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Dragons´ Lair

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FeAnPi

Circolo degli Antichi
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  1. Non sto confondendo io. Il paladino legale buono di D&D è basato sull'idea di un tipico cavaliere cristiano da ciclo epico-cavalleresco, come appunto i paladini (palatini) di Carlo Magno reinterpretati dai medievali e trasformati in qualcosa di diverso dalla rozza trustis del sovrano franco. Paladini che da certi poemi definiresti anche ben poco legali neutrali. Senza considerare che definire il cavaliere medievale standard "legale" è una cosa molto opinabile; "legale" come è "legale" la mafia è già una definizione più accurata, il problema è che questo "legale" resta sempre un po' sospeso. Gli allineamenti "legale" e "caotico" nascono con Moorcock, ma se andiamo a vedere l'opera di Moorcock il "caotico" Elric ha un codice d'onore, e la "legale" Myshella è maestra di inganni: per l'autore inglese erano "affiliazioni" non il quid che D&D li ha resi. Non è colpa mia se certe contraddizioni il gioco se le porta dentro fin dalle origini e se esplodono quando si cerca di essere rigidissimi nella loro applicazione. -__-' Riguardo alla seconda parte del tuo messaggio, ti sei risposto da solo: alcune persone sono coperte dall'ignoranza. E un medioevo realistico deve essere ignorante al massimo. PS: cerca esempi migliori, il paladino ha apposta individuazione del male. ^^'
  2. Grazie Lukas, GdRItalia ormai era un po' poco adatto a me come clima, ma da qualche parte salto sempre fuori (anche dall'armadio in versione "uomo nero" se non state atteni, eheheh). Rispondendo ad Aleph, il nostro paladino medievale sarà di sicuro un seguace di santa madre chiesa; ma questa idea della suddivisione in ordini era caldamente sostenuta dalla chiesa stessa. Quindi, a meno di grossi problemi (del genere un paladino vero seguace di dio contro la chiesa mondana e corrotta, o "andate dritti alla scomunica senza passare dal via", cosa molto interessante da giocare ma che diventerebbe di suo una campagna), cosa potrebbe fare il nostro? Opporsi all'ordine divino? Tentare di cambiarlo? La cosa è blasfemamente inadatta alla mentalità medievale. Un europeo del XXI secolo pensa "è una legge ingiusta, la cambio", un europeo dell'XI secolo pensava "è la legge di dio, quindi è giusta, chi la cambia è un agente del diavolo", punto e basta. Parlo di un individuo medio, eh; ma un gruppo di ribelli sarebbe abbastanza strano, e un gruppo di paladini catari durerebbe quanto la pulizia d'un auto nei giorni di pioggia. Rispondendo al tuo esempio (che cita qualcosa di non reale, modellato però su culture reali che di certo non pensavano di seguire il male), la differenza sta anche nei modi. C'erano, ad Atene, schiavi che vivevano meglio di molti liberi. Fra i loro padroni e i padroni di schiavi tenuti alla catena e frustati notte e giorno passa una certa differenza, no? Se un personaggio vive in un contesto che considera naturale qualcosa, non ha motivo di considerarlo innaturale. Noi portiamo i pantaloni e le mutande, cosa un tempo impensabile, e non ci viene il dubbio di andare spartanamente in giro palle all'aria. Il problema dell'oggettività degli allineamenti di D&D è il suo grandissimo limite sociale. Non se ne esce. Monte Cook, master tutt'altro che incapace, nel BoVD arrivò alla conclusione che sì, possono esistere due paladini di fedi opposte che possono usare punire il male l'uno sull'altro. Il problema è stabilire cosa accade dopo. E io dico che dipende dal gruppo: si vuole che bene e male siano realmente oggettivi? O si preferiscono delle tinte fosche nelle quali la ragione non sta da un'unica parte? D&D permette di fare entrambe le cose, semplicemente rendendo gli allineamenti "culturali" o "fideistici", convertendo allo stesso modo gli incantesimi e andando avanti in maniera meno irrispettosa della verosimiglianza.
