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[PbF Vampiri - Dr. Randazzo]


Dr. Randazzo

Messaggio consigliato

CARLO MAURO RAVONA

Claudio Nistri accenna un sorriso e ti chiede il tuo numero di cellulare, dicendoti che vi risentirete tra due notti e che quindi, se non hai niente in contrario, lui avrebbe un altro impegno e ti lascerebbe volentieri libero di tornare nella sala dell’elysium o fare quello che vuoi insomma.

FRA GIACOMO

Carlo Argenti ti fa cenno di attendere un attimo e s’allontana di 5 metri circa. Compone un numero con il suo cellulare scassato e dandoti le spalle per quasi tutto il tempo, inizia una conversazione con il suo interlocutore.

Smanaccando e parlando a voce altina: “No, tranquillo: non mi sente nessuno… quindi il 18 del mese partiranno da Roma alle ore 18:00 …. 6 camionette dell’esercito, 4 della polizia e 4 camion militari ….? Ok, ho capito capo: altri hanno influenze in questo settore e …. Certo, certo, capo: trattative segrete con alti esponenti presenti anche a questo elysium…. non ci è dato sapere molto di più come sempre, certamente…. non è possibile rivelarci l’identità dei predetti “interessati”…. Ovvio capo…

La tabella di marcia della spedizione? Me l’aveva già detto? Ma è sicuro? Lo so che lei lo è sempre, ma … Ah, l’autostrada, ora ricordo, che sbadato…. e usciranno a “Firenze sud” alle ore 22:00 circa e attraversando la città, entreranno dentro la caserma….. Lo ricordo che me lo aveva fatto scrivere:avrò perso il foglio…Lì stazioneranno 5 giorni durante i quali verranno ricontati tutti i pezzi e divisi a seconda delle assegnazioni prestabilite per le varie “stazioni d’arrivo” a cui giungeranno il 24 all’alba …. caserme di Pisa e del Nord Italia…. Lungo il tragitto del convoglio saranno presenti molti occhi degli interessati che non tutti devono sapere che stiamo indagando su questi fatti? Anzi nessuno? Eseguiremo….

Come dice? Dentro la caserma dei Lupi di Toscana non possono entrare “civili non autorizzati”: solo militari di carriera e i soldati di leva di istanza proprio nella caserma?

E’ tutto chiaro adesso… no, non ho altre domande… buonasera”.

SAMANTHA BLACK DE BLOODCANT

Armiens ti conduce, con passo fiero oltre una portafinestra che ha aperto e vi ritrovate quindi in un balcone che dà sul retro rispetto alla strada da cui siete entrati nel palazzo. Qui puoi vedere la grande corte interna, con orci e qualche figura due piani più in basso che vi hanno trovato un posto riservato.

Il ventrue Hugo de Armiens, si appoggia al cornicione in metallo del balconcino e ti osserva: “Orbene adesso può parlarmi meglio delle statue che il suo artista produce? Sarei felice… Non potete capire la noia della vita di un uomo d’affari come me: tutti i giorni a parlare di lavoro e mai un attimo per le proprie passioni personali.

KOLOMAN RADA

Con tua sorpresa nessuno si preoccupa di quello che succede sulla soglia dell’antibagno: sono tutti impegnati a ridere e tracannare birra, dondolandosi e dicendo cose insensate in una lingua sconosciuta, ma evidentemente divertenti. Solo un ragazzo dai capelli rasta alza la testa e guarda nella tua direzione, accennando un assenso con la testa e ritornando a concentrarsi sui discorsi dei suoi compagni di tavolo (forse ha già visto situazioni analoghe o non reputa pericolosa la scena che ha visto). Fattosta che la tipa ti rimane ancora avvinghiata con il braccio libero (l’altro lo stavi baciando) e ti dice: “spaghetti carrettiera grèzzie, pizza al prosutoo grèzie…preggo, eh, eh, eh. Dammi una vino itallianoo” e sghignazza allegramente.

