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Dragons´ Lair

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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte

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Scarlett Bloomblight

Fot*uta (in entrambi i sensi?)

Il commento di Tanaka quasi non lo sento, sono troppo presa e sto godendo troppo; e proprio sul momento in cui sto raggiungendo l'apice ecco una morsa alla testa, come se qualcosa di enorme e freddo la stesse stringendo. Sento ancora quella voce, ma più che quella è la sensazione di terrore simile a quella provata ieri con Zarneth.

Un brivido mi attraversa il corpo e in un istante tutto il caldo che sentivo, l'eccitazione e la libido scompaiono, azzerate da quella sorta di istinto. Faccio l'errore di alzare la testa, cercare la fonte di tutto questo, ed eccola lì: alta, corna di cervo, artigli.

Una paura che sento non essere mia ma che mi permea fin dentro le ossa mi assale e perdo le forze, afflosciandomi su Tanaka; al contrario di poco fa sto tremando e sono fredda gelata.

SCAPPA... CORRI...

Quella voce nella mia testa ripete queste parole, e io ci sto provando sul serio, ma le mie gambe non sembrano volersi muovere.

@Loki86 offgame

Maledetto! A sto punto era meglio che ci beccasse Nathan 🤣

Ho voluto interpretare la cosa come una sorta di terrore primordiale, supponendo la creatura col teschio di cervo ispiri sensazioni di questo tipo, visto l'avvertimento del drago interiore.

Se vuoi fare gioco tu non c'è problema, altrimenti io credo che ci stia un bel tiro di Mantenere il Controllo e poi uno di Fuggire (se il primo riesce). Nel caso di un 7-9 su Mantenere il Controllo (ho +2) fammi sapere sul TdS; nel caso poi di un 7-9 su Fuggire (ho -1) credo che farò una scenata e probabilmente manderò a disoneste ogni futura interazione con Tanaka 🤣
Una situazione peggiore di questa credo che potrebbe essere, per fare una citazione, "un t-rex con un p€ne di 50 centimetri", quindi meglio evitare.

Povero Tanaka tra l'altro, Scarlett non si è minimamente cagata la sua possibile reazione 🤣

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Immagini pubblicate

Ana Rivero

In giro per scuola

Stiamo iniziando a scorrere tra le foto quando sento dei suoni inconfondibili. Porta. Voce maschile. Il coach sa. Ma non sa che siamo noi, quindi tutto a posto. Prendo Eliza per un braccio e senza fare troppe storie mi allontano da lì. Senza cercare di dare nell'occhio. Camminando normalmente. Senza essere sospettose. Il coach sa.

Guardo il cellulare mentre cammino... in effetti non è il caso di guardarlo proprio ora. Ci sono prove (forse?) scottanti lì. Tecnicamente dovremmo tornare all'aula studio, almeno per fare finta di impiegare il nostro tempo in qualcosa di utile. E per un minimo di alibi, se servisse. Sì, meglio tornare in aula studio.

Quando dico che cammino, non è un semplice camminare. È come se stessi levitando per la contentezza. Eliza è dalla mia parte! Ieri... ieri ho temuto il peggio. Ho una complice. Ridacchio tra me e me.

Orion Kykero

Si torna comunque a casa

Sto tornando a casa con la gioia negli occhi, fiero di come ho gestito l' incontro con Marcus, quando vedo un ragazzo che attira la mia attenzione. È bello, sicuramente , ma non è solo quello. C'è qualcosa di diverso in lui, nel modo in cui mi guarda.

Provo a ricordare se l'ho già visto da qualche parte ma la mia memoria fa cilecca. Che sia un nuovo vicino? Spero di sì, non sarebbe male vedere qualche faccia nuova qui attorno... specialmente una faccia così carina.

Magari dovrei chiedere a Juno e Diana. Forse sanno qualcosa. Penso, anche se non ci metto troppe speranze. In ogni caso , meglio non fermarsi a chiacchierare con sconosciuti mentre porto la droga per la festa. Prima torno a casa, meglio è. Specialmente perché devo ancora rimettere a posto quella di mamma.