  3. Un controesempio duro, crudele e cattivo: ci sono persone secondo le quali i primati dovrebbero godere degli stessi diritti degli esseri umani, in quanto dotati di pari razionalità. Ora, a noi non sembra, studi alla mano, che siano al nostro livello; li consideriamo "animali". Se fra qualche lustro si dovesse scoprire che, nonostante tutto, un primate possiede davvero la stessa complessità mentale di un essere umano dovremmo forse considerarci tutti quanti malvagi solo perché prima la pensavamo in maniera diversa e non trattavamo i primati da uomini ma da animali? Bene, nel medioevo il "villano" era considerato alla stregua di un animale, o peggio. Il punto è che cambiando il tempo e il luogo cambiano anche i concetti di "bene" e "male" percepiti. Il suicidio è male? Dipende; di certo, solleverei di peso con la sua sedia un giocatore il cui PG, in una campagna ad ambientazione classica, lo giudicasse così; e farei lo stesso con un giocatore il cui PG dovesse risultare ben disposto verso il suicidio e l'aborto terapeutico in una campagna ambientata in un periodo particolarmente bigotto. Bisogna saper contestualizzare nel GdR. Anche perché, mettendosi a discutere la servitù della gleba, un ipotetico paladino medievale dovrebbe mettere in discussione anche l'ordine sociale del mondo, risultandone ben poco "legale". Mica è colpa di D&D se la società umana raramente è di allineamento "buono".
  4. Infatti, ma le ambientazioni standard purtroppo sono così, e c'è gente che dal manuale non si schioda neanche se provi a sollevarla con la gru. -__-
  5. Altre due poesie scritte con lo stesso metro, molto più brevi e molto poco impegnative.
  6. D&D è infatti fantasy medievaleggiante, ovvero modernità in abito storico con elfi, spade e magia. Ma che la peste colga chi osa giocare a RuneQuest e ad altri GdR in questo modo!
  7. Chiariamo: dipende dal contesto. In linea generale, viene più facile interpretare un PG che ci piace, e viene più realistico un PG in qualche modo simile a noi, dato che già ne possediamo gli schemi mentali. Di contro, bisogna tener presente l'ambientazione. Io sono ateo, ma in nessuna campagna ambientata nel medioevo storico (o in un simil-medioevo) mi sognerei di giocare un PG ateo: andrebbe totalmente contro la mentalità del tempo, sarebbe irrealistico. Il problema è che interpretare realmente qualcuno di diverso da noi ci viene difficile. Quanti libri e film ci sono dove i protagonisti, personaggi di altre epoche storiche, non sono altro che dei contemporanei in abito storico? Quanti giocatori interpretano così i propri personaggi?
  8. FeAnPi ha risposto a Benkalas a un discussione Pathfinder
    Per ora promette di essere parecchio interessante; vediamo come procedono. Altra uscita che hanno annunciato per l'anno a venire (sì, vi sto anno...iando) è quella di un manuale dedicato alle razze. Dove forse forniranno buone regole per giocare personaggi mostruosi. Insomma, contrariamente ai timori di chi temeva un proliferare di splatbooks per ora Pathfinder sembra mantenersi abbastanza in alto. Speriamo bene.
  9. Ed ecco qui i miei haiku di metà giugno. Sono parecchi, il che dimostra quanto una settimana scarsamente ispiratrice dal punto di vista ludico possa essere ricca di piccoli spunti poetici.
  10. E qui caschi: ammetti l'esistenza di eccezioni, ma le eccezioni presuppongono una norma. E tu individui come norma quel che piace a te. Riconducendo alle eccezioni alla norma i gusti degli altri.
