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La Valle del Vento Gelido


Nathaniel Joseph Claw

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Mentre ti vedono arrivare, i due goblin gettano a terra l'arco e, al tuo arrivo, estraggono un pugnale dalla cintura cercando di piantartelo dritto nel petto, ma incontrando l'impenetrabile difesa della tua lama. Immobili con le braccia sollevate a mezz'aria, aspettano solo di essere abbattuti. Approfittando della situazione favorevole, il più distante prende la mira con più accuratezza, riuscendo a centrarti in pieno al fianco. Una fitta di dolore ti percorre il lato destro del corpo, ma un'istante dopo la carne assorbe tutta l'energia mentale residua, richiudendo la ferita e facendo balzare fuori la freccia.

« AAAAAAAAAH! STAI ATTENTO TU! » la grassa donnona continua a strillare in preda al panico. « NON CALPESTARE LE MIE POVERE BESTIOLE! ATTENTO ALLE LORO CODE, SONO DELICATE! »

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Spoiler:  
Goblin 1 e 2

Attacco in mischia: mancato

Goblin 3

Attacco a distanza: 20 naturale (critico), 21 confermato, danni: 6

Ajan (3) - Goblin 1, 2 e 3 (illesi)

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« COME OSI PARLARMI COSÌ!? » cominci a pensare che questo sia il normale tono di voce della donnona. « COME TI PERMETTI?! ENTRI NELLA MIA CASA! CALPESTI LE MIE CREATURE! SPARGI DEL SANGUE! E POI MI TRATTI COSÌ?! AH, DUBITO CHE I VENTI SARANNO CLEMENTI CON TE, GIOVANE IMPERTINENTE! »

Gli strilli sono talmente forti che non riesci neanche a sentire il rumore dei corpi affettati dalla tua lama.

« CHIEDIMI SCUSA O TI SBATTO FUORI A CALCI, BRUTTO MALEDUCATO! »

I gattini miagolano innocenti, sporcandosi musetto e baffi di sangue.

« AAAH, TE LA FACCIO VEDERE IO SE TI PRENDO! TE LA FACCIO VEDERE IO! »

Il goblin rimasto, gracchiando furiosamente per il fastidio, scaglia una freccia nella tua direzione, mancandoti clamorosamente e trafiggendo un gatto bianco a chiazze arancioni.

« GHHHHHHHHHHHH » la donna sembra sul punto di morire mentre il felino cade sul pavimento in un bagno di sangue. « GHHHHHHHHHHHHHHHHHH »

Spoiler:  
Ajan

Attacco in mischia 1: 12+5 = 17 colpito, danni: 3+6 = 9 (morto)

Attacco in mischia 2: 14+5 = 19 colpito, danni: 7+6 = 13 (morto)

Goblin 1,

Attacco a distanza: mancato

Ajan (3) - Goblin 1 (illeso)

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Mi muovo verso il goblin incespicando tra i gatti

Stupidi mici, siete carini, ma siete anche un po' troppi!

Sentendo la grassona che continua a strillare raccolgo parte delle energie e lascio partire un dardo elettrico dalla mia mano che le si scarica vicino urlando a piena voce «PIANTALA O IL PROSSIMO È PER TE!»

Appena arrivo addosso al nanerottolo carico il colpo, ma prima di lasciarlo partire esclamo «Chi di freccia ferisce di spada perisce!»

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« AAAAAAHHHH! PENSI DI AVERE IL DIRITTO DI PRENDERTELA CON ME SOLO PERCHÉ SONO UNA VECCHIA CIECA! AH MA TE LA FARÒ PAGARE! » la donnona non sembra aver gradito il tuo gesto. « CHIEDIMI IMMEDIATAMENTE SCUSA! IMPLORA IL PERDONO O TI FICCHERÒ COSÌ TANTE CAROTE SU PER IL SEDERE CHE DOVRAI SCAPPARE DA CENTINAIA DI CONIGLI INFEROCITI! »

Dopo l'ennesimo inutile tentativo di un goblin di ferirti con un coltello, abbatti anche l'ultimo mostriciattolo rimasto, rimanendo solo nella stanza con i gatti e la grossa donna urlante.

