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Maiden

Circolo degli Antichi
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  1. Bravo, bella iniziativa. Nelle sessioni low magic sono cose fondamentali.
  2. “Un… Sodalizio.” Sono sconvolta ma nella mia testa le cose cominciano a tornarmi meglio di come sembra e pur di non mostrare nessuna espressione o pensiero, comincio a tenermi la fronte tra indice e pollice, massaggiando lentamente le tempie e tenendo il capo chino, in maniera da non essere leggibile. Io. Sono io…
  3. "Ma il vostro allont-anamento dal Consiglio Citt- ...Adino è stato rallentato... Dalla sparizione del rampollo. Quale... Casualità." Faccio un grosso sospiro per darmi forza ed alzo il capo con aria più decisa. Alzo lo sguardo per guardare Obedience direttamente negli occhi. Deglutisco forte, non voglio balbettare quello che ho da dire ora. "Questo sforzo vi ha messo un passo avanti a tutti e sopravviverete alle altre famiglie capeggiate dal Ducabarone Nanberry Rowan che vi vogliono fuori dal Consiglio Cittadino. Almeno fino a quando il giovane Rowan sarà vivo e vegeto, in maniera dimostrabile." Distolgo gli occhi dalla maggiore delle Strangford, lo sforzo non mi è indifferente e con la testa torno giù a guardare il pavimento, cercando di calmare il respiro affannato. Il mio volto è serio ma stanco ed evidentemente triste. A bassa voce: "Se avete deciso di darmi... Di darmi in dono un potere così grande come dite, il minimo che posso fare è stare attenta a ciò che vi apprestate a dirmi, quindi... P-parliamo di co-sa dobbiamo fare per conti-... Continuare a stare un... Un passo avant-i a tutti." Il mio corpo si rilassa su sé stesso, è evidente che tutto questo mi abbia sfiancato totalmente.
  4. Curiosità: ci sono informazioni sulla futura traduzione? Leggendo il nome della campagna Il Cavaliere Grigio in italiano ha fatto venire il dubbio.
  5. Scuoto la testa, senza guardarla negli occhi. "Non... No-n abbastanza. Ma era... Il prezzo per quello... Che volevo." Le mie dita si intrecciano tra le gambe, comincio a fare grossi respiri, cercando di portarmi alla calma. Rimango in silenzio, attendendo la risposta di Obedience.
  6. Mi siedo sulla prima cosa che riesco a trovare, una sedia, uno scalino, una panca... Catatonica. Lo sguardo è perso nel niente, mentre le tre sorelle continuano a parlarmi. Mi stringo tra le spalle, brividi di freddo partono dalla mia schiena e mi fanno sussultare. Con un flebile filo di voce: "P-per-ché... Condividerlo, con me?"
  7. “C-Cos…” Vomito. Non riesco ad osservarmi allo specchio, mi butto a terra e mi rannicchio, piangendo in silenzio. Ho paura che sia la fine nonostante abbia sentito parole che dovrebbero confortarmi, in un certo senso. Nella mia mente, vorticano solamente gli ultimi minuti passati nel Teatro Etereo, le parole di Alvaran, gli ultimi sussurri di Setarra. Tengo le mani tra le cosce, che sento umide e che molto lentamente cominciano a raffreddarsi. Sono distrutta mentalmente e fisicamente, non sono sicura di riuscire a comprendere cosa stia realmente accadendo. Sono inerme innanzi al trio Strangford.
  8. Bevo a piccoli sorsi, guardandole. ”Grazie, apprezzo il duro lavoro che deve esserci dietro.” Porto il calice all’altezza del ventre e lo tengo tra le mani, in attesa che mi dicano altro. Sicuramente c’è qualcosa. E quindi mi aspetto, letteralmente, di tutto.
  9. Prendo la coppa d'argento e ne guardo il contenuto, cercando quasi una risposta dentro di esso. Lo giro un istante, poi lo fermo e lo alzo per brindare, guardando l'amazzone dritto negli occhi. "Alla famiglia Strangford." Accenno un sorriso, cerco di riprendermi dall'iniziale momento di défaillance. È palese che stia aspettando loro per bere. Guardo le due sorelle, soprattutto l'ultima che ha parlato. Le faccio un cenno di assenso col capo. "Un piacere avere la fortuna di apprezzarlo con voi."
  10. Destinata a sentirmi fuori luogo, in ogni tempo di una breve vita come quella degli uomini, con chiunque conti qualcosa. Il fondo del barile devo averlo toccato quando pur di avere un posto da chiamare casa mi sono rivolta a queste Strangford. Da qualche parte dovevo pur partire... Non devo perdermi d'animo, le cose stanno andando meglio, quasi bene direi. Devo tenere duro, mantenere questa via e portare sulla bocca di tutti il nome del Re Arso. Tutti conosceranno la verità. "Sì." Lieve cenno con la testa, socchiudo gli occhi quando non poggiano su di lei, un sospiro trattenuto, tengo il fiato per un istante. Si balla.
  11. “… E tu chiediti perché qualcuno ancora li ricordi.” Do un’ultima occhiata ad Alvaran, prima di lasciarlo per raggiungere la carrozza. Nel percorso, fuori dal camerino, un armadio contiene dei miei vestiti opportunamente messi sotto chiave. Non sono il meglio che potessi vantare di avere come Tyrconnel ma comunque mi vesto rapidamente con qualcosa di adatto: non è la prima volta che partecipo ad un incontro del genere e spero che non sia neanche l’ultimo. Mi trucco in carrozza, con calma. Saluto i miei uomini, se ne incontro qualcuno, con un evidente buon portamento. In una mano stringo un bel pezzetto di vetro, raccolto da uno specchio in frantumi. La pochette sotto braccio, immancabile. Come mia madre. Arrivo all’esterno e… Nessun cavallo… Ed è il carro delle provviste. Beh, sempre meglio di niente. Arriverò con ciò che la gente desidera di più: il cibo. … Salgo sulla carrozza senza fare storie, mi metto in un modo tale da poter avere una buona visione sulla strada che stiamo percorrendo e appoggio il vetro in modo tale che mi ci possa specchiare per truccarmi: questi ultimi sono nella pochette e non è che siano molti. Faccio del mio meglio per apparire, so quanto conta e desidero farmi trovare pronta. Durante il viaggio, ripenso alle parole di Alvaran e mi limito a sorridere del suo pensiero, sicuramente non è uno stupido e questo mi piace, lo eleva ai miei occhi. Finalmente qualcuno con cui poter discutere ad armi pari.
  12. Il mio sguardo su di lui è pieno di non detti. Inspiro forte, poi butto fuori ciò che ho da dire. "Troveremo qualcuno, Alvaran. Qualcuno che ci aiuti: non dimenticarti che mi sono offerta io stessa in questa impresa e non ho intenzione di lasciarti da solo." Prendo un bocchino per sigaretta, ne estraggo una, la monto con calma e l'accendo, nascondendomi dietro una coltre di fumo grigiastro, facendo rimanere di me solamente una vaga presenza. "Hai ragione quando dici che sono un giocattolo: ma non voglio esserlo a lungo, o comunque, non più del necessario. Andrò al ricevimento e continuerò a fare quello per cui mi trovo a Doskvol, Rowan. Non ti ho detto molte cose ma voglio che tu le sappia, perché voglio trattarti come l'uomo che vedo in te. Il mio posto nel mondo è tra le braccia del Re Arso... Questo lo avrai capito. Da quando opero nel suo nome, la mia vita ha acquisito un senso ed è per questo che al Teatro Etereo abbiamo accolto anche coloro che sembrano senza speranza. Un colpo di fortuna, nel momento giusto... E ti potresti trovare in una posizione migliore della maggior parte del popolo doskovita. Ne sono la prova vivente, perché altrimenti tutto questo non sarebbe nostro, ora." Con un gesto della mano che non tiene la sigaretta, mostro il luogo in cui ci troviamo. "Siamo solo agli inizi e nonostante questo..." Mi alzo, avvicinandomi con una camminata lenta. Sussurro all'altezza della sua bocca, guardandolo sorniona: "Ho trovato te!" Gli sbuffo tutto il fumo che ho nei polmoni, soffiandoglielo addosso e ridendo divertita, mentre raggiungo rapidamente la porta dalla quale Loyal e Tedd sono usciti. La apro velocemente, dando un'occhiata fugace, come se mi aspettassi qualcuno nascosto dietro di essa ad origliare. Paranoia... Tutto ha senso fin quando non ne ha.
  13. “Ho bisogno che diate un senso alla vita di queste anime. Insegnategli qualcosa, soprattutto se qualcuno sembra promettente. Il resto, se di difficile gestione, fatemene parola e ci penserò stesso io.” Mentre dico questo, sto sbirciando dalla finestra del balcone, di sotto: non vedo tutto ma una buona idea posso farmela. Guardo i tre: ”Quindi fatemi sapere quanti siamo, chi siamo… Un censimento accurato, che mi parli di ognuno di voi: è tempo di far maturare i frutti e sarebbe un peccato non riuscire a sfruttarli tutti a dovere. Ted, ti occuperai con gli uomini, insieme ad Alvaran, Loyal delle donne. Inoltre, Alvaran… Se hai bisogno di qualcuno che ti assista, se ne trovi uno adatto tra i nostri, non esitare: sai quanto tengo alla tua causa. Sto pensando di strutturare la nostra famiglia, quindi… Se avete consigli, vi ascolto. Ogni voce è importante, per me.” Mi avvicino al piccolo carrello con gli alcolici e servo quattro bicchieri. Ne offro tre ai presenti, è uno scotch di bassa lega, qualcosa che risveglia le viscere. ”Al Re Arso e a tutti noi che operiamo con gioia nel suo nome.” Bevo insieme ai presenti, poi mi rivolgo ad Alvaran: “Rimani, voglio sentire cosa hai da dirmi sul tuo studio. Voi altri, se non avete consigli o qualcosa da aggiungere, cominciate pure con il vostro lavoro: mi aspetto che venga portato a termine con successo, conto sulle vostre persone.” Guardo Rowan in attesa che gli altri spariscano dal camerino.
  14. Con le mani faccio cenno di calmarsi, di abbassare i toni, con un sorrisetto stampato sul volto. “Calmi! Calmi! Siamo gente studiata, in un modo o nell’altro!” Non sto urlando come prima, perché voglio che sparisca il brusio e mi cedano tutta l’attenzione. ”Non facciamo di tutta l’erba un fascio, o non arriveremo lontani con questo modo di vedere le cose. La nobiltà esisterà sempre, quindi più che sradicarla, come si fa con le erbacce, dovremmo mostrargli quali danni hanno inflitto dalla notte dei tempi ad oggi e dovremmo educarli sul ruolo che dovranno prendere una volta che la nostra visione sarà ovvia per tutti a Doskvol!” Momento di silenzio. Li guardo tutti, alzando le mani come un prete all’altare. ”Siamo qui per qualcosa di più grande, non limitiamoci alle scaramucce tra uomini di poca fede e volontà!” Indico uno degli uomini che reputo tra i più saggi e faccio così anche per le donne. Poi indico Alvaran. ”Voi tre, a rapporto. Ho un lavoretto per voi. Non fatemi aspettare!” Dal balcone, seguo tutto il resto della scena, stando bene attenta ad Alvaran. ”SE QUALCUN ALTRO VUOLE DIRE QUALCOSA DI INTERESSANTE… LO FACCIA SUBITO! O TORNATE AI VOSTRI COMPITI!”
  15. Boom! Mi siedo sulla poltrona nel camerino, lettera alla mano, con le gambe che penzolano dal bracciolo mentre il resto del corpo è scomposto. Butto la testa all'indietro, l'intonaco del teatro mi fa da cipria, i ricordi mi ammantano e tutto ad un tratto sono lì: dai Tyrconnel... A casa mia. Mio fratello è in vasca, mia madre in camera da letto, mio padre, come al solito, non c'è. Sono ore che sto cercando di suonare qualcosa di nuovo, o bello, ma finisco sempre per concentrarmi troppo sulla melodia e mi perdo tra i miei pensieri scadenti. A cosa serve il talento, se non hai la testa per usarlo? Sono nervosa perché tra poco arriveranno gli invitati e a breve dovremo giocare alla famiglia Tyrconnel fa cose e non ne ho assolutamente la voglia, la reputo una perdita di tempo. Ma mio padre a breve sarà qui e vorrà che io suoni per lui e per gli invitati, che disastro, proprio oggi che volevo dedicarmi al dolce far niente. Regalare poi qualcosa di mio a tutta questa marmaglia, sorrisi finti e uova di pesce, bon ton e bicchierino di distillato... Non durerà, non sarà così per sempre. Riapro gli occhi sulla poltrona e penso a cosa abbiamo fatto ultimamente: Alvaran Rowan è tra le fila del Culto della Luna Nuova. Che risultato, il popolo sarebbe in visibilio se lo sapesse. Ma non è il momento di giocare a fare i forti, perché non lo siamo, ma potremmo esserlo e questo mi manda in brodo di giuggiole, pensando a Setarra che potrebbe palesarsi a me, finalmente, dopo tutto questo tempo... Silenzio! SILENZIO! SI-LE-N-ZI-O. A volte dimentico che ciò che penso potrebbe far sì che in qualche maniera, non si avveri. No, non era proprio così... Era più qualcosa sul dirlo a qualcuno, ecco, sì, non posso farne parola con nessuno, altrimenti non si verificherà, certo. Come i sogni premonitori, che mi raccontavano cose, fino a quando non ne ho parlato qualche volta a Tessalyn, fino al punto di non farne quasi più. Tsk. Mi alzo, mi guardo allo specchio, mi correggo il trucco leggero. Immagino Alvaran seduto da qualche parte nella vecchia platea, sotto al balcone. Ed in un attimo, apro la finestra e mi trovo ad osservarli, tutti bellissimi, a modo loro. I miei fratelli, le mie sorelle... "GIOVANI MENTI! FORGIATORI DEL DOMANI! SE IL CONSIGLIO CITTADINO DI DOSKVOL VI ASCOLTASSE PER IL TEMPO DI UNA SEMPLICE DOMANDA... CHE DOMANDA FARESTE LORO?" Mi appoggio con le mani sulla balaustra e mi chino appena per sentire le risposte.
  16. Dunque, nel mio background ho fatto menzione di un manufatto che con molta probabilità parla di Setarra (o del Re Arso!) o comunque di qualcosa inerente al mio demone preferito. So che si è trovato a Doskvol e probabilmente si trova ancora qui, quindi quello che vorrei fare è investigare su questo manoscritto per riuscire a farlo mio. Partirei da Hutchins, che sicuramente può essere una buona base dove cercare informazioni riguardanti questa ricerca ed eventualmente può permettermi di conoscere altri antiquari, collezionisti o devoti che potrebbero avere delle informazioni legate al libro che cerco. Potrei ad esempio sapere chi era il tipo morto con il nome di Setarra tra i denti e potrebbe valere la pena andare a dare una occhiata alla sua collezione (ovunque o di chiunque sia ora). Lo faccio anche per vedere la reazione del demone, nutro curiosità sul fatto che potrebbe spingermi a cercarlo oppure a lasciar perdere completamente e vorrei venirne a capo, perché ho trovato la morte del tizio particolarmente sospetta. PS. Si, ricordo che quando ho letto di un fiato Blades, certe cose proprio non erano semplici, come la gestione di cui parli! Purtroppo è il dazio da pagare per il resto del sistema! 🙂
  17. “Nel tempo libero dallo studio, mi aiuterai. Ma quello che mi aspetto da te è che proseguirai in quello in cui credi: quando saremo pronti, porteremo il progresso, insieme.” Alvaran… ”Adesso è tempo di andare.” … Alla luce della Luna Nuova, sboccerai.
  18. "Perché reputo più importanti le risposte che ti ho dato, rispetto al dirti semplicemente il mio nome." Momento di silenzio. "Helene. Il mio nome... È Helene. E se mi segui fuori di qui, ora, sarai stato per la prima volta, probabilmente, padrone del tuo stesso destino." Deglutisco, ho il cuore che sta battendo al ritmo d'ansia.
  19. Sono seria, proprio non riesco a sorridergli, capisco quale sia la strategia da adottare ma il mio spirito mi spinge altrove. Sto per perdere la pazienza ma devo mandare giù il rospo. "Tu puoi fare la differenza, cambiando la vita di tutti noi in questo mondo senza più luce e speranza; io posso mostrarti quello che non vedi per far sì che tutto questo si avveri. Mentre tuo padre può scegliere solo la mano che lo frusterà la prossima volta: una magra consolazione, per un uomo con un buon nome come il suo." Alzo il mento, lo sguardo deciso, sono composta, forgiata dalle noiose situazioni sociali di alta classe a cui ho partecipato, controvoglia per lo più: ma si impara sempre qualcosa, anche quando non lo si vuole. "Non volevo spezzare la poesia del momento ma siamo studiosi ed essere pragmatici è un privilegio del genio che può permettersi di abbandonare le teorie in favore di qualcosa di pratico, reale. Se vuoi vedere quel cambiamento che mi hai detto, devi essere disposto ad essere tu il cambiamento stesso. Altrimenti rimani qui in attesa che qualcuno ti riporti a casa, alla tua vita di sempre, per sempre. Lascia che scelgano loro, per te. Una vita facile... Una vita mediocre." Sospiro forte, gonfiando i polmoni, guardo verso una delle finestre, osservando l'esterno, il cielo plumbeo. Cerco di mantenere la voce ad un tono normale, pacato. Vorrei quasi gridarglielo, vedo in lui ciò che ero io e cosa ho deciso di non diventare. Ho gli occhi inumiditi, perché la sensazione è forte. "Meglio un rimorso o un rimpianto in questa vita, Alvaran?"
  20. "Il patto è che dobbiamo guadagnarci entrambi, da ciò che scopriremo... Tu ci metti il tuo talento e le tue conoscenze, io faccio altrettanto. Mi sembrava ovvio." Mi fermo ad attendere la sua risposta, distante da lui, in direzione della porta.
  21. "A sconvolgermi ci hai già pensato tu, Alvaran." Mi volto, tentando di rimanere vaga con lo sguardo. "Non ne so molto di energia radiante. E non ho idea di come si possano rendere le barriere più piccole o addirittura come portarle in giro. Ma tu sì, sembri veramente saperne qualcosa. Ed io ci metto il resto, quello che non puoi conoscere. O almeno, che non conosci ancora." Gli sorrido, cercando di tenerlo tranquillo. "Ma tutto questo ha un prezzo, Alvaran. Io posso mostrarti cosa serve come pagamento ma solo e soltanto tu potrai pagare per questa conoscenza. In pratica, un patto: un patto... Tra me e te. Da mentore ad apprendista del mondo di tenebra." Mi avvicino nuovamente, in modo lento, e pongo i miei occhi davanti ai suoi, cercando di calamitarlo. "Sento qualcosa. Il tuo discorso, il nostro incontro... Una conformazione interessante dell'universo. Sì." Metto via la maschera e provo a prendergli una mano, chiudendola tra i miei due palmi. Avvicino così la sua mano al mio petto, fermandomi prima che possa sfiorarlo. "Spero che tu possa seguire la mia luce nel cammino che ti separa dalle tue più grandi intuizioni." Gli lascio la mano di netto, facendo sì che mi tocchi appena e faccio per avviarmi verso l'uscita. "Il mondo non ti attende... Ed io non ti pregherò di seguirmi altrove. O hai questa forza, da solo... O non la hai. Lascio a te una scelta che a me non fu data ma che mi ha reso ciò che sono oggi e di cui sono eternamente grata." Lo guardo un'ultima volta, voglio cercare di leggere le sue mosse prima che le faccia. Se il Re Arso mi sta guardando... Spero che si stia compiacendo della mia opera.
  22. "Forse potrebbe aiutarti... Ma chi può farlo in maniera tangibile realmente, sono IO." Tuono, severa. Effettivamente è una tra le cose più belle che forse mi siano capitate negli ultimi anni. Mi ronza in testa, nonostante sia dannatamente giovane e la cosa mi provoca fastidio, più di essere, evidentemente, tra le due creature, la cosa meno bella. "Piuttosto, hai qualcosa che bolle in pentola? Se deve nascere uno... Studio condiviso, devo sapere quali coste vuoi circumnavigare e quali terre estranee hai già visitato." Mi sto riferendo a possibili annunci nel campo della fulminotecnica, dimostrazioni, trattati. Qualsiasi cosa che mi faccia intuire del motivo per cui dovrebbe sparire dalla circolazione. Questo mi farebbe comprendere con probabilità cosa veramente vogliono gli Strangford. Prendo la maschera, la porto al petto, me la giro tra le mani e ne bacio la fronte, come se fosse qualcuno di cui prendermi cura. Dopo torno a guardare Alvaran, in maniera decisa. Sono davanti a lui. "Tu... Credi che certi incontri tra persone siano solamente frutto della casualità degli eventi che si stanno per intrecciare?" Mi avvicino come non mai, porgendo il mio orecchio alle sue labbra. Attendo con un leggero fremito il suo sussurro. Il sapore della caccia.
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