  11. Thondar, parti sempre dal presupposto che ciò che per te è X sia X a prescindere. Ora, non volermene, ma sei un uomo, non metterti più in alto di quanto non ti competa. Hai i tuoi gusti, in base ai quali certe cose sono sbagliate. Ok, ma lo sono per te. Secondo me capperi e acciughe rovinano la pizza, ma mica dico che un pizzaiolo compie un errore nel condirci una pizza. A me non vanno a genio, ad altri sì. E mi piacerebbe che tu potessi accettare il fatto di non essere la misura di tutte le cose, ma solo una persona i cui gusti valgono quanto quelli di tutti gli altri individui. PS: il cavallo nella bitsbox è dedicato a te e lo sai, però attento nel nominarlo. ^^
  12. Mettiamo i puntini sulle i: Lord Soth non è tale per maledizione umana. Lord Soth è stato maledetto dalla moglie, ma gli dei ci hanno aggiunto il loro potere data la grave colpa della quale lui si è macchiato. E Takhisis non aveva interessa a punire una pedina del suo piano. Ergo, a punirlo sono stati altri dei e poi la nostra pentacefala divinità l'ha reso nuovamente umano. Ergo, in teoria sarebbe possibile rendere di nuovo umano il PG. Anche perché essendo Takhisis morta lei non potrebbe proprio opporsi. ^^' Tutto dipende da come viene fatto, chiaramente, e da come è strutturata la campagna.
  13. Grazie per il complimento Thondar. Potrei ribatterti che il tuo è un errore di superbia, perché individui in quel che per te è un difetto un difetto generale. Io preferisco parlare di tratti, che per alcuni sono positivi, per altri negativi e per altri ancora indifferenti. Certo che se ti elevi sul piedistallo, individui come difetti oggettivi quelli che per la tua soggettività sono tali, vedi illogico il ragionamento di chi non li considera difetti. Ma è un errore di superbia, e un modo di pensare molto pericoloso. E pensi che la gente sia convinta della perfezione assoluta di quel che le piace. No. L'ho scritto prima: solo ablativo e genitivo possono essere assoluti, nient'altro. Però un qualcosa può essere perfetto per qualcuno, non nel senso che questo qualcuno va in giro come un ebete a dire che tale qualcosa è perfetto, ma nel senso che esso si adatta alla perfezione alle esigenze del nostro qualcuno. PS: io quella famosa intervista vorrei proprio sapere dov'è comunque. Tutti ne parlano, nessuno la cita materialmente. -___- Leggerla aiuterebbe a chiarire bene il punto dell'uomo del Monte.
  14. Guerra delle anime la prima parte, nell'ultima trilogia la seconda.
  15. C'è, proprio in Dragonlance, un precedente. Un precedente che si chiama Spoiler: Lord Soth , reso nuovamente umano da Spoiler: Mina su istanza di Takhisis quando agiva sotto il nome di Unico Dio . Tuttavia, dato il caso eccezionale, Spoiler: e la natura divina di Mina stessa , il master potrebbe replicare questo effetto solo in condizioni molto, molto, molto particolare. La vedo molto in salita insomma, ma fattibile se ben argomentata e ben inserita nella trama.
  16. Ho appena pubblicato sul blogo una poesia scritta qualche settimana fa. Non ha molte pretese, non sono troppo convinto neanche io della parte finale, ma fino a che non avrò voglia, tempo e modo per produrre aggiornamenti migliori vi toccherà accontentarvi.
  17. Thondar, non partire per la tangente. Io sto facendo esempi legati alla mia soggettività, tu alla tua. Abbiamo gusti diversi e ci vanno bene cose diverse. E questo ci porta ad avere punti di vista diversi. Riversare fiumi di parole nel forum cercando di mutare tutto ciò serve solo ad aumentarci il counter dei post in definitiva. Ha ragione Magnifico Sire quando dice che D&D 3.X è un gioco molto duttile, e dunque può darti esiti diversi. Recuperando un paragone modellistico, con dello stucco c'è chi costruisce miniature molto più belle di quelle che vedi in vendita nei vari negozi, ma c'è anche chi ha le capacità scultoree di una pigna bollita, non si sa migliorare, e produce solo vaccate. D&D 3.X è il materiale modellabile del mio esempio: a seconda di chi lo prende in mano se ne possono tirar fuori cose diverse, alcune fantastiche e altre ai limiti del discreto. Per il resto, la mia posizione è sempre e solo una: dipende. Nulla è assoluto, a parte l'ablativo in latino e il genitivo in greco.
