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[Licia Troisi] Le Cronache del Mondo Emerso


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Tralasciando il discorso su armi e armature (come avrete capito è un ambito in cui tendo ad essere maniacale), bisogna dire che la Troisi ha molti altri limiti.

I dialoghi sono piatti, sembra che tutti i personaggi pensino con la stessa testa e non c'è mai un briciolo si suspance mentre abbondano gli errori (tattiche militari sconclusionate, misure che non coincidono). Insomma, nel momento in cui decido di creare un mondo fantasy ho il dovere di renderlo verosimile. Devo fare in modo che il lettore non si stacchi ogni due minuti dalla pagina pensando "che idiozia!".

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Beh ma qui (al di la della qualità bassa) il problema è tuo, facci caso: prima dici che tralasci il discorso su armi ed armature e poi ti butti sugli errori di "tecnica militare".

Le nostre passioni superspecifiche dobbiamo lasciarle fuori dai romanzi altrimenti diventiamo scemi. Pensa che io studio le religioni, praticamente nel fantasy si salverebbe solo Tolkien (forse Martin ma non lo ho mai letto) per il resto di pantheon strafalcionatissimi ne ho trovati a bizzeffe. Però se mi metto a ragionar così me posso leggere solo i testi di teologia. Insomma anche se i libri in questione fossero stati scritti meglio SICURAMENTE al lettore tipo non interesserebbe che le strategie militari siano coerenti.

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Ok, io sono più fortunato allora: studio lingue, storia e letterature antiche e in quel campo Tolkien è decisamente IL maestro britannico del XX secolo.

Scherzi a parte, penso che sia normale approfondire il proprio campo di specializzazione quando si scrive un romanzo.

Come lo è per un Game Master o per un giocatore nelle partite.

Io mi soffermo molto sulle lingue, ad esempio, e sulle tradizioni antiche.

Un mio amico è invece molto attento alle questioni militari e agli armamenti, una sua passione.

Il problema è che io non posso scrivere in un romanzo che "Jane emise una lunga vocale centrale aperta con aspirazione finale" ("AAAAAAAH!") facendo seguire il tutto dalla frase "quando com'era prevedibile la piccola tartaruga superò la sua auto da corsa lanciata a tutta velocità".

Ora, so che non ha scritto chissà che cosa, ma sapete che fece Margaret Weis prima di inserire un cane da pastore in alcuni suoi romanzi? Si fece spiegare almeno i rudimenti da una persona che allevava e addestrava cani di quel genere (scoprendo fra l'altro che il suo cane "da pastore" dal punto di vista del pedigree era in realtà terrorizzato dalle pecore).

Per scrivere un testo poco poco accettabile ci vogliono almeno un po' di rudimenti di ogni argomento trattato. E pensare che spesso basterebbe anche wikipedia per evitare certi strafalcioni, il che è tutto dire.:banghead:

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Le nostre passioni superspecifiche dobbiamo lasciarle fuori dai romanzi altrimenti diventiamo scemi. Pensa che io studio le religioni, praticamente nel fantasy si salverebbe solo Tolkien (forse Martin ma non lo ho mai letto) per il resto di pantheon strafalcionatissimi ne ho trovati a bizzeffe.

Essendo una creazione dell'uomo, un pantheon può anche essere sconclusionato. Certo, è fastidioso vederer dei pantheon alla Strazzulla, ma quando parliamo di armi torniamo sul piano del reale. Certo, se un autore mi spiega che c'è un materiale indistruttibile ecc.. la faccenda assume altri contorni, ma i soldati che bruciano il villaggio e poi lo saccheggiavo o la catapulta che con un tiro a campanile becca un drago in volo, beh...capirai tu stesso che sono scemenze da asilo.

Armi e armature è un conto, quella di attaccare una città che si tiene sotto scacco poco prima che gli abitanti finiscano cibo e acqua è una castroneria bella e buona (e penso che siano queste le questioni di tecnica militare che dice Zweilawyer).

Esatto. Poi uno è liberissimo di apprezzare la Troisi, ma le sarebbe bastato così poco (vedi wikipedia) per non cadere nel ridicolo ad ogni scontro.

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Ora, so che non ha scritto chissà che cosa, ma sapete che fece Margaret Weis prima di inserire un cane da pastore in alcuni suoi romanzi? Si fece spiegare almeno i rudimenti da una persona che allevava e addestrava cani di quel genere (scoprendo fra l'altro che il suo cane "da pastore" dal punto di vista del pedigree era in realtà terrorizzato dalle pecore).

Heinlein lavorò addirittura dei giorni per risolvere un'equazione sulla traiettoria di un razzo. Per rimanere al fantasy, Martin ha studiato a lungo i costumi medievali, K.J. Parker costruisce archi ed è diventata esperta in metallurgia, ecc.

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Più che altro l'autrice ha ammesso candidamente all'epoca di non aver mai letto fantasy in pratica, da cui (essendo a dirla tutta non comunissimo per persone non studiose di storia o discipline affini o non appassionate di fantasy studiarsi strategie militari del medioevo, funzionamento delle catapulte e cose così) la sua totale ignoranza in fatto di verosimiglianza.

