Vai al contenuto
Visualizza nell'app

Un modo migliore per navigare. Scopri di più.

Dragons´ Lair

Un'app a schermo intero sulla tua schermata principale con notifiche push, badge e molto altro.

Per installare questa app su iOS e iPadOS
  1. Tocca l'icona di condivisione in Safari.
  2. Scorri il menu e tocca Aggiungi alla schermata Home.
  3. Tocca Aggiungi nell'angolo in alto a destra.
Per installare questa app su Android
  1. Tocca il menu con i 3 puntini (⋮) nell'angolo in alto a destra del browser.
  2. Tocca Aggiungi alla schermata Home oppure Installa app.
  3. Conferma toccando Installa.

Risposte in primo piano

comment_1923417

Rivka Stein

"La ringrazio signora"

Rispondo con un con un sorriso, credo che dopo essermi ambientata e riposata andrò subito a parlare con il rabbino. Il lavoro nei bagni non mi si addice proprio, come qualsiasi tipo di lavoro fisico. Come a confermare le mie abitudini mi guardo le dita, unghie curate e mani senza calli come chi non ha mai lavorato in vita sua.

Prendo anche io un volantino, indosso il monocolo ed inizio a leggere, ci vedo bene ma quello dell'indossare quell'oggetto di famiglia è un vezzo che ho sin da piccola.

Vedo che qualcuno ha qualche problema a leggere in inglese, con un sorriso mi offro di aiutare:

"Se avete problemi con la lingua non esitate a chiedere. Conosco l'inglese come se fosse la mia seconda lingua"

  • Risposte 133
  • Visualizzazioni 2,3k
  • Creata
  • Ultima risposta

Utenti più attivi in questa discussione

Messaggi più popolari

  • AndreaP
    AndreaP

    Skinny Il giovincello aveva passato il viaggio sdraiato sul tetto della diligenza fino all'ingresso della cittadina, sollevandosi solo quando avevano incrociato le prime case osservandole con attenzio

  • SNESferatu
    SNESferatu

    Bayla Devo ammetterlo: il viaggio è stato più difficoltoso del previsto. La cosa ironica è che ho lasciato una comunità della mia gente, per arrivare in un'altra comunità della mia gente... ma a casa,

Immagini pubblicate

  • Autore
comment_1923490

Ella segue lo sguardo di Skinny e mormora "Quello è Farkas, stacci attento. Non è una brava persona"

Intanto Yenkel si affretta a rispondere alla puntuale domanda di Bayla "Ecco, io sono il responsabile locale della National Labour Union, e devo occuparmi dei bisogni e dei diritti dei lavoratori. La Holz offre molto lavoro, però ci sono anche delle cose che non vanno bene e devono essere sistemate. Però non tutti i taglialegna sono interessati... alcuni hanno paura di essere licenziati se alzano troppo la voce col padrone, e quindi preferiscono farsi sfruttare. Non c'è peggior sordo di chi non vuole ascoltare, non si dice così?" il tono greve poi però si risolleva "Ma le cose non sono gravi come nelle città, non preoccupatevi. I taglialegna che ora rifiutano di lavorare non dicono di stare scioperando, anzi lo negano proprio. Ha senso, alla Holz non piace proprio quella parola. Però dovremmo capire comunque perché non stanno scioperando e cosa vogliono ottenere non scioperando" calca la voce per sottolineare un po' l'assurdità della cosa.

Intanto Ella ha finito di portarvi da mangiare e vi sedete ad un tavolo. Il pasto è abbastanza buono, ma soprattutto è ciò che ci voleva dopo un viaggio come il vostro. Per qualche tempo l'unico rumore che si sente è quello dei cucchiai nelle ciotole.

Yenkel intanto si è seduto ad uno dei tavoli vuoti lì vicino, per scambiare qualche chiacchiera con voi. Ci gira attorno, ma alla fine la domanda arriva "Ma voi, alla fine, pensate di fermarvi o questa è solo una tappa?"

comment_1923517

Josek Lasczarny

"Mmhh?", dico, alzando la testa dalla scodella, la bocca ancora piena di cibo.

