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[Pathfinder] La Via della Luce


Krinn

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@DM

Spoiler:  
Ascolto le parole sussurrate magicamente dal vecchio mentre ancora stiamo camminando.

Non so nulla di fili o parole da dire precisamente... so solo che quando ho avuto bisogno del loro aiuto i Loa, gli spiriti protettori, gli dei presenti in ogni cosa, sono venuti in mio aiuto, alterando la realtà per permettermi di fuggire dalle fiamme e portare la Loro vendetta sulla testa dell'intero credo degli Illuminati. nelle mie parole, nonostante siano appena sussurrate, si può sentire una fermezza che quasi rasenta il fanatismo dei miei più grandi nemici.

Se vorrai, in un altro momento, uno più congeniale, ti parlerò dei Loa, gli spiriti protettori del mondo...

Per il resto del viaggio continuo a camminare in silenzio, sempre affiancato dal mio fido Disprezzo. Quando Ausk ci intima di fermarci mi osservo attorno e noto con estrema sorpresa il fiore. Sto per esprimere le mie perplessità quando Abazilar, con evidente eccitazione, mi precede.

è anche decisamente più piccolo di quanto dovrebbe essere... aggiungo perplesso. Totalmente dimentico del tempio e delle parole degli altri mi chino sulla pianta ed inizio a studiarla, ad analizzarla. Quel genere di pianta possiede ottimi poteri curativi e, come mi hanno sempre insegnato gli sciamani del villaggio, uno studio accurato può rivelarsi più utile di tante parole e congetture.

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"Sì, direi che è il caso di fare un po' di luce. Le torce meglio tenerle per dopo, non vorrei dare accidentalmente fuoco alla vegetazione con una fiamma libera."

Abazilar si toglie lo zaino e ne estrae una lanterna schermabile, che accende con uno schiocco delle dita, e attacca all'estremità del suo bastone.

La debole luce riempie l'ambiente e permette a tutti di vedersi bene in viso, ed osservare la situazione con più accuratezza.

Il vecchio si rivolge quindi al misterioso mezzorco, e poi al resto del gruppo.

"Conoscete questa pianta? Quanto credete che sia profonda?

Immaginavo che il tempio fosse nascosto sotto un bel po' di terriccio e arbusti. Tempo di scavare a quanto pare, ma bisognerà farlo nel punto giusto.

Le descrizioni parlavano di questa pianta al centro del giardino, che aveva un diametro di circa dodici metri, e stava direttamente a est dell'ingresso del tempio, di modo che il sole all'alba proiettasse la sua ombra sul tempio stesso. Trovatemi l'est, signori, e potremo cominciare a scavare."

Dice, togliendo da alcuni lacci dello zaino un paio di badili e piantandoli a terra.

@Ausk, Khitan

Spoiler:  
Voi sapete facilmente riconoscere il nord in questi ambienti. Ci sarà da farsi largo tra le erbacce nella parte più fitta della foresta.
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Rimango ancora alcuni minuti ad analizzare la pianticella. Il semplice fatto che sia sopravvissuta in quest'ambiente mi lascia esterrefatto.

Alle parole di Abazilar lentamente mi alzo e mi guardo velocemente intorno, per riconoscere la nostra posizione ed i punti cardinali.

L'est è da quella parte dico semplicemente, con voce atona, indicando la direzione.

E direi che da scavare ci sarà un bel po'... questo genere di pianta, un a sottospecie dell'ulivo per essere precisi, raggiunge facilmente i 10-15 metri d'altezza quindi, se siamo così sfortunati da essere di fronte ad un ulivo adulto, cosa in cui non dubito visto quanto, a stare alle parole del vecchio, tempo è sopravvissuto, dovremo scavare decisamente al lungo.

Detto questo mi avvicino ad uno dei badili e lo prendo saldamente in mano, pronto a fare la mia parte. Non è un po' di lavoro fisico a spaventarmi...

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Alzo le spalle, poco interessato ad una simile discussione. Sono cresciuto in una fattoria, ma la coltivazione non mi ha mai interessato molto.

Però di sicuro so come usare un badile meglio di come so usare una spada, quindi ne prendo uno in mano e dò una mano al mezz'orco sbalestrato.

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Lascio ben volentieri i robusti omoni a scavare, e piuttosto mi viene in mente qualcos'altro che potrebbe essere di qualche utilità nel frattempo. O forse no, ma tentar non nuoce.

