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Mondo Oscuro

Mondo Oscuro - La Resistenza


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Jebeddo e Keidros scendono a fare colazione con l'espressione di quelli che hanno dormito poco e male, a causa dell'apprensione per la assenza del loro compagno. Il tiefling non sembra però aver perso l'appetito e fa onore alla robusta colazione, mentre Jebeddo pilucca svogliatamente poco cibo; ben note gli sono le conseguenze di aver posto domande scomode a persone scomode a causa dell'irruenza della curiosità.

Si alza ripetutamente dal tavolo per camminare ansiosamente intorno al tavolo, per poi dirigersi dall' oste

"Temo che il mio sodale abbia posto domande inappropriate ad orecchie sbagliate riguardo a culti sconvenienti. E che di conseguenza abbia, perifrasando le sue parole, perduto la libertà. Sperando che sia stato semplicemente arrestato, dove mi consiglia di andare a chiedere? Sarà mia premura muovermi subito, e compensarla per l'aiuto e la pazienza che state dimostrando nei nostri confronti"

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L'oste è sinceramente dispiaciuto per quanto Jabbeddo gli sta dicendo.
"Spero davvero che riusciate a trovare il vostro amico. Vi consiglio di dirigervi alla sede della guardia a chiedere informazioni, prima di tutto. Si trova non lontano dalla biblioteca, lo riconoscerete dagli stendardi con il simbolo della guardia fuori dalle porte. Se ha commesso qualcosa di illecito potrebbe essere stato trattenuto per la notte in una delle loro celle. Se non fosse così potrebbero averlo spostato al Lamento di Lys, le prigioni a nord, sul mare. Ma spero vivamente per lui che non sia così. Quel luogo raramente restituisce qualcuno allo stesso modo in cui è entrato."

Senza indugio i due ringraziano per le informazioni e si avviano verso il palazzo indicato dall'oste. All'ingresso vengono accolti da un paio di guardie in divisa che li indirizzano dal Kej-hab che gestisce le celle. L'uomo, un attempato soldato, ormai lontano dai campi di battaglia da tempo, li accoglie dopo qualche minuto di anticamera. 

"Mi scuserete ma ho poco tempo, quindi... di cosa avete bisogno?"

 

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"Buongiorno, mastro Kej-hab, siamo alla ricerca del nostro compagno, che stanotte non ha fatto rientro alla taverna dove alloggiamo. È un halfling di nome Eldon Goodbottle, chierico. Ieri in giornata è andato al tempio di Anhur e poi si sono smarrite le sue tracce" replica Jebeddo prontamente,cercando di essere più conciso possibile.

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Sul volto dell'ufficiale si allarga un sorriso divertito. 

"L'halfing, Goodbottle si. Ha raccontato praticamente tutta la storia della sua famiglia al povero Karlán, che lo aveva in custodia. Mi spiace avervi fatto preoccupare ma abbiamo dovuto trattenerlo per accertamenti. Dovrebbe essere liberato a breve. 

Ha chiesto in giro informazioni sugli adoratori del dio coccodrillo. È stato fortunato a non beccare la persona sbagliata, poteva finire molto male. Combattiamo quei degenerati da sempre ma non riusciamo a scaricarli. 

Potremmo sfruttare questa situazione. Il vostro amico sembra interessato al loro culto ma per ragioni di studio. Vi diremo dove potrete incontrare qualcuno dei loro, sappiamo che verranno qui per reperire qualche materiale. Nessuno di quei dannati selvaggi deve lasciare la città. Cosa ne dite?" 

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I due avventurieri tirano all'unisono un sospiro di sollievo "Tipico di Eldon. Si le posso assicurare che il suo unico interesse è dettato dalla curiosità e dallo studio, a nostro modo nel proprio campo si può dire che siamo ricercatori" replica Jebeddo, poi si volta verso Keidros che risponde con un cenno alla sua muta domanda. "Siamo assolutamente disponibili, e penso si possa dire anche di Eldon. Siamo totalmente avversi a questi culti pericolosi e confidiamo di essere utili al mantenimento dell'ordine in questa già ordinata e splendida città."

"Non vediamo l'ora di renderci utili" conclude Keidros, che finalmente vede un po' d'azione all'orizzonte 

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L'ufficiale è visibilmente sollevato. Non si aspettava che la soluzione a quel suo problema cadesse dal cielo. Fa cenno a una delle guardie e gli chiede di andare a recuperare il prigioniero, restituendo tutto l'equipaggiamento meno la solita tariffa per l'alloggio nelle "camere della guardia".

