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La nostra storia...


Kordian

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"Hei ma questo è un INCANTESIMO!! Uno di quelli che dipingi per aria le cose.... ma, ora che ci penso, tu non sei un nano? No, perchè di solito i nani sono molto burberi e preferiscono prendere a martellate piu' che salomoniare contro il nemico. MA LO SAI che io avevo un amico nano!?!? Stava tutto il giorno a dirmi che non si dice Salomoniare ma Salmonare, come se i salmoni potess....." A quel punto si blocco', notando che il nano lo stava guardando in draghesco. Quando questo accadeva, di solito subito dopo la gente cominciava a urlare e a chiamare un chierico ad alta voce. Notò inoltre che il nano aveva aggrappata alla gamba una bambina di circa 10 anni, abbastanza mingherlina. Questa cominciò a tirargli la casacca, dicendo di non distrarre il nano. "Hei ciao piccolina! Come va? Immagino tu sia abbastanza spaventata con tutto questo buio... ma non ti preoccupare, Zio Garfuss è arrivato giusto in tempo!" la piccoletta disse, con angelica sincerità, che il suo nome faceva schifo. "E tu come ti chiami piccola...elfa?! Sei un ELFO! Io ho un sacco di amici tra gli elfi! Davvero! Conosco il re della nazione elfica a nord di Shortsea. C'era quel drago che gli rovinava sempre i suoi giardini, quindi disse a me di andare a sconfiggerlo. Io ovviamente accettai, perchè so che tutti i draghi del continente sanno chi sono io, e nessuno oserebbe mettersi contro di me, da quando quella volta abbattei a mani nude Gorgoloth L'antico rosso nel deserto del Kalah Gourin. Ovviamente fu un duello alla pari, e alla fine mi complimentai con lui per la sua tattica, niente male, anche se in confronto a me era ancora un ragazzino. Ma stavo dicendo? Ah si beh insomma accettai modestamente l'incarico e partimmo....ATTENTA!!" Aggrappo' la bambina e si gettò a pochi metri di distanza, vedendo la terra franare proprio dove si trovavano loro un attimo prima. "Tutto a posto? Ma che maleducazione! sicuramente si tratta dello psicotico di prima.... adesso vado a dirgliene quattro...hemm... magari dopo. Intanto leviamoci di qui, andiamo a prendere un latte con frutta congelato, che ne dici? Conosco un mago simpaticone qui vicino che ogni volta che mi vede me lo tira addirittura appresso!" Erano sporchi come se si fossero rotolati nel fango. Cosa che in effetti avevano fatto. "Hei ma guarda qua, sembri una statua di creta non ancora finita... aspetta che ti pulisco la faccia....ma dove l'ho messo..." Cerco' qualche momento, per poi far comparire un fazzoletto, perfettamente pulito, da una delle sue tasche. Comincio' a rimuovere il fango sulla faccia della bambina, quando si accorse degli strani tatuaggi che aveva sulle tempie. "Hei ma questi...io gia' l'ho visti! Pero' non mi ricordo dove....mah....hei dov'è finito Sturmolo?" Comincio' a chiamarlo, non sapendo cosa gli fosse successo. Una vocina nella sua mente gli ripeteva che quei tauaggi erano qualcosa di molto importante, ma lui non le diede ascolto. Anche se ci avesse provato comunque, non sarebbe riuscito a ricordare. Durante la sua lunga vita aveva visto molte piu' cose di quelle che una mente della sua razza potesse accumulare, e sicuramente non avrebbe ricordato una cosa vista piu' di 1200 anni prima, quando l'era del Caos era al suo apice e le divinità camminavano tra i mortali.

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OT Allora ragazzi, la situazioen si fa molto interessante! Il tutto ha preso l'immagine di un gioco di ruolo a puntate, come era inevitabile che accadesse :P quindi non dico che ci voglia un master, perche' non sarebbe la stessa cosa, ma visto che abbiamo una divinità' maggiore del bene in arrivo (Strike non te sei regolato :P ) i cattivi sono avvertiti: devono inventarsi un modo per giustificarla! Tipo un intervento divino malvagio o simili!! Qui siamo tutti master e giocatori insieme ed è questo il bello...diamoci sotto! Io per ora mi devo preoccupare SOLO di un demone che mi sta alle calcagna...grande Gigared, trovata magistrale ;) /OT

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La sua attenzione viene attirata da uno strano gruppetto. Vede un uomo alto che stava operando una magia, interrotta dall'arrivo di un piccolo esserino e da quella che sembra una dolce elfetta.

Sente Trebor dietro di lei che sospira portandosi una mano alla faccia: «Kender!» Dice.

Lo guarda in viso e sorride.

Dimentica di tutti quegli incantatori, quasi come se si volesse convincere che erano solo illusioni, avanza verso il gruppetto, seguita dal suo compagno.

Anche se non ha la minima idea del perché lo faccia, sfodera la sua magnifica spada. Spera solo che non riconoscano in essa la Lama Perfetta dei Cavalieri di Jamalièl. Per due motivi. Il primo è che nessuno che non faccia parte dell'ordine può portare una spada con quell'effige. E poi... esiste solo una Lama Perfetta... e chi la impugna è ricercato in quasi tutti gli stati.

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OT Brevissimo per nn rovinare la storia :

1)Grazie per i complimenti Manzotim..eheh...

2)Io cercherei di nn metterci divinità immezzo, almeno per ora..troppo casino...

3) Le cose OT proporrei di scriverle così, più in piccolo, per rendere ancora più evidente che nn fanno parte della storia.

/OT

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«Il passo lungo, ciondolante, accompagna Jendal ogni volta che sbarca in qualche porto.