"Perché? La strada va ancora oltre questo posto?", chiedo poi a Yenkel, giusto per capire perché gli interessi così tanto. È davvero un curioso e parla un sacco; nei miei boschi, le parole erano poche e preziose: durante il lavoro, il suono della scure nascondeva ogni parola, che diventava inutile; mentre si mangiava, l'unico rumore era quello dei denti e del legno; alla sera, c'erano troppo sonno e stanchezza per pensare di conversare.

comment_1923600

Skinny

Il giovane si soffermò un momento ad osservare Farkas non temendo di scambiare un veloce sguardo con lui

Quindi la sua attenzione si spostò sul dialogo in corso. "Ma la domanda vera è: Perchè ce lo chiedete?" intervenne con quell'area sbruffona che lo caratterizzava

comment_1923763

Bayla

Annuisco copiosamente alla spiegazione di Yenkel. In questo posto si proteggono i diritti dei lavoratori. Deve essere un bel posto, proprio una nuova frontiera. "Quindi... dobbiamo andare a vedere perché non stanno facendo quello che non dicono di stare facendo? Chiarissimo. Non mi sembra difficile."

Insomma, ho fatto di molto peggio per arrivare fino a qui, e probabilmente farò altre cose orribili per restare qui. Andare a parlare con qualcuno mi sembra normale. Nel grande schema delle cose. "Non so se restare qui o meno. Potrebbe essere una casa per sempre, come no. Mi sembra davvero un posto di grande opportunità l'America, bisogna solo capire dove lasciare i bagagli".

Mi guardo intorno. "Sembra bello abbastanza. Vediamo anche quanto siamo accettati. A proposito." abbasso la voce. "Come va di solito qui coi gentili?"

  • Autore
comment_1923806

"Si, beh, l'Oregon è grande, e si può proseguire ancora un bel po' a nord" risponde Ellie, di passaggio, alla domanda di Josek.
Il più diretto Skinny invece mette un po' in imbarazzo Yenkel, che borbotta un po' "Si fa tanto per parlare, no?" ma la padrona del locale aggiunge "Oh, Yenkel è solo un terribile ficcanaso. Però immagino ci sia un fondo di interesse genuino... noi gentili siamo bene accetti qui, ma sentono la mancanza della loro stessa gente. Li capisco, anche a me mancano le canzoni d'Eire"

comment_1923812

Josek Lasczarny

Annuisco, con poca sicurezza.

Sono così tanto lontano da una casa che non potrò mai rivedere, che mi sembra quasi di essere morto e rinato. Penso ai miei genitori: non le persone più amorevoli del mondo, però mi hanno sempre protetto, per quanto possibile. E mio padre mi ha picchiato poco: solo quando rompevo qualcosa.

"È buono", dico a Ellie, sentendo la pancia piena e al caldo. Ho capito che si mangia quasi solo questo, ma oggi mi basta.

comment_1923816

Rivka Stein

Alla domanda di Yenkel alzo le spalle e rispondo con tono filosofico ed altamente saccente:

"Chi può dirlo? dove siamo diretti? In effetti fino a qualche mese fa neanche pensavo di lasciare la mia città ma gli eventi catastrofici che mi hanno travolo mi hanno trascinato fino alla parte opposta del Mondo. Quindi, sull'analisi di ciò non posso affermare se rimarrò qui. Sicuramente questo luogo è una tappa della mia vita ma non so affermare in questo momento se sia anche un punto di arrivo e semplicemente una sosta!"

Dopo aver parlato senza mai prendere fiato bevo un sorso di acqua fresca e a testa bassa riprendo a mangiare.

comment_1923851

Skinny

Il giovane parve accettare la risposta e annuì alla proposta aggiungendo "Certo, capisco... e in effetti potrebbe essere un posto dove fermarsi, per un po' almeno"

Ma lo sguardo tornava sempre verso Farkas, interessato nel capire se stesse continuando a tenerli d'occhio e se incontrasse qualcuno.

  • Autore
comment_1924029

28 ottobre 1873, primo pomeriggio del mercoledì.
Villaggio di Kest

Dopo il pasto decidete di portare i bagagli in camera (un'unica stanza con un divisorio di legno nel mezzo, in totale sei letti) e poi vi dividete temporaneamente. Visto quanto è piccolo il villaggio probabilmente si tratta di una separazione davvero breve...