Magari sarò fortunato e mamma non sarà proprio a casa. E poi devo parlare con Juno e Diana riguardo a quello che accadrà domani. Meglio che sappiano, potrei aver bisogno del loro aiuto.

Nathan Clark

Bosco

'Ecco, adesso siamo tutti ancora più nella m€rd@! Beh, loro se la meritano tutta, maledetti $tr°nzi!'.

"E allora? Volevi spaccarmi la testa? Ma cosa c@zz° ti dice quella zucca bacata, Edwards? Pensi che, se mi ammazzi, non capiscono subito che sei stato tu? Dopo tutti i messaggi e le minacce? Col c@zz° che torni a giocare a football, in quel caso! O magari, sì, forse ti fanno almeno fare la palla, in galera... dopo averti fatto raccogliere il sapone nella doccia!", sbotto, all'improvviso, senza senso. Vorrei scappare, ma questi b@st@rdi me lo impediscono ancora.

"E allora? Cosa state facendo? Finite questo strac@zz° di lavoro da pseudo-killer della mafia del c@zz°!!! Forza, dai, che cosa aspettate? Vediamo quanto c@zz° ci mettete, in quattro, armati, ad ammazzare un povero b@st@rdo disarmato! Allora, ancora lì a guardarmi come degli ebeti? Fatela finita, che, se ci mettete poco, magari ve la cavate solo con vent'anni! C@zz°, c@zz° e strac@zz°! Ma datevi una mossa, almeno, che non voglio invecchiare qui!!!", comincio a schiumare, con gli occhi che mi bruciano e la vista che si annebbia. Allargo le braccia e aspetto di vedere cosa passa loro per quei loro cervelli nati già f°tutti.

Magari, se la presenza - quella "lei" che nemmeno le Fate osano nominare, maledette pure loro e i loro misteri antichi come il mondo! - se Lei ci aggredisce adesso, i corpi gonfi e grossi di questi quattro gorilla idi°ti mi daranno almeno il tempo sufficiente a scappare.

Certo, come no.

"Forza. Forza!!!".

Modificato da Ghal Maraz

  • Autore

@Voignar

Darius Whitesand - dalla cappella all’infermeria

Ti chini su suor Margareth, ma appena le tue dita sfiorano la sua veste intrisa di sangue, il suo sguardo si spalanca. Gli occhi, pieni di terrore, ti attraversano come lame sottili.
«Demonio… demone!» mormora, quasi un sussurro spezzato dal tremito. Poi lo grida. Lo grida di nuovo. Ogni volta più forte.

La sua voce rimbalza sulle pareti della cappella vuota, mischiandosi al ronzio delle candele e al tuo respiro corto.
Quando provi a sollevarla, un urlo acuto ti inchioda sul posto… il suono secco di qualcosa che si muove dove non dovrebbe. La gamba. Spezzata. Ti rendi conto troppo tardi che non dovresti toccarla.

Il panico ti stringe lo stomaco. Farfugli parole che non senti nemmeno, poi ti alzi di scatto e corri.
Lasci la cappella dietro di te… il suo odore di incenso e sangue che ti segue come un fantasma. I lamenti della suora si fanno più lontani, ma non spariscono. Ti restano nelle orecchie.

I corridoi sono deserti. Le luci al neon tremolano come se anche loro avessero paura. L’orario delle lezioni è finito da un pezzo; l’edificio ha quell’eco sospesa e irreale che ha la scuola dopo il tramonto.

Quando raggiungi la porta dell’infermeria, è chiusa.
Batti i pugni contro il legno, una, due, tre volte… sempre più forte. «Signorina Morris!», chiami, quasi implorando.
Silenzio. Solo il rumore del tuo cuore che martella alle tempie.

Poi, una voce dietro di te. Calma. Quasi gentile.
«Ehi, ragazzo… tutto bene? Non dovresti essere qui a quest’ora.»

Ti volti di scatto. Il vicepresidente Reed è fermo a pochi metri da te, le mani in tasca, la postura rilassata. I suoi occhiali riflettono la luce artificiale del corridoio, nascondendo lo sguardo. Vedendo il tuo volto, il suo viso si riempie di preoccupazione.