Lo si nota subito: l'ampia benda rossa a fasciargli fronte e capo, copre in

parte i lunghi capelli biondi legati a ciocche dalla salsedine e ornati con pietre colorate e piccoli monili, ognuno a ricordo di ogni suo abbordaggio. L'incolta e rada barbetta completa il volto in cui spiccano i vivaci occhi scuri. I caratteristici movimenti delle mani ne sottolineano la stravaganza del carattere.La lunga giacca di pelle consunta copre in parte due cinturoni. Quello ai fianchi regge la spada mentre sull'altro, messo a tracolla, è agganciata la faretra e un lungo arco.

A ricordo della notte in cui diventò pirata conserva ancora l'anello che il

suo re gli aveva donato prima del viaggio.»

Si diresse verso quella che sembrava una locanda e ci entro'.

Vide all'interno un uomo e decise di prenderlo di mira.

Non c'erano solo lui e il suo "amico"ma anche delle donne e delle ragazze.

Poi si diressse verso il suo nuovo amico e disse:

"Aha! Allora hai notato come mi guardavano le pulzelle... beh, d'altronde,

modestamente, guarda che bel faccino..."

Così Jendal canzonò l'amico mostrandogli, con impostata, finta eleganza, il suo profilo.

"Ebbene dunque,la mia persona acconsentirà a tutto quanto da Voi chiesto... oh, noblesse oblige!"

In un teatrale gesto tragico si portò il dorso della mano alla fronte mentre

con l'altra si apprestò ad aprire la porta.

Qualcuno, dall'interno, lo anticipò le sue parole.

Erano in due e, a giudicare, dalle concitate parole, anche loro, come molti là intorno, parlavano di una festa in un'altra locanda.

"Vieni con me?"disse Jendal al suo amico.

Lui annui' .

i due prodeguirono sul viale della citta'.

Hai visto, hai visto?" disse Jendal al suo amico indicando i due uomini

usciti dalla taverna.

"No! Il signorino vuole fare il galantuomo con le

signore. E' da maleducati lasciare aspettare. Ma insomma! Che razza di p..."

Jendal si avvide che stava lasciando correre troppo velocemente la lingua.

La recuperò al volo:

"p...escatore, intendevo dire pescatore... sei...

ehm... dai..." La buttò sul pietoso per cambiare tono "...eddai... si

beve... e ci saranno altre donne... e... capisci, sono un elfo..."

Casualmente, gli occhi vivaci dell'elfo, volendo evitare lo sguardo dell'amico, si mossero alla ricerca di un altro punto da dove sbirciare in un altra locanda .

Dentro, intravide solo un piccolo uomo. Dei suoi

compagni nessuna traccia.

"...e... e poi là dentro c'è solo il piccoletto. Mi sa che anche i suoi

amici hanno preferito l'altra locanda... su ragazzi..."

All'improvviso, un pensiero sfiorò la mente dell'elfo.

Si affacciò alla

porta della locanda.

"Psst...ehi tu... psst... Messer piccolo..." bisbigliò per richiamare il piccoletto dal cappello piumato.

Avuta l'attenzione di quello, gli mimò le forme di una donna seguito da un

eloquente gesto di abbondanza e indicando in direzione dell'altra locanda.

Era sicuro di una pronta reazione del mezzuomo.

Si divertiva cosi' prendendo in giro le persone,ma questo era solo l'inizio.

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«Il passo lungo, ciondolante, accompagna Jendal ogni volta che sbarca in qualche porto.

Lo si nota subito: l'ampia benda rossa a fasciargli fronte e capo, copre in

parte i lunghi capelli biondi legati a ciocche dalla salsedine e ornati con pietre colorate e piccoli monili, ognuno a ricordo di ogni suo abbordaggio. L'incolta e rada barbetta completa il volto in cui spiccano i vivaci occhi scuri. I caratteristici movimenti delle mani ne sottolineano la stravaganza del carattere.La lunga giacca di pelle consunta copre in parte due cinturoni. Quello ai fianchi regge la spada mentre sull'altro, messo a tracolla, è agganciata la faretra e un lungo arco.

A ricordo della notte in cui diventò pirata conserva ancora l'anello che il

suo re gli aveva donato prima del viaggio.»

Si diresse verso quella che sembrava una locanda e ci entro'.

Vide all'interno un uomo e decise di prenderlo di mira.

Non c'erano solo lui e il suo "amico"ma anche delle donne e delle ragazze.

Poi si diressse verso il suo nuovo amico e disse:

"Aha! Allora hai notato come mi guardavano le pulzelle... beh, d'altronde,

modestamente, guarda che bel faccino..."

Così Jendal canzonò l'amico mostrandogli, con impostata, finta eleganza, il suo profilo.

"Ebbene dunque,la mia persona acconsentirà a tutto quanto da Voi chiesto... oh, noblesse oblige!"

In un teatrale gesto tragico si portò il dorso della mano alla fronte mentre

con l'altra si apprestò ad aprire la porta.

Qualcuno, dall'interno, lo anticipò le sue parole.

Erano in due e, a giudicare, dalle concitate parole, anche loro, come molti là intorno, parlavano di una festa in un'altra locanda.

"Vieni con me?"disse Jendal al suo amico.

Lui annui' .

i due prodeguirono sul viale della citta'.

Hai visto, hai visto?" disse Jendal al suo amico indicando i due uomini

usciti dalla taverna.

"No! Il signorino vuole fare il galantuomo con le

signore. E' da maleducati lasciare aspettare. Ma insomma! Che razza di p..."

Jendal si avvide che stava lasciando correre troppo velocemente la lingua.

La recuperò al volo:

"p...escatore, intendevo dire pescatore... sei...

ehm... dai..." La buttò sul pietoso per cambiare tono "...eddai... si

beve... e ci saranno altre donne... e... capisci, sono un elfo..."

