Albedo

    Gemma di Servizio

    Ma se voi siete in 5... Chi fa il dormiglione? :) Poi 1h e 1/2 è più facile da sopportare di 2h.
  17. Albedo

    Gemma di Gioco

    Grazie! Esclama felice Eri, poi, portandosi un dito al mento continua... Anche Makoto voleva fare l'ultimo turno... Ieea! Potete farlo insieme, così preparate anche al colazione e il penultimo lo fa il lupo! Vi va bene? quindi:
  18. Guurgak La marcia procede spedita, almeno secondo me. Nel frattempo conosco meglio altri orchi connessi agli spiriti, oltre a quello che viene chiamato da tutti "Colosso" e ne capisco bene il motivo... anche se sento qualcosa in me riguardo alle "dimensioni", che me lo fa vedere meno imponente. Un giorno capirò. Vi sono poi Nukkar che pare conoscere molto bene la natura e un orchessa alquanto taciturna di nome Hadla. La trovo strana... e strano il suo modo di comportarsi. Ma non sono cose che mi riguardano. Giungiamo infine al termine della terra. Osservo quella grande distesa di acqua. Qui finisce il nostro mondo, e oltre, dove lo sguardo non arriva vi è quello degli umani e degli aelfyr. Lo spettacolo è comunque molto bello, e dà il senso, è la prova, delal forza e potenza degli spiriti Lascio che Maglio bruchi in pace assieme agli altri animali, poi vado a cercare Ciel per mostrarle questo spettacolo. con Ciel
  19. Albedo

    Gemma di Gioco

    A...allora, ti farò compagnia per u...un po'...H-Hiro... Balbetta rossa in viso Eri s-se non è un pro-problema.... Poi alzandosi in piedi e girandosi verso Alex e Nicholas riprende un po' più di sicurezza. Voi invece che turno fate?
  20. Guurgak Non capisco, Wurrzag. Cosa ti impedirebbe di farlo ora? La saggezza che quell'orco antico può avere non può e non deve essere limitata solo alla conoscenza degli spiriti. Se non sai qualcosa puoi sempre chiedere. Non credo che il tuo ruolo di capo ne risenta. Anche Sir Lorenz,a volte, chiedeva dei consigli ai suoi soldati, ma nessuno al campo avrebbe mai messo in discussione la sua autorità. Anzi, da quanto ho visto, i soldati ne erano spesso gratificati, perchè in quei frangenti si sentivano importanti. Ma per loro Sir Lorenz rimaneva sempre la guida da seguire. Non sto elogiando gli umani, sia chiaro, ma se loro ci hanno sconfitto non è stato solo per le loro armi e magie, ma credo anche per qualcosa che a noi manca, anche se non saprei dire esattamente cosa... anche perchè purtroppo ben poco ricordo della mia vita precedente. Ma l'ho notato quando il vostro orco è venuto al campo e ha parlato con la vostra sciamana. Ho avuto l'impressione di vedere due tori che si scontravano, ognuno che voleva mostrare all'altro di avere ragione, che valeva solo il proprio pensiero e punto di vista, ignorando completamente l'altro e le sue parole. Ad ognuno è stato imposto qualcosa senza dargli la possibilità di parlarne e migliorare. Ognuno era convinto che la propria idea fosse l'unica e quindi perfetta. Comunque, ora che mi viene in mente, anche Sir Lorenz non aveva tutto il potere. Non era lui a decidere chi poteva andare alla città. Ma un altro umano chiamato "maestro", costui parlava a lungo con un orco e se era soddisfatto, l'orco poteva lasciare il campo. Ma forse non faceva parte del clan di Sir Lorenz, come i cacciatori, che a quanto ho capito venivano da altre parti solo per cacciare gli orchi.
  21. Albedo

