Vai al contenuto

INTERPRETAZIONE: linee guida.


Messaggio consigliato

Bene, bene...:-)

Finalmente trovo il tempo (ma soprattutto la voglia;-)) di aprire il mio primo Topic in assoluto.:greenblob

Questo progetto, peraltro forse troppo ambizioso riguarda, come avrete intuito dal titolo, l'Interpretazione in ambito Role-playing e non...

Tale Topic viene dalla necessità/volontà da parte mia di trasmettere a terzi quel poco di sapere che ho raccolto per la via negli ultimi 4 anni di "carriera" da attore di livello amatoriale.

Posterò quindi da subito una serie di "lezioni" :teach:(si fa per modo di dire) basate su appunti riguardanti i vari Seminari e Laboratori di teatro che ho seguito in questi anni (il tutto ovviamente applicato al Role-Playing).

Visto che la trasmissione di questo tipo di conoscenze tramite un Topic è una cosa piuttosto difficile (ai limiti dell'impossibile per uno come me:banghead:) invito tutti a partecipare non solo con commenti o domande ma anche con esperienze e proprie conoscenze che possano arricchire la discussione.

:ign:

Ritengo che un Topic del genere, se tenuto aperto con la partecipazione e l'aiuto di tutti, potrà essere uno splendido punto di crescita culturale per tutti, a partire da me.:-p

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Non sapendo da dove partire comincio a parlare del Seminario che più ha influenzato il mio modo di recitare attuale ovvero quello di Biomeccanica Teatrale.

La Biomeccanica Teatrale è un metodo codificato da Mejerchol'd durante gli anni '20.

Tralasciando quella che è la parte prettamente fisica (che nello specifico non ci riguarda anche se è tipo l' 85% del metodo:-p) veniamo alla sua applicazione in ambito recitativo.

Analogamente allla Frase "fisica" ovvero il movimento biomeccanico che ha varie fasi ben definite (Inizio, Svolgimento, Freno, Punto) anche la recitazione ha una sua ritmica che viene mutuata propio dalla suddetta "Frase".

Nella Frase "fisica" le varie parti sono:

Inizio: accenno al moto. Quell'impercettibile movimento che precede ogni nostra azione e che nella recitazione viene accentuato così da rendere la Frase più definita e, soprattutto, recepibile dagli altri attori che reagiranno di conseguenza.

Svolgimento: l'esecuzione dell'atto stesso che può essere sguardo, gesto o verbo indifferentemente o simultaneamente.

Freno: lieve rallentamento dell'azione, gesto, verbo che, oltre a servire a non urtare oggetti/altri attori fornisce precisione ed enfasi al tutto.

Punto: chiusura del tutto che deve essere netta e pulita per non lasciare in "sospeso" la propria azione.

Tali parti della Frase biomeccanica hanno la loro controparte nella recitazione.

Mentre a livello verbale basta applicare i sopracitati concetti per avere una battuta pulita, precisa e ben eseguita a livello di recitazione le cose cambiano un pò.

Quello che segue è la lista dei concetti che l'attore deve sempre (e ripeto: SEMPRE) avere a mente ben CHIARI e DEFINITI.

> Evento di partenza.

> Evento della scena.

> Il rapporto che lega agli altri personaggi.

> Volontà del personaggio.

Tutta l'interpretazione sta nel gestire questi elementi trasmettendoli al meglio. Più gli elementi saranno forti, semplici e ben definiti, e più l'interpretazione risulterà credibile.