  18. Thondar, secondo me è il sistema delle marcature che un po' ti "stona": il fatto che un tratto "marchi" di più non vuol dire che l'altro sia assente, né mai l'ho sostenuto. Facendo un paragone culinario, se il sugo è aromatizzato con origano e rosmarino ma il sapore che si sente di più è quello di rosmarino questo non nega la presenza di origano nello stesso. Soltanto che il sugo sarà caratterizzato molto più dal rosmarino che non dall'origano. Riguardo al sistema che obbliga a fare notte (non che la cosa sia negativa: Aristofane mi costrinse più volte a fare le quattro per un esame, ma era uno spasso da tradurre), se ti riferisci a D&D a mio parere il problema sorge quando inserisci ennemila opzioni attinte da qualche centinaio di manuali. Ma di D&D ormai ho poca esperienza: ho venduto la 4^, e della 3.5 tengo i manuali solo per le ambientazioni. Gioco a Pathfinder, che a riguardo ha fatto grossi passi in avanti. Poi nulla è una scusante per un lavoro fatto male, ma il vero problema è che ciò che per alcuni è fatto male per altri non lo è. E non intendo dire "Thondar" con "alcuni" e "FeAnPi" con "altri"; semplicemente voglio dire che a esigenze diverse rispondono giochi diversi. E il bilanciamento, come ho detto, è importante in un gioco che vive di contrapposizioni fra giocatori e che senza tali contrapposizioni non ti diverte. Io, tranne che durante i tornei di WH (e neanche a tutti in verità, dipende da quanta caffeina ho assunto il giorno), odio la competitività; quindi, un gioco che vede i PG contrapposti è inadatto per me; quindi, il bilanciamento per me è un problema secondario. Preferisco avere gente di un certo tipo attorno al tavolo e giocare a un sistema non bilanciatissimo ma che ha altri punti di forza, come RuneQuest. Per altri le cose vanno in maniera diversa. E non è un problema, non è importante se si hanno gusti diversi. L'importante è non metterci sul piedistallo a mo' di monumento equestre alla superbia, e poi litigare per stabilire chi ha il "diritto" di rimanerci. PS: e far saltare la mia copertura quando combattevamo contro dei GS 13 al 9° livello, visti anche i miei pf quasi pari a zero? Naaa... era un'avventura concepita male e basta. Prima di scoprire le vie di un prodotto visionario dell'India, il master della partita, mio giocatore abituale, stava un po' migliorando, ma ormai le sue attenzioni principali sono dedicate a ben altro hobby.
  19. Guarda Thondar, dovresti sapere bene se leggi i miei post, vedendo ogni volta la mia firma, che sono un cultore del GdR senza ennemila manuali. Quindi no, per me non è normale doversi andare a costruire il PG spulciando 27 manuali. Un conto è se lo fai per questioni di ruolo, lì ci può stare; se lo fai per lamerare e poi conti di salvarti in corner con un improbabile background ad hoc no, non va bene. Poi gli errori ci sono ovunque, ma il mio punto è proprio questo: c'è chi sa sfruttare la crepa più minima per sbilanciare un gioco. Non c'è santo che tenga: fatta la legge trovato l'inganno, e si stava meglio quando si stava peggio. Luoghi comuni a parte, ancora una vuolta è il tratto più marcato a influire: giochi a un sistema sbilanciatissimo con persone normali? E' il sistema a sbilanciare. Giochi a un gioco qualsiasi con una persona con ritardo mentale (non lo sto dicendo a mo' di battuta, a me è capitato e per quanto sia stato arduo posso assicurarvi che tempra un master) e una particolarmente furba? Ecco che saranno i giocatori a sbilanciare. A me, l'ho detto tante volte, non interessa il gioco di ruolo-manuale. Un manuale di GdR è un libro, punto e basta; un manuale di pittura non è un quadro, e un manuale di fisica quantistica non è la fisica quantistica. A me interessa la giocata, il gioco di ruolo messo in atto; e lì i giocatori possono influire quanto e forse più del sistema usato. Possono, tutto dipende dalle circostanze chiaramente, ma in potenza ne sono in grado. PS: fidati, questione di master. Era quasi imbarazzante essersi preparato un bel PG bardo simil-hindu con tendenze rshi per una ambientazione orientale, pensando a un background per la sua gregaria, e poi limitarsi ad andare in giro camuffato da non morto in mezzo a zombi e scheletri altamente squilibrati che massacravano il resto del party mentre io, bellino bellino, passavo senza essere toccato e la mia gregaria, resa invisibile, faceva lo stesso. Specialmente perché l'avventura era iniziata con noi già nell'immancabile dungeon.