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KOLOMAN RADA

Con tua sorpresa nessuno si preoccupa di quello che succede sulla soglia dell’antibagno: sono tutti impegnati a ridere e tracannare birra, dondolandosi e dicendo cose insensate in una lingua sconosciuta, ma evidentemente divertenti. Solo un ragazzo dai capelli rasta alza la testa e guarda nella tua direzione, accennando un assenso con la testa e ritornando a concentrarsi sui discorsi dei suoi compagni di tavolo (forse ha già visto situazioni analoghe o non reputa pericolosa la scena che ha visto). Fattosta che la tipa ti rimane ancora avvinghiata con il braccio libero (l’altro lo stavi baciando) e ti dice: “spaghetti carrettiera grèzzie, pizza al prosutoo grèzie…preggo, eh, eh, eh. Dammi una vino itallianoo” e sghignazza allegramente.

Ma che tempi... incivili...

Dove sono le dame cortesi che resistono al corteggiamento? Dove i cavalieri che difendono l'onore delle proprie donne? Ahimè questi tempi funesti toccano a me...

"Ssignorina lla prego... llei ha bissogno di aiuto, venga con me"

Attraverso la stanza cercando di mantenere l'andatura più dignitosa possibile e mi avvio verso la porta

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il posto in cui questa figura accanto a me mi ha accompagnato è sicuramente incantevole. Lo guardo e e dopo aver fatto un lieve sorriso..

"Signor Armiens, le statue a cui mi riferisco non possono essere descritte in alcun modo, qualsiasi parola io possa usare per parlargliene non renderebbero certo giustizia a quei capolavori. Bisognerebbe vederle per poterle giustamente ammirare e giudicare." Mi appoggio al cornicione avvicinandomi al viso del mio accompagnatore.

"Se siete interessato potrete venire a vederle voi stesso... allontanandovi così dalla noia dei vostri soliti affari; credetemi queste opere d'arte sono tutto fuorchè noiose"

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Rimango pensieroso per un po', rielaborando i dati più precisi che il mio maldestro collega è riuscito a mettere insieme.

Le mie speranze è di riuscire a scovare i responsabili prima dell'arrivo a Firenze...

"Domani telefonerò al mio superiore per alcune delucidazioni, poi ti ricontatterò per metterci d'accordo meglio. Lasciami il tuo numero di cellulare, così eviteremo di perdere tempo inutilmente". Sfilo il blocco che tengo sempre in una delle tasche, strappo il terzo foglietto, lasciando attaccati i primi due su sui ho scarabocchiato alcuni appunti tempo addietro, e glielo porgo.

"Hai da scrivere?", gli chiedo.

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CARLO MAURO RAVONA

Lungo i corridoi che percorri, c’è qualcuno a parlare ogni tanto. Argenti prosegue i suoi affari al piano di sotto e tu puoi entrare tranquillamente nella sala dell’elysium. Sostanzialmente non è cambiato molto da quando l’hai lasciata: gente che parla, i camerieri che servono, etc.

FRA GIACOMO

Carlo Argenti si volta e si avvicina a te e con lo sguardo pensieroso, dice: “Ma non vuoi sapere quello che mi ha detto Ferenzio…? Ok, forse è meglio riorganizzare le idee, almeno domani potremo agire con più freddezza. Da scrivere? No, ma se mi detti posso scriverlo sul cellulare”.

Con la mano destra sulla tastierina, s’appresta ad ascoltarti e scrivere qualcosa.

SAMANTHA BLACK DE BLOODCANT

Armiens aggiunge al suo sguardo indagatore, un sorriso “malizioso e complice”.

Quando ritiene di essersi “ricolmato” gli occhi scuri con il tuo volto fuori dal comune: ”Sono sicuro che le statue sono meravigliose come dice e che sicuramente necessiterebbero di particolare attenzione da parte di un collezionista come me ”. Il ventrue prosegue: “Potrei chiederle quindi un recapito o un numero di telefono al quale rivolgermi, non appena avrò un po’ di tempo per l’occasione?

KOLOMAN RADA

La ragazza semistordita e traballante ti segue, alzando qualche volta la testa e sorridendo e cercando di guardarti… almeno così parrebbe….

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KOLOMAN RADA

La ragazza semistordita e traballante ti segue, alzando qualche volta la testa e sorridendo e cercando di guardarti… almeno così parrebbe….