« OH! ORA CHE LI HAI FINITI, VUOI ANCHE ME?! OH, IO LO SO CHE FANNO QUELLI COME TE! SPORCANO LA TERRA DI SANGUE E POI, COME SE NON FOSSE ABBASTANZA, VIOLENTANO LE DONNE, NEMICHE O ALLEATE CHE SIANO! AAAAAAH, I VENTI NON AVRANNO PIETÀ DELLA TUA CARCASSA, MOSTRO! »

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«Guarda, sinceramente prima di violentare te passeranno molte ere geologiche, quantomeno quelle di cui avrai bisogno per perdere quei 150 quintali di troppo. Non c'è bisogno che mi ringrazi per averti salvata, ci si vede» dico con un mezzo risolino uscendo il più in fretta possibile in direzione della locanda.

Spero che quegli zotici si stiano dando da fare, non è possibile che qui debba fare tutto io!

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Mentre esci dalla casa, ormai stufo di saltellare qua e là per evitare di fare strage di gatti, la vecchia donnona ti inveisce contro con rinnovato vigore, insultandoti e ordinandoti di chiederle scusa. Anche quando sei fuori dalla casa, continua a strillare e sbraitare frasi incomprensibili, sia per la foga con cui vengono pronunciate, sia per la distanza che ormai comincia ad essere notevole. Arrivato ad una distanza sufficiente per essere raggiunto solo dalle note più acute della sua voce, ti sembra di distinguere una frase pronunciata con molta più calma, con un tono talmente rilassato che non hai idea di come tu possa riuscire a sentirla:

« Certe insolenze si pagano con il sangue. Altre, le peggiori, con il tormento »

Raggiunta la locanda, apri la porta e, finalmente, ti ritrovi in un luogo dove il caldo prevale sulle temperature rigide di questa terra desolata. Le asce che hai portato poco fa sono ancora sparpagliate sul pavimento, esattamente nella posizione in cui le gettate. Vedendoti entrare, il locandiere, un grosso omaccione pelato con vestiti logori e stretti che lasciano intravedere strati di lardo, ti lancia un sorriso beffardo e, continuando a lucidare un bicchiere, neanche ti saluta. L'unico a rivolgerti delle attenzioni è un uomo corpulento e robusto, completamente avvolto in un pesante mantello spesso quanto il tuo corpo, con i capelli lunghi fino alle spalle. Alzando un boccale pieno di chissà quale porcheria, ti saluta con voce vigorosa e potente.

« Il dispensatore di asce è tornato tra noi! A cosa dobbiamo questo onore? »

Gli altri tre avventori, seduti in disparte ad un tavolo nell'angolo, hanno tutta l'aria di essere un gruppo di avventurieri. Dopo averti squadrato per qualche istante, ti ignorano e continuano a discutere per i fatti loro. Per il resto, la taverna è vuota.

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«Sentite, fuori ci sono diversi goblin da eliminare e sarebbe molto gradito il vostro aiuto, non è che potreste gentilmente impugnare un'ascia, uscire e rendervi utili alla causa?» dico con tono misto tra il calmo e quello di una madre che sta per avere un esaurimento nervoso perché i figli non fanno le cose.

Sto iniziando a pensare che sia meglio che vada da solo, mi sto davvero rompendo di correre avanti e indietro per questa città di incompetenti beoni.

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« Rendermi utile alla ca... »

Il grosso uomo ti fissa con sguardo corrucciato e aria perplessa, poi scoppia in una risata fragorosa.

« AHAHAHAHAHAHAH! E a quale causa dovrei rendermi utile? Questa città paga ragazzi senza palle per fare quello che, in tempi migliori, spettava a veri guerrieri. La mia epoca è passata, ormai non ho più motivo di combattere »

Beve un sorso dal boccale. Il gruppo nell'angolo ride sommessamente.

« Io sto già lottando per la MIA causa. Dimmi, ragazzo, perché dovrei aiutare te, se tu non aiuti me? »

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«Alla causa che la locanda non venga rasa al suolo? Alla causa che LA CITTA' non venga rasa al suolo? Alla causa di poter bere una birra domani ridendo, invece di avere la testa appesa ad una picca?» dico ansimando in maniera aggressiva, una goccia di sudore cola dalla fronte sporca di sangue e polvere, lasciando un solco pulito al suo passaggio «Poi magari quando saranno le teste di quei goblin ad essere appese delle picche, torneremo qua a mie spese.» aggiungo in tono vagamente più amichevole, quasi sorpreso da quello che ho appena detto.