Casualmente, gli occhi vivaci dell'elfo, volendo evitare lo sguardo dell'amico, si mossero alla ricerca di un altro punto da dove sbirciare in un altra locanda .

Dentro, intravide solo un piccolo uomo. Dei suoi

compagni nessuna traccia.

"...e... e poi là dentro c'è solo il piccoletto. Mi sa che anche i suoi

amici hanno preferito l'altra locanda... su ragazzi..."

All'improvviso, un pensiero sfiorò la mente dell'elfo.

Si affacciò alla

porta della locanda.

"Psst...ehi tu... psst... Messer piccolo..." bisbigliò per richiamare il piccoletto dal cappello piumato.

Avuta l'attenzione di quello, gli mimò le forme di una donna seguito da un

eloquente gesto di abbondanza e indicando in direzione dell'altra locanda.

Era sicuro di una pronta reazione del mezzuomo.

Si divertiva cosi' prendendo in giro le persone,ma questo era solo l'inizio.

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La piazza era la rappresentazione del caos con la C maiuscola...la gente scappava in tutte le direzioni possibili pur di allontanarsi da quell'individuo di nero vestito.Notò ad un certo punto che l' oscurità generata dal figuro era stata lacerata da un bagliore improvviso: si impose di cercare la fonte della luce.

Avanzò guardingo, evitando di essere travolto dai fuggitivi o di inciampare in ciò che rimaneva dei meno fortunati... cercò di concentrarsi..la vista non lo poteva aiutare più di tanto, quindi si affidò al suo udito.

Il rumore era assordante, bambini che piangevano e donne che urlavano i nomi dei propri cari, lamenti dei caduti e rantoli degli agonizzanti...cercò di isolare ogni rumore che non gli fosse utile per individuare ciò che cercava;sapeva che chiunque avesse rotto per un attimo le tenebre non doveva essere un individuo qualunque...si sforzò di ascoltare l'aria, per carpire un qualsiais cenno di cantilene o formule di sorta...e poi lo sentì.

Si diresse verso la fonte del cantilenio, e si accorse che in quella direzione un simbolo si stava formando nell'aria...ma si spense bruscamente subito dopo: " accidenti, ma che diavolo sarà successo?"

Si diresse lo stesso in quella direzione e notò che tra tutte le persone in fuga, solo tre erano quelle che non si muovevano: un nano, una bimba...e un kender!

Non si poteva certo dire che il terzetto fosse molto rassicurante, ma se non erano ancora scappati, un motivo doveva pur esserci. Sguainò la daga, avvicinandosi al gruppetto e li apostrofò " Qualcuno di voi potrebbe spiegarmi che accidenti stà succedendo qui???!"

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L'ombra dell'albero delle impiccagioni continuava a nasconderlo, e lui si sentiva a sua agio in quel luogo isolato; a suo agio, nonostante le anime dei morti che sentiva scorrere attorno a se.

Era molto tempo che non assisteva ad una manifestazione di potere cosi grande, ma il suo istinto gli suggeriva che molte altre cose sarebbero successe quel giorno.

Attese ancora qualche istante dietro al tronco, continuando a giocare con il medaglione uscito ancora dalla maglia. Poi, appena comprese che l'oscuro viandante era molto concentrato nel suo lavoro, se ne usci, approfittando del buio creato dalla magia, e usando qualche rudimento di arte magica per radunarne ancora di più attorno a se. Chi lo avesse guardato in quel momento avrebbe notato solo uno spostamente d'aria nel buio del terrore. E forse era anche troppo..

Si ritrovò lesto sul retro di una casa, si diresse velocemente e silenziosamente verso l'edificio d'innanzi al quale aveva visto il nano. Presto si ritrovò nel retro di quella che sembrava un locanda, o forse una stalla. Scorse il nano in fondo, quella minuta figura sembrava molto impegnata, tra bimbe e strani esseri distesi a terra.

Ma non fu quello ad attirarlo. Vide altre due figure più alte dirigersi verso l'insolito mago, ed erano armate. Una in particolare. Aveva in mano una spada molto bella, delicata, unica forse. Non l'aveva mai vista prima, e il suo amore per le belle armi lo coinvolse immediatamente.

E allora, impegnando un po' di magia a nascondere il potere del proprio pugnale, estrasse la corta daga che portava al fianco destro; era l'arma che usava più spesso, anche se non la sua preferita. Una daga leggera, veloce, molto affilata, che colpiva senza esitazioni. S'incamminò lentamente dietro ai due uomini, di cui uno sembrava molto esile, e senza fare rumori attese gli eventi. Sapeva in cuor suo che il nano non doveva essere fermato, se voleva che la giornata continuasse in questa interessante ed eccitante direzione. Sembrava l'unico che si stesse impegnando un po' per contrastare l'oscuro viandante.

Però voleva anche vedere le capacità di quell'arma, cosi attraente.

E allora volse il proprio sguardo a colui che l'impugnava, al suo volto, ed improvvisamente si accorse che si trattava di una donna. Non ne era sicuro, al buio e di spalle, ma poteva essere anche una bella donna, anzi una bella ragazza vista l'età.

Ora la situazione sembrava farsi addirittura più interessante; quando c'erano di mezzo delle donne tutto sembrava farsi più divertente e imprevedibile.

Nascose la daga nell'ombra del mantello, stringendola sempre nella mano destra, mentre con la sinistra scaldò ancora un poco il ciondolo al suo collo, e si fuse con il buio delle case. L'attesa sembrava piacevole..

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OT Brevissimo per nn rovinare la storia :

1)Grazie per i complimenti Manzotim..eheh...

2)Io cercherei di nn metterci divinità immezzo, almeno per ora..troppo casino...