Skinny

Tornato di sotto vedi che Farkas è rimasto al tavolo giochicchiando con delle carte tutte sciupate e toccando di tanto in tanto un bicchiere per centellinarne il contenuto. Quando ti vede ti fa un cenno di avvicinarti e con il piede spinge la sedia dirimpetto a lui, come a farti cenno di accomodarti.

Rivka

Il mercato di Kest è piccolino ma vivace, con alcune bancarelle e banchetti, e diversi bambini che giocano vicino. Noti anche la presenza di tre soldati americani, giovanissimi e segaligni. Se ne stanno in disparte e fumano per ammazzare il tempo con l'atteggiamento di chi si è già detto tutto quello che poteva essere detto. Nemmeno paiono notare la tua presenza... non sembrano proprio all'erta.

L'uomo a cui vendi l'ascia segue il tuo sguardo "Ah si, li hanno mandati da Seaside per i clatsop, ma qui gli indiani non si fanno mica vedere, e sono brava gente. Un po' sporca e decisamente sciocca, ma brava gente. Così quei tre giovanotti si prendono il salario per niente" sorride e ti porge il compenso pattuito: 1 scellino per l'ascia. L'uomo non vende armi, di nessun genere (se escludi appunto attrezzi) ma ti sa consigliare "Puoi chiedere una pistola a quei ragazzi, se sono abbastanza furbi da perderne una, oppure a qualcuno dei boscaioli. Figurati se non hanno una pistola. O magari agli indiani"

Josek e Bayla

Dall'altra parte della strada rispetto alla taverna c'è un edificio con le porte aperte (office of the parnas) e con una panchetta poggiata contro il muro. Lì un uomo sulla trentina sta leggendo un libro approfittando della luce e del relativo tempore del sole. Ogni tanto però lancia un'occhiata in giro.

Poco oltre vedete anche la sinagoga (shul) e vicino l'ospedale e dirimpetto i bagni.
Non distante vedere l'edificio della Holz, dove ritornano alcuni dei braccianti dopo pranzo.

Per strada ci sono alcune persone, ma al massimo una mezza dozzina; solo verso sud-est sembra esserci più gente attirata dai tipici rumori del mercato. Rivka vi pare sia andata da quella parte. Vi siete persi di vista Skinny, invece.

comment_1924076

Skinny

nella sala della locanda

Al cenno di Farkas di avvicinarsi, il ragazzino si guardò intorno per capire chi ci fosse, dei suoi amici o di potenziali sgherri dell'uomo

Poi fischiettando si avvicinò, voltò lo schienale della sedia verso l'uomo in modo che fosse fra i due, e si sedette.

"Avevi bisogno di me, vecchio?" chiese sbruffone come sempre

Modificato da AndreaP

comment_1924078

Josek Lasczarny

Con Bayla

"Andiamo a parlare con quell'uomo?", propongo a Bayla, indicando verso il lettore dallo sguardo curioso: "Sembra un tipo interessante. O forse interessato?".

comment_1924082

Rivka Stein

Al Mercato

Vendo la mia arma inutile. Non ho il fisico per brandire armi corpo a corpo e quindi credo di aver fatto la cosa giusta.

"La ringrazio signore" prendo lo scellino e lo ripongo nel mio borsellino.

Faccio la faccia schifata "Non sono avvezza alle armi signore" in realtà ho una pistola, un utile liquidazione presa dal cassetto del comodino di mio padre ma di certo non lo dico ad uno straniero.

"Piuttosto saprebbe indicarmi dove posso trovare il rabbino?"

Chiedo cortesemente.

  • Autore
comment_1924215

Skinny

"Non ho bisogno di nessuno, ragazzino" risponde quasi seccato, ma senza perdere il sorriso "Ma forse è vero il contrario. Appena arrivato qui, senza un soldo in tasca, ti starai guardando attorno. C'è molto da fare a Kest, bisogna vedere se... se ne vale la pena. Spaccarti la schiena per la Holtz può essere un'idea, se ti piace far la fame"
Si guarda attorno, come per controllare che nessuno vi stia ascoltando "ci sono altri modi per fare bei soldi"