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight - nel bosco col coso

Quando il gelo ti prende, lo fa senza preavviso.
Un istante prima la pelle bruciava, le vene pulsavano, il mondo si restringeva al ritmo dei vostri respiri. Poi… come se qualcuno avesse spento la luce… ogni calore si ritira da te, lasciandoti vuota, fredda, muta.

Tanaka si muove sotto di te, confuso. Ci mette un attimo a capire che qualcosa non va… La sua voce ti raggiunge ovattata:
«Scarlett? Tutto bene?»
Ma tu non lo senti davvero. I tuoi occhi sono fissi altrove.
Un brivido ti scivola lungo la schiena come un filo di ghiaccio. Non è solo paura. È un istinto antico, qualcosa che precede la ragione. Ti paralizza. Ti dice che questa è una cosa che sai di dover temere.

“Ma che ca**o é quel coso?!?” Senti gridare Tanaka sotto di te, che probabilmente ora si è voltato seguendo il tuo sguardo. Lo senti agitarsi, provare ad alzarsi; tu ti muovi quasi per riflesso, e in un attimo sei in piedi accanto a lui, tremante, esposta.

La creatura ti guarda. Solo te. Il suo dito è sollevato, lungo, ossuto, e ti indica.
«Ragazza drago…»
Le parole arrivano come un sussurro gutturale, come se non provenissero davvero dalla sua bocca.

Tanaka scatta: «Che ca**o vuoi da noi?! Se è uno scherzo del ca**o, vattene! Ci sono anche i miei amici!»
Cerca di suonare sicuro, ma la voce tradisce la paura.

La creatura avanza di due passi.
Le foglie secche si muovono al suo passaggio, la veste si impiglia ai rami, il terreno scricchiola sotto i suoi piedi. È reale. Tangibile. Una creatura terrena…
Eppure… non è direttamente lui la fonte del terrore che ti stringe il cuore. Ne sei sicura. C’è altro.
Un peso invisibile che grava sull’aria, una presenza che preme dietro le tue tempie, come se stesse guardando attraverso di lui.
Un’ombra che parla con la sua voce, ma che non gli appartiene.

Off game

In poche parole le tue deduzioni sono: il mostro con la testa teschio di cervo è terreno. Il terrore che provi, diverso dalla semplice paura che si può provare nel trovarsi all’improvviso in una situazione simile, deriva però da una presenza differente… da qualcosa che senti di dover temere e di cui la. Frattura col teschio probabilmente è soltanto un tramite.

@SNESferatu

Ana Rivero - in aula studio

Raggiungete l’aula studio senza intoppi, il passo rapido ma controllato, il cuore che ancora non ha deciso se deve calmarsi o continuare a battere forte per l’adrenalina. L’ambiente è saturo del ronzio sommesso dei neon e del fruscio di pagine sfogliate: la normalità dopo il rischio.

Qualche testa si solleva all’ingresso — sguardi rapidi, curiosi, che svaniscono subito. Mei-Lin, nascosta dietro una torre di libri di matematica, vi fissa per un istante e poi torna a immergersi nel suo ripasso per la verifica di giovedì.
Ben disegna in silenzio su un foglio, assorto nel suo mondo.
Tyler, invece, vi osserva più a lungo: il suo sguardo si increspa appena quando ti vede accanto a Eliza. Ana la snob, con Eliza la strana… una combinazione che non passa inosservata. Poi si volta di nuovo verso Juno, una delle due sorelle minori di Orion, e riprende a parlarle, ridendo sottovoce.

Prendete posto a un tavolo in disparte.

«Ok… missione compiuta. Siamo al sicuro!» sussurra Eliza con un sorriso malizioso, ma l’adrenalina le è già scivolata via dal volto. Ti guarda con una luce più quieta negli occhi, in attesa.

Riprendi il telefono. Lo schermo si illumina e con lui tornano le immagini.
La prima: i segni incisi sul pavimento.
«Ok… e le altre?» chiede Eliza, chinandosi verso di te.