3) Le cose OT proporrei di scriverle così, più in piccolo, per rendere ancora più evidente che nn fanno parte della storia.

/OT

OTVisto che tiravano fuori cattivi assatanati malvagi non ho proprio resistito. ma voi conoscete il vecchio Fizban...andrà in giro per il campo di battaglia cercando il kender e seminando il panico ovunque eheheh

:twisted::twisted::twisted:

Ok manzo...cercherò di trattenermi!!!!!OT

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<<Hey, ma dove mi porti?No, non lo voglio adesso il latte con frutta congelato e poi tu sei un tipo TROPPO strano!Io devo stare con il cantastorie!E non pulirmi la faccia con questo fazzoletto che sa di un'essenza che puzza!!...ti ho chiesto dove mi porti?!?>>

Garrfuss Pottlepot (un nome, un programma) la stava trascinando via a tentoni anche se lei tentava di opporsi con le sue deboli forze.

<<Guarda che se non mi molli ti mordo!>>

Non avevano fatto che pochi passi a tentoni quando lo strano figuro andò a sbattere su di una ragazza- guerriera? che ,con una bellissima spada lavorata seguita da un uomo...

<<Scusaci... non volevamo!ètuttacolpasua.Gli ho detto io di lasciarmi, che ci vedo benissimo, ma non ne vuole proprio sapere... e mollami!>>

La faccia stupefatta ed interdetta della giovane guerriera le strappò un sorrisone.

<<Non volevamo disturbarti, in ogni caso se è al cantastorie che fa le magie che vuoi prestare il tuo aiuto prendi la mia mano, io qui in mezzo ci vedo come fosse giorno pieno, anche se qualcuno si illude del contrario...>>

...

<<Tu, coso-che-puzza, Garfuss Gnagnagnau o come si dice!Lascia immediatamente la borsa della signorina, certe cose non si fanno!!!!>>

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Aixela di ferma un attimo. Da quanto tempo non sentiva la sensazione di pericolo? Quel formicolio sulle braccia, che saliva sulle spalle fino a finire in testa dandole questa volta un'immagine di una daga sguainata. Si gira un attimo e vede Trebor girarsi di scatto verso il luogo che lei sta fissando, la spada in pugno pronta a reagire a qualsiasi minaccia. Lui sa per esperienza che ogni volta che lei si gira in una direzione in quel modo sono guai in arrivo.

Ma stavolta nulla sembrava muoversi nell'ombra perenne.

Con una certa riluttanza ed inquietudine, Aixela si gira di nuovo verso il gruppetto. Vede la piccola elfa parlottare con il kender, il quale farfuglia mille parole al minuto.

Poi la bimba si accorge di lei e le offre di prendere la sua mano per vedere nell'oscurità. A quel pensiero il cuore le cessa di battere.

Lei ci vede benissimo!

Pensava che quei colori strani fossero dati dalla luce strana che quel mago aveva creato, invece ora si rende conto di stare anche lei dentro la cappa di oscurità che il cantastorie stava cercando di debellare.

Un'altra cosa che avrebbe dovuto chiarire una volta raggiunta la capitale.

Trebor le teneva l'altra mano. Per questo anche lui vedeva in quella tenebra.

E quella bimba le aveva appena detto che avrebbe dovuto prenderla per mano per vedere al buio.

Istintivamente si tocca la spalla destra, le dita che seguono i contorni di quello che sembra un disegno o una lettera... o un tatuaggio sotto pelle... la stessa forma che vede sulle tempie della bimba.

Solo la sua vocina la fa riprendere, quando le riestituisce la borsa che il kender le aveva preso. Con un sorriso ancora un po' forzato la prende.

Solo in quel momento si rende conto di non aver portato nessuna borsa con sé... e che quel kender lo aveva già visto.

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Il vecchio Fibzan o Fizban, come accidenti si chiama, ha raggiunto le prime case del paese e si è letteralmente tuffato nell'oscurità proprio in questo istante. Mi fermo, inchiodato a terra da una sensazione di impotenza davanti ad una malvagità perversa e distruttiva. Alzo lo sguardo al sole, incapace di avanzare e mi accorgo che l'azzurro si è sbiadito... l'oscurità si allarga ed avanza. Verso di me.

Vorrei staccarmi da dove sono e fuggire. Ho compiuto il mio compito, ho seguito quel vecchio pazzo fino a quanto mi è stato possibile.

Ma ora no.

E' che ormai muovermi di qui esula dalle mie possibilità. L'oscurità avanza, la sento. Percepisco il dolore che nasconde, ma anche la follia. La promessa che mi divorerà.

Mi rendo conto che la mia debole fede non può nulla.

Attendo soltanto l'ineluttabile fine.

E l'oscurità mi avvolge, mentre incomincio a tremare, i miei sensi soffocati ed inghiottiti da una caligine paralizzante.

Qualcuno mi strattona, ferocemente.

-Allora giovanotto!? Ti decidi? Un attimo prima eri dietro di me e poi sei scomparso... non sei neppure capace di stare dietro ad un vecchio come me?- è la voce stridula del vecchio nell'oscurità.

Vorrei rispondere, ma un groppo in gola di puro terrore me lo impedisce.

-Allora andiamo?- la stretta si fa più forte, più pressante quasi.

Questa volta riesco a rispondere:- Dove?-

-Che domande? Seguimi e non fare tante storie. Finirà che mi farai perdere il cappello! Con tutta questa nebbia non ci si vede ad un palmo dal naso. Mah, strano sembra essere scesa all'improvviso...- confabula il vecchio strattonandomi... verso il centro dell'oscurità. -E vedi di non perderti!- aggiunge, seccato.

Il terrore aumenta là davanti da qualche parte, sento però delle voci adesso e non è gente che urla. Ma ancora non vedo nulla.

