Una volta firmato il foglio e fatte le dovute congratulazioni alla ragazza, arriva una delle due serafine di Torino e Iorio e Spina se ne vanno.
Mentre osservo il gruppetto andarsene, Miriam mi prende sottobraccio:
Guardo sorpreso Miriam e poi sposto lo sguardo su Alice. Alice... tu resta qui. E con qui... intendo qui, qui. Indicando l'auto con la mano libera. Se dovessimo far tardi... non ci aspettate torniamo con la moto. Dici che non mi conosci... ma non hai paura a restare da sola con me... non riuscirò mai a capirti...
Mi volto verso Miriam: Probabilmente è la prima volta che venite a Torino... è una citta molto grande, il mio sguardo si sposta sugli edifici della città per scegliere il percorso da fare, insieme a Roma è certamente una delle più... per così dire tecnologiche... i miei occhi tornano a fissare quelli della ragazza ed è molto bella... come città. Uso la pausa per dare il tempo al complimento di scivolare sulla ragazza prima di regalarlo alla città. Riprendiamo a camminare e mostro alla ragazza piazza Castello con le sue fontane e piazza san Carlo per poi arrivare al parco del Valentino. Questo parco lo conosco molto bene... ed è bello in qualsiasi stagione, certo a primavera lo è di più ma anche d'inverno ha il suo fascino.
Vittorio, racconta alla signorina Astore come mai conosci così bene questo parco... raccontale quante volte ci siamo nutriti in questo parco... Vittorio ti ricordi quella brunetta che si siamo mangiati sul fondo della fontana dei dodici mesi?
Inizio a parlare alla ragazza per non abbandonarmi a quei pensieri. Sai l'ultima volta che abbiamo parlato... hai detto che non sai chi sono... bene, ci ho riflettuto ed effettivamente hai ragione. Non sai niente di me... so che posso sembrare... spensierato... ma non sono così... Almeno non riesco ad esserlo più come avrei voluto... Mi mordo un po' le labbra. Continuamo a camminare tra i giardini. Mi piace venire a Torino. Ho anche una casa qui... E' un po' più piccola di quella che ho ad Ivrea. Mia madre era di salute cagionevole e il dottore ci aveva consigliato di stare in campagna per questo ci trasferimmo ad Ivrea. A sedici anni è difficile accettare una cosa del genere... sorrido alla ragazza, lasciare una città per un borgo... poco dopo sono partito come partigiano per il fronte franco-tedesco...
Faccio scivolare il braccio su cui la ragazza si era appoggiata, in modo tale da prenderle la mano. Guido così la ragazza verso la fontana dei dodici mesi, una dei momumenti più belli di questo giardino. Le lascio la mano pur continuando a guardarla in modo tale che può godere appieno della bellezza dell'opera d'arte. Tu vieni da Agrigento. Ci sono stato un paio di anni fa... sai ho girato un po' tutta Europa prima di tornare ad Ivrea. Il mio sguardo si concentra sullo specchio d'acqua... Ad Agrigento ho visitato la valle dei templi... e lì mi sono appassionato di mitologia, già la conoscevo... il mio precettore da bambino mi aveva torturato a tradurli... ma vedere lì quelle opere d'arte... è stato fantastico. Lo sgurdo si posa ora sugli occhi verdi della ragazza. Sai, avessi saputo prima che venivi da Agrigento, ti avrei evitato come la peste... i miti antichi mettono in guardia gli uomini e persino gli dei dalle ragazze di Agrigento... troppo impertinenti. Stuzzico la ragazza guardandola di sottecchi, ma anche troppo belle... sospiro. Alcune... altre sono dei veri e propri maschiacci. Sorrido.