  20. Thondar, definiresti la solidarietà "fatta male" perché chiunque si abbastanza furbo può approfittarsene? I furbi trovano modo di approfittare di leggi statali e sentimenti altrui, roba in confronto alla quale le regole di un GdR sono cosettine da niente. Mi stupirei se non ci fosse chi è in grado di approfittarne. Ma questo non si chiama gioco fatto male; si chiama giocatore problematico. Tu continui a non capire il mio punto invece. Nel mio esempio di prima, ho trovato più possibilità di gioco per un PG scarso che non per quello straottimizzato per il semplice fatto che il secondo era come una macchina automatizzata: l'ho messo in moto e ha fatto tutto da solo. Colpa del master di certo, però che noia... Anche perché il master non deve intervenire sempre. In una partita di LL, i giocatori si son divertiti nonostante li abbia fatti schiattare come dadi imponevano mentre prendevan botte superiori alla loro capacità di sopportazione. Poi è chiaro che il bilanciamento vero deve esistere in termini di parità di gioco, ma per molti è il combattimento la discriminante. Non penso, però per molti sì. E poi il combattimento può essere "esemplare" di tutti quei campi in cui questo o quel personaggio può essere migliore degli altri, senza per questo rubar loro la scena. Alla fin fine dipende più dai giocatori e dal giemme che non dai dadi e dal gioco; anche perché se io interpreto un personaggio poco atletico e decido di fargli saltare un baratro di quattro metri non c'è master che tenga, dovrò cadere dentro. Ma qui la colpa non sarà del gioco, né dei tiri di dado sfortunati, né del giemme incapace: la colpa sarà del giocatore. Un tavolo di GdR è una sinergia, e andare a sezionare tanto le sue componenti, come fanno alcuni, mi sembra quasi un voler mangiare il sugo della pizza separatamente dal resto lamentandosi poi del fatto che non sappia per nulla di pizza.
  21. Premessa: il principio di dare il vantaggio all'avversario inesperto nei wargames io non l'ho mai visto. Ma iniziare con botte di terminator e Gazzy sul muso ti spinge a migliorarti. Riguardo alla caratterizzazione dei punteggi, logico che anche un punteggio alto è caratterizzabile e anzi preferisco il giocatore che mi spiega il 18 in Carisma con la parlantina sciolta rispetto a quello che mi dà per scontato un amorfo "Carisma 18". Poi al di là delle mille spiegazioni, il punto è che per divertirsi in un GdR non si deve per forza di cosa essere forti, né i più forti. L'avventura in cui, come giocatore, mi sono spallato di più è stata quella nella quale interpretavo il PG più ottimizzato di tutti; a parità di (scarso) master, mi sono divertito invece con un PG meno potente ma più spassoso, per quanto profondamente stupido. "Svantaggiato" in una o più situazioni non vuol dire "meno divertente". Stiamo parlando di PG di un GdR, non di marines dei diversi codex a confronto (coi GK che spaccano sederi a iosa, ma questo è un altro discorso). Riguardo ai punteggi la logica che descrivi è la stessa del giocare d'azzardo: speri che ti vada bene. Se ti va male sei fregato, ma speri in interventi esterni; e più in generale speri che ti vada bene. Personalmente non la condivido, ma a molti sembra ottima. E poi ci sono anche i giocatori secondo i quali (discorso veramente sentito da un giocatore anche abbastanza niubbo e non certo veterano) è interessante interpretare il PG che ti capita cercando di tirarne fuori il meglio, rende il tutto più "reale". Riguardo al terzo punto che individui come contrapposizione, infine, chiaramente un giocatore poco attivo, creativo e brillante con un PG scarso farò pochissimo. Qualcuno potrebbe dire che anzi l'esperienza sta nel creare PG spaccamondi, per quanto io non condivida. Ma si parla di casi estremi. A parità di potenza dei personaggi, il giocatore più creativo e brillante, o magari più in sintonia con le meccaniche del gioco, renderà infinitamente di più degli altri. Sbilanciando il gioco non perché sia sbilanciato, ma semplicemente perché non sono "bilanciati" gli esseri umani.