Es. :

Un Nano arriva in una locanda isolata su di una via di comunicazione fra due grandi città insieme ai suoi compagni (tra cui un elfo). (Evento dell'azione)

Ha sostenuto un combattimento con dei banditi circa dieci minuti prima. (Evento di partenza)

Non ama molto gli elfi e gli orchi (esempio classico:rolleyes:) (Rapporto con gli altri)

Ha una sete che potrebbe drenare un lago. (Volontà del personaggio)

Il Nano entra nella stanza imprecando mentre si tiene con una mano una vistosa e fastidiosa ferita sul braccio sinistro. L'elfo, che era entrato prima di lui ordina la cena al bancone mentre il nano armeggia goffamente con una benda per cercare di coprire la ferita con risultati quasi comici. Come il barista porge all'elfo la sua birra il nano con una spallata lo spinge di lato afferrando la birra col braccio ferito (gesto che gli strappa un'altra imprecazione) ed in un attimo vuota il bicchiere davanti alla faccia esterrefatta dell'elfo che presto lascia il posto ad un'espressione di disprezzo.

Semplice...ma efficace...

Ovviamente questo è un'esempio sciocco ma lo ho anche pensato in circa 3 secondi mentre lo scrivevo all'impronta.

Come si nota è comunque ben diverso da "Entro nella locanda (come se non fosse successo niente) ordino da bere e mi siedo ad un tavolo".

Ovviamente il discorso andrebbe ampliato ma per ora di carne al fuoco ne ho messa anche troppa.:-p:cool:

Link al commento
Condividi su altri siti

Bene...riprendiamo in mano il discorso...

La linea guida del post precedente, come si può ben capire, non è tesa tanto a far comprendere chissà quali arcani dell'arte dell'attore ma piuttosto a far riflettere su come la semplicità sia l'elemento chiave di ogni buona interpretazione.

Questo è dovuto soprattutto al fatto che più un'idea è semplice più è facile trasmetterla e di conseguenza la recitazione ne guadagna.

Non conta dunque quanto o cosa si dice, conta piuttosto come lo si trasmette ma questo è un punto che analizzeremo più in là.

Un'immagine semplice è ben definita, facile da trasmettere agli altri...un'insieme d'immagini semplici possono arrivare a formare il più complesso dei quadri senza mai perdere di forza e precisione.

Un'altra cosa inoltre (che è ovviamente più necessaria in teatro che in un GDR) è il catturare l'attenzione dello spettatore.

Per far questo non è necessario chissà quale training attoriale o metodo di studio...serve piuttosto chiarezza, a cominciare dalla propria testa.

Se del personaggio noi sappiamo come agisce, come pensa, ciò che prova nei confronti degli altri come di sè stesso etc...ecco che abbiamo la chiave della buona interpretazione.

Diciamo che è come se dovessimo descrivere un quadro ad una persona che non lo ha mai visto. Descrivere un quadro di Pollock credo sarebbe impossibile per chiunque.

Ma se ci impegnamo potremmo arivare a descrivere persino un Goya...sempre che ne abbiamo in testa bene l'immagine e soprattutto, il "colore" (inteso come sensazione).

Se nella nostra testa l'immagine è confusa e sbiadita, magari appena accennata, sarà per noi impossibile renderla con chiarezza alllo "spettatore" (lèggasi giocatore) il quale si distrarrà con facilità e perderà presto interesse arrivando a vedere di fronte a sè solamente una pantomima che è la cosa che qualunque attore (ma anche giocatore) dovrebbe evitare a priori (perchè oltre ad essere incredibilmente fastidiosa a vedersi, sortisce spesso l'effetto contrario a quello voluto).

Se per esempio io voglio rendere la rabbia in un personaggio, il mio "entrare in scena" urlando a squarciagola un'infinità di improbabili imprecazioni spiegando magari anche ciò che mi è stato fatto verrà probabilmente accolto con una risata dal pubblico che penserà d'esser di fronte ad una farsa.

Un'ingresso ben più corretto per esempio sarebbe un ingresso deciso, magari trafelato, col volto irrigidito, un movimento a scatti, inframezzato da imprecazioni ed offese, magari sputate fuori con rabbia o sibilate a denti stretti. Pochi accenni che facciano intendere ciò che è successo ed il fatto che io sono in preda all'ira.

A proposito dell'esempio sopracitato mi viene in mente un'altro seminario che però descriverò in un'altra occasione.

Riassumendo diciamo quindi che le immagini devono essere "forti" e "decise" soprattutto quando si tratta dei dettagli, i quali altrimenti andrebbero perduti.

