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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte

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Scarlett Bloomblight

Dispersa nel bosco

Durante la transizione delle mie emozioni, mentre le sento tutte annullarsi per fare spazio alla rabbia e alla furia, provo anche in modo amplificato quello che era successo prima con Tanaka: il mio corpo che si muove senza il mio controllo. In un certo senso mi pare di sprofondare dentro me stessa, di lasciare spazio al "comando" a qualcun altro; incapace di muovermi e solo in grado di guardare cosa succede.

Non percepisco strano il riuscire a distinguere i dettagli nel buio del bosco, neanche gli artigli scuri che stanno prendendo il posto delle mie unghie e nemmeno i muscoli contratti che pompano di una forza quasi inumana: sembra tutto così normale, così al suo posto.

Lei? Ma lei chi?! Si può sapere cosa c@zzo dici?! Urlo, ma a quanto pare riesco a farlo solo nella mia mente, distaccata come sono dal mio stesso corpo. Almeno qualsiasi istinto abbia il controllo tiene lontana quella creatura, anche se morderle la mano mi sembra strano. "STA LONTANO DA NOI, SPIRITO!" Al posto di quello che vorrei dire e della mia voce una sorta di ruggito esce dalla mia bocca. È basso, quasi gorgogliato, detto a denti stretti; guardingo, arrabbiato, furioso. Sono un po' confusa, ma per qualche motivo non percepisco la cosa come strana, sembra estremamente naturale.
Alba? Sul serio, ma come parli?! Di nuovo nessuna voce esce dalla mia bocca; percepisco però che sto per dire qualcos'altro, che quel ruggito sta per arrivare di nuovo. "NON METTERAI LE MANI SULLA RAGAZZA!" Un fremito di paura e terrore scuote le fiamme di rabbia dentro di me, mentre percepisco quella stessa gigantesca presenza emanata ieri da Zarneth. "SAI COSA SUCCEDEREBBE?!"

Sento i muscoli contrarsi ancora di più: le braccia spingere verso l'esterno così forte che penso mi si potrebbero staccare le spalle, le gambe scalciare il terreno nel tentativo di liberarsi.

Ma in un istante, dopo che quella cosa ha alzato il braccio, sento solo dolore.

Un dolore così intenso da bloccarmi i pensieri, mentre la testa pulsa come se qualcosa di pesante me la stesse schiacciando; è come se potesse esplodere da un momento all'altro.
Il corpo invece si ribella: tutti i muscoli delle braccia si contraggono nel tentativo di spezzare le corde, spingendo verso l'esterno così forte che mi si potrebbero staccare le spalle; le gambe scalciano in ogni dove, anche loro cercando un modo o una forza per liberarsi, gli scatti sono così repentini che sento le anche in procinto di spezzarsi.

E poi buio, di nuovo.


Quando apro gli occhi mi sembra di star congelando, nonostante mi renda conto di aver addosso i miei vestiti, il cappotto e addirittura ancora lo zaino. "Ahi... ma che c@zz..." Una fitta mi colpisce, quando il vento serale del bosco soffia sui miei polsi scorticati. Sento anche male alle caviglie, alle spalle e alle anche.

Mi alzo a fatica, usando un albero lì accanto come appoggio. "Cosa... cosa è successo??" Mi passo una mano sulla nuca. "Sono... caduta?" Mi guardo attorno, in cerca di sangue credo, per controllare se ho sbattuto la testa. "Niente... mi fa male ma non sanguino. Allora perché mi sembra che..." In quel momento mi ritorna in mente la creatura con la testa di cervo: stavo scappando e sono caduta, poi la radura con le pietre, quella creatura che diceva qualcosa e un'altra voce... era arrabbiata e spaventata; poi la luce viola. "Ma cosa..." Il dolore alla testa e al resto del corpo mi impedisce di ricordare chiaramente.

"TANAKA!" Infine un pensiero che sovrasta tutto il resto: grido il suo nome quando ricordo che eravamo lì, stavamo facendo sesso, quando quella cosa è arrivata. Ricordo che mentre svenivo lo ha afferrato per il collo. "TANAKA!" Grido ancora, il panico che mi attanaglia la gola quando immagino il peggio, che quella cosa lo abbia ammazzato.