"Ebbene signori questi sono i patti. Lui è libero di indagare finchè vuole, a patto che nessuno dei maledetti cultisti esca dalla città. E c'è un'altra regola: niente caos per strada. Voglio un lavoro pulito, senza schiamazzi, senza palle di fuoco in piazza. La città deve continuare la sua vita senza accorgersi del vostro piccolo incarico. Siamo d'accordo?"

Dando per scontato l'accettazione dei termini da parte dei due, il Keh-jab continua, fornendo tutte le informazioni necessarie per trovare i cultisti. "Quei dannati commerciano con qualcuno in città, anche se cercano di farlo di rado e preferiscono rimanere rintanati nelle loro paludi ad adorare i loro idoli sacrileghi. Fortunatamente uno dei mercanti ha capito di avere a che fare con loro e ci ha informati. Li sta rifornendo da un paio di mesi di piccole quantità di materiale da cantiere: attrezzi, scalpelli, leve, mazze. Ora hanno chiesto un quantitativo di merce molto più cospicuo, probabilmente perchè si fidano del nostro informatore. Arriveranno in città tra due giorni, probabilmente dalla porta est. Abbiamo una descrizione sommaria che spero possa esservi utile. Saranno almeno in quattro alla guida di due carretti. Incontreranno il mercante nella zona sud est della città, nell'angiporto laddove gli artigiani riforniscono i cantieri navali di attrezzature. Non sappiamo se alloggeranno in città. Sta a voi decidere come e dove agire, ma sappiate che uno scontro per le strade sarà punito dai miei uomini come se non avessimo mai stretto questo accordo. Ah, il mercante è il Polveroso Benneb. Avete qualche domanda?"

Mentre conclude, Eldon arriva nella stanza scortato da una guardia, con uno sguardo colpevole rivolto verso i suoi amici. 

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Jebeddo ricambia lo sguardo di Eldon con un sorriso indulgente, sa che presto o tardi anche lui finirà nei guai per colpa della sua curiosità, come del resto gli è già capitato in passato. Keidros fa semplicemente un cenno all'halfling; di sicuro non gli dirà nulla davanti a sconosciuti miliziani.

"Bene messere, abbiamo un accordo. Le condizioni mi sembrano più che ragionevoli. Penso che andremo subito dal mercante e studieremo un po' la zona. Siamo qui da soli due giorni e non conosciamo il tragitto dalla porta est all' angiporto; né tanto meno i posti migliori della città per tendere imboscate a cultisti. Quanto sono sorvegliati i docks dell' angiporto? sembra possano essere il luogo ideale per la nostra missione" chiede Jebeddo, già pronto a studiare un piano, preoccupato di trovare al più presto un posto utile per lo svolgimento della missione 

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"L'angiporto è pesantemente sorvegliato dai miei uomini. Proprio perchè zona di facile fioritura per la malavita, stiamo particolarmente attenti a sopprimere ogni piccolo accenno di illegalità e disordine. Ma..." L'ufficiale si ferma un attimo a pensare. Si alza dalla sua scrivania e va a rovistare in un archivio alle sue spalle, emergendone con una pergamena in mano che srotola su un piano di lavoro e mostra ai tre. 

"Questa è la mappa dettagliata di quella parte della città. Il punto più facile dove potrete incontrarli prima che arrivino da Benneb è il Mercato della Pulce, qui. Faranno qualche piccolo acquisto, quindi si dirigeranno dal nostro mercante, passando sicuramente vicino al CanalMagro: le altre vie sono troppo strette per far passare i carretti. Il Polveroso è qui. Dalla porta sul retro si accede ad una comoda piazzetta chiusa, Largo Serrato."  Soppesa nuovamente le parole, elaborando una strategia. 

"Diciamo che potrei fare in modo di sgomberarvi e rendervi isolata quella piazza. Ma il resto sta a voi."

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Jebeddo e Keidros osservano la mappa; il tiefling fa ampi cenni con la testa e borbotta qualcosa,ma chiunque lo conosca un minimo sa che è tutta scena. Non sta sicuramente pensando ad una strategia.

Jebeddo invece è soddisfatto, si ricordava dei moniti di Skat sulle zone sorvegliate e apprezza il collaborazione del Kej-hab.

"È veramente apprezzabile il suo supporto, sarà nostra premura risolvere tutto nel rispetto delle condizioni. Le faccio solo un'ultima domanda poi le assicuro che avrà mie notizie solo a missione compiuta. È possibile che mastro Benneb diffidi di noi quando ci presenteremo (molto presto) da lui. Avremo un lasciapassare o un documento per dimostrare che siamo suoi..ehm..collaboratori, o spetterà a noi convincerlo?"