  22. L'importante è ammetterlo, Fenna: abbiamo forti dissapori, possiamo concordare sul non concordare e sul sopportarci reciprocamente poco. Sembrerà una sfessata, ma nei piani alti del paese non riescono a fare neanche questo. -___-' Io sono intervenuto perché "narrativo" è cosa diversa da "narrativista", come "sociale" è cosa diversa da "socialista" e "fascio" da "fascista", e nello specifico narrativo ha un suo senso nell'ambito gidierresco anche al di fuori della teoria forgita e dei suoi vari stadi di sviluppo. Riguardo al discorso del "barare", ammetto di aver giocato molto poco come giocatore. Però ricordo ancora la mia uscita a Lucca 2009: due partite, una con Monte Cook a D&D 3.5 e una con il creatore a un gioco della Coyote Press. Monte Cook non ha "barato" una singola volta, e rischiare grosso uscendone indenni è stato gratificante -sebbene il mago del gruppo ci avesse tradito, il mio monaco l'ha portato a più miti consigli a suon di sventole e la barbara ha aperto il lich; con l'altro gioco, alla prima scena il master ha dovuto barare, contraddicendo le regole che ci aveva appena descritto, per evitare che raggiungessi l'obiettivo della partita alla prima scena. -__-' Al di là di questo aneddoto, che racconto solo per dire che forse non è valida in assoluto neanche l'affermazione secondo cui niente è valido in assoluto, di mio penso che un gioco per piacermi debba dare significato alle differenze fra PG e alle scelte. Ovvero, non è ammissibile che tutti abbiano le stesse possibilità di fare tutto. Non mi piace un gioco dove se ho un minimo di parlantina riesco a tirar fuori un tratto e a far sì che il mio bibliotecario stenda nel ring un kick boxer professionista. Per questo apprezzo giochi come Pathfinder, dove il divario tipico di D&D è stato molto ridotto, e giochi come RuneQuest che cercano di essere crudi, duri e realistici come la vita -dove se sei un topo di biblioteca e finisci sul ring con un lottatore poi ne esci solo con le ossa rotte. Edit: Thondar, vado di fretta e non posso risponderti. Se tu fossi così gentile da modificare il tuo messaggio in modo da renderlo senza multiquote te ne sarei grato. In caso contrario, mi prenderò il tempo necessario (temo qualche mese) per risponderti in protoindoeuropeo ricostruito. Non ho nulla in contrario al comunicare con te, ti trovo molto più ragionevole di altre persone con le quali ho discusso via internet, ma ti pregherei di usare la sensibilità di non replicarmi in una maniera che sai essermi sgradita. Ri-edit: causa cambiamento di programmi, ho il tempo di rispondere a Thondar. Parlando dei punti di debolezza in Stormbringer, e non solo, mi riferisco a punteggi di caratteristica visibilmente bassi, e ad altri risultati numerici ai limiti del ridicolo che hanno tuttavia permesso ai giocatori una maggior profondità d'interpretazione. Come diceva il manuale di AD&D, date le caratteristiche basse tutto sta nello spiegarle, ed ecco che il PG diventerà gradevole. E, ricollegandomi al secondo punto, voler tirare le caratteristiche sperando di ottenere numeri alti è sì lecito, ma stupido; anche perché a qualcuno usciranno irrimediabilmente numeri fuori dalla media del gruppo, e si avranno dei personaggi sbilanciati. Ricordo sempre con Stormbringer un gruppo di "medio-men" nel quale però uno dei tre PG aveva punteggi di caratteristica assurdi. Eppure non ha messo in ombra gli altri (anzi, è successo il contrario). Il terzo punto del mio discorso che tu hai trovato problematico, invece, si ricollega al tuo secondo punto. L'inventiva e le scelte del personaggio. Nel momento in cui ho un genio che riesce a uccidere un drago con un sasso e una forcina anche se il suo PG è un popolano di 1° (esempio volutamente carico, ma ci siamo capiti), poco conta il bilanciamento del gioco: sarà sempre avanti agli altri. Di contro, un giocatore poco creativo o poco attivo con un PG fortissimo non farà niente di buono. Nella campagna di Pathfinder, la ladra ha un'arma che, per tre volte, può uccidere un nemico con un colpo a meno che questi non passi un TS (ragioni di background dietro all'oggetto, non vado a spiegarle). Non l'ha mai usata fino alle ultimissime sessioni: la giocatrice, ancora "timida" nei riguardi del gioco di ruolo che mai aveva provato, ha scelto di non farlo. Un giocatore più scafato avrebbe usato l'oggetto nei momenti opportuni.