Inizio a tremare, il freddo della sera che sembra intensificarsi assieme alla mia paura. Caldo... fumo... Come prima e come ieri il mio pensiero va su quello, in cerca di conforto. Mi tolgo lo zaino, in cerca delle sigarette già rollate che ci tengo dentro, anche perché con questi tremori non sono in condizione di farmene una sul momento.

Accendo la sigaretta e inspiro profondamente, lasciando che il fumo caldo mi riempia la gola e i polmoni: il tremore si ferma subito, mentre inizio a sentire il corpo che si scalda. "TANAKA!" Grido ancora il suo nome, anche se adesso mi sento più lucida; siccome non risponde prendo il cellulare dalla tasca e lo chiamo. Rispondi ti prego... rispondi... Continuo a fumare piuttosto nervosamente.

@Loki86 offgame

Volevo fare anche altro, ma si sarebbe ingarbugliato un po' troppo. Aspetto di sapere se ho notizie di Tanaka e poi agisco di conseguenza.

Comunque sei sempre più un maledetto infame: continui a tirare fuori cose ma in sostanza non mi dici una cippa... io sono curiosooooooooo 😠🤣

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Immagini pubblicate

Nathan Clark

Nel Bosco, malandato e inutile

Beh, è andata... male?

Ne so quanto prima su dove possa essere Scarlett, ho perso un sacco di tempo, mi sento di m€rd@, ho appena avuto una visione terribile e, probabile, ho pure attirato l'attenzione di una entità antichissima e potentissima. Mi sembra di essere finito in un episodio di Stranger Things.

Ma sbuffo, respiro e mi metto comunque in moto.

Mentre cammino, mi viene in mente di controllare il telefono, anche se già so che qui, di regola, non prende.

Però, magari, un qualche messaggio è filtrato... e devo almeno capire se quei c○gli○ni me lo hanno spaccato. Il che è assolutamente probabile.

Vado verso Lilac... se ancora capisco dov'è. Se ancora capisco qualcosa.

Ho bisogno di aiuto. Ho bisogno di uscire dal Bosco.

E ho bisogno di non mettermi a urlare, piangere e stendermi per terra finché non muoio qui, in mezzo al nulla e agli spiriti primordiali del mondo.

C@zz○.

@Loki86

Gli XP sono 5. 2 per la scena in mensa (fallimento+persuasione di Orion), 1 per persuasione di Scarlett, 1 per il fallimento nella rissa e quest'ultimo fallimento.

Faccio avanzamento e aumento CALDO di 1: rappresenta la presa di coscienza del fascino di Nathan stesso e la sua maggiore audacia, ma anche la maggiore attitudine all'istinto un po' soprannaturale generato dalla Fata dentro di lui.

  • Autore

@Voignar

Darius Whitesand - Nel corridoio

Metti mano al cellulare, ancora scosso, deciso a comporre il numero dei soccorsi, ma ti blocchi quando noti che il vicepreside Reed lo sta già facendo. È piegato su un ginocchio accanto a suor Margareth, la voce tesa mentre aspetta la risposta dell’operatore del 911. Ti lancia uno sguardo rapido, autoritario ma incrinato dall’urgenza.

«Presto… vai a prendere dell’acqua… alle macchinette in corrido—» si interrompe, concentrandosi sulla risposta dall’altro capo della linea.

Tu annuisci meccanicamente e ti volti, ubbidendo. Ogni passo lungo il corridoio riecheggia come in un sogno, ovattato, distante. La testa ti pulsa, il simbolo sul collo formicola leggermente.

Ti fermi un istante, inspirando a fondo, e provi a concentrarti. Forse è follia, forse no, ma ti sforzi di rivolgere un pensiero all’entità che, non sai per quale motivo, ti ha appena aiutato.

Per qualche secondo non accade nulla. Solo il silenzio del corridoio, le luci al neon che ronzano debolmente. Poi, improvvisamente, un sussurro profondo… non una voce, ma un’eco terrificante che ti vibra nel cranio, un pensiero che non ti appartiene

La ragazza drago… portatemi adepti… portatemi la fata… portami…

La frase si interrompe, come un’onda che si ritira, poi torna con un rimbombo più forte, più nitido, che ti trapassa il cervello.

...LEI.

Sussulti. Alzi lo sguardo d’istinto e la vedi.

Lì, in fondo al corridoio, ferma, con lo zaino in spalla e lo sguardo incerto: Ana.

@SNESferatu

Ana Rivero - in cerca di Darius

Rientri nella scuola a passo svelto, mentre la tua mente corre più veloce dei tuoi passi. Ogni teoria sembra sovrapporsi alla successiva: Darius posseduto? La cappella come covo della setta? Suor Margareth vittima o carnefice? Tutto è possibile, e tutto sembra assurdo allo stesso modo.

Quando stai per varcare la soglia che porta al corridoio della cappella, un urlo squarcia il silenzio.

«Demonio! Demone!»

La voce di suor Margareth è talmente intrisa di terrore da farti gelare il sangue. Ti blocchi di colpo, il fiato sospeso a metà gola. Poi, passi rapidi, pesanti, che rimbombano sulle piastrelle del pavimento della cappella. Qualcuno sta correndo nella tua direzione.

Ti sposti d’istinto dietro l’angolo, premendoti contro il muro, e spii appena. È Darius. Ha il volto pallido, gli occhi spalancati, lo sguardo perso nel vuoto come se avesse visto l’inferno in persona. Ti passa accanto, diretto verso le scale, e scompare su per il piano superiore.

Per un istante esiti. La parte razionale di te… quella che ancora prova a darsi una logica… ti direbbe di controllare la suora, capire se sta bene. Ma l’altra parte, quella che ricorda le immagini di ieri, le voci, i simboli, la paura... beh, quella ti urla di non avvicinarti nemmeno per sbaglio.

Così decidi di seguire Darius, tenendoti a distanza. Ti muovi silenziosa, quasi divertita per un attimo dall’idea di sentirti una specie di spia improvvisata. “Stealth girl”, ti dici, anche se senza Eliza non ha lo stesso gusto.

Lo osservi fermarsi davanti all’infermeria, bussare, chiamare la Morris a gran voce. Nessuna risposta. Poi una figura appare dal corridoio opposto — il vicepreside Reed. Parla con Darius, sembra cercare di calmarlo. Riconosci frammenti di parole: “aggressione”… “cappella”… “calmati, ragazzo”…

Quando li vedi avviarsi verso di te a passo spedito, scendi in fretta le scale, evitando di farti notare. Ti nascondi di nuovo dietro l’angolo, trattenendo il fiato mentre li osservi entrare nella cappella.

Dall’interno arrivano voci confuse, pianti sommessi, frasi spezzate. Il tempo sembra allungarsi, ogni secondo pesa come un macigno.

Poi, finalmente, Darius esce di nuovo. È solo. Cammina lento, assorto, come se fosse immerso in un dialogo interiore che non ti è dato sentire. La tensione sul suo volto sembra diminuita, sostituita da una calma che ti mette più a disagio di prima.

Fai un respiro profondo. È il momento del confronto che cercavi.

Esci dal tuo nascondiglio e ti fermi davanti a lui, nel corridoio silenzioso.

Darius alza lo sguardo. I vostri occhi si incrociano.

Off game

Scusa se ho “mosso” un po’ il tuo personaggio in questa scena! Mi sembrava molto figo far assistere Ana a tutta la scena vissuta da Darius.. o almeno ad alcuni spezzoni.. però per mantenere coerenza narrativa con quanto scritto finora era necessario che rimanessi nascosta alla loro vista e non andassi dalla suora eheh.

@Theraimbownerd

Orion Kykero - guardando nell’abisso

Scendete insieme, tu, Diana e Juno, nella stanza dei rituali.
Il sotterraneo vibra di un silenzio sacro. Ogni passo riecheggia sulle pareti di pietra, mentre le fiaccole lungo il corridoio proiettano ombre danzanti che sembrano muoversi al ritmo dei vostri respiri.