Keidros continua ad annuire, e guarda Eldon con fare di chi la sa lunga

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L'ufficiale sorride, contento di aver trovato validi alleati. "Dite al Polveroso questa frase, capirà. Le paludi sono un luogo ameno, almeno per i morti. E ora andate, che il Guerriero sia con voi. "

Detto ciò congeda i tre, indicando con un gesto a una delle guardie di accompagnarli fuori. 

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E i tre si trovano di nuovo alla luce del sole. Jebeddo chiede ad Eldon se ha fame o bisogno di qualcosa e propone di tornare un'oretta in taverna prima di partire con l'organizzazione dell'agguato. 

Ora che la situazione è tornata tranquilla, gli è anche tornato appetito e così avrebbero anche modo di avvertire i calabroni che la ricerca è finita 

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Eldon è visibilmente contrito. Sa di averla rischiata grossa ma non si aspettava sicuramente una reazione così dura da parte della milizia. 
"Si, un pasto e una buona birra mi rinfrancheranno sicuramente. Non sono stati molto cortesi e temevo mi torturassero per estorcermi informazioni sui cultisti delle paludi che, a quanto pare, sono davvero mal visti in città. Ho solo chiesto a qualche chierico se ne conosceva qualcuno, per informarmi sui loro riti legati alla morte. Ma devono averlo riferito alle guardi che mi hanno preso e portato in cella. Grazie per avermi salvato." 

Poco distante si fermano a un chiosco che vende pannocchie al burro e straccetti di maiale alla birra, mangiano con gusto alla luce confortante del sole, quindi tornano alla taverna, accolti come di consueto dai sorrisi cortesi delle locandiere. 

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Keidros rincuora Eldon, anche loro hanno scoperto troppo tardi che era un argomento di cui non chiedere in città. Anche Jebeddo rincuora l'halfling, dicendogli che prima o poi sarà costretto a fare le stesse cose per fare uscire lui da qualche prigione; la curiosità porta all' imprudenza e lo gnomo lo sa bene.

Una volta rifocillati ed entrati in taverna, Jebeddo và subito dal locandiere e gli lascia un paio di monete d'oro per tutti i disturbi che si è preso per loro

"Tutto si è concluso al meglio, e ora avremo anche come occupare il nostro tempo a quanto pare"

Il tempo di far rimettere in sesto Eldon e il gruppo è pronto a fare visita all angiporto, per conoscere Benneb e prendere confidenza con la geografia del luogo 

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L'oste ringrazia e si ripromette di informarli nel caso in cui gli venissero in mente altre informazioni utili per loro. 

Eldon è già pronto per ripartire, desideroso di fare ammenda per le sue mancanze con le sue azioni. I tre si dirigono verso la zona in cui Benneb ha la sua bottega. Man mano che si avvicinano al porto le pattuglie diventano sempre più presenti, come avevano già notato. Quasi in ogni momento almeno una coppia di militari è visibile da qualsiasi strada o vicolo i tre stiano percorrendo. L'atmosfera è comunque rilassata e le vie pulite, malgrado si noti che questa zona è meno ricca di quelle visitate in precedenza. Ospita botteghe e magazzini degli artigiani che producono la maggior parte degli attrezzi necessari ai cantieri navali come fabbri, falegnami, maniscalchi, tagliapietra, ognuno con la sua specializzazione. 

In breve individuano il negozio del Polveroso, grazie alla mappa mostrata dall'ufficiale. La strada affianco al canale è sicuramente l'unica percorribile con dei carretti, mentre tutti gli altri vicoli sono stretti e ingombri di merce varia, inservibili da chi non fosse a piedi. Vicino al locale di Benneb c'è da un lato la bottega di un giovane alto e biondo, molto diverso dalla popolazione tipica del posto e più simile agli abitanti del nord, che vende stufati e zuppe ai mercanti e ai lavoratori, mentre dall'altro lato c'è un bottaio che prepara tutto il necessario per rifornire i mercantili di botti per gli alimenti necessari per il viaggio.

Benneb è davanti al negozio, ricoperto di uno spesso strato di polvere e fuliggine, che saluta un cliente appena accontentato con un cesto di placche di ferro per giuntare travi. 

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Mentre passeggiano per le strade del quartiere Jebeddo presta attenzione ai dettagli sul percorso e guarda quali locande danno sulla strada che probabilmente percorreranno i cultisti, e si ripropone di fare lo stesso con Largo Serrato. Keidros borbotta tutto il tempo qualcosa di incomprensibile, ma a quanto sembra sempre rivolto allo sproporzionato numero di guardie. In effetti l'unica cosa che lo distrae un po' è l'odore dello stufato "Almeno sappiamo dove pranzare"

Il gruppo attende i consueti convenevoli di Benneb al suo cliente e quando rientra in bottega lo seguono all'interno del locale.