Per "forti" badiamo bene di non intendere esageratamente marcate, o necessariamente palesi.

L'immagine di due persone che stanno sedute su di una panchina compartandosi come se l'altro non esistesse e che avvicinano le mani l'uno all'altra anche solo pochi secondi rendono molto meglio il loro status di innamorati segreti ed infelici che due persone che stanno tutto il tempo a guardarsi negli occhi abbracciandosi ed inveendo contro il destino crudele che vuole il loro amore tormentato per poi baciarsi appassionatamente.

Fra le due l'immagine quella "forte" è la prima.

La seconda è nell'ordine:

inutilmente descrittiva (le stesse cose possono essere rese con molto meno e con molto più Pathos)

complicata e quindi confusa (sia da rendere che da seguire)

fastidiosamente pantomimica (mielosa, inutile, auto-indulgente)

Ecco quindi che la prima cosa che dobbiamo fare quando interpretiamo è essere, non descrivere!

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 settimane dopo...

Wow ragazzi...non tutti insieme che non si capisce nulla...;-)

Ruzze a parte...mi farebbe MOLTO piacere se fra i molti visitatori (158 al momento che non è poi malaccio) ci fosse anche qualcuno disposto a postare impressioni o esperienze personali.:trainer:

Il topic riguarda l'interpretazione in generale quindi sarebbe carino se qualcuno postasse anche le proprie esperienze (la miglior interpretazione mai eseguita o mai vista) così che gli altri possano fruirne magari parlandone assieme...in fin dei conti questo è un forum ragazzi, mica la Biblioteca d'Alessandria....è vero che ci si possono reperire utilissime ed interessanti informazioni ma l'essenza del forum sta nel confronto fra gli utenti.:blahblah:

Possibile che nessuno di voi senta lo stimolo di lasciare un seppur breve commento? Mi rifiuto di crederlo...:naughty:

Detto questo vado a fare una delle cose più rischiose che possano esistere....

IL DOPPIO-POST :twisted:

Per i Mod:

Spoiler:  
Perdonate il doppio post ma serve per scindere il post di "lezione" (chiamiamola così) da quest'intervento.
Link al commento
Condividi su altri siti

Dunque, riprendiamo in mano il discorso abbandonato nell'ultima (chiamiamola) lezione. :on_the_quiet:

Allora: perchè la Forma come contenuto?

E' presto detto. La forma, da che mondo è mondo, viene prima della parola. Di una persona, volenti o nolenti, ci colpiscono per prima cosa l'aspetto e le azioni.

Aspetto inteso si come modo di vestire ma anche come portamento e modo di agire, la caratterizzazione insomma.

Un personaggio lo possiamo far parlare anche all'infinito ma se non lo caratterizziamo ci riuscirà difficile trasmetterlo, senza contare che parrà simile al personagio precedente.

Ecco dunque che il master con il quale sto giocando adesso, senza che io gli abbia detto nulla (neanche sa che faccio teatro), si è messo a caratterizzare i suoi PNG. Piccole cose, niente di eccessivo, ma di sicuro effetto. Un movimento particolare della bocca, quasi ridicolo in verità, ma che su di un PNG molto potente e conosciuto prende il sapore di un gesto beffardo. La "S" sibilante della regina serpente; certo, nessuna fantasia in questo, ma l'esecuzione unita ad un particolare modo di atteggiarsi la hanno resa molto credibile ed efficace.

In definitiva, prima di riempire i nostri PG/PNG di tante parole, sarebbe bene dare a questi una forma ben precisa poichè non sono dei semplici sacchi da imbottire di informazioni.

Andando un pò più sul tecnico/teatrale potremmo dire che il testo altro non è che un preTesto.

Un pretesto per mettere in scena il Teatro, appunto. Ciò che conta è il Teatro, non il testo. Questo non perchè il testo non sia meraviglioso ma perchè se io voglio godermi la poesia e l'inventiva di Shakespeare mi LEGGO "Il Mercante di Venezia" non vado a teatro.