La stanza è come sempre. Senza bisogno di dirvi nulla, ognuno sa cosa fare.
Diana accende gli incensi di artemisia e ruta; Juno versa l’acqua consacrata nel catino sacro e aggiunge miele e semi d’orzo. Tu, con mani lievemente tremanti, prendi il calderone e mescoli la bevanda sacra: il Kykeon, ponte fra il mondo dei vivi e quello degli spiriti.

Quando tutto è pronto, vi inginocchiate in cerchio.
Le vostre voci si intrecciano nella formula che vi è stata insegnata sin da bambini. Il fumo si addensa.
Il mondo si piega su se stesso.
Senti un brivido, poi il vuoto… come se il pavimento ti fosse stato tolto da sotto i piedi.

Silenzio. Nessun suono, nessuna luce. Solo un fruscio, come vento tra alberi che non vedi.

Ti ritrovi in un paesaggio che non appartiene a nessun luogo.
Un lago immobile, latteo, riflette un cielo senza sole. Sul bordo del lago, tre figure in controluce: tu, Juno e Diana — ma le loro ombre si allungano, si intrecciano, fino a confondersi.

Ti avvicini all’acqua. Ti specchi. E il riflesso non è tuo.

Vedi una ragazza vestita di bianco, con i capelli intrecciati e il simbolo della Dea inciso sulla fronte. I suoi lineamenti sono molto simili ai tuoi…
Poi l’immagine si incrina e appari tu, con un viso dai lineamenti più duri, più mascolini, il viso che senti tuo.
Ma l’acqua continua a muoversi, e dal riflesso emerge una terza figura, indefinita, metà luce e metà ombra, un’immagine familiare… che ti osserva con lo stesso sguardo che vedi ogni giorno riflesso nello specchio.

Intorno al lago, forme di donne antiche sorgono dal nulla.
Portano coppe d’oro, versano un liquido biancastro dentro la superficie del lago. Un liquido che, in qualche modo, sei ben consapevole essere la “benedizione chiarificatrice”.
Il liquido si mescola con il tuo riflesso e, dove cade, la tua immagine cambia, come se venisse messa a nudo.

Dal cielo, una mano di pura luce si abbassa lentamente, sfiorando l’acqua.
La superficie vibra.
Il riflesso della figura femminile in bianco si dissolve, quello maschile resiste un istante, poi vacilla anche lui. Solo la terza immagine rimane: instabile, ma viva. Respira. Ti guarda. Sembra chiederti: “chi sei davvero?”

“Chi sei davvero?” La domanda vibra ora dentro di te, muta ma inconfondibile, come un’eco che non nasce da parole ma da volontà pura. È la voce della Dea… antica, silenziosa, inevitabile.
“Con la benedizione, figlia mia, riceverai l’onore di mostrarti a me per ciò che sei davvero… verità… o menzogna…”

La voce si dissolve lentamente, come nebbia al sole, lasciandoti sospeso nel buio. Poi, un lampo di luce. Riapri gli occhi.

Alla tua destra, un cono luminoso rompe l’oscurità: dentro di esso, la tua immagine femminile.
La vedi circondata da tua madre e dalle tue sorelle, i loro volti colmi d’orgoglio.
Brilla della luce della Dea, avvolta nelle vesti della Somma Sacerdotessa. È serena. Completa. Benedetta.

Alla tua sinistra, un secondo cono di luce. Lì c’è la tua versione maschile, più distante, più sola.
Ti osserva in silenzio, mentre — poco oltre — una delle tue sorelle si allontana di spalle, non lasciandoti intuire se si tratti di Juno o di Diana.
Cammina avvolta da quello stesso splendore divino che avrebbe dovuto essere tuo, con le vesti da sacerdotessa che ora ti sono negate.

La scena resta immobile, scolpita nella luce.
Due riflessi della stessa anima, separati da un confine che solo la Dea può vedere.
E tu, sospeso tra loro, senti il peso della verità che verrà rivelata.

Quando finalmente riapri gli occhi, sei sdraiato sul pavimento della stanza rituale.
L’incenso si è consumato.
Diana e Juno ti stringono le mani, anche loro pallide e scosse.

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight - nel bosco

Ti accendi la sigaretta, le mani che tremano come foglie al vento. Per un attimo il fumo ti scivola tra le dita, poi la sigaretta cade a terra. Ti abbassi di scatto a raccoglierla e il dolore ti travolge: brucia ovunque, in ogni muscolo, nelle articolazioni, nella testa che sembra dividersi in due. Finalmente riesci a riaccenderla. Inspiri a fondo: il calore del fumo ti avvolge, calma appena il tremore e ti ridà un minimo di lucidità.

Ma questa volta la calma arriva a fatica. La testa ti scoppia, il dolore pulsa come un martello, e senti la tua voce rimbombare nelle tempie quando gridi di nuovo il nome di Tanaka. Muovi qualche passo a fatica, i polsi e le caviglie che protestano, mentre nella mente rivedi la scena: Tanaka sollevato da terra, la mano della creatura che lo stringe alla gola.

Prendi il cellulare e componi il numero, le dita quasi paralizzate dalla tensione. Il telefono squilla a vuoto. Aspetti. Nessuna risposta. Tanaka non risponde.

Poi lo senti: uno strano pizzicore alla base del collo, sottile ma insistente, come un richiamo che corre lungo la spina dorsale. Ti blocchi un istante, il panico che ritorna a serrarti lo stomaco. Ma inspiri, cerchi di riprendere fiato, di restare lucida.

@Ghal Maraz

Nathan Clark - nel bosco

Ti incammini in direzione di Liliac Hallow. Ogni passo è una piccola condanna: il corpo ti pulsa di dolore per le botte, e la mente è ancora intrappolata nelle immagini della visione… quella figura nel cielo, la paura, il tuo io fatato che si contorceva impaurito davanti a te.

Frughi nelle tasche finché non trovi il cellulare. È miracolosamente intatto. Sullo schermo lampeggia un’unica tacca di campo, precaria come la tua sanità mentale. Due notifiche:
una da tua madre, preoccupata — «Nathan, dove sei? Mi stai facendo impazzire. Rispondi, per favore.»

L’altra da Kathlyn. — “Ehilà, matto e misterioso Clark! Non ti ho visto dopo lezione!! Mi ha fatto piacere parlare con te oggi!
Ps. Ora hai anche tu il mio numero! Hai visto che ti ho scritto?!! 😝

Ti scappa quasi un sorriso, qualcosa che somiglia a un barlume di normalità in mezzo al caos. Stai iniziando a rispondere, le dita che tremano per la stanchezza e il freddo, quando un grido spezza l’aria.

«TANAKA!»

Ti immobilizzi.
Il suono rimbalza tra gli alberi, tagliando il silenzio del bosco come una lama. È una voce che conosci. Scarlett. Ancora un grido, incrinato, carico di panico. Dal tono non sembra la Scarlett spavalda e sicura che conosci — è un urlo di paura pura.

Ti giri di scatto, scrutando tra i tronchi, il respiro che accelera. Viene da dietro di te. Circa dalla stessa direzione da cui sei arrivato poco fa.

Darius

Nel corridoio

Ti prego... fa che ho stretto un patto con la versione demoniaca di Tinder... penso, premendo forte le tempie nel tentativo di non perdere l'equilibrio

Provo a riflettere, ma senza grande successo, anche perché le informazioni che ho sono così poche che non riesco a collegarle in alcun modo; una "ragazza drago", una "fata"... vista la fissazione anche dello strano coso dalla testa di cervo, una delle due deve essere per forza Scarlet, visto che già mi ha "chiesto" di portargliela. E direi che Scarlet è sicuramente la ragazza drago, ce la vedo molto più a sputare fiamme che non a svolazzare con delle alucce alla Trilly, anche se il pensiero di lei in tutù verde mi fa quasi ridere da solo, come un idiota, in mezzo al corridoio

Quando però la voce mi indica una persona che dovrebbe essere davanti a me, e sollevando lo sguardo vedo Ana, mi blocco al punto da smettere di respirare. Che sia lei la fata? O la ragazza drago? O qualsiasi altra persona che questa strana voce voglia

Mi incammino verso di lei, voci misteriose a parte, meglio che sia io a dirle cosa sta succedendo, prima che i pettegolezzi di domani trasformino questo storia in chissà cosa

Ciao Ana... come mai ancora qui a scuola? Scusa, vado di fretta... suor Margareth si è fatta male nella cappella, molto male, sto andando a prenderle dell'acqua. Il vicepreside è con lei, sta arrivando l'ambulanza sto chiaramente rassicurando più me che lei, ma provo a mettere insieme quella che pare una frase coerente vieni come me? Mi... mi farebbe molto piacere parlare con qualcuno... anche solo un momento... la mia voce ha un tono meno disperato di quanto dovrebbe, ma anche così suona sufficientemente come una supplica

Scusami, hai un momento per parlare della nostra signora e padrona la Voce Misteriosa? Penso, sforzandomi di non ridere isterico. In uno sprazzo di serietà, provo ancora a contattare questa maledetta entità

Cosa intendi per adepti? Cosa vuoi fare a queste persone?

Scarlett Bloomblight

Dispersa nel bosco

Merd@! Merd@... Quando Tanaka non risponde abbasso il telefono, rimanendo a fissare il suo nome sullo schermo, finché non si torna a bloccare da solo. E se quella cosa lo avesse... Non riesco nemmeno a formulare il pensiero, perché le mie emozioni si bloccano sul nascere, come incastrate: da una parte ho sentito una rabbia furente perché qualcuno osa mettere le mani su un mio tesoro, dall'altra il mio corpo e la mia mente sono al limite. Non so neanche per quanto riuscirò a reggermi in piedi, nemmeno fumare mi sta aiutando.

Per un breve attimo una piccolissima parte di me, sepolta nel profondo, pensa a chiamare mia mamma per chiedere aiuto; questa volta sono io a zittirla. "No! Non chiederò aiuto a Zarneth!" Grido, come se urlarlo possa essere un buon modo per convincere me stessa.

Finita la sigaretta ne accendo subito un'altra: in questo momento sento di avere bisogno di quel calore e del fumo come se fosse linfa vitale. Vorrei cercare Tanaka, sono preoccupata, ma i dolori, soprattutto a polsi e caviglie, dicono il contrario. Sono senza forze e mi accorgo di avere anche una fame incredibile, come se non mangiassi da giorni.

Vorrei fare altro, ma tutti i segnali a questo punto mi indirizzano verso casa: inizio a camminare verso l'uscita della foresta, barcollando quando una fitta mi colpisce, la sigaretta in una mano e il cellulare nell'altra, con cui continuo a chiamare Tanaka a ripetizione, nella speranza che prima o poi mi risponda. Devo mangiare qualcosa, riposare qualche minuto e poi potrò tornare a cercarti. Te lo prometto Tanaka. E stavolta Zarneth non deve vedermi o sentirmi...

@Loki86 offgame

Scarlett in questo momento è totalmente fusa: non ha controllato l'orario, eventuali notifiche, e non sa neanche cosa fare. Vorrebbe trovare Tanaka ma non ha le forze, e soprattutto il suo tornare verso casa è inconsciamente, molto nel profondo, un modo per cercare aiuto da parte della madre.

Comunque ho notato nel post di Nathan che lui ha sentito la voce di Scarlett, quindi verosimilmente la troverà prima che esca dal bosco e quindi continueremo la giocata da lì.

Non so se sono riuscito a rendere al meglio come stia lei, perché ho in testa tantissime cose ma mi rendo conto che in questo momento è estremamente limitata dalla sua condizione fisica e mentale e confusa in modo incredibile da tutto quello che è accaduto.

Nathan Clark

Bello, 'sto Bosco, eh!

'C@zz○!!!'.

Sto per mettermi a urlare, istintivamente, il nome di Scarlett ma, altrettanto d'istinto, mi blocco; le sillabe mi muoiono congelate in gola, tra gli spettri del mio rinnovato terrore ancestrale.

Perché chiamava Tanaka in quel modo? La Creatura... sarà con loro? Perché altrimenti Scarlett potrebbe chiamare così forte quel nome? Il nome dello stesso tizio che la voleva vi○lentare (pezzo di m&rd@...)? E che probabilmente lo ha già pure fatto...

Magari mi sbaglio... ma è passato troppo tempo, da quando si sono allontanati. E prima non ho sentito nulla di nulla provenire da là.

Che faccio? Chiamo qualcun altro? E chi chiamo? Se è quella Creatura... si può solo fuggire. Tutti noi possiamo solo provare a scappare e basta. Non posso lasciarli a Lei... nemmeno quello str○nz○ di Tanaka. Si merita la galera, ma non di essere squartato per l'eternità da un mostro antichissimo.

E se invece non è Lei... allora Tanaka si beccherà un enorme calcio nei c○gli○ni. Ossia in testa, nel suo caso...

Devo tornare indietro... ma non posso farlo allo scoperto. Devo proteggere il Bosco... e anche chi lo attraversa.

Maledizione a me.

Ana Rivero

VS Darius @Voignar

Sapevo che qualcosa non andava. Sento urla provenire dalla cappella, e non sono rasserenanti. DEMONIO. Lo sapevo io! C'è sempre stato Darius dietro tutto, o, almeno, quella cavolo di bestia con le corna. Chissà se quella bestia è sempre stata Darius, o c'è stato di recente lo scambio di corpi. Quando mi passa vicino, non penso sia il Darius di sempre, in effetti. Il Darius di sempre è... una persona normale. Ma così pallido? Palese vittima di possessione. Non so da quanto è posseduto, ma finalmente ho capito cosa c'è dietro tutto questo.

Devo sapere di più. Per fortuna che Eliza non è con me in questo momento, non credo sarebbe fiera di me. Continuo a seguire Darius, che preda come è della possessione non mi percepisce nemmeno, e io sono grande. Però sento che parla con l'infermiera (inserire check mentale: è anche lei parte della setta?). Poi con ill vicepreside (anche lui è incluso?). Aggressione. Darius ha ferito la suora!

Tornano trafelati alla cappella, da cui esce solo Darius, che è tornato più tranquillo. Forse controlla meglio la possessione rispetto a prima. Ha vacillato perché ha colpito la suora, ecco perché era così strano! Non c'è altro dubbio. Devo fermarlo.

E invece è lui che ferma me. Mi inonda di una serie di panzane, come se la suora si fosse fatta male da sola. Cosa è, una combustione spontanea? Gli faccio un bel no-no sventolandogli l'indice davanti al naso, con un sorriso palesemente finto. "Non andiamo da nessuna parte." gli intimo con voce greve. Cerco di spingerlo con la mano sulla spalla con violenza contro il muro del corridoio. "Cosa cosa sei." Non ne ho assolutamente idea. "So cosa hai fatto." Anche se non ne ho prove. "So cosa hai sul collo." A grandi linee.

Finalmente il momento che stavo aspettando.

Off game

Sìsì, mi va bene che Ana abbia seguito Darius. C'è bisogno di confronto e violenza qui.

Modificato da SNESferatu

Darius

Il momento delle falsità @SNESferatu

A quanto pare, Ana ha qualche informazione che io stesso non ho, tanto per cominciare cosa diamine ho sul collo

Faccio un veloce ripasso mentale, e sono abbastanza sicuro che lei sia una delle ultime persone che potrebbero sapere della mia vera natura, anche perché le fatture e gli incantesimi che ho fatto da quando sono in città si contano sulle dita di una mano monca. Non so nemmeno io perché sono così lucido in questo momento, ma ansia e terrore si sono ormai mescolati nel mio cervello creando una forma di folle calma

Ah sì, ottimo, questo mi permette di saltare tante spiegazioni dico, sorridendo in maniera folle, e spintonando a mia volta Ana io però non so cosa sei tu... fata? Vampira? Selkie? Escluderei la draghessa, quella ho già capito chi è... anzi! Sai pure che c@zzo ho sul collo! Ottimo! Forza, dimmi un po', che c@zzo è?! Perché sono due c@zzo di giorni che cerco di capirlo, e non ci ho capito niente! Quindi, da che domanda iniziamo? Cosa ho sul collo? Cosa sei tu? Perché sei così dannatamente importante? Rispondi e risponderò anche io

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