Ma come accidenti fa il vecchio a vederci qui in mezzo?

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"ehi ma mi state ascoltando? Che cosa accidenti succede qui?...al diavolo, mi volete rispondere si o no?"Il non avere ricevuto una risposta perentoria lo aveva innervosito oltre misura...per di più quel dannato kender si stava allontanando dal nano con attaccata la ragazzina..."e va bene, vedaimo se quaesto qui è meno duro d'orecchie!!"

Si avvicinò al nanoe, prendendolo per una spalla, lo fece voltare verso di sè." vecchio, tu mi sembri il più sveglio della combricccola...dimmi cosa succede nella MIA città!"

Eh sì, ormai la città la considerava come sua...ormai tutti i criminali e i tagliaborse del luogo lo conoscevano e lo evitavano, se ci tenevano alla buccia...il suo nome era fonte di brividi lungo la schiena dei rappresentanti delle altre gilde della città. Era abituato ad ottenere sempre ciò che voleva...sempre. E tutto ciò che desiderava in quel momento era di venire a conoscienza della causa di tutto quel caos.

Artemis Entreri non avrebbe conservato la sua pazienza tanto a lungo!

OT: vi prego passatemelo..è una vita che sogno di farlo!! :D

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Era il momento giusto, forse nn si sarebbe più ripetuto...

L' insignificante elfa aveva attirato l' attenzione sù di lei e nessuno, almeno per ora si degnava più del Kender.

Con una agilità frutto di decenni di allenamento si tuffo dal tetto nel vuoto agganciando pochi frazioni di secondo dopo una delle sue catene ad una inferiata in una casa lì vicino.

Sfruttando la gravità si catapultò nel mezzo della lite appena iniziata e colse al volo il botolo.

Pochi secondi dopo, ancora prima che le persone in cui era passato in mezzo capissero cosa era successo lui era già in una terrazza sopra una locanda.

<<KeNdeR! VeDi di StaRe BuoNo se cI TieNi AlLa tua PeLle! Sei Già ScApPaTo uNa vOlta, non SucCederA' di NuOvo!>> grugni come meglio gli riusciva Na'Rghal.

<<Ehi! Lasciami scendere lattina volante! Che ti ho fatto? Forse mi hai confuso per qualcun' altro! Sai... noi piccoli essere ci assomigliamo tutti no? Guarda...se mi lasci faccio finta che nulla sia successo...poi con quel matto qui vicino è meglio non attirare l'attenzione!>>

<<NoN e' il MoMenTo di Parlare SgorBio!>>

E così dicendo saltò un' altra volta nel vuoto come un pipistrello si stacca dalla roccia per andare a caccia la notte.

Alcuni secondi dopo aveva già passato attaccandosi a agganci casuali varie case e si rese troppo tardi conto di una cosa: al posto di allontanarsi dal tumulto e dalle urla si era avvicinato drasticamente alla causa di tutto ciò.

Lo Sconosciuto Viandante era a pochi metri da lui quando si fermò, l' unica cosa che lo divideva erano 2 piani di una casa diroccata, lì ove era si sentiva la puzza di muffa traspirare dal legno mischiato all' odore del male evocato dal mago.

Non fece nemmeno a tempo a spostarsi in un' altro posto che la terrazza su cui stavano cedette e caddero nel vuoto...

/OT finisco così questo pezzo di storia per lasciare il libero arbitrio agli altri personaggi da me coinvolti...

OT 2 = Sempre più superfighi si stanno inserendo : Fizban, Artemis... Ma un pg vostro lo sapete realizzare? Uffi... Il topic si chiama La Nostra Storia, non l' Adunata dei Grandi...

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Effettivamente... intervengo pubblicamente nel forum sottolineando ciò che ha testè scritto Gigared: evitiamo personaggi già noti!!! Non era questo il mio intento... non che sia un particolare problema se c'è omonimia, però sarebbe meglio evitare per guadagnare in originalità!! Già scrissi all'inizio: I nomi delle città, dei personaggi, di tutte le cose devono essere inventati... poi fate come volete!!! Grazie a tutti voi per i vostri splendidi lavori!!!

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Cercava ancora il nano incantatore, quando girandosi di scatto colpi' in pieno con la faccia il pettorale di una corazza. Sfregandosi velocemente il naso, guardo' in su cercando di capire contra cosa fosse andato a sbattere. Stava diventando una brutta abitudine.

Era una donna, ma la muscolatura delle sue braccia e la possenza delle sue spalle non la rendeva di certo tenera come un fiorellino di campo. Era una di quelle che se gli pizzicavi una coscia, probabilmente ti svegliavi dopo qualche settimana.

"Hei..ma che modi! Piacere, Garfuss Pottlepot." Fece tendendo una mano, che la guerriera non fece in tempo a stringere, visto che il kender la ritrasse subito battendosela sulla capoccietta. "Ma io ti CONOSCO! Non ci sono molte donne nell'ordine dei Cavalieri di Jamalièl! L'ultima che ricordo era Alhambra Dolcefiore, quella che riusciva a sconfiggere tre orchi in un incontro di lotta con una mano legata dietro la schiena. Ricordo ancora distintamente le urla dell'ultimo orco, quando quell'amore di donna gli strappo' il naso con un morso! Ora che ci penso forse sei l'unica da queste parti! In effetti è strano che ti sia qui... ti ricordi, ci siamo visti al tempio della Pace tra i Popoli a Gourin-Toril, e mentre io rimettevo a posto il Martello dei Nani e la Spada degli Uomini su quell'altare, ti mi hai portato via e fatto buttare in una cella! Che errore giudiziario fu quello... se non li avessi ritrovati io, ora quei due simboli chissa' dove sarebbero! Ma a proposito ho ancora la tua sacca." impiego qualche secondo per slegarsela dalla cintura da cui ne pendevano una dozzina "tieni, ma non ho capito a che servivano quelle bende a forma di uovo, ti dispiace se le ho scambiate con...con... cosa? Hei ma dove sei finita?"