Bayla e Josek

Dopo qualche istante di titubanza decidete di presentarvi all'uomo. Quando vi avvicinate lui vi nota, posa il libro sulla panca e si alza per venirvi incontro. Stringe la mano a Josek e fa più o meno lo stesso con Bayla ma con un po' di galanteria. Dai suoi abiti sembra un uomo benestante, ha il volto e le mani curate ma senza affettazioni. Dal fisico si capisce che lavora ancora all'aria aperta, forse si occupa del proprio terreno, ma non è un uomo di fatica. E infatti si presenta in un americano che per voi ha un accento... difficile da identificare, ma non del tutto locale "Benvenuti, amici. Io sono Ayal Balcerek, il sindaco. Ma qui non siamo attaccati a queste cose, non chiamatemi signor sindaco, per favore. Vi ho visti arrivare e aspettavo il momento giusto per parlare con voi e i vostri due compagni; mi piace dare il benvenuto a tutti i visitatori... solo, non so mai quando farlo" ridacchia "appena scesi dalla diligenza, ancora stanchi e impolverati? O dopo il pasto? O dopo la prima notte? Ma poi è troppo tardi..." scuote il capo "Scusatemi, parlo troppo. Niente, volevo darvi il benvenuto a Kest e dirvi che siamo tutti a disposizione per aiutarvi, se ne avete bisogno"

Rivka

"Ma certo, a quest'ora sarà sicuramente nello shul. Oppure a casa di suo fratello" comincia a dirti il venditore, ma la moglie ride "di suo fratello, ah! No, è qualche giorno ormai che hanno ripreso a non parlarsi. Cara, lo troverai sicuramente nello shul. Lo vedi, quell'edificio oltre ai bagni"

Modificato da Pippomaster92

comment_1924219

Josek Lasczarny

Con Bayla

"Sì, ecco. Piacere di conoscervi. Io sono Josek. Noi quattro siamo arrivati assieme, ma ci siamo conosciuti durante il viaggio: non siamo una famiglia", mi presento, un poco incerto.

"Vengo dell'Europa e mi piace...rebbe (si dice così?) trovare un lavoro qui e magari restare. Sembra tranquillo, mica come New... York".

comment_1924222

Rivka Stein

Verso lo shul

Ascolto con una piccola dose di divertimento la conversazione tra marito e moglie. Provando anche un po' di invidia, i miei genitori non sono mai stati così divertenti.

So cosa è uno shul ma non so dove si trova qui ma la signora mi indica la via.

"Grazie mille per le indicazioni"

Saluto ed esco dirigendomi verso lo shul.

comment_1924235

Skinny

nella locanda

Il giovane skinny mosse lentamente il capo da un lato, prendendo tempo per ragionare. "Non mi è mai piaciuto spaccarmi la schiena... se c'è un'alternativa... accettabile"

Po aggiunse "Se non ci fosse, certoil lavoro di Kest è sempre meglio di nulla"

comment_1924276

Bayla Rosenthal

Con Josek

"È un onore conoscerla, signor… Ayal" rispondo, con un sorriso che è più sincero di quanto mi aspettassi. Spero che signor e basta sia sufficiente per lui. Mi aggiusto l’orlo del vestito, e ricambio il gesto con una leggera inclinazione del capo. Non è proprio un inchino, ma quasi. "Spero davvero che Kest sia diversa. L’Est, sia quello al di là dell’oceano che quello qui in America, non ha avuto spazio per gente come me. Troppa fretta, troppe porte chiuse, troppi sguardi storti. Qui…" mi fermo un attimo, lasciando lo sguardo scorrere sulla piazza e sulle case basse "Qui sembra tutto più lento rispetto al vostro est. Forse è solo un’impressione, ma magari è proprio il tempo che mi serve. Un po’ di tempo e un posto dove metter radici.

Poi abbasso lo sguardo, quasi per scusarmi di aver detto troppo. Non so ancora se quanto dico è verità o un modo per indorarmi i potenti. Ma lui aveva iniziato con quel suo parlare gentile e disordinato, e qualcosa in me aveva deciso potevo rispondere allo stesso modo.

"Comunque la ringrazio per il benvenuto"

  • Autore
comment_1924289

Bayla e Joesk

"Oh, Kest è piccola e lontana dagli agi della civiltà. Ma è sicuramente accogliente. A prescindere da quanto vorrete fermarvi, sarete i benvenuti. Immagino che abbiate preso una stanza alla locanda; però se pensate di fermarvi di più possiamo vedere di organizzarci diversamente. Anche per il lavoro, penso di potervi aiutare... se volete, sia chiaro" sorride e distoglie lo sguardo da voi per spostarlo sulle vie del villaggio, sui tetti delle case "Sono le persone come voi che ci porteranno verso il futuro, il progresso. Persone giovani che hanno viaggiato e hanno fame, intendo fame di un posto nel mondo".

Rivka

L'edificio è alto tre piani: quello a terra è in pietra, gli altri due in legno. Sul frontone ci sono tre finestrelle circolari, e sotto una Stella di David in legno.
Noti che i gradini sono puliti, e che una sottile striscia di terra chiara li separa dal fango della strada, come a tenere il luogo più puro e lindo. Anche se è giorno, una piccola lanterna è appesa all'esterno, accesa.
La porta è solo accostata e tenuta ferma da una zeppa. Entri e quasi sbatti addosso ad un uomo alto e segaligno, magro in volto, e dal chiaro odore di alcol. L'uomo ti guarda sorpreso, poi si scosta e indietreggia per farti entrare "Scusi, 'gnorina" borbotta uscendo subito dopo.
Il piccolo tafferuglio ha attirato l'attenzione dell'altro occupante dello shul, un uomo quasi altrettanto alto e sottile, però un po' curvo e soprattutto dotato di una foltissima barba nera che comincia ad ingrigirsi. Dagli abiti e dal portamento capisci che si tratta del rabbino.
Ti guarda con aria incuriosita, poi senza parlare ti fa un cenno. Ora infatti vi trovate dinanzi alla piattaforma da dove il rabbino tiene lezione, circondati dalle panche; lui ti invita a seguirlo alla tua destra oltre una porta, nella sala sociale. Qui ci sono alcuni tavoli per i pasti in comune, un armadietto di legno rosso e poco altro.
"Prego, accomodati. Vorrei offrirti qualcosa, ma temo di non avere nulla di pronto. Sono Aryeh, il rabbino. Dimmi, figliola, come posso esserti utile?"

Skinny

"Eh, si. Il lavoro c'è sempre per chi vuole spaccarsi la schiena. Ma che senso ha, se si è abbastanza svegli da guadagnare di più con meno fatica? Ho giusto due lavoretti che, normalmente, farei io. Ma sono un po' occupato al momento" ammette comodamente seduto al tavolo "Uno è un lavoretto difficile ma credo abbastanza veloce; l'altro ti richiederà di lasciare Kest per qualche tempo, forse una giornata, ma è solo una consegna da fare"

comment_1924293

Rivka Stein

Nello Shul con il rabbino.

Rimango quasi incantata dalla pulizia, l'ordine e la quiete del luogo. Guardo ogni angolo ed ogni anfratto cercando di cogliere quanti più particolari possibili, varco la soglia ammirando il pavimento quando sbatto addosso a qualcosa.

Mi rendo conto che è un uomo solo quando lui parla, l'odore di alcol che emana è l'unica cosa sgradevole di questo luogo.

"Mi scusi lei" rispondo arrossendo "ero solo un po' distratta"

L'altra presenza nella stanza è molto più accomodante, gli sorrido e lo seguo.

"Molto piacere, io mi chiamo Rivka Stein, sono appena arrivata dall' Europa"

Mi accomodo su una delle panche

"Non si preoccupi Signor Aryeh ho appena mangiato. La stavo cercando"

Dico educatamente in un perfetto inglese

"Alla locanda mi hanno consigliato di chiedere a lei per un lavoro. Non sono avvezza al lavoro fisico, ma sono molto capace nella lettura e nella scrittura. Può aiutarmi?"

Configura le notifiche push del browser

Chrome (Android)
  1. Tocca l'icona del lucchetto accanto alla barra degli indirizzi.
  2. Tocca Autorizzazioni → Notifiche.
  3. Regola le tue preferenze.
Chrome (Desktop)
  1. Fai clic sull'icona del lucchetto nella barra degli indirizzi.
  2. Seleziona Impostazioni sito.
  3. Trova Notifiche e regola le tue preferenze.