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Breve storia fantasy


Messaggio consigliato

Timidamente, approdo anch'io in questa sezione.

Il titolo sterile non descrive molto quello che è scritto in questa discussione, quindi approfondisco io.

Quello che sto per proporvi è un breve inizio di campagna, la mia futura (speriamo) campagna di D&D.

E' nata così su due piedi, quindi non mi aspetto chissà cosa da questo, ma mi sembrava opportuno esporlo ai vostri giudizi.

Eccolo, tutto vostro!

Buio e Freddo

E poi, il buio.

Dolci tentacoli d’ombra avvolgono il tuo corpo, cullandolo durante l’eterna caduta nell’oscurità.

I tuoi sensi si affievoliscono, viziati da quelle opprimenti tenebre e attutiti da quelle innaturale silenzio, che, vorace e ingordo, inghiotte tutto ciò che potrebbe abbattere quella quiete cristallina, aleggiando intorno a te, impensato guardiano.

Quell’inebriante e assuefante tormento quasi maschera l’intenso freddo che la tua pelle deve stoicamente resistere e sopportare.

Un glaciale brivido ti percorre le ossa, arrampicandosi e scavando avidamente nella tua schiena, apparente spoglia di un guscio vuoto.

Ma quando le speranze inesorabilmente scemano, la scintilla si riaccende.

Sussulti.

Come il pianto di un bambino, ti apre i polmoni, che accolgono generosamente l’aria fredda che ti turbina accanto.

Dove ti trovi?

Nella tua mente si aggirano senza pace solo pensieri confusi, annebbianti dalla divorante foschia dell’amnesia, come leggere e perseveranti brezze, levitano nella tua testa, ma invano.

Ed eccolo, uno spiraglio della tanto agognata memoria, che apre una visione effimera ed evanescente, un tocco di fragile passato.

Un brutale soffio incandescente, un getto di fiamme che t’investe in tutto il suo possente splendore infuocato.

E poi, ancora il freddo.

Null’altro se non un torturante martellamento, demolitore di ogni altro possibile tentativo mnemonico.

In balia di quell’infinita caduta senza stimoli, l’istinto prende il possesso del tuo corpo.

Gli occhi si aprono, assaporando quel nero tanto profondo con un gusto che sembrava dimenticato.

- Cosa Vedo?-

Brutale e pesante, il tonfo che ne segue rimbomba come un triste pendolo negli ombrosi meandri che ti circondano.

La caduta è finita.

Un’altra storia è cominciata.

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  • Risposte 15
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Principali partecipanti

Già che ci sono, e visto che mi sento ispirato, vi metto pure il neonato Background di uno dei tanti miei personaggi.

Una notte a Damara, di dieci anni fa.

“Madre, raccontami ancora di mio padre”

“Basta, figliolo, te l’ho raccontato molte volte! Adesso ho sonno e voglio andare a dormire!”

“Ti prego madre, un’ultima volta!”

“Va bene, ma poi promettimi che mi lascerai in pace!”

“Certo madre!”

“Tuo padre, come sai, era un cacciatore. Un bel cacciatore. Un vagabondo che campava mozzando orecchie in tutto il Faerun.

Un bel giorno capitò da queste parti: le sue lunghe orecchie, i suoi occhi azzurri e la sua chioma corvina mi fece dimenticare la mia fin troppo giovane età.”

“ Il seguito della storia, sei tu.”

Ecco cosa Hiriul sapeva di suo padre.

Un cacciatore, un mercenario, un donnaiolo, un fuggitivo, una canaglia.

Campava con le taglie dei mostri che abbatteva e girava di villaggio in villaggio per divertirsi con delle povere giovani, ammaliandole con i suoi tratti somatici fuori dal comune.

Lunghe orecchie, zigomi marcati e occhi azzurri.

Prima di sparire per sempre, aveva lasciato vicino al letto del neonato, due oggetti, ora le due cose a cui Hiriul teneva di più: un tridente e un diario.

Gli anni passarono velocemente e il fisico incominciò a irrobustirsi pur rimanendo innaturalmente esile.

Passarono, quindi, quattordici anni prima che sua madre porse a suo figlio l’eredità paterna; da allora, non c’era istante in cui Hiriul non stesse stringendo fra le sue esili mani il lungo bastone d’ebano dell’arma o notte in cui Hiriul non stesse leggendo quelle pagine ormai ingiallite dal tempo e dall’usura.