Tutto a un tratto non aveva piu' la sacca in mano e il mondo gli scorreva davanti veloce, ma soprattutto c'era una puzza di caprone nauseante. "Che Diavolo sta succendendo? Ah!" si rese conto di essere abbracciato, in effetti, ad un demone. Era brutto forte, come tutti i demoni, chissa' perche' poi, e aveva un sacco di catene appiccicate non si capiva bene dove. Anche se gli chiese con grazia degna di una principessa elfica di lasciarlo andare, quello sputo' una risposta assai poco cortese e strinse la presa su di lui."Scommetto che è amico di Kroghusgh" penso' il kender "cavolo mi scordo sempre di scrivergli!" Cerco' di divoncolarsi. Kroghusgh Kro'orr era un tanar'ri molto simpatico intendiamoci, non è che non volesse rivederlo. Era solo che l'ideale di divertimento di un demone cominciava e finiva nella tortura. Un po' monotono per i suoi gusti. Ma alla prossima festa del Solstizio gli avrebbe mandato un regalo, come minimo. Che regalo si faceva a un tizio come quello? Penso' un attimo e poi decise per una pozione per profumare l'alito. QUELLO sì che era stato un problema. Non riusci' a divincolarsi, Continuarono a svolazzare per i tetti.

Stava quasi cominciando a fare amicizia con quel demone sadomaso, quando a un certo punto quel coso ondeggiante perse l'equilibrio. Garfuss si ritrovo' improvvisamente a cadere nel vuoto, si senti' rumore di qualcosa che si sfondava pesantemente, e infine atterrarò su qualcosa di morbido. Cominciava a stufarsi.

"Insomma basta! Piacere, Garfuss Pottlepot! Ma non si puo' stare in questo posto senza andare a sbattere contro qualcuno?? Lei chi dovrebbe essere?" Si tiro' in piedi seduto e per un po' non riusci' bene a capire come mai il terreno sotto di lui stesse gemendo. Quando si alzo', vide che sotto di lui c'era un uomo abbastanza giovane vestito con delle vesti da chierico, che si stringeva inspiegabilmente la parte pubica. Faceva delle smorfie. Forse stava Salmoniando. Un altro uomo, un vecchio, gli stava vicino e sghignazzava sotto la folta barba. Subito pero', con un'espressione stupita si tastò la stesta folta di capelli bianchi. Chiese a Garfuss se avesse visto il suo cappello. In effetti il kender lo stava tenendo con la mano destra.

"Oh! Eccolo, dev'essere questo! Che fortuna che io gliel'abbia ritrovato!"

"Ah, grazie molte piccolo amico", rispose il vecchio con un sorriso.

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D'un tratto il vecchio si ferma.

Voglio provare a chiedergli perchè siamo finiti qui, ma non posso per due motivi. La fonte del male è qui vicino, La sento. Ascolto le terribili parole dell'incantesimo e sento la voce sarcastica e pregna di oscurità che le pronuncia. Chiunque sia sta godendo del male che procura e questo mi terrorizza ancora di più se possibile. Ancora di più del fatto che non posso vederlo, ma solo sentirlo.

-Accidenti dovremmo esserci...mi pareva fosse qui- squittisce il vecchio, indispettito ed in un solo istante comprendo che è innegabilmente, perdutamente pazzo.

Ma il secondo motivo mi impedisce di parlare.

Sopra di noi uno scricchiolio ed un botto, come qualcosa che si schianti di colpo e qualcosa cade sopra di me.

-StAi FeRmA LuRiDa PiCcOlA InSiGniFiCaNtE BeSTiA!!!- urla una voce aspra.

Sono caduto a terra e c'è qualcuno accanto a me che si diviincola, come per scappare...terrorizzato. Poi parla:

-Grazie!! Grazie! Ma Uh! C'è qualcuno qui sotto. Beh mi dispiace, non è stata colpa mia. Vedete il mio amico ed io stavamo facendo un giro lassù in alto quando...-

-ZiTtO e LeVatI!!!!-

-Uh! Beh pensavo fosse mio amico...poi. Ma, su cosa sono caduto? Scusate di chi è questo cappello? Non vorrei che si rovinasse!!!-

-Penso sia il mio, piccolo amico. Ma non so come potresti passarmelo in mezzo a tutto questo buio...- risponde il vecchio, mentre io alzo gli occhi al cielo (che non posso vedere) esasperato.

-Uhm sì- dice il vecchio Fizban- Qui bisogna fare assolutamente qualcosa- e schiocca le dita.

All'improvviso è come se qualcuno mi avesse levato da davanti una cortina d'oscurità. Nuovamente la luce del sole... splende tutt'attorno alla casa e ci illumina.

Il vecchio si scrolla la polvere dai vestiti, mentre un piccolo uomo, anzi no un kender, gli porge il cappello totalmente informe. Semisommerso dalle macerie qualcuno urla estremamente indispettito contro il piccolo kender, ma non può liberarsi, nonostante ci provi con forza.

Il vecchio si illumina, prendendo in mano il cappello: -Amico mio! Ti ringrazio: l'avevo proprio cercato a lungo....- poi si gira verso di me e per un attimo quell'espressione vacua scompare: -E' stato un piacere conoscerti, giovane Perenor- dice scuotendomi con vigore una mano- Abbi più fiducia in te d'ora in poi. Io ascolto sempre.-

E con un bagliore improvviso scompare.