Dopo essersi guardato un po' in giro per vedere se ci sono altri clienti, Jebeddo saluta l'artigiano

"Felice giornata messere,che Waukeen la renda anche prospera di ottimi affari. Mi chiamo Jebeddo, e con i miei sodali saremmo interessati ad un particolare carico. Le paludi sono un luogo ameno, almeno per i morti..."

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Jebbeddo prende nota mentalmente di ogni punto cieco, zona vantaggiosa e angolo d'ombra sul percorso vicino alla locanda del Polveroso. Una volta poi accertatosi di essere da soli, pronuncia la frase a Benneb che si volta, stupito e forse spaventato.

"Ameno, ma i morti non se ne accorgeranno..." Sembra preoccupato e cerca di fare mente locale su qualcosa che sembra sfuggirgli. "Non sono ancora arrivati. Ho già detto al Kej-hab che non farò altro, ho già messo a rischio la mia vita fin troppo. Sapete dove e quando trovarli, ma ora lasciatemi in pace."

L'interno del locale è come il suo proprietario: polveroso. I banchi da lavoro hanno uno spesso strato di polvere che ne nasconde il colore originale, gli attrezzi e il materiale da lavorare sono anch'essi tutti impolverati. Toccando qualsiasi cosa si lascia un'impronta. La polvere è quella del legno e del ferro, lavorati per creare attrezzi da cantiere: raspe, scalpelli, sgorbie, martelli, cazzuole e mille altri. 

 

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"Ha già fatto molto, mastro Benneb, e la città le è grata. Siamo venuti solo in visita di..ehm..cortesia, diciamo, in quanto saremo noi a svolgere la missione e ci sembrava scortese non farci neanche riconoscere, visti i rischi che già si è sobbarcato per la causa. Il Kej-hab ci ha anche garantito che farà in modo che Largo Serrato non sia sorvegliato per facilitare lo svolgimento della missione e.." lo gnomo cerca di essere più accomodante possibile per non fare sentire ancora più in difficoltà l'artigiano "per non creare problemi neanche alla sua attività. Crede sia possibile fare mettere i cultisti con i carretti nel Largo, con la scusa di agevolare il carico dal retro bottega?non le chiederemo altro, magari avrebbe comunque fatto così per non lasciare i carretti in mezzo al traffico.."

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Il mercante è visibilmente preoccupato, ma sa di avere a che fare con la milizia cittadina e quindi sa di non poter rischiare troppo.

"Largo Serrato è qui dietro. Quindi è qui che li prenderete? Per Waukeen spero davvero non facciate del danno alla mia attività. Devo dire a Kaled di restare a casa. Comunque venite venite, la porta che da sul retro è proprio qui."

Accompagna i tre a una pesante porta in legno e ferro che spesso usa per far passare la merce più grossa. Davanti si apre Largo Serrato, una piazzetta con al centro un vecchio pozzo abbandonato, con tutto intorno magazzini e negozi chiusi o falliti. Effettivamente sembra il posto perfetto, senza vie di fuga e non frequentato. 

"Farò il possibile per portarli da questa parte. Di solito i clienti li ricevo da dove siete arrivati voi ma troverò il modo. Una volta usciti dal negozio sbarrerò la porta. E non voglio averci più nulla a che fare. Dannata sorte che me li ha fatti incontrare. Voi che farete?" 

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Mentre Jebeddo osserva lo spiazzo alla ricerca di anfratti utili per nascondersi cerca di tranquillizzare il buon Benneb "Non abbia tema per il suo locale, i nostri ordini sono chiari: i cultisti non devono uscire dalla città, e senza che la quiete cittadina sia disturbata, e senza farci vedere dalle guardie. Purtroppo la sorte è stata a suo modo avversa anche con noi.Spero che il Kej-hab saprà compensarla per il servigio che sta rendendo alla città , e che Beshaba eviti di farle nuovamente incontrare queste creature degenerate."

Keidros si sbriga ad aggiungere "Che ne dici di pranzare con noi?lo stufato ha un ottimo profumo, sei mio ospite!" con un entusiasmo che forse mal di addice alla situazione

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Benneb sembra tranquillizzarsi alle parole di Jebbebbo. La sicurezza dello gnomo nella buona riuscita della missione lo rassicura e gli strappa un mezzo sorriso. 

Lo gnomo intanto capisce che lo spazio ha parecchi anfratti in cui nascondersi ma abbastanza scomodi: sono le finestre e i portoni delle vecchie attività fallite e chiuse da tempo. Da li si può portare un attacco a distanza, ma con il rischio che i cultisti poi scappino per la via lasciata aperta.

L'artigiano rifiuta cordialmente l'invito di Keidros, dicendo che deve preparare della merce e che non ha molto appetito. 

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