Se vado a teatro è perchè voglio vedere il Teatro.

Ecco dunque che il testo, seppur importante, viene in secondo piano rispetto al Teatro. Si può anche tradire il testo se questo ci porta ad avere un corpo drammatico maggiore. Ciò che conta è il corpo drammatico, non il testo in sè e per sè...se voglio conoscere il testo mi lego un libro.

Per fare un esempio calzante della potenza del Teatro (e di una buona interpretazione) potrei farvi pensare alle canzoni di Lucio Battisti. (magari non piace a tutti ma seguitemi lo stesso nel discorso)

Alcune delle canzoni di Battisti sono vere e proprie poesie musicate. Ecco, le parole scritte da Mogol, seppur belle, non hanno la stessa forza delle canzoni, così come la musica non avrebbe lo stesso impatto senza l'apporto delle parole.

E' la miscela delle due a dare la risultante di un incredibile impatto.

Ritornando al teatro ecco dunque che bisogna avere ben chiari un'idea drammatica che sia realizzabile e ben definita, che possa dare al testo la forza che gli manca.

Non dimentichiamoci che il testo è in realtà un cadavere. Il testo è il Corpo di un Morto Orale che un tempo è stato e che ora non è più, e le pagine sono il suo sudario.

Il testo è lì, eterno Lazzaro, ad attendere che qualcuno lo risvegli, lo riporti alla vita.

E per farlo, per poterlo risollevare dalla sua condizione di oblio, non basta aggrapparsi ad esso. Non basta descrverlo perchè descriveremmo un cadavere, nè basta muoverlo un pò perchè smuoveremmo una marionetta; nè più, nè meno.

Per poterlo riportare a nuova vita dobbiamo infondervi una magià che è nostra, che traiamo noi dala nostra vita, dalla nostra energia vitale. Solo allora si realizzerà un miracolo degno di nota, tutto il resto sono meschine imitazioni di un qualcosa che non esiste più.

Tornando più a noi e al Ruolo, tirando un pò le somme, direi che l'importante non è ciò che il nostro personaggio dice o fa, l'importante è il personaggio in sè. Sarà dunque il modo in cui il personaggio dirà certe cose, ed il modo in cui le farà che ci daranno la misura di chi lui è. Proprio come nella realtà.

E' dunque inutile che io mi metta a scrivere un BG infinito sulle vicissitudini del mio PG se poi queste non traspaiono da ciò che lui fa...da ciò che lui è!

Direi che per oggi può bastare no? :-D

Link al commento
Condividi su altri siti

wow... sarà che son preso dagli esami, sarà che non faccio molto caso a questa sezione del forum, ma solo ora ho notato questo topic, che è decisamente interessante.

Mi son letto i tuoi post, e devo dire che sono parecchio interessanti, sia per quanto riguarda strettamente il roleplaying sia per il modo generale di porsi e di comunicare, soprattutto nella spiegazione delle descrizioni come insieme di idee semplici e non necessariamente come descrizione di idee complesse, anche se la cosa mi ha lasciato un po' perplesso: come descrivo una sensazione, uno stato d'animo, una serie di pensieri complessi, come quelli che si manifestano nei momenti più tesi delle sessioni di gioco? Voglio dire, non sempre è facile riuscire a scomporre il pensiero da esporre in pensieri semplici, e questo vale sia per i giocatori sia per il DM

Link al commento
Condividi su altri siti

Bella domanda Iranion... Ah ti faccio notare che stavo modificando il post precedente perchè ho fatto un pò di casino quind se ti va rileggilo.

Dunque venendo a noi...

Come fare ad esporre uno stato d'animo complesso dici?

Beh lascia che in questo abbia qualche dubbio io...in che senso sensazione complessa?

Una sensazione non è mai complessa, è sempre estremamente semplice...può essere indefinita semmai, nel senso che magari è una specie di odio, ma non del tutto.