Il kender spalanca ammirato la bocca, mentre Perenor si guarda intorno. Può parlare adesso: -Ma dove accidenti è finito?- esclama.

Poi guarda il kender che saltella come impazzito, tirandogli una manica:

-E' tuo amico quello?-

Entrambi si girano e vedono un'alta figura in vesti nere. L'oscurità e scomparsa e l'incantesimo maligno svanito. Uno strano silenzio, pregno di malvagie promesse, circonda il villaggio ben illuminato dal sole.

Perenor guarda meglio: a giudicare dall'espressione di quel mago oscuro non promette nulla di buono.

-Bah vabbè... Non importa, potremmo aiutare quell'altro a liberarsi dalle macerie. Non è cattivo dopotutto- esclama il kender, portando gli occhi al cielo e soffocando per l'eccitazione- Guarda Perenor, ti chiami così no? Scusa ho sentito quel buffo vecchio, ma simpatico, che ti chiamava... cos'è quella cosa in cielo?-

Perenor guarda in su e vede: la costellazione di Paladine.

Brilla più che mai, ma in pieno giorno.

OT Qui scoppierà un casino...d'altronde al mago oscuro rimangono altri incantesimi no? E poi con tutto questo buio non facevano altro che dirsi tutti Io vedo, tu si? Io anche... Scusatemi tutti: non ho resistito e buon proseguimento della storia ... Grazie grazie ed ancora grazie a Manzotin che ha acconsentito a modificare il proprio post..ti devo un favore! Soprattutto per avermelo fatto cadere sulle parti pubiche :evil::evil::twisted: OT end

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IL simpatico uomo che Jendal aveva chiamato dalla locanda usci' e si dresse verso l'altra locanda in cerca della donna di cui Jendal aveva fatto riferimendo mimando buffamente l'imagine di essa.

L'uomo entro' cercando di dare il massimo della sua immagine anche se in realta',non era proprio un granche'anzi non era proprio per niente bello .

Appena entrato grido':

"E' qui la bella pupa che mi aspetta?"

e senza nemmeno guardarsi attorno si diresse verso il bancone dal quale spuntavano guardacaso due belle colline.

Era piegata a meta' e dal bancone si vedevano solamente due cose che spuntavano.

Quindi si avvicino' e si mise con il gomito meta' sul bancone e meta' che sporgeva.

"Ehi bella!"

Lei si alzo',in realta' le cose che spuntavano era soltanto una parte di braccio,una donna sui 200kg gli si paro' davanti e senza che lui potesse dire niente lei disse:

"Ciao bel maschio cosa vuoi?"

Lui imbarazzato e inorridito dalla facia brufolosa della donna disse:

"Ehm niente"

Poi camminando veloce verso l'uscita chiuse la porta sbuffo...

"Maledetto sia quello che mi ha detto di andare in sto posto."

Jendal da dietro il cespuglio con il suo amico intanto stava osservado la scena ridendo.........

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Cos'era successo??

Perchè quell'umana, quella donna con la spada magnifica, si era girata nella sua direzione?

Era sicuro di essere perfettamente nascosto. La sua bravura nel fondersi nell'ombra era forse ineguagliabile, o per lo meno non aveva ancora trovato qualcuno di altrettanto abile. Più volte si era divertito a strappare i baffi alle linci del bosco, senza che esse si accorgessero del suo arrivo.

Ma quella guerriera aveva intuito qualcosa. Non aveva visto niente, e presto si era interessata a quello che di più immediato aveva. Ma qualcosa aveva provato. E quell'altro guerriero sembrava troppo attento a quello che ella faceva. Era meno pericoloso, forse, ma andava tenuto d'occhio.

Improvvisamente tornò in se e si accorse della terra che tremava. Un altra magia era stata liberata e sembrava arrivare verso il gruppetto radunato poco in la. Rivolse lo sguardo davanti a se e notò un po' di trambusto, la bambina stava dando la mano alla donna, il piccoletto stava a terra dopo aver sbattuto addosso alla sua armatura, il nano sembrava confuso da tutte queste intrusioni, e un uomo lo importunava con delle domande a quanto pareva.

Rapidamente decise che qualcuno doveva smettere di distrarre il nano, e lasciarlo alla suo scontro con il viandante. Tese tutti i muscoli pronto a scattare e ad avvicinarsi al grosso guerriero che stava in coda al gruppo, forse il più ingombrante di tutti. Era lui che avrebbe smesso di respirare per primo.

Ma qualcun altro fu più veloce di lui! Un ombra si stacco da sopra i tetti e con agilità felina afferrò il piccoletto. Era estremamente veloce e sicuro di se nei suoi movimenti. Ma a causa delle tenebre magiche che incupivano la zona non riuscì a identificarlo bene. Ariaston si stupì di non averne notato la presenza prima, e un misto di eccitazione e curiosità sgomenta lo attraversò. Questa giornata si stava rivelando piena di sorprese.

Si soffermò per un'attimo sull'umana e notò che stava osservando la bimba con aria stupita, sorpresa.

E allora notò qualcosa di strano in quella bimba di dieci anni. Aveva qualcosa vicino alle tempie, qualcosa che a causa del buio non riusciva a identificare. In una giornata normale sarebbe riuscito anche a contare le ciglia dei suoi occhi, ma ora faceva fatica e vederne il volto. E non aveva magie adeguate a rimediare. Ma notò anche una strana luminescenza che circondava la bimba, una specie di aura che la illuminava debolmente. E forse anche la donna. O era solo un riflesso?? Non era abbituato a vederci poco e non riusciva a decifrare con sicurezza quello che era vero e quello che non lo era. Chissà se anche gli altri vedevano quel bagliore?