Crescendo, Hiriul era diventato un guerriero, un guerriero divorato dall’incessante desiderio di scoprire chi era l’uomo che gli diede vita.

Hiriul era diventato uno strano guerriero, nessuno aveva delle orecchie come le sue, moderatamente lunghe e appuntite, non umane.

Hiriul era diventato un inquietante guerriero, la lunga ferita sulla guancia destra, faceva di lui un individuo da cui guardarsi bene dal parlargli.

Ma Hiriul non voleva essere nulla di tutto ciò.

Voleva essere normale, comune. Non voleva che gli guardassero le sue orecchie invece dei suoi occhi, non voleva che gli altri lo giudicassero solo dalla sua apparente diversità.

Una volta, una volta per tutte glielo avrebbe dimostrato.

A tutto il mondo, avrebbe dimostrato che anche se esile, anche se aveva orecchie più lunghe e appuntite degli altri, anche se terrificante con quella tremenda cicatrice, anche se taciturno, poteva essere considerato come gli altri.

Poteva essere considerato un uomo.

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Attento agli errori di grammatica e cura un po' meglio i climax etc... hai preso le "solite" idee del fantasy e le hai combinate seguendo gli stoilemi classici. Creare un personaggio che è a metà tra due razze, senza padre e ha pure una cicatrice!

Non è Harry Potter d'accordo.

Però se dai a un personaggio una caratteristica devi spiegare al tuo "pubblico" perché.

Harry Potter pwer esempio ha una cicatrice perché è una lunga storia.

Il tuo personaggio come si è procurato la sua cicatrice? Cosa induce gli altri a considerarlo inquietante?

Potresti per esempio costruire il background su questo. Magari ha difeso il villaggio da una bestia feroce, pensando che gli altri lo accettassero e invece...

Vedi, chi scrive essenzialmente deve essere una persona che stimola l'altrui curiosità, altrimenti leggere e scoprire sarebbero tempo perso.

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si ha ragione Strikeliron su tutto. Però la descrizione sembra davvero buona e la storia del personaggio si trova sulla buona strada per essere interessante e quindi a invogliare il lettore a continuare a leggere. per incoraggiamento darei un bel voto ( 7 dovrebbe essere sufficiente)

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Beh, se davvero dobbiamo "istruire" i giovani dovremmo averne sempre una a portata di mano. Sono praticamente convinto, in ogni caso, che non esista una regola tale da far "saltare" il genere di un sostantivo, al massimo si mantiene tutto al singolare anziché passare al plurale (es. "un computer, due computer" e non "un computer, due computers"). In ogni caso, tocca premere sull'acceleratore della pignoleria. ;-)

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Vi ringrazio per le critiche\consigli\apprezzamenti che mi avete dato, ne farò tesoro. Ma ho notato che parlate solo del Bg del mezzelfo. (A parte Haxel).

Del primo testo cosa ne pensate?

Sinceramente non l'ho capito.

Dopo la terza riga ho perso completamente la bussola, sommerso da un diluvio di aggettivi e non sono riuscito a seguire la trama... C'era?

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Sinceramente non l'ho capito.

Dopo la terza riga ho perso completamente la bussola, sommerso da un diluvio di aggettivi e non sono riuscito a seguire la trama... C'era?

Beh, in effetti non c'è una vera e propria "Trama", è solo una descrizione di una caduta che fa da scena iniziale della mia campagna

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Beh, se davvero dobbiamo "istruire" i giovani dovremmo averne sempre una a portata di mano. Sono praticamente convinto, in ogni caso, che non esista una regola tale da far "saltare" il genere di un sostantivo, al massimo si mantiene tutto al singolare anziché passare al plurale (es. "un computer, due computer" e non "un computer, due computers"). In ogni caso, tocca premere sull'acceleratore della pignoleria. ;-)

Parliamoci chiaro, quella alla quale accenni te è una regola che mi ricordo anch'io. Però si dice IL climax, non la climax, poiché in italiano è un sostantivo maschile. Se non ci credi vai a controllare sul vocabolario. Al limite penso che alcuni dizionari indichino entrambi gli usi (sia come sostantivo maschile che femminile).

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