Il renderlo ovviamente sta a te, secondo la tua sensibilità ed il tuo modo di vedere il personaggio. Posso però dirti che più semplificherai e più la cosa si farà facile.

Ti faccio un esempio MOOOLTO complesso:

Sessione in cui il nostro gruppo di avventurieri si trova di fronte ad un PNG che all'inizio ci viene presentato come nemico.

Parlando con il PNG si viene a scoprire che egli è un rinnegato dai Rashemen. un frutto di un amore proibito. Questa sua condizione lo ha portato nel tempo a sviluppare un odio sincrasico per ogni tipo di discriminazione e lo ha portato in ultimo a combattere la schiavitù in ogni sua forma.

Tanto per complicare la situazione su di lui pende una maledizione che lo costringe a cibarsi di carne umana (principalmente donne a lui sacrificate).

Tanto per complicare ancora le cose nel gruppo c'è una stregona Rashemi ( non sto a spiegarvi tutti i retroscena ma i Rashemen odiano a morte i rinnegati e viceversa).

IL PNG ci dice che la nostra lotta per portare equilibrio nei reami è lodevole e ci pone una domanda per sancire se siamo persone meritevoli o meno.

La domanda, manco a dirlo, riguarda la schiavitù.

Mentre quasi tutti urlano OVVOVE, OVVOVE o giù di lì la Rashemi non si smuove dal suo punto di vista. E lì 45 minuti di (bellissima) discussione fra membri del gruppo e PNG per far comprendere alla Rashemi che la società schivista Rashemen è un qualcosa di errato ed immorale (mel caso lei lo avesse ammesso il PNG la avrebbe lasciata andare). Nulla. La sessione finisce come finisce e via così.

In 45 minuti il mio PG si è permesso pochi commenti incisivi, eppure era il PG più in subbuglio di tutti.

  • Tanto per incominciare è un Samurai LN dedito al Bushido come solo i 47 Ronin lo sono stati.
  • Poi c'è il fatto che si è unito al gruppo in quella missione poichè è stato liberato dalle carceri del Dungeon dal gruppo.
  • Doveva finire come pasto del PNG.

Nonostante questo , e nonostante l'onore lo leghi alla Rashemi (combatterà per lei al fine di riscattarne la vita) la sua simpatia va al PNG poichè lo ritiene una persona, suo malgrado, onorevole.

Di tutti i pensieri che sono balenati in testa al mio PG poche cose ha detto alla Rashemi di cui rammento principalmente queste: "L'ignoranza della legge non esime dalla colpa di averla infranta." e ancora "Egli divora carne umana perchè vi è costretto anche se non vorrebbe farlo, è una condizione che gli è stata imposta, non ha nessuna colpa in ciò. Perseverare di propria iniziativa in una visione distorta di un bene schiavista così come tu lo raffiguri è invece imperdonabile."

Poche frasi, lapidarie quasi, che hanno espresso però appieno i pensieri del personaggio ed il suo modo di essere. Molto forti inoltre se si considerano uscite da un Samurai impassibile. Le azioni del PG hanno reso il resto dei suoi sentimenti. Lo sfidare il PNG a duello per riscattare la vita della Rashemi la dice lunga sul suo onore e su quanto questo conti per lui, indipendentemente se la persona che è oggetto di questo legame di lealtà lo meriti o meno.

Spero di averti fatto un buon esempio...ad ogni modo, se me ne postassi uno tu potrei essere magari un pò più preciso.

Link al commento
Condividi su altri siti

innanzitutto grazie dell'esempio, è stato utile anche per me per definire quello che intendevo.

Comunque, eccoti un esempio: sto giocando un monaco/guerriero, un soldato che combatte con due sciabole, molto preparato militarmente ma rude e scontroso con i compagni di gruppo. Nonostante il pessimo carattere è un buon soldato, coordina le azioni di combattimento e tiene alla salvezza dei suoi compagni, particolarmente a quella di un mezzelfo che è da tempo suo compagno d'armi, e col quale è tuttavia particolarmente scontroso per via della natura "esistenzialista" di quest'ultimo.

