Ghal Maraz

Victor Victor rimase in silenzio ed esplose un colpo con l'arma, a supporto dei compagni. Nel mentre, provò a guardarsi attorno, in cerca dello psionico che li aveva appena bersagliati. AdG

Fate un fischio quando ci avete capito qualcosa, che già io mi perdo un poco nel dungeon-delving giocando dal vivo, figuriamoci in un PbF interpretando quel vecchio (dentro) barbagianni di Sturm!

Manca completamente il personaggio di @dalamar78.

Io farei per muoverci... ammesso che Vel non abbia piani sgradevoli in mente per il tizio.

Arn "Ringraziateci se è quando torniamo", rispose Arn, "Ora sarà bene muoversi. Decidete voi cosa fare del prigioniero. Non è certo un esemplare di virtù, ma sono più o meno così tutte le spade al soldo. Vanno dove luccica l'oro ed eseguono quanto viene richiesto da chi porta la bisaccia... finché questa è piena...".

Wilhelm Wilhelm si mosse cauto dietro a Kull, ma tenendo d'occhio le mosse del Khorngor e la torretta. Auspicò inoltre che Akhorakil si muovesse a supporto dell'Uomobestia, dal momento che - escludendo le potenti ma imprevedibili magie del Berciante - lo scout Kurgan era la loro migliore risorsa a distanza.

Knochen "Andiamo, allora, Ralf... e speriamo che la sacerdotessa è nel tempio", rispose Johann al gioviale Halfling.

Mìa Mìa era incerta se intervenire o meno. Da un lato la divertiva l'idea di stare ad osservare se Gudrod avrebbe rovinato tutto un'altra volta; tuttavia, la inquietava il fatto che il nordico continuasse a trattare qualunque femmina incontrasse lungo la sua strada come una donna di malaffare. Si fece quindi avanti e salutò le due fanciulle a sua volta, invocando su di loro una benedizione della dea.

Victor "Judith... copertura!", sibiló Victor, mentre già si faceva scivolare il fucile in mano. AdG

Carter "Sarà necessario a questo punto redigere un diario ed un rapporto dettagliato dell'impresa...", fece, ad alta voce, Carter. "Armitage vorrà sapere tutto. Non bisogna dimenticarsi di nulla". Si avvicinò poi a Buell e gli sussurró velocemente all'orecchio: Buell e Custode

Nayrell Etienne "... ed al Signore di Alriksford!", aggiungo come chiosa, per non mancare al protocollo. Nell'incertezza sul disinteresse alla base della generosità del nostro ospite, ritengo decisamente più opportuno non contravvenire alle regole base dell'etichetta.

Non era Hans a conoscere Renate, bensì Ralf, se non erro.

Nayrell Etienne du Landerian Mi siedo, stando ben attento a fare movimenti lenti, misurati, non aggressivi. Non voglio far irritare i due bruti armati, allarmandoli per un nonnulla. "Accolgo volentieri l'invito, mio signore, e vi ringrazio per la generosa disponibilità. Mi scuso per la rozzezza dei miei abiti, che devono indubbiamente avervi tratto in inganno, ma spostarsi solitario a cavallo per decine e decine di miglia, esposto alla polvere, alla pioggia ed agli sguardi degli sconosciuti prevede l'accortezza di vesti semplici e pratiche. Vorrei che mi accordaste l'onore del primo brindisi di oggi, poichè è in vostro onore che lo eleverò... sperando vi si uniscano anche gli altri variopinti personaggi che paiono curiosamente affollare questa osteria!".

Wilhelm "Forza, Kurgan, tocca a voi... voi siete i battitori, voi siete in grado di attaccare a distanza. Smentellate quel presidio difensivo, poi penseremo al resto", li incitò Wilhelm, una nota di disgusto non celata sulla conclusione della frase.

Angelica Angelica, sottovoce, si rivolse a Farouk: "Da quanto tempo è ridotto così, quel poveraccio? Ed è sempre così stordito dalla roba puzzolente che fumano i vostri... clienti?".

Wilhelm "Gli unici uomini armati e pronti sono lassù... possibilmente forniti anche di armi a distanza. Loro sono il primo ostacolo. Lì contro va sferrato il primo colpo", commentò, lapidario ma a bassa voce, l'Imperiale.