Quando tutti sono intenti in altro che far caso a me, mi faccio leggermente in disparte, nell'ombra di un albero che non sia dissipata dalla lanterna di Abazilar. Sussurro qualche parola in una lingua antica e muovo una mano in uno svelto gesto, ma scuoto subito la testa, rendendomi conto d'esser distratta; penso troppo alla situazione in cui mi trovo senza pensare al momento. Riprovo, questa volta con successo, e le iridi dei miei occhi assumono i toni dell'oro e dell'argento. Ora dispongo di un nuovo senso, ed uscendo dall'ombra prendo a guardarmi attorno in cerca di qualcosa che esso possa percepire. Confido nella distrazione degli altri e nelle condizioni di luce non ottime perché la differenza nei miei occhi non sia notata.

Spoiler:  

Individuazione del Magico; giro il cono un po' ovunque, per il minuto di durata, a partire dal punto in cui si trova la pianta e sul terreno sotto di essa.

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@Asmedine

Spoiler:  
Purtroppo la tua vista speciale non riesce a penetrare oltre un metro di terriccio, però noti che Abazilar ha tre deboli aure magiche su di sè: una di Necromanzia, una di Abiurazione, una di Evocazione. Dentro il suo zaino intravedi un'aura debole di Abiurazione su un oggetto delle dimensioni del tuo pugno. Null'altro di magico è presente nell'area.
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Ora che finalmente cè un po' di luce trotterello vicino a Abazilar e, guardando Lieber e Khitan che comnciano a scavare, imposto una voce falsamente triste:

"Mi dispiace, ci sono solo due pale. Posso mica fare qualcosa d'altro per aiutare?"

*Anche questa volta mi sono scansato il lavoro.*

Sorrido lievemente.

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Continuo a scavare, badile dopo badile, ogni tanto mi fermo per togliermi il sudore dagli occhi.

*Ecco perchè i contadini non portano l'armatura, troppo scomoda per lavorare seriamente..*

Poi sentendo matias mi fermo un istante per sputarmi sulle mani per poter aver una miglore presa prendere un poco di fiato.

"TRanquillo Matias, se ci sta così tanto da scavare come dicono potrai darci il turno"

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"Divertitevi pure a fare buchi nel terreno..." Dico con tono sarcastico, mentre ripongo la spada lunga e imbraccio la balestra "... io farò la guardia." E detto questo comincio a cammianre lungo il perimetro del "giardino", facendo attenzione ad eventuali rumori sospetti. *E poi scavare non era negli accordi!*

@ DM

Spoiler:  
Percezione +5
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Dopo una buona mezz'ora a scavare e poco più di un metro di terra rimossa, sentite qualcosa di duro. Certo non si può proseguire con dei semplici badili.

Osservando l'ostacolo, vi rendete conto che si tratta di una superficie abbastanza liscia in pietra. Colpendola con il manico del badile e ascoltando il suono di risposta, sembra che da un certo punto in poi, sotto la superficie ci sia il vuoto.

Abazilar si china sulla pietra ed estrae dal suo zaino della strana erba rossa, e la pone in corrispondenza del vuoto sottostante. Quindi tira fuori una fiala con un liquido trasparente, la stappa e versa il contenuto sull'erba rossa, che comincia a fumare e a reagire con la pietra, fino a far comparire una schiuma simile al sapone.

"Abbiamo trovato l'ingresso al tempio! O meglio, il tetto dell'ingresso.

Mattias, volevi renderti utile, vieni qui! Strofina quest'erba rossa sulla pietra in questo punto, mentre gli altri si riposano. Anche tu, Asmedine. Ecco, si fa così."

Come una lavandaia, il vecchio strofina parte del mucchio d'erba rossa sulla pietra, e a poco a poco lo strato superficiale della roccia diventa più malleabile e può essere rimosso.

"Ci saranno trenta centimetri di roccia, c'è da fare questo lavoretto per circa un'ora, prima di avere un buco abbastanza largo per permetterci di passare attraverso. Un metodo più irruento con i picconi sarebbe più rapido ma potrebbe provocare un crollo..."

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Il vecchio sorride ad Asmedine mentre continua a strofinare.

"Non te ne faresti nulla se non rovinare i guanti, questa sostanza scioglie il legno, la pietra e la pelle morta, praticamente tutta la materia inerte eccetto il metallo, è anche ottimo per togliersi la sporcizia di dosso, se non fosse per il costo che ha. Fortunatamente, sono in grado di produrlo nella mia bottega. Dopo questo lavoro avrai le mani più pulite di quando sei nata!

...a parte il colorito rosso, ma va via con un po' di aceto o di vino."

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Finito di scavare, una volta trovato quello che secondo il vecchio è il tetto del tempio, lascio cadere a terra il badile e faccio un paio di passi indietro, stirando le membra affaticate in modo da rilassare bene i muscoli.

Osservo in silenzio le azioni degli altri, tornando vicino a Disprezzo che continua ad osservare la situazione con i suoi occhi freddi ed il suo sguardo intelligente.

Un gruppo di lavoratori eh? commento a bassa voce, probabilmente non abbastanza bassa da non farmi sentire, ma evidentemente fregandomene, verso Disprezzo.