Erano passati pochi istanti, in cui lo stupore per la scomparsa improvvisa del piccoletto dal gruppo aveva lasciato tutti di sasso, in cerca di capirci qualcosa in quell'oscurità.

Ariaston scattò come un felino in direzione del grosso guerriero, i suoi passi erano silenziosi, leggeri e rapidi come solo un elfo può fare.

In un attimo la sua daga era appoggiata alla gola del bestione, l'altra mano tirava la fronte verso di se in modo da esporre gli occhi al cielo e la gola al gruppeto.

All'improvviso riapparve la luce, e i suoi occhi ci misero un istante ad abbituarsi al nuovo bagliore, istante in cui rafforzò la presa sul nemico, forse per abitudine, forse per paura della nuova situazione.

Poi intravvide una figura ricurva sparire nell'aria, li nella piazza, come fumo al vento. Ma non si soffermò a guardare, impegnato com'era a impedire al bestione di reaggire.

Sentì una voce chiedere con insistenza cosa stava succedendo, e vide meglio l'umano che ditraeva il nano. Anche lui era da osservare con attenzione.

L'agile guerriera si girò e lo guardò, la spada pronta nella mano, i muscoli tesi e pronti a reaggire alla prima occasione.

Quello che si trovava davanti non era uno spettacolo di tutti i giorni.

Un elfo dai capelli lunghi, alle spalle, e del colore della notte minacciava la gola del guerriero. Ma non fù questo a stupirla di più, ma l'elfo stesso.

Aveva occhi verdi, di un verde brillante e vivo, piccoli e decisi nella fessura delle ciglia.

Era privo di sopraciglia!

Il volto era solcato da una cicatrice che l'attraversava completamente, dall'arcata sopracigliare sinistra alla parte del collo poco sopra la spalla destra. Era una cicatrice antica, ormai interamente richiusa, ma doveva essere stata molto profonda, e dolorosa.

Quello che più stupiva nell'aspetto dell'elfo però erano le mani!

Completamente bianche, prive del leggero colorito che da il sangue nello scorrere in esse, ma forti e ferme, e due tatuaggi piccoli ne sormontavano il dorso.

In uno, sulla mano destra, era rappresentata una figura inginocchiata a terra, con le braccia lungo i fianchi e i palmi che andavano a toccare terra. Era completamente nera, e nulla si capiva delle suae fattezze.

Nella mano sinistra era rappresentato un piccolo scudo, stilizzato e tracciato in maniera leggera, e da dietro di esso usciva la punta di un arma da taglio, forse un pugnale, forse una spada, forse una lancia.

I suoi occhi fissavano la donna, la scrutavano con attenzione e tenevano sott'occhio la sua spada. La bambina la preoccupava meno, ma la tenne sotto controllo ugualmente con la coda dell'occhio, mentre il nano e l'umano curioso erano inoffensivi, nascosti com'erano dalla figura della guerriera.

Dopo un attimo di riflessione apri la bocca e iniziò a parlare. E sorpresa. La sua voce contrastava completamente con il suo aspetto tetro, decadente. Era delicata, gentile, sicura di se ma suadente come quella di un ammaliatrice elfica. Non c'era possibilità di menzogna in quello che diceva, tanto fluidamente usciva dalle sue labbra.

Ma a volte questa sicurezza spaventava i suoi interlocutori; li metteva a disagio trovarsi di fronte a un tale splendore vocale, e la certezza di essere sotto effetto di un incantesimo li allarmava. Ma chiunque si intendesse di magia capiva subito che non era cosi. Ariaston lo sapeva e cercava sempre di controllare le prime reazioni dei suoi interloccutori.

"Non preoccupatevi. Se avessi voluto ucciderlo lo avrei già fatto, prima che poteste sentirmi. Ma sapete com'è, mi serviva un assicurazione sulla vita, prima di espormi troppo." sorrise rassicurante, esponendo una leggera dentatura bianca, quasi immaccolata, come i denti di un bambino.

"E' giorni che seguo quell'oscuro viandate e ho potuto notare solo ora come sia più potente di come temevo. Non so per quale motivo, ma l'oscurità che aveva creato è scomparsa, e per un qualche motivo anche il terremoto si è arrestato.

Ma non ci metterà molto a riprendere il suo terribile piano.

E, scusate se ve lo dico, ma l'unico che mi sembra in grado di fare qualcosa contro di lui sembra essere il nano, strano a dirsi trattandosi di magia. E io vorrei godermi lo spettacolo, dall'inizio alla fine." un altro sorriso divertito e sincero divise a metà la cicatrice che lo caratterizzava. Il guerriero si agitava infuriato, ma aveva l'esperienza necessaria a capire che non avrebbe potuto liberarsi fin che la daga stava appoggiata alla sua gola e fin che continuava a vedere solo il cielo. Lo costrinse a fare un passo indietro per meglio vedere che faceva l'umano vicino al nano. Era meglio controllarlo, nonostante fosse distante.

Riprese a parlare, rivolgendosi alla donna e, indirettamente, anche alla sua vittima: "il mio consiglio è: nascodedevi qui, lasciate il bottolo libero di agire come meglio crede e aspettiamo con calma l'esito dello scontro. Anche tu giovane elfetta; sei troppo piccola per rimanere li fuori, in balia dei flussi magici."

Trovava simpatica quella bambina e voleva salvarla, anche per capire cos'era la luminescenza che prima l'aveva avvolta, se c'era veramente stata. E sopratutto cos'erano quei tatuaggi sulle tempie, che ora vedeva chiaramente.

"Allora che ne dite?? Posso lasciare la gola di questo tizio intatta e fidarmi di voi, o è meglio che la porti con me come ricordo di questa luminosa giornata?" disse, con aria interrogativa, divertita e curiosa della risposta al tempo stesso....

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