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Dragons´ Lair

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Maiden

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti pubblicati da Maiden

  1. Sono contento. Mi piace il periodo scelto. Vedremo!
  2. "Lo vedo che siete civili." È per colpa di gente come voi che la Ginocrazia Latariana crede fermamente nello sterminio degli uomini. Posso solo immaginare cosa potesse essere una donna, nei tempi antichi, in un posto come questo. "Dunque, per evitare altro tempo perso, ci potremmo incamminare verso la mia nave, così potrei pagarvi la multa e segregarmi per non rischiare di offendere qualcun altro. Capisco che non sia il vostro lavoro ma come immagino, sarete in strada per pattugliare in modo che Suvali rimanga sempre un luogo sicuro e accogliente. Non vi distrarrei dalla vostra mansione, siamo di strada. Almeno su questo, venitemi incontro." Questo scenario, qualora lo accettassero, mi aprirebbe due possibilità. Sfruttare un buon momento per la fuga nel caso fossero senza malizia nei miei confronti o arrivare veramente dal mio Kurt, il mio amore. Mi farei pagare questa multa di merda, facendomi togliere la spesa dal guadagno della Veste da Specialista. In più devo spaccare la faccia a chi ha avuto la bella idea di farmi vestire come una tr0ia per la gente di questo posto. E quasi spero che sia stato proprio il mio amorevole compagno. Se solo ci penso mi ribolle il sangue nelle vene. Sorrido candidamente agli uomini in divisa, anche se in questo momento vorrei solo strappargli le palle.
  3. "Devo sapere a cosa vado incontro. Se decidessi di farmi arrestare perché non ho intenzione di venire meno ai miei sentiti obblighi nei confronti del mio uomo, cosa succederebbe?" Prendo tempo. Mi guardo intorno. Aguzzo la vista, voglio sapere se è possibile che tutta l'area sia controllata da telecamere, droni o quanto altro. Inoltre, come sono fisicamente questi uomini? Atletici? Che equipaggiamento mostrano? Inoltre, sarebbe possibile farsi perdere di vista fra la folla o c'è poca gente in giro? Stimo fattibile una fuga rocambolesca? Incalzo la risposta alla domanda precedente per guadagnare il più possibile dalla situazione. "E potrò chiamare qualcuno, una volta che sarò in caserma con voi, per pagare l'ammenda?" Devo farmi due conti per avere due possibilità: l'arresto o la fuga. Prima di farmi toccare nuovamente gli faccio vedere come si allena una donna che ha militato nel corpo Akharin Dastur.
  4. Tanta roba. La direzione per ora mi piace un sacco. Ne vogliamo sempre di più!
  5. Mantengo la calma, anche se il gesto mi urta enormemente. "Credo di essere stata fraintesa. Lui potrà fare quello che vuole con una prostituta. E ribadisco di non esserlo. In secondo luogo, appartengo ad un altro uomo. Non posso sicuramente prestarmi a questo mercante come esso desidera, devo mantenerne l'onore." Sono seria quanto loro. "Ditegli che mi spiace, che non è un affronto. Tornerò alla mia nave per evitare altri spiacevoli equivoci." Non sono fuggita da Alabaster per farmi scopare da questo str0nzo. Nessuno può toccarmi senza il mio volere. Così diciamo tutte.
  6. "Non appartengo a Suvali, non conosco bene le vostre leggi. Spiegatemi cosa è una 'ajnabi e vi risponderò nel migliore dei modi." Cerco di argomentare con i due poliziotti. Nel frattempo penso già alla prossima mossa. Nel caso non volessero sentirne di nessun genere, spiego che sono qui per affari che mi appartengono e non per altro. Non credo che facciano così con tutte o donne che atterrano su questo pianeta. E se lo fanno, forse la Ginocrazia Latariana in questo caso sarebbe la giusta risposta.
  7. Mi guardo intorno, alla ricerca di qualcuno che potrebbe aiutarmi. "No! NO!" - grido a perdifiato, sperando che intervenga un passante. Nella mia mente è tutto molto chiaro. Sono fredda, non ho paura della presa di questo uomo. Lui non sa di cosa sono capace. Ma non voglio agire, sono sicura che avrei solo grane. Cerco comunque di non farmi spostare più di tanto, in modo da rimanere al centro dell'attenzione.
  8. Lascio le mie armi ed i miei unici averi a bordo, dentro un armadietto che si possa chiudere bene. Non ho intenzione di perdere ciò che è mio per un qualsiasi motivo. Conto le ore che mi separano da questa vendita, giro il distretto finanziario e faccio le mie prime considerazioni su Suvali. Guardo molto il rapporto uomo-donna, seguo in modo innocente per qualche minuto coppie affiatate per curiosità, mi fermo in questi parchi bio e fisso la struttura, perdendomi in pensieri lontani, ricordi di una gioventù mai avuta. I soldi sono tutto in questo posto. Devo cominciare a farne se voglio cominciare da qui. Penso a Kurt. Alla fortuna che potrebbe avere tra le mani. E al fardello che esso comporti.
  9. Indosso abiti altujjariani, nascondendo la mia Uniforme da Combattimento. Nei giorni precedenti alla vendita, voglio fare un sopralluogo del dar-almazad in cui ci è stato assegnato lo spazio chiuso. Mi interesso ovviamente delle zone prossime alla nostra, che tento di scrutare con più attenzione del resto. Il tutto mi sembra strutturato, se la Gilda di Suvali usa fare così, significa che tutto funzionerà come deve. Nel frattempo cerco di imparare qualcosa di questa metropoli. Nei tempi morti, voglio farmi un minimo di cultura. Una cosa è informarsi su posti lontani, come in genere ho sempre fatto prima d'ora. Un'altra cosa è viverli. Cerco di adeguarmi e di mantenere un profilo basso.
  10. "Mi fido." Tra tante virgolette. Se la divisa mi porta del beneficio, la tengo. Tento di cucirci sopra, alla buona, i vestiti anonimi che mi vengono dati. Copro al meglio eventuali simbologie. Lascio che il corso delle cose ci portino al momento. Ho cercato di cambiare aspetto, sto metabolizzando lentamente tutto quello che mi è successo. Non scoppio più di rabbia, mi trovo più in uno stato di constatazione. Mi lecco le ferite e penso a cosa fare. Adesso ho un solo obbiettivo: i crediti di questa vendita. E sfruttare al meglio Kurt, senza essere sfruttata a mia volta. Si sta dimostrando abile, in un certo senso mi sento quasi fortunata ad essere capitata con un tipo del genere. Ma non abbasso la guardia, anche se lo vedo concentrato al massimo per la vendita del mech.
  11. Lascio che Kurt prenda le sue decisioni. Sono i suoi soldi, è il suo mech. Io voglio conoscere il terreno su cui ci sarà lo scambio, non accetto a scatola chiusa un punto deciso da altri "perché sì". Inoltre, non voglio palesarmi latariana e esigo il massimo riserbo per quanto accaduto. Quindi chiedo a Kurt di dotarmi di alcuni cambi di vesti civili, bruciando di fatto la mia divisa. Dalla nostra chiacchierata, dove abbiamo intrattenuto l'accordo, mi sono sciolta e ora vorrei poter fingermi, almeno per questo periodo, parte del suo equipaggio. In realtà non prendo veramente parte a tutto ciò, mi limito però a sembrare qualcosa di diverso dal chi sono in realtà, se vista da fuori. Taglio i miei capelli della metà, addirittura li scurisco con qualche shampoo. Cerco di imparare qualche parola di uso comune di altre lingue e le mischio in slang giovanili, se necessario. Fortunatamente il mio viso mi fa sembrare anche un po' più piccola degli anni che ho in realtà, se mi trucco e gioco un po' con i capelli. In generale, prendo queste precauzioni. E per nessun motivo lascio totalmente incustodito il mio zaino (in cui c'è qualche piccola provvista, un kit di sopravvivenza scarno, la maschera per l'ossigeno ed il mio peluche) e le mie armi. Non porto niente con me, tranne per il coltello nascosto nello stivale. Se dovesse esserci qualche latariana potrebbe riconoscermi anche solo dal mio Sniper Rifle. In sostanza vorrei essere un'altra persona, mi faccio chiamare Eva, nel caso fosse necessario. Emalaith detta la Valchiria di Zadracarta è morta su Alabaster, combattendo al fianco della sua amata Marjane per qualcosa in cui credevano.
  12. Abbiamo tutti molto da perdere. Deve essere l'effetto che fa starmi vicino da quando ho Dio dalla mia parte. "Andrà preparato tutto nei minimi dettagli." Sono ancora sul filo del rasoio. Ma dirgli di no mi avrebbe resa inutile ai suoi occhi. E sarebbe stato pericoloso per tutta la mia permanenza con loro. Adesso invece ho qualcosa da guadagnarci, perché da sola non avrei comunque potuto venderlo, sarebbe stato come mettermi un bersaglio sulle spalle. Rimango comunque preoccupata per la fine di questa contrattazione.
  13. "Si può fare." Dico in modo secco, quasi subito dopo aver ascoltato. "Dovrai pagarmi, Kurt - marcando con una certa enfasi il suo nome -. Una mano lava l'altra." Non accenno al tipo di pagamento. Voglio lasciarmi più possibilità di contrattazione una volta terminata l'operazione. Inoltre, potrebbe sempre usarmi per poi decidere di pagarmi con una pallottola. Sfruttare il più possibile la situazione. Alla fine da parte loro probabilmente lo meriterei. Ma questo non glielo dovrò permettere.
  14. "Cosa ti spinge a chiedermelo? La motivazione." Abbasso la guardia, mi distendo in modo visibile. Mi appoggio alla mia Veste da Specialista ed attendo la risposta, sono curiosa di sentire cosa ha da aggiungere, mentre lo squadro con aria interrogativa.
  15. "Sì. Avresti dovuto." Lo scruto bene in volto, con una espressione ferrea, tirata. Per un attimo ho avuto le palpitazioni, l'adrenalina scorre a mille. Espiro forte, mi tiro su. Gli porgo la mano e tento di rimetterlo in piedi. "Sei qui per qualcosa. Parla." Non ho una bella cera. Ho le occhiaie, sono ridotta ad uno straccio. Ma nonostante tutto, non fletto un muscolo. Sono a distanza di Close Quarter Combat. Non sono un asso in questo tipo di combattimento ma da questa distanza è la cosa migliore da fare nei confronti di un uomo sicuramente non addestrato in questa disciplina.
  16. Bellissimo questo articolo, interessante lo studio!
  17. Assente con la mente, osservo dalle telecamere della veste tutto quello che mi capita a tiro. Cerco di capire se hanno un sistema di sorveglianza. Se non ne hanno uno, quando l'hangar è deserto, prendo quel piatto che mi è stato lasciato e lo porto con me, dentro il mio guscio. Non lo mangio ma cerco di capire cosa sia. Ad ogni modo sono esausta. I pensieri più teneri li riservo a mio padre, la cui vita verrà spezzata irrimediabilmente, se il colonnello crede che sia riuscita a fuggire da Alabaster. Non aspettava altro, tro1a stizzita. Mi mordo nervosamente il labbro. I pensieri più logici sono per mia madre. Per lei il discorso è diverso. Potrebbe cavarsela anche se il colonnello fosse a conoscenza della mia fuga dal pianeta. Mamma, spero con tutta me stessa che vi parleranno della mia morte. Piangerete ma prima o poi finirete con l'asciugarvi le lacrime, che consumate dal dolore, non riusciranno neanche più ad affacciarsi sul vostro volto segnato dal lutto e dallo sgomento. Ma continuerete a vivere, nonostante tutto. Anche per me sarà così. Continuerò, perché io devo vivere. Sono la Valchiria di Zadracarta. E se con la mia vita o la mia morte potrò annunciare la verità, io lo farò. Mi rimane solo questo, oramai. Infine, prima di addormentarmi stremata, penso a Marjane. Come ho fatto da quando mi sono voltata, lasciandola combattere per me... Il suo sacrificio, no, non può essere stato vano. Ho capito troppo tardi cosa fosse il tuo sentimento per me. E questo è l'insegnamento più grande che possa aver appreso in tutta la mia vita. Per certe cose, ci combatti. A discapito di tutto, contro chiunque. Per anni ho avuto i tuoi sguardi e non sono riuscita a dargli il giusto peso. Sei stata la mia amante a lungo ma per quanto hai fatto oggi, mi accorgo di non poterti amare come dovrei. Se sono stata il tuo libro della Gioia, devo ringraziare te. Sei stata tu stessa la scrittrice di tutto questo. E quel poco che di buono c'è in me, è solo perché lo hai seminato con i tuoi gesti. Non ti merito, Marjane. Mi hai dato così tanto. Ma tutto sommato, forse il significato di vivere è proprio questo. Dare. Senza chiedere. E sorriderne. Allora sorriderò anche io, come te, un giorno di questi. Sorrideremo nuovamente, forse finalmente insieme. Stringo il peluche e cedo al sonno, incurante di ciò che potrebbe accadere.
  18. Questo è il mio personaggio, Emalaith Hadeyat.
  19. Infastidita dalla impossibilità di riuscita, non posso fare altro che accettare. Alle parole di Kurt, alzo uno scudo di indifferenza totale. E non mi spaventa pisciare fra le mie cose, forse questo l'affascinante capitano non lo ha tenuto di conto, visto il mio equipaggiamento: sono addestrata ad appostamenti lunghi giorni interi. Avrebbe potuto scegliere una battuta migliore, si prenderà ciò che verrà da tutto questo. Intanto che tento di valutare la situazione su questa fregata, non penso altro che a Marjane. Un'altra tacca terribile sulla mia anima. Forse la più scavata, quella su cui mi sono accanita e che forse non mi perdonerò mai. Dovevo rimanere. Combattere con te. Sono il prodotto di una società che mi ha tolto tutto. Ed ora mi sento vuota. Non mi importa più di niente.
  20. "La metropoli più grande che riesci a raggiungere, che non appartenga ne allo stato latariano, ne ai mandarini. Significa Suvali, se i tuoi hanno bisogno dei sottotitoli per capire cosa intendo. E laggiù il mech lo venderò io per te, sotto la tua supervisione, in modo da guadagnarci il più possibile. Dalle tue mani non posso ricavarne niente ma con le mie parole posso strappare un prezzo migliore, il mio retaggio è una garanzia per queste cose. E una parte di quel guadagno ulteriore, me la prenderò io. Nel caso non funzionasse, piazzerai da solo il tuo nuovo giocattolo: a Suvali una cosa del genere sparisce dal mercato alla velocità della luce, come ben sai. Dovrai solo congiungere le mani ed attendere che si riempano di crediti. Ma per massimizzare i guadagni, questa è la proposta migliore che possa farti. Da quel momento, Kurt, non ci vedremo più. Cosa ne dici di un affare win-win come questo? Meglio di quanto tu abbia pensato, ammettilo." Uso Affari. Detto questo, rimango sul mio mech. Non mi fido di questi zotici e stento a credere che loro possano fidarsi semplicemente della storiella della disertrice. Non sarà facile strappare qualcosa di più da tutto questo ma devo tentare. Questo Kurt sembra un tipo tosto e mi duole ammetterlo, sono poco più che un lupo senza branco in questo momento. Ma io rimango pur sempre un lupo, in questa nave popolata da piccoli cani bastardi. E a Zadracarta non usiamo cacciare volpi come questo Kurt... Cacciamo gli sciacalli!
  21. "Perché conoscere la verità ha un caro prezzo per chi vive all'ombra della menzogna!" "Non ti allontanerai di molto con questa bagnarola senza le mie indicazioni! Abbiamo gli occhi di Zadracarta addosso, hanno dato ordine di abbattere qualsiasi nave abbandoni il pianeta! Io conosco alcuni punti da cui poter puntare alle stelle in modo da non farci morire tutti una volta impostata la rotta!" - Urlo ancora più forte, mentre il vento fischia dietro me e sento i motori caldi, pronti ad un decollo - "Fammi salire e parleremo di ciò che ti interessa, una volta che saremo al sicuro. Lasciami qui e sarò il tuo ultimo rimpianto, quando la mano della Ginocrazia Latariana vi colpirà per affondarvi!" Mi tengo pronta a dilaniare il portellone nel caso non lo vedessi cedere. Sono pronta a tutto, anche se spero che le mie parole abbiano in qualche modo fatto breccia ed interessato Kurt.
  22. Con il cuore stretto in una morsa per Marjane e la mente offuscata dal timore di rimanere ancorata su questo mondo dimenticato, faccio appello alla buona riuscita di questo ultimo atto. Temo che dovrò ricorrere alle maniere forti... Ma poi chi mi porterebbe lontano da qui? Vedo in una diplomatica pantomima l'unica mia possibilità di salvezza. Non devo mostrarmi debole, non devo calcare troppo la mano. Questi uomini ci temono, e fanno bene. E saranno anche loro decisamente preoccupati per quello che sta per accadere. Siamo sul filo del rasoio. Ad una buona altezza, con il sistema di camuffamento attivo, appena riconosco il leader incontrato in precedenza, apro la comunicazione. "Possiamo continuare il nostro affare, ora. Da questo momento, tutti abbiamo qualcosa da perdere o da guadagnare. E collaborare sarà il miglior modo per venirne fuori e per non morire dimenticati su Alabaster. Devo parlare con la carica più importante che avete a bordo, prima che sia troppo tardi." Cerco di sembrare il più sincera possibile, la mia è una mezza verità, dopotutto.
  23. Cerco di seguire dalla distanza i due groundcar, voglio che mi portino alle loro navi. Potrebbero essere un mezzo per poter fuggire via da questo maledetto pianeta. Camuffamento e nodi antigravità attivi. Sospiro, perché questa potrebbe essere la mia unica possibilità. E non lasciarsela sfuggire significa solo una cosa. Ho Marjane nella mia testa, non riesco a pensare ad altro, ho molta confusione e pensieri contrastanti. Mi sento persa, trasportata dal vento, come i granelli di questa polvere di Alabaster.
  24. "Risposta sbagliata." Non posso permettermi di essere letta, la mia Veste da Specialista è l'unica cosa che mi separa da morte certa. In maniera repentina riattivo i miei sistemi e tento di allontanarmi, per poi attivare il sistema di camuffamento. Quello che voglio non è discutere ma farli tornare alla loro nave. Ho bisogno di sapere dove si trova e soprattutto, cosa è.

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