  23. Mi stupisce che nessuno abbia ancora nominato Il Triello, il mitico duello a tre ne Il buono, il brutto e il cattivo.
  24. Il bilanciamento serve? Beh, quando gioco a Warhammer 40.000 mi infastidisce tremendamente vedere che i miei demoni non hanno possibilità contro i cavalieri grigi e che col caos devo ricorrere alle combo più becere e a liste più tirate di una presentatrice italiana sessantenne per vincere. Nel GdR, il bilanciamento è molto meno importante. Nel momento in cui il gioco va al di là del semplice wargame, o parlando più generalmente e ludologicamente nel momento in cui il gioco non è dominato dall'agon (ovvero dalla competitività), il bilanciamento serve molto meno. Ho fatto partite con giochi non bilanciati e giocatori contenti, addirittura ho visto giocatori felici dell'interpretare i propri "punti di debolezza" in regolamenti come Stormbringer, e in tutta la mia esperienza ho incontrato per D&D soltanto gruppi disposti a ricorrere al lancio di dadi per le caratteristiche, nonostante questo comporti un potenziale di sbilanciamento molto elevato. Un certo grado di bilanciamento deve esistere a livello "meccanico", ovvero tutte quante le opzioni devono essere a parità di costo e scelta più o meno equivalenti. Ma nel momento in cui anche il giocatore di Pun-Pun può decidere di non muovere un dito in combattimento, ecco che il bilanciamento viene surclassato dalla libertà di scelta del giocatore. Perché se in un wargame c'è poco oltre alla competitività, e per questo voglio tassativamente che i tuoi truppini siano bilanciati con i miei riguardo al costo, di contro nel GdR c'è molto altro, c'è tutta quella carica interpretativa e narrativa (termine che ha mille usi in italiano al di là di quello forgita, con buona pace di Fenna: non è che io entro in ogni singolo thread nel quale si parla di "metallari" criticando chi usa il termine visto che non parla degli antichi minatori di metalli d'epoca romana) che sposta su altri versanti ludologici il divertimento. In WH40K mi diverto facendo scontrare i miei truppini contro i truppini del mio amico, e per questo voglio che tali truppini siano bilanciati, voglio che i miei 1500 punti equivalgano in termini di potenza ai suoi 1500 e non ai suoi 1000 (dannati cavalieri grigi!); in un GdR c'è altro, non ci si diverte ammazzandosi a vicenda il PG senza alcuno scopo reale (come è invece in WH, dove eserciti alleati possono allegramente attaccarsi fra loro senza che la cosa abbia un briciolo di senso, dove addirittura un personaggio può lottare contro se stesso), e dunque il bilanciamento non è necessario ai fini del divertimento. Che poi certi GdR siano molto simili a un wargame "tutti contro tutti", e che in tali GdR dunque il bilanciamento sia importante quanto lo è in un wargame, non si discute. Ma sono appunto solo alcuni giochi di ruolo, non tutti. E anche in D&D non si è, non si è mai stati "tutti contro tutti", ma al limite "tutti contro il master"; molto "al limite".
  25. FeAnPi ha pubblicato una discussione in Libri, fumetti e animazione
    Banalità, invettive e scherzi in poesia direttamente dal mio blog Dopo tanto tempo che mi ci scervellavo, sono finalmente riuscito a comporre degli endecasillabi dal ritmo giambico. Nel post del blog relativo al mio primo componimento con questo metro, oltre alla poesia stessa, potete trovare la spiegazione di che cosa sia questo "endecasillabo giambico".

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