    Anime Erranti

    Capitolo 6. Incontro. L’interrogatorio dei banditi non diede alcun risultato, ognuno di essi diede una versione diversa e numeri diversi, e nessuno volle usare la tortura per avere informazioni veritiere. L’unica cosa che poterono fare fu di prepararsi ad uno scontro contro un numero di avversari che variava da un minimo di cinque a... chissà quanti. Il problema principale, tuttavia, era il non avere la minima idea di come e quale sarebbe stata la reazione avversaria. - Le opzioni possibili sono tre – esordì alla sera Maya seduta ad un tavolo assieme ai suoi due compagni – la prima che gli altri banditi sono in pochi e desisteranno dall’intraprendere qualsiasi ulteriore azione contro questa stazione; la seconda che qualcuno di loro giunga qui come cliente e cerchi di ammazzare noi o il nostro ospite , la terza che siano in tanti e vengano per distruggere tutto. La peggiore per noi è la seconda. Ma spero vivamente nella terza. - Io nella prima… - commentò laconicamente Gray. Felicia portò loro la cena. - Tutto bene? – Domandò Maya con tono accondiscendente. La cameriera annuì. Maya non poté fare a meno di ripensare a quel numero tatuato a fuoco sul collo della ragazza, avrebbe voluto chiederle il significato, ma si rendeva conto che non era il caso e che avrebbe potuto risvegliare qualcosa di spiacevole. Quando la cameriera si allontanò Gray continuò a seguirla con lo sguardo. - Non mi convince – commentò infine. - Perché? – Chiese Jaeger. - Non saprei dirlo, ma quando è vicina ho una strana sensazione, e non è positiva. Almeno per me. - Non saprei cosa dirti – rispose Maya passando un dito sul bordo del proprio bicchiere – forse non dovrei dirlo, ma ho notato che sul collo le è stato impresso a fuoco un numero. Forse è stata una schiava, o qualcosa di simile. - In ogni caso – concluse Gray – spero di finire alla svelta qui e di non averci nulla a che fare. Mi sbaglierò... ma nel dubbio… I tre terminarono la cena in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri. L’indomani organizzarono al meglio un’eventuale difesa rinforzando i merli delle torri e preparando diverse frecce. Col passare delle ore la loro tensione crebbe sempre di più. Verso sera giunsero venti soldati a cavallo. Il loro arrivo fu una sorpresa e un sollievo per i Maya e compagni, e soprattutto per Gorin e le sue cameriere. Quella sera dormirono tutti serenamente e l’indomani mattina, Maya, fattasi firmare un foglio dal comandante della pattuglia che attestava la cattura dei banditi, lasciò la stazione di posta per tornare a Quinoa e riscuotere il compenso. A lei e a Gray si aggiunse anche Jaeger, intenzionato a raggiungere la cittadina per entrare nella Gilda. In assenza di carri verso la città, i tre si rassegnarono malvolentieri all’idea di dover camminare per un paio di giorni prima di poter arrivare a destinazione. Camminarono per tutto il giorno, facendo solo saltuarie soste per riposarsi, bere o mangiare qualcosa. Quando il sole iniziò a tramontare si trovavano ancora in aperta campagna e nessuno di loro era in grado di dire per quanto avessero camminato e quanto distasse ancora Quinoa. Decisero quindi di fermarsi e di accamparsi accanto alla strada in una radura posta fra alcuni alberi a una ventina di metri dalla strada. Prepararono due tende e accesero un fuoco per cucinare qualcosa di caldo e scaldarsi in previsione dell’umidità notturna. Il cielo velato impediva di vedere le stelle e solo una pallida luce lunare ne filtrava la coltre, smorzando di poco l’oscurità altrimenti assoluta. Il crepitio del fuoco, misto ai richiami degli animali notturni aveva un che di mistico in quel luogo. Un improvviso rumore attirò l’attenzione dei tre, alcuni uccelli spiccarono improvvisamente il volo dal prato spaventati dall’arrivo di una figura. Questa si stava muovendo barcollando dalla strada avvicinandosi all’improvvisato accampamento. Jaeger e Maya impugnarono le armi e scattarono in piedi, Gray rimase immobile a fissare quella magra figura claudicante. Poi questa crollò a terra come un burattino senza più fili a sostenerlo. Maya scattò in avanti tenendo saldamente in pugno la propria arma; quando giunse sul posto trovò, sdraiata nell’erba a faccia in giù, una figura umanoide avvolta in una coperta bruciata in più punti e sporca di sangue. Con cautela la girò, contemporaneamente il velo di nubi si squarciò, permettendo ai