Scorri con un dito. La foto successiva mostra la bacheca.
Zoommi sulla polaroid: tre ragazze in divisa sportiva, sorridenti, gambe lunghe e sinuose bene in vista.
Sulla parte bianca sotto la foto, una scritta in rosso sbiadito:
“Evelyn, Maya e Clariss. Le migliori del gruppo. Peccato per l’incidente.”
E sopra, una data di tre anni fa.

Accanto, appuntato con una graffetta, un verbale disciplinare. Sposti l’ingrandimento su quel particolare. Lo stesso nome del coach in fondo, la sua firma tesa e sicura, di fianco a quella dell’allora preside della struttura.
“Condotta inappropriata negli spogliatoi dopo l’orario delle attività.”

Leggi velocemente… una nota di ammonimento nei confronti del coach per un fatto che coinvolgeva tre studentesse. I nomi riportati coincidono con quelli della foto delle tre ragazze.

«Bingo!» esclama Eliza, trattenendo a stento l’eccitazione. «Non è molto, ma direi che basta. Il coach è ufficialmente uno schifoso.»

Ma tu non la ascolti del tutto.
Il tuo sguardo è inchiodato a un particolare: uno dei nomi, sul verbale, quello di Maya, è stato barrato — un tratto di penna nera, violento, come se qualcuno avesse voluto cancellarlo dal mondo.

E poi… lo vedi.
Sulla polaroid, accanto alla scritta rossa, quasi nascosto, un piccolo simbolo inciso: lo stesso segno che avevi notato sul foglio nell’ufficio del coach.
E sul collo di Darius.

@Theraimbownerd

Orion Kykero - a casa

La porta di casa si chiude alle tue spalle con un clic sommesso.
Ti muovi in punta di piedi, il cuore ancora alleggerito da quella strana euforia che ti accompagna dal confronto con Marcus. Ma adesso ogni passo pesa, perché sai bene quanto sia facile disturbare l’equilibrio di quella casa.

Tendi le orecchie.
Dal piano di sopra arrivano voci, soffuse ma distinte: Juno e Diana, sicuramente.
Sbirci nella cucina… il tavolo è in disordine, un piatto lasciato a metà e una candela spenta, cera colata fino al legno. Nessuno.
La sala è immersa in una luce bluastra, filtrata dalle tende tirate. Anche lì, vuoto.

Ti fermi un istante e inclini la testa verso il seminterrato.
Là sotto, dove si trovano le stanze rituali, regna un silenzio totale. Nessun mormorio, nessun odore d’incenso, nessuna traccia di tua madre.
Sembra che, per una volta, la fortuna sia davvero dalla tua parte.

Ti concedi un respiro e sali le scale.
Le voci si fanno più nitide man mano che ti avvicini, finché varchi la soglia della camera condivisa.

Diana alza lo sguardo per prima e ti sorride, un lampo genuino che ti fa sentire di nuovo a casa.
Juno la imita, ma il suo sorriso è più sottile, trattenuto… la punta di un ghiaccio che non si è ancora sciolto del tutto dopo il vostro piccolo diverbio in mensa.

«Missione compiuta?» chiede Diana, appoggiandosi al letto con fare teatrale.
«Nessun problema col gorillone decerebrato?» aggiunge, con quel tono sarcastico che solo lei riesce a rendere quasi affettuoso.

@Ghal Maraz

Nathan Clark - nel bosco, dolorante ma vivo

Ti rialzi a fatica. Ogni movimento brucia, ogni respiro è un colpo contro le costole. Hai la bocca impastata di sangue e terra, ma non abbassi lo sguardo.

Cory e i suoi tre amici ti circondano. Le loro risate ti rimbombano nelle orecchie, fastidiose come zanzare. Ed è in quel momento che esplodi con la tua invettiva. Quando finisci, il silenzio regna sovrano. Uno di loro, quello con la catena, guarda Cory in attesa di un cenno.

Cory inizia a ridere.
«Forza, forza… uccidetemi… pseudo killer… aspetta, com’era?? Ah già… mafiosi del ca**o…» ti imita con tono ridicolo, piegato dalle risate. Gli altri lo seguono, divertiti come bambini che giocano a fare i duri.
Uno finge uno svenimento: «Fatemi male, sono un duro!» gracchia, poi scoppia a ridere.