Non mi muovo però per prendere il posto di chi si sta lamentando. Io la mia parte l'ho fatta ed ho i muscoli ancora tesi a dimostrarlo.

Osservo invece con grande attenzione la piantina rossa e lo strano effetto che produce. Non ricordo di aver mai sentito parlare di una pianta del genere...

Di cosa si tratta? chiedo, indicando la pianta, al vecchio.

Il sapere non è mai troppo...

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"Se le cose stanno così...", rispondo ad Abazilar ancora un po' incerta mentre mi rimbocco le maniche.

E commento a Lieber: "Qualche mano in più certamente non farà male, se ridurrà il tempo necessario." "Però non starmi troppo vicino, non vorrei contrarre quel "dono" anch'io..."

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Continuando a strofinare, Abazilar risponde al mezzorco.

"Questa rara pianta cresce in luoghi rocciosi, soprattutto caverne naturali ricche d'acqua e con l'entrata posta in maniera tale da permettere l'arrivo dei raggi solari. Alcuni esemplari si trovano sulle colline rocciose più alte in questa regione. Le loro radici si infilano tra le fessure della roccia e riescono a nutrirsi delle sostanze minerali contenute in essa. Mescolando la pianta con questi succhi gastrici di vacca trattati alchemicamente, si ottiene una miscela che potenzia le capacità digestive di entrambi i componenti, ma che si consuma dopo circa tre ore in una poltiglia rosa e inerte.

Data la difficoltà di reperire la pianta e sintetizzare il composto, una sola dose di entrambi i reagenti costerebbe ben duecento monete d'oro, ed è in grado di aprire un buco di circa mezzo metro di diametro in un'ora di strofinamento su una parete di trenta centimetri di roccia. In dieci minuti può aprire un buco anche su una porta di legno di spessore simile, e in un minuto digerisce la pelle morta, come il cuoio.

C'è chi me la compra per lavorare la pietra, il legno o le pelli, ma pochi se la possono permettere. Con la fiera al villaggio tra una settimana, ho preparato un po' di composti extra e ne ho portati qualcuno con me."

Il lavoro procede tranquillo per cinquanta minuti, quando aprite il primo varco nella roccia. All'interno è completamente buio, e gettando un sassolino stimate ci siano una dozzina di metri di vuoto prima del suolo. In altri dieci minuti riuscite ad aprire il buco a sufficienza da permettere l'ingresso di una persona alla volta con sufficiente comodità.

@Ausk, Khitan

Spoiler:  
Il buio non blocca la vostra vista nell'oscurità. Riuscite a distinguere macerie su un pavimento di pietra, un grosso portone di metallo rivolto verso la direzione della pianta dai fiori bianchi, e un'apertura dal lato opposto, che sembra l'inizio di un corridoio di tre metri di lato. Colonne in pietra e un architrave con un'iscrizione circondano tale ingresso. Alcuni piedistalli spogli adornano i muri a destra e a sinistra rispetto al portone d'ingresso. Su uno di essi, precisamente l'ultimo a destra prima del lato del corridoio, una statua sta ancora in piedi nonostante appaia molto rovinata dopo secoli di incuria. La stanza ha le dimensioni di un quadrato di lato sei metri.
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*Dopo tutto me la sono cercata. Era meglio se stavo zitto. Almeno la compagnia non è male*

Pensando questo prendo l'erba che Abazilar mi porge e mi metto a strofinare vicino alla bella fanciulla.

...

Appena il buco è abbastanza grande però colgo subito l'occasione per smettere di lavorare.

"Casualmente io ho corda e rampino nel mio zaino... e pare anche che sia un discreto arrampicatore. Se volete posso calarmi nel buco per dare un'occhiata a questo ingresso."

Dicendo questo appoggio lo zaino in terra e prendo, oltre al materiale nominato, anche una torcia.

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"Aspetta un attimo ragazzo" Blocco Mattias e mi avvicino al buco. Grazie alla scurovisione, non ho bisogno di fonti di luce per vedere, così, lentamente, mi chino verso la fessura per sbirciare dentro. Osservo con attenzione la stanza, per poi sentenziare "Dentro è un pò un macello, ma la via è libera."

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"Spero che adesso non dovremo infilarci tutti lì dentro...", penso nel farmi un po' in disparte mentre cerco di togliermi dalle mani quel che rimane della sostanza abrasiva. A quei gesti ne mescolo anche uno segreto, insieme con un sussurro di parole antiche, e socchiudo gli occhi per renderli meno visibili, anche se le condizioni d'illuminazione sono già relativamente favorevoli.

Spoiler:  
Come prima, Individuazione del Magico sussurrato, e se riesce senza problemi lo dirigo nel buco.
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