"non temmere, picola. Da sta note in poi, non dovrai piu temmere nula"

uscendo dal locale mi dirigo verso un vicolo buio, dove so che nessun potrà vedere...

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Infilo una mano nella mia pochette e tiro fuori un biglietto con su scritto solo il mio numero telefonico (uno dei tanti) stampato sopra la serigrafia di una rosa.

"Ecco a Voi. Potete chiamarmi quando volete.... naturalmente di notte."

Gli porgo il biglietto sorridendo maliziosamente

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Tornato nella sala dell'elysium mi avvicino ad uno dei camerieri che servono da bere e ne prendo un bicchiere....sorseggiandolo lentamente penso alla noiosità di queste feste....."a me non sono mai piaciute le feste e se non fosse stato per il fatto che dovevo concludere affari non sarei voluto neanche venire"...finito il bicchiere cerco da sedermi....

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CARLO MAURO RAVONA

Appena il tuo sguardo sembra anche solo lentamente alla ricerca di qualche delizia da bere, arriva un cameriere vestito di tutto punto e te ne serve un bicchiere. Ci sono molte sedie alle pareti della stanza, alcune intorno a tavolini. Certo molte sono occupate, ma alcune sono libere senz’altro, compreso un tavolino da 4 posti. La stanza è al solito mezza piena: riconosci chiaramente il ventrue de Armiens che entra dal balcone delle finestra centrale, scostando una tenda, un gruppo di persone composto dal ventrue Leonardo Almerini ed il malkavo Valente Pinna. Poco lontano da te i ventrue Giovanni Claudio Della Torre e Gilbert Froyes stanno parlando tra di loro. Nell’angolo vicino alla porta d’entrata, proprio dietro l’anta della porta destra, che è a 90 gradi, c’è una sedia con un piccoletto seduto sopra. Dall’aspetto sembra un adolescente. E’anche lui un vampiro neonato come te e se ne sta lontano da tutti, ogni tanto guardandosi intorno con timidezza. Il vestito che porta è sgualcito, strappato e rattoppato alla meglio, per niente pulito né stirato. Sta gingillandosi con il suo bicchiere in mano, controllando l’orologio nervosamente. Tutti sembrano starsene alla lontana, anche i camerieri.

Mentre stai osservando questo, ti accorgi che ci sono delle figure che ti si stanno avvicinando: trattasi di Valente Pinna: primogenito malkavo, il ventrue Gilbert Froyes e un terzo che non conosci: evidentemente hai sostato molto tempo a elucubrare sul tipo solitario e non ti sei accorto di altro.

Noti delle macchie di fango secco e degli aghi di pino sull’orlo dei pantaloni del malkavo, ma le scarpe sono pulite e lucide.

FRA GIACOMO

Al bruja sembra sfuggire qualcosa, ma alla fine ti dà il suo numero di telefono, aggiungendo che sarà reperibile domani dopo le 2:00 circa, non prima: ha degli affari da sbrigare. Detto questo se ne va per la sua strada.

SAMANTHA BLACK DE BLOODCANT

Armiens prende con calma galante il biglietto che gli porgi e ti ringrazia, baciandoti la mano.

Lo conserverò con la dovuta attenzione”, dice. Dopodiché dice che il suo tempo, come sempre è poco e che deve ritornare dagli altri che avete lasciato nella stanza e tu sei quindi libera. Per quanto riguarda lui, ritorna al suo originario gruppo di persone dove però è assente Christopher.

Attira la tua attenzione una specie di nazista in alta uniforme da gerarca non troppo corpulento, che attraversa la stanza, uscendo dalla porta con pesanti passi con i suoi stivali in pelle, sistemandosi il cappello con l’aquila decorata sul davanti.

KOLOMAN RADA

Firenze offre stradine con cantieri in allestimento e vicoli con cassonetti dove non è difficile trovare di notte qualcuno a far un “bisogno-post-birra” o altre scene più interessanti, specialmente con protagoniste straniere.

Quello che si presenta a te rientra nel gruppo dei “vicoli poco illuminati”, ma vuoto. Trovi dei sacchi dell’immondizia messi per strada (non c’è un cassonetto dei rifiuti e qualche cittadino ben pensante ha deciso di fare a modo suo).