Arn "Legategli i piedi tra di loro, in modo che possa camminare, ma a passi stretti... per il resto, sarò io la sua ombra, fintanto che restiamo qui. Poi vedremo come muoversi, in base al suo comportamento", disse Arn, un'ombra cupa nella sua voce.

Carter "A guardia più alzata del solito, però...", intervenne Carter. Mentre già si muovevano per raccogliere l'equipaggiamento, l'archeologo fece cenno ai suoi compagni partiti con lui dal New England di avvicinarsi. Voleva parlare con loro in privato.

Knochen Nonostante tutto, Johann si scoprì contento del cambiamento di idea di Will; non aveva gli stessi timori di Grugno, poiché, sebbene lo studioso non si fosse sicuramente dimostrato un cuor di leone, di certo non gli era parso un disonesto. E Knochen aveva inoltre piena fiducia nel culto di Verena. Ma soprattutto, il ragazzo si stava rendendo conto di come quella loro inquietante, folle, inspiegabile disavventura avesse, volenti o nolenti, stretto una sorta di legame invisibile tra di loro. Una volta giunti ad Eppiswald, Knochen disse: "Penso che è bene che vado a parlare con Frau Renate... almeno dirle che siamo tornati e che nessuno è morto e che la foresta è davvero pericolosa e da evitare e che però forse ci sono dei resti dell'Antica Fede. Penso che lo vuole sapere, ecco. Ma non è certo mica pazza che vuole andare a farsi ammazzare dai Pelleverde. Ma mi sa che non le dico nulla degli... spiriti... o delle cose che avete trovato".

Angelica Angelica guardò i resti miserevoli di quell'uomo con aria al contempo dispiaciuta e disgustata, poi si coprì la bocca col mantello ed uscì dalla stanza, senza più guardarsi indietro. Ruvida e diretta, ma non totalmente insensibile o incapace di provare empatia, la bella pastorella capì che restare ulteriormente in quella stanza di dolore non era cosa fatta per lei, incapace com'era di sopportare quel lezzo di morte imminente, che nemmeno ľafrore dolciastro, acidulo e penetrante del loto poteva nascondere.

Mía "Gli dei sono generosi con chi li onora", commentò la sacerdotessa.

Victor "Andrà bene, Abate", si limitò a dire Victor.

Carter "Mi sembra doveroso", assentì semplicemente Carter.

Knochen Knochen guardò interdetto Grugno, poi lasciò che le parole di Will e Ralf gli scorressero addosso. "No, Willebrod... tu non vai in giro a farti ammazzare, perché io ho giurato davanti alla Dea che facevo delle cose e tu non mi fai diventare uno spre... sperguir... spregui... uno spergiuro, diamine! Perchè tu che viaggi da solo, finisci che ti fanno la pelle tutti i buoni a nulla da qui a Pfeildorf. Vuoi stare chiuso nella tua stanza tutto il tempo perchè non vuoi passare altri giorni nella fogna della mia vita? Va bene, basta che non ti rompi il collo a leggere tutta quella robaccia che ti riempie la testa di strani vermi! Tu sai cose che noi non sappiamo o capiamo. Nemmeno a Ralf le sa, tutte quelle cose strane lì... E poi il lavoro diceva chiaramente che dobbiamo aspettare la barca, non andare in giro a farci i fatti nostri ed attirare guai... E lo sai quel é il mio ruolo, Messer Ralf? Mangiare tutto il fango, tutta la mèrda e tutto il guano del mio schifo di vita e sperare che non mi ci strozzo, così vivo un altro giorno... ma io non rompo un giuramento! Neanche se mi scorticano la pelle con un ferro rovente! Nossignore!". Tutti

Nayrell Etienne du Landerian "Mio nobile signore, come potrei evitare un invito tanto caloroso? Evidentemente oggi i Dodici mi sono propizi, dacchè, sebbene temessi un pasto sciapo ed insulso, cattiva compagnia e incommensurabile noia, ho trovato tanta graziosa beltade, cibo curato e saporito ed una compagnia pregiata, amabile e raffinata. Lasciate che mi presenti, eccellenza, poichè io già conosco il vostro pregiato nome, ma voi ancora non sapete il mio, e ciò solo a causa di una mia colpevole fallacia”, dico, per poi esimermi in una studiata riverenza, la mano destra sul cuore, ben lontana dall'arma. "Ho il pregio di chiamarmi Nayrell Etienne du Landerian, figlio tanto della splendente Horasia, quanto delle inarrivabili Radure Elfiche". Master