Stupidi zotici ignoranti.

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L'uomo ti fissa con un'espressione impenetrabile. Poggiando il boccale sul tavolo, si alza in piedi e muove un passo verso di te, arrivandoti praticamente di fronte. Alto almeno due metri, il suo corpo è un ammasso di muscoli e grasso, tenuto compatto da una rigida armatura di un cuoio particolarmente rigido ben nascosta sotto il pesante mantello. Quando parla, ti alita dritto in faccia, inondandoti del sapore di vino scadente.

« Se ora verrò a combattere al tuo fianco, alla fine della battaglia combatterai tu con me qui, a tue spese? » chiede, indicando il boccale. Ora che vedi la mano, ti accorgi che potrebbe tranquillamente afferrare le teste di due uomini con quel palmo gigantesco (anche se non sai quanto sia reale e quanto faccia lo spessore del guanto di pelle). « Hai così disperatamente bisogno di aiuto da accettare di pagare da bere ad un barbaro delle valli? »

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Ti guarda come se stesse rubando delle caramelle ad un bambino.

« "Qualche moneta d'oro", AH! » esclama divertito. « Tua la battaglia, tue le regole. Mia la battaglia, mie le regole. Ti seguirò contro quei goblin ed eseguirò i tuoi ordini, ma, finito lo scontro, invertiremo i ruoli. Non ho bisogno di una stretta di mano: dammi la tua parola e ti crederò. Solo un ultimo avviso: se accetterai, ti converrà lasciarci le penne contro quegli sgorbi verdi »

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«Affare fatto, hai la mia parola.» dico soddisfatto ritraendo la mano «Direi che ora è il momento di sbrigarci però, quei mostriciattoli non stanno certo ad aspettare noi. Prima però posso sapere il tuo nome? Io mi chiamo Ajan» proseguo con piglio deciso uscendo dalla porta. Mi fermo un istante ad ascoltare i rumori della battaglia e mi dirigo verso dove sembrano più vicini.

Questo tizio è piuttosto inquietante, ma sembra possa rivelarsi davvero utile in questa situazione. Poi sono curioso di vedere quanto è in grado di bere, vuoi dire che riesca a bersi tutti i soldi che mi rimangono?

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« Il mio nome è Guthewulfe, primo dei senzacasa degli Henghelm. Ti consiglio di tenere gli occhi aperti in battaglia, avrai molto da imparare »

Prima di uscire, si avvicina ad un cumulo di sacchi stracolmi addossati alla parete e, rimosso un legaccio, si mette a frugare all'interno del meno voluminoso. Dopo qualche istante, un sorriso raggiante gli si dipinge sul volto, mentre estrae con gesto trionfante un'imponente ascia bipenne. Con una scatto furioso se la sbatte di piatto contro il petto.

« Questa è Spezza-Inverni » quando pronuncia il nome, l'acciaio diventa azzurro e le estremità affilate si ricoprono di piccoli pezzi di ghiaccio. « Potrai raccontare ai tuoi figli di aver combattuto al suo fianco »

Usciti dalla locanda, ti incammini verso la tua destra, in direzione opposta al molo, dove i versi dei goblin sembrano più forti. Guthewulfe ti segue con passo sicuro, schiacciando rumorosamente la neve sotto i piedi e stringendo con una mano il manico della sua rozza quanto maestosa arma. Arrivati al bordo di uno spiazzo aperto, delimitato a ovest da un pendio roccioso, a sud dalle case e a nord da una serie di scafi di barche capovolti sul terreno, ti imbatti in una scena alquanto curiosa: un nano, in piedi sopra una montagnola di cadaveri di goblin, di cui riesci a vedere solo lo strato esterno, fa roteare con lento movimento del polso un martello da lancio, squadrando ad uno ad uno i pochi mostriciattoli rimasti in vita attorno al cumulo di nemici abbattuti. Ai suoi piedi, incastrati nel costato di due carcasse, altri martelli aspettano di essere impugnati.