JANAK

Valente Pinna e il ventrue Gilbert Froyes ti portano incontro al ventrue di cui ti ha parlato il tuo primogenito e che sembra soprappensiero, seduto ai margini della stanza, sorseggiando.

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mi avvicino con passi lunghi e lenti al Ventrue. sento voci, troppe voci; non riesco a trattenere la mia mano dal fare un veloce gesto in aria come per scacciare qualcosa...maledetto spirito, anche quando non mi ci sei mi dai fastidio. Immediatamente riporto lo sguardo sul Ventrue:

"Salve, immagino di parlare con Ravona. Il mio nome è Jarak, piacere di fare la sua conoscenza"

(il vapiro che ti trovi davanti è alto circa 1,75 , lunghi capelli biondi raccolti in una coda; indossa una felpa a quadri con diverse tonalità di blu, coperta da un lungo cappotto grigio, pantaloni di velluto e scarpe di pelle marroni e bianche. il collo completamente coperto da una fine sciarpa bianca. il viso è parzialmente oscurato da un paio di occhiali da sole a goccia, con lenti e montatura nera)

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Prendo il biglietto col numero e lo infilo con cura nel mio blocco.

Comincio a sentirmi stanco e intontito per questo evento e, onestamente, non credo di avere ancora molto da fare in questo posto.

Mi avvio verso l'uscita con calma, cercando di notare se qualcuno mi sta guardando.

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"Come lei ha già detto il mio nome è Ravona...piacere di fare la sua conoscenza...qual'è il motivo per cui ho avuto il piacere di fare la sua conoscenza?"

[il ventrue è alto un pò meno di 1,70. Ha un fisico molto asciutto e porta un paio di occhiali dalle semplici lenti ovali. Indossa uno smocking nero e dei pantaloni anch'essi neri]

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CARLO MAURO RAVONA E JARAK

Il ventrue Gilbert Froyes, insieme al malkavo Valente Pinna, si guardano negli occhi per un istante con nascosto imbarazzo misto a sorpresa. Froyes riprende: “Vedo che siete spigliati nel socializzare, questo è un pregio, magari la prossima volta piacerebbe a noi illustrarvi i nostri piani, vero signor Pinna?”. Il malkavo annuisce con la testa e dice: ”Vi abbiamo fatto conoscere perché Froyes ha ritenuto che il clan malkavo potesse essere utile per lo svolgimento della missione assegnata al ventrue Ravona e i malkav hanno tutto l’interesse per aiutare i ventrue in questa operazione. Quindi pensiamo che possiate collaborare al meglio insieme”.

Gilbert continua: “infante Carlo Mauro, come ha detto il primogenito malkavo, abbiamo il comune interesse al perseguimento dello scopo della missione a te assegnata. Essendo il clan malkavo alleato al nostro, ti autorizzo a fare partecipe il malkavo Jarak degli sviluppi del piano che stai preparando”.

I due vampiri vi chiedono se avete domande al riguardo, in mancanza delle quali, tornerebbero volentieri ai loro affari, lasciandovi soli e liberi di parlare tra di voi ora o in altra nottata.

FRA GIACOMO

Non ti sembra che nessuno ti guardi in maniera particolare e arrivato al portone d’ingresso, un ragazzo vestito da “tuttofare” ti chiede il nome e fatta una telefonata breve, dopo alcuni minuti arriva l’auto di grossa cilindrata guidata da Roberto Guastino.

Montato in auto, la mercedes sfreccia per le strade di Firenze superando i posti di blocco della polizia preposta a proteggere questa riunione, con destinazione l’appartamento dove hai passato la giornata di ieri.

Roberto ti guarda come se aspettasse degli ordini, un commento o altro, in mancanza dei quali si limita a portarti a destinazione senza fare domande.

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KOLOMAN RADA

Firenze offre stradine con cantieri in allestimento e vicoli con cassonetti dove non è difficile trovare di notte qualcuno a far un “bisogno-post-birra” o altre scene più interessanti, specialmente con protagoniste straniere.