Poi tutto si ferma.
Cory smette di ridere, ti fissa. Il suo sorriso si spegne.
«Sei ridicolo!» sputa, e la saliva ti cade ai piedi. Ti punta la mazza sul petto.
«Che ti serva da lezione, Clark. Se provi a dire che siamo stati noi, la prossima volta non ci fermiamo.»
La sua voce è piatta, decisa. Non sembra una minaccia: è una promessa.

Dà un’occhiata agli altri e sorride di nuovo.
«Direi che ci siamo divertiti abbastanza. Lasciamo il bimbo sperduto a leccarsi le ferite nel suo boschetto.»
Abbassa la mazza, si gira. Gli altri ridono. Uno finge di scattarti addosso, solo per ridere ancora quando ti irrigidisci d’istinto.

«Ci vediamo, Clark!» urla Cory, mentre si allontanano tra le foglie.
Poi, voltandosi verso gli altri: «Andiamo a recuperare Tanaka! Dovrebbe aver finito con la sua amichetta!»

Una risata grossolana dal gruppo, che non ti lascia presagire nulla di buono, poi solo il rumore dei loro passi che svanisce nel bosco.

Resti solo. Sarai pur sembrato ridicolo, ma la tua scenata probabilmente ha lasciato il tempo a quei minorati mentali di rendersi conto del limite che stavano superando.
Ti accasci contro un tronco, cercando di riprendere fiato. Ti fanno male le costole, le braccia, persino i pensieri.
Ma sei ancora in piedi, ne sei uscito vivo!

Scarlett Bloomblight

Si spera in salvo (?)

Quando Tanaka mi parla percepisco la sua voce, ma non sento realmente quello che dice; sono concentrata su quella cosa, presa dalla paura che mi trasmette.

Sentendolo urlare e muoversi d'istinto mi alzo in piedi risistemandomi, sempre con lo sguardo fisso sulla creatura.

Ma poi mi parla.

Il suono è strano e come se non avesse realmente pronunciato lei quelle parole, come se qualcos'altro parlasse attraverso di essa; poco importa al momento.

Di nuovo Tanaka dice qualcosa ma non capisco bene quello che dice, presa dalla creatura e dalla sua voce. Quando quella avanza istintivamente afferro il braccio di Tanaka e faccio due passi indietro, come per mantenere la stessa distanza da lei.

Poi, per un istante solo, sento un movimento nella pancia, come se qualcosa ci facesse una capriola dentro: ho ancora paura, sono terrorizzata, ma adesso riesco a sentirmi le gambe, le braccia, a sentire i suoni del bosco e a vedere chiaramente quello che ci circonda. Non importa altro, se non che ho riacquistato un barlume di lucidità.

Qualsiasi cosa sia quella cosa e qualsiasi cosa voglia da me non conta: dobbiamo andarcene da lì, dobbiamo tornare nella zona cittadina.

Stringo più forte il braccio di Tanaka. "Corri!" Riesco a dire, mentre giro i tacchi e lo strattono, iniziando a scappare nella direzione opposta a quella della creatura.

@Loki86 offgame

Sei un maledetto infame a far dire alla creatura "Ragazza drago" senza poi continuare con un minimo di discorso: mi lasci con la voglia di rimanere lì solo per soddisfare la mia curiosità XD 🤣🤣

Comunque direi a questo punto si attiva la mossa Fuggire, ho -1 ma con 1 Prossimo è +0; ora incrociamo le dita e preghiamo gli dei XD
In caso di 7-9 scelgo di "Fare una scenata"; nel caso in cui non ritenessi la scelta corretta per la situazione allora scelgo di finire in qualcosa di peggiore (e preparare la vasella questo punto 🤣)

Darius

Un po' più giù nel fango

Corro per i corridoi senza la minima idea di cosa mi passa accanto, al momento potrei benissimo tirare dritto anche se vedessi tutta la squadra di football davanti a me, anzi, credo che in questo preciso istante della mia vita potrei sfondare un muro a testate, per come sto correndo in fretta

La porta dell'infermeria è serrata, e solo in questo momento mi accorgo di quanto sia tardi. Ovvio che la signorina Morris non è qui, chi diamine glielo fa fare di restare sul posto di lavoro, quando non c'è più nessuno da assistere?