raggi lunari di illuminare il volto tumefatto di Felicia. Quella visione paralizzò Maya, in un istante le parve di rivivere quanto accadde a Innova. Avvicinò la mano tremante al viso della cameriera, ne sentì il flebile respiro. - Gray! – Chiamò – Presto, corri! Gray rimase stupita nel vedere Felicia. Le si inginocchiò accanto e con delicatezza le toccò il corpo in diversi punti, le scostò la coperta rivelando numerose ferite. Nel frattempo giunse anche Jeager. - Ma come può essere accaduto? – Domandò, ma nessuno gli rispose. - Puoi fare qualcosa? – Domandò Maya all’amica, mentre due lacrime iniziavano a solcarle il viso. - Forse. Intanto posso fare in modo che sia possibile spostarla e portarla in una tenda, poi vedrò. Gray posò una mano sull’addome di Felicia, una calda luce dorata ne scaturì. Il volto della cameriera parve divenire meno sofferente. - Ora potete portarla nella tenda – Avvisò Gray rialzandosi in piedi. - … è colpa mia… - mormorò Maya apparentemente incapace di muoversi. Jeager, prendendo l’iniziativa, si chinò e prese fra le proprie braccia Felicia allontanandosi rapidamente verso la tenda. Maya strinse con forza l’erba, il terreno. Negli occhi rivide il fuoco che bruciava i corpi dei suoi amici, il suo amato gettarsi fra le fiamme. Udì il silenzio e il crepitio del fuoco. - … è colpa mia… - mormorò nuovamente mentre le lacrime raggiunte il limite del viso iniziarono a cadere sul terreno e sulle sue mani - .. ho ucciso ancora degli innocenti… Gray osservò l’amica, si inginocchiò innanzi a lei, sollevò il braccio destro e colpì con tutte le forze che aveva il volto di Maya. - Smettila di piangere e riprenditi. Ora c’è una persona che ha bisogno. Come al rallentatore Maya si portò la mano al viso, nel punto in cui le doleva per lo schiaffo ricevuto, poi con la testa fece un cenno di assenso e si alzò. - Grazie… - disse con un filo di voce. Le due raggiunsero le tende ed entrarono in quella in cui era stata posta Felicia. Jeager le stava medicando le ferite che aveva sul viso. Poi iniziò a sbottonarle la camicetta. A quella vista Gray ebbe un brivido. - Co…cosa fai? – Domandò. - La spoglio per vedere se ha altre ferite. Non farti strane idee… - Rispose l’uomo senza voltarsi e non vedendo così il viso di Gray divenire completamente rosso. Gray avrebbe voluto allontanarsi, ma al contempo si rendeva conto che doveva restare per aiutare Jeager nelle cure. Quando l’uomo slacciò l’ultimo bottone e con delicatezza iniziò a scostare la camicetta ad entrambi mancò il respiro: il corpo della ragazza era pieno di cicatrici, nessuna delle quali era recente, mentre erano numerosi i lividi. Sangue rappreso le macchiava il corpo ovunque. - Ma cosa…? – Jeager fece per ricoprire quel corpo martoriato quando Gray lo fermò. - Aspetta. Dobbiamo comunque curarla. Il mio incantesimo l’ha solo stabilizzata, al momento non ho potuto fare altro. Non avrà ferite aperte, ma se su di lei hanno usato bastoni o martelli… potrebeb avere molto più di quello che esternamente si vede Sai preparare degli impacchi medicali? Se sì falli. Maya, portami la boraccia, le dobbiamo lavare le ferite… Maya, mi hai sentita? - Eh...? Sì… sì… scusami. Maya uscì dalla tenda e Jeager iniziò a frugare nel proprio zaino per prendere il necessario per gli impacchi. Gray riportò la propria attenzione su Felicia. - E pensavo d’avere avuto io una vita difficile… - mormorò. Con l’acqua portata da Maya iniziò a lavare le ferite e le ustioni, posizionò gli impacchi e fissò il tutto con delle garze. Non era molto, ma era quello che poteva fare, per il resto avrebbero dovuto attendere l’indomani. - Vorrei starle accanto – disse infine Maya con gli occhi fissi su Felicia. Jeager sospirò. - Quindi io dormirò fuori, considerato che di certo non lascio che Gray dorma fuori e dubito che accetti di dormire assieme a me. - Grazie…
  22. Sonya Volente o nolente esco dalla stalla prima che venga spazzata via. L'esterno fra bufera e minacciose ombre lanciasassi non è dei più rassicuranti. Oltretutto non si vede nulla e il vento è talmente forte che a fatico sento le voci dei miei compagni. Mi avvicino ad Harland abbastanza da potergli parlare senza urlare. Hai qualche idea su come eliminare quei due troll? Purtroppo non mi viene in mente molto...e la casa non sarà un posto sicuro molto a lungo con quei due in giro... e vivi.
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