Quello che si presenta a te rientra nel gruppo dei “vicoli poco illuminati”, ma vuoto. Trovi dei sacchi dell’immondizia messi per strada (non c’è un cassonetto dei rifiuti e qualche cittadino ben pensante ha deciso di fare a modo suo).

Quando sono sicuro di non essere visibile, mi immergo in un'ombra con la mia vittima. Inizio a toccarla, finchè non ritrovo il mio fazzoletto, che piego e rimetto nel taschino. Dopo di che mi avvicino al suo collo, e le tappo la bocca con molta forza, per evitare gli urli. Mi disseto, e aspetto che la vacca svenga.

La guardo. E' così brutta che non mi ispira iminamente. Non merita la mia arte, non diventerà una scultura. Forse non merita nemmeno la compassione della morte silenziosa che avevo deciso di darle. Ormai però è già svenuta, con il mio dono mi assicuro di cancellare i segni del mio banchetto. Dopo di che con un colpo secco la uccido e la abbondono nel vicolo.

Domani quando troveranno il corpo, probabilmente parleranno di un delitto inspiegabile, senza furti o vilenze di tipo sessuale.

Se il mio lavoro qui a firenze si dilungherà, probabilmente inizieranno a parlare di un serial killer. Poi di un mostro...

Ma adesso si sta facendo tardi. La notte non durerà ancora a lungo e presto dovrò trovarmi nel punto stabilito con la mia bella autista toreador...

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Vedendo l'abbogliamento dello strano tipo che mi passa davanti, mi cchiedo come sia possibile che gente di così cattivo gusto sia stata privilegiata del dono di Caino.

Per me la serata all'elysium finisce qui... si sta facendo tardi e devo incontrare il mio affascinante scultore. Prendo congedo da i nuovi conosciuti e da Chris ed esco dal palazzo.

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CARLO MAURO RAVONA E JARAK

Il ventrue Gilbert Froyes, insieme al malkavo Valente Pinna, si guardano negli occhi per un istante con nascosto imbarazzo misto a sorpresa. Froyes riprende: “Vedo che siete spigliati nel socializzare, questo è un pregio, magari la prossima volta piacerebbe a noi illustrarvi i nostri piani, vero signor Pinna?”. Il malkavo annuisce con la testa e dice: ”Vi abbiamo fatto conoscere perché Froyes ha ritenuto che il clan malkavo potesse essere utile per lo svolgimento della missione assegnata al ventrue Ravona e i malkav hanno tutto l’interesse per aiutare i ventrue in questa operazione. Quindi pensiamo che possiate collaborare al meglio insieme”.

Gilbert continua: “infante Carlo Mauro, come ha detto il primogenito malkavo, abbiamo il comune interesse al perseguimento dello scopo della missione a te assegnata. Essendo il clan malkavo alleato al nostro, ti autorizzo a fare partecipe il malkavo Jarak degli sviluppi del piano che stai preparando”.

I due vampiri vi chiedono se avete domande al riguardo, in mancanza delle quali, tornerebbero volentieri ai loro affari, lasciandovi soli e liberi di parlare tra di voi ora o in altra nottata.

durante la conversazione fisso sempre gli occhi del ventrue. Attendo qualche secondo dopo le parole di Gilbert e, continuando a fissare Ravona

"Grazie, direi che adesso possiamo proseguire anche da soli."

detto questo aspetto che il ventrue mi spieghi quello che c'è da spiegare, o che rimandi ad un altro incontro.

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"Non abbiamo domande....direi che possiate anche lasciarci da soli" dopo di queste parole faccio una pausa nella quale aspetto che i due si allontanino "Bene direi che posso metterla al corrente del piano anche ora tanto anche rimandando le informazioni sono sempre quelle...questo però è un posto nel quale possono esserci molte orecchie indiscrete, preferisce comunque rimanere qua o le va bene anche andare in un'altra stanza?"

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"andiamo in un' altra stanza. Qui ci sono troppe, troppe voci"

detto questo continuo immobile a fissare il ventrue... Oh no, ancora quello scocciatore... roteo gli occhi, non ne posso più di questo tizio che parla nella mia testa...non riesco a trattenere un sibilio appena percettibile

"lasciami in pace ho detto, ne riparliamo a casa!"

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