Con le mani tremanti, provo a tirare fuori il cellulare dalla tasca, potrei chiamare un'ambulanza e defilarmi, ma una voce mi fa sobbalzare. Strillo e mi giro, il cuore che è risalito fino alla testa e fa a botte col cervello per il poco di spazio che c'è lì dentro

Io...suor Margareth... demone... io... io ho... non ho la minima idea di che cosa dire, e l'unica cosa che mi viene in testa è di provare a dire la verità, o almeno una minima parte di essa stavo... parlando con suor Margareth... c'era tanto incenso... e lei continuava a cantilenare... e... e non lo so che è successo... mi stava saltando addosso...io mi sono difeso... lei è a terra... nella cappella... una gamba rotta... l'ho colpita!

Tralasciando la strana trasformazione della religiosa, l'apparizione della suora demoniaca e il nostro breve colloquio sui mostri mitologici, direi che non ho esattamente mentito

Nathan Clark

Da solo, nel bosco

"Nnnhhhh...", sento male ovunque e, passata la scarica di adrenalina, faccio persino fatica a parlare.

Vorrei solo sedermi qui e, non so, svenire.

Ma ci sono esattamente due cose che me lo impediscono, in questo momento. Mentre mi martellano il cervello.

Ripenso alla sensazione di prima e alla voce nella mia testa: qui non è sicuro. Il Bosco non è sicuro. Le percezioni di ieri sono niente, in confronto al terrore di oggi...

E poi... c'è Scarlett. C@zz○... non posso lasciarla ai quei bruti... e alla Presenza nel Bosco.

Sputo un grumo di sangue e mi costringo a camminare, tenendomi il fianco per il dolore: se svengo, è finita. Spero solo di non avere rotte, perché sarei fregato. Anche se... qualche osso fratturato sarebbe la meno, dopo questo pestaggio da vigliacchi.

La rabbia... la rabbia nei confronti di Cory... mi ci devo aggrappare, a quella rabbia. Tenermela stretta. Mi serve, adesso: mi tiene in piedi, mi fa mettere un piede avanti all'altro.

"Nnnhhhh...", dico, ancora. Sembra poco, ma mi rammenta che sono vivo.

'Hai promesso che mi ammazzerai, se faccio la spia, Edwards? Lo hai fatto davvero?

Hai promesso e mi hai fatto arrabbiare per davvero, stavolta. Hai scelto il bersaglio sbagliato, però. Te la farò pagare. Altro che partita di football. Altro che Tyler. Altro che canna fumata di nascosto. Altro che tutti. Non te l'hanno mai detto, di lasciare in pace le acque chete, idiota di un Cory?".

Ma, prima... Scarlett. Deve essere ancora qui, da qualche parte. Quel b@st@rdo di Tanaka... gli taglierò via il c@zz○, così impara.

Orion Kykero

A casa

Incredibile. Per una volta sono fortunato. Mamma non è a casa, solo le mie sorelle. E quando le vedo le saluto con un sorriso a 32 denti.

È andata benissimo, ha provato a fare il "simpatico " come al solito, ma ho saputo tenergli testa. Credo di avere il suo rispetto adesso. E guardate qua!

Mostro alle mie sorelle il mio bottino di droga. "Ora devo solo mettere l'erba in camera di mamma prima che torni... Ho dovuto prendere in prestito la sua per darla a Scarlett. Però ho ne ho preso in abbondanza , così rimarrà anche per la festa. E in più ho preso anche queste. Da quanto mi ha detto Satya potrebbero essere interessanti per i nostri rituali..."

Dico loro mostrando le lacrime di serpente Venite con me, c'è anche un' altra cosa che vi devo dire. È molto importante. Dico, avviandomi in camera di mamma.

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