Come ruolo efficacemente una situazione del genere?

Link al commento
Condividi su altri siti

Beh...come già detto...il ruolo così come il personaggio non si possono sancire in generale, sarebbero indefiniti e dispersivi. Per poterlo ben esprimere ci vogliono le azioni, è rapportandoci a quelle che ruoliamo meglio. Ad ogni modo il tuo PG è già sulla buona strada per essere ruolato, in fin dei conti è ben definito.

Dovendolo ruolare io (ma io, bada, non sono te, nel senso che ognuno ruola col "colore" che preferisce) lo farei molto taciturno.

Raramente una persona indurita dalle battaglie dice qualcosa di imutile od ozioso.

In combattimento è determinato, fa solo ciò che è necessario e lo fa al meglio, il resto è un inutile dispendio di energie.

Questa sua attitudine guerriera di sicuro si rispecchierà nel suo carattere.

Sarà scontroso magari e rude, ma solo se interpellato: un soldato non parla mai se non ci si rivolge a lui per primi. Inoltre sarà difficile che proponga di fare qualcosa o consigli...lui non consiglia, da ordini.

"Fai questo", "Vai là", "Non muoverti", "Prepara il campo" sono le sue frasi tipiche, è facile che usi l'imperativo quasi sempre, anche quando non sarebbe necessario.

Magari ogni tanto, divertito o infastidito dall'inutile affettazione di alcuni personaggi si lascerà andare a commenti sarcastici, ma telegrafici, che non lasciano possibilità di replica.

Io lo ruolerei così, soprattutto nei confronti del compagno esistenzialista, gli anni di battaglie assieme li hanno uniti talmente che essuno dei due teme certo di ferire l'altro (ammesso che gli freghi qualcosa) e quindi alle esternazioni esistenzialiste del Mezzelfo il tuo personaggio potrebbe rispondere in maniera disillusa e sarcastica. Inoltre è un monaco, ha ordine, disciplina ed una certa saggezza. Non è uno stupido idiota, ma questo non significa che non conosca l'arte del silenzio anzi.

Io lo ruolerei così, secondo i miei gusti, tu come lo vedi?

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

come descrizione non è male, hai centrato abbastanza bene l'idea del personaggio che avevo e, effettivamente, detta così risulta completa ma ridotta a concetti semplici, ed effettivamente ho capito bene cosa intendevi nel post al quale mi riferivo prima.

Riguardo invece al tuo post su testo e Teatro, penso che sia un problema di ordine minore in una sessione di gdr, dove i personaggi essenzialmente improvvisano, o che quantomeno immedesimarsi nel personaggio si l'unica via per ruolare. Il problema potrebbe porsi nel momento in cui ci si preparino delle frasi d'occasione che siano poi pronunciate senza la contestualizzazione necessaria, ma questo è più un problema da DM. Se un giocatore non si immedesima nel personaggio gioca, se si immedesima gioca di ruolo

Link al commento
Condividi su altri siti

Beh...si...lì mi sono lasciato un pò prendere la mano dai miei deliri teatrali...:-D

Ma ciò che intendevo dire è che è inutile (per esempio nel tuo PG) rispondere ad una domanda in maniera scontrosa lasciando al solo testo tutto l'onere di rendere questa scontrosità. Se il persionaggio risponderà male sarà si il testo ad essere duro e diretto (rude insomma) ma bisogna impegnarsi a far trasparire per prima cosa ciò da tutto il resto, espressione del volto, gestualità, inflessione della voce...il testo, (inteso come significante) viene per ultimo, e dopo ancora viene il significato. E' quindi impossibile lasciare a questi ultimi due l'onere dell'interpretazione sperando che possano rendere tutto ciò che è compito delle altre parti. inizia con l'assumere un atteggiamento, entra nel personaggio...e vedrai che tutto ti riuscirà molto più semplice...

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 settimane dopo...

Ciao Nazgul80!