« Per la barba di mio nonno... » intona con ritmo cantilenante. « Chi sarà il prossimo a cui spaccherò la faccia? »

Si volta di scatto verso il più vicino.

« TU! »

Spaventato, il goblin cerca di allontanarsi, inciampando su un pezzo di neve ghiacciata e ritrovandosi a strisciare per terra. Con una fragorosa risata, il nano scaglia il suo martello, colpendolo sotto il mento e spezzandogli il collo.

« Che volete? » tuona nella vostra direzione, mentre si prepara ad un nuovo lancio. « Siete venuti ad assistere allo spettacolo? »

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« Oh, sì, questi aborti hanno trovato ferro per i loro den... »

Si interrompe proprio quando il goblin viene avvolto dalle fiamme, accasciandosi a terra con un lamento stridulo.

« Per le asce gemelle del clan Ghedin, mi farai prendere un colpo » esclama, continuando a roteare il martello in aria. « Ormai ho una certa età, il mio cuore non regge queste sorprese »

Ti guarda con aria compiaciuta, mollando la presa sull'arma e scagliandola con precisione sulla guancia del bersaglio più lontano, facendolo scivolare sul ghiaccio, privo di vita, per un paio di metri. In preda al panico, l'ultimo rimasto in piedi ti si fionda addosso sputacchiando versi acuti. Appoggiata anche la seconda mano sul manico, Guthewulfe porta in alto accanto alla spalla l'ascia, abbattendola con vigore sul petto della povera creatura. Sputando sangue, lo sventurato si piega all'indietro, collassando sul terreno mentre le budella gli fuoriescono dallo squarcio. Osservando la ferita, ti accorgi che i margini si ricoprono di un sottile strato ghiacciato.

Il silenzio cala sulla piazza, il nano si siede sul cadavere posto più in alto nell'ammasso, estraendo un martello dalla carcassa vicina e cominciando a giocherellarci.

« I tanto attesi uomini di Ulbrec sono arrivati? » ridacchia. « È così che le città delle valli onorano il loro giuramento? Con un barbaro e un incendiario? »

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«Mi dispiace, a volte il mio potere si manifesta spontaneamente eliminando le creature inutili.» rispondo con aria semiseria «Per rispondere all'altra domanda» proseguo «In realtà sono io l'unico mercenario, Guthewulfe mi sta aiutando a ripulire la città da quest'immondizia prima che diventi più di una semplice seccatura. Comunque complimenti, non avevo mai visto nessuno maneggiare dei martelli con tale maestria.»

Mi fermo un istante prima di proseguire «Sono quasi certo di aver udito rumori di battaglia dall'altra parte, chiudiamo in fretta la questione così possiamo tornare alla locanda a berci qualcosa?» concludo passando lo sguardo da Guthwulfe al nano barbuto.

Mi sembra che in questa città i combattenti validi non manchino, specie rispetto a queste mezze calzette. Mi chiedo come mai avessero così bisogno di rinforzi...

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« Guthewulfe... » il nano squadra il tuo nuovo compagno. « Ah, sei tu! Non ti riconoscevo, sotto quello strato di lardo »

Ignora la risposta infastidita del barbaro, rivolgendosi a te.

« Sono il miglior fabbro e il costruttore di navi più esperto di tutte le valli, ragazzo, posso infilarti questo martello in gola e tirarlo fuori senza che tu te ne accorga »

Tira uno dei martelli in aria, riafferrandolo al volo.

« Hai udito i rumori di una battaglia? Immagino che il tuo vero nome sia Sensi Acuti. Sei per caso uno dei dodici ranger della montagna? » ride sguaiatamente, tenendosi la pancia. « Se vogliono la testa spaccata, che se la vengano a prendere »

Si adagia comodamente sulla montagna di cadaveri.

« Io non mi muovo dal mio trono. »

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«Contento tu...buon riposo allora.» dico con aria vagamente seccata.

Sono davvero indisponenti in questa stupida città...

«Forza Guthewulfe, andiamo a sistemare i superstiti e vediamo di finirla qui, queste stupide creature mi danno sui nervi!» dico mentre mi incammino verso dove provenivano gli altri rumori di battaglia.

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