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Io continuo a non capire la meccanica della cosa: gli assedianti stanno cercando di ottenere un artefatto magico e decidono di attaccare non appena l'assedio sfinisce le riserve degli assediati per evitare che essi (come ultima spiaggia) distruggano l'artefatto. Questo dopo che i vari tentativi di rubarlo sono finiti male... Cosa c'è di militarmente così scorretto?

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Io pensavo che ci si riferisse ai vari assedi perpetrati dal Tiranno nel terzo libro volti a conquistare gli oggetti magici od ad uccidere i maghi...

Nel primo libro si parla dell'assedio alla torre di Niahl ma lì la cosa è durata poco (le porte sono state divelte ed i frammin sono semplicemente entrati nella torre dopo poche ore)...

Orpo qui urgono chiarimenti... ^^

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Penso che il riferimento sia questo:

Il generale era un uomo ruvido. Cominciò subito con l’impaurirli. "Questo non è un gioco. Quello che vi insegnano in Accademia sono scemenze da damerini. La guerra è un’altra cosa: non c’è posto per i convenevoli, né per i manuali di spada. Quando siete nella mischia valgono solo l’ordine del vostro superiore e quanti nemici fate fuori. Quindi non pensiate che siamo qui a farvi da balia. Il vostro primo dovere è obbedire. Se non rispettate gli ordini e finite nei guai, sta a voi tirarvi fuori. Ed evitate di contare troppo sul vostro supervisore: in combattimento la sopravvivenza è affar vostro. Per quel che riguarda la battaglia di domani, si tratta di un assalto a una fortezza che teniamo sotto assedio da tempo: le loro scorte di cibo e acqua sono quasi terminate, dunque è il momento giusto per attaccare. Inizieremo un’ora prima dell’alba. Gli arcieri creeranno un po’ di scompiglio all’interno, poi i Cavalieri di Drago attaccheranno dal cielo, mentre la prima linea di fanti darà l’assalto alle mura e al portone."

Niente artefatti.

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No niente artefatti solo una guarnigione di Frammin (mezz'orchi) da sfiancare prima che diventino troppo affamati e vengano madati allo sbaraglio dal Tiranno (sono mere armi biologiche e la fame li indurrebbe a diventare più furiosi e combattivi essendo antropofagi). Penso che se volessimo cercare le "boiate marziali" sarebbe molto più facile guardare come addestravano la nostra Nihal ("quello è il tuo drago sputafuoco selvaggio: domalo senza morire"). Però per me rientrano nell'ingenuità genereale del testo.

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Io credo che questo fatto di attaccare nel momento più o meno sbagliato sia un difetto del tutto secondario nei libri della Troisi.

Molto peggio sono i dialoghi orrendi, il fatto che i personaggi sembrano tutti uguali nel modo di pensare, l'ambientazione fatta talmente a spanne da far cadere le mascelle, la coerenza che traballa in più tratti della storia.

Questo almeno per il primo libro della prima saga, l'unico che ho letto (ed è stato più che sufficiente).

E documentarsi almeno un pochino circa l'argomento di cui si scrive mi sembra davvero il minimo per uno scrittore. Cosa che mi pare manchi totalmente alla Troisi.

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No niente artefatti solo una guarnigione di Frammin (mezz'orchi) da sfiancare prima che diventino troppo affamati e vengano madati allo sbaraglio dal Tiranno (sono mere armi biologiche e la fame li indurrebbe a diventare più furiosi e combattivi essendo antropofagi).

Mah, a parte che non c'è scritta nessuna giustificazione del genere, ritengo sia molto più logico continuare a mantenere l'assedio, costringendo piuttosto i Fammin ad attaccare, al limite. Molto meno rischioso.

Comunque concordo che è solo un particolare di tanti.

Rimane il fatto che nell'attuale panorama italiano di fantasy, non c'è molto di meglio della Troisi. Almeno la lettura scorre abbastanza agevolmente. Sconfortante.

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Già, la moda degli autori adolescenti, inaugurata in USA da Paolini e l'immondo Eragon, da noi riscuote ancora ampi successi. Fra Bryan di Boscoquieto, Garmir l'eclissiomante, Il Silenzio di Lenth, Il Libro del Destino e altre porcherie siamo messi maluccio. Fortunatamente c'è qualcosa di buona, come l'Acchiapparatti di Barbi.

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Mi viene il dubbio che non ci sia anche qualcosa dietro... qualcosa del genere "un ragazzetto è già contento di essere pubblicato, quindi possiamo cavarcela pagandolo meno e intanto abbiamo questa linea editoriale che vende abbastanza ai ragazzetti".

La Troisi qui spicca perché è la "meno peggio". Un po' come l'orbo nel paese dei ciechi.

Poi magari è solo una mia paranoia, ma mi sembra uno scenario non del tutto improbabile.

L'unica, vera magagna è che in tutto questo i veri libri fantasy non li trovi manco a cercarli: le ristampe di Elric sono ferme, le traduzioni nuove neanche si vedono, altra roba di Moorcock in edizione non antidiluviana non si vede, e la seconda parte dell'opera massima di Morris deve ancora essere pubblicata a sei anni di distanza dalla prima.:banghead:

Ah, dimenticavo: Tolkien in inglese in edizioni filologiche come quelle che trovi in Inghilterra qui chiaramente sembra quasi una bestemmia, forse perché se non lo traducono non possono fargli dire quel che vogliono.

In conclusione, forse, c'è di che rivalutare le male traduzioni della Armenia per i romanzi di D&D.

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