L'idea di base del post è molto, molto, molto interessante...

L'unico appunto è che le cosidette lezioni teatrali, IMHO, "spaventano" un pò...

Sono dei post molto lunghi e dettagliati, anche ben fatti tra l'altro, ma non so se l'utente medio del forum abbia la costanza di leggerli tutti nella loro interezza...

L'idea, come dicevo, è buona, ma c'è il rischio che la discussione venga aperta e subito richiusa - senza neanche una lettura superficiale - proprio per la lunghezza dei messaggi contenuti e per il fatto che si riferiscono a teorie/pratiche teatrali molto definite e codificate (che, almeno in linea teorica, interessano più l'appassionato di teatro che di gdr)...

A mio avviso sarebbe più interessante e utile concentrare gli interventi sulle esperienze reali di gioco e, magari, utilizzare i concetti teatrali in modo un pò più ristretto, come esempi da portare quando occorre - e aggiungo che leggendo gli ultimi post mi sembra che il centro della discussione sia già andato, naturalmente, in questa direzione.

Questo post vuole essere sia un complimento che una (piccola) critica costruttiva. Spero che tu la prenda nel modo migliore!;-)

Buon lavoro, non appena avrò un pò di tempo (sono in un turbine di esami e ...repliche di spettacoli teatrali) parteciperò ancora, e volentieri, a questa discussione!:bye:

Link al commento
Condividi su altri siti

[Rotola.. Rotola.. 15! "Uccidi il mostro con la tua spada" Rotola.. Rotola.. un D4 l'avrebbe descritto meglio]

Scrivo adesso perchè dopo aver letto i primi messaggi mi sono spaventato tanto! Non mi voglio dilungare in spiegazioni teoriche quindi ti porterò un'osservazione sulle mie partite.

Un personaggio diventa tale solo quando chi lo ruola riesce ad entrarvi. Ci sono molti modi per farlo, ma il più semplice ed immedita rimane sempre quello di un'ottima e dettagliata descrizione del background.

Una volta che lo sistemi bene sei in grado di sapere come comportarti, poi il resto viene da te.

Prima di cominciare la campagna attuale abbiamo passato quasi un mese a discutere dei nostri PG, cercando di scoprire ogni lato oscuro del passato. Adesso sappiamo esattamente cosa rappresentano e ci viene molto pià semplice interpretarli.

Non so se ti può essere di aiuto, ma ti assicuro che un buon background, se fatto con convinzione, può essere più utile di un paio di livelli.

Per buon background intendo anche il modo in cui il PG si pone di fronte al passato e al presente dei fatti della campagna, non solo una descrizione fisica e psicologica.

[Rotola.. Rotola.. 5! "Il tempo sembra stia cambiando e le nuvole cominciano a diradarsi" Rotola.. Rotola.. 12!]

Link al commento
Condividi su altri siti

A mio avviso sarebbe più interessante e utile concentrare gli interventi sulle esperienze reali di gioco e, magari, utilizzare i concetti teatrali in modo un pò più ristretto, come esempi da portare quando occorre - e aggiungo che leggendo gli ultimi post mi sembra che il centro della discussione sia già andato, naturalmente, in questa direzione.

Non ti preoccupare, ogni commento è sempre ben voluto, soprattutto se posto nella maniera gentile che tu hai utilizzato.

Per quanto concerne il tuo consiglio beh...è proprio ciò che volevo realizzare ma per questo necessito obbligatoriamente dell'aiuto altrui poichè se anche mi mettessi a fare un elenco delle più belle interpretazioni mai viste/ruolate sarebbe comunque un elenco sterile ed autoreferenziale...in definitiva, dal mio punto di vista, inutile...

Aspettavo appunto la partecipazione dei lettori che, con i loro commenti, portassero spunti per discussioni.

Le "lezioni" (chiamiamole così) sono infatti nient'altro che un mio tentativo di fornire ad altri strumenti per interpretare in maniera diciamo "professionale" (dove quest'ultimo termine non sta a significare in maniera seriosa ma in maniera ottimale). Se è vero che ognuno con un minimo di ispirazione e fantasia può ruolare (e qui mi ricollego all'osservazione di Dado-20) è anche vero che , senza i giusti strumenti, il suo lavoro non verrà mai fuori al meglio.

Per intendersi, vi è mai capitato di trovarvi a fare un lavoro manuale e dovervi arrangiare con strumenti di fortuna perchè non avete altro? Il lavoro non verrà mai bene come vorreste. Ebbene diciamo che questo thread è una sorta di officina dove, un pezzo alla volta, cerco di mettere a disposizione di tutti gli attrezzi di cui sono in possesso. Ognuno prende per buoni ed utilizza quelli che vuole e magari discute con gli altri quale faccia al caso suo in una determinata situazione.

Ho cercato di rendere le "lezioni" il più chiare e complete possibili al fine di fornire strumenti utilizzabili. IMHO infatti è inutile ch'io fornisca un metodo che risulta confuso, sarebbe inutilizzabile. Al tempo stesso sono qui pronto a rispondere nel caso qualcuno abbia dei dubbi. Capisco che ciò renda il tutto prolisso e "spaventevole" ma non potevo fare altrimenti ( è anche un pò nella mia natura, come specificato in precedenti post).

Grazie ancora per i vostri commenti, siete più che benvenuti...a breve posterò un altro tassello...

Link al commento
Condividi su altri siti

Ciao,

mi complimento per Nazgul80 per l'ottima idea di questo thread! ;-)

A mio parere può essere utile, sia per PG (aiutandoli a caratterizzare meglio le proprie creazioni) sia per il DM (idem come sopra, ma per i PNG) - soprattutto quelli alle prime armi.

Ho letto abbastanza velocemente tutte le "lezioni" e devo dire che, seppur lunghette (ma non credo poteva essere altrimenti per una descrizione che voglia essere puntuale :-)), sono scorrevoli da leggere e di facile comprensione.

Non posso che condividere tutti gli stratagemmi da te proposti... In primo luogo perchè mi fido di una persona che, seppur amatorialmente, si è dedicata al teatro (secondo me i parallelismi con il GdR ci sono eccome). Inoltre, ripensando alle mie precedenti esperienze come DM, devo dire che i PNG meglio riusciti sono stati quelli per cui ho seguito le linee guida di Nazgul80 (inconsapevolmente è ovvio, essendo all'asciutto di tali nozioni :-D).

Sono anche d'accordo con quanto espresso da Dado-20, e penso che questi abbia centrato il "segreto" di fare un buon PG. Ho sempre desiderato dai miei PG background il più possibile dettagliati... E i miei (da giocatore) lo sono quasi sempre :-D

E' impossibile, proprio come dice Dado-20, interpretare un ruolo se non si entra nel "cervello" del PG: bisognerebbe, in quel lasso di tempo in cui si ruola, pensare con la sua testa e non con la propria (quella del giocatore). E questo è possibile solo a patto di dettagliare il background... personalità e eventi (elementi strettamente correlati). Non mi dilungo oltremodo perchè sto già ripetendo quanto espresso da altri :-D.

In definitiva... bravo Nazgul80, continuerò a seguire questo thread con interesse...

Se mi vengono esempi calzanti non mi esimerò da postarli :-)

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 mesi dopo...
  • 2 settimane dopo...

Bel topic! Bello, bellissimo!

Ho letto per osa solo la lezione1, ma ho già capito che mi stamperò tutto per leggere con calma.

Penso che migliorare i dettagli del ruolo e dell'interpretazione sia un fattore chiave del gioco. Adesso gioco molto sporadicamente :-( ma alcuni anni fa mi è capitato di giocare a Vampiri con un master che puntava tutto sull'interpretazione: era un attore di teatro e regista. Il risultato era notevole, estremamente coinvolgente. Ogni tanto mi è capitato anche di lanciare i dadi :-)

Per cui ringrazio Nazgul80.

